Zia e Nipote

di
genere
etero

L’ANTIQUARIO

Episodio 3/3

Zia e Nipote

By @lady_aemme

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Io e mia zia, dopo l'esibizione della sera precedente, eravamo pronte per l'atto finale.

Nella villa dell'antiquario erano riuniti in trepidante attesa tutti i ricchi clienti per i quali l'antiquario aveva organizzato l'evento.

Non vi nascondo che mia zia con la sua sfrenata sessualità aveva scatenato l'entusiasmo di tutti i presenti, e tutti volevano avere la possibilità di scoparla.

Mia zia da parte sua era pronta a tutto, disponibile a ogni richiesta, a suo agio in ogni situazione, anche la più perversa.

Tutti le ronzavano intorno, la spogliavano, le massaggiavano quelle tette strabordanti e straordinarie, la baciavano, la leccavano, mordendo quei capezzoli duri e autorevoli come sergenti di ferro

Fu un'orgia dissoluta e disordinata, in cui ognuno realizzava tutto quello che gli veniva alla mente.

E così, mentre io facevo pompini a destra e a sinistra, mia zia veniva incatenata e trattata come una schiava, alla quale veniva ordinato di tutto.

Quando l'atmosfera cominciò a essere rovente, i cazzi duri e vogliosi dei clienti iniziarono a penetrare nei nostri buchi, riempiti da cazzi desiderosi di andare sempre più in profondità.

Ogni cazzo passava da un buco all'altro, da me a mia zia in una girandola di sesso sfrenato e senza regole.

Difficile ripercorrere in senso logico e cronologico quegli eventi, che mi restarono fissati nella mente proprio per il loro disordinato svolgersi.

Cazzi sconosciuti, ma induriti dal desiderio più sfrenato, mi penetravano, alternandosi, nel culo, nella fica e in bocca

E così, mentre uno sborrava nel mio culo un altro veniva dentro la fica di mia zia, che in quei momenti stava ricevendo una sborrata sulle tette da uno che si segava con veemenza.

Anche la mia fica venne invasa da una sborrata proprio mentre, ricordo, un altro mi spruzzava in faccia il suo sperma e io, gemendo, venivo godendo come la più lurida delle puttane.

E quel senso di perdizione infinita, di godimento senza freni e senza limiti mi eccitava terribilmente, mentre leccavo e assaporavo tutta la sborra che veniva depositata sulla mia faccia, sulle mie labbra e dentro la mia bocca.

Fatto è che alla fine io e mia zia ci ritrovammo riempite di sborra, e mentre io ero impegnata a leccare e ingoiare tutto lo sperma che potevo, mia zia si ritrovò a squirtare per il godimento ulteriore dei presenti.

E mia zia in questa pratica è una specialista: distesa, a gambe larghe, vibrava sotto le sollecitazioni di mani che vorticosamente frugavano dentro la sua fica, fino a far zampillare i suoi liquidi umorali come fontane settecentesche.

Lo squirt memorabile di mia zia fu in qualche modo l’atto conclusivo di quella giostra sessuale che ci aveva viste coinvolte, in modo partecipe e consapevole, in un’esperienza dai contorni a tratti surreali, tra superdotati, neri mandinghi, e orge all’insegna del piacere più sfrenato.

Io e mia zia ci ritrovammo di nuovo nel bagno, a ridere come due sceme che erano appena scese dalle montagne russe, mentre ci prendevamo tutto il tempo per ripulirci e rilassarci, nel fisico e nell’anima.

Rivestite, riordinate, con i nostri lunghi capelli neri che incorniciavano i nostri visi solari e soddisfatti, ricevemmo dall’antiquario le buste con un quantitativo consistente di biglietti di vario colore, e un inchino galante accompagnato da un sorriso ampio e soddisfatto.

“Un sogno, signore. Un sogno ad occhi aperti”, ci diceva mentre, salite sull’auto che ci avrebbe riportate alla stazione di Santa Maria Novella, chiudeva, non senza un evidente rimpianto, lo scuro sportello della SUV che si avviò verso la città.

Mentre si tornava a casa in treno, io e mia zia non facevamo altro che guardarci in faccia e ridere, con le borsette più pesanti e tante buste a farci compagnia.



Tutto l’evento è narrato nei miei Racconti Illustrati e i video sono visionabili sul mio canale telegram

scritto il
2025-06-22
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