Il vicino
di
Ale_Ross
genere
gay
Il passaggio dal silenzio rassicurante della provincia al caos vibrante di Roma era stato, per Luca, come ricominciare a respirare. A vent’anni, con i libri aperti sulla scrivania e una finestra che affacciava su un cortile interno di un palazzo a San Lorenzo, si sentiva finalmente padrone del proprio destino. Tuttavia, quel pomeriggio di fine novembre, la concentrazione era ai minimi termini. La luce ambrata del tramonto filtrava tra le persiane, rendendo la stanza calda e sonnolenta. Luca allungò la mano verso il telefono. Un gesto automatico, quasi un riflesso condizionato: aprì Grindr.
Scorse distrattamente i soliti profili: "Solo discrezione", "No foto no chat", le solite facce viste e riviste nel raggio di un chilometro. Poi, un’icona nuova. Nessuna foto volto, solo un dettaglio di un busto atletico sotto una maglietta grigia. Distanza: 3 metri. Luca sgranò gli occhi. "Tre metri? È nel palazzo", pensò. Il cuore accelerò il battito. Aprì la chat con le dita che tremavano leggermente.
Luca: "Nuovo in zona? Non ti ho mai visto qui su Grindr"
Profilo N: "Si appena iscritto. Secondo piano."
Luca ebbe un sussulto. Lui abitava al secondo piano. Guardò la porta d'ingresso, poi tornò allo schermo. C’era solo un altro interno su quel pianerottolo. Nicola. Il vicino di casa che lo salutava sempre con un cenno cordiale ma distaccato, l'uomo di trentacinque anni che vedeva ogni mattina uscire in giacca e cravatta, spesso accompagnato dalla moglie.
Luca: "Nicola? Non ci credo."
Nicola: "Ti ho riconosciuto subito dalla foto, Luca. Immagino che la sorpresa sia reciproca."
Luca: "Che ci fa un tipo come te qui su questa chat?."
Nicola: "La cosa ti dispiace forse?...Sai sono solo a casa, mia moglie è fuori per lavoro e sono terribilmente annoiato."
Luca: "A chi lo dici… mi sto annoiando a morte su questi libri. Ci vorrebbe proprio una pausa..."
Nicola: "Se ti va... la mia porta è aperta…potremmo cercare una piacevole distrazione insieme."
Luca non se lo fece ripetere. Si alzò, si passò una mano tra i capelli e, senza nemmeno mettersi le scarpe, uscì sul pianerottolo. Il corridoio era deserto, illuminato da una lampadina fioca. Fece i tre passi che lo separavano dalla porta accanto e bussò, un colpo secco, deciso.
La porta si aprì quasi istantaneamente.
Nicola era lì, sulla soglia. Indossava solo una T-shirt bianca leggermente attillata che segnava le spalle larghe e un paio di boxer neri in cotone che non lasciavano molto spazio all’immaginazione, mettendo in evidenza un cazzo notevole. I due rimasero in silenzio per qualche secondo, l’aria carica di un’elettricità quasi palpabile.
"Sei stato veloce," disse Nicola, la voce più bassa e roca di quanto Luca ricordasse. Si scostò per lasciarlo passare, chiudendo la porta alle sue spalle con un clic metallico che risuonò come una sentenza.
"Te l’ho detto morivo dalla noia…perché aspettare?" rispose Luca, voltandosi verso di lui scorrendo lo sguardo lungo il corpo del vicino, soffermandosi senza vergogna sul rigonfiamento evidente nei boxer.
Nicola sorrise, un sorriso complice e predatorio allo stesso tempo, lo fece accomodare e si diresse verso il frigorifero con un’andatura sicura, quasi felina, che faceva ondeggiare leggermente il tessuto dei boxer. Estrasse due bottiglie di birra ghiacciate, ne stappò una e la tese a Luca.
"Tieni, questa ti aiuterà a rilassarti," disse con un mezzo sorriso, facendo tintinnare la sua bottiglia contro quella del ragazzo.
Si sedettero sul divano di pelle scura nel soggiorno. Luca sorseggiò la birra, sentendo il contrasto tra il freddo del vetro e il calore che gli saliva al petto. Il suo sguardo, però, non riusciva a restare fermo. Vagava per la stanza, soffermandosi sulle cornici d'argento posate sulla credenza: foto di Nicola e sua moglie sorridenti al mare, durante un viaggio a Parigi, il giorno del loro matrimonio.
Luca sentì una strana scarica elettrica attraversarlo. L’idea di essere lì, nel cuore dell'intimità domestica di quell'uomo, circondato dai ricordi della sua vita gli provocava un’eccitazione incredibile. I suoi occhi caddero di nuovo sul basso ventre di Nicola, dove il cotone dei boxer era teso al massimo, deformato da una sagoma prepotente che sembrava lottare per liberarsi.
Nicola se ne accorse. Posò la birra sul tavolino e si sporse leggermente in avanti, aprendo le gambe quel tanto che bastava per rendere la visuale ancora più esplicita.
"Ti piace quello che vedi?" chiese Nicola, la voce che era diventata un sussurro profondo.
Luca non rispose a parole. Posò la sua bottiglia e, con una lentezza studiata, allungò la mano. Quando il suo palmo toccò il calore pulsante racchiuso nei boxer, un gemito basso sfuggì dalle labbra di Nicola.
"Sì," rispose finalmente Luca, guardandolo dritto negli occhi. "Mi piace moltissimo."
Nicola non resistette più. Afferrò Luca per la nuca e lo tirò a sé, annullando la distanza in un bacio affamato, che sapeva di luppolo e desiderio reciproco. Le loro lingue si intrecciarono con urgenza, mentre la mano di Luca scivolava con decisione sotto l'elastico dei boxer.
Le dita di Luca incontrarono la pelle calda e vellutata di Nicola. Con un movimento rapido, spinse giù il tessuto, liberando il suo cazzo che scattò in avanti, imponente e già completamente duro.
Luca lo avvolse e cominciò a muovere la mano su e giù, con un ritmo deciso, osservando con piacere come i lineamenti di Nicola si contraessero per il piacere.
"Cazzo, Luca..." imprecò Nicola tra un bacio e l'altro, inarcando la schiena.
Con un movimento fluido e deciso, l'uomo fece scivolare la mano grande e calda dietro la nuca di Luca, le dita intrecciate tra i suoi capelli. Esercitò una pressione lenta ma inesorabile verso il basso, una direzione che Luca stava già desiderando di prendere.
Luca si lasciò guidare, scivolando dal divano fino a trovarsi in ginocchio sul tappeto, esattamente tra le gambe divaricate di Nicola. Senza un attimo di esitazione, aprì le labbra e accolse il cazzo di Nicola turgido e pulsante, lo avvolse completamente, spingendosi sempre più in profondità.
"Dio, Luca... sì, proprio così," gemette Nicola, buttando la testa all'indietro contro lo schienale del divano. Le sue mani cercarono le spalle del ragazzo, stringendole mentre Luca iniziava a muoversi con un ritmo sapiente, alternando suzioni profonde a movimenti lenti della lingua che facevano impazzire il vicino.
Nicola chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente alla maestria di Luca. Ogni volta che il ragazzo risaliva fino alla punta per poi riaffondare, un brivido scuoteva il corpo massiccio dell'uomo.
"Sei... sei incredibile," mormorò Nicola con il fiato corto.
Dopo qualche minuto di piacere intenso, Nicola gli afferrò dolcemente le tempie per farlo fermare. Aveva il respiro pesante e gli occhi lucidi di lussuria.
"Fermati un secondo," disse Nicola con voce roca. " Spogliati."
Luca si staccò a malincuore da quel cazzo pulsante, le labbra ancora lucide. Si alzò in piedi davanti a lui e, con movimenti rapidi ma carichi di intenzione, si sfilò la maglietta e i pantaloni, restando completamente nudo sotto lo sguardo rapace di Nicola.
"Sei bellissimo. " commentò Nicola, squadrandolo dalla testa ai piedi. Poi, con un cenno del capo, indicò il divano. "Mettiti lì. Girati."
Luca obbedì all'istante. Si posizionò sul divano mettendosi a pecora, i gomiti piantati sui cuscini e il bacino sollevato, offrendosi totalmente al vicino. Sentì il peso di Nicola che si spostava dietro di lui.
Senza dire una parola, Nicola afferrò i fianchi di Luca con mani ferme, attirando le sue natiche verso il proprio viso. Luca sussultò quando sentì il respiro caldo di Nicola sulla pelle sensibile, e poi, improvvisamente, la sensazione umida e vellutata della sua lingua che affondava nel suo culo.
"Oh... cazzo, Nicola..." gemette Luca, inarcando la schiena mentre il piacere lo travolgeva come un'onda.
Nicola non si risparmiò. Cominciò a leccargli il buco con cerchi concentrici, alternando spinte decise della lingua a baci umidi sulla pelle circostante. Luca sentiva i muscoli rilassarsi e contrarsi allo stesso tempo, mentre i gemiti diventavano sempre più forti e incontrollati.
"Ti piace, vero?" sussurrò Nicola, staccandosi solo per un istante prima di riprendere con più foga.
"Sì... sì, continua... ti prego, non fermarti," rispose Luca, con la voce rotta dal piacere, mentre le mani affondavano nei cuscini del divano cercando un appiglio in quel mare di sensazioni.
Luca, con la fronte appoggiata ai cuscini e il respiro spezzato, non riusciva più a contenersi.
"Nicola... cazzo, Nicola, ti prego," gemette, la voce strozzata. "Scopami. Non ce la faccio più."
Nicola non se lo fece ripetere. Si alzò in ginocchio dietro di lui, la sua erezione che batteva contro le natiche di Luca. Con una mano gli afferrò saldamente un fianco, mentre con l’altra si guidò. Senza alcun preambolo, con un colpo secco e brutale, affondò completamente dentro di lui.
Luca spalancò la bocca in un grido muto, inarcando la schiena mentre il suo corpo cercava di accogliere tutta quella pienezza improvvisa.
"Dio... guarda come lo hai preso tutto," sussurrò Nicola vicino al suo orecchio, la voce ridotta a un grugnito animale. "Sei così largo e sfondato, ti dai da fare eh?....proprio come una troia."
"Sì... sì, lo sono," ansimò Luca, voltando appena la testa e sorridendo maliziosamente. "Vai, Nicola... non fermarti. Fammi male, scopami forte!"
Nicola si scatenò come una tempesta. Cominciò a colpirlo con spinte incessanti e ritmiche, un rumore sordo di carne contro carne che riempiva la stanza. Iniziò a lasciarsi andare a un linguaggio sporco, un fiume di complimenti volgari e insulti che facevano divampare l'eccitazione di Luca come benzina sul fuoco.
"Ti piace, eh? Ti piace farti fottere il culo?" ringhiò Nicola, mentre una mano scattava per colpire con uno schiaffo sonoro la natica di Luca. Schiack! La pelle divenne istantaneamente rossa. "Sei solo una piccola troia che non aspetta altro che farsi riempire, dì la verità!"
Luca godeva da matti. Ogni insulto era una carezza elettrica. Mentre subiva i colpi feroci di Nicola, i suoi occhi caddero di nuovo sulla foto del matrimonio sulla mensola. Vide il sorriso candido della moglie di Nicola e il contrasto con quello che stava succedendo in quel momento lo portò sull'orlo del baratro.
"Sì, Nicola! Sono la tua troia!" urlò Luca, mentre gli schiaffi continuavano a piovere sul suo sedere, ritmando le spinte. "Scopami più forte, rompimi il culo ti prego! Voglio sentirlo fino in fondo!"
Il ritmo divenne forsennato. Nicola gli afferrò i capelli, tirandogli indietro la mentre lo possedeva senza pietà. Il sudore imperlava i loro corpi, incollandoli in ogni movimento. Luca ansimava rumorosamente, il piacere così intenso da fargli girare la testa.
"Sto per venire... cazzo, sto per venire!" urlò Nicola, i muscoli della schiena tesi come corde di violino, la velocità dei colpi che raggiungeva il culmine.
Luca, sentendo la fine vicina, strinse i muscoli del culo attorno a lui, implorando con le ultime forze: "Vienimi dentro! Nicola, ti prego, riempimi! Ingravidami!"
Nicola emise un ruggito primordiale. Con un’ultima spinta devastante, si spinse il più a fondo possibile e si bloccò lì, premuto contro di lui. Luca sentì i fiotti caldi e abbondanti che lo invadevano internamente, una sensazione di pienezza assoluta che lo fece gridare mentre anche lui, senza nemmeno toccarsi, veniva sul divano in un orgasmo violento.
Rimasero così per lunghi istanti, con l'unico suono dei loro respiri affannosi che cercavano di tornare normali, mentre Nicola continuava a vibrare dentro di lui, svuotandosi completamente.
Il silenzio che seguì fu quasi assordante, Nicola rimase premuto contro la schiena di Luca per qualche istante ancora, come a voler assaporare l’ultimo calore di quell'unione rubata, poi si staccò con un sospiro profondo.
"È stato... incredibile," mormorò Nicola, recuperando i boxer dal pavimento. "Davvero."
Luca non rispose subito. Si alzò dal divano con le gambe ancora leggermente tremanti, sentendo il calore della sborra di Nicola che colava lentamente lungo l'interno coscia. Raccolse i suoi vestiti sparsi sul tappeto.
Nicola lo guardò mentre si sistemava i capelli allo specchio dell'ingresso. Si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla, un gesto che ora sembrava quasi paterno se non fosse stato per quello che era appena successo tra loro.
"Sai che questa cosa deve restare tra noi, vero?" disse Nicola, la sua voce tornata quella dell'uomo posato che Luca incrociava sulle scale.
Luca accennò un sorriso complice, un po’ amaro e un po’ eccitato. "Il segreto è al sicuro con me, non preoccuparti."
Nicola gli aprì la porta con cautela, controllando dallo spioncino che il pianerottolo fosse deserto. Gli fece l'occhiolino, un ultimo lampo di quella lussuria animale che aveva dominato il soggiorno pochi minuti prima. "A presto, allora."
“A presto” rispose Luca. Tornato nel suo appartamento si appoggiò al legno della porta, chiudendo gli occhi, il culo gli bruciava dopo quella scopata e un sorriso malizioso e carico di soddisfazione gli si dipinse sul volto.
Scorse distrattamente i soliti profili: "Solo discrezione", "No foto no chat", le solite facce viste e riviste nel raggio di un chilometro. Poi, un’icona nuova. Nessuna foto volto, solo un dettaglio di un busto atletico sotto una maglietta grigia. Distanza: 3 metri. Luca sgranò gli occhi. "Tre metri? È nel palazzo", pensò. Il cuore accelerò il battito. Aprì la chat con le dita che tremavano leggermente.
Luca: "Nuovo in zona? Non ti ho mai visto qui su Grindr"
Profilo N: "Si appena iscritto. Secondo piano."
Luca ebbe un sussulto. Lui abitava al secondo piano. Guardò la porta d'ingresso, poi tornò allo schermo. C’era solo un altro interno su quel pianerottolo. Nicola. Il vicino di casa che lo salutava sempre con un cenno cordiale ma distaccato, l'uomo di trentacinque anni che vedeva ogni mattina uscire in giacca e cravatta, spesso accompagnato dalla moglie.
Luca: "Nicola? Non ci credo."
Nicola: "Ti ho riconosciuto subito dalla foto, Luca. Immagino che la sorpresa sia reciproca."
Luca: "Che ci fa un tipo come te qui su questa chat?."
Nicola: "La cosa ti dispiace forse?...Sai sono solo a casa, mia moglie è fuori per lavoro e sono terribilmente annoiato."
Luca: "A chi lo dici… mi sto annoiando a morte su questi libri. Ci vorrebbe proprio una pausa..."
Nicola: "Se ti va... la mia porta è aperta…potremmo cercare una piacevole distrazione insieme."
Luca non se lo fece ripetere. Si alzò, si passò una mano tra i capelli e, senza nemmeno mettersi le scarpe, uscì sul pianerottolo. Il corridoio era deserto, illuminato da una lampadina fioca. Fece i tre passi che lo separavano dalla porta accanto e bussò, un colpo secco, deciso.
La porta si aprì quasi istantaneamente.
Nicola era lì, sulla soglia. Indossava solo una T-shirt bianca leggermente attillata che segnava le spalle larghe e un paio di boxer neri in cotone che non lasciavano molto spazio all’immaginazione, mettendo in evidenza un cazzo notevole. I due rimasero in silenzio per qualche secondo, l’aria carica di un’elettricità quasi palpabile.
"Sei stato veloce," disse Nicola, la voce più bassa e roca di quanto Luca ricordasse. Si scostò per lasciarlo passare, chiudendo la porta alle sue spalle con un clic metallico che risuonò come una sentenza.
"Te l’ho detto morivo dalla noia…perché aspettare?" rispose Luca, voltandosi verso di lui scorrendo lo sguardo lungo il corpo del vicino, soffermandosi senza vergogna sul rigonfiamento evidente nei boxer.
Nicola sorrise, un sorriso complice e predatorio allo stesso tempo, lo fece accomodare e si diresse verso il frigorifero con un’andatura sicura, quasi felina, che faceva ondeggiare leggermente il tessuto dei boxer. Estrasse due bottiglie di birra ghiacciate, ne stappò una e la tese a Luca.
"Tieni, questa ti aiuterà a rilassarti," disse con un mezzo sorriso, facendo tintinnare la sua bottiglia contro quella del ragazzo.
Si sedettero sul divano di pelle scura nel soggiorno. Luca sorseggiò la birra, sentendo il contrasto tra il freddo del vetro e il calore che gli saliva al petto. Il suo sguardo, però, non riusciva a restare fermo. Vagava per la stanza, soffermandosi sulle cornici d'argento posate sulla credenza: foto di Nicola e sua moglie sorridenti al mare, durante un viaggio a Parigi, il giorno del loro matrimonio.
Luca sentì una strana scarica elettrica attraversarlo. L’idea di essere lì, nel cuore dell'intimità domestica di quell'uomo, circondato dai ricordi della sua vita gli provocava un’eccitazione incredibile. I suoi occhi caddero di nuovo sul basso ventre di Nicola, dove il cotone dei boxer era teso al massimo, deformato da una sagoma prepotente che sembrava lottare per liberarsi.
Nicola se ne accorse. Posò la birra sul tavolino e si sporse leggermente in avanti, aprendo le gambe quel tanto che bastava per rendere la visuale ancora più esplicita.
"Ti piace quello che vedi?" chiese Nicola, la voce che era diventata un sussurro profondo.
Luca non rispose a parole. Posò la sua bottiglia e, con una lentezza studiata, allungò la mano. Quando il suo palmo toccò il calore pulsante racchiuso nei boxer, un gemito basso sfuggì dalle labbra di Nicola.
"Sì," rispose finalmente Luca, guardandolo dritto negli occhi. "Mi piace moltissimo."
Nicola non resistette più. Afferrò Luca per la nuca e lo tirò a sé, annullando la distanza in un bacio affamato, che sapeva di luppolo e desiderio reciproco. Le loro lingue si intrecciarono con urgenza, mentre la mano di Luca scivolava con decisione sotto l'elastico dei boxer.
Le dita di Luca incontrarono la pelle calda e vellutata di Nicola. Con un movimento rapido, spinse giù il tessuto, liberando il suo cazzo che scattò in avanti, imponente e già completamente duro.
Luca lo avvolse e cominciò a muovere la mano su e giù, con un ritmo deciso, osservando con piacere come i lineamenti di Nicola si contraessero per il piacere.
"Cazzo, Luca..." imprecò Nicola tra un bacio e l'altro, inarcando la schiena.
Con un movimento fluido e deciso, l'uomo fece scivolare la mano grande e calda dietro la nuca di Luca, le dita intrecciate tra i suoi capelli. Esercitò una pressione lenta ma inesorabile verso il basso, una direzione che Luca stava già desiderando di prendere.
Luca si lasciò guidare, scivolando dal divano fino a trovarsi in ginocchio sul tappeto, esattamente tra le gambe divaricate di Nicola. Senza un attimo di esitazione, aprì le labbra e accolse il cazzo di Nicola turgido e pulsante, lo avvolse completamente, spingendosi sempre più in profondità.
"Dio, Luca... sì, proprio così," gemette Nicola, buttando la testa all'indietro contro lo schienale del divano. Le sue mani cercarono le spalle del ragazzo, stringendole mentre Luca iniziava a muoversi con un ritmo sapiente, alternando suzioni profonde a movimenti lenti della lingua che facevano impazzire il vicino.
Nicola chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente alla maestria di Luca. Ogni volta che il ragazzo risaliva fino alla punta per poi riaffondare, un brivido scuoteva il corpo massiccio dell'uomo.
"Sei... sei incredibile," mormorò Nicola con il fiato corto.
Dopo qualche minuto di piacere intenso, Nicola gli afferrò dolcemente le tempie per farlo fermare. Aveva il respiro pesante e gli occhi lucidi di lussuria.
"Fermati un secondo," disse Nicola con voce roca. " Spogliati."
Luca si staccò a malincuore da quel cazzo pulsante, le labbra ancora lucide. Si alzò in piedi davanti a lui e, con movimenti rapidi ma carichi di intenzione, si sfilò la maglietta e i pantaloni, restando completamente nudo sotto lo sguardo rapace di Nicola.
"Sei bellissimo. " commentò Nicola, squadrandolo dalla testa ai piedi. Poi, con un cenno del capo, indicò il divano. "Mettiti lì. Girati."
Luca obbedì all'istante. Si posizionò sul divano mettendosi a pecora, i gomiti piantati sui cuscini e il bacino sollevato, offrendosi totalmente al vicino. Sentì il peso di Nicola che si spostava dietro di lui.
Senza dire una parola, Nicola afferrò i fianchi di Luca con mani ferme, attirando le sue natiche verso il proprio viso. Luca sussultò quando sentì il respiro caldo di Nicola sulla pelle sensibile, e poi, improvvisamente, la sensazione umida e vellutata della sua lingua che affondava nel suo culo.
"Oh... cazzo, Nicola..." gemette Luca, inarcando la schiena mentre il piacere lo travolgeva come un'onda.
Nicola non si risparmiò. Cominciò a leccargli il buco con cerchi concentrici, alternando spinte decise della lingua a baci umidi sulla pelle circostante. Luca sentiva i muscoli rilassarsi e contrarsi allo stesso tempo, mentre i gemiti diventavano sempre più forti e incontrollati.
"Ti piace, vero?" sussurrò Nicola, staccandosi solo per un istante prima di riprendere con più foga.
"Sì... sì, continua... ti prego, non fermarti," rispose Luca, con la voce rotta dal piacere, mentre le mani affondavano nei cuscini del divano cercando un appiglio in quel mare di sensazioni.
Luca, con la fronte appoggiata ai cuscini e il respiro spezzato, non riusciva più a contenersi.
"Nicola... cazzo, Nicola, ti prego," gemette, la voce strozzata. "Scopami. Non ce la faccio più."
Nicola non se lo fece ripetere. Si alzò in ginocchio dietro di lui, la sua erezione che batteva contro le natiche di Luca. Con una mano gli afferrò saldamente un fianco, mentre con l’altra si guidò. Senza alcun preambolo, con un colpo secco e brutale, affondò completamente dentro di lui.
Luca spalancò la bocca in un grido muto, inarcando la schiena mentre il suo corpo cercava di accogliere tutta quella pienezza improvvisa.
"Dio... guarda come lo hai preso tutto," sussurrò Nicola vicino al suo orecchio, la voce ridotta a un grugnito animale. "Sei così largo e sfondato, ti dai da fare eh?....proprio come una troia."
"Sì... sì, lo sono," ansimò Luca, voltando appena la testa e sorridendo maliziosamente. "Vai, Nicola... non fermarti. Fammi male, scopami forte!"
Nicola si scatenò come una tempesta. Cominciò a colpirlo con spinte incessanti e ritmiche, un rumore sordo di carne contro carne che riempiva la stanza. Iniziò a lasciarsi andare a un linguaggio sporco, un fiume di complimenti volgari e insulti che facevano divampare l'eccitazione di Luca come benzina sul fuoco.
"Ti piace, eh? Ti piace farti fottere il culo?" ringhiò Nicola, mentre una mano scattava per colpire con uno schiaffo sonoro la natica di Luca. Schiack! La pelle divenne istantaneamente rossa. "Sei solo una piccola troia che non aspetta altro che farsi riempire, dì la verità!"
Luca godeva da matti. Ogni insulto era una carezza elettrica. Mentre subiva i colpi feroci di Nicola, i suoi occhi caddero di nuovo sulla foto del matrimonio sulla mensola. Vide il sorriso candido della moglie di Nicola e il contrasto con quello che stava succedendo in quel momento lo portò sull'orlo del baratro.
"Sì, Nicola! Sono la tua troia!" urlò Luca, mentre gli schiaffi continuavano a piovere sul suo sedere, ritmando le spinte. "Scopami più forte, rompimi il culo ti prego! Voglio sentirlo fino in fondo!"
Il ritmo divenne forsennato. Nicola gli afferrò i capelli, tirandogli indietro la mentre lo possedeva senza pietà. Il sudore imperlava i loro corpi, incollandoli in ogni movimento. Luca ansimava rumorosamente, il piacere così intenso da fargli girare la testa.
"Sto per venire... cazzo, sto per venire!" urlò Nicola, i muscoli della schiena tesi come corde di violino, la velocità dei colpi che raggiungeva il culmine.
Luca, sentendo la fine vicina, strinse i muscoli del culo attorno a lui, implorando con le ultime forze: "Vienimi dentro! Nicola, ti prego, riempimi! Ingravidami!"
Nicola emise un ruggito primordiale. Con un’ultima spinta devastante, si spinse il più a fondo possibile e si bloccò lì, premuto contro di lui. Luca sentì i fiotti caldi e abbondanti che lo invadevano internamente, una sensazione di pienezza assoluta che lo fece gridare mentre anche lui, senza nemmeno toccarsi, veniva sul divano in un orgasmo violento.
Rimasero così per lunghi istanti, con l'unico suono dei loro respiri affannosi che cercavano di tornare normali, mentre Nicola continuava a vibrare dentro di lui, svuotandosi completamente.
Il silenzio che seguì fu quasi assordante, Nicola rimase premuto contro la schiena di Luca per qualche istante ancora, come a voler assaporare l’ultimo calore di quell'unione rubata, poi si staccò con un sospiro profondo.
"È stato... incredibile," mormorò Nicola, recuperando i boxer dal pavimento. "Davvero."
Luca non rispose subito. Si alzò dal divano con le gambe ancora leggermente tremanti, sentendo il calore della sborra di Nicola che colava lentamente lungo l'interno coscia. Raccolse i suoi vestiti sparsi sul tappeto.
Nicola lo guardò mentre si sistemava i capelli allo specchio dell'ingresso. Si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla, un gesto che ora sembrava quasi paterno se non fosse stato per quello che era appena successo tra loro.
"Sai che questa cosa deve restare tra noi, vero?" disse Nicola, la sua voce tornata quella dell'uomo posato che Luca incrociava sulle scale.
Luca accennò un sorriso complice, un po’ amaro e un po’ eccitato. "Il segreto è al sicuro con me, non preoccuparti."
Nicola gli aprì la porta con cautela, controllando dallo spioncino che il pianerottolo fosse deserto. Gli fece l'occhiolino, un ultimo lampo di quella lussuria animale che aveva dominato il soggiorno pochi minuti prima. "A presto, allora."
“A presto” rispose Luca. Tornato nel suo appartamento si appoggiò al legno della porta, chiudendo gli occhi, il culo gli bruciava dopo quella scopata e un sorriso malizioso e carico di soddisfazione gli si dipinse sul volto.
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