Antonio lo sporcaccione 5
di
Sveva_
genere
etero
La solitudine di Antonio stava per terminare, fra qualche giorno sarebbe andato a riprendere la moglie.
Francesca non aveva molta voglia di andare da Antonio, dopo l’accaduto del giorno prima, così disse alla figlia di suonare lei e controllare se aveva bisogno di qualsiasi cosa, e siccome oggi non stava bene, lui a pranzo doveva arrangiarsi.
Silvia, a differenza della madre, donna pudica e innamorata del marito, era giovane e curiosa e anche maliziosetta.
Ma gli uomini più grandi di lei non le piacevano, cioè non ci pensava proprio. Era più attratta dai coetanei soprattutto modaioli e palestrati.
Quindi prima di andare in università Silvia dovette suonare il campanello di Antonio e gli chiese se avesse bisogno di qualcosa e che sua mamma non poteva andare.
Antonio le rispose che se voleva, poteva fargli compagnia magari a giocare a carte, a bere un caffè quando sarebbe tornata a casa.
Silvia gli disse, dai va bene. Vengo oggi verso le 17, anche perché diciamo, era curiosa come una biscia di scoprire qualcosa sul fatto di sua madre.
Con la scusa di farsi un giro al centro commerciale, Silvia uscì, e invece di andare fuori, con l’ascensore tornò su e andò a suonare il campanello di Antonio.
Antonio si era messo in ordine, pulito, ben vestito, con le carte da gioco sul tavolo e la cogoma del caffè pronta.
Silvia indugiando e facendo shhh col dito sulla bocca, entrò ma continuava a ripetersi nel cervello “ cazzo fai cazzo fai vattene che ci fai qui?”
Mentre giocavano a carte, Antonio portò il discorso sul fidanzato.
Si ho un tipo adesso, fa anche lui l’uni e stiamo insieme da qualche mese.
E avete rapporti completi?
Silvia glissò sull’argomento, Antonio ritornò sul discorso e si offrì da uomo di piacere per i suoi desideri se il fidanzato non fosse all’altezza delle sue aspettative.
Ecco, ecco che forse iniziano i giochi perversi.
Silvia scoppiò a ridere. Antonio si fece serio e le disse, sai che ti farei tanti bei regalini e ti farei anche godere tanto. Se non ti offendi.
Silvia, appena sentì la parola “regalini” indugiò un momento e gli chiese cosa volesse da lei esattamente.
Vedi Silvia, a me piace fare i clisteri, infilare le supposte, allargare i buchi e guardarci dentro, giocare con le dita dietro e anche con la lingua.
Silvia, se avesse potuto avrebbe riso come una pazza, ma invece gli rispose eh interessante!
Devi sapere, cara, che ho avuto donne che volevano me per farglielo tanti anni fa. Adesso lo faccio a mia moglie ma da quando è in menopausa non vuole più divertirsi come prima.
Poi mi piace ricevere i pompini, quelli fatti bene però. Non mi interessa se bevi o no il mio latte, a me piace sentire la bocca sul cazzo e piccoli morsi.
Silvia RI-passò dal quasi ridere, allo spaventarsi…al beh possiamo provare.
Ma dove si fa? Tua moglie torna fra pochi giorni.
Si la Rina torna fra pochi giorni, ma dei pomeriggi e mattinata esce tanto.
La mattina io ho l’università, posso fare un pomeriggio ogni tanto. Che regali mi fai?
Ascolta, il clistere è da farsi ogni tanto, non è una cosa arrangiata. Bisogna stare bene in salute e poi ti spiegherò altro. Tu provi una volta, poi ci pensi. Io sono molto pulito e delicato.
Dei regali, dipende o ti do una piccola busta e ti compro direttamente il regalo. Ma non è una prestazione diciamo da meretrice, il mio regalo è di ringraziamento.
Silvia rispose che era pronta anche subito. Te l’ho detto, ci vuole tempo. Se proprio vuoi, puoi farmi dare una controllata al tuo corpo.
Mentre diceva tutto ciò, Antonio aveva il cazzo durissimo, gli vibravano pure le palle, la voce era rotta dal desiderio.
Bene, spogliati tutta che ti visito un po’ .
E, Antonio, seriamente, andò di là a prendere un camice bianco da dottore, una confezione di pomata e un asciugamano.
Silvia si spogliò completamente, senza battere ciglio.
Silvia, mora, capelli mossi, un corpo leggermente morbido, carne giovane. Peluria quasi che stava ricrescendo perché si rasava sempre tutta.
Vieni qui, Antonio si sedette sul divano e fece distendere lungo la superficie e a pancia in giù la ragazza, così che il suo culo era a disposizione dell’uomo.
Egli allargò un po’ le gambotte, e prese prima a palparle le natiche, intervallando con sculacciate leggere che rimbombavano nel silenzio della stanza. A volte con le dita toccava la vagina, il clitoride, e alternando riuscì a fare bagnare la ragazza.
Ma che bella ragazza che sei, c’è tanta roba qui da lavorarci su, cosa ti compri col regalino che ti faccio? E tante altre domande.
Silvia, con la voce rotta dall’eccitazione rispondeva a monosillabi e non capiva nemmeno certe affermazioni.
Ormai bella umida, Antonio pucciò il dito nella vagina..
prosegue
Francesca non aveva molta voglia di andare da Antonio, dopo l’accaduto del giorno prima, così disse alla figlia di suonare lei e controllare se aveva bisogno di qualsiasi cosa, e siccome oggi non stava bene, lui a pranzo doveva arrangiarsi.
Silvia, a differenza della madre, donna pudica e innamorata del marito, era giovane e curiosa e anche maliziosetta.
Ma gli uomini più grandi di lei non le piacevano, cioè non ci pensava proprio. Era più attratta dai coetanei soprattutto modaioli e palestrati.
Quindi prima di andare in università Silvia dovette suonare il campanello di Antonio e gli chiese se avesse bisogno di qualcosa e che sua mamma non poteva andare.
Antonio le rispose che se voleva, poteva fargli compagnia magari a giocare a carte, a bere un caffè quando sarebbe tornata a casa.
Silvia gli disse, dai va bene. Vengo oggi verso le 17, anche perché diciamo, era curiosa come una biscia di scoprire qualcosa sul fatto di sua madre.
Con la scusa di farsi un giro al centro commerciale, Silvia uscì, e invece di andare fuori, con l’ascensore tornò su e andò a suonare il campanello di Antonio.
Antonio si era messo in ordine, pulito, ben vestito, con le carte da gioco sul tavolo e la cogoma del caffè pronta.
Silvia indugiando e facendo shhh col dito sulla bocca, entrò ma continuava a ripetersi nel cervello “ cazzo fai cazzo fai vattene che ci fai qui?”
Mentre giocavano a carte, Antonio portò il discorso sul fidanzato.
Si ho un tipo adesso, fa anche lui l’uni e stiamo insieme da qualche mese.
E avete rapporti completi?
Silvia glissò sull’argomento, Antonio ritornò sul discorso e si offrì da uomo di piacere per i suoi desideri se il fidanzato non fosse all’altezza delle sue aspettative.
Ecco, ecco che forse iniziano i giochi perversi.
Silvia scoppiò a ridere. Antonio si fece serio e le disse, sai che ti farei tanti bei regalini e ti farei anche godere tanto. Se non ti offendi.
Silvia, appena sentì la parola “regalini” indugiò un momento e gli chiese cosa volesse da lei esattamente.
Vedi Silvia, a me piace fare i clisteri, infilare le supposte, allargare i buchi e guardarci dentro, giocare con le dita dietro e anche con la lingua.
Silvia, se avesse potuto avrebbe riso come una pazza, ma invece gli rispose eh interessante!
Devi sapere, cara, che ho avuto donne che volevano me per farglielo tanti anni fa. Adesso lo faccio a mia moglie ma da quando è in menopausa non vuole più divertirsi come prima.
Poi mi piace ricevere i pompini, quelli fatti bene però. Non mi interessa se bevi o no il mio latte, a me piace sentire la bocca sul cazzo e piccoli morsi.
Silvia RI-passò dal quasi ridere, allo spaventarsi…al beh possiamo provare.
Ma dove si fa? Tua moglie torna fra pochi giorni.
Si la Rina torna fra pochi giorni, ma dei pomeriggi e mattinata esce tanto.
La mattina io ho l’università, posso fare un pomeriggio ogni tanto. Che regali mi fai?
Ascolta, il clistere è da farsi ogni tanto, non è una cosa arrangiata. Bisogna stare bene in salute e poi ti spiegherò altro. Tu provi una volta, poi ci pensi. Io sono molto pulito e delicato.
Dei regali, dipende o ti do una piccola busta e ti compro direttamente il regalo. Ma non è una prestazione diciamo da meretrice, il mio regalo è di ringraziamento.
Silvia rispose che era pronta anche subito. Te l’ho detto, ci vuole tempo. Se proprio vuoi, puoi farmi dare una controllata al tuo corpo.
Mentre diceva tutto ciò, Antonio aveva il cazzo durissimo, gli vibravano pure le palle, la voce era rotta dal desiderio.
Bene, spogliati tutta che ti visito un po’ .
E, Antonio, seriamente, andò di là a prendere un camice bianco da dottore, una confezione di pomata e un asciugamano.
Silvia si spogliò completamente, senza battere ciglio.
Silvia, mora, capelli mossi, un corpo leggermente morbido, carne giovane. Peluria quasi che stava ricrescendo perché si rasava sempre tutta.
Vieni qui, Antonio si sedette sul divano e fece distendere lungo la superficie e a pancia in giù la ragazza, così che il suo culo era a disposizione dell’uomo.
Egli allargò un po’ le gambotte, e prese prima a palparle le natiche, intervallando con sculacciate leggere che rimbombavano nel silenzio della stanza. A volte con le dita toccava la vagina, il clitoride, e alternando riuscì a fare bagnare la ragazza.
Ma che bella ragazza che sei, c’è tanta roba qui da lavorarci su, cosa ti compri col regalino che ti faccio? E tante altre domande.
Silvia, con la voce rotta dall’eccitazione rispondeva a monosillabi e non capiva nemmeno certe affermazioni.
Ormai bella umida, Antonio pucciò il dito nella vagina..
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