La cavia

di
genere
sadomaso

Capitolo undicesimo. Nell'ultimo mese di trattamento, i clisteri con acqua saponata furono sospesi. Ogni mattina venivo riempita con 15 litri d'acqua e la dovevo trattenere per 24 ore. Quindi venivo svuotata e nuovamente riempita per altre 24 ore. 3 ore e mezza prima dello svuotamento mi inserivano nell'intestino 2 fiale di purgante e così partivano i dolori di stomaco che dovevo sopportare appunto per 3 ore e mezza. Ai 4 arti mi applicavano altrettante flebo da 20 litri che non sapevo nemmeno che esistessero e che duravano per tutte le 24 ore. L'ultimo giorno di trattamento fu apocalittico. Mi quadruplicarono tutto. Gridai di dolore per 24 ore di fila. Alla fine mi diedero i miei vestiti e fui congelata. Mi avevano fatto in totale 10158 iniezioni sulle natiche, 2365 sui seni, 1939 sui capezzoli, altrettante sulle piante dei piedi, 1577 all'interno della vagina, 270 flebo. Nel mio corpo erano entrati 5698 litri di medicinale. Mi avevano fatto 407 clisteri. Nel mio intestino erano entrati 3200 litri d'acqua, di cui 1100 saponata. Avevo gridato di dolore per 419 ore, quasi 18 giorni. Mi avevano fatto 647 docce gelate. L'acqua gelata aveva sferzato il mio corpo per 323 ore e mezza, quasi 15 giorni. Avevo bevuto 42 litri di sciroppo amarissimo. Il termometro era entrato nel mio retto 1759 volte. Gli aghi avevano bucato la mia pelle 18248 volte. Distrutta, uscii dalla struttura. Pensavo di trovare i miei genitori, ma non c'era nessuno. Cominciai a camminare senza meta. Ogni passo era traumatico. I vestiti sfregavano sul mio corpo che era un ammasso di piaghe. A un certo punto mi sedetti sul marciapiede. Passò un auto e scese Adriano. Cosa c'è signorina, sta male? Sto morendo, risposi. Vuole che la porti in ospedale? No, risposi, no. Piuttosto mi lasci morire qui. Mi portò a casa sua. Gli raccontai tutto. Vidi che era perplesso. A questo punto mi spogliai e gli diedi la prova. Dopo qualche giorno abbiamo fatto l'amore. All'inizio è stato doloroso. Il suo cazzo sfregava all'interno della vagina piagata. Poi il dolore si mischiò al piacere e quindi il piacere prese il sopravvento. Non ci siamo più lasciati. Piano piano sono guarita e dopo qualche tempo ci siamo sposati. Non ho saputo più niente della mia famiglia. Vivo col terrore di ammalarmi e di avere bisogno di cure mediche.
scritto il
2025-07-28
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