La cavia

di
genere
sadomaso

Capitolo nono. L'ottavo mese si aprì con grandi novità. Le iniezioni furono aumentate tutte di 5 unità. 35 sulle natiche di cui 10 notturne, 15 sulle mammelle, 13 sui capezzoli e sulle piante dei piedi, 11 all'interno della vagina. Ogni giorno erano 87. Dolorose quelle sulle natiche, dolorosissime quelle sulle piante dei piedi e sulle mammelle, insopportabili quelle sui capezzoli, traumatiche quelle all'interno della vagina. Ogni giorno la mia pelle veniva bucata 87 volte, senza sconti, senza pietà, senza tregua. Io gridavo e piangevo, piangevo e gridavo. Gridavo a squarciagola. Più forte era l'intensità delle mie grida più forte era il dolore. Quando sentivate aaaaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah mi stavano bucando le tenere pareti della vagina. Il clistere divenne giornaliero e le mie giornate praticamente impossibili da vivere
Tra docce gelate, iniezioni, clistere e lo scombussolamento che ne seguiva cominciavo a a soffrire alle 6 del mattino per finire alle 6 dell'indomani e ricominciare la sofferenza dopo pochi minuti. Il secondo giorno sostituirono l'acqua del clistere con l'aceto. me ne accorsi subito. Mi sentii bruciare. Cominciai a gridare, brucia, brucia, basta basta basta brucia. Dopo 2 ore al bruciore si unirono le coliche. Furono 3 ore tremende che non augurerei al mio peggior nemico. Con l'intestino tutto irritato ebbi bruciori di stomaco per diversi giorni. Intanto era stato introdotto anche un clistere notturno da fare una volta la settimana. La seconda settimana, il mercoledì in via sperimentale fu introdotto un secondo clistere da fare consecutivamente al primo. Fui messa di traverso sulle ginocchia di un infermiere e in quella posizione rimasi quasi 11 ore. Dopo due ore di smanie, di pianti, di proteste e di sudori i primi 6 litri d'acqua saponata furono nel mio intestino. Tre ore di tremende coliche, grida di dolore, richieste di aiuto. Poi sempre bendata potei evaquare. Col culo ancora sporco di merda fui rimessa sulle ginocchia di un infermiere e incuranti che avessi lo stomaco sottosopra cominciò la seconda somministrazione. Già scossa dal primo clistere e tutta scombussolata cominciai a gridare e a smaniare. Già la somministrazione era insopportabile ma per me non c'erano alternative. 6 litri di acqua saponata dovevano entrare nel mio intestino e 6 litri ne entrarono. Non me ne fu risparmiata nemmeno una goccia. Seguirono le solite 3 ore di tremende coliche, di grida di dolore, di richieste di aiuto, di pianti, di sudori freddi. I minuti non passavano mai e io soffrivo, piangevo, gridavo. Aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah, basta basta basta basta, non ne posso più, fatemi andare in bagno, pietà. Senza pietà mi fecero soffrire fino all'ultimo secondo. Poi mezz'ora per evaquare e subito sotto la doccia gelata. Subito le iniezioni che mi dovevano ancora fare e a mezzanotte ero pronta per il clistere notturno. Altre 5 ore e mezza di tormenti e altrettanti di scombussolamento. Quando mi ripresi verso le 10 ero pronta per il clistere del giorno successivo. Lo scherzo del doppio clistere mi fu fatto altre 2 volte, sempre in concomitanza col clistere notturno. Così come altre 2 volte mi venne fatto lo scherzo dell'aceto al posto dell'acqua. Finì anche l'ottavo mese, un mese di terribili sofferenze e sapevo che mi conveniva prepararmi al peggio, visto che al mio peggio non c'era mai fine.
scritto il
2025-07-25
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