La cavia
di
Clara f.
genere
sadomaso
Capitolo ottavo. Le 112 iniezioni del giorno (non 102) non erano state uno scherzo ma le 56 più il clistere che mi aspettavano non mi lasciavano certo tranquilla. Dopo pochi minuti ero già sotto la doccia gelata a gridare con gli infermieri che mi strigliavano come un cavallo. Alle 7.30 termometro in culo, alle 7.45 cucchiaio di sciroppo e con la bocca amara mi fecero bere una tazza di latte di cui non sentii nemmeno il sapore. Alle 8 10 iniezioni sulle natiche. Aaaah aaah aaaah aaah aaaah aaah aaaah aaah aaaah aaah. Alle 8.30 le 10 sulle mammelle. Aaaaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah. Ore 9 le 8 sui capezzoli. Aaaaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah. Ore 9.30 le 6 all'interno della vagina. Aaaaaaaaaaaaaah aaaaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah. Ore 10 clistere. Bendata, sulle ginocchia dell'infermiera 6 litri di acqua saponata cominciarono ad entrare nel mio intestino. Io come al solito cominciai a smaniare, a dimenarmi, a sudare, a chiedere pietà, una pietà che nessuno aveva di me. I minuti non passavano mai, io mi stressavo, chiedevo aiuto, chiedevo di interrompere, chiedevo quanto mancasse. La risposta era sempre la stessa. Non siamo nemmeno a metà. Con gli occhi bendati e senza punti di riferimento potevo concentrarmi solo sulle mie sensazioni interne che mi mandavano al manicomio. Ero sudata fino all'inverosimile. Li pregai di asciugarmi il sudore. Fecero finta di non sentirmi. Alla fine le 2 ore passarono. Avevo 6 litri di acqua saponata nello stomaco. Dopo pochi minuti cominciarono le coliche. Erano dolorosissime e io mi contorcevo per il dolore. Cominciai a gridare, a chiedere aiuto, a chiedere di andare in bagno. Ma era passato un solo quarto d'ora. I dolori erano insopportabili ma io volente o nolente li dovevo sopportare per altre due ore e tre quarti. Aaaah aaah aaaah aaah aaaah aaaaaaah, basta, basta, basta, non ce la faccio più, non resisto, fatemi andare in bagno, aaaah aaah aaaah aaah aaaah aaaaaaah. Mancavano 2 ore e mezza e io continuavo a contorcermi e a gridare. Aaah aaaah aaah aaaah aaah aaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah. Il dolore è troppo forte, sto morendo, non ce la faccio più, non ce la faccio più. Aaah aaaah aaah aaaah aaah aaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah. Dai gioia mia resisti, mancano solo due ore. Solo 2 ore? Ma Io non ce la faccio più. Aiutatemi, vi prego, fatemi andare in bagno. Questa volta l'infermiera che mi teneva sulle ginocchia fu meno tenera. Lo sai benissimo che non andrai in bagno prima che passino tutte le 3 ore. I dolori te li dovrai sopportare fino all'ultimo minuto. Non te ne perderai nemmeno un secondo. Quindi stai zitta e sopporta. Scoppiai a piangere. Piansi per alcuni minuti, poi ricominciai a gridare. Aaaah aaah aaaah aaah aaaah aaaaaaah aaaaaaah. Basta, basta, non ne posso più, fatemi andare in bagno, devo cacare il dolore è troppo forte. Cacherai fra un'ora e mezza. Ahi, ahi, ahi, ahi ahiiiii. Qualcuno mi aiuti, non ce la faccio più, il dolore è insopportabile, non resisto, non resisto. Dai gioia mia manca solo un'ora. Lo so che sarà l'ora più lunga della tua vita, ma non me ne frega niente. I dolori ce li hai tu, mica io. I dolori sono insopportabili ma tu te li dovrai sopportare fino all'ultimo.Ripresi a gridare, a chiedere aiuto, a chiedere il bagno, a contorcermi per il dolore. Aaah aaaah aaah aaaah aaah aaaah aaah aaaah aaah aaaah aaaaaaah aaaaaaah aaaaaaah. Gridai fino all'ultimo secondo. Poi sempre con gli occhi bendati fui messa sul water ed evaquai. Passai direttamente dal cesso alla doccia gelata. Alle 16 senza un attimo di tregua mi infilarono il termometro in culo, quindi mi diedero il cucchiaio di sciroppo e ancora tutta scombussolata mi fecero mangiare la solita pasta scotta. Mi fecero tutte le altre iniezioni comprese quelle sulla pianta dei piedi. Ancora la doccia gelata e quindi a letto. Naturalmente non dimenticarono le iniezioni notturne. Tra mille sofferenze passò anche il settimo mese. Ero distrutta ma non avevo il tempo di piangermi addosso, visto che passavo senza tregua da una sofferenza all'altra.
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Commenti dei lettori al racconto erotico