I pakistani su grindr 3
di
devilshaircut
genere
gay
Ero nel panico e così stupido da non cercare nemmeno informazioni su google e non seppi fare altro che presentarmi coi lacrimoni agli occhi nel garage di Chokri una mattina presto. Lui mi aprì subito e mi accolse in mutande come se si fosse appena svegliato e realizzai solo allora vedendolo inondato di sole che lui in quel garage in mezzo alle bici, con il materasso lercio e il lavandino di cemento, ci viveva. Nelle settimane precedenti, prima di realizzare di avere 4 pidocchi in croce nel pube, avevo comunque continuato a scopare con lui e suo fratello e a bere senza battere ciglio la loro sborra e litri del loro piscio e poi tornavo a casa di corsa mi facevo la doccia ed ero così ingenuo da non capire cosa fosse quel prurito, credevo a un irritazione perchè scopavo troppo, non lo so nemmeno io cosa cazzo pensavo. Insomma Chokri con molta delicatezza si rivestì mentre piangevo ancora e mi accompagnò in una farmacia a comprare una specie di schiuma e poi come fosse normalissimo mi accompagnò a casa, mia madre era al lavoro e senza pensarci lo feci entrare. Nel mio bagno mi fece vedere come radermi quei peletti ridicoli che avevo sul pube e poi mi riempì di baci ovunque. Gli piaceva farmi stendere nudo sul letto con le braccia distese lungo la testa e poi partendo dai piedi mi baciava e passava la lingua su tutto il mio corpo. Se tenevo gli occhi chiusi mi sembrava di stare in paradiso con il cazzo durissimo, intanto lui mi leccava il ventre e poi le ascelle e il collo, infine mi infilava la lingua in bocca e limonavamo come due innamorati, almeno per me era così. Poi lui si accendeva una sigaretta e si faceva leccare il culo, voleva che gli infilassi la lingua nel buco del culo e lo scopassi così come se la punta della lingua fosse un piccolo cazzetto poi dopo un'oretta di questi giochini lo spompinavo e poi aspettavo impaziente di bere il suo piscio e non mi importava se qualche schizzo bagnava le coperte. E lui amorevolmente mi diceva che ero proprio bravo che così in quel modo non rimpiangeva di non avere il bidet in quel garage, ne un water perchè pensavo io a tenergli pulito il culo e a farlo pisciare per bene. Poi mi gelò il sangue. Di punto in bianco disse che forse doveva andare via, non poteva più stare in quel garage perchè non stava lavorando. Nei giorni e nelle settimane seguenti saltavo la scuola e inventavo ogni scusa x rimanere a casa e appena mia madre usciva per andare al lavoro, facevo entrare Chokri, gli permettevo di farsi la doccia e poi facevamo l'amore tutto il giorno e al momento dii lasciarci io piangevo come una femminuccia, lo abbracciavo e lo imploravo di non andare via o comunque di farmi sapere qualcosa di darmi sue notizie. E lui disse che c'era solo un modo per farlo restare nel garage. Aiutarlo a pagare il suo affitto. E io ero così stupido e ingenuo che dissi subito che avrei chiesto i soldi a mia madre, avrei venduto i miei vestiti, il computer, persino il telefono. Avrei dato via il culo per lui. E Chokri disse che non ce n'era bisogno...o meglio ce n'era bisogno. Si trattava di scopare col padrone del garage. Tanto lo conosci già, mi disse. E'Ali, mio fratello. Da quel giorno la mia routine cambiò: dalla mattina fino al pomeriggio stavo con Chokri. Poi mia madre tornava, cenavo e dicevo che dovevo uscire per un'oretta. Mi recavo al garage dove l'irsuto Ali mi aspettava e mi scopava meccanicamente sempre allo stesso modo. Prima si faceva leccare il culo, poi quando era soddisfatto si girava e si faceva spompinare. Quando con uno dei suoi grugniti mi faceva capire che era soddisfatto mi girava e mi inculava fino a sborrarmi nel culo. Poi dovevo ripulire e aspettare che gli venisse lo stimolo e farmi pisciare in faccia e in gola. Senza dire altro Ali si rivestiva e mi lasciava li. Quando uscivo dal garage spesso era già buio e Chokri mi aspettava, mi baciava subito e mi diceva che ero davvero bravissimo e che lo stavo aiutando molto ed io ero tutto fiero, mi sentivo la sua donna che si sacrificava per il nostro amore. Andò avanti così per qualche mese. Ovviamente finii bocciato a scuola. E divenni l'amante fisso di Ali che quando ne aveva voglia mi messaggiava su Grindr e mi convocava al garage ed io continuavo ad andare e spesso Ali non c'era nemmeno, ma mi aspettava qualcun'altro giovane o vecchio, mi lasciavo scopare semplicemente perchè Chokri era sparito ed io cercavo qualcosa di lui, il suo odore su quel materasso lercio mentre mi scopavano o mi pisciavano addosso. Diventai la puttana dei pakistani della palazzina popolare e non scopavo più solo nel garage perchè alcuni di loro, i più anziani che avevano una settantina d'anni mi convocavano direttamente in casa, nei loro appartamenti fatiscenti x stare più comodi ed erano deliziati da come gli lavoravo i loro culi raggrinziti con la lingua e poi mi lasciavo inculare docilmente, alcune volte dalla porta della camera faceva capolino il visetto di un bambino incuriosito da quegli strani rumori. Questo accadeva sempre quando le donne non erano in casa ovviamente, perchè loro mi odiavano e più di una incrociandomi per strada o in cortile aveva fatto strani gesti ed esclamazioni incomprensibili, alcune mi avevano sputato addosso.
Alla fine il giro degli amici clienti di Ali era composto sempre dalle stesse facce, una ventina di residenti della palazzina che pagavano per appartarsi con me nel garage, ormai lo avevo capito ma non mi importava. Alcune volte andavo al garage anche senza essere convocato da Ali, c'era sempre qualcuno che bighellonava in cortile e mi faceva entrare tanto ormai li conoscevo tutti perchè me li ero scopati tutti e loro mi sorridvano e mi lasciavano entrare. Mi spogliavo nudo e mi sdraiavo sul materasso lurido e coperto di macchie scure e poi iniziavo a masturbarmi pensando a Chokri. Un giorno fui sorpreso da Ali che stava accompagnando un altro tizio scuro e barbuto con un vistoso callo scuro sulla fronte e iniziarono a sbraitare qualcosa e mi sputacchiavano in faccia le loro ingiurie ma io non capivo. Poi Ali urlò alcune brevi frasi secche che rimbombarono in quel luogo angusto. Apparvero alcuni uomini che mi avevano scopato molte volte e parvero inorriditi alla mia vista come se non mi conoscessero. Mi sollevarono in malo modo e poi mi presero per i polsi e mi girarono di schiena tutto nudo e inerme. Ali iniziò così a frustarmi con una cinghia. E io saltellavo e strillavo più per la sorpresa che per il dolore vero e proprio. Almeno all'inizio. Mi diede una decina di cinghiate ben assestate attento a non farmi sanguinare ma che lasciarono dei bei segni violacei. Alcune mi colpirono i glutei e le palle. la cosa incredibile era che pur soffrendo e lacrimando avevo il cazzo duro. Poi mi gettarono a terra. Ali e il primo personaggio che lo aveva accompagnato scomparvero come se nulla fosse. Gli atri due tizi appena fummo soli, invece di aiutarmi tirarono fuori il cazzo e mi scoparono senza tanti complimenti fino a sborrarmi nel culo e sulla schiena dolorante per le scudisciate ricevute. Poi come sempre mi pisciarono addosso mentre ero steso esausto sul pavimento. Solo allora mi aiutarono a sollevarmi e a rivestirmi e mentre stavo uscendo tremante più morto che vivo uno di loro mi disse Chokri è tornato in Pakistan. Si sposa. Tu non puoi più tornare qui. Tornai a casa sconvolto e dolorante, quella notizia mi aveva fatto più male delle frustate. Ora si che piangevo sul serio e singhiozzavo. Ne Ali ne Chokri mi scrissero mai più nulla nella chat di Grindr. Passai giorni a letto, ovviamente steso sulla pancia a riguardare le foto del cazzo di Chokri e piangevo e sospiravo. A volte per la strada del paese incrociavo alcuni dei ragazzi che mi avevano scopato e vedevo che si facevano segno, ridevano e si dicevano delle cose. Uno di loro una volta mi aveva infilato un biglietto nei raggi della bicicletta. Dovevo tornare alla palazzina a notte fonda, in un garage sull'altro lato, e mi avrebbe dato informazioni su Chokri. Ovviamente ero sempre così stupido che andai. Mi lasciai toccare nel buio pesto, mi lasciai spogliare e accolsi quelle labbra e la loro lingua nella mia pensando e desiderando ardentemente che fosse il mio Chokri. E interrogavo il buio Chokri sei tu amore mio? e intanto lasciai che chiunque fosse si sputasse sulla mano e me la infilasse fra le chiappe per bagnarmi un po il buchetto prima di scoparmi nervosamente con colpi molto ravvicinati come se fosse impaziente di sborrare a tutti i costi. Quando finalmente il mio amante oscuro e sconosciuto venne lo lasciai sborrare dentro. Lo sentivo ansimare sul mio collo, sentivo il suo alito dolciastro e la sua lingua che non smetteva di cercare la mia costringendomi con una mano a girare la testa nel buio per limonare ansiosamente. Non accennava a staccarsi da me continuava a spingere e poi lo sentii rilassarsi senza che uscisse da me. Con il cazzo ancora dentro mi stava pisciando dritto nel culo. Allora sborrai anche io in maniera violenta contro il muro e non potei fare altro che mormorare il suo nome. Chokri, amore mio...
Alla fine il giro degli amici clienti di Ali era composto sempre dalle stesse facce, una ventina di residenti della palazzina che pagavano per appartarsi con me nel garage, ormai lo avevo capito ma non mi importava. Alcune volte andavo al garage anche senza essere convocato da Ali, c'era sempre qualcuno che bighellonava in cortile e mi faceva entrare tanto ormai li conoscevo tutti perchè me li ero scopati tutti e loro mi sorridvano e mi lasciavano entrare. Mi spogliavo nudo e mi sdraiavo sul materasso lurido e coperto di macchie scure e poi iniziavo a masturbarmi pensando a Chokri. Un giorno fui sorpreso da Ali che stava accompagnando un altro tizio scuro e barbuto con un vistoso callo scuro sulla fronte e iniziarono a sbraitare qualcosa e mi sputacchiavano in faccia le loro ingiurie ma io non capivo. Poi Ali urlò alcune brevi frasi secche che rimbombarono in quel luogo angusto. Apparvero alcuni uomini che mi avevano scopato molte volte e parvero inorriditi alla mia vista come se non mi conoscessero. Mi sollevarono in malo modo e poi mi presero per i polsi e mi girarono di schiena tutto nudo e inerme. Ali iniziò così a frustarmi con una cinghia. E io saltellavo e strillavo più per la sorpresa che per il dolore vero e proprio. Almeno all'inizio. Mi diede una decina di cinghiate ben assestate attento a non farmi sanguinare ma che lasciarono dei bei segni violacei. Alcune mi colpirono i glutei e le palle. la cosa incredibile era che pur soffrendo e lacrimando avevo il cazzo duro. Poi mi gettarono a terra. Ali e il primo personaggio che lo aveva accompagnato scomparvero come se nulla fosse. Gli atri due tizi appena fummo soli, invece di aiutarmi tirarono fuori il cazzo e mi scoparono senza tanti complimenti fino a sborrarmi nel culo e sulla schiena dolorante per le scudisciate ricevute. Poi come sempre mi pisciarono addosso mentre ero steso esausto sul pavimento. Solo allora mi aiutarono a sollevarmi e a rivestirmi e mentre stavo uscendo tremante più morto che vivo uno di loro mi disse Chokri è tornato in Pakistan. Si sposa. Tu non puoi più tornare qui. Tornai a casa sconvolto e dolorante, quella notizia mi aveva fatto più male delle frustate. Ora si che piangevo sul serio e singhiozzavo. Ne Ali ne Chokri mi scrissero mai più nulla nella chat di Grindr. Passai giorni a letto, ovviamente steso sulla pancia a riguardare le foto del cazzo di Chokri e piangevo e sospiravo. A volte per la strada del paese incrociavo alcuni dei ragazzi che mi avevano scopato e vedevo che si facevano segno, ridevano e si dicevano delle cose. Uno di loro una volta mi aveva infilato un biglietto nei raggi della bicicletta. Dovevo tornare alla palazzina a notte fonda, in un garage sull'altro lato, e mi avrebbe dato informazioni su Chokri. Ovviamente ero sempre così stupido che andai. Mi lasciai toccare nel buio pesto, mi lasciai spogliare e accolsi quelle labbra e la loro lingua nella mia pensando e desiderando ardentemente che fosse il mio Chokri. E interrogavo il buio Chokri sei tu amore mio? e intanto lasciai che chiunque fosse si sputasse sulla mano e me la infilasse fra le chiappe per bagnarmi un po il buchetto prima di scoparmi nervosamente con colpi molto ravvicinati come se fosse impaziente di sborrare a tutti i costi. Quando finalmente il mio amante oscuro e sconosciuto venne lo lasciai sborrare dentro. Lo sentivo ansimare sul mio collo, sentivo il suo alito dolciastro e la sua lingua che non smetteva di cercare la mia costringendomi con una mano a girare la testa nel buio per limonare ansiosamente. Non accennava a staccarsi da me continuava a spingere e poi lo sentii rilassarsi senza che uscisse da me. Con il cazzo ancora dentro mi stava pisciando dritto nel culo. Allora sborrai anche io in maniera violenta contro il muro e non potei fare altro che mormorare il suo nome. Chokri, amore mio...
2
voti
voti
valutazione
10
10
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
I pakistani su grindr 2
Commenti dei lettori al racconto erotico