Prime esperienze di sesso anale ( parte 1)

di
genere
gay

Nell'estate dei miei 20 anni avevo creato diversi profili su varie piattaforme di incontri gay, dal circolo delle seghe a Me2, fino a gay.it e forse la prima versione di gay romeo, insomma passavo le nottate a chattare cercando di combinare con chiunque fosse disposto a farmi il culo per la prima volta, e a parole lo erano in molti ovviamente ma poi c'era sempre qualche inghippo. Chi non poteva ospitare per via della moglie, i figli, la suocera e il cane, chi mi proponeva scomode soluzioni di car sex che avevo deciso di rifiutare a prescindere. Avevo incontrato in quel modo qualche mio coetaneo sempre in mezza campagna di notte, con un buio pesto e dopo qualche chiacchera impacciata di solito iniziavamo a limonare come adolescenti ed io all'idea di fare la parte della fidanzatina che avrebbe dato via il culo mi eccitavo tantissimo, anzi la cosa mi faceva letteralmente impazzire tanto che mi rendevo conto che a un certo punto era così forte l'eccitazione in me che avrei fatto qualsiasi cosa, mi sembrava di perdere ogni freno inibitore. Ma per un motivo o per l'altro non si arrivava mai al dunque. Una volta ero con un ragazzo di Campagnola che mi piaceva moltissimo, in chat gli avevo fatto un milione di domande per verificare che non frequentasse la mia stessa Università e poi su come sarebbe stato prenderlo nel culo, se aveva già avuto esperienze e lui pazientissimo aveva risposto a ogni cosa rassicurandomi e mi aveva dato l'impressione di uno che ci sapesse fare sul serio. Quando ci trovammo nel momento clou lui si era fatto silenziosissimo, a ogni minimo rumore della campagna notturna si agitava e scattava a controllare tutti gli specchietti, quando i fari di qualche auto sporadica ci illuminavano brevemente si bloccava come un coniglietto colto di sorpresa sulla carreggiata. Chiesi come voleva che mi mettessi per scoparmi meglio e lui spazientito mi diceva sei matto? parla piano, fai così, mettiti cosà, gira la gamba di la insomma un disastro. A un certo punto stava x infilarmelo finalmente nel culo, sentivo che strusciava la cappella sul mio buchetto e ansimava e mi leccava il collo e i lobi delle orecchie ma niente non si decideva al grande passo e diceva ma cazzo, ma come mai, non capisco e questo e quello. Alla fine scesi dall'auto spazientito, aprii la portiera e lo spompinai mentre stava seduto al posto di guida. Venne nervosamente dopo pochi minuti e ingoiai tutto senza nemmeno riflettere ma ricordo che pensai beh almeno finalmente so che sapore ha la sborra di uno sconosciuto. Insomma dopo quella volta li, no car sex.
Alla fine avevo selezionato alcuni profili su quei siti. Erano utenti con i quali chattavo più a lungo e si era creata una bella intimità.
Al primo di costoro avevo dato anche il mio cellulare e lui spesso mi messaggiava la sera, mi dava la buonanotte oppure mi chiedeva come stavo e mi chiamava amore oppure tesoro e mi rendeva felicissimo, ricordo che aspettavo i suoi messaggi col cuore in gola, Mi scriveva le stesse identiche cazzate poetiche a volte un più spinte e pornografiche che io rifilavo alle fighette dell'Università quando volevo intortarle. Sentirmi corteggiato come una ragazza mi mandava semplicemente in estasi. Lui era un architetto sui trent'anni di Bologna, nickname tordello, e aveva organizzato tutto x ospitarmi a casa sua preferibilmente al mattino presto. Mi avrebbe aspettato nudo a cazzo duro sul suo letto giapponese e mi avrebbe fatto suo. Ero elettrizzato ed eccitato a tal punto che un bel mattino presi un treno x Bologna e poi un taxi x fiondarmi da lui. Mi accolse in kimono, ci eravamo scambiati le foto quindi sapevo già che era un bell'uomo moro, col pizzetto e due splendidi occhi verdi. Mi avrebbe scopato per tutta la mattinata, ma ancora non sapevo che lo avrebbe fatto con i suoi modi particolari e soprattutto coi suoi tempi. Quando entrai mi disse che si stava facendo uno spaghetto e mi chiese se ne avessi voglia anche io. In maniera assai sbrigativa risposi che io veramente volevo solo fare sesso. Ma certamente disse, ma come no aspetta che lavo i piatti e arrivo, te intanto spogliati pure, mettiti comodo. Praticamente lo aspettai nudo su una specie di futon, un letto giapponese assai strano, molto basso. Attesi con impazienza che finisse di rassettare la cucina, avevo vent'anni e il cazzo mi restava duro finchè volevo ma inziavo a spazientirmi. Quando arrivò, si tolse platealmente il kimono e rimase nudo, con un bel corpo muscoloso e glabro e il suo bellissimo cazzo svettante e duro. Pensai finalmente cazzo, non ne potevo davvero più. Inutile dire che mi fiondai sul suo cazzo per succhiarglielo come un assetato ma lui mi distolse dai miei propositi e disse ehi ehi aspetta aspetta. Avrei aspettato un bel po perchè iniziò a baciarmi, mi infilò la lingua in bocca e ci dava dentro come un liceale e poi si interrompeva e mi leccava le labbra, il viso, la gola e il petto e alternava lunghi baci sul mio corpo a leccate furiose. Poi tornava di nuovo a limonare mentre i nostri corpi erano intrecciati e mi diceva sei bellissimo cazzo, non avrai mica fretta vero? hai fretta? no che non hai fretta e ricominciava a baciarmi ovunque, ma soprattutto limonammo come due fidanzatini a letto la domenica mattina mentre fuori piove. Limonammo così tanto che mi facevano male le labbra e lui diceva che labbra stupende che hai. Me le mordicchiava e poi le leccava e voleva che facessi altrettanto e a un certo punto disse ti vedo assente cosa succede? ed io sussurrai come una timida verginella che volevo il cazzo, ecco, l'avevo detto. Cosa? Voglio il cazzo! Ahhh ok ok ok ma certo amore mio, ma sicuro tesoro ma te lo do subito, lo vuoi subito? ma certamente! Si mise a leccarmi il culo e a gemere lungamente mentre con una mano cercava di smanettarmi il cazzo e poi provò a montarmi. All'Inizio vidi letteralmente le stelle dal dolore e lui diceva solo resisti resisti dio come sei stretto resisti. Poi a un certo punto non capii più nulla, non riuscivo a distinguere il dolore dal piacere, mi sentivo tramortito e non mi accorsi nemmeno quando lui emise un rauco gemito finale e mi sborrò dentro. Tornò a riempirmi di baci ovunque, sulle chiappe, sulla schiena e poi di nuovo ci scambiammo baci salivosi mulinando la lingua. Ero letteralmente distrutto. Mi sembrava di aver fatto un incontro di lotta greco-romana. Lui mi diceva cazzo è stato bellissimo, sei bellissimo, mi piaci tantissimo, e intanto mi trascinava sotto la doccia e di nuovo eravamo abbracciati a baciarci sotto l'acqua scrosciante. Quando me ne andai promettendo che ci saremmo sicuramente rivisti ora che sapevo dove abitava e ci saremmo fidanzati e poi avremmo scopato per interi pomeriggi estivi ed io sarei stato suo nei secoli dei secoli etc etc, quando me ne andai insomma non avrei saputo dire se quella prima specie di esperienza mi aveva soddisfatto oppure no. Se ripensavo al suo cazzo e a quando glielo succhiavo mi diventava duro all'istante persino sull'autobus che mi riportava alla stazione di Bologna. Se dovevo dire cosa pensavo del fatto di averlo finalmente preso nel culo, beh non avrei saputo esprimere un parere definitivo. Il culo mi faceva un po male, ma nulla di insopportabile. non era per niente vero quello che si vociferava nelle camerate in colonia d'estate, o nei conciliaboli segreti fra amici del cuore, o nelle severe lezioni che mi impartiva mio cugino maggiore mentre lo spompinavo segretamente invece di fare i compiti nei pomeriggi estivi, ovvero che i froci si vedevano subito perchè non riuscivano a camminare perchè se sei frocio hai il culo sfondo che ti fa un male cane, beh almeno quello avevo appurato finalmente in prima persona che non era per niente vero. Alla fine della fiera non ero per niente soddisfatto e quindi mi lasciai convincere ad incontrare Alessandro.
Mi piacque subito perchè andò dritto al sodo senza tanti fronzoli.
Mi disse se vieni alla stazione di Modena ti vengo a prendere e andiamo in un camping di Marzaglia che ho una roulotte e ti faccio il culo con calma.
Avevo così voglia che accettai senza fiatare e senza scambiare nemmeno una foto satellitare. Alessandro si rivelò essere un uomo di mezza età pelato e scuro di carnagione, con un po di pancetta. Ci stringemmo la mano e saltammo subito sulla sua auto. Tutto quello che disse mi entrava da un orecchio e usciva dall'altro perchè pensavo solo a scopare e speravo solo che avesse un bel cazzo mentre lui diceva massì non è che sono finocchio e neanche te dai si vede, non siamo finocchi solo che ci piace rilassarci ogni tanto fra maschi giusto? è una cosa così è uno sfogo che le donne non possono capire vero? te che ne pensi, ed io dicevo ma si certamente non possono capire. Quando arrivammo al camping ed entrammo nella roulotte sembrava di essere in un forno, era di primo pomeriggio col sole a picco. Ricordo che non feci nemmeno in tempo a entrare che ero già nudo e completamente sudato. Mi appostai sul divanetto di fondo porgendogli il culo smanioso di venire subito al dunque. Alessandro si stava spogliando lentissimamente e diceva ehhh non avevo calcolato, uau che caldo, te nn hai caldo? santocielo aspetta un attimo, aspetta un attimo. Mi voltai e dissi ce la fai? te la senti di scoparmi? E lui assolutamente si ovviamente, hai un culo bellissimo, che bel culo, assolutamente. La mezz'ora seguente passò così. Lui che si complimentava del mio culo, mi rassicurava che mi avrebbe scopato subito e intanto si smanettava il cazzo che non gli veniva duro nella maniera più assoluta. Io ogni tanto cercavo di aiutarlo, mi inginocchiavo e gli leccavo le palle o gli prendevo in bocca il cazzo ma era uno straccetto, usciva solo un rivolo di precum che leccavo subito avidamente e lui diceva uau che porcello che sei, che culo che hai, che porcello....Se vuoi ti lecco il culo, ad alcuni piace. Cosa? leccare il culo? ma no ma no, non siamo mica froci vero? no no tranquillo adesso mi si rizza vedrai, è stranissimo. E intanto il calore dentro quella roulotte sembrava melassa, eravamo viscidi e passati di sudore e Alessandro perdeva enormi goccioloni dalla fronte che gli cadevano sula cappella e sulla pancetta mentre continuava indefesso a smanettarsi il cazzo ma senza grandi risultati. Allora a un certo punto lo feci sedere accanto a me sul divanetto, era quasi sdraiato e gli dissi di rilassarsi un attimo, di smetterla di martoriarsi l'uccello. Non so come mi venne in mente di iniziare a carezzarlo ovunque e in relatà era come spargere un liquido su una superficie calda e liscia e non so più cosa gli dissi ma a un certo punto il suo cazzetto divenne abbastanza duro. Allora mentre lui mi ringraziava iniziai a succhiarlo, succhiare il cazzo mi piaceva sempre, a volte pensavo che se avessi potuto non avrei fatto altro nella vita.
Quando lui iniziò a dire eh vengo vengo così vengo, lo feci alzare in piedi rapidamente per rifare la mossa dei cessi dell'Univeristà. Gli tenevo una mano sui coglioni mentre lo lasciavo sborrare sul mio cazzo duro e svettante che mi masturbavo mischiando il mio sudore e la sua sborra. Lui disse solo uauuuuu che bello! e poi restò li impalato a guardarmi mentre mi masturbavo usando la sua copiosa sborrata come un lubrificante fino a che non venni anche io spruzzando sperma sul mio petto, sul mio viso e su quel vetusto divanetto passato fradicio di sudore. Insomma non ero riuscito a farmi scopare per l'ennesima volta. Ci rivestimmo in fretta senza puliric minimamente, sai non c'è acqua qui perchè devo ancora fare e su e giu e tutta una marea di cazzate che non stavo più ad ascoltare. Io pensavo a chi avrei dovuto convincere per farmi scopare a dovere fra tutti quei tizi con cui chattavo come un forsennato mentre Alessandro stava dicendo no ma sai è stato sicuramente il caldo, questo caldo non l'avevo previsto, sai cosa dovremmo fare la prossima volta per essere sicuri che mi venga duro? sai cosa? scopare sotto la doccia, vedrai, vieni a casa mia e lo facciamo sotto la doccia, allora vedrai come mi viene duro, perchè io con la mia fidanzata scopo sempre sotto la doccia.
E ridevo fra me e me, mi tornava alla mente l'architetto di Bologna che anche lui non finiva mai di parlare ed era patito di docce e intanto dicevo ma si Alessandro certamente, vedrai che la prossima volta mi scopi come si deve, assolutamente.
Mai più visti ne sentiti ne lui ne l'architetto.
Io stavo stavo già pensando chi cazzo poteva scoparmi per bene, e senza tante menate fra quei nottambuli sfigati con cui chattavo tutte le sere. Volevo uno di poche parole, qualcuno che passasse subito al sodo. Stavo imparando che contrariamente a quanto poteva succedermi con le fighette dell'Università che si sbrodolavano con i preliminari e mi facevano impazzire, con gli uomini invece li detestavo, non mi piacevano baci e smancerie all'atto pratico. Volevo fare sesso subito e senza tante menate. Esattamente come mi accadde qualche tempo dopo in una gelida sera d'inverno, con un tizio di Fossoli, che fin da subito si era mostrato diretto senza perder tempo. Chattavamo da pochi minuti quando mi diede il suo indirizzo e disse sei un po troppo giovane però stasera sono qui da solo a cazzo duro e ho voglia di scopare, se ti va raggiungimi, ti aspetto. Uscii di casa all'istante, veloce come un razzo, avevo voglia di scopare e volevo sentire di nuovo un cazzo duro nel culo, questa era la pura e semplice verità.

fine parte 1
scritto il
2025-05-27
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