Una giornata proficua

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UNA GIORNATA PROFICUA

by @lady_aemme

sono su instagram, se avete piacere di conoscermi



Ero ancora stancamente stesa sul letto, nuda, allungata tra Haziz e Bashir.

Avevamo da poco finito di scopare e in bocca avevo ancora il sapore del loro sperma.

"Dai spicciati, alzati troia, che stanno per arrivare", mi disse Haziz spingendomi con un calcio fuori dal letto.

"Potresti essere anche un pò più educato, no?"

"Vatti a preparare, puttana, che ti voglio vedere in piena forma: mi devi stupire"

Due arabi, tanto ricchi quanto viziosi.

Facevamo affari da tempo: l'intesa professionale era perfetta, quella sessuale all'insegna dell'eccesso e della perversione.

Eravamo stati una notte intera a scopare, in modo sfrenato, come forsennati, e ora quei due si accingevano ad assistere allo spettacolo che avevano organizzato.

Mi alzai.

Nuda andai sulla veranda a farmi accarezzare dal vento che soffiava leggero.

Le folate di vento mi scompigliavano i lunghi capelli neri, facendoli volteggiare disordinatamente.

Aspiravo in profondità l'aria salmastra, mentre ammiravo rapita l'azzurro infinito del cielo e del mare che si confondevano all'orizzonte.

La villa di Haziz era posta su un promontorio selvaggio e dominava su un panorama mozzafiato.

Scesi dabbasso.

Ne approfittai per fare una colazione in relax e un bagno lungo e rigenerante.

Poco prima delle 11:00 squillò il videocitofono.

Erano arrivati.

Aprii il cancello esterno e attesi sulla soglia della villa.

Indossavo una camiciola a mezza coscia, ero senza reggiseno e i miei capelli lunghi e neri mi cadevano disordinatamente sulle spalle.

Vidi il furgoncino rosso attraversare il cancello, percorrere il viottolo brecciato e fermarsi proprio davanti a me.

Ne scesero due uomini.

A stento repressi un moto di sorpresa.

Due marcantoni neri, alti, con i muscoli guizzanti, gli sguardi docili ma felini

Li introdussi nel salotto.

"Ecco, dovremmo montare tutto qui"

"E questi mobili che ci sono?"

"Portate via tutto"

Presero a lavorare di gran lena.

Pacchi grossi, ingombranti e pesanti trasportati come fuscelli.

Sotto le magliette leggere i muscoli poderosi si muovevamo scattando come molle.

Li guardavo ammirata, mentre lavoravano; li osservavo in silenzio, eccitata...

Quei muscoli poderosi non cessavano di guizzare sotto le magliette che cominciavano a impregnarsi di sudore, mentre io iniziavo a riscaldarmi.

Mi sedetti sulla sedia, con fare noncurante.

Allargai un pò le gambe.

I loro sguardi mi sfioravano, ma non si soffermavano.

Li vidi ogni tanto lanciarsi occhiate complici.

Cominciai lentamente ad accarezzarmi le tette.

"Ragazzi, fa un caldo pazzesco, quando volete vi offro qualcosa di fresco, per una breve sosta", dissi guardandoli.

Sentivo gli umori emergere con veemenza nella mia fica.

Cominciai a immaginare i loro attrezzi, a fantasticare sulle loro dimensioni: Dio mio che troia iniziavo a sentirmi...

Quando ebbero scaricato e posizionato il grande divano li guardai, ritti di fronte a me.

"Abbiamo finito signora, e un bicchiere fresco ora sarebbe gradito"

"Vado subito a prendervi qualcosa da bere, ve lo siete meritato - dissi loro sorridendo - Voi intanto toglietevi quelle magliette sudate. Rinfrescatevi"

Un minuto dopo ero di ritorno con due bottiglie di birra fresca.

Gliele diedi, e mentre loro bevevano soddisfatti io mi inginocchiai davanti a loro e cominciai a sbottonargli i pantaloni.

Estrassi due cazzi di proporzioni impressionanti, già in fase di erezione.

Li tenni tra le mani, li osservavo rapita e presi lentamente ad assaporarli, ora l'uno, ora l'altro.

Erano enormi: non ne avevo mai maneggiate di quelle dimensioni.

Ero emozionata, e anche un pò preoccupata.

Lavorai a lungo di bocca fin quando divennero così tesi ed eccitati che erano pronti alle penetrazioni.

Andai a posizionarmi sul grande divano, in ginocchio. Inarcai la schiena e attesi.

Presero a leccarmi in profondità il culo e la fica.

Uno venne a mettersi sotto di me, armeggiò un pò con le mie tette e coi capezzoli e poi cominciò a infilare il suo cazzo nella mia fica.

Lentamente, perchè era talmente grosso che la mia fica faticava a prenderlo intero.

Quello dietro intanto mi allargava il culo con le dita, ci sputava dentro, leccava in profondità fino a quando cominciò a spingere col suo cazzo.

Dio mio che dolore.

Non riusciva a entrare, troppo grosso.

Quello nella fica continuava a spingere, facendomela andare in fiamme.

Urlavo, di dolore e di godimento, quando dimenandomi venni come una vera troia impazzita, e proprio in quel mentre sentii quel cazzo enorme rompermi il culo, sfondarmi come mai mi era accaduto.

Urlai di dolore, e di piacere, mentre la mia fica continuava a essere tempestata dai colpi dell'altro cazzo.

Haziz e Bashir guardavano e ridevano, riprendendo tutta la scena.

Non ero mai stata riempita in quel modo.

Mi sentivo sbattuta come un fuscello al vento, con la fica tormentata e il culo martoriato.

Ansimavo e urlavo, urlavo e ansimavo quando venni un'altra volta mugolando come una cagna bastonata.

E intanto quei due cazzi neri continuavano a pompare, a spingere con una forza che mi spaventava.

"In faccia, in faccia", urlava Haziz.

Pochi secondi e i due uscirono, mi presero per i capelli e mi fecero inginocchiare davanti a loro.

Presero a segarsi, pochi secondi e venni investita da due getti immani di sperma caldo.

I fiotti si susseguivano a ritmo serrato.

"Apri quella bocca, troia, ingoia!", mi urlava Haziz, ed io provvidi subito.

La mia bocca venne invasa da una marea bianca che faticavo a ingoiare.

Mi sborrarono in faccia per un tempo incalcolabile: sembrava che non finissero più.

Poi, quando smisero di segarsi li presi in mano e cominciai a leccarli forsennatamente.

Ora l'uno, ora l'altro, li leccavo, li baciavo, li gustavo, ingoiando tutto quello che potevo.

Quando finalmente quei due cazzi mostruosi si sgonfiarono li lasciai andare, e mentre con le dita mi pulivo gli occhi ricoperti di sborra, si misero davanti a me Haziz e Bashir con i loro uccelli in tiro.

"Apri la bocca, zoccola"

Obbedii docile e dopo una breve attesa la mia bocca venne invasa nuovamente dallo sperma dei due.

Attesi che la bocca si riempisse e poi mandai giù d'un fiato.

I due neri stavano andando via mentre Haziz e Bashir parlavano tra loro e ridevano.

Io andai in bagno a farmi una bella doccia rinfrescante.

Una doccia lunga, necessaria, rigenerante.

Quando uscii dal bagno nella villa non c'era nessuno.

Sul tavolo del salotto diverse mazzette di banconote di vario colore e il solito, immancabile biglietto di Haziz: “per la mia principessa”

Andasse al diavolo quel vizioso arabo.

Avevo ancora la fica in fiamme e il culo rovente e dolente.

Certo, diecimila buoni motivi per essere penetrata, inculata e sfondata in quel modo: cazzo che dolore...ma che godimento...

Era comunque stata una giornata proficua.

scritto il
2025-06-21
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