Aperta da mio suocero.

di
genere
corna


Mi chiamo Wanda, ho 26 anni, sono alta m. 1.70, bionda, occhi chiari, un seno bello prosperoso, una 4° piena, un bel corpo liscio e un bel culo a mandolino, che fa da cornice ad un bel paio di cosce lunghe e snelle, che rendono la mia figura attraente e sensuale. Da due anni sono sposata con Marcello, un bravo ragazzo, un po' timido, con gli occhi scuri, capelli neri, un corpo normale e anche, tra le gambe, una dotazione abbastanza normale, che comunque, fino ad oggi, mi ha sempre soddisfatto. Siamo stati fidanzati due anni e, prima di lui, ammetto di essermi divertita abbastanza. Non è che fossi una puttanella che la dava a tutti, ma c'erano un paio di maschi maturi, che si erano divertiti ad iniziarmi ai piaceri del sesso. Angelo, il primo, mi aveva sverginato ed insegnato a fare dei pompini superbi. Per due anni, dall'età di 18 fino ad oltre i 20, ero stata la sua amante, e due o tre volte a settimana mi scopava sempre intensamente. Di questo suo passatempo se ne era accorto Carlo, il suo miglior amico e così, per non creare casini, ero finita a letto anche con lui. Questa storia è durata per un altro bel po' di tempo, poi mio padre si è trasferito in quest'altra città ed io ho conosciuto Marcello, che lavora come infermiere al policlinico; mi è subito piaciuto, così ci siamo messi assieme e, come ho già detto, due anni fa ci siamo sposati. Prima lui viveva insieme a mia suocera, una bella donna allegra e simpatica, che si era separata da Bruno, suo marito, un vigile del fuoco che viveva in un'altra città. L'improvvisa morte di mia suocera ha cambiato le carte in tavola. Bruno, il padre di Marcello, era stato trasferito di nuovo nella nostra città e così, essendo lui proprietario di un appartamento molto grande, con due camere matrimoniali ed una cameretta, due bagni, un ampio terrazzo ed una cucina anch'essa molto spaziosa, tra l'altro posto a poco a distanza, sia dal lavoro di Marcello che da quello di Bruno, ha indotto noi due ad accettare di vivere insieme a mio suocero. Bruno è un bell'uomo. Ammetto che la prima volta che l'ho visto, ho sentito un lungo brivido lungo la schiena, perché, per certi suoi modi di fare, mi ricordavo Angelo, il maschio che mi aveva iniziato ai piaceri del sesso e, poiché sono particolarmente attratta dagli uomini maturi, è chiaro che non sono rimasta insensibile al suo fascino. Alto, con i capelli brizzolati, gli occhi scuri ed un bel fisico massiccio ed asciutto, con delle mani molto grandi, mi ha subito intrigato. Non avendo trovato nessun impiego e avendo, sia il marito che il suocero, orari soggetti a turni, ho deciso di tenere in ordine la casa e di preparare da mangiare per entrambi, in base alle varie esigenze di lavoro. Per svolgere i lavori domestici, in genere mi piace indossare roba comoda: una gonna corta o dei pantacollant aderenti, che comunque mettono in bella mostra il mio culetto; sotto indosso sempre il perizoma, perché qualunque altro tipo di indumento intimo, mi dà fastidio. Fin da subito mi sono accorta che Bruno non perdeva occasione di indugiare con lo sguardo su di me, specie sul mio culetto; ogni qualvolta mi piegavo poteva intravedere anche il filo del perizoma, specie se indossavo una maglietta corta che, a malapena, mi copriva i seni. All'inizio la cosa mi ha dato parecchio fastidio, ma la puttanella che era in me ha subito cominciato a farsi sentire. Ero intrigata nel sapere che suscitavo l'interesse di questo maschio, che, quando passa per strada, le donne se lo mangiano con gli occhi. A volte capita che sono entrambi a casa e così, quando ciò avviene, io mi alzo prima di tutti, preparo la colazione e poi, per prima cosa, porto il caffè a mio marito a letto e poi, educatamente, entro nella stanza di mio suocero e ne offro una tazzina anche a lui. Ad entrambi piace molto svegliarsi con un caffè e, onestamente, ho piacere a fare questa cosa, perché la considero un piccolo segno di gratitudine per il fatto che, comunque, non mi fanno mancare nulla. Qualche volta capita anche che, quando porto il caffè a mio marito e mio suocero è fuori per lavoro, lui, dopo aver bevuto il caffè, mi trascina sul letto e mi scopa. Mi piace sentirlo eccitato al mattino, perché, quando ciò avviene, lui è fresco e riposato e la scopata diventa più lunga e godibile. È bravo nel farmi eccitare sia con le mani che con la bocca e poi me lo spinge bene dentro, gode molto, perché non avendo ancora mai partorito, la mia fighetta è abbastanza stretta ed il suo membro me la riempie tutta. Anche i miei precedenti amanti, sia Angelo che Carlo, non avevano dei membri molto grossi, ma, soprattutto, sapevano usarli. Certe volte mi mancano le loro scopate ed è per questo che mi intriga molto sentire addosso gli occhi di quel porco di mio suocero. Un giorno Marcello mi ha informato che avrebbe dovuto assentarsi un'intera settimana, per partecipare ad un corso di specializzazione che si sarebbe tenuto in un'altra città e ammetto che, un po' mi è dispiaciuto, anche se capivo bene quanto questa cosa lo interessava, senza contare che rappresentava qualcosa di notevole importanza per il suo lavoro; così non ho posto alcun problema. Mentre mi informava di questa cosa, eravamo a tavola e c'era anche Bruno, che, senza che Marcello se ne rendesse conto, mi ha dato un'occhiata ed ha fatto un mezzo sorrisetto malizioso. Da quel momento, fino alla partenza di mio marito, ho sentito sempre di più in maniera insistente, gli sguardi di mio suocero su di me e, soprattutto, sul mio culetto, che ammetto, mi divertivo a mettergli bene in faccia, piegandomi molto spesso in avanti, soprattutto, se indossavo una minigonna; mi sono resa conto che la cosa lo eccitava molto e, per la prima volta, ho potuto notare una cosa mai vista prima; lui era sempre riuscito a ben mascherare il risultato di questa mia provocazione e cioè fargli gonfiare il cazzo in una maniera incredibile. Come ho già detto non ero mai riuscita a rendermene conto, perché, in qualche modo, era bravo a far finta di niente, ma, in questi ultimi tempi, ho potuto constatare che doveva esser munito di qualcosa di veramente notevole, perché il suo pacco era di fatto molto grosso. Un lunedì mattina ho portato il caffè a mio marito, dopo di che lui ha preso la valigia e se n'è andato. Circa un'ora dopo, ha portato il caffè a mio suocero in camera sua, come avevo fatto tante altre volte e, trovata la porta accostata, sono entrata silenziosamente; lì per lì mi era sembrato che stesse dormendo. Faceva abbastanza caldo e lui indossava solo una t-shirt ed un paio di slip molto aderenti; ho notato che aveva il cazzo in erezione, perché la forma era ben delineata sotto la stoffa. Son rimasta un attimo a guardarlo e mi son resa conto che era veramente notevole la dimensione di quello che appariva essere un potente cazzone. La cappella era fuoriuscita dall'elastico degli slip e mi ha stupito il fatto che fosse simile ad un albicocca matura; sono rimasta proprio stupita da questa forma un po' particolare. Dopo averlo fissato un po', restando quanto mai sbalordita, l’ho svegliato e lui mi ha guardato; mi son sentita un po' a disagio e, mentre gli porgevo il caffè, non mi riusciva di distogliere lo sguardo da tutto quel ben di dio che si trovava lì in bella mostra. Lui ha fatto un mezzo sorriso e non ha fatto niente per coprirsi, anzi, ho quasi avuto la sensazione che avesse spinto il bacino un po' più in alto, per metterlo meglio in evidenza. Ho preso la tazzina e son uscita dalla camera; dopo averla lasciata in cucina, son corsa in camera mia, ho messo una mano dentro il perizoma e l'ho trovato fradicio, perché la mia micetta grondava in continuazione. Mai visto un membro così grosso, soprattutto così bello. Mi son data una scossa ed ho preso a sbrigare le faccende domestiche, ma non riuscivo a concentrarmi, perché continuavo ad aver per la testa quell'enorme membro così bello; ero ancora eccitata al punto da sentire il piacere colare lungo le mie cosce. Abbiamo pranzato insieme e, in realtà, non ho mangiato quasi niente, perché non riuscivo a non pensare a quel grosso membro; Bruno mi ha detto che sarebbe andato a riposare, perché aveva il turno di notte e mi ha pregato di svegliarlo nel primo pomeriggio, possibilmente con un altro caffè. Sono rimasta quasi un'ora sdraiata sul letto ad accarezzarmi la fighetta, che non riusciva a smettere di grondare. Poi ho preparato un altro caffè e, quando sono entrata in camera sua, lui era con le sole mutande addosso, sdraiato sul letto; il suo cazzo era perfettamente teso e duro e, questa volta, non solo la cappella era fuori dall'elastico degli slip, ma anche buona parte del tronco. Mi son resa conto che era davvero enorme. Molto lungo, ma anche molto grosso con quella cappella dalla forma così insolita; quella vista mi ha fatto bagnare ancor di più. Sono rimasta immobile a guardarlo e mi sono resa conto che lui non stava affatto dormendo; dentro di me ho avuto un brivido di paura, perché ho desiderato quel membro con tutta me stessa, ma, nello stesso tempo, ero trattenuta chiedendomi come avrei potuto reggere l'impatto di un simile palo di carne così grosso, dentro la mia fighetta. Come l'ho toccato, si è svegliato e, mentre gli porgevo il caffè, tremavo dal piacere e dalla paura nello stesso tempo. Lui mi ha sorriso, ha bevuto il caffè e poi, appoggiata la tazzina sul comodino, mi ha chiesto di sedermi accanto a lui.
«Siediti un momento!»
Un po' titubante, mi son seduta e lui, dopo avermi sorriso, ha appoggiato una mano sulla mia coscia, restando immobile, in attesa di una mia reazione. Io, nel sentire la sua mano forte, accarezzare l'interno della mia coscia, ho semplicemente allargato le gambe ed ho visto un sorriso compiaciuto sul suo viso, mentre la sua mano ha preso a risalire, fino ad arrivare al mio perizoma e trovarlo fradicio.
«Sei proprio un lago. Vieni qui, distenditi sul letto!»
Senza proferir parola, mi sono sdraiata sul letto e lui ha spinto in alto la mia minigonna; mi ha sfilato il perizoma e, quando l'ha avuto tra le mani, l'ha portato vicino al naso ed alla bocca, aspirandone l'odore.
«Umhmm… che buon profumo di troietta in calore! Adesso te li spengo io i bollenti spiriti!»
Ha iniziato a masturbarmi lentamente e devo dire che era veramente esperto. Lasciava scorrere le dita lungo lo spacco e poi, con il pollice, si divertiva a ruotarlo sul mio bottoncino e, mentre me lo stimolava, spingeva sempre più in profondità le sue dita dentro di me; sin da subito ho iniziato a godere. Ho cominciato a mugolare di piacere come una cagnolina ed ho visto con quanta soddisfazione lui ha accolto i miei uggiolii. Poi si è sdraiato tra le mie cosce, la sua lingua è andata a fermarsi tra le pieghe della mia ostrica e, rapidamente, mi ha fatto godere.
«Umhmm… così, non ti fermare! Bruno, mi fai godere! …umhmm… sì, ancora! Vengo!»
Ho avuto un orgasmo molto intenso che mi ha fatto tremare tutta e lui si è tolto gli slip; poi si è sdraiato supino e, dopo avermi appoggiato una mano sul capo, mi ha fatto capire che adesso voleva assaggiare la mia bocca. Ho impugnato quel grosso scettro di carne, l'ho trovato duro come il ferro e, nello stesso tempo, morbido e caldo. Ero affascinata ed eccitata dal fatto che era il cazzo di mio suocero quello che stavo per prendere tutto in bocca.
«Dai, puttanella, fammi sentire quanto sei brava a far pompini!»
Sentirmi dare della puttanella, mi ha eccitato ancor di più, perché anche Angelo, il mio mentore che mi aveva iniziato al piacere dei pompini, amava chiamarmi allo stesso modo. Ho appoggiato la bocca su quella splendida cappella ed ho preso a leccarla; poi ho cominciato a bagnar tutta l'asta con la saliva, cercando di lubrificarla il più possibile e, quando lui mi ha appoggiato una mano sul capo, spingendomi giù ad ingoiarlo, ho cercato di infilarne in bocca il più possibile. Riuscivo a tenerne a malapena un quarto ed ho preso a ciucciarlo cercando di farlo venire, ma non ci sono riuscita. Lui ha sorriso contento.
«Non crederai, puttanella, di riuscire a farmi sborrare così? Una fighetta come la tua, me la voglio godere tutta!»
Mi ha spinto di lato a farmi sdraiare a cosce aperte, poi ha preso un cuscino, me lo ha messo sotto il culetto di modo che il mio corpo fosse un po' più alto e, dopo, si è sistemato tra le mie cosce ed ha appoggiato quel membro grosso e duro sullo spacco della mia fighetta. Ha iniziato a scivolare dentro di me, con calma, spingendolo delicatamente, senza fretta; mi sentivo aprire quasi mi stessero sverginando per la prima volta!
«Ahi…piano, mi spacchi! Non ti fermare...umhmm… non ti fermare che mi piace: mi sento aprire in due, ma…»
Lui ha continuato a muoversi molto lentamente spingendolo un po' dentro per poi tirarlo fuori e poi affondarlo ancora di più.
«Rilassati, stai calma! Fin quando la tua fighetta non si è abituata alla mia consistenza mi muoverò lentamente; tanto, quando lo avrai accolto tutto dentro, inizierai a godere così tanto che sarai tu stessa a dirmi di spaccarti tutta!»
Ho tremato di dolore e paura nel sentire le sue parole, mentre già mi sentivo aperta e piena! Con molta pazienza è scivolato tutto dentro di me e, quando la punta ha sbattuto sulla cervice, ho abbassato gli occhi ed ho visto che ne mancava ancora un buon pezzetto.
«Rilassati che sei già ben aperta. Vedrai che la tua vagina si dilaterà ancora per accoglierlo tutto!»
Ha continuato a pomparmi con una lentezza quasi esasperante e, d'un tratto, ho sentito che il suo corpo sbatteva contro il mio: ho avuto un orgasmo all'istante!
«Oh, sì, Bruno, così! Così! Così, vengo! Bruno, vengo! Mi stai riempiendo tutta! Sono piena! Vengo ancora!»
Ha iniziato a muoversi sempre più velocemente, pompando quel grosso membro tutto dentro di me. Lo tirava fuori per quasi tutta la sua lunghezza e poi lo spingeva di nuovo dentro, con un movimento secco e repentino e, ad ogni affondo la punta sbatteva sulla cervice, procurandomi un misto fra dolore e piacere, che ha iniziato a farmi venire ininterrottamente. Come aveva previsto lui, ho iniziato ad urlare che lo volevo tutto dentro e sempre più forte.
«Sì, Bruno, così! Sfondami tutta! Cazzo come ti sento! Sei fantastico! Bruno sto godendo!»
Ora il suo ritmo era diventato continuo e costante ed io stavo veramente delirando, mentre lui sorrideva contento.
«Lo senti, troia, come ti sfonda? Te l'avevo detto che una puttanella come te avrebbe goduto da pazzi! Sei davvero una gran puttanella! Ho capito subito, dal primo istante che ti ho vista, che eri una troietta e la tua fighetta stretta mi sorprende davvero tanto, perché ero convinto fossi più sfondata. Quindi i motivi sono due: o tu hai preso pochi cazzi o ne hai presi tanti ma piccoli. In ogni caso ci penserò io a farti godere tanto e ti darò tanto cazzo e tanta sborra in questa settimana, da fartela uscire dalle orecchie!»
Era incredibile la sua resistenza. Mi avrà scopato per 25-30 minuti, senza smettere mai ed abbiamo cambiato posizione tre volte; quando mi son trovata sopra di lui, sembrava che quel membro mi sfondasse il ventre perché lo sentivo in gola. Mentre ero sdraiata su di lui, le sue mani sono andate ad afferrare le mie natiche e lui, con un dito, è andato a stuzzicare Il mio bocciolo dietro; ho avuto un sussulto e l'ho bloccato.
«Ehi, dico, non facciamo scherzi. Quel buchetto non l'ho mai dato a nessuno!»
Si è messo a ridere, mi ha fatto sdraiare di lato, girata a pancia in giù.
«Adesso rilassati e lasciami fare! Vedrai che quando avrò finito, ti piacerà tantissimo!»
Ha allungato una mano e, dal cassetto del comodino, ha preso un tubetto di gel; si è inginocchiato dietro di me e, tenendomi il culo alzato e le chiappe aperte, ha incollato la sua bocca sul mio bocciolo; ha cominciato a lavorarmelo, leccandolo e infilando la lingua sempre più dentro. Era una sensazione bellissima, mai provata e, lentamente mi son rilassata; ho sentito che anche il mio culetto si stava ammorbidendo. Poi ha preso una certa quantità del contenuto del tubetto ed ha cominciato a spingerlo con un dito dentro il mio culetto; ho sentito che il dito scivolava molto bene, senza darmi alcun fastidio. Ha continuato a muovere il dito e, ben presto, ne ha aggiunto un secondo. Con due dita nel culo ed il pollice infilato nella fighetta, ho preso a gemere lentamente, poi lui ha lubrificato bene il suo membro ed ha appoggiato la sua splendida cappella contro la mia rosetta, esortandomi a respirare lentamente e rilassarmi il più possibile.
«Con le mani tieni le chiappe aperte e resta morbida, non irrigidirti. Se senti dolore, dimmelo e, in ogni caso, non stringere mai le chiappe.»
Ha cominciato a spingere e quando, di colpo, la punta è entrata, ho emesso un gridolino di dolore.
«ahi! ahi, fa piano! Muoviti piano che…»
Lui, per un istante è rimasto immobile, mi ha detto di respirare lentamente e di rimanere morbida e, quando ha sentito che mi ero rilassata, con due spinte decise, me lo ha infilato tutto nel culo.
«Oh, cazzo, mi sfondi! Me lo hai infilato tutto! Bruno, mi hai rotto il culo!»
Lui è rimasto perfettamente immobile ed ho sentito i miei muscoli che si rilassavano; poi, prima lentamente e poi sempre più velocemente, ha preso a limare il mio buco, mentre io godevo come una troia.
«Cazzo, me lo sfondi, però mi piace. Bruno, mi piace! Oddio, vengo!»
Ha preso veramente a sfondarmi il culo con colpi sempre più forti e, più io urlavo, e più lui me lo sbatteva dentro con più vigore e violenza.
«Dunque ti piace, vero? Sei una puttana! Che ti avevo detto? Ti sfondo il culo e, da oggi in poi, sarà tale da sembrare una voragine! Godi, puttanella, perché da oggi in poi ti darò tanto cazzo anche in questo buco.»
Me lo spingeva tutto dentro con forza e, una volta dentro, faceva ruotare il bacino, dilatando ancor più il mio culo, facendomi urlare di dolore/piacere. Mi ha pompato ancora per un tempo che mi è sembrato lunghissimo, poi, all'improvviso, il suo ritmo è cambiato e, dopo avermi dato velocemente alcuni colpi, è rimasto immobile: ho subito sentito un'ondata di calore riempire il mio intestino.
«Tieni, puttanella; prendi tutta la tua prima sborrata in culo; vedrai che prima della fine della settimana, te ne avrò iniettata dentro così tanta che non potrai più farne a meno!»
Mentre me la schizzava dentro, ha ripreso a pompare avanti e indietro e, ad ogni affondo, sentivo schizzi di sbroda che colavano giù dalle mie cosce, perché me ne stava veramente iniettando una quantità enorme! Quando se ne è uscito, ho sentito come se mi avessero strappato qualcosa da dentro; allora ho portato una mano dietro ed ho sentito che il mio buco del culo era ridotto ad una voragine: era un buco enorme, ci ho infilato tre dita e entravano e uscivano con facilità.
«Oddio, Bruno, mi hai sfondata! Ho la fica spaccata ed il culo rotto!»
Lui si è messo a ridere; ci siamo alzati insieme e siamo andati in bagno; dopo essermi svuotata sulla tazza, lui mi ha trascinato con sé sotto la doccia e, mentre ci stavamo lavando, il suo membro è tornato di nuovo duro, così mi son abbassata ed ho preso a succhiarlo, facendomi scopare la bocca. All'inizio ero riuscita anche a farlo entrare quasi tutto in gola, ma, man mano che cresceva, diventava sempre più difficile, anche se lui me lo spingeva in fondo con forza. Poi ha preso a segarsi velocemente, mi ha fatto tenere la bocca aperta ed infine mi ha schizzato quattro bordate di crema in bocca. Era buonissima, leggermente saporita e questo mi ha fatto eccitare ancor di più. Siamo tornati in camera da letto e ci siamo sdraiati per riposarci.
«Ero certo che fossi una gran puttanella, perché avevi una luce carica di lussuria negli occhi ed ero anche sicuro che mio figlio non sarebbe riuscito ad accontentare una troietta come te. Ho avuto tante puttanelle come te e so riconoscere quelle che hanno voglia di cazzo, appena le vedo! Mi piacerebbe solo sapere chi ti ha insegnato a godere così.»
Stranamente mi son sentita in dovere di raccontargli un po' della mia vita e quando gli ho detto che ero stata la troia di due maturi, lui ha sorriso e poi mi ha dato un bacio.
«Immaginavo che ci fosse stato lo zampino di qualche porco che ti aveva iniziato bene, ma, sta' tranquilla, che con me non resterai delusa!»
Per tutto il resto della settimana, mi ha scopata ripetutamente davanti e dietro, in continuazione, a volte anche fino a tre volte al giorno. Avevo i miei buchi in fiamme e la figa era talmente aperta che sembrava ci fosse passato un treno. Quando è tornato Marcello, aveva molta voglia di scopare e, per non fammi sentire tanto aperta, mi son fatta scopare da dietro, tenendo le cosce strette, ma, anche in questo modo, lui, scherzando, mi ha detto che mi sentiva più che dilatata.
«Mi piace, amore, sentirti così aperta e scivolosa! Mi fai proprio godere!»
Era talmente eccitato e pieno, che è venuto subito e poi ha continuato a chiavarmi in quel modo, mentre io, dentro di me, per un attimo ho anche avuto paura. Per un mese ho continuato a scopare indistintamente, sia con l'uno che con l'altro, poi, una sera, che eravamo tutti e tre a cena e festeggiavamo il compleanno di Bruno, tra un brindisi e l'altro, ci siamo ridotti tutti e tre molto allegri e quasi ubriachi e, senza rendermene conto, abbiamo iniziato a scherzare, con loro due che si divertivano a mettermi le mani sulle cosce e non so come sia successo, ma, d'un tratto, mi son ritrovata a succhiare mio marito, mentre Bruno era inginocchiato tra le mie cosce e me la leccava. La cosa bella era che Marcello lo esortava a farmi godere.
«Dai, papà, falla godere questa mia troietta; lo so che te la scopi da un po' di tempo. Questa sera dobbiamo farla impazzire insieme!»
Nel sentir le sue parole, mi si è gelato il sangue, ma lui mi ha sorriso ed ha preso a scoparmi la bocca, mentre Bruno, dopo un attimo di esitazione, ha tirato fuori il suo randello e, con una spinta decisa, me lo ha infilato tutto dentro. Quella sera mi hanno scopato insieme, anche in doppia, con Bruno davanti e Marcello dietro, fin quando, sfiniti, siamo rimasti tutti e tre sdraiati sul letto. Quando gli ho chiesto come aveva fatto a sapere che Bruno mi aveva scopato, lui si è messo a ridere.
«Tu sai che son tornato di domenica; in realtà, il corso è finito il sabato mattina e così son tornato a casa senza avvisarti per farti una sorpresa; ho preso un taxi e quando son arrivato, entrando, ho sentito che stavate chiavando; vi ho guardato a lungo da dietro la porta. Mi son eccitato così tanto, che mi son fatto due seghe senza neanche accorgermene. Ricordi quando ti ho detto che ti sentivo aperta? Ebbene, sapere che era stato lui a dilatarti per bene, mi ha eccitato ancora di più.»
L'ho abbracciato e baciato in bocca; lui mi ha stretto forte a sé e poi, a braccia aperte, mi coccolava; in quel preciso momento è entrato anche suo padre. Ebbene, da quel momento in poi, son diventata la puttanella di entrambi, che si divertivano a scoparmi in ogni occasione o momento del giorno, con me sempre a disposizione e, spesso e volentieri, nuda in giro per casa; una mattina, quando mi son alzata, ho avvertito delle nausee e, quando l'ho detto a Marcello, lui si è messo a ridere.
«Bene, anzi benissimo! Finalmente sei pregna! Speriamo che sia un bel maschio, con un cazzone come quello di mio padre!»
In effetti, mi son resa conto che, per tutto quel tempo, non avevo fatto uso di nessun tipo di anticoncezionale, consentendo che uno di loro due mi avesse ingravidato e, dentro di me, speravo veramente che fosse come diceva Marcello: maschio e con un bel cazzone!


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2025-11-07
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