Amore fraterno

di
genere
incesti

Mi chiamo Mattia, vivo ancora con i miei genitori, cosa c’è di più comodo? Sono un tipo magro, alto un metro e ottanta, abbastanza atletico, occhi verdi e capelli corti pettinati, praticamente, con un rastrello. Con noi c’è anche la mia sorellina più piccola, Annachiara, è alta un metro e settanta, 55 kg, splendidi capelli lunghi castano chiari un po’ mossi, occhi grigi ed uno sguardo da cerbiatta, da quando è sbocciata come donna, con la sua quasi terza misura e le tettine a punta è aumentato il mio senso di protezione nei suoi confronti, ma anche una sensazione strana che parte dal mio basso ventre e che non vorrei sentire, tra di noi c’è molto affiatamento, da sempre legatissimi, non abbiamo segreti tra di noi, i nostri momenti di intimità sono pieni dei suoi sogni di ragazza e della concretezza che mi distingue, qualche giorno fa mi ha confessato di essere ancora vergine e di avere un certo timore di affrontare il primo rapporto sessuale completo, scherzando le ho detto di non preoccuparsi che, nel caso, io ero sempre disponibile, si è messa a ridere sdraiandosi sul letto.
L’altro giorno la porta della sua camera era socchiusa, passandoci davanti l’ho vista che si guardava allo specchio, era in intimo bianco, su di lei aveva un che di virginale, si stava guardando il culetto alto e sodo e poi abbassò le mutandine guardandosi la fighetta piccola e pelosetta, rimasi immobile come una statua ad ammirarla, la voce di mamma dalla cucina mi scosse e proseguì fino a raggiungerla, ma in testa avevo quell’immagine che, continuava a rimbalzarmi nel cervello.
Il pomeriggio i miei erano fuori, lei venne in camera mia con addosso solo le mutandine ed una t-shirt, voleva parlarmi, cominciò a raccontarmi di una ragazzo più grande che le andava dietro a scuola ma oltre a qualche limonata non c’era stato altro, poi però mi disse
- Mentre ci baciavamo mia ha toccato qui
Indicandomi la sua fighetta
- Ed io mi sono scoperta tutta bagnata,
eravamo seduti sul mio letto, come al solito, lei a gambe aperte sopra le mie che lo erano altrettanto,
- È normale
Le dissi ma lei continuò
- Si ma arrivata a casa mi sono toccata anch’io e i capezzoli del seno mi sono diventati duri duri
- E ti è piaciuto?
- Beh si e no, i capezzoli mi facevano male, perché tu che lo sai non mi fai vedere come devo fare?
Io, con quei discorsi e lei lì davanti facevo fatica a nascondere l’erezione che mi stava riempendo i jeans, però le dissi
- Si certo, adesso?
- Si, per favore, la mamma sarà fuori fino a stasera siamo solo io e te
Si sollevò la t-shirt mostrandomi i seni e poi si abbassò le mutandine, iniziai a giocare con i suoi peli sottili passando due dita poi sulle sue grandi labbra, intanto le baciavo i capezzoli, succhiandoli leggermente, lei con le mani appoggiate sul letto si teneva dritta, leggermente all’indietro, la testa rovesciata cominciando ad emettere mugolii come una gatta, per fortuna non mi guardava tra le gambe, le cuciture dei jeans rischiavano di saltare, le sua grandi labbra si schiusero e con le dita chiesi permesso alle sue piccole labbra che si schiusero come i petali di una rosa rilasciando una goccia di nettare che raccolsi prontamente con la lingua, vedevo e sentivo il suo monte di venere sobbalzare mentre infilavo delicatamente due dita nella sua vagina e le leccavo, con veloci colpi di lingua, la clitoride che si era già gonfiata facendo capolino tra le sue piccole labbra, poi un urlo, alzai la testa appena in tempo e lei orgasmò nella mia mano, poi mi abbracciò forte e mi baciò, ma non un bacio fraterno sulla guancia, ma un bacio appassionato labbra contro labbra con le lingue che si cercavano per intrecciarsi, quando ci staccammo lei sorrideva e mi disse che era stato bellissimo e che avremmo dovuto rifarlo, poi si rimise le mutandine e la t-shirt e volò via come un sogno, dovetti per forza calare la cerniera dei jeans e non ci mise molto il mio attrezzo di 15 cm ad esplodere sporcando il copriletto, fino a quando sarei riuscito a resistere all’impulso di prenderla e farla mia davvero? Non come una sorella ma come una donna affascinante e voluttuosa? Non ero in grado di rispondere, in quel momento.
Passò qualche giorno e ripetemmo quello che avevamo fatto, me lo chiese per favore ma io accettai di buon grado, poi mi chiese anche come fare a far godere un uomo senza fare l’amore completo?
- Beh, non sei una bambina, sai cosa si fa no?
- Si certo, ma non so come, si fa
Era ancora completamente nuda, le dissi di sdraiarsi sul letto a pancia sotto, mi tolsi anch’io i pantaloni e le mutande mostrandogli il mio uccello già rigido, lei disse
- Però è grosso
Si le risposi ma non tutti sono così, poi glielo feci impugnare con una mano, le dissi di accarezzarmi lo scroto con l’altra e poi di tirare fuori le lingua e passarci sopra la cappella, era molto attenta, la cosa era quasi comica se non fosse stato che dovevo trattenermi per non rovesciarla sul letto e farle perdere la verginità da tutte e due le parti, poi le dissi di scappellarlo e di continuare così con il prepuzio, poi di imboccarlo e leccarlo e succhiarlo, glielo tolsi di bocca appena in tempo prima di schizzarle sul seno il mio sperma caldo, come una porcellina mi guardò, con le dita ne raccolse qualche goccia e poi se le passò tra le labbra dicendo
- Ho anch’io il computer e internet sai? Guardo ogni tanto qualcuno di quei film
Poi mi baciò come la volta precedente con i suoi capezzoli che premevano sul mio petto.
Quando se ne andò pensai che fosse stato solo uno dei miei sogni, il mio uccello però non era dello stesso parere.
La domenica notte, mentre i nostri genitori dormivano venne da me, io già a letto, quasi piangeva
- Sai lo abbiamo fatto ma mi ha fatto male e non mi è piaciuto molto
- Raccontami
- Niente, abbiamo ballato da lui, lui ha cominciato a baciarmi e a toccarmi, ci siamo sdraiati sul divano e ha voluto gli facessi una sega, quella so farla, poi mi è venuto sopra, mi ha allargato le gambe e ci si è messo in mezzo, poi ho sentito il il suo cazzo che spingeva e ho fatto come avevi detto tu, ho cercato di rilassarmi, ma è entrato con un'unica spinta e mi ha fatto male, poi ha cominciato a muoversi e dopo neanche 10 minuti mi ha sborrato sulla pancia, non aveva neanche messo il preservativo come mi avevi detto di fargli fare, non voglio più vederlo uffah!
- Calmati adesso dai, vieni qui sotto le coperte
Si rannicchiò al mio fianco come un cagnolino, io le accarezzai i capelli, la baciai sulla fronte e mi sistemai come meglio potevo con lei a fianco, dopo una mezzora pensavo che dormisse ma la sua vocina
- Lo facciamo insieme?
Il suo corpicino caldo era contro il mio, la baciai, il mio cazzo fremeva al contatto con la sua pelle profumata, rimanendo così intrecciati la penetrai lentamente, un po’ per volta, e quando fui dentro di lei la guardai negli occhi chiedendole se andava tutto bene, lei fece cenno di si e cominciai a muovermi lentamente dentro di lei con colpi non troppo profondi per darle modo di abituarsi alle dimensioni del mio cazzo che era si lungo solo 15 cm ma aveva un diametro considerevole tra i 6 e i 7 cm, poteva essere doloroso, almeno qualche ragazza me lo aveva detto, così non fu per lei, la sua fighetta stretta lo avvolse e accettò, con un sospiro quando fui tutto dentro di lei e i suoi mugolii mentre andavo su e giù mi fecero capire che andava tutto bene, poi ebbe un orgasmo, lo soffocai con un bacio, e poi, insieme i nostri corpi vibrarono in un unico orgasmo liberatorio, sperai che papà e mamma non avessero sentito, si addormentò così, con un sorriso sulle labbra tra le mie braccia. Al mattino dovetti svegliarla presto per rimandarla nel suo letto prima che i nostri genitori si alzassero, non eravamo più piccoli come quando ci facevano dormire insieme.
Non fu l’unica volta, mi disse che tra le mie braccia si sentiva sicura, come ogni anno organizzammo a giugno, alla fine della scuola, una settimana in campeggio, erano tre anni che io e lei andavamo insieme, decidemmo di andare a Mandello del Lario, sul lago, io sono sempre stato un appassionato di moto e lì c’è la sede della Moto Guzzi, preparammo tutta l’attrezzatura e con la mia auto andammo sul lago di Como, in macchina mi disse che in questa vacanza voleva fossi io a sverginarle il culetto, mi rimase duro per tutto il viaggio.
Montata la tenda andammo a fare il bagno nel lago e poi ci ritirammo, la tenda era abbastanza grande per starci quasi in piedi, aveva anche una veranda dove cucinare, ci eravamo fatta dare una piazzola abbstanza lontano dalle altre tende, del resto ci avevano detto di scegliere quella, tra le libere, che preferivamo, non ci eravamo registrati come fratello e sorella anche se dai documenti si evidenziava il fatto che avevamo lo stesso cognome ma spiegammo la cosa facendoci passare per cugini alla lontana che però portavano lo stesso cognome, non so se ci credettero, comunque poco importava, finalmente eravamo lì, dopo cena ci mettemmo sui materassini, non avevamo bisogno della luce interna perché avevo scelto apposta una piazzola vicino ad un lampione che, mi avevano spiegato, ad una certa ora si spegneva da solo, però così non avremmo avuto l’effetto ombre cinesi che, dall’esterno, avrebbe permesso di capire quello che stavamo facendo. Per strada, in farmacia avevo comprato del lubrificante anale a base di acqua, nel borsone avevo tre plug di misura diversa che mi ero portato dietro nel caso lei avesse voluto provare come poi avvenne, la feci mettere alla pecorina e lubrificandomi un dito cominciai a entrare nel suo buchino, lei già mugolava, poi le dita divennero due, ci volle mezz’ora prima che introducessi nel suo culetto sodo il plug in più piccolo che poi continuai ad infilare e togliere per la mezz’ora successiva, poi cambiai misura, lei intanto si stava sgrillettando la clitoride ed ebbe un primo orgasmo dopo il quale voltò la testa e mi sorrise, un ‘altra mezzora prima del plug in successivo, erano passate due ore prima che appoggiassi il mio cazzo che sembrava una sbarra d’acciaio al suo buchino e poi entrai, prima con la cappella e poi un centimetro per volta, lei si contorceva, dimenava il culetto cercando di agevolarmi nell’ingresso, quando fui dentro circa per metà cominciai a muovermi, lei mugolava, il sederino in alto, la testa sul materassino, stavolta le venni dentro senza preservativo e le inondai l’intestino.
Fu una settimana intensa, bellissima per entrambi, uscivamo dalla tenda giusto per fare la doccia e mangiare, quando ripartimmo passammo davanti ai cancelli della Moto Guzzi, beh ci sarei andato un’altra volta.
scritto il
2024-11-14
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