Scopami e poi sparisci
di
Angelo B
genere
tradimenti
Eravamo al limite.
Da giorni ci scopavamo ovunque: nel mio salotto, nel suo bagno, in macchina, nel vano scale del condominio.
Laura era diventata il mio vizio quotidiano.
La figa più calda, il culo più stretto, la bocca più affamata.
E io?
Sposato. Colpevole. Complice.
Lei sapeva il rischio. Ma lo cercava. Lo voleva.
Una sera mi disse, nuda sul tavolo di cucina:
«Scommettiamo che riesco a farmi scopare da te… con tuo figlio in casa?»
Era fuori controllo.
Ed era irresistibile.
Poi arrivò quella sera.
Quella sera che cambiò tutto.
⸻
Ero a casa sua.
Aveva mandato via il marito con una scusa.
«Solo un’ora,» mi disse. «Vieni a distruggermi la figa. Poi sparisci.»
Entrai.
Era già nuda.
Mi prese per mano e mi portò in camera, accesa solo da una candela.
Mi baciò, mi si sedette sopra, si infilò il cazzo dentro con una lentezza indecente.
«Non mi fermo finché non mi scopi da urlare. Finché non mi lasci un segno. Dentro.»
E iniziammo.
Io disteso, lei sopra.
Figa inzuppata. Bacino in fiamme.
Mi cavalcava come se fosse l’ultima volta.
Lo era.
Le presi i capezzoli tra le dita. Le morsi il collo.
Le infilai le dita nel culo mentre le entravo nella figa fino in fondo.
Gridava. Si piegava. Si apriva.
«Scopami così… voglio che ti resti addosso anche quando non ci sarò più.»
E poi, all’improvviso… la porta si aprì.
Sua voce.
Sua ombra.
Suo marito.
Dietro di lui…
Mia moglie.
Non dissero nulla. Non urlarono.
Ci guardarono.
Io con le mani sui suoi fianchi. Lei col mio cazzo dentro.
Congelati.
Fottutamente nudi.
Fottutamente colpevoli.
Laura non si fermò.
Mi guardò.
E disse con la voce rotta:
«Finiscila. Ora. Davanti a loro. Non fermarti. Mai.»
E lo feci.
Con gli occhi su mia moglie.
Con il suo sguardo pieno di lacrime.
Con il marito di Laura che stringeva i pugni.
Le venni dentro con un urlo.
Lei venne insieme a me.
Silenzio.
Silenzio assoluto.
Poi… loro se ne andarono.
Noi ci rivestimmo.
Non dicemmo niente.
E lei, all’uscita, si voltò verso di me.
Con la figa ancora piena.
Il trucco sciolto.
Il sorriso spezzato.
«Adesso basta, Artur.
Era l’ultima.
Ci siamo scopati fino a distruggerci.
Ora… spariamo.»
⸻
EPILOGO
Non ci fu rancore.
Solo silenzio.
Ci amammo nell’unico modo che sapevamo: scopandoci l’anima.
Poi… ognuno andò per la sua strada.
Io non la cercai più.
Ma ogni volta che sento una donna succhiare, cavalcare, gemere…
Penso a lei.
Laura.
La bocca, la figa e il culo che mi hanno cambiato la vita.
E portato alla fine.
Perfetta. Indimenticabile.
Da giorni ci scopavamo ovunque: nel mio salotto, nel suo bagno, in macchina, nel vano scale del condominio.
Laura era diventata il mio vizio quotidiano.
La figa più calda, il culo più stretto, la bocca più affamata.
E io?
Sposato. Colpevole. Complice.
Lei sapeva il rischio. Ma lo cercava. Lo voleva.
Una sera mi disse, nuda sul tavolo di cucina:
«Scommettiamo che riesco a farmi scopare da te… con tuo figlio in casa?»
Era fuori controllo.
Ed era irresistibile.
Poi arrivò quella sera.
Quella sera che cambiò tutto.
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Ero a casa sua.
Aveva mandato via il marito con una scusa.
«Solo un’ora,» mi disse. «Vieni a distruggermi la figa. Poi sparisci.»
Entrai.
Era già nuda.
Mi prese per mano e mi portò in camera, accesa solo da una candela.
Mi baciò, mi si sedette sopra, si infilò il cazzo dentro con una lentezza indecente.
«Non mi fermo finché non mi scopi da urlare. Finché non mi lasci un segno. Dentro.»
E iniziammo.
Io disteso, lei sopra.
Figa inzuppata. Bacino in fiamme.
Mi cavalcava come se fosse l’ultima volta.
Lo era.
Le presi i capezzoli tra le dita. Le morsi il collo.
Le infilai le dita nel culo mentre le entravo nella figa fino in fondo.
Gridava. Si piegava. Si apriva.
«Scopami così… voglio che ti resti addosso anche quando non ci sarò più.»
E poi, all’improvviso… la porta si aprì.
Sua voce.
Sua ombra.
Suo marito.
Dietro di lui…
Mia moglie.
Non dissero nulla. Non urlarono.
Ci guardarono.
Io con le mani sui suoi fianchi. Lei col mio cazzo dentro.
Congelati.
Fottutamente nudi.
Fottutamente colpevoli.
Laura non si fermò.
Mi guardò.
E disse con la voce rotta:
«Finiscila. Ora. Davanti a loro. Non fermarti. Mai.»
E lo feci.
Con gli occhi su mia moglie.
Con il suo sguardo pieno di lacrime.
Con il marito di Laura che stringeva i pugni.
Le venni dentro con un urlo.
Lei venne insieme a me.
Silenzio.
Silenzio assoluto.
Poi… loro se ne andarono.
Noi ci rivestimmo.
Non dicemmo niente.
E lei, all’uscita, si voltò verso di me.
Con la figa ancora piena.
Il trucco sciolto.
Il sorriso spezzato.
«Adesso basta, Artur.
Era l’ultima.
Ci siamo scopati fino a distruggerci.
Ora… spariamo.»
⸻
EPILOGO
Non ci fu rancore.
Solo silenzio.
Ci amammo nell’unico modo che sapevamo: scopandoci l’anima.
Poi… ognuno andò per la sua strada.
Io non la cercai più.
Ma ogni volta che sento una donna succhiare, cavalcare, gemere…
Penso a lei.
Laura.
La bocca, la figa e il culo che mi hanno cambiato la vita.
E portato alla fine.
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