Alana

di
genere
dominazione

Mi chiamo Alana, ho 19 anni, sono stata adottata da una coppia italiana quando ne avevo 5 ma sono nata in Ucraina, ai miei genitori era piaciuto il mio nome e hanno deciso di non cambiarmelo, ma mi hanno fatto il grande regalo di darmi il loro cognome e ne sono, a loro, molto grata, ho i capelli castano chiaro lunghi e gli occhi nocciola, sono alta un metro e sessanta e peso 48 kg, l’unico sport che ho praticato è la corsa ma ho smesso presto perché mi hanno riscontrato un problema, sono narcolettica, più semplicemente, mi capita di addormentarmi senza rendermene conto, in effetti dormo per un periodo che va dai 15 minuti all’ora, ora e mezza, poi mi risveglio ed è tutto normale, però la cosa, chiaramente, è invalidante, ad esempio non posso guidare, ho problemi anche con il lavoro e, trovarne uno che possa svolgere senza pericolo non è facile, ho avuto anche diversi problemi a scuola prima che mi diagnosticassero questa malattia ma comunque, di solito, riesco a avere una vita quasi normale, poi, succedono cose come questa :
oggi è domenica, con alcune compagne di classe, frequento la quinta liceo, siamo al centro commerciale, l’unico che c’è in Valle, dove abitiamo, io ho la fortuna di viverci vicino, q poche centinaia di metri, i miei genitori, quando ci vado, sono tranquilli per questo, sono partiti sabato per andare da una zia di mamma che non sta troppo bene e torneranno martedì, come spesso accade, io e le mie compagne ci disperdemmo per il Centro e ci ritrovammo per mangiare la pizza alla sera in un punto stabilito, mangiammo e poi ci salutammo, c’era chi aveva altri impegni per la serata, io decisi di bighellonare ancora un po’, poi, verso le 22, dovetti correre in bagno, forse i carciofini della pizza, non so e, purtroppo, seduta sul vaso, mi addormentai, al risveglio non mi resi conto dell’orario, anche perché avevo lasciato il mio cellulare al negozio per farlo riparare, quando uscii dal bagno c’erano le luci delle vetrine in galleria spente ed anche i corridoi erano meno illuminati, arrivata vicino ad una delle uscite una voce forte urlò
- Ferma, si fermi!
Mi voltai ed una guardia giurata stava scendendo da una delle scale, che fortuna, pensai e
- Mi scusi, ero andata in bagno e non mi ero accorta dell’orario
- E non ha sentito i comunicati per altoparlante?
- No, io veramente ho un problema, mi capita di ………
- Che lei abbia un problema è sicuro, cosa ha rubato o voleva rubare?
- Ma niente, niente, non ho rubato niente, voglio solo tornare a casa
Intanto la guardia mi aveva raggiunto e preso per un braccio e senza tanti riguardi prese a trascinarmi, io continuavo a dirgli che si trattava di un errore e che se mi avesse lasciato spiegare ma lui non ci fece caso, mi portò dentro un ufficio, ad una parete diversi monitor, mi spinse su una sedia e mi prese la borsa che svuotò su una scrivania, sulla parete un orologio segnava le 23,30, il Centro chiudeva alle 22,00, avevo dormito per più di un’ora.
- Ah ecco, ti chiami Alana, straniera? Zingara sicuramente, eppure dai vestiti non si direbbe, avete imparato anche a non farvi riconoscere eh?
- Non sono una zingara, sono ucraina ma sono stata adottata e adesso sono italiana, se mi lascia chiamare i miei genitori le spiegheranno tutto
Una radio gracchiò
- Si vieni avanti
- Antonio dove sei? Ho fatto il giro ma non ti ho visto
- Giusè, sono in ufficio, ho beccato una zingara, quando hai finito raggiungimi
Cominciai a piangere continuando a dire “ non sono una zingara, non sono una zingara”
- Forza alzati, vieni qui e svuota le tasche, quando arriva il mio collega chiamiamo i carabinieri
Mi alzai dalla sedia e rovesciai sulla scrivania tutto quello che avevo nelle tasche, sia del giaccone che dei jeans,
- Visto? È tutta roba mia
- Zitta, chissà dove hai nascosto quello che hai rubato, ma lo troverò
In quel momento entra il suo collega, più vecchio di lui, con un po’ di pancia anche,
- Allora, cosa abbiamo qui? È questa la zingarella?
- NON SONO UNA ZINGARA
- Zitta e stai seduta, l’hai perquisita?
- No, lo sai che secondo il regolamento bisogna essere in due
- Vabbè, vabbè tu alzati e vieni qui
- Togli il giaccone e poi metti le mani sul tavolo, brava, così
- Adesso allarga un po’ le gambe
Cominciò a palparmi dappertutto partendo dalle spalle fino alle caviglie, poi disse all’altro di fare altrettanto per sicurezza
- Ne hai presa una carina, a parte il viso anche il resto non è male
E partì una risata
- Tu rimettiti seduta, Antonio vieni un attimo qui fuori
Dopo qualche minuto rientrarono,
- Allora, signorina, i carabinieri verranno domattina, stanotte sono impegnati, tanto qui sei al sicuro, adesso andiamo a cercare dove hai nascosto quello che hai rubato
- IO NON HO RUBATO NULLA
- Buona buona, siediti su quella branda
Quando mi fui seduta il suo collega mi mise una manetta al polso e l’altra alla testiera del letto, poi uscirono, ma pensa in che guaio mi sono infilata, accidenti a me, pensai, adesso questi due e poi domattina i carabinieri ed io devo passare la notte qui.
Quando rientrarono, uno dei due aveva in mano uno zainetto e mi fece liberare
- Vieni siediti qui
Mise lo zainetto sul tavolo e poi
- Aprilo e tira fuori tutto quello che c’è dentro
Vennero fuori trucchi, profumi, una sciarpa, dei guanti ed un cappello di lana
- Lo abbiamo trovato nel bagno dove hai detto di esserti addormentata
- Non ho mai visto questa roba
- Certo, certo, rimetti tutto dentro lo zaino
Lo feci senza tante cerimonie poi mi fecero rimettere sulla branda, senza però ammanettarmi di nuovo ed uscirono ancora, dopo 5 minuti rientrarono
- Bene, la refurtiva l’abbiamo recuperata, probabilmente i carabinieri si limiteranno a schedarti e ti rimanderanno a casa in attesa del processo
- Quale processo, io non ho fatto niente
Si guardarono e poi
- Beh puoi provare a spiegarglielo ma sulla refurtiva ci sono le tue impronte, non credo ti crederanno, tu che dici?
Gli stronzi mi avevano fregato, era stata tutta una farsa, me ne resi conto in quel momento all’improvviso, che stupida.
- Certo, dovrai passare una lunga notte qui, noi ne sappiamo qualcosa, del resto la refurtiva è stata recuperata, in centrale non abbiamo ancora detto nulla e ai carabinieri potremmo sempre dire che c’è stato un errore
- Cosa volete?
- Come dicevo la notte è lunga e …..solitaria
Stavolta non ci misi molto a capire, non ero poi così scema, una scopata e sarei tornata a casa mia dimenticando quello che era successo, avevo già avuto rapporti, da quando avevo 16 anni, con il mio ex ragazzo che poi avevo lasciato perché voleva che lo facessimo su only fan, mi facevano schifo ma se era necessario
- Va bene, ho capito, d’accordo
- Ok, prima però bisogna rimettere a posto lo zainetto dove lo abbiamo trovato, vai con Antonio mentre io metto un po’ di firme qui
Uscimmo nel corridoio, io tenevo lo zainetto, eravamo quasi arrivati al bagno che Antonio mi disse che doveva registrare un passaggio e mi mandò a rimettere a posto lo zainetto, mi disse nel terzo bagno, quando uscii lo trovai che mi aspettava una quindicina di metri dal bagno e tornammo in ufficio, Giuseppe, il collega stava armeggiando con i controlli delle telecamere.
- Spogliati forza
Tolsi il giaccone e poi il maglione, le scarpe e poi i jeans, rimasi in mutandine e reggiseno
- Anche quelli
Mi girarono intorno e cominciarono a toccarmi, poi Giuseppe si tolse i pantaloni e le mutande
- In ginocchio
M passò il suo uccello sulle labbra facendolo strisciare più volte, intanto l’altro mi palpava il seno, poi mi fece aprire la bocca dicendo
- Adesso succhia e lecca troietta, voi ragazze di oggi siete brave a fare i pompini
Le mani di Antonio, intanto, si erano fatte più audaci, si era inginocchiato anche lui e mi toccava figa e culetto e dopo poco disse
- Giusè questa è già bagnata, si vede che aveva voglia anche lei
Antonio decise di essere pronto e mi fece alzare e appoggiare la pancia al tavolo, poi mi spinse in avanti per farmici sdraiare rimanendo con i piedi per terra, mi allargò le gambe con una mano e sentii la punta del suo pene forzare l’ingresso della mia fighetta, poi, di colpo mi penetrò, ad ogni colpo i miei piedi si sollevavano da terra, non aveva riguardi, intanto, con gli occhi chiusi subivo senza dargli la soddisfazione dei urlare, quando venne sulla mia schiena feci, finalmente, un grosso respiro ma Antonio prese subito il suo posto, era più grosso ma, almeno aveva avuto l’accortezza di mettere il preservativo, lui ci mise parecchio di più e con lui ebbi anch’io un orgasmo che trattenni in gola anche se ne accorse lo stesso, quando mi rialzai dal tavolo vidi che Giuseppe si era sdraiato sulla branda con il suo coso dritto e, questa volta, incappucciato, non avevo finito
- Vieni qui troietta voglio vedere se anche il tuo culetto è stretto come la tua fuga
- Senti, va bene, però per favore fai piano
- Certo non ti preoccupare, sarò un gentiluomo e si mise a ridere, lentamente calai sul suo cazzo che lui diresse verso il mio buchino
- Hai ragione è stretto quasi vergine ma non lo è vero?
- No no
- Ecco sono dentro
Era riuscito ad entrare solo con la cappella ed io riuscivo a mantenermi con i piedi sul materasso ed una mano contro il muro vicino scesi ancora un po’ lentamente e poi ancora, poi lui cominciò a spingere di più e con le mani sotto il mio sedere iniziò a farmi salire e scendere sul suo cazzo ogni volta sempre di più, finchè non sentii le sue palle contro il mio culetto e quindi continuò senza più fermarsi; Antonio si mise in piedi sulla branda davanti alla mia faccia e mi prese i capelli mettendo il suo uccello davanti alla mia bocca, anche lui voleva il suo pompino, intanto l’altro continuava a farmi andare su e giù sul suo cazzo ficcato nel culetto, gli piaceva anche, ogni tanto, tirarmi uno schiaffo alle tette, ero ancora incastrata in quel modo quando Antonio, lasciando la mia bocca si inginocchiò, prese le mie caviglie tirandole verso di se e mi si mise sopra puntando ancora il suo uccello alla mia fighetta, Giuseppe si fermò dandogli il tempo di infilarcisi e poi cominciarono a pomparmi entrambi, quando vennero mi ritrovai schiacciata tra loro due con un violento orgasmo che, stavolta urlai senza ritegno, l’orologio sul muro segnava le due, la notte era ancora lunga e me ne accorsi ma, stavolta, senza lamentarmi, avevo dimenticato tutto, l’accusa di furto, i carabinieri, la mia dabbenaggine iniziale, il fatto che venissi scopata da due stronzi non era più così ….. imbarazzante, volevo solo continuare a …….. godere.
Al mattino Antonio mi accompagnò a casa in macchina, poche centinaia di metri, salii e andai subito in bagno, riempii la vasca e mi ci immersi addormentandomi poco dopo.
scritto il
2024-10-30
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