Da MIlano a Roma

di
genere
confessioni

Mi chiamo Laura, ho 18 anni e sono all’ultimo anno di liceo classico, l’anno scorso è stato molto pesante per me e mamma, papà ci è stato portato via in un pomeriggio da un embolo al cervello, eravamo distrutte, io però ho preso più da papà, piangevo molto, soprattutto la sera in camera mia ma mamma era proprio inebetita, sembrava uno zombie, poi, piano piano, ne siamo venute fuori, lei ha ricominciato a curarsi, a truccarsi, ha smesso i colori cupi degli abiti che indossava, del resto è ancora giovane, mi ha avuto presto, adesso ha 37 anni ed è sempre stata molto bella, dicono che sembriamo sorelle, chissà, pensavo, un giorno forse conoscerà qualcuno.
Io, invece, non ho storie, diversi ci provano ma ho deciso di farlo solo con qualcuno che sento di amare veramente e, quindi, passo per quella che non ci sta, anche se, nella mia cameretta mi masturbo spesso da sola, come ho scoperto fare anche a mamma ogni tanto.
Poi , tutto all’improvviso è cambiato,: ala mattino sono andata a scuola come al solito, c’era una specie di assemblea, la politica non mi ha mai interessato ma non avevo voglia di bighellonare per la città e allora sono tornata a casa dopo solo un paio d’ore che ero uscita, nessuno in giro, che mamma fosse ancora a letto ho pensato, aprendo la porta della sua camera era si a letto, nuda, e stava facendo un pompino al nostro portinaio che con il cazzo in alto le stropicciava un seno, richiusi la porta immediatamente e andai in cucina, avevo bisogno di un caffè, intanto pensavo, il portinaio, quello antipatico, vecchio, avrà cinquant’anni, con lo sguardo sfuggente che avevo beccato una colta a guardarmi il sedere mentre salivo la rampa di scale che portava all’ascensore, proprio lui, però aveva un cazzo lungo e nodoso da quello che avevo intravisto, non potevo pensarci, scalpiccio di ciabatte in corridoio, mamma entra in cucina trafelata stringendosi addosso la vestaglia, comincia a scusarsi a darmi giustificazioni, la fermo subito tranquillizzandola, sto bene, non c’è problema, le dico, lei mi spiega che, senza pensare al fatto che non era ancora vestita ma era solo in vestaglia l’aveva chiamato perché si era bloccata la tapparella grande della sala e lui era salito, poi una parola tira l’altra, una coscia sporge dalla vestaglia, insomma si sono trovati a letto, le dissi di non preoccuparsi e di tornare di là, io me ne andai in camera e misi la cuffia per sentire la musica e, soprattutto, non sentire i loro, eventuali, lamenti, ma continuavo a pensare a quello che avevo visto, inconsciamente cominciai a toccarmi.
Passavano i giorni, non affrontammo più l’argomento, però Sandro, il portinaio, ogni tanto veniva a cena, immagino si fermasse per la notte, però io al mattino lo trovavo sempre in guardiola quando scendevo per andare a scuola e il suo sorrisino mi dava ai nervi.
Intanto era arrivata l’estate, una notte, mentre dormivo come il mio solito a pancia in giù, ad un certo punto un peso che mi schiaccia, una mano mi spinge la faccia contro il cuscino, un’altra inizia a frugarmi tra le gambe, vengono allargate con le ginocchia e vengo penetrata di colpo, mi manca il fiato per il dolore, poi comincia a muoversi dentro di me tenendomi sempre la faccia contro il cuscino, una voce
- Ho assaggiato la madre ora assaggio anche la figlia, che bella fughetta stretta hai,
dopo una quindicina di minuti sento il caldo del suo seme sulla schiena, si è sollevato da me e uscendo dice ancora
- Ci rivedremo presto
Al mattino faccio la doccia e mi rimetto a letto, non mi sento di andare a scuola, mamma mi porta una tazza di latte caldo, preoccupata, le dico che non è niente, più tardi mi alzo e vedo che le mie lenzuola sono macchiate di sangue, smonto subito il letto e le cambio mettendole in lavatrice, mamma, intanto è uscita per la spesa, la faccio partire subito per evitare che le veda, la nostra vita riprende come prima, solo che a tavola non riesco a guardarlo in faccia, ogni tanto la sera escono insieme dopo cena, non li sento neanche rientrare.
Una sera, però, decido di scoprire dove vanno e, quando escono li seguo con il mio motorino, li perdo ma li riprendo un paio di volte, poi li vedo entrare in un locale, è un privè dove fanno anche lo scambio di coppie scopro dopo una breve ricerca in internet, cosa sta combinando con mia madre?
Io intanto chiudo sempre la porta della mia camera a chiave la sera, si vede che sono proprio stupida, le chiavi delle porte interne sono tutte uguali e, infatti, una notte me lo ritrovo ancora addosso,
- Stai buona e zitta che adesso ci divertiamo un po’ insieme
Faccio per replicare ma mi arriva uno schiaffo
- Ho detto buona e zitta o ti faccio male,
stavolta non ero di schiena, si mise tra le mie gambe e mi penetrò come l’altra volta, solo che, questa vola, aveva a disposizione i miei seni, i miei capezzoli si indurirono e lui continuava a strapazzarli e lui, mentre mi scopava
- Ah ecco, hai voglia anche tu vero?, tale madre tale figlia, due troie
Finito che ebbe, stavolta mi fece strisciare il cazzo sulle labbra e, stringendomi la faccia tra le dita di una mano mmi fece aprire la bocca
- E adesso puliscilo, troietta
Dovetti leccarlo, poi mi lasciò così sul letto e se ne andò, non potevo continuare così, per me e per mamma, però aveva ragione, avevo voglia, mi piaceva essere scopata anche con forza come faceva lui.
Nulla cambiò, ormai inutile chiudersi a chiave e tornò di nuovo con il cazzo già inalberato verso l’alto, mi fece mettere sul letto come un cagnolino, con il cuscino sotto la pancia, poi sentii un dito forzarmi il culetto, mi agitai ma ottenni il solo risultato di farlo entrare di più, poi un altro dito e ci sputava sopra, dentro fuori con due dita, anche roteandole, poi parlò
- Ho già rotto il culo alla tua mamma che gemeva come una gatta in calore, vediamo tu come ti comporti
E le dita vennero sostituite dal suo uccello mentre io stringevo le lenzuola con le mani e soffocavo le mie urla contro il materasso, poi cominciò a muoversi ed ebbi un orgasmo,
- Proprio come tua madre, vi piace prenderlo nel culo
Continuò così a pomparmi, più a lungo delle altre volte ed io venni ancora prima che finisse e, stavolta, si scaricò dentro di me, visibilmente affaticato se ne andò, dormii in posizione fetale con il culetto che mi bruciava, altra giornata di scuola persa.
Nei due mesi successivi tornò da me altre volte, poi una sera disse che ci avrebbe portato fuori, di vestirci fighe, mamma lo guardò strano, portò tutte e due in quel locale dove andava con lei, prima di entrare mamma si bloccò e gli disse
- Anche lei? No dai lei no
E lui se ne uscì con la rivelazione
- Perché no, scopa bene come te.
Entrammo , eravamo poche donne, alcune si vedeva che erano prostitute, Sandro parlò con il proprietario che gli dette due chiavi, io e mamma fummo divise, ognuna in una camera con un letto al centro ed una parete a specchio che poi, scoprì essere finta, era una vetrata che permetteva da fuori di guardare dentro, nel mio caso Sandro e un altro uomo entrarono, si spogliarono poi mi tolsero i vestiti e mi porsero i loro uccelli da succhiare, poi entrambi mi penetrarono, io non ero una prostituta, non avevo bisogno di fingere, godevo come una matta, le loro mani ed i loro cazzi si erano appropriati del mio corpo, i miei capezzoli duri e gonfi fino a farmi male, poi, tutti e due mi inondarono di sperma venendomi dentro, immaginai che mamma stesse facendo lo stesso, quando se ne andarono rimasi sul letto pensando che era finito ma quella sera ebbi altre visite, altre tre coppi e addirittura un trio, mentre tornavamo a casa con mamma avevamo il trucco disfatto ed io il corpo dolorante, lasciandoci sotto casa tirò fuori una manciata di soldi e disse
- Serata fruttuosa, preparatevi che la settimana prossima ci torniamo
Andammo di sopra, vidi che mamma aveva le lacrime agli occhi, ci facemmo la doccia, una doccia molto lunga, poi tirai giù le valigie e i borsoni dall’armadio e cominciammo a riempirle, erano le cinque quando finimmo, grazie all’ascensore scendemmo fino in garage con il nostro carico, riempimmo la macchina di mamma e partimmo per andarcene da Milano. Nei giorni successivi mamma incaricò una società dii traslochi di svuotare casa raccomandandosi di non dire a nessuno dove avrebbero portato la roba, soprattutto al custode, poi incaricò un’agenzia di vendere casa.
Trovammo casa a Roma in affitto, più piccola di quella che avevamo ma per noi andava bene, però il problema era trovare un lavoro, i soldi sarebbero finiti e quelli della vendita della casa chissà quando sarebbero arrivati, tutti lavori pagati poco e, decisamente faticosi, la sera ci ritrovavamo a casa a cena frustrate, una sera, mentre eravamo sul divano a coccolarci a vicenda, nulla di eccessivo eh, solo coccole, mi venne un’idea e ne parlai a mamma, sia io che lei ricorrevamo spesso alla masturbazione. Il sesso ci mancava, quello stronzo di Sandro no, proposi a mamma di fare quello che ci aveva fatto fare lui ma in proprio e in sicurezza, rimase stupita ma dopo qualche ragionamento sui pro e i contro decidemmo di provare, andai subito al computer per cercare i locali a Roma come quello che avevamo “visitato” a Milano, ne trovai quattro che mi sembravano adatti, mandai delle mail chiedendo un appuntamento, trovai accoglienza in due di quelli che però, volevano vedere anche mamma perché, furono chiari, se sembra una puttana non ci interessa, superammo tranquillamente la prova, anche se dovemmo farci scopare dai due titolari, ci mettemmo d’accordo sulla divisione del compenso e iniziammo 2 giorni a settimana ognuna, ormai sono 6 mesi che lo facciamo, con mamma portiamo a casa anche 4000 euro la settimana, la prossima settimana ci facciamo bionde, per cambiare, poi ci presentiamo sempre eleganti ma sexy come fossimo delle socie del club, pensano i proprietari ad organizzare, i due locali hanno molto più successo degli altri, io e mamma non abbiamo rimpianti, abbiamo quello che volevamo, soldi, sesso e niente problemi. Ah dimenticavo, comunque mi sono diplomata.
scritto il
2024-11-14
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