Asia

di
genere
incesti

Doc non mi chiama da ben quattro giorni e per la prima volta io non soffro in ansia. Sono in pace. So che è felice di me e Asia.
Sto facendo quello che vuole Lui.

Mi sveglia domenica mattina alle otto. Esco dalla camera per rispondere.j
“Sì?”
“Oggi voglio scoparmi una figa.”
“Vengo, papà.”
“No mandami Asia. Alle due.”
Una pugnalata mi avrebbe fatto meno male.
“E io?”
“Passa Carlo a prenderti. Ti vuole Marcus.”


“Chi era?”
Asia è nuda sotto le coperte.
“Doc.”
“Cosa voleva?”
“Mi ha chiesto se puoi andare da lui oggi.”
“Perché no? Ci facciamo il pomeriggio da lui, Doc è intrigante.”
“No, solo tu.”
Si mette seduta.
“Tu non vieni? Allora non ci vado.”
“Non fare la scema, non cambia nulla fra noi, Doc è...”
“È cosa?”
“… come nostro padre.”
“Sei tu quella scema! Fammelo chiamare.”
Cerca il cellulare.
“Aspetta! Non farmi casini.”
Mi guarda furba. “Vieni, non mi hai ancora baciata.” Col braccio alza la coperta di lato.
M'accorgo all'improvviso d'aver freddo. Mi accoglie sotto la coperta. Il suo corpo nudo è caldo, la pelle liscia, la vita sottile. Una femmina giovane che schiude le labbra quando la stringo. Limoniamo aggrappate ai volti, i capezzoli che si cercano, le dita intrecciate nei capelli.
È distesa lunga su di me, intreccia le caviglie con le mie, le lunghe gambe con le mie, mi preme addosso col suo peso, mi tiene fermo il volto e mi bacia. La schiena incurvata è uscita dalla coperta, gliela carezzo fino al culetto nudo e tiro su la coperta per non farle prendere freddo.
“Quindi mi stai dicendo che noi siamo in tre? Io, te e Doc?”
“Non vuoi?” Chiedo col groppo in gola.
Mi violenta la bocca con un bacio esagerato. “Sarebbe bellissimo!”
Cerco di calmarla. “Hai capito bene? Io sono la sua...”
“Lo so, non dirlo, tu sei pazza... ma mi fai impazzire anche per questo, non solo perché sei una figa da capogiro.”
Non le credo, è lei la strafica delle due, ma sono troppo felice.
“Ora lo chiamo.”
Accosto l'orecchio per sentire, tremo eccitata, incollata con ogni centimetro di pelle al suo corpo nudo. Lo sento respirare, e il suo cuore battere.
“...Hey papi!”
“Ciao monella, cosa stai facendo?”
“L'amore, ahah! Sono a letto con Eveline, mi sta succhiando la fica, ahaha.”
“Fate bene a divertirvi, sorelline.”
“È vero che oggi vuoi scopare me?”
“Non hai di meglio da fare, oggi Eveline non c'è.”
“Mmmm...”
“Non sai che voglia ho di rivedere il tuo culetto.”
“E tu non sai che voglia di cazzo ho io!, Ahaha!”
“Allora te ne trovi due, oggi.”
“Due?!”
“Cos'è? Ti spaventi? Un nostro vecchio amico, vuole rivedere la cagna più figa della città.”
Doc sa come prenderla, Asia è esibizionista nell'anima.
“Lo conosco?”
“Asia, non mercanteggiare con me! Chi trovi trovi...Non ti va?”
“In effetti, dopo quattro giorni a leccare seni e figa, ahaha!”
“Non contare palle a me, Asia!”
“Io non ti racconto mai palle, papi.”
“Ti conosco, cucciola mia, tu sei un maschiaccio con le tette. E conosco tua sorellina, Eveline non se l'è fatta di certo solo leccare.”
“Beh, no...”
Doc l'ha messa in crisi, Asia non ha più voglia di scherzare.
“Ti piace?”
“Eveline? Eveline mi fa impazzire, Doc! La amo.”
“No, dimmi se ti piace farle male.”
“...! No, non so, papi... con lei sento che... Con lei sono diversa, a letto mi viene così.”
“Non farti menate con lei, siete due sorelline perfette.”
“Senti, papi...”
“Dimmi.”
“Io non sono come Eve. Il tatuaggio no, non lo farei mai, nemmeno con te.”
“Lo so.”
“E mi vuoi lo stesso?!”
“Cosa vai a pensare, Asia? Ti prendo come sei.”
“Grazie, papi... ma questo non vuol dire che io non...”
“So anche questo.”
“Sai cosa?!”
“Che oggi ti piacerebbe soffrire un poco per Eveline.... Ho indovinato?”
“Ti adoro, papi!”
“Ma non oggi, forse tra un paio di settimane. Oggi voglio Asia la puttanella....”


Asia ha una crisi isterica come una ragazzina, strizza gli occhi e si preme i pugni alle tempie. “Cazzo Eve! Con te è pazzesco!!!”
Si tuffa sotto, mi scalcia, la sento addentarmi la coscia pericolosamente vicino alla fica. Amo questa scema e mi viene una botta di tristezza. Non può durare.
Rispunta fuori tutta spettinata. “Che hai?”
“Nulla.”
Mi lecca la guancia. “Non può essere perché ho detto che sono stanca di leccartela? Scherzavo... e comunque noi due senza cazzi proprio no! Ahah!”
“Ma no, figurati se m'incazzo con te.”
“E allora cazzo hai???”
“Io non sono giusta per te, lo sai. Non funziono in coppia, ho avuto solo storie assurde.”
“Oh nooo! Adesso ricominci con la storia che eri la succhiacazzi della scuola!”
“Non capisci. Io mando a puttane tutte le relazioni. Non so amare.”
“No, bella mia, hanno mandato a puttane te! Con me è diverso.”
“Vorrei crederlo, Asia. Non sai quanto!”
“Uhh, adesso fa la patetica!!! Lo sai perché con me è diverso?... Io no ho il cazzo! Tu davanti al cazzo non capisci più una minchia!”
“Senti chi parla!”
Mi morde il labbro. “Chi è la troia che non sa nemmeno quanti cazzi ha preso in tangenziale?”
“Non era in tangenziale”.
“Uh, adesso t'ho fatto incazzare! Scherzo!... Figa se sei bella!” Mi bacia. “Posso dirti una cosa?”
“Me la diresti comunque.”
“Okay, lo ammetto, sei una favolosa cagna...” Mi strofina addosso il pube umido. “... e fai davvero porcate che... mamma mia! Ma te la tiri troppo, credi d'essere l'unica, ti senti diversa e vivi di paranoie! E se ti dicessi che forse sono peggio di te?”
“Oh cielo! Non è una gara.”
“Vedi?, credi d'essere solo tu quella porca.”
“Okay, sentiamo!”
“Sai mantenere un segreto? Adesso ti confesso una cosa... Tieniti forte!”
Poggia la testa sul cuscino e guarda il soffitto. “Io ***, detta Asia, troia di Doc, Carlo e tutti quelli che mi sbattono, confesso alla qui presente Eve, detta Eveline, succhiacazzi e cagna da monta di tutto il reame... e pure strafica corruttrice di ragazze ingenue, io lo posso testimoniare!, diplomata leccatrice di fica, con laurea in sesso di gruppo e master in masochismo, confesso che...!” Si agita sul cuscino. “No, che casino! Dov'ero rimasta? Ah sì, aspetta!.... Io Asia, acqua e sborra, confesso alle qui presente Eve, irrecuperabile peccatrice che meriterebbe di finire nel girone dei sodomiti, che da almeno otto anni succhio il cazzo di mio fratello!”
“Cosaaa!”
“Giuro!”
Si nasconde sotto la coperta.
“Vieni fuori!”
Scatta fuori, m'abbranca al collo e mi ribalta. Mi bacia che è uno stupro.
Si quieta. Scolla la bocca e mi respira sul viso. È una favola erotica.
“Non scherzo, Eve. Ha un anno più di me... me lo mette ancora in bocca anche se adesso ha la ragazza.”
“Tu sei pazza.”
“Non gli hai visto il cazzo, ahaha!”
“Non voglio sapere.”
“Allora ti posso dire che ogni tanto ci scopo anche... Allora? Chi è la più perversa delle due?”
“Non dirlo a Doc.”
“... Lui sa sempre tutto.”
“Sa di te e tuo fratello???”
“No... un'altra minchiata, con ... Non voglio dirtelo adesso, non capiresti.”
“Cosa?”
Mi si sfrega contro. Mima una scopata.
“Minchia, Eve! Con te vorrei avere il cazzo.”


Alle undici suona un clackson.
Guardo alla finestra. C'è in strada il furgone nero di Carlo.
“Devo andare.” Dico e la bacio. Non voglio che Asia veda. Ma va anche lei alla finestra.
“Devi andare proprio?”
“Salutami Doc.” ed esco di corsa.

Carlo mi fa salire davanti e mi passa un borsone. “Mettiti questa.”
C'è dentro un completo per il Convento. Mi spoglio e mi cambio sul sedile. È una ridicola divisa da troia, una camicetta bianca che mi strizza le tette, stretta e corta in vita. Niente reggiseno e mutandine, solo il collarino di cuoio. Mi rimetto sopra il piumino e ritiro tutto nella borsa. Carlo ascolta heavy metal a tutto volume.
È tutto così strano. Carlo non mi ha mai portata al Convento.
Mi aspetta Marcus. È uno di quelli tranquilli, mai niente di troppo faticoso con lui, è per questo che Doc mi manda da sola.
Carlo se lo tira fuori. Lo fa sempre, è orgoglioso del suo cazzo over size. Ne ho presi pochi così e nessuno duro come il suo. Anche da moscio è più grosso di tanti cazzi che ho preso in tangenziale. Glielo carezzo e mi chino per ciucciarglelo molle. Ma lo lecco appena e mi spinge via, contro la portiera.
Il furgone si ferma davanti ad un cancello di ferro. D'improvviso mi rendo conto che Carlo non ha preso l'autostrada per portarmi al Convento, ha fatto un giro largo per confondermi. Questa è la casa di Doc!
Aspettiamo che il cancello si apra ed entriamo. Poggio la mano sul pene caldo. Per ringraziarlo, sono felicissima.
Mi fa scendere nel cortiletto.
Doc forse è il meno ricco di quelli del Convento, ma sono certa che questa villetta doppia in periferia non è la sua vera casa. Gli armadi sono sempre vuoti.
Suono al portoncino ed entro.
Sento delle voci.


Si stanno facendo un aperitivo in sala.
C'è anche Marcus.
Non mi guardano. Sono scalza a figa nuda. La camicetta mi strizza tutta arrampicandosi sul culo.
Mi metto tra loro due seduti in poltrona e attendo. Chiacchierano di ville e gente importante. Doc sovrappensiero, mentre ascolta l'amico si sputa in mano un nocciolo d'oliva e me lo spinge nello sfintere.
Marcus ride, “Hai una troia perfetta” e mi spinge olive intere, gamberetti e salatini in fica e culo. “Proviamo questo”, mi strizza dentro anche la scorza di limone.
Sudo dal bruciore.
Doc si alza. “Scusami Marcus, torno subito.”
Marcus mi ordina con lo sguardo. M'inginocchio. Glielo tiro fuori. È un bell'uomo come Doc, ma col fisico da militare. Anche il taglio di capelli.
Ha un bel cazzo che sa di soldi e potere. Succhio col bruciore al culo e le lacrime agli occhi.
Mi carezza i capelli. “Doc è fortunato ad avere una cagna come te.”
A Marcus piace sentire il tono autoritario della propria voce. “Brava troia, ci sai fare coi cazzi... Lo sai?, anche mia figlia ci sa fare. È una puttanella, forse la conosci, si fa chiamare Asia.”
Mi blocco cazzo in bocca.
“Brava, così. Senza fretta, non farmi sborrare subito.”
Asia m'ha detto di non vedere mai suo padre. È un generale, lavora al ministero. “Non sai che piacere farsi succhiare il cazzo dalla leccafica di mia figlia.”


Esco dal bagno, stanno suonando al campanello.
È il ragazzo del delivery. Mi infilo le mutandine di scorta nel cassetto dell'ingresso. Apro, pago con la carta di Doc. Mi lacrimano ancora gli occhi. Il ragazzo avrà vent'anni. Ha un bel viso, gli ridono gli occhi, mi fissa le mutandine. Doc compare alle mie spalle, gli allunga una mancia folle, due cinquanta.
Mi pungola al fianco col dito. Faccio un passo avanti e appoggio la mano sul pacco. Al ragazzo è già duro, mi guarda la mano, non può crederci.
Doc è dietro me, mi tiene le mani poggiate sulle spalle. “Torna alle cinque e te la faccio sbattere. Adesso me la scopo io.”


Scartoccio e servo il pranzo come un automa. Ho paura di guardare Marcus, il papà di Asia. Voglio scomparire.
Doc è paziente, non s'incazza se deve ripetermi due volte le cose.
Marcus domanda all'amico se si chiama sempre nuora anche quella che lecca la figa alla figlia e fa pompini al suocero.
È la madre di tutte le umiliazioni, vorrei essere una merda per essere almeno qualcosa. Ma, come sempre, mi cova dentro l'orgoglio, la meschina soddisfazione: mi desiderano, non hanno nessuna come me.


Suonano.
È arrivata Asia!
“Va' ad aprire e portala al biliardo.” Doc mi indica con gli occhi una borsa.
Apro.
Asia spalanca gli occhi. “Eve?!!!” e mi salta al collo.
“No Asia, vattene, non posso dirti chi c'è. Vattene!”
Asia mi guarda con compassione. “Tu non hai ancora capito un cazzo di me e Doc.”
Mi prende dalle mani la camicetta. “Preparami tu.”
La spoglio nell'ingresso, mi tremano le mani, è troppo bella e giovane, continuo a supplicarla di andarsene. Sono io la cagna, non lei.
Con la camicetta attillatissima in vita, il fantastico culetto nudo, va verso il biliardo, dove li sentiamo giocare.

La seguo.
“Ciao papà.” Dice.
Non la guarda nemmeno.
Ci mettiamo contro la parete.
Doc e Ceasar si sfidano scommettendo. La posta siamo noi due. Lo sappiamo.
Osservo ipnotizzata le biglie che si scontrano e le punte delle stecche che segnano i punti.
Marcus vince la prima partita.
Doc alza la mano verso il graticcio con le luci sopra il tavolo e tira verso il basso uno spesso elastico nero con un lucido gancio anale, d'acciaio e anatomico, con una sfera luccicante sulla punta. Mi chiama con lo sguardo.
Mi avvicino al biliardo e mi piego sul velluto verde. Doc me lo innesta in culo e lascia l'elastico. Una fitta profonda, mi sento tirare verso l'alto. Sono obbligata a stare sulla punta delle dita e tenere il culo più in alto possibile. L'ho provato cento volte con Doc e Carlo per trovare l'elastico della tensione giusta.
Marcus gira attorno al biliardo, mi osserva compiaciuto, mi carezza il culo e mi scopa in fica col manico della stecca. Godo troppo male. Me la rigira dentro e il porco mi chiede se preferisco il manico in culo o le tette di Asia. Io lo vorrei di carne.

Altra partita, vince ancora lui
Asia fa subito un passo avanti. È eccitata peggio di me.
Doc le mette il gancio nel buchetto meraviglioso che bacia la sfera d'acciaio e si richiude sul gancio che le risale dentro. Molla l'elastico e Asia si rizza sulle gambe. La sua figa carnosa mi devasta. Sono in ansia, Ceasar ci mette una vita a ficcarle l''impugnatura della stecca.
Asia gode che mi fa star male sentirla gemere. Lo chiama papà e il papà con lei è più severo che con me, gliela ruota e gliela spinge da farla tremare tutta. E poi non resiste più, se la scopa in fica tenendola sollevata col gancio in culo.
Mi tocco, quasi svengo sulle ginocchia. La invidio, sono felice per lei, la invidio, nessuno mi potrà mai sbattere così. Vorrei essere davvero sua sorella. Che Marcus fosse anche mio padre.

Marcus se ne va subito dopo.
Non ci saluta, squadra solo un'ultima volta quella che lecca la fica di sua figlia. Uno sguardo che mi dice che lo rivedrò spesso.
Ci spostiamo in camera.
Doc non mente mai. Voleva davvero scoparsi una figa.
Ed Asia è nata per fare l'amore.
Sono con loro sul letto, posso appena rubare con baci il godimento di Asia. Non la invidio, la amo.


Suonano.
So chi è.
Asia va di corsa, di fretta come una ragazza che vuole tornare a fare l'amore.
Torna dopo mezzo minuto con un bel ragazzo imbarazzato. Doc gli batte la mano sulla spalla e se ne va.
Doc mette a proprio agio chiunque.
Non avrà vent'anni. Un bel fisico giovane che ci fai pensieri.
Asia glielo tira fuori. Spompino inginocchiata, un bel cazzo. Non è vero che tutti i neri hanno cazzi over size, ma io non faccio testo, sono il buco del culo del megacazzo di Carlo.
Cerco di fargli un bel pompino gratificante, calmo, da puttana esperta.
Ma se oggi non mi prendo un cazzo di carne do fuori.
Voglio un maschio da sfinire.
Spingo via Asia.
scritto il
2025-10-28
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