Antonio lo sporcaccione 10

di
genere
feticismo

Era trascorso un mesetto e di clisteri non ne avevano più fatti perché Silvia aveva impegni universitari, e il pomeriggio quando rientrava a casa, era troppo tardi visto che la moglie di Antonio rientrava verso le 20:00 e lui preparava la cena.
Ma le supposte erano quasi sempre dispensate, prima a lui e poi a lei.
Silvia mandava un messaggio ad Antonio che stava arrivando, lui apriva la porta, lei entrava e si dirigevano in bagno.
Asciugamano disteso nel lavandino, scatola di supposte di glicerina, guanti usa e getta, e lubrificante.
Antonio, che soleva lavarsi bene prima, tirava giù i pantaloni e le mutande, rigorosamente bianche, come piacevano a lui, si sedeva sul bidet a gambe belle aperte. Il pene spuntava sempre un po’ molle dal folto prato di peli brizzolati.
Silvia infilava i guanti e posava una punta di lubrificante sul dito, e, sapendo che al “paziente “ piaceva, inseriva il dito e lo girava nella cavità, Antonio, intanto, si masturbava alla grande. Eiaculava emettendo versi liberatori e qualche parolaccia tipo vacca boia, vacca puttana e poi si scusava.
Poi Silvia infilava la supposta con cura e lentamente, attendeva un attimo a sortire il dito e poi fine.
Il turno della ragazza era fatto in piedi, lasciava le mutande bianche addosso, si piegava appoggiando i gomiti alla vasca e apriva le gambe, Antonio toccava e spostava il tessuto e passava il dito in tutta la lunghezza della fessura. Poi le infilava la supposta e girava il dito dentro. Lui espressamente chiedeva di tenere gli slip.
Ma, ma un giorno accadde qualcosa che stravolse la quotidianità.
Silvia propose “ distenditi sul letto di là, e lasciati somministrare la terapia con comodità” “ Va bene “ Accettò Antonio
Così si spoglio completamente, e così anche Silvia e iniziarono a giocare coi rispettivi buchini soffiandoci su, leccandoli e girandoci il dito intorno.
L’uomo supino alzò le gambe e Silvia iniziò il rimming più bello che l’uomo avesse mai ricevuto. La lingua sembrava un serpente piatto che girava intorno alle palle, su su fino al glande, poi intorno all’ano.
Le dita infilate nel culo, toccavano la prostata e poi un pompino a pioggia spruzzò seme tutto intorno. Silvia lo chiamava così, perché lo sperma lo sputava a mo’ di scroscio d’acqua.
Commosso per le attenzioni della ragazza, e imbarazzato perché voleva dare piacere anche a lei, toccò le labbra della vagina c'era un lago di lubrificazione naturale . Antonio assaporò quel liquido come un cervo quando si disseta a una sorgente d’acqua.
Per Silvia era molto tardi, ma non le dispiacque minimamente prolungare quella seduta di piacere facendosi leccare la fica fino all'ultima goccia della sua femminilità.
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scritto il
2025-12-31
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