Donna Clara
di
Sara1994
genere
corna
Mi chiamo Clara, sono sposata con Aloisio da, ormai, 10 anni, il nostro è stato un matrimonio “quasi” combinato, io avevo 18 anni e lui 40, le nostre famiglie si conoscevano, io non avevo più il papà e la mamma faceva fatica a mandare avanti la fazenda di famiglia, Aloisio era il nostro vicino e così ha permesso a mamma di trasferirsi a Brasilia vicino ad altri suoi parenti, rilevando e unendo le due proprietà, la sua, in effetti, molto più grande della nostra. da allora la nostra vita segue i ritmi della natura, lui si occupa delle coltivazioni più lontane ed io, con tre braccianti, dell’allevamento del bestiame vicino casa, quindi mi alzo molto presto, faccio la colazione per lui ed i braccianti e poi loro vanno a lavorare ed io mi occupo della casa, Aloisio torna la sera, abbiamo coltivazioni di mais, caffè, canna da zucchero, ananas, alleviamo manzi e polli ed abbiamo anche una piccola miniera di stagno; quando arriva a casa Aloisio è sempre abbastanza stanco ed io, cerco di fargli trovare una buona cena e nessun problema da risolvere per la parte della fazenda che seguo io vicino casa.
La domenica è l’unico giorno di riposo che abbiamo anche se, spesso, Aloisio è impegnato con i conti, io, devo ammetterlo, forse perché sono ancora giovane, forse perché lui è stato il mio primo e unico uomo e non ho fatto altre esperienze, ma mi sto stancando di questa vita, pesante e monotona, ho cominciato, da tempo, a sognare feste da ballo, bei vestiti, uomini che ti corteggiano e, non solo, internet rappresenta uno svago ma abbiamo solo un computer perché Aloisio dice che è necessario per il lavoro ma non bisogna esagerare, io non posso guardare altro che qualche film perché lui controlla la cronologia, non per controllarmi ma automaticamente e non posso guardare tutto quello che vorrei.
I tre braccianti che vivono nella depandance della fazenda e che si occupano degli animali sono tutti dell’età di Aloisio, ogni tanto, a turno, se ne vanno dalle famiglie per una settimana e poi tornano, non ci danno alcun problema e sono dei gran lavoratori.
L’unico svago che ho d’estate è andare a fare il bagno al ruscello, a monte di dove vengono abbeverate le bestie c’è una pozza abbastanza grande e profonda per nuotare e, nelle calde giornate estive è un vero sollievo potermi immergere e nuotare, mi faccio sellare la mia cavallina argentina e dopo una bella galoppata la lego all’ombra degli alberi in modo che possa pascolare e faccio un bel bagno, bado sempre però di tornare in tempo per preparare la cena, quando rientro, incrocio lo sguardo dei miei braccianti, non so, ma ultimamente, mi sembra di notare qualcosa di malizioso nei loro sguardi, che qualcuno mi abbia spiato mentre faccio il bagno nel ruscello senza vestiti, oppure quando, dopo il bagno mi asciugo al sole, sempre più frequentemente toccandomi?
Qualche settimana fa, tornando dal mio primo bagno della stagione, trovo tutti t tre i braccianti nelle scuderie a cambiare le lettiere dei cavalli nei box, consegnando le redini ad uno di loro un altro mi dice
- Donna Clara, sarà un’estate molto calda quest’anno
- Vedremo
Risposi
- Mi sa che anche noi faremo qualche bagno per rinfrescarci ogni tanto al ruscello
Volli fare una battuta
- Avvisatemi, non vorrei trovare tre begli uomini nudi quando vado a fare il bagno, ahahaha
- Certo, Donna Clara, non sarebbe il caso, no?
Mi rispose con un sorrisino malizioso ma non ci badai, al momento, e me ne andai in casa, ci ripensai dopo, soprattutto alla domanda finale.
Passò qualche giorno, andai al ruscello ancora un paio di volte, poi una mattina Aloisio mi disse che non sarebbe rientrato per la notte e avrebbe dormito nella baracca della miniera perché doveva arrivare l’ingegnere il mattino dopo che dovevano discutere perché la quantità del materiale estratto stava calando da tempo, gli chiesi se dovevo preparargli qualcosa da portare via ma mi disse che c’erano i rifornimenti della miniera e di non preoccuparmi, mi baciò sulla guancia come tutte le mattine e partì, a pranzo informai i ragazzi che mi chiesero il permesso per andare a fare una nuotata, gli dissi di si però di portarmi il necessario per cucinare la feijoada che l’avrei preparata per cena.
Quando tornarono nel pomeriggio stavo pulendo il pavimento in legno del salotto in ginocchio, come al solito avevo una minigonna di jeans, una canottiera e le infradito, sentii la porta aprirsi e, nonostante avesse parlato a bassa voce capii perfettamente quello che aveva detto il mio bracciante
- Allora Dio esiste
Feci finta di niente e mi alzai con il solito sorriso e gli dissi
- Fra due ore tutti a tavola perché poi voglio andare a letto presto
- Al suo servizio Donna Clara
A tavola fecero onore alla mia cucina, soprattutto poi annaffiata da un paio di bottiglie di vino rosso della cantina di Aloisio, ridemmo, scherzammo e bevemmo, ad una certa ora, però dissi che volevo andare a letto e fecero la battuta
- Se vuole Donna Clara la accompagniamo noi, ahahah
- Spiritosi, riesco ancora a salire le scale
- Non lo dicevamo per le scale
Non raccolsi, mi alzai e dissi
- Adesso ripulite voi, così imparate ad essere maliziosi
E salii le scale, a dir la verità un po’ malferma sulle gambe, feci una doccia veloce, che mi schiarì un po’ la testa e con la mia camicia da notte andai a letto, i rumori dal piano terreno cessarono dopo un po’, stavo quasi per prendere sonno quando, leggermente, qualcuno bussò alla porta e poi entrò
- Donna Clara, tutto bene? Ha bisogno di niente?
Accesi la luce sul comodino e mi alzai a sedere sul letto, senza considerare che la mia camicia da notte lasciava intravedere i miei capezzoli che spingevano contro la stoffa semi trasparente, sulla porta uno dei tre braccianti e alle sue spalle gli altri due.
- Abbiamo pensato che, non essendoci il padrone stanotte avrebbe fatto come fa spesso al ruscello, da sola, e, visto che ci siamo noi……………….
Mi avevano visto allora, ecco il motivo di quegli sguardi maliziosi, rimasi però senza parole sorpresa da tanta impudenza e lui continuò, entrando di più nella stanza seguito dagli altri
- Del resto Donna Clara noi siamo pagati per essere al suo servizio, in tutto, ordini del padrone
Dovevo essere impazzita, ma, le loro parole ed il pensiero di cosa significavano mi stava provocando spasmi al basso ventre, a mi tolsi il lenzuolo da sopra e mi sedetti sul letto e a voce bassa ma ferma dissi
- Se l’ha ordinato il padrone…….
Si tolsero le camicie mostrando i loro petti muscolosi e villosi, poi i pantaloni fecero la stessa fine, la mia camicia da notte mi venne sfilata dalla testa e, subito, i miei seni vennero catturati dalle loro mani ed i capezzoli dalle loro bocche, uno dei tre si inginocchiò tra le mie gambe e con le dita scostò la leggera peluria che circondava la mia figa allargandone le labbra ed insinuandoci la lingua, io con le mani appoggiate sul materasso e con la testa all’indietro godevo di quelle attenzioni, poi, per le cosce, venni spinta sul letto e chi già era tra le mie gambe spinse il suo uccello dentro di me, le mie piccole labbra si schiusero pe farlo entrare senza fare resistenza, intanto anche le mie mani e la mia bocca erano al lavoro con gli altri due che, dallo stato dei loro membri, sembrava non aspettassero altro che seguire l’esempio del loro collega, ricevetti il suo sperma caldo sulla pelle della mia pancia che ancora si contraeva per lo spasmo dell’orgasmo che avevo raggiunto, un altro mi penetrò con maggiore irruenza e, questo, mi piaceva di più, lo dissi mentre mi scopava e lui aumentò gli affondi, rallentando, ogni tanto e poi spingendosi fino in fondo. Lui scelse il mio seno per svuotarsi e questo mi provocò altre sensazioni piacevoli, il terzo mi girò a pancia sotto sul letto, avevo la testa contro il materasso ed il culo in alto ma scelse sempre la mia figa e, a gambe larghe sul mio letto nuziale mi pompò come fossi una cagna, da dietro, intanto gli altri non abbandonavano il mio corpo con le mani e le lingue che ne percorrevano ogni centimetro, lui preferì la mia schiena ed ebbi un brivido quado la sua sborra calda raggiunse la mia spina dorsale, rimanemmo stesi a riprendere fiato, poi sentii uno di loro mettermi un dito nel sedere, mi agitai e lo fermai, mi alzai e andai in bagno, ci rimasi almeno mezzora, feci una lavanda anale scaricandomi e ripulendomi, poi tornai con un lubrificante che, ritenni sarebbe andato bene e con una scatola di preservativi, tornata a letto li diedi ai miei tre ragazzi perché usassero sia l’uno che gli altri e, piano piano, uno dei tre, cominciò con un dito e poi due chiedendomi se andava bene, se avevo dolore, ma io mi agitavo per agevolargli ,l’ingresso, poi sentii il suo cazzo spingere ed entrare un centimetro per volta, un mio sospiro per volta fino a quando ritenne di essere dentro abbastanza e di poter cominciare a scoparmi nel culo, forse la novità o forse la vicinanza del condotto anale con la mia vagina mi portarono ad un primo orgasmo ma nel seguito della notte ne ebbi altri sia quando mi incularono a turno, sia quando mi scoparono sia quando decisero che dovevano essere riempiti contemporaneamente la mia vagina ed il mio sfintere, quel mattino non preparai la colazione, la trovai pronta in cucina e i miei tre braccianti già al lavoro; la monotonia della mia vita aveva trovato una soluzione, di notte ero l’amorevole moglie di Aloisio e, di giorno, quando lui andava via andavo sul balcone della nostra stanza e chiamavo uno dei miei braccianti, , e, quando Aloisio mancava per la notte li avevo tutti e tre al mio servizio, del resto : “l’aveva ordinato il padrone”.
La domenica è l’unico giorno di riposo che abbiamo anche se, spesso, Aloisio è impegnato con i conti, io, devo ammetterlo, forse perché sono ancora giovane, forse perché lui è stato il mio primo e unico uomo e non ho fatto altre esperienze, ma mi sto stancando di questa vita, pesante e monotona, ho cominciato, da tempo, a sognare feste da ballo, bei vestiti, uomini che ti corteggiano e, non solo, internet rappresenta uno svago ma abbiamo solo un computer perché Aloisio dice che è necessario per il lavoro ma non bisogna esagerare, io non posso guardare altro che qualche film perché lui controlla la cronologia, non per controllarmi ma automaticamente e non posso guardare tutto quello che vorrei.
I tre braccianti che vivono nella depandance della fazenda e che si occupano degli animali sono tutti dell’età di Aloisio, ogni tanto, a turno, se ne vanno dalle famiglie per una settimana e poi tornano, non ci danno alcun problema e sono dei gran lavoratori.
L’unico svago che ho d’estate è andare a fare il bagno al ruscello, a monte di dove vengono abbeverate le bestie c’è una pozza abbastanza grande e profonda per nuotare e, nelle calde giornate estive è un vero sollievo potermi immergere e nuotare, mi faccio sellare la mia cavallina argentina e dopo una bella galoppata la lego all’ombra degli alberi in modo che possa pascolare e faccio un bel bagno, bado sempre però di tornare in tempo per preparare la cena, quando rientro, incrocio lo sguardo dei miei braccianti, non so, ma ultimamente, mi sembra di notare qualcosa di malizioso nei loro sguardi, che qualcuno mi abbia spiato mentre faccio il bagno nel ruscello senza vestiti, oppure quando, dopo il bagno mi asciugo al sole, sempre più frequentemente toccandomi?
Qualche settimana fa, tornando dal mio primo bagno della stagione, trovo tutti t tre i braccianti nelle scuderie a cambiare le lettiere dei cavalli nei box, consegnando le redini ad uno di loro un altro mi dice
- Donna Clara, sarà un’estate molto calda quest’anno
- Vedremo
Risposi
- Mi sa che anche noi faremo qualche bagno per rinfrescarci ogni tanto al ruscello
Volli fare una battuta
- Avvisatemi, non vorrei trovare tre begli uomini nudi quando vado a fare il bagno, ahahaha
- Certo, Donna Clara, non sarebbe il caso, no?
Mi rispose con un sorrisino malizioso ma non ci badai, al momento, e me ne andai in casa, ci ripensai dopo, soprattutto alla domanda finale.
Passò qualche giorno, andai al ruscello ancora un paio di volte, poi una mattina Aloisio mi disse che non sarebbe rientrato per la notte e avrebbe dormito nella baracca della miniera perché doveva arrivare l’ingegnere il mattino dopo che dovevano discutere perché la quantità del materiale estratto stava calando da tempo, gli chiesi se dovevo preparargli qualcosa da portare via ma mi disse che c’erano i rifornimenti della miniera e di non preoccuparmi, mi baciò sulla guancia come tutte le mattine e partì, a pranzo informai i ragazzi che mi chiesero il permesso per andare a fare una nuotata, gli dissi di si però di portarmi il necessario per cucinare la feijoada che l’avrei preparata per cena.
Quando tornarono nel pomeriggio stavo pulendo il pavimento in legno del salotto in ginocchio, come al solito avevo una minigonna di jeans, una canottiera e le infradito, sentii la porta aprirsi e, nonostante avesse parlato a bassa voce capii perfettamente quello che aveva detto il mio bracciante
- Allora Dio esiste
Feci finta di niente e mi alzai con il solito sorriso e gli dissi
- Fra due ore tutti a tavola perché poi voglio andare a letto presto
- Al suo servizio Donna Clara
A tavola fecero onore alla mia cucina, soprattutto poi annaffiata da un paio di bottiglie di vino rosso della cantina di Aloisio, ridemmo, scherzammo e bevemmo, ad una certa ora, però dissi che volevo andare a letto e fecero la battuta
- Se vuole Donna Clara la accompagniamo noi, ahahah
- Spiritosi, riesco ancora a salire le scale
- Non lo dicevamo per le scale
Non raccolsi, mi alzai e dissi
- Adesso ripulite voi, così imparate ad essere maliziosi
E salii le scale, a dir la verità un po’ malferma sulle gambe, feci una doccia veloce, che mi schiarì un po’ la testa e con la mia camicia da notte andai a letto, i rumori dal piano terreno cessarono dopo un po’, stavo quasi per prendere sonno quando, leggermente, qualcuno bussò alla porta e poi entrò
- Donna Clara, tutto bene? Ha bisogno di niente?
Accesi la luce sul comodino e mi alzai a sedere sul letto, senza considerare che la mia camicia da notte lasciava intravedere i miei capezzoli che spingevano contro la stoffa semi trasparente, sulla porta uno dei tre braccianti e alle sue spalle gli altri due.
- Abbiamo pensato che, non essendoci il padrone stanotte avrebbe fatto come fa spesso al ruscello, da sola, e, visto che ci siamo noi……………….
Mi avevano visto allora, ecco il motivo di quegli sguardi maliziosi, rimasi però senza parole sorpresa da tanta impudenza e lui continuò, entrando di più nella stanza seguito dagli altri
- Del resto Donna Clara noi siamo pagati per essere al suo servizio, in tutto, ordini del padrone
Dovevo essere impazzita, ma, le loro parole ed il pensiero di cosa significavano mi stava provocando spasmi al basso ventre, a mi tolsi il lenzuolo da sopra e mi sedetti sul letto e a voce bassa ma ferma dissi
- Se l’ha ordinato il padrone…….
Si tolsero le camicie mostrando i loro petti muscolosi e villosi, poi i pantaloni fecero la stessa fine, la mia camicia da notte mi venne sfilata dalla testa e, subito, i miei seni vennero catturati dalle loro mani ed i capezzoli dalle loro bocche, uno dei tre si inginocchiò tra le mie gambe e con le dita scostò la leggera peluria che circondava la mia figa allargandone le labbra ed insinuandoci la lingua, io con le mani appoggiate sul materasso e con la testa all’indietro godevo di quelle attenzioni, poi, per le cosce, venni spinta sul letto e chi già era tra le mie gambe spinse il suo uccello dentro di me, le mie piccole labbra si schiusero pe farlo entrare senza fare resistenza, intanto anche le mie mani e la mia bocca erano al lavoro con gli altri due che, dallo stato dei loro membri, sembrava non aspettassero altro che seguire l’esempio del loro collega, ricevetti il suo sperma caldo sulla pelle della mia pancia che ancora si contraeva per lo spasmo dell’orgasmo che avevo raggiunto, un altro mi penetrò con maggiore irruenza e, questo, mi piaceva di più, lo dissi mentre mi scopava e lui aumentò gli affondi, rallentando, ogni tanto e poi spingendosi fino in fondo. Lui scelse il mio seno per svuotarsi e questo mi provocò altre sensazioni piacevoli, il terzo mi girò a pancia sotto sul letto, avevo la testa contro il materasso ed il culo in alto ma scelse sempre la mia figa e, a gambe larghe sul mio letto nuziale mi pompò come fossi una cagna, da dietro, intanto gli altri non abbandonavano il mio corpo con le mani e le lingue che ne percorrevano ogni centimetro, lui preferì la mia schiena ed ebbi un brivido quado la sua sborra calda raggiunse la mia spina dorsale, rimanemmo stesi a riprendere fiato, poi sentii uno di loro mettermi un dito nel sedere, mi agitai e lo fermai, mi alzai e andai in bagno, ci rimasi almeno mezzora, feci una lavanda anale scaricandomi e ripulendomi, poi tornai con un lubrificante che, ritenni sarebbe andato bene e con una scatola di preservativi, tornata a letto li diedi ai miei tre ragazzi perché usassero sia l’uno che gli altri e, piano piano, uno dei tre, cominciò con un dito e poi due chiedendomi se andava bene, se avevo dolore, ma io mi agitavo per agevolargli ,l’ingresso, poi sentii il suo cazzo spingere ed entrare un centimetro per volta, un mio sospiro per volta fino a quando ritenne di essere dentro abbastanza e di poter cominciare a scoparmi nel culo, forse la novità o forse la vicinanza del condotto anale con la mia vagina mi portarono ad un primo orgasmo ma nel seguito della notte ne ebbi altri sia quando mi incularono a turno, sia quando mi scoparono sia quando decisero che dovevano essere riempiti contemporaneamente la mia vagina ed il mio sfintere, quel mattino non preparai la colazione, la trovai pronta in cucina e i miei tre braccianti già al lavoro; la monotonia della mia vita aveva trovato una soluzione, di notte ero l’amorevole moglie di Aloisio e, di giorno, quando lui andava via andavo sul balcone della nostra stanza e chiamavo uno dei miei braccianti, , e, quando Aloisio mancava per la notte li avevo tutti e tre al mio servizio, del resto : “l’aveva ordinato il padrone”.
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