Claudio e la vendetta su Luisa

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etero

Claudio si allontanò dal vicolo con un nuovo senso di potere. Giorgio aveva tentato di umiliarlo e sottometterlo usando le sue pedine, ma Claudio aveva ribaltato la situazione. La sua vendetta non era finita, era appena cominciata. Giorgio aveva osato sfidarlo, aveva scopato la sua donna e aveva provato a renderlo un succube. Troppo. Era troppo, e Giorgio era abituato a giocare con giocatori di categoria inferiore. Claudio era un peso massimo. Anzi, era il campione dei pesi massimi dell'autodistruzione, e chi sa distruggere sé stesso sa bene come distruggere anche tutto il resto. Quello che contava era che Giorgio ora dovesse soffrire. E Claudio sapeva che per colpirlo nel suo punto più debole doveva andare oltre Cecilia. Quel punto aveva un nome e un cognome.

Si era fatta mattina nel frattempo. Claudio era rientrato a casa. Quella stessa casa che ore prima era diventata una gabbia, ora era tornata a essere il suo covo. Dopo una doccia fredda e una colazione abbondante, Claudio aveva chiamato un suo amico hacker, Michele. "Ho bisogno di un fantasma", gli aveva detto. Michele a mezzogiorno era già al solito bar. Ordinarono una piadina a testa e una birra gelata. Dopo pochi minuti si salutarono prendendo strade diverse. Alle 15 in punto una mail da Michele: conteneva tutte le informazioni su Giorgio; indirizzi, numeri di cellulare, password e un elenco di nomi con le generalità, le foto e un breve identikit psicologico di ciascuno. Claudio si mise a studiare. Dopo pochi minuti aveva tutto chiaro. Il punto dove avrebbe colpito si chiamava Luisa: la sorella minore di Giorgio. Luisa era una ragazza schiva e riservata, con una bellezza discreta ma profonda. Era legata a Giorgio da un rapporto di fiducia e ammirazione che Claudio non poteva comprendere. Per lui, era l'ignara pedina perfetta. Non provava attrazione per lei, ma una fredda e clinica curiosità. Luisa sarebbe stata la sua arma di distruzione di massa.

La strategia di Claudio fu meticolosa. Con l'aiuto del suo amico hacker, iniziò a frequentare i luoghi dove sapeva di poterla incontrare: la libreria dove lavorava, il caffè dove leggeva. Il suo approccio fu chirurgico. L'esatto opposto della rabbia che era esplosa nel vicolo. Claudio non era aggressivo o audace; era premuroso, attento, quasi timido. Parlava con voce calma, ascoltava i suoi silenzi e si complimentava per le sue mani bellissime. Claudio conosceva a memoria la lezione: il controllo non si conquista con la forza, ma con la manipolazione. Luisa era debole e, nonostante fosse fidanzata con una donna, Carla, non fu immune a quel fascino. Ci vollero solo un paio di pomeriggi di "lavoro". Il mondo di Claudio, fatto di ombre e pericoli, era l'esatto contrario della sua vita ordinata. Non si accorse che stava cadendo in una trappola. Lui la invitò a prendere un tè caldo dopo la chiusura della libreria. Lei lo fece attendere un po' più del dovuto, in maniera quasi infantile. Lui, però, che calcolava le mosse da tempo, non si sorprese di quella tattica. Raccogliendo informazioni in rete con le password che gli aveva procurato Michele, ormai sapeva tutto di Luisa. E sapeva che era oltre un anno che lei, al netto di qualche bacio saffico con la sua compagna, non faceva sesso. Troppo per una donna che, al netto della misuratezza dei modi, si sentiva passionale e affamata. Dopo un'oretta di chiacchiere leggere, Claudio la invitò a casa sua con la scusa di mostrarle dei libri antichi e rari. Salirono e lui, dopo averle mostrato i volumi, si spostò in camera da letto, dicendole che per leggerli bene doveva stendersi. "Le parole verticali esigono una visione orizzontale", le disse. Luisa, tra il divertito e il provocante, obbedì e si stese nel mezzo del letto. Lui si stese al suo fianco e iniziò a spiegarle i dettagli dell'edizione con una voce calma e rassicurante. Leggendo, le sfiorò un paio di volte le braccia nude con il suo gomito. Notò che Luisa era già eccitata e lo dimostrava non riuscendo a frenare il tremore alle gambe che si allargavano in maniera innaturale a ogni parola di Claudio. Lui continuò a leggere, avvicinando il fianco al suo. Sentiva il calore che proveniva da lei nonostante lo spessore dei vestiti. Luisa socchiudeva gli occhi e si mordeva il labbro inferiore a ogni sua pausa. Claudio, quindi, in maniera quasi casuale, le poggiò il braccio sulla spalla e poi tra le scapole. Lei era palesemente eccitata. Non riusciva a stare ferma e una mano, sebbene avesse fatto attenzione a non farsi scorgere, era finita sotto il suo corpo, all'altezza del pube. Claudio, con uno scatto, le accarezzò la nuca scoprendole il collo e poi la baciò. Lei gemette e si abbandonò tra le sue braccia. Lui prese il controllo. Si alzò e la tirò verso di lui. La spinse sullo scrittoio. Le abbassò il pantalone con un laccio in vita. Emerse una mutandina colorata. Lui abbassò anche quella. Luisa aveva una vagina rosa completamente rasata. Sembrava quella di una adolescente. Lei era inerme. Claudio la fece stendere sul piano di legno e non si limitò a possederla. Con una furia precisa e chirurgica, le afferrò i polsi e la bloccò contro la scrivania, non cercando un corpo, ma una resa. Lei gemette, un suono che era metà terrore e metà sorpresa, ma il terrore si fuse subito in un brivido scuro di eccitazione. Lui non la guardava; i suoi occhi erano fissi in un punto lontano, come se la stesse usando per colpire un fantasma. La possedette con una brutalità priva di passione. La sua rabbia e la sua forza esprimevano l'umiliazione subita, mentre Luisa, che aveva sempre vissuto in un mondo di amore misurato, scoprì l'abbandono totale, la libertà di un sesso primordiale e selvaggio. E per la prima volta, godeva come non aveva mai goduto.

Lui la penetrava con colpi profondi, alternati a movimenti circolari. Le mordeva i capezzoli con forza. Lei era uno strumento di piacere nelle sue mani. Urlava il suo nome e gemeva. Era completamente fuori controllo mentre tremava a orgasmi ripetuti, uno dietro l'altro. Quando ebbe finito, eiaculandole sul viso e sui seni, la lasciò andare. Luisa, in lacrime non di dolore ma di piacere, si ritrovò a terra, il suo corpo che tremava. Claudio, con il volto impassibile, si allontanò, e come un predatore dopo aver finito il suo pasto, estrasse il telefono e scattò una foto. Il flash illuminò la stanza per un istante, e in quell'immagine c'era tutto: la sua vittoria, il suo abisso e la prova della sua vendetta. Il suo piano di distruzione era completo.
scritto il
2025-09-22
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