Il bastardo

di
genere
etero

Viviamo a Milano in un condominio all’ultimo piano, io, mamma e papà, quando avevo 16 anni papà mi ha fatto un regalo e ristrutturato il solaio sopra il nostro appartamento facendolo diventare un piccolo openspace dove ho la mia camera e tutte le mie cose, dove il tetto è più basso ha fatto realizzare armadi, cassettiere e scaffali su misura, ho anche un balconcino realizzato dove prima c’era un abbaino e papà ha fatto istallare delle finestre a tetto che posso aprire e chiudere con il telecomando, poi abbiamo un impianto fotovoltaico e 2 climatizzatori mi servono per l’estate e l’inverno, d’inverno mi arriva anche l’aria calda dalla botola della scala a chiocciola collegata al testo dell’appartamento, la mia vecchia stanza papà l’ha trasformata nel suo studio, lui fa l’amministratore immobiliare e lavora molto, adesso, da casa, io mi chiamo Anna e ho quasi 18 anni, sono al quarto anno di ragioneria al Cattaneo in Piazza della Vetra, vicino alle Colonne di San Lorenzo, non ho un ragazzo fisso ma, ho già fatto qualche esperienza, anche se papà pensa di no.
Sono una ragazza molto studiosa ma, abbastanza vivace a scuola, comunque, il mio aspetto mi piace abbastanza, vorrei essere più alta ma ho preso dalla mamma e non sono andata oltre il metro e sessantacinque e tutto il resto è abbastanza proporzionato, i miei capelli ondulati rosso tiziano e gli occhi verdi li ho presi da papà, anche se lui comincia a stempiarsi e la mamma lo prende in giro.
Non sono molto assidua sui social, a differenza di molte mie compagne, i miei hanno, sempre tenuto sotto controllo la mia attività su internet, hanno smesso da poco, ormai sono cresciuta.
Sono 15 giorni che, mi arrivano mail con emoticon a forma di rosa o di cuore e la scritta “sei bellissima”, non ho mai risposto, ma non ho mai neppure spostato nelle spam tutti i messaggi, solo l’ultima volta ho pensato di scrivere “grazie!”.
Il tono dei messaggi è cambiato subito, il successivo è stato “bellissima, tutta da scoprire”, il giorno successivo “ti scoperei contro un muro” e il giorno dopo ancora la foto di un uccello, non era presa da internet, con l’aggiunta di “ti piacerebbe se ti sfondassi quella bella fighetta stretta?” non degnai di una risposta nessuna delle mail ma, cominciai a chiedermi chi potesse essere e se fosse il caso di parlarne con papà. Per qualche giorno non successe niente, poi ricominciarono “hai un culo da favola”, con quella bocca devi fare dei pompini incredibili” e poi ancora la foto del cazzo e la scritta ”ti masturbi guardando il mio uccello?” mi ero stufata ma non volevo parlarne con papà e cambiai la mia mail ; tutto tranquillo per circa un mese, poi cominciarono ad arrivarmi mie foto, anche foto di dettagli come il mio seno, la mia bocca ed il mio sedere, chiaramente prese quando uscivo, qualcuno mi seguiva? O forse un compagno di scuola? Non lo so ma cominciai ad avere paura, era il momento di parlarne con papà che si arrabbiò molto perché non gliene avevo parlato prima e cominciò ad accompagnarmi a scuola e a venirmi a prendere all’uscita, mi regalò un nuovo computer e cambiai sia la mia mail che tutte le mie password, inoltre mi regalò uno spray al peperoncino da tenere nella borsa, passarono i mesi ed il mio compleanno, finalmente avevo ritrovato un po’ di tranquillità, poi, un giorno, di nuovo le foto, ma sembrava fossero scattate in casa o, addirittura, nella mia stanza, non potevo farle vedere a papà, ce n’erano anche di me sul letto che mi masturbavo, feci il giro della casa cercando dappertutto videocamere o altro ma non trovai nulla, una volta un messaggio “smetterò quando ti avrò scopata”; beh papà, comunque continuava a farmi da autista, lo spray era nella borsa e, quando uscivo, bene o male, non ero mai da sola ma con amiche o compagne di scuola, però ero in ansia, poi cominciarono a peggiorare “puttana, perché non mi rispondi?”- “Ti scoperò a sangue”- “forse dovrò mettere in rete le tue foto mentre ti masturbi, che ne dici?”, lì la paura venne sostituita dalla rabbia e gli risposi “perché invece non ti fai vedere stronzo? E poi rincarai la dose “probabilmente mi mandi le foto del cazzo di qualcun altro perché ce l’hai piccolo e non lo sentirei neppure se fossi vergine” esagerata? Forse, però non mi arrivò niente per almeno una settimana, poi un unico messaggio “ci vedremo presto” ma non ci feci caso.
Arrivò l’estate, poi per Natale i miei mi regalarono una Smart, avevo la mia auto, potevo smettere di guidare quella di mamma o si farmi accompagnare da papà, poi partirono per andare a fare capodanno in montagna, tornando a casa al pomeriggio il custode, Giorgio, mi disse che erano venuti quelli dell’impianto fotovoltaico e che ci aveva pensato lui, papà mi aveva avvisato, l’ho ringraziato ed avvisato che sarebbe arrivato un Glovo più tardi con la mia cena, fatta la doccia suona il campanello, era Giorgio che mi portava il mio hamburger con patatine e coca cola grande, disse che al citofono non rispondevo, allora era salito lui, sempre carino, giusto nei modi, perché per il resto era un ometto magro e nervoso, poco più alto di me, con pochi capelli e, perennemente, arruffati, mangio con calma guardando la tv, mi viene sonno, quasi da addormentarmi al tavolo della cucina, giusto il tempo di salire in camera, togliere l’accappatoio e crollare sotto il piumone, giusto il tempo di mettere la testa sul cuscino e dormivo, al mattino mi sveglio e sono già le 10, ho fatto un sogno bellissimo, ho fatto l’amore con un uomo tutta la notte, quando vado in bagno ho le cosce un po’ appiccicaticce, si vede che durante il sogno mi sono masturbata, faccio una bella doccia e colazione, poi pronta per uscire il solito giro della casa, la porta finestra del terrazzo aperta, forse quelli del fotovoltaico del giorno prima, chiudo bene ed esco, giornata di shopping, il 31 raggiungo i miei in montagna, ancora due giorni.
Torno la sera e nell’atrio chiamo un Glovo per la sera, pizza e coca cola, Giorgio sta chiudendo la guardiola, mia ha sentito e mi dice di non preoccuparmi che ci pensa lui, infatti, come il giorno prima, dopo la doccia il campanello e la mia pizza, non troppo calda, devo passarla al microonde per un minuto, alla tv ”il grande fratello” due palle, alle 11 ho già sonno e, come la sera prima, mi addormento quasi subito, mi sveglio di colpo, l’orologio segna le 7, ho sognato ancora, mi sembrava così vero, troppo presto, mi giro e mi riaddormento, al mattino in bagno, mi fa male un po’ la pancia e mi brucia anche il culetto, sarà che quando mi masturbo, a volte non mi dispiace mettermi a pancia sotto e coinvolgere anche lui, una volta pronta prendo il mio borsone e salutando Giorgio, che è in guardiola, parto. Il cenone a Cervinia con i miei ed i nostri amici, bellissimo, vado a letto alle 4 ma non in camera mia, ho conosciuto un ragazzo e……….. insomma, nei tre giorni seguenti ci siamo divertiti molto insieme, se il 5 non avessi dovuto essere ad una festa a Milano mi sarei fermata ancora un paio di giorni, ma ci siamo scambiati i numeri di telefono, lui è di Varese, ci rivedremo ancora. Arrivata a casa, Giorgio, addirittura mi prende il borsone e me lo porta fino all’ascensore, certo, il fatto che è papà a pagarlo influisce, mi chiede se la sera sarebbe arrivato il solito rider e gli dico di no, penso mi cucinerò qualcosa, allora mi dice
- Signorina Anna, sto facendo le lasagne, sono la mia specialità, se vuole cenare con me….
- No grazie Giorgio, ma lo sa come sono, faccio una doccia e non mi muovo
- Allora gliele porto su io, non si preoccupi, per me solo sono troppe
Arriva dopo con una porzione gigante di lasagne fumanti ed una bottiglia di coca cola di vetro da un litro e mi dice che anche a lui piace, poi riscende nel suo appartamento al piano terra; sono molto buone ma sono troppe, ne mangio la metà ma bevo quasi tutta la coca, ne vado matta. Sarà la televisione ma neanche a mezzanotte crollo, vado a dormire e sogno Emanuele, così si chiama il ragazzo di Varese, gli lecco e succhio l’uccello mentre lui mi ricambia usando la lingua sulle mie piccole labbra e la clitoride, poi mi scopa con vigore, come gli ho detto che mi piace, mi succhia e mordicchia i capezzoli e poi, su un fianco, dietro di me, me lo infila anche nel culetto mante con le dita mi masturba, Dio, è così reale. Al mattino faccio fatica ad alzarmi, quasi quasi mi sembra di avere ancora sonno, se non avessi la festa la sera……….
I miei sono tornati a casa, ed io ricomincio ad andare a scuola, è l’anno della maturità, qualche mattina dops trovo una busta sul vetro della macchina, sotto il tergicristallo, quando, salita in macchina, la apro resto un attimo immobilizzata, un biglietto scritto a macchina, “non mi sembra tu non abbia apprezzato il mio cazzo, puttana” e insieme al biglietto delle foto, alcune con gli occhi chiusi, la testa di lato ed un cazzo in bocca e sono io, altre mentre un uccello mi scopa con la peluria rossa della mia figa che fa da contorno ed altre ancora mentre mi scopa nel culo, io con la testa sul cuscino ed il sedere in alto, si vede anche il tatuaggio che ho sulla schiena, Dio mio, allora non avevo sognato, ma come era possibile non mi fossi accorta di niente? Forse una droga, ma come? Non vado a scuola chiudo la macchina e torno dentro, trovo Giorgio che distribuisce la posta, mi saluta e mi dice
- Signorina Anna, dormito bene?
Lo guardo mentre mi sorride sornione, è lui, deve essere stato lui, il bastardo ha anche le chiavi di casa nostra
- Le offro un caffè ? l’ho appena fatto
- No grazie, magari un’altra volta
Sto scoppiando dalla rabbia
- La prego, voglio anche farle vedere una cosa
Lo seguo in guardiola che è adiacente al suo appartamento decisa ad affrontarlo, mentre mi versa il caffè mi dice,
- È di là, in camera mia, sulla testata del letto, vada, vada pure
Superata la porta ed accesa la luce, una gigantografia di me nuda con le gambe spalancate, resto un attimo interdetta poi mi giro e sibilo
- Lei è malato, un bastardo malato, io la denuncio
- Non credo, o le tue foto faranno il giro del Web, puttanella
- Si vede che sono foto rubate
- Da cosa? Hai anche gli occhi aperti in alcune e si vede benissimo che stai godendo e poi sei maggiorenne no? Avrei voluto scoparti prima ma mi sono trattenuto, anche se ti sarebbe piaciuto
- Lei è un bastardo figlio di puttana
- Questo è vero ma adesso chiarito questo ti dico anche cosa faremo
- La farò licenziare
- Non penso proprio, meglio non mettere in mezzo i tuoi genitori no?
- Mio padre…..
- Tuo padre non farà proprio nulla perché non gli diremo niente o potrei anche dire che sei stata tu a chiedermi di farti quelle foto e di scoparti ed io, per paura di perdere il posto, ho acconsentito
- Non le crederà nessuno
- Forse, o forse no, vogliamo scommettere?
- Lei mi fa schifo
- Meglio, mi divertirò di più quando ti scoperò, perché d’ora in avanti, quando ne avrò voglia, metterò un cartello sulla guardiola “torno subito” e tu verrai da me in camera mia e, stavolta non dormirai e mi pregherai di scoparti come la puttanella che sei. E adesso vai a scuola che è già tardi.
E mi spinse fuori dalla porta, non sapevo cosa fare, non ero neppure in condizioni di guidare, presi un taxi per andare a scuola; non riuscivo a seguire le lezioni, andai in bagno a vomitare due volte, dovevo parlarne con qualcuno, poi mi ricordai che una mia compagna aveva la mamma in polizia e presi una decisione, già mi sentivo meglio.
Andai a casa sua dopo la scuola, per fortuna il pomeriggio era di riposo, tra un pianto e l’altro riuscii a raccontarle tutto, rimase sconvolta, poi chiamò due suoi colleghi e, mentre io mi riprendevo, raccontò loro la storia, poi mi spiegarono cosa dovevo fare, purtroppo avrei dovuto vedere il bastardo ancora una volta.
Arrivata a casa, erano ormai le 5 lui, appena mi vide nell’androne del palazzo uscì dalla guardiola con un cartello in mano e lo appese sulla porta
- Hai fatto tardi oggi, il nostro discorso di stamattina mi ha fatto venire la voglia, entra
Entrai ad occhi bassi, poi, appoggiai la borsa sul tavolo e lo zainetto a terra. senza togliere i guanti tirai fuori dalla borsa le sigarette e l’accendino ed il sacchetto di mentine che mi aveva dato uno dei poliziotti e mi accesi una sigaretta
- Ah non sapevo fumassi
- Per quello uso le mentine, se ne vuole prenda pure
- Si, perché no, così mi profuma l’alito ahahah
Finii la sigaretta ma non toccai il sacchetto e lui
- Adesso vai di là
Indicandomi la sua camera da letto, lui mi seguì
- Spogliati, forza, voglio guardarti mentre lo fai
Di fianco al letto tolsi la sciarpa ed il cappotto e poi i calzettoni e gli stivali, poi il maglione e la gonna e rimasi in slip e reggiseno
- Uh biancheria di pizzo, come le puttane
Lui intanto si toccava la patta dei pantaloni
- Forza, vai avanti
Tolsi anche il resto, lui mi venne vicino e mi palpò prima il sedere e poi il seno, si sedette sul letto tirando giù la cerniera dei pantaloni
- Dai sai cosa voglio, fallo diventare grosso e duro che poi ti scopo
Mi dovetti mettere in ginocchio e cominciare a leccarlo e succhiarlo, cercai di non pensarci e di insalivarlo il più possibile, quando me lo ordinò mi alzai e mi chinai in avanti sul letto e lui si mise in piedi dietro di me, sentii per un attimo le sue dita che allargavano le mie grandi labbra e poi subito il suo cazzo che spingeva, mi teneva le mani sul sedere mentre mi scopava ed una delle sue dita ossute entrava ed usciva allo stesso ritmo dal mio sfintere, i suoi colpi, dapprima lunghi e profondi, divennero brevi e veloci, ci mise almeno un quarto d’ora a scaricarmi sul sedere il suo sperma con un sospiro di sollievo, purtroppo ebbi anch’io un orgasmo e se ne accorse
- Lo volevi anche tu, visto? Purtroppo oggi non ho tempo, rivestiti e vai a casa, ci vediamo un’altra volta.
Non dissi una parola, mi rivestii, e dopo aver rimesso anche i guanti ripresi le mie sigarette ed il sacchetto di mentine e li rimisi nella borsa, andai di sopra, salutai mamma e mi infilai sotto la doccia, ci rimasi almeno mezz’ora ma dopo mi sentivo ancora sporca.
Quella sera non mangiai e feci molta fatica ad addormentarmi, al mattino sgattaiolai fuori dal palazzo, la mamma della mia compagna mi aspettava con lei fuori da scuola, le diedi il sacchetto di mentine ed entrai in classe.
Quando tornai a casa la guardiola era chiusa con un nastro giallo della polizia, papà mi disse che era venuta la polizia ed aveva fermato Giorgio dopo aver perquisito casa sua trovando un sacchetto di meta-anfetamine che, secondo loro lui spacciava. La madre della mia compagna mi fece avere tutte le foto che trovarono nella casa e mi disse di aver cancellato , sia dal telefono che dal computer di Giorgio tutte le altre, bruciai il tutto nel camino.
Non rividi e non sentii più Giorgio che seppi se l’era cavata con una condanna lieve ed un divieto di dimora a Milano, i miei non seppero mai nulla e papà assunse una portinaia ucraina che aveva un figlio all’università, nel cambio ci guadagnai sicuramente, era biondo, alto un metro e ottanta e beh, il resto potete immaginarlo.
scritto il
2024-11-24
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