Le maschere

di
genere
etero

L’ipocrisia e le maschere delle persone stavano svanendo si sgretolavano giorno dopo giorno.
E quella donna aveva tolto la maschera mi aveva palpato il pene, era duro, bagnato fradicio, umido, inzuppato dei miei umori, voglio e giocoso di fare sesso.
Lei, si era accorta di tale voglia, giocava come il mio pene come se fosse un calippo un ghiacciolo un tubetto di maionese che doveva premere e svuotare.
Gioiosa era nel vedermi così eccitato e bagnato per lei, vogliosa di cazzo, del mio cazzo, che assurdità.
Volevo solo studiare niente di più e questa invece voleva scoparmi, farsi invadere da me, di piacere, le piaceva la cremina da quella piccola fessura (meato uretrale) che emetteva quantità di sperma assordo a volte incontrollato.
Già, ero sdraiato sul letto mentre lei mi toccava quella assurda protuberanza (proboscide), e godeva a darmi un pompino.
Sporco, selvaggio da studiare era il sesso, che assurdità mi ripetevo in mente.
La mia goliardia, le piaceva, anzi ne era attratta e venni dentro di lei senza farci troppo peso…
Cavoli, era fredda, mi metteva i piedi sulle gambe per riscaldarsi, sbava sul cuscino, e dormivamo insieme.
Era sopportabile, dormivo bene con lei, era come avere un furetto domestico.
Mi metteva la sua mano nelle sue cosce (gambe), sentivo il suo pelo fra le mie dita, che bel pelo, dormivo con lei era bello, intimo sensuale.
Che storia, che voglia che avevamo entrambi di conoscerci. Era un legame profondo nato da un intesa per crescere insieme.
Bella, bella sensazione che speravo non finisse mai. Vita mia!
scritto il
2025-09-13
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