Paradiso di Angelo, Nicole e Gis

di
genere
incesti

Amore, sangue e carne. Fica, cuore e anima.



Prefazione

Ci sono amori che vanno oltre la logica.
Legami che infrangono i codici scritti dalla morale, ma che rispettano solo una legge: quella del desiderio.

Nicole e Gis non sono solo due donne.
Sono la nipotina proibita e la cognata amata, diventate amanti, schiave, dee.
E io, Angelo, sono l’uomo che le ha prese entrambe.
Le ho fatte mie. Con rispetto, con passione, con fame.
Nel letto, nella vita.
Nel cuore, e nella carne.

Questo è il nostro racconto.
Questo è il nostro Paradiso.



Capitolo 1 – La Notte dei Corpi e delle Anime

La casa sulla scogliera era silenziosa. Solo il rumore lento del mare, lontano, scandiva il tempo.
Dentro, l’aria era satura di odori familiari: il profumo speziato dei capelli di Nicole, il sapore maturo della pelle di Gis, e il nostro desiderio che ancora aleggiava, denso, tra lenzuola e pareti.

Eravamo nudi. Io seduto sul letto, loro due ai miei piedi.

Nicole si avvicinò per prima. Gli occhi grandi, scuri, brillavano di voglia. Si mise a cavalcioni su di me, nuda, fiera.
La sua fica rasata mi scivolò addosso, calda, bagnata, affamata. Non servivano parole: sapeva esattamente cosa voleva.

Gis arrivò alle mie spalle, baciandomi il collo, poi le spalle, poi la schiena.
Il suo corpo più maturo, più morbido, mi accoglieva in un abbraccio rovente.
Le sue mani si insinuarono tra le mie gambe, mentre Nicole cominciava a muoversi piano, godendomi profondamente, cavalcando come una regina.

Eravamo un incastro perfetto.

Nicole gemeva piano, i suoi fianchi contro il mio bacino, i seni che si muovevano a ritmo.
Ogni suo affondo era una dichiarazione.

Gis, dietro, guidava le mie mani sul suo culo, poi si sdraiò al mio fianco, aprendo le gambe e prendendomi la mano.
Se la portò tra le cosce. Era calda. Pulsava.

— «Toccami… Voglio venire guardandovi.»

Lo feci. Senza parlare.
Toccai la fica di Gis con delicatezza, poi con forza, poi di nuovo con lentezza, mentre Nicole cominciava ad accelerare.
I nostri gemiti si mescolavano. Le nostre pelli si confondevano.

Quando Nicole venne la prima volta, mi graffiò le spalle. Gridò il mio nome.
E fu lì che la baciai, profondo. Lingua contro lingua, sapore contro sapore.

Gis si avvicinò, prendendoci entrambi, stringendoci in un abbraccio che era quasi un nodo.
Il suo sguardo era pieno d’amore. E di desiderio.

Mi sdraiarono. Nicole si mise a leccarmi lentamente, da sotto.
Gis si sedette sul mio viso, aprendosi per me. Le leccai la fica con fame. Lei godeva, si muoveva, si lasciava andare.

Nicole, intanto, mi prendeva in bocca, lenta, sensuale, precisa.
Era un rito. Una danza sacra.

Poi le ruotai, con forza ma con dolcezza. Le stesi una sopra l’altra.
Le presi entrambe. Prima Nicole, poi Gis. Dentro. Forte. Lento. Profondo.

Alternavo, mentre loro si baciavano sopra di me. Si accarezzavano. Si leccavano.
Due donne diverse, ma unite da me.
O forse io unito a loro.

Quando vennero insieme, urlarono.
Urlarono come mai prima.

Io seguii poco dopo. Dentro Nicole.
Stretta. Bollente. Vibrante.

Rimasero lì, sdraiate su di me, nude, tremanti, esauste.
I loro respiri sul mio petto. Le loro mani intrecciate.
Le loro gambe ancora aperte, ancora sporche di piacere.

Le guardai. Non servivano parole.

E io…
Sorrisi.
Avevo la fica di Nicole.
Il culo di Gis.
Il cuore di entrambe.
E non volevo nient’altro.



Capitolo 2 – L’Alba del Peccato Perfetto

Il sole filtrava tra le tende leggere della villa.
Il lenzuolo era scivolato ai nostri piedi, e i corpi nudi, intrecciati, portavano ancora i segni della notte appena passata.
Il profumo della fica di Nicole, il sapore del culo di Gis, il mio seme seccato sulla loro pelle…
Tutto parlava di noi.
Del nostro amore.
Del nostro vizio.
Del nostro Paradiso.

Mi svegliai con Nicole tra le gambe.
La sua bocca calda mi stava già risvegliando il cazzo.
Lo succhiava piano, con gli occhi chiusi, come se pregasse.

— «Buongiorno… cazzo mio» — sussurrò tra una leccata e l’altra.

Gis era seduta accanto. Accarezzava i suoi capelli, baciava il mio petto.

— «Lasciala succhiare… La tua puttanella vuole la colazione.»

Le presi entrambe per il collo e le guardai.

— «Siete le mie troie. Le mie donne. La mia famiglia.»

Nicole si mise a cavalcioni su di me.
Non disse niente. Mi infilò dentro la sua fica calda, bagnata, e cominciò a scopare piano.

— «Fammi venire ancora, zio… Fammi sentire tutta la tua passione sporca per me…»

Gis si mise dietro di lei, cominciò a toccarle il culo.

— «Apri, piccola. Oggi voglio vederti godere da entrambi i buchi…»

Poi mi guardò.

— «Angelo… Oggi voglio vederla venire mentre le lecchi il culo e le scopi la fica…»

Obbedii.
La sollevai. Le aprii il culetto con le dita e ci passai la lingua, mentre la prendevo piano da sotto.
Nicole urlava, si contorceva.

Gis intanto si stava toccando guardandoci. Due dita dentro la fica.
E la bocca piena di parole proibite:

— «Siete miei… Siete tutto il mio cazzo di mondo…»

La presi con forza.
Nicole venne tremando.
La sborra colò giù dalle sue cosce.

Ma non era finita.

Mi girai verso Gis.

— «Adesso tocca a te, cognatina mia.»

Lei si mise a quattro zampe. Il culo alto. La fica aperta e lucida.

— «Scopami forte, Angelo. Voglio sentirti sbattermi come la tua puttana di famiglia. Fammelo entrare tutto…»

La presi.
Colpi secchi.
Profondi.

Le mani sul suo culo morbido. Le urla soffocate nel cuscino.
Nicole ci guardava da sotto, leccandosi le dita.

Venne anche Gis.
Forte.
Così forte che le tremarono le gambe.

Io non ce la feci più.
Venni addosso a loro.
Su di loro.
Dentro di loro.
Per loro.

Caddi tra i loro corpi.
Baciando le loro bocche. Mordendo i loro capezzoli.
Stringendole contro di me.

Eravamo sudati. Sporchi.
Pieni di noi stessi.

— «Voi siete mie. Per sempre.»

Nicole mi baciò il collo:

— «Lo siamo sempre state.»

Gis mi leccò l’orecchio e sussurrò:

— «E ora scopi la nipote… e la cognata. Come hai sempre voluto.»



Epilogo – Il Sapore della Felicità

Ore dopo, seduti in terrazza, nudi, abbracciati sotto il sole, non servivano più parole.

Nicole mi accarezzava il petto.
Gis mi teneva per mano.

Ridevano. Si baciavano.
Mi guardavano con occhi che brillavano di amore e possesso.

Avevo tutto.

La fica calda e sfrontata di Nicole.
Il culo morbido e vorace di Gis.
Il cuore puro, selvaggio e sincero di entrambe.

E non volevo nient’altro.

Questo era il mio Paradiso.
E loro erano il mio peccato.
Perfetto.
scritto il
2025-07-07
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