Il premio alla firma
di
Lord Kalvan
genere
dominazione
IL PREMIO ALLA FIRMA
By @lady_aemme
Sono su instagram, se volete conoscermi
Quella mattina avevo deciso di uscire un po' più tardi del solito.
Mio marito la sera prima aveva provato a scoparmi, avvicinandosi, abbracciandomi, ma io ero davvero distrutta.
Il padrone mi aveva messo veramente a dura prova nella sua casa in campagna, dove aveva fatto venire alcuni personaggi noti della città per ottenere quell’appalto tanto agognato.
Non vi racconto i dettagli, ma sappiate che erano in 5 e che mi usarono per tutta la giornata, in tutti i modi possibili e immaginabili.
Avevo ancora il culo dolorante mentre la fica, sebbene ne avesse presi due insieme, la sentivo tranquilla e appagata.
Sapete, ci fu un periodo della mia vita in cui fantasticando la sottomissione mi eccitavo terribilmente, un periodo breve, ma intenso, che ricordo sempre con un senso di rimpianto misto a sollievo…non saprei dirvi perché…
Così, appena svegliata, mi ritrovai mio marito addosso, già eccitato che frugava con la lingua nella mia fica.
“Devo andare al bagno…”, gli dissi scansandolo.
Mi alzai velocemente e andai al bagno.
Indossavo una canottiera di seta bianca, leggera a mezza coscia, che esaltava il nero corvino dei miei lunghi capelli, ondulati e spettinati, che mi ricadevano disordinatamente sulle spalle.
Tornai in camera da lui.
Era steso sul letto, con il suo cazzo già rigido in mano.
Sapevo cosa voleva.
Gli salii addosso, lo presi in bocca e cominciai a fargli un pompino accompagnando con la mano il movimento della bocca.
Già sentivo le prime gocce liquide di sperma sulla lingua quando squillò il mio cellulare.
Era lui, il padrone.
Andai di corsa a rispondere.
“Vieni subito, troia”, e richiuse.
Mi precipitai a indossare il primo vestito che mi capitò tra le mani, senza mettere il reggiseno né gli slip, che tanto non sarebbero serviti a nulla, e lasciai mio marito sul letto, col cazzo duro e voglioso che si lamentava bestemmiando infuriato.
“Torno subito, ti assicuro. Un’emergenza in ufficio”, gli dissi mentre trafelata mi precipitavo fuori di casa.
Arrivai affannata nel suo ufficio.
"Ecco, questa è la troia di cui vi parlavo. Se firmate il contratto oggi ve la do per un'ora, e potete farci tutto quello che volete".
"E lei è d'accordo?", chiese uno dei due guardandomi.
Il padrone si alzò, mi diede una sberla e mi disse di spogliarmi.
Eseguii subito, sotto lo sguardo eccitato dei due.
"Lei fa tutto quello che voglio io, vero puttana?"
"Si, padrone, sempre"
I due, ancora seduti, avevano già cacciato i loro cazzi duri.
"Spogliati, troia", mi disse il padrone, ed io provvidi immediatamente a togliermi la camicia e la gonnina nera che indossavo.
In pochi attimi fui completamente nuda.
Uno mi afferrò per un braccio, mi tirò a se e mi fece inginocchiare.
Iniziai a leccare i loro cazzi mentre il padrone guardava divertito.
"Ragazzi, dateci sotto che questa troia è sempre affamata", disse sogghignando il padrone, mentre i due mi mettevano le mani dappertutto e infilavano le loro dita nella fica e nel culo...
Uno dei due si sdraiò per terra e mi fece salire su di lui.
Mi allargò la fica con una mano e con l'altra mi infilò il suo cazzo già umido.
"Galoppa troia", mi disse schiaffeggiandomi con forza il culo
Eseguii subito, in silenzio.
L'altro cominciò ad allargarmi con le mani il culo e a leccarmi il buco.
Sentii la sua lingua bagnata entrarmi dentro, mentre con le dita mi dilatava il buco del culo.
Mi piaceva, e iniziai a mugolare di piacere.
Il mio padrone cominciò ad eccitarsi anche lui, infatti mi si parò davanti e, afferratami per i capelli, mi disse: "Leccamelo per bene, troia"
Presi subito in bocca il suo cazzo e iniziai a leccarlo furiosamente, mentre quello dietro sentii che mi infilava il suo cazzo nel culo.
Due, tre, quattro colpi duri, che mi fecero ansimare per il dolore.
Il padrone mi diede una sberla sulla faccia: "continua a leccare, troia, non ti fermare", mi disse.
Annuii con la testa.
Avevo tutti i buchi riempiti.
Il padrone mi scopava col suo cazzo in bocca spingendolo fino alla gola, quello sotto mi scopava la fica mentre con una mano mi strizzava i capezzoli, e quello dietro spingeva come un disperato nel mio culo, sempre più in profondità.
Non mi ero mai sentita così troia, puttana e libera.
Godevo come una porca assatanata.
Per un paio di minuti ansimai dimenandomi come un'ossessa fino a venire urlando di piacere.
A quel punto il mio padrone tolse il suo cazzo dalla mia bocca e disse agli altri due: "venite qua, la mia troia adora ingoiare la sborra, vero puttana?", e mi diede una sberla sulla faccia.
"Certo padrone si, adoro ingoiare la sborra", risposi esaltata.
Restai in ginocchi mentre i tre, ritti davanti a me, presero a masturbarsi.
Li guardavo con la bocca spalancata, in attesa del loro sperma caldo.
Qualche istante e venni investita da fiotti caldi e liquidi si sborra.
La mia bocca venne riempita, iniziai a ingoiare, mentre la sborra continuava a inondarmi la faccia, gli occhi.
Poi a turno mi infilarono i loro cazzi in bocca per farmi leccare lo sperma che ancora fuoriusciva lentamente.
Li leccai a lungo, andando a prendere con la lingua tutte le gocce di sperma.
Quando i loro cazzi divennero mosci il padrone con le dita andò a raccogliere la sborra che avevo sulla faccia e me la mise in bocca.
"Ingoia tutto, troia, non lasciarci nulla", mi disse guardandomi con gli occhi soddisfatti.
Leccai avidamente le sue dita.
"Ora rivestiti e vattene, puttana", mi disse il padrone compiaciuto.
Iniziai a rimettermi la camicetta, quando mi afferrò per i capelli e mi tirò a sè.
"Però prima aspetta...”
Sempre tirandomi per i capelli mi condusse verso il bagno e mi fece inginocchiare: “Devo pisciare, apri la bocca, troia."
Ubbidii subito.
Inginocchiata davanti a lui, spalancai la bocca e venni investita dal suo piscio che inondò la mia bocca.
Ingoiavo tutto quello che potevo, e mentre ingoiavo sentivo il suo piscio sulla faccia.
Quando finì di pisciarmi in bocca il padrone mi diede un calcio nel culo e mi disse: "Ora puoi andartane puttana. Sparisci sporca zoccola"
Mi rivestii rapidamente, uscii dal suo ufficio e misi in moto la macchina, sporca, zoccola e soddisfatta.
Ora avrei dovuto dedicarmi a mio marito, che sicuramente mi stava aspettando con ansia per avere, anche lui, il suo pompino.
Arrivai a casa.
Mi precipitai in bagno per una rapida doccia.
Nuda, con i capelli bagnati lo raggiunsi in camera.
Era ancora allungato sul letto, il cazzo afflosciato e l’aria imbronciata.
“Su caro, non essere arrabbiato, un’emergenza in ufficio, un contratto importante da firmare…perdonami…ora sono tutta per te”, e presi in bocca il suo cazzo per leccarlo come piaceva a lui.
L'immagine relativa alla scena più hard di questa esperienza, e intendo quella nel bagno, sarà visionabile sul mio canale telegram
By @lady_aemme
Sono su instagram, se volete conoscermi
Quella mattina avevo deciso di uscire un po' più tardi del solito.
Mio marito la sera prima aveva provato a scoparmi, avvicinandosi, abbracciandomi, ma io ero davvero distrutta.
Il padrone mi aveva messo veramente a dura prova nella sua casa in campagna, dove aveva fatto venire alcuni personaggi noti della città per ottenere quell’appalto tanto agognato.
Non vi racconto i dettagli, ma sappiate che erano in 5 e che mi usarono per tutta la giornata, in tutti i modi possibili e immaginabili.
Avevo ancora il culo dolorante mentre la fica, sebbene ne avesse presi due insieme, la sentivo tranquilla e appagata.
Sapete, ci fu un periodo della mia vita in cui fantasticando la sottomissione mi eccitavo terribilmente, un periodo breve, ma intenso, che ricordo sempre con un senso di rimpianto misto a sollievo…non saprei dirvi perché…
Così, appena svegliata, mi ritrovai mio marito addosso, già eccitato che frugava con la lingua nella mia fica.
“Devo andare al bagno…”, gli dissi scansandolo.
Mi alzai velocemente e andai al bagno.
Indossavo una canottiera di seta bianca, leggera a mezza coscia, che esaltava il nero corvino dei miei lunghi capelli, ondulati e spettinati, che mi ricadevano disordinatamente sulle spalle.
Tornai in camera da lui.
Era steso sul letto, con il suo cazzo già rigido in mano.
Sapevo cosa voleva.
Gli salii addosso, lo presi in bocca e cominciai a fargli un pompino accompagnando con la mano il movimento della bocca.
Già sentivo le prime gocce liquide di sperma sulla lingua quando squillò il mio cellulare.
Era lui, il padrone.
Andai di corsa a rispondere.
“Vieni subito, troia”, e richiuse.
Mi precipitai a indossare il primo vestito che mi capitò tra le mani, senza mettere il reggiseno né gli slip, che tanto non sarebbero serviti a nulla, e lasciai mio marito sul letto, col cazzo duro e voglioso che si lamentava bestemmiando infuriato.
“Torno subito, ti assicuro. Un’emergenza in ufficio”, gli dissi mentre trafelata mi precipitavo fuori di casa.
Arrivai affannata nel suo ufficio.
"Ecco, questa è la troia di cui vi parlavo. Se firmate il contratto oggi ve la do per un'ora, e potete farci tutto quello che volete".
"E lei è d'accordo?", chiese uno dei due guardandomi.
Il padrone si alzò, mi diede una sberla e mi disse di spogliarmi.
Eseguii subito, sotto lo sguardo eccitato dei due.
"Lei fa tutto quello che voglio io, vero puttana?"
"Si, padrone, sempre"
I due, ancora seduti, avevano già cacciato i loro cazzi duri.
"Spogliati, troia", mi disse il padrone, ed io provvidi immediatamente a togliermi la camicia e la gonnina nera che indossavo.
In pochi attimi fui completamente nuda.
Uno mi afferrò per un braccio, mi tirò a se e mi fece inginocchiare.
Iniziai a leccare i loro cazzi mentre il padrone guardava divertito.
"Ragazzi, dateci sotto che questa troia è sempre affamata", disse sogghignando il padrone, mentre i due mi mettevano le mani dappertutto e infilavano le loro dita nella fica e nel culo...
Uno dei due si sdraiò per terra e mi fece salire su di lui.
Mi allargò la fica con una mano e con l'altra mi infilò il suo cazzo già umido.
"Galoppa troia", mi disse schiaffeggiandomi con forza il culo
Eseguii subito, in silenzio.
L'altro cominciò ad allargarmi con le mani il culo e a leccarmi il buco.
Sentii la sua lingua bagnata entrarmi dentro, mentre con le dita mi dilatava il buco del culo.
Mi piaceva, e iniziai a mugolare di piacere.
Il mio padrone cominciò ad eccitarsi anche lui, infatti mi si parò davanti e, afferratami per i capelli, mi disse: "Leccamelo per bene, troia"
Presi subito in bocca il suo cazzo e iniziai a leccarlo furiosamente, mentre quello dietro sentii che mi infilava il suo cazzo nel culo.
Due, tre, quattro colpi duri, che mi fecero ansimare per il dolore.
Il padrone mi diede una sberla sulla faccia: "continua a leccare, troia, non ti fermare", mi disse.
Annuii con la testa.
Avevo tutti i buchi riempiti.
Il padrone mi scopava col suo cazzo in bocca spingendolo fino alla gola, quello sotto mi scopava la fica mentre con una mano mi strizzava i capezzoli, e quello dietro spingeva come un disperato nel mio culo, sempre più in profondità.
Non mi ero mai sentita così troia, puttana e libera.
Godevo come una porca assatanata.
Per un paio di minuti ansimai dimenandomi come un'ossessa fino a venire urlando di piacere.
A quel punto il mio padrone tolse il suo cazzo dalla mia bocca e disse agli altri due: "venite qua, la mia troia adora ingoiare la sborra, vero puttana?", e mi diede una sberla sulla faccia.
"Certo padrone si, adoro ingoiare la sborra", risposi esaltata.
Restai in ginocchi mentre i tre, ritti davanti a me, presero a masturbarsi.
Li guardavo con la bocca spalancata, in attesa del loro sperma caldo.
Qualche istante e venni investita da fiotti caldi e liquidi si sborra.
La mia bocca venne riempita, iniziai a ingoiare, mentre la sborra continuava a inondarmi la faccia, gli occhi.
Poi a turno mi infilarono i loro cazzi in bocca per farmi leccare lo sperma che ancora fuoriusciva lentamente.
Li leccai a lungo, andando a prendere con la lingua tutte le gocce di sperma.
Quando i loro cazzi divennero mosci il padrone con le dita andò a raccogliere la sborra che avevo sulla faccia e me la mise in bocca.
"Ingoia tutto, troia, non lasciarci nulla", mi disse guardandomi con gli occhi soddisfatti.
Leccai avidamente le sue dita.
"Ora rivestiti e vattene, puttana", mi disse il padrone compiaciuto.
Iniziai a rimettermi la camicetta, quando mi afferrò per i capelli e mi tirò a sè.
"Però prima aspetta...”
Sempre tirandomi per i capelli mi condusse verso il bagno e mi fece inginocchiare: “Devo pisciare, apri la bocca, troia."
Ubbidii subito.
Inginocchiata davanti a lui, spalancai la bocca e venni investita dal suo piscio che inondò la mia bocca.
Ingoiavo tutto quello che potevo, e mentre ingoiavo sentivo il suo piscio sulla faccia.
Quando finì di pisciarmi in bocca il padrone mi diede un calcio nel culo e mi disse: "Ora puoi andartane puttana. Sparisci sporca zoccola"
Mi rivestii rapidamente, uscii dal suo ufficio e misi in moto la macchina, sporca, zoccola e soddisfatta.
Ora avrei dovuto dedicarmi a mio marito, che sicuramente mi stava aspettando con ansia per avere, anche lui, il suo pompino.
Arrivai a casa.
Mi precipitai in bagno per una rapida doccia.
Nuda, con i capelli bagnati lo raggiunsi in camera.
Era ancora allungato sul letto, il cazzo afflosciato e l’aria imbronciata.
“Su caro, non essere arrabbiato, un’emergenza in ufficio, un contratto importante da firmare…perdonami…ora sono tutta per te”, e presi in bocca il suo cazzo per leccarlo come piaceva a lui.
L'immagine relativa alla scena più hard di questa esperienza, e intendo quella nel bagno, sarà visionabile sul mio canale telegram
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