“L’Estate del Lago”
di
Angelo B
genere
orge
Un racconto erotico in tre atti – di Angelo
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Capitolo I – Il Risveglio dei Sensi
La villa sul lago d’Iseo sembrava uscita da un sogno. Ogni parete bianca, ogni tenda svolazzante, ogni riflesso sull’acqua sapeva già cosa stava per accadere. Non c’era bisogno di parole. Bastava guardarci.
La prima a mostrarsi fu Elisabetta. Indossava un bikini color miele che aderiva al suo corpo come un messaggio preciso. I suoi fianchi larghi, il ventre teso, il seno pieno, tutto in lei gridava desiderio adulto. Si avvicinò con passo sicuro, prese il mio bicchiere e lo svuotò guardandomi negli occhi.
Clara arrivò dopo. Più silenziosa. Un costume floreale che le fasciava il corpo magro, gambe lunghe, occhi scuri e un’aria di mistero che mi ipnotizzava. Mi sfiorò la mano con la sua, appena, ma bastò per farmi tremare.
Poi esplose Nina. Angelina, detta così da tutti, era la più giovane, la più selvaggia. Shorts di jeans strappati, una canotta bagnata e trasparente. I capezzoli in evidenza, l’ombelico gioiello, il sorriso di chi non conosce vergogna. «Che bella vista» disse, riferendosi a me.
Ci ritrovammo nella grande sala. Loro tre intorno a me. Elisabetta mi baciò il collo, lenta, dominatrice. Clara mi slacciò la camicia, con la grazia di una ladra esperta. Nina si inginocchiò, mi guardò dal basso e senza dire nulla mi baciò sotto l’ombelico, facendomi perdere l’equilibrio.
Mi portarono a terra, nudo. Mi spogliarono come si scarta un regalo proibito. Elisabetta si sedette sopra di me e cominciò a muoversi, lenta, profonda, scavandomi dentro. Clara mi baciava, prima sul petto, poi sul ventre, poi più in basso, fino a raggiungere Nina, e si baciarono tra le mie cosce mentre mi toccavano, mentre mi usavano.
Mi lasciavo fare. Ma non ero passivo. Le stringevo, le prendevo, le accarezzavo come se fossero mie. Nina saliva su di me, urlava il mio nome, mi graffiava il petto mentre veniva. Clara gemeva bassa, affondata sul mio viso. Elisabetta mi guardava come una padrona, fino a esplodere in un sussulto rovente.
Ci addormentammo così. Nudi. Mischiati. Esausti. Ma mai sazi.
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Capitolo II – Onde di Fuoco
Il giorno dopo, il lago ci chiamava. Salimmo in barca, solo noi quattro. Il sole alto, la pelle lucida d’olio, i sorrisi ancora pieni della notte.
Elisabetta guidava. Nuda sotto una camicia bianca. Ogni volta che si piegava, il seno le usciva con naturalezza. Clara si stendeva sul ponte, silenziosa, ma pronta a tutto. E Nina, in piedi a prua, lasciava che il vento sollevasse il pareo trasparente e mostrasse il suo corpo da dea.
Raggiungemmo il centro del lago. Lì, ci fermammo.
Elisabetta si tuffò nuda. Clara la seguì. Ma Nina mi guardò e disse: «Adesso. Voglio essere la prima oggi.»
Mi spinse sul sedile, mi spogliò e mi prese. Senza paura, senza pausa. Si sedette su di me, il suo corpo bollente, il respiro strozzato, i glutei che battevano contro di me a ritmo selvaggio. Nina godeva, rideva, mi stringeva, mi divorava.
Poi salirono le altre. Clara baciava Nina mentre io entravo in Elisabetta da dietro, forte, deciso. I nostri corpi bagnati si incastravano, l’acqua schizzava sul legno, i gemiti si mischiavano al vento.
Le presi tutte. Una alla volta. Con lentezza. Con forza. Con fame.
E loro mi vollero fino all’ultima goccia.
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Capitolo III – Il Buon Sesso
La sera tornammo alla villa, distrutti, ma affamati ancora.
Ci buttammo sul grande letto. Nudi. Caldi. Appiccicati. Nessuna vergogna, solo desiderio puro.
Elisabetta mi prese da dietro, mentre Clara mi cavalcava. Nina guardava, poi saliva sul mio petto e si faceva accarezzare, si faceva baciare, si faceva godere.
I loro corpi erano un tempio. Le loro voci, la mia religione.
Il sesso diventava più lento, più profondo, più vero. Era buono. Era nostro. Era tutto.
Venni dentro tutte. Una alla volta. Guardandole negli occhi. Sentendole tremare. Facendole urlare.
E quando finì, le avevo ancora tutte addosso. Esauste. Soddisfatte. Perse in me come io in loro.
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Epilogo – Alba sul Corpo del Desiderio
Il mattino dopo, il lago era calmo. La luce dell’alba ci accarezzava come l’ultimo tocco di una lunga sinfonia.
Nina dormiva tra le mie braccia. Clara si stiracchiava sul divano, nuda e splendida. Elisabetta era in terrazza, nuda anche lei, la schiena perfetta, lo sguardo lontano.
Mi avvicinai. Le baciai tutte. Con lentezza. Con amore. Con gratitudine.
E capii che il sesso con loro non era solo piacere. Era una dichiarazione. Era un giuramento.
Rimasi. Con loro. Perché il paradiso, a volte, ha il profumo di pelle sudata e respiri intrecciati.
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Capitolo I – Il Risveglio dei Sensi
La villa sul lago d’Iseo sembrava uscita da un sogno. Ogni parete bianca, ogni tenda svolazzante, ogni riflesso sull’acqua sapeva già cosa stava per accadere. Non c’era bisogno di parole. Bastava guardarci.
La prima a mostrarsi fu Elisabetta. Indossava un bikini color miele che aderiva al suo corpo come un messaggio preciso. I suoi fianchi larghi, il ventre teso, il seno pieno, tutto in lei gridava desiderio adulto. Si avvicinò con passo sicuro, prese il mio bicchiere e lo svuotò guardandomi negli occhi.
Clara arrivò dopo. Più silenziosa. Un costume floreale che le fasciava il corpo magro, gambe lunghe, occhi scuri e un’aria di mistero che mi ipnotizzava. Mi sfiorò la mano con la sua, appena, ma bastò per farmi tremare.
Poi esplose Nina. Angelina, detta così da tutti, era la più giovane, la più selvaggia. Shorts di jeans strappati, una canotta bagnata e trasparente. I capezzoli in evidenza, l’ombelico gioiello, il sorriso di chi non conosce vergogna. «Che bella vista» disse, riferendosi a me.
Ci ritrovammo nella grande sala. Loro tre intorno a me. Elisabetta mi baciò il collo, lenta, dominatrice. Clara mi slacciò la camicia, con la grazia di una ladra esperta. Nina si inginocchiò, mi guardò dal basso e senza dire nulla mi baciò sotto l’ombelico, facendomi perdere l’equilibrio.
Mi portarono a terra, nudo. Mi spogliarono come si scarta un regalo proibito. Elisabetta si sedette sopra di me e cominciò a muoversi, lenta, profonda, scavandomi dentro. Clara mi baciava, prima sul petto, poi sul ventre, poi più in basso, fino a raggiungere Nina, e si baciarono tra le mie cosce mentre mi toccavano, mentre mi usavano.
Mi lasciavo fare. Ma non ero passivo. Le stringevo, le prendevo, le accarezzavo come se fossero mie. Nina saliva su di me, urlava il mio nome, mi graffiava il petto mentre veniva. Clara gemeva bassa, affondata sul mio viso. Elisabetta mi guardava come una padrona, fino a esplodere in un sussulto rovente.
Ci addormentammo così. Nudi. Mischiati. Esausti. Ma mai sazi.
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Capitolo II – Onde di Fuoco
Il giorno dopo, il lago ci chiamava. Salimmo in barca, solo noi quattro. Il sole alto, la pelle lucida d’olio, i sorrisi ancora pieni della notte.
Elisabetta guidava. Nuda sotto una camicia bianca. Ogni volta che si piegava, il seno le usciva con naturalezza. Clara si stendeva sul ponte, silenziosa, ma pronta a tutto. E Nina, in piedi a prua, lasciava che il vento sollevasse il pareo trasparente e mostrasse il suo corpo da dea.
Raggiungemmo il centro del lago. Lì, ci fermammo.
Elisabetta si tuffò nuda. Clara la seguì. Ma Nina mi guardò e disse: «Adesso. Voglio essere la prima oggi.»
Mi spinse sul sedile, mi spogliò e mi prese. Senza paura, senza pausa. Si sedette su di me, il suo corpo bollente, il respiro strozzato, i glutei che battevano contro di me a ritmo selvaggio. Nina godeva, rideva, mi stringeva, mi divorava.
Poi salirono le altre. Clara baciava Nina mentre io entravo in Elisabetta da dietro, forte, deciso. I nostri corpi bagnati si incastravano, l’acqua schizzava sul legno, i gemiti si mischiavano al vento.
Le presi tutte. Una alla volta. Con lentezza. Con forza. Con fame.
E loro mi vollero fino all’ultima goccia.
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Capitolo III – Il Buon Sesso
La sera tornammo alla villa, distrutti, ma affamati ancora.
Ci buttammo sul grande letto. Nudi. Caldi. Appiccicati. Nessuna vergogna, solo desiderio puro.
Elisabetta mi prese da dietro, mentre Clara mi cavalcava. Nina guardava, poi saliva sul mio petto e si faceva accarezzare, si faceva baciare, si faceva godere.
I loro corpi erano un tempio. Le loro voci, la mia religione.
Il sesso diventava più lento, più profondo, più vero. Era buono. Era nostro. Era tutto.
Venni dentro tutte. Una alla volta. Guardandole negli occhi. Sentendole tremare. Facendole urlare.
E quando finì, le avevo ancora tutte addosso. Esauste. Soddisfatte. Perse in me come io in loro.
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Epilogo – Alba sul Corpo del Desiderio
Il mattino dopo, il lago era calmo. La luce dell’alba ci accarezzava come l’ultimo tocco di una lunga sinfonia.
Nina dormiva tra le mie braccia. Clara si stiracchiava sul divano, nuda e splendida. Elisabetta era in terrazza, nuda anche lei, la schiena perfetta, lo sguardo lontano.
Mi avvicinai. Le baciai tutte. Con lentezza. Con amore. Con gratitudine.
E capii che il sesso con loro non era solo piacere. Era una dichiarazione. Era un giuramento.
Rimasi. Con loro. Perché il paradiso, a volte, ha il profumo di pelle sudata e respiri intrecciati.
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