La biondina - 6 e 7

di
genere
dominazione

È il momento della terapia di coppia.
Angie, che ne scopre sempre una nuova, sta attraversando il periodo dell'autoanalisi e s'è convinta che se non vogliamo cadere in incomprensioni, frizioni o liti dobbiamo aprirci l'un l'altra, non nasconderci nulla e dirci tutto tutto su ogni aspetto della nostra vita di coppia.
Va da sé che raccontarci tuttotutto riguarda solo me e che questa può essere considerata una seduta di coppia straordinaria in quanto s'è presentato un aspetto inaspettato nella nostra relazione: le ho elegantemente pisciato in culo dopo averla stuprata sul pavimento dell'ingresso.
No, non abbiamo sporcato, l'ho portata in bagno sollevandola per le cosce rannicchiate senza levarle il tappo dal culo, ma la seduta di coppia è comunque d'obbligo.
La riunione la facciamo seduti al tavolino, tisana fiori orientali per lei ed anonimo caffè in cialda per me. Stiamo distanti, dobbiamo guardarci negli occhi senza alcun contatto fisico per non distrarci, quello che abbiamo da confessarci è troppo importante.
Angie, dopo i fattaccio, s'è ricomposta e data una sistemata in bagno. È come nuova, bellissima e seriosa, pronta a sfraccicarmi le palle con le sue farneticazioni da rivista femminile. Io ho il cazzo duro ma non perché sono un maniaco seriale, quest'argomento spinoso mi prende davvero.
“Okay Mirko, io per principio non ho nulla in contrario e non voglio negarlo, non posso certo dire che non mi eccitano certi eccessi improvvisi e non dico nemmeno che sono sbagliati.” Beve un sorso soddisfatta di come ha aperto la discussione, si è dimostrata quella aperta dei due. “Ma il problema è un altro, tu devi capirmi, anche se non mi oppongo a certe situazioni, anche se non mi ribello a quelle più strane, io resto libera, ne dobbiamo parlarne, è importante. Voi maschi la vedete tutti allo stesso modo, non puoi dire che non c'è il rischio che lo pensi anche tu e se non capisci che è solo per il sesso e che io non sono...”
E avanti così per cinque minuti buoni: mi confonde con una sequela di affermazioni rafforzate da negazioni (senza mai ammettere apertamente che la pisciata in culo l'ha spedita in cortocircuito orgasmico)
Beve un altro sorso di tisana, ora è molto meno soddisfatta, anche lei ha l'impressione che non s'è capito un emerito cazzo di quel che ha detto.
“E tu che mi dici? Cos'hai intenzione di fare?”
“Ehhh?”
Povera Angie, amo questa casinista! Vuol far credere d'avere il controllo su tutto ma è stata travolta anche lei dalle nostre insane passioni. Da dopo il pompino esibizionista in spiaggia (è stato due mesi fa!) e la serata da Kostas la nostra sessualità s'è evoluta ed imbarbarita ed abbiamo sperimentato giochi di dominazione e esercizi da letto parecchio avvincenti. Angie non ne è spaventata, sta invece disperatamente cercando di dirmi che ci sta, che gode ad essere legata al letto e al tavolo e che vorrebbe provare anche di più, ma dev'essere chiaro che lei fa la puttana cagna e schiava solo per il sesso, non è certo puttana cagna e schiava.
“Ma perché non mi capisci mai?!”
Il caffè è freddo, poggio la tazzina. “Angie, lo sai, a me non piace sviscerare troppo le cose, ma hai ragione tu, qui dobbiamo essere molto chiari tra noi due... Mi prometti di non interrompermi e di non incazzarti se ti dico una cosa?”
Fa cenno di sì. È sulle spine.
Io bevo il caffè freddo, devo pensare bene a cosa dire prima d'essere interrotto. “Noi due siamo uguali, Angie: se a te sembra strano che ti eccita fare la 'schiava' a letto, a me pare assurdo fare il 'padrone' ma con te mi viene naturale. Vuoi sapere cosa penso?... Nulla!”
La blocco alzando la mano. “Fammi finire. Io non credo assolutamente che tu sia, ti prego non incazzarti!, una sub ninfomasochista...” Bene, non m'è saltata addosso! “... ma se ci ragioni troppo sopra rischi di friggerti il cervello e di convincerti d'esserlo veramente. E questo vale anche per me!, io non sono certo un bastardo. Lo ripeto: noi due siamo uguali!... e tu non sei certo una schiava sottomessa... Anzi.”
“Anzi cosa?” Mi sorride furba.
Cazzo, non sono stato abbastanza casinista come lei! M'ha capito al volo. S'allunga sul tavolino e mi dà sulle labbra un bacetto freddo che dice tutto.
“Il mio stallone mi sta forse dicendo che vuole essere legato lui al letto?”
“Ehm, non è quello che ho detto.”
Non mi piacciono i suoi occhi, mi passano da parte a parte e mi perlustrano l'anima. Sorride pensosa, la cosa le va a genio, solleva un poco la testa e sbircia oltre il tavolino. “Ma non hai paura per le tue palle?”
Ride e se ne va.
La seduta d'autoanalisi di coppia è terminata.


È bello cazzeggiare la domenica pomeriggio quando piove. Spero non le venga in mente d'uscire per il solito aperitivo.
Siamo entrambi sul divano, io con un comodo libro, lei che smanetta al cellulare con due libri abbandonati sui cuscini. Tiene la mano poggiata sul mio pacco morbido come fa sempre quando siamo in relax. Vuole sentirmi vicino e il mio uccello è ormai così abituato che se ne sta assonnato pure lui.
Ma me lo strattona per richiamarmi.
“Preferisci nero o rosso.”
“Cosa?”
Mi mostra l'iphone. “67e90, troppo caro?”
O no! È uno strap on.
Per fortuna le arriva una chiamata.
“È lei!” e corre a chiudersi in camera.
Non ho nulla in contrario che Angie abbia dei segreti con me, siamo una coppia aperta, ma la cosa m'inquieta un poco.
Ricompare dopo tre minuti. “Cambiati, dobbiamo andare a prenderla”
“Chi?”
“Melissa, chi se no? Svelto, ti racconto in macchina!”


In autostrada Angie mi spiega tutto quello che devo sapere.
Quella stupida è scappata stanotte dal suo lui e ha chiamato Angie solo oggi pomeriggio quando le aveva detto mille volte di non fare storie, che poteva venire a stare da noi in qualsiasi momento. Lei ora non sa dove andare e non vuole tornare a Pescara dai suoi, è iscritta a lingue. Lei è di Pescara ha conosciuto lui ed è venuta a stare qui. È praticamente certo che lui è uno stronzo di trentasette anni che se la voleva solo trombare. Posso anche capirlo che se la vuole trombare, lei è Melissa, uno schianto di ragazza nera, ma mi sta niente simpatico se l'ha fatta soffrire. E Angie mi racconta un paio di particolari di una brutta storia. Sono d'accordo con lei: Melissa va aiutata in tutti i modi. E magari c'è l'occasione di tirare un cazzotto allo stronzo.
“E come si fa? Noi siamo lontani, non lavorava da Kostas?”
“È solo per qualche tempo, sta cercando casa con due amiche, intanto per andare all'università può prendere il treno con me.”
Risolto il problema.

Melissa è imbarazzata, ha l'aspetto d'una scappata da casa e piove pure. È infradiciata, ci aspetta sotto un balcone poco lontano da Kostas. Fa storie, chiede scusa, promette che è solo per una notte, evita il mio sguardo, sa di rompere le palle, solo una notte ripete e finalmente carichiamo in auto due borsoni bagnati e lei zuppa come Calimero.
Sale dietro, con Angie.
Io faccio il maschio necessario, le scarrozzo in silenzio. Sono deluso per come sono andate le cose, non c'era nessuno stronzo da stampare al muro. Almeno così sarei stato non dico un eroe, ma un po' di più di un maschio necessario.
Alzo la radio per educazione, per non origliare quel che si dicono. Lo alzo appena appena.
Là dietro si parla male dei maschi.
Angie però mi carezza la nuca per tranquillizzarmi, lei non mi considera un maschio come tutti gli altri maschi. Almeno, non in questo momento!
Comunque hanno ragione, quel poco che sento non è edificante per la categoria dei maschi.
Invidio Melissa come Cagliostro, il gattone di Angie, anche lui nero. La mia compagna con la quale faccio solo coppia la vizia di carezze e moine. Le leva il giubbotto bagnato e le carezza i foltissimi capelli increspati. Melissa si rilassa.
È la fotocopia nera di Angie, un'ingenua ribelle deliziosa. L'amicizia amorosa si scioglie poco alla volta in una dolce limonata lesbica. Incrocio nel retrovisore i suoi occhi neri mentre Angie la bacia in bocca.
Ma piove, devo star attento alla strada.
Con Angie in auto è sempre così, guido a cazzo duro.


La cenetta è sorprendentemente allegra.
Ho preparato velocemente un risotto al limone e gamberi e scaloppine sempre al limone, mentre trafficavano in bagno e camera. Sentivo Melissa protestare per le premure di Angie: e devi bere una tisana, e devi farti una doccia calda calda, e non preoccuparti ti metto io la roba in lavatrice, e fatti asciugare i capelli, e prova la mia tuta...
Quando son venute a tavola m'ha preso un coccolone: due sorelline black and white in tuta da danza. Ho stappato il Gewürztraminer che tenevo al fresco per il mio compleanno.
Complice il brindisi, Melissa è tornata ad essere la cameriera che avevo conosciuto da Kostas, sicura di sé, furba e con un'aria maliziosamente superiore. Si sono sedute l'una di fronte all'altra, io a capotavola a fare il maschio necessario che ha almeno cucinato. E si sa come finiscono le cenette così: mi prendono per il culo.
Se ne raccontano mille tra loro, di amici, amiche e uomini, e finiscono ovviamente col parlare di Kostas. Angie le racconta, incasinandosi al massimo, di come è finita quella serata in trattoria, delle cazzate sparate da Kostas e delle sue avances ridicole, e di quando ha mostrato la figa ad una decina di sfigati di successo... e, nessuno ormai la può più fermare, si mette a raccontare anche di come s'è fatta sbattere a novanta davanti a me.
Vista così non è che ci faccio una gran figura.
Melissa ride perché deve, ma cala il silenzio. Mi s'è ammosciato anche un pochetto.
Angie intuisce l'imbarazzo, “…? Non vuol dire niente!” e dice una cosa bellissima “Mirko è diverso da tutti, ci amiamo.”
Il mio momento di gloria finisce qui, Angie si solleva un poco e bacia la bocca di Melissa.
Davanti a me.
“Preparo il gelato?”

Porto via i piatti, ma il lavello è a un metro scarso e sento quel che si sussurrano perché lo senta anch'io.
“Anch'io, cosa credi?, glielo succhio a Kostas, è pazzo ma ha un...” e si mette a ridacchiare.
“Non hai visto quello di Mirko.”
Così va meglio! Mi ama.

. . . .

Figa chiama figa.
E noi amici prendevamo in giro il nostro barbiere che si bloccava con forbice e pettine mezz'aria e pronunciava questo teorema scientifico: figa chiama figa. “Non mi credete? Guardatevi in giro! Se vedete una bella ragazza due volte su tre è in coppia con una più figa di lei!”
Dovrei mandargli una foto di Angie e Melissa brille.
Ma stanno fingendo, Angie non l'abbatti nemmeno con tre mohito e Melissa mi sa che è anche peggio. È una scusa per fare le sceme e toccarsi.
Si sono buttate sul divano, le osservo dal tavolino.
Io invece sono brillo, mi sa che toccherà a me dormire tutto solo su quel divano letto ma non me ne frega una sega, mi godo il porno lesbo, categoria che non ho mai cercato su pornhub. Cosa mi sono perso!
Angie è la più decisa, d'altra parte ha tre anni in più di Melissa e gioca in casa. Dopo le toccatine, grattatine e i solletichi per strappare risatine, ci va pesante con le mani su quel corpo fatto per fare l'amore. Melissa mi eccita più di Angie, sarà per l'aspetto esotico e la sua finta ingenuità: quando le chiude la mano sul pube, blocca il respiro gonfiando i seni, la bocca dischiusa dalla sorpresa, ma poi si scioglie in un gemito arrapante. E così anche quando le balza sopra e le succhia i seni attraverso la felpa, la dolce Melisse mormora che non vuole ma le poggia le mani sul culo, abbassa i pantaloni della tuta e le graffia le chiappe nude.
Oggi per fortuna non s'è messa lo smalto verde bandiera.
Fa freddino in casa ma le due sorelline vanno a fuoco, interrompono solo un istante per scalciare via i pantaloni. Angie leva le mutandine a Melissa e la bacia li, Melissa abbassa il perizoma a Angie e la lecca lì e dintorni. Io non ho ancora violentato nessuna primo perché sono un bravo ragazzo, secondo perché non saprei con chi cominciare. E sono in ansia, preda della perversione peggiore, quel copridivano m'è costato una sassata.
“Ehi ragazze, di là c'è un lettone.”
Fingono di ricordarsi che ci sono anch'io. Angie mi sorride maliziosa, ha già il volto accaldato. Melissa ha il vantaggio di non arrossire, mi fissa ipnotizzata cercando di capire cosa trova Angie in me: indosso anch'io pantaloni morbidi e sfoggio una delle mie più spettacolari erezioni.
Poche balle, queste due possono giocare a fare le lesbiche quanto vogliono, ma alla fine il cazzo è sempre meglio.
Si alza per prima Angie e stende la mano per far alzare anche Melissa.
Le ho di fronte come due scolarette all'interrogazione. I giubbini sono corti in vita, Melissa è depilata completamente, ha un fisichino da urlo con le tette che tengono sollevata la felpa, invece Angie ha il suo intrigante triangolino di peluria chiara, disegnato perfettamente dalla estetista.
Ridacchiano di me, devo avere la bava alla bocca.
Angie gira Melissa di schiena (lo ripeto, un culetto che può competere con quello di Angie!), la piega in avanti e, senza togliermi gli occhi di dosso, le allarga con due dita a forbice le labbra della figa nera che aprendosi s'incendia d'un rosso vivo.
Ridono come scemette.
Io adesso so chi violentare per prima.

Ma con Angie non va mai come pensi.
Mi prende per mano e mi porta in camera.
Qui apre il cassettone delle nostre meraviglie e tira fuori due manette di gomma. Sono piccole, me le chiude a fatica sui miei polsi e Melissa ci guarda a bocca aperta mentre mi lascio legare di schiena contro il termosifone. Un'emozione davvero intrigante, mai provata prima e nulla importa che posso liberarmi con un solo strappo, mi sento prigioniero di due arrapate sorelline.
“È tuo, ma non farlo venire.”
Osservo Angie stendere un paio di tappetini per cani sul letto. Ha intenzione di far le cose per bene e conosce le mie fisime. È un'ottima soluzione per non sporcare lenzuola e materasso, un suggerimento letto in un blog sadomaso. Mi concentro su Angie perché Melissa mi sta devastando. È inginocchiata sotto di me e strofina il volto contro cazzo e coglioni.
Me lo libera, abbassa pantaloni e boxer, mi regala la soddisfazione di due occhioni sbarrati, ci chiude attorno la mano e si volta verso Angie per avere il permesso di un pompino. Ricevuto il nullaosta, lo fa da escort duemila euro per notte, ci chiude solo le labbra morbide e arrotola la lingua attorno alla cappella. Roba da svenire, ma non mi faccio ingannare, questa è solo una cagnatta di bocca buona che lo ciuccia anche a Kostas.
Le gusta proprio il mio cazzone e fa i complimenti.
Tira indietro la testa, “Angie, sei incredibile!” si complimenta con lei e mi dà una poppata seria.
Angie accorre spaventata e la tira indietro. “Calma, amore.”
Mi si struscia contro, tette schiacciate contro il torace e la bocca socchiusa dal piacere davanti al mio naso. Respiro il suo alito. “Tu domani non vai a lavorare.”
Ha in mano un blister di viagra, scartoccia via una pillola e me la spinge in bocca. L'abbiamo provato solo un sabato pomeriggio per vedere l'effetto che fa, mai avuto problemi di durata, ma me l'ha fatto duro che temevo di spaccarlo. Sì, domani mi darò malato.
Mi tira una sberla a mano aperta.
“Uh!” Mi ballano i coglioni.
La seconda la sento fino alla milza.
“Uuuuh!... Ma sei scema?!!”
“Me l'hai detto oggi, non ricordi? Io non sono masochista...Anzi!”
Me le strizza in mano come noci. Whoww. Torno ai miei quindici anni, quando ci picchiavamo le palle da coglioni.
“Cedo, cedo!”
Me li lascia. Fiuuuu!
“Vuoi provare? A Mirko piace.”
Col cazzo che mi piace!
Mi devasta! Mi terrorizza e mi eccita. Nemmeno per un istante penso che posso liberarmi quando voglio, sono la preda di due fighe.
Me li colpisce anche Melissa, inizialmente piano, per gioco, come una sedicenne alle prese coi suoi primi coglioni. Me li fa saltare soltanto, ma prende dimestichezza e le scappa la mano, alla quinta 'bottarella' muggisco come un toro castrato. Si spaventa, s'inginocchia pentita e me le massaggia di lingua facendo scorrere le mani sui miei addominali tesi e sudati per la situazione poco rilassante.
Angie la sposta e cerca spazio. Non litigano, sono amiche complici ed hanno una palla a testa. Sto per svenire, ho due fighe spaziali che mi leccano, ciucciano e succhiano forte le palle, voglio morire così! Ma Angie mi risveglia, m'addenta la destra terrorizzandomi.
Si rialza, m'infila degli slip in bocca, sono i suoi, non posso sbagliarmi e non ho ancora assaggiato Melissa. Me li spinge bene e si leva l'elastico per capelli. Me lo annoda alla base del cazzo. Occazzo!, dove l'ha imparato?
Torna al nostro cassetto delle meraviglie.
Ho sbagliato, ci siamo attrezzati troppo in queste settimane. Prende la paletta di plastica flessibile per lo spanking. Non mi lascia il tempo di pensare a come l'ho fatta squirtare con le chiappette rosse e e mi tira una sventola al cazzo che è uno shock.
E un'altra di rovescio. L'uccello mi va a fuoco.
Ommerda, in qualche modo sto godendo.
Passa la paletta alla sua allieva. Questo non va proprio bene: la fighetta nera con le tette da Diletta ha mille motivi per sfogarsi sul genere maschile.
Invece dimostra un gran rispetto per il mio cazzo, me lo schiaffeggia leggera. Non ha il livore di Angie che solo questo pomeriggio s'è presa in culo un'iniezione di piscio. È un gioco che quasi l'annoia ed allora me la picchia di punta!
“No no, ti prego, non così!” Un male assurdo.
Melissa questa volta non si spaventa e ridacchia divertita con Angie. Mi grazia comunque l'uccello e si occupa dei suoi gingilli preferiti: con una mano mi tiene fermo il cazzo e da sotto mi fa sussultare palle e tutto il corpo con la paletta.
Sopporto stoicamente, mi sento figo e forte, sono orgoglioso d'essere il loro maschio cazzuto (e rincoglionito). Ma la troietta insiste. Sento i colpi solo con le orecchie, ciak ciak, ormai è un unico dolore continuo che mi piega in due. Imploro di smettere. Ho le palle rientrate e il cazzo vergognosamente durissimo.
Angie mi bacia al collo. Ho tenuto alto l'onore della categoria maschile. .


Poi è anche peggio.
Legato al termosifone con cazzo vibrante viagra sono costretto ad ammirare Angie gattonare in tondo sul letto. Angie capelli ribelli sa gattonare culo alto che ti azzera il cervello e ti manda in galera per stupro. Invita Melissa sul letto ed insegna alla gattina nera come muoversi. Sono bellissime ma io voglio solo vedere le loro fiche.
Controllo continuamente la sveglia con la speranza che si decidano a liberarmi. Invece puttaneggiano per un'ora buona come due magnifiche lesbiche assatanate. Angie è la più esperta, la piccola Melissa la più gustosa. Si spogliano delle felpe a morsi e totalmente nude fanno scorrere le lingue, le teste infilate tra le cosce ed i seni. Il mio amore è estasiata, ha trovato una cagnetta pluriorgasmica come lei. Mi corre incontro per baciarmi dopo che la timida Melissa le ha squirtato sul viso.
Sono vittima delle loro attenzioni. Nelle pause di riposo tornano da me per lisciarmelo, assaggiarmelo e punirmelo insieme ai coglioni. E mi negano la sborrata.
Io sto male, mi tira da morire, deliro: ho l'impressione che mi si può staccare il cazzo e partire a razzo verso il letto per ficcarsi fra quelle chiappette nere.
Angie non me ne voglia, stasera sono le mie preferite.

Mi slegano e mi portano sul letto. Cammino rigido, ho le gambe più rigide del cazzo. Mi stendono a gambe larghe, Melissa si stende tra le mie cosce, sta a lei l'onore.
Infatti me lo libera lei dall'elastico. Respira un poco.
Lesbica un paio di palle!, questa è un'idrovora ciucciacazzi.
Me lo ciuccia con la passione della cagna che me l'ha sbirciato per tutto lo spettacolo lesbico. Qui non si tratta di godere o non godere, ho i coglioni in carica da un'ora, no, sono in carica dall'allegra cenetta trasgressiva ed esplodo in una schizzata che se non c'è la bocca di Melissa m'arriva al soffitto. E sborro, sborro ancora che mi pare di pisciare latte condensato.
Sconvolgo Melissa che può essere pompinara professionista quanto vuole ma non ne ha mai inghiottita tanta.
Torna la passione lesbica, le due innamorate si succhiano le bocche. Lascio fare, sono svuotato, mi sono spaventato da solo.

Anche ora che ho ripreso il mio ruolo alfa ho l'impressione d'essere solo il maschio necessario. Le tue puttanelle possono correre in bagno a rinfrescarsi, a me tocca un superlavoro di cazzo senza interruzioni, da stakanovista trivellatore, incurante delle palle massacrate che sbattono sulle chiappe.
Le ho messe entrambe pancia in giù, Melissa sopra Angie, e ho l'imbarazzo della scelta. Tre robuste picconate in figa a quella sotto e quella sopra, Melissa, si lamenta che le vuole anche lei. Allora l'affondo nella calda figa nera ma tra una botta e l'altra scorgo il buchetto di Angie affossato tra le sue splendide chiappette tonde. Faccio godere il giusto la puttanella sopra sbattendola a tappeto e poi lo calo in culo a Angie. Immensa soddisfazione reciproca! Angie bestemmia che neanche al porto bestemmiano. Le faccio il culo come si merita, contento di avere il cazzone adatto, ma intanto fisso il bucetto nero di Melissa. È una vita così la mia! C'infilo un dito mentre spacco il culo a Angie, la timida puttanella gradisce e non è certo a digiuno di cazzi in culo, il buchetto ha una certa elasticità e la cagna uggiolante ha la corretta dose dose di porcaggine. È un invito a nozze. Prendo la mira e cambio buco ma la stronzetta mi scatta via come un'anguilla.
“No! Ahia che male! È troppo grosso! No no!”
Non è il momento di prendere le misure. Con un balzo le sono sopra. La blocco alle spalle e la lego con le gambe.
“Aspetta.” Mi ordina Angie.
Okay, basta che faccia presto.
Dal cassetto prende la crema e mi unge abbondantemente il cazzo pronto. Aspetto pazientemente che le infili anche il dito in culo e, via la mano, entra il mio cazzone.
Non mi spettavo che bestemmiasse anche Melissa!
Mi assesto bene col cazzone innestato in culo. La puttanella si scioglie un poco e attacco a pistonarla. È un'inculata epica anche se ho il cazzo anestetizzato, la puttanella starnazza e grida così forte che Angie deve mettere a lei gli slip in bocca. Melissa li morde e bestemmia roca che sono un fottuto bastardo, che doveva strapparmi le palle, che in culo lo metto a mia sorella e altre facezie tipo porcaputtana se mi fai godere! Non l'ascolto, me la inculo a raffica pensando che sia Angie e non una timida puttanella al suo primo vero cazzone in culo. E un po' mi spiace, Melissa starà pensando che lui, il suo stronzo, non era poi così stronzo.
O non abbastanza stronzo per lei.
E sì, quando spacco culi divento un maschilista di merda!
Ma così non si va da nessuna parte, è tardi, le ho già ingravidate entrambe bocca e figa, questo culetto me lo scopo a vuoto fino a consumarmi il cazzo.
Desisto. Crollo di peso sulla puttanella nera affondando il viso nei suoi capelli gonfi. Un profumo che è meglio del viagra.
Melissa si lamenta piano. Nessuno le crede, è la sorellina di colore di Angie, il cazzo in culo se lo gode tutto.
Intermezzo lesbo: Angie si abbassa per baciarla in bocca e succhiarle il piacere. Qualche altra tenera coccola accompagnata da parole affettuose e rialza il viso. Mi morde le labbra. “Pisciale in culo!”
Questa è tutta scema! Sul letto è pericoloso.
“Cosaaa???” Esclama Melissa.
Troppo tardi, la sento scorrere in pressione e riempio il bel pancino della bellissima Melissa.
scritto il
2025-10-06
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