Gianna puttana in famiglia - III episodio: lo zio Menotti e papà Dino
di
sexydurex
genere
dominazione
La mia relazione con Zio Menotti andava avanti da un paio di settimane.
Ci vedevamo spesso, di solito il pomeriggio, quando uscivo dall’ufficio.
L’intesa stava crescendo, così come la disinibizione di entrambi. Quasi sempre, concludevamo con una sua pisciata nella mia bocca.
Dopo le prime volte, aveva preso l’abitudine di raccontarmi storie erotiche, ogni volta che ci vedevamo. Avevo notato che si eccitava moltissimo nel raccontarmi situazioni che mi vedevano essere scopata da molti uomini, in maniera rude e quasi violenta. Non mancava mai qualche accenno alla pipì oppure a culi sporchi da pulire.
Mentre raccontava, mi faceva interagire, per assicurarsi che lo stessi seguendo. Quell’abitudine mi incuriosiva, anche perché rimaneva tutto nello stretto confine della fantasia.
Una sera, però, mi sorprese. Lo stavo spompinando ed ascoltavo la sua storia fantasticata:
“Eri con un gruppo di operai, dopo una giornata di lavoro. Ti costrinsero a bendarti ed uno per uno te lo infilarono in bocca. Tu eri lì in ginocchio, bendata, che leccavi cazzi, ad un tratto la benda cade e vedi che il cazzo che stai leccando non è solo quello di un operaio, ma di qualcuno che conosci bene”.
“Chi è?”, chiesi, senza immaginare lontanamente dove volesse andare a parare.
“Tuo padre, stai leccando il cazzo di tuo padre”.
Lo zio si fermò nel racconto ed io rimasi sorpresa e sconvolta da quella fantasia. Che c’entrava papà?
Continuai a segarlo un po’ distratta, ma mi sorprese, e turbò, l’eccitazione che mi pervase, tanto che dissi allo zio
“Continua”
“Dopo un primo momento di sbigottimento, hai ripreso a spompinarlo, non vedendo l’ora che tuo padre ti scopasse”.
Me lo immaginai, riuscivo ad immaginare mio padre che mi scopava e mi eccitai da morire.
Da quel momento, lo zio metteva sempre la scopata con mio padre nei racconti di fantasia.
Finché una sera, lo zio Menotti mi chiese se volessi fare realmente una scopata con lui e con mio padre.
“Zio, non lo so. Una cosa è la fantasia, altra la realtà; è qualcosa che mi spaventa; peraltro, credo che lui nemmeno ne sarebbe contento. È una situazione molto imbarazzante. Già con te non è stato facile, ma mi ha aiutato il fatto che non c’è legame di sangue”
“Invece, credo che a lui non dispiacerebbe”
“Che ne sai? Mica ne avete mai parlato? Non mi dire che sa di noi due?”, chiesi allarmata
“No, certo che no; ma se tu ci stai, posso cercare di capire se a lui andrebbe”
“A te piacerebbe vedermi scopare con mio padre oppure scoparmi insieme?”
“Mi piacerebbero entrambe le situazioni, molto”.
Non dissi niente, mi accovacciai e lo presi in bocca per spompinarlo ancora una volta. Dopo un po’ iniziò con i suoi racconti di fantasia e mi disse:
“Immaginati, adesso, mentre me lo lecchi e tuo padre dietro che ti incula”
Per favorire la fantasia di quell’immagine, mi misi carponi sul letto, continuando a tenere il suo cazzo in bocca.
Lo zio approfittò per continuare nel raccontarmi la sua fantasia
“Lo vedo, adesso, tuo padre, ti prende per i fianchi e ti incula, mentre tu continui a leccarmelo per farmi sborrare. Lo senti il cazzo di tuo padre che ti incula?”
“Si, lo sento”, gli risposi e lo feci sborrare nella mia bocca.
Menotti scese da casa della nipote e chiamò subito il suo compare
“Dino è fatta. Tua figlia vuole scoparti”
“Non ci posso credere, dici davvero?”
“Si, preparati che tra qualche sera ce la mettiamo in mezzo. Tu non hai idea cosa è capace di fare. Scusa se te lo dico, ma tua figlia è una gran troia”
“E tu pensi che non lo sappia?”…scoppiarono a ridere
Continuai a vedermi con lo zio e mi ritrovai ad aspettare con ansia i suoi racconti, per immaginarmi con mio padre.
Una volta che mi vidi con lo zio, era in prossimità della festa dei lavoratori e, per il pranzo, la zia e mia madre avevano organizzato un incontro in famiglia, ristretto alle nostre due famiglie.
Lo zio mi convinse che quella poteva essere una prova, saremmo dovuti andare cauti, ma avrei potuto provocare discretamente papà ed osservare la sua reazione.
Quella domenica mi svegliai molto tesa, ma anche, come spesso, ormai, accadeva, piacevolmente eccitata. Avevo pensato a lungo cosa indossare, ed alla fine optai per un leggings bianco modello capri, di tessuto leggero; aderiva perfettamente alle mie forme, e non indossando slip, evidenziava la linea delle grandi labbra della figa. Misi un top senza reggiseno ed un paio di scarpe nere con tacco a spillo 12. Era pur sempre festa.
Quando arrivai a casa dei miei, salutai la mamma e raggiunsi papà in salone; lo baciai sulla guancia, soffermandomi un po’ di più ed accostando le labbra, molto vicino alle sue.
Mi tolsi il giubbotto, comunque corto e raggiunsi la mamma in cucina.
Parlavo con la mamma, ma tenevo sempre d’occhio l’ingresso della cucina, sperando ci raggiungesse papà; cosa che accadde dopo qualche minuto ed appena vidi la sua sagoma comparire sull’uscio, facendo finta di non sapere fosse dietro, mi piegai a novanta gradi per raccogliere qualcosa di inesistente dal pavimento.
Mi voltai e vidi il volto di papà sorpreso, ma compiaciuto, gli sorrisi e tornai a rivolgermi alla mamma.
Arrivarono lo zio e la zia.
Cercavo di non guardare lo zio per timore di essere scoperta.
Papà, invece, lo sorpresi più di una volta a guardarmi e mi chiesi se sapesse di me e dello zio e, soprattutto, se lo zio gli avesse già detto qualcosa sulle nostre intenzioni di coinvolgerlo.
Poco prima di sederci a tavola, la mamma e la zia si accorsero che il dolce non era venuto bene, perciò lo zio approfittò della situazione e propose di andare a comprare qualcosa in pasticceria, chiedendomi di accompagnarlo.
Naturalmente accettai, prese il giubbotto ed uscii da casa con lo zio.
Prendemmo l’ascensore dal quinto piano e dentro, finalmente, ci baciammo.
Andammo in pasticceria ed al ritorno, lo zio bloccò l’ascensore e mi disse di spompinarlo sino a farlo godere nella mia bocca.
Mi piegai per prenderlo in bocca, e poco prima che sborrasse, mi ordinò di tenere lo sperma in bocca e di ingoiarlo solo una volta entrati in casa.
Godette subito dopo, riempiendomi la bocca, lo tenni e non appena entrammo in casa, davanti a tutti, ignari, deglutii.
Ci sedemmo a tavola per pranzare. Evitai lo sguardo dello zio; ogni volta che mi alzavo, facevo in modo da sculettare, sperando di attirare le attenzioni di papà.
La mamma e la zia si alzarono per controllare la cottura di un piatto, papà andò in bagno e lo zio ne approfittò per tirare fuori una piccola bottiglietta e versarne il contenuto nel mio bicchiere, facendolo sembrare vino bianco. Immaginai cosa fosse e lo zio mi sussurrò
“Quando tornano bevi e gusta il mio piscio, troia”.
Sorrisi e non appena fummo tutti, nuovamente seduti, presi il bicchiere, sperando non si accorgessero del colore diverso rispetto agli altri ed iniziai a bere la pipì dello zio.
Papà mi guardò, mi accorsi di uno sguardo d’intesa con lo zio e di una loro complice risatina. Ebbi la netta sensazione che papà sapesse cosa stessi bevendo.
Il pranzo proseguì abbastanza tranquillamente e dopo il caffè, papà e lo zio uscirono e si offrirono per accompagnarmi a casa. Avevo un presentimento.
Infatti, quando arrivammo nei pressi di casa mia, lo zio parcheggiò, si girò verso il sedile posteriore dove ero seduta e mi chiese se potessero salire a casa con me.
“Certo”, risposi, fingendo ingenuità.
Aprii il portone e li precedevo per le scale. Accentuai il movimento del bacino, ben sapendo che mi stessero osservando il culo. Avevo il cuore in gola. Molto probabilmente stavo salendo a casa per scopare con lo zio e con mio padre.
Entrammo in casa, l’aria era tesa.
Papà mi chiese di andare in bagno, quando vi entrò, lo zio mi abbracciò e mi baciò, palpandomi il culo.
Lo fermai, dicendogli come non fosse il caso di rischiare che papà ci vedesse.
Lui mi rispose che se ci avesse visto, avrebbe trovato il coraggio di unirsi a noi.
“Lui sa di noi, vero?”, gli chiesi
Lo zio non mi rispose, sorrise e mi baciò in bocca.
Capii che era un piano prestabilito.
Papà uscì dal bagno e ci vide abbracciati che ci baciavamo.
Come aveva previsto lo zio, si avvicinò, mi palpò il culo, si strusciò facendomi sentire la sua eccitazione, mi scostò i capelli e mi baciò sul collo.
Mi baciarono e mi accarezzarono, Aprii le cosce, invitandoli, con quel gesto, a continuare. Lo zio mise una mano tra le cosce, mentre papà mi accarezzava l’interno delle natiche e con le mani andai alla ricerca dei loro cazzi.
Erano entrambi, ovviamente, eccitatissimi.
Papà prese la mia testa e mi baciò sulle labbra e ci lasciammo andare ad una pomiciata selvaggia e molto attesa.
Lo zio mi prese per mano e tutti e tre ci dirigemmo verso la camera da letto.
Camminavo sculettando, euforica ed incredula per quel che stava accadendo.
Inizia a spogliarmi, tolsi le scarpe, sfilai il leggings ed il top, restando completamente nuda. Mi inginocchiai davanti a papà ed allo zio. Iniziai da zio Menotti, volevo far attendere ancora papà.
Gli slacciai la cinta, sbottonai i pantaloni, abbassai la zip, calai le braghe, abbassai i boxer e presi il cazzo dello zio in mano, segandolo e leccandolo, guardando negli occhi mio padre.
Tenendo sempre il cazzo dello zio in mano, infilai in bocca la sola cappella, lo segai sino a farlo venire.
Aprii la bocca per far vedere a mio padre la sborra che mi colava in gola.
Lo zio si distese sul letto, per guardare me e mio padre.
Rimanendo in ginocchio, mi avvicinai a lui, lo liberai dei pantaloni, ma lo lasciai con le mutande. Gli massaggiai il cazzo da fuori, finché presi i lembi dei boxer e li abbassai. Mi trovai davanti agli occhi il cazzo di mio padre. Lo scappellai con la mano e leccai il glande ed il prepuzio.
Sollevai lo sguardo, papà ero immerso nel suo totale piacere. Mise le mani dietro la mia testa ed accolsi il suo cazzo nella mia bocca. Lo spompinai sentendolo pulsare, capii che stava per godere e lo feci sborrare direttamente nella mia gola.
Mi alzai, e raggiunsi lo zio nel letto. Papà era ancora inebetito dal meraviglioso pompino che gli avevo appena fatto.
Avevano tutti e due il cazzo moscio…e volevo ben vedere, mi avevano scaricato in bocca non so quanta sborra.
Trascorremmo alcuni minuti nel letto, io in mezzo a loro, mi accarezzavano, mentre io li palpavo tra le palle ed il cazzo.
“Devo pisciare”, disse lo zio
Lo guardai; non sapevo cosa avesse raccontato a papà.
Si alzò dal letto ed andò in bagno; sentii lo scroscio della pisciata e feci caso al fatto che non tirò lo scarico; intanto ero accoccolata a papà e lo segavo.
Lo zio tornò in camera con il cazzo ancora gocciolante di pipì e se lo fece pulire dalla mia bocca, regalandomi anche l’ultimo schizzo della sua pisciata.
Il cazzo dello zio tornò duro; papà si mise carponi sul letto, spingendomi a leccarlo dietro.
Mi piegai dietro di lui, gli presi il cazzo in mano ed affondai la lingua intorno al suo ano.
Lo zio venne dietro di me, mi prese per i fianchi e mi scopò.
Stavo leccando a fondo il culo di mio padre, segandolo con una mano e con lo zio che mi scopava da dietro.
Il cazzo di papà tornò ad essere duro, più affondavo la lingua nel suo culo, più il cazzo reagiva, pulsando nella mia mano. Volevo essere scopata da lui. Gli dissi di stendersi e lo cavalcai. Sentii il cazzo di mio padre entrare nella mia figa. Stavamo scopando. Lo zio non perse tempo, venne dietro e mi inculò; mi stavano prendendo a sandwich. Non avevo mai provato una sensazione così intensa di piacere.
Papà ebbe una folle idea.
Ci staccammo dalla posizione a sandwich, mi fecero mettere carponi sul letto.
Papà venne dietro e mi inculò agevolmente. Disse allo zio di metterlo anche lui nel mio culo, voleva provare una doppia anale.
“Fate piano, non ce la faccio”, provai a dire
Lo zio si mise sulla mia schiena, scese con il cazzo in mano e provò ad entrare con la verga di papà già nel mio culo.
Mi lamentai per il dolore e sembrò che desistessero, ma non era così.
Papà sfilò il proprio cazzo e cercarono di entrare insieme; il volume dei due cazzi sembrava troppo anche per il mio culo, ma forzarono ancora ed entrarono; sentii le pareti dell’ano dilatarsi sino a bruciare. Urlai per il dolore, ma subito dopo il piacere fu devastante.
Mi incularono in sincronia, prendendomi per i capelli e facendomi vedere nel riflesso dello specchio; ero devastata dal piacere, mentre venivo fatta oggetto di una doppia inculata dallo zio e da papà.
Erano giunti al limite, si sfilarono e mi dissero di mettermi in ginocchio, sul pavimento. Lo feci ed appena capii le loro intenzioni, reclinai la testa all’indietro; papà si mise da un lato e lo zio dall’altro, si segarono ed iniziarono a schizzare sborra sul mio viso.
Sembravano, entrambi, due fiumi in piena; com’era possibile che avessero prodotto così tanta sborra, non riuscivo a spiegarmelo. Rimasi in ginocchio, e lo zio ne approfittò per farmi altre foto.
Rimasi immobile, sentivo lo sperma colare su tutto il viso, avevo gli occhi chiusi, ma sentivo la loro presenza al mio fianco ed immaginavo ciò che, di lì a poco, avrebbero fatto.
Il primo getto arrivò da sinistra, dove stava lo zio, papà lo seguì immediatamente dopo; mi ritrovai sotto una doccia di due pisciate, dirette sul mio volto, sui capelli e su ogni parte di me.
Mi incitarono ad aprire la bocca ed iniziai, anche, a berla.
Aprii gli occhi e li vidi, entrambi. Assetati e desiderosi di umiliarmi, con il cazzo molliccio in mano per pisciarmi addosso.
Mi venne da sorridere al pensiero che papà mi stava pisciando in faccia.
Finalmente terminarono. Ero piena di piscio. Mi alzai e gocciolavo, mi portarono nel bagno, qui mi ordinarono di mettermi carponi davanti al cesso, lo zio mi prese per i capelli, infilandomi la testa dentro il water.
“Lecca il cesso, troia”, disse lo zio.
A papà gli venne, incredibilmente, ancora duro, ne approfittò e mi prese da dietro, sia nella figa, prima, che nel culo, dopo, spingendomi la testa in fondo al water, mentre mi sbatteva come una zoccola qualsiasi.
Fu un’esperienza ancora più devastante; sentirmi scopata ed inculata in quel modo da mio padre, mentre leccavo le pareti del cesso sporco di piscio, fu il vero inizio del successivo degrado.
Papà era una furia; mi sbatteva il cazzo nel culo e mi affondava la testa nel cesso, ordinandomi di leccare e urlando quanto fossi zoccola. Avevo le mani sul bordo del water per cercare di mantenere l’equilibrio. Godette nel culo e, finalmente, si quietò.
Tornammo in camera, ci stendemmo tutti e tre nel letto, abbracciati, ma rimanendo in silenzio.
Si vestirono ed andarono via, promettendo di vederci molto presto
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Ci vedevamo spesso, di solito il pomeriggio, quando uscivo dall’ufficio.
L’intesa stava crescendo, così come la disinibizione di entrambi. Quasi sempre, concludevamo con una sua pisciata nella mia bocca.
Dopo le prime volte, aveva preso l’abitudine di raccontarmi storie erotiche, ogni volta che ci vedevamo. Avevo notato che si eccitava moltissimo nel raccontarmi situazioni che mi vedevano essere scopata da molti uomini, in maniera rude e quasi violenta. Non mancava mai qualche accenno alla pipì oppure a culi sporchi da pulire.
Mentre raccontava, mi faceva interagire, per assicurarsi che lo stessi seguendo. Quell’abitudine mi incuriosiva, anche perché rimaneva tutto nello stretto confine della fantasia.
Una sera, però, mi sorprese. Lo stavo spompinando ed ascoltavo la sua storia fantasticata:
“Eri con un gruppo di operai, dopo una giornata di lavoro. Ti costrinsero a bendarti ed uno per uno te lo infilarono in bocca. Tu eri lì in ginocchio, bendata, che leccavi cazzi, ad un tratto la benda cade e vedi che il cazzo che stai leccando non è solo quello di un operaio, ma di qualcuno che conosci bene”.
“Chi è?”, chiesi, senza immaginare lontanamente dove volesse andare a parare.
“Tuo padre, stai leccando il cazzo di tuo padre”.
Lo zio si fermò nel racconto ed io rimasi sorpresa e sconvolta da quella fantasia. Che c’entrava papà?
Continuai a segarlo un po’ distratta, ma mi sorprese, e turbò, l’eccitazione che mi pervase, tanto che dissi allo zio
“Continua”
“Dopo un primo momento di sbigottimento, hai ripreso a spompinarlo, non vedendo l’ora che tuo padre ti scopasse”.
Me lo immaginai, riuscivo ad immaginare mio padre che mi scopava e mi eccitai da morire.
Da quel momento, lo zio metteva sempre la scopata con mio padre nei racconti di fantasia.
Finché una sera, lo zio Menotti mi chiese se volessi fare realmente una scopata con lui e con mio padre.
“Zio, non lo so. Una cosa è la fantasia, altra la realtà; è qualcosa che mi spaventa; peraltro, credo che lui nemmeno ne sarebbe contento. È una situazione molto imbarazzante. Già con te non è stato facile, ma mi ha aiutato il fatto che non c’è legame di sangue”
“Invece, credo che a lui non dispiacerebbe”
“Che ne sai? Mica ne avete mai parlato? Non mi dire che sa di noi due?”, chiesi allarmata
“No, certo che no; ma se tu ci stai, posso cercare di capire se a lui andrebbe”
“A te piacerebbe vedermi scopare con mio padre oppure scoparmi insieme?”
“Mi piacerebbero entrambe le situazioni, molto”.
Non dissi niente, mi accovacciai e lo presi in bocca per spompinarlo ancora una volta. Dopo un po’ iniziò con i suoi racconti di fantasia e mi disse:
“Immaginati, adesso, mentre me lo lecchi e tuo padre dietro che ti incula”
Per favorire la fantasia di quell’immagine, mi misi carponi sul letto, continuando a tenere il suo cazzo in bocca.
Lo zio approfittò per continuare nel raccontarmi la sua fantasia
“Lo vedo, adesso, tuo padre, ti prende per i fianchi e ti incula, mentre tu continui a leccarmelo per farmi sborrare. Lo senti il cazzo di tuo padre che ti incula?”
“Si, lo sento”, gli risposi e lo feci sborrare nella mia bocca.
Menotti scese da casa della nipote e chiamò subito il suo compare
“Dino è fatta. Tua figlia vuole scoparti”
“Non ci posso credere, dici davvero?”
“Si, preparati che tra qualche sera ce la mettiamo in mezzo. Tu non hai idea cosa è capace di fare. Scusa se te lo dico, ma tua figlia è una gran troia”
“E tu pensi che non lo sappia?”…scoppiarono a ridere
Continuai a vedermi con lo zio e mi ritrovai ad aspettare con ansia i suoi racconti, per immaginarmi con mio padre.
Una volta che mi vidi con lo zio, era in prossimità della festa dei lavoratori e, per il pranzo, la zia e mia madre avevano organizzato un incontro in famiglia, ristretto alle nostre due famiglie.
Lo zio mi convinse che quella poteva essere una prova, saremmo dovuti andare cauti, ma avrei potuto provocare discretamente papà ed osservare la sua reazione.
Quella domenica mi svegliai molto tesa, ma anche, come spesso, ormai, accadeva, piacevolmente eccitata. Avevo pensato a lungo cosa indossare, ed alla fine optai per un leggings bianco modello capri, di tessuto leggero; aderiva perfettamente alle mie forme, e non indossando slip, evidenziava la linea delle grandi labbra della figa. Misi un top senza reggiseno ed un paio di scarpe nere con tacco a spillo 12. Era pur sempre festa.
Quando arrivai a casa dei miei, salutai la mamma e raggiunsi papà in salone; lo baciai sulla guancia, soffermandomi un po’ di più ed accostando le labbra, molto vicino alle sue.
Mi tolsi il giubbotto, comunque corto e raggiunsi la mamma in cucina.
Parlavo con la mamma, ma tenevo sempre d’occhio l’ingresso della cucina, sperando ci raggiungesse papà; cosa che accadde dopo qualche minuto ed appena vidi la sua sagoma comparire sull’uscio, facendo finta di non sapere fosse dietro, mi piegai a novanta gradi per raccogliere qualcosa di inesistente dal pavimento.
Mi voltai e vidi il volto di papà sorpreso, ma compiaciuto, gli sorrisi e tornai a rivolgermi alla mamma.
Arrivarono lo zio e la zia.
Cercavo di non guardare lo zio per timore di essere scoperta.
Papà, invece, lo sorpresi più di una volta a guardarmi e mi chiesi se sapesse di me e dello zio e, soprattutto, se lo zio gli avesse già detto qualcosa sulle nostre intenzioni di coinvolgerlo.
Poco prima di sederci a tavola, la mamma e la zia si accorsero che il dolce non era venuto bene, perciò lo zio approfittò della situazione e propose di andare a comprare qualcosa in pasticceria, chiedendomi di accompagnarlo.
Naturalmente accettai, prese il giubbotto ed uscii da casa con lo zio.
Prendemmo l’ascensore dal quinto piano e dentro, finalmente, ci baciammo.
Andammo in pasticceria ed al ritorno, lo zio bloccò l’ascensore e mi disse di spompinarlo sino a farlo godere nella mia bocca.
Mi piegai per prenderlo in bocca, e poco prima che sborrasse, mi ordinò di tenere lo sperma in bocca e di ingoiarlo solo una volta entrati in casa.
Godette subito dopo, riempiendomi la bocca, lo tenni e non appena entrammo in casa, davanti a tutti, ignari, deglutii.
Ci sedemmo a tavola per pranzare. Evitai lo sguardo dello zio; ogni volta che mi alzavo, facevo in modo da sculettare, sperando di attirare le attenzioni di papà.
La mamma e la zia si alzarono per controllare la cottura di un piatto, papà andò in bagno e lo zio ne approfittò per tirare fuori una piccola bottiglietta e versarne il contenuto nel mio bicchiere, facendolo sembrare vino bianco. Immaginai cosa fosse e lo zio mi sussurrò
“Quando tornano bevi e gusta il mio piscio, troia”.
Sorrisi e non appena fummo tutti, nuovamente seduti, presi il bicchiere, sperando non si accorgessero del colore diverso rispetto agli altri ed iniziai a bere la pipì dello zio.
Papà mi guardò, mi accorsi di uno sguardo d’intesa con lo zio e di una loro complice risatina. Ebbi la netta sensazione che papà sapesse cosa stessi bevendo.
Il pranzo proseguì abbastanza tranquillamente e dopo il caffè, papà e lo zio uscirono e si offrirono per accompagnarmi a casa. Avevo un presentimento.
Infatti, quando arrivammo nei pressi di casa mia, lo zio parcheggiò, si girò verso il sedile posteriore dove ero seduta e mi chiese se potessero salire a casa con me.
“Certo”, risposi, fingendo ingenuità.
Aprii il portone e li precedevo per le scale. Accentuai il movimento del bacino, ben sapendo che mi stessero osservando il culo. Avevo il cuore in gola. Molto probabilmente stavo salendo a casa per scopare con lo zio e con mio padre.
Entrammo in casa, l’aria era tesa.
Papà mi chiese di andare in bagno, quando vi entrò, lo zio mi abbracciò e mi baciò, palpandomi il culo.
Lo fermai, dicendogli come non fosse il caso di rischiare che papà ci vedesse.
Lui mi rispose che se ci avesse visto, avrebbe trovato il coraggio di unirsi a noi.
“Lui sa di noi, vero?”, gli chiesi
Lo zio non mi rispose, sorrise e mi baciò in bocca.
Capii che era un piano prestabilito.
Papà uscì dal bagno e ci vide abbracciati che ci baciavamo.
Come aveva previsto lo zio, si avvicinò, mi palpò il culo, si strusciò facendomi sentire la sua eccitazione, mi scostò i capelli e mi baciò sul collo.
Mi baciarono e mi accarezzarono, Aprii le cosce, invitandoli, con quel gesto, a continuare. Lo zio mise una mano tra le cosce, mentre papà mi accarezzava l’interno delle natiche e con le mani andai alla ricerca dei loro cazzi.
Erano entrambi, ovviamente, eccitatissimi.
Papà prese la mia testa e mi baciò sulle labbra e ci lasciammo andare ad una pomiciata selvaggia e molto attesa.
Lo zio mi prese per mano e tutti e tre ci dirigemmo verso la camera da letto.
Camminavo sculettando, euforica ed incredula per quel che stava accadendo.
Inizia a spogliarmi, tolsi le scarpe, sfilai il leggings ed il top, restando completamente nuda. Mi inginocchiai davanti a papà ed allo zio. Iniziai da zio Menotti, volevo far attendere ancora papà.
Gli slacciai la cinta, sbottonai i pantaloni, abbassai la zip, calai le braghe, abbassai i boxer e presi il cazzo dello zio in mano, segandolo e leccandolo, guardando negli occhi mio padre.
Tenendo sempre il cazzo dello zio in mano, infilai in bocca la sola cappella, lo segai sino a farlo venire.
Aprii la bocca per far vedere a mio padre la sborra che mi colava in gola.
Lo zio si distese sul letto, per guardare me e mio padre.
Rimanendo in ginocchio, mi avvicinai a lui, lo liberai dei pantaloni, ma lo lasciai con le mutande. Gli massaggiai il cazzo da fuori, finché presi i lembi dei boxer e li abbassai. Mi trovai davanti agli occhi il cazzo di mio padre. Lo scappellai con la mano e leccai il glande ed il prepuzio.
Sollevai lo sguardo, papà ero immerso nel suo totale piacere. Mise le mani dietro la mia testa ed accolsi il suo cazzo nella mia bocca. Lo spompinai sentendolo pulsare, capii che stava per godere e lo feci sborrare direttamente nella mia gola.
Mi alzai, e raggiunsi lo zio nel letto. Papà era ancora inebetito dal meraviglioso pompino che gli avevo appena fatto.
Avevano tutti e due il cazzo moscio…e volevo ben vedere, mi avevano scaricato in bocca non so quanta sborra.
Trascorremmo alcuni minuti nel letto, io in mezzo a loro, mi accarezzavano, mentre io li palpavo tra le palle ed il cazzo.
“Devo pisciare”, disse lo zio
Lo guardai; non sapevo cosa avesse raccontato a papà.
Si alzò dal letto ed andò in bagno; sentii lo scroscio della pisciata e feci caso al fatto che non tirò lo scarico; intanto ero accoccolata a papà e lo segavo.
Lo zio tornò in camera con il cazzo ancora gocciolante di pipì e se lo fece pulire dalla mia bocca, regalandomi anche l’ultimo schizzo della sua pisciata.
Il cazzo dello zio tornò duro; papà si mise carponi sul letto, spingendomi a leccarlo dietro.
Mi piegai dietro di lui, gli presi il cazzo in mano ed affondai la lingua intorno al suo ano.
Lo zio venne dietro di me, mi prese per i fianchi e mi scopò.
Stavo leccando a fondo il culo di mio padre, segandolo con una mano e con lo zio che mi scopava da dietro.
Il cazzo di papà tornò ad essere duro, più affondavo la lingua nel suo culo, più il cazzo reagiva, pulsando nella mia mano. Volevo essere scopata da lui. Gli dissi di stendersi e lo cavalcai. Sentii il cazzo di mio padre entrare nella mia figa. Stavamo scopando. Lo zio non perse tempo, venne dietro e mi inculò; mi stavano prendendo a sandwich. Non avevo mai provato una sensazione così intensa di piacere.
Papà ebbe una folle idea.
Ci staccammo dalla posizione a sandwich, mi fecero mettere carponi sul letto.
Papà venne dietro e mi inculò agevolmente. Disse allo zio di metterlo anche lui nel mio culo, voleva provare una doppia anale.
“Fate piano, non ce la faccio”, provai a dire
Lo zio si mise sulla mia schiena, scese con il cazzo in mano e provò ad entrare con la verga di papà già nel mio culo.
Mi lamentai per il dolore e sembrò che desistessero, ma non era così.
Papà sfilò il proprio cazzo e cercarono di entrare insieme; il volume dei due cazzi sembrava troppo anche per il mio culo, ma forzarono ancora ed entrarono; sentii le pareti dell’ano dilatarsi sino a bruciare. Urlai per il dolore, ma subito dopo il piacere fu devastante.
Mi incularono in sincronia, prendendomi per i capelli e facendomi vedere nel riflesso dello specchio; ero devastata dal piacere, mentre venivo fatta oggetto di una doppia inculata dallo zio e da papà.
Erano giunti al limite, si sfilarono e mi dissero di mettermi in ginocchio, sul pavimento. Lo feci ed appena capii le loro intenzioni, reclinai la testa all’indietro; papà si mise da un lato e lo zio dall’altro, si segarono ed iniziarono a schizzare sborra sul mio viso.
Sembravano, entrambi, due fiumi in piena; com’era possibile che avessero prodotto così tanta sborra, non riuscivo a spiegarmelo. Rimasi in ginocchio, e lo zio ne approfittò per farmi altre foto.
Rimasi immobile, sentivo lo sperma colare su tutto il viso, avevo gli occhi chiusi, ma sentivo la loro presenza al mio fianco ed immaginavo ciò che, di lì a poco, avrebbero fatto.
Il primo getto arrivò da sinistra, dove stava lo zio, papà lo seguì immediatamente dopo; mi ritrovai sotto una doccia di due pisciate, dirette sul mio volto, sui capelli e su ogni parte di me.
Mi incitarono ad aprire la bocca ed iniziai, anche, a berla.
Aprii gli occhi e li vidi, entrambi. Assetati e desiderosi di umiliarmi, con il cazzo molliccio in mano per pisciarmi addosso.
Mi venne da sorridere al pensiero che papà mi stava pisciando in faccia.
Finalmente terminarono. Ero piena di piscio. Mi alzai e gocciolavo, mi portarono nel bagno, qui mi ordinarono di mettermi carponi davanti al cesso, lo zio mi prese per i capelli, infilandomi la testa dentro il water.
“Lecca il cesso, troia”, disse lo zio.
A papà gli venne, incredibilmente, ancora duro, ne approfittò e mi prese da dietro, sia nella figa, prima, che nel culo, dopo, spingendomi la testa in fondo al water, mentre mi sbatteva come una zoccola qualsiasi.
Fu un’esperienza ancora più devastante; sentirmi scopata ed inculata in quel modo da mio padre, mentre leccavo le pareti del cesso sporco di piscio, fu il vero inizio del successivo degrado.
Papà era una furia; mi sbatteva il cazzo nel culo e mi affondava la testa nel cesso, ordinandomi di leccare e urlando quanto fossi zoccola. Avevo le mani sul bordo del water per cercare di mantenere l’equilibrio. Godette nel culo e, finalmente, si quietò.
Tornammo in camera, ci stendemmo tutti e tre nel letto, abbracciati, ma rimanendo in silenzio.
Si vestirono ed andarono via, promettendo di vederci molto presto
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