Vienimi dentro papà 3

Scritto da , il 2023-01-12, genere incesti

-Vienimi dentro.. vienimi dentro papà.. sto godendo.. vienimi dentro.. dentrooooooooo!-

Avevo gridato al culmine dell'ennesimo orgasmo.

In verità quello era il primo orgasmo che provavo col suo membro che mi stantuffava martellandomi l'utero come mai avevo provato prima.

Ero completamente fuori di me ed incapace di rendermi conto del pericolo che avremmo corso se mio padre lasciandosi guidare dalla sola lussuria e dalla voglia di soddisfare la mia ansia di godere, mi avesse davvero spruzzato in pancia il suo prezioso seme.

-Tesoro.. amore di papà.. sei pazza.. sei pazza.. non posso.. non posso.. non possiamo.. vengo.. vengo.. godoooooooooo!-

Aveva biascicato mio padre cercando di controllarsi e respingere la mia lussuriosa imprecazione lasciandosi infine andare, dopo essersi sfilato in extremis dal mio corpo, con un terribile grido liberatorio, in una incredibile sborrata sulla mia pancia i cui schizzi mi avevano sfiorato i seni finendo sul mio viso, sulla bocca e sui capelli.

Avevamo già fatto l'amore in quel modo.

La prima volta era stato un "Assaggio" doloroso per prendere le misure vista la differenza di calibro tra il suo e quello del mio fidanzato.

Le volte successive, altrettanto brevi avevano sempre lo scopo di farmi adattare ma soprattutto, per liberarci dal complesso di padre/figlia ed infrangere il tabù dell'incesto.

Il fatto tuttavia di sentirmi finalmente piena, mi aveva fatta godere al punto di considerare irrilevante il fatto che dopo essermi scivolato dentro per pochi secondi, si togliesse per farmi godere ancora con le mani e la lingua per scaricarsi infine anche lui, sui miei peli pubici o sulla pancia e le tettine o in bocca facendomi ingoiare ogni stilla della sua gustosa cremina che oramai preferivo ad ogni altra leccornia.

Avevamo anche discusso della possibilità di usare il preservativo ma la cosa presentava insormontabili controindicazioni: Con quel guanto non riusciva ad avere una erezione completa e soprattutto il contatto di quell'appendice di gomma con le pareti della mia vagina, mi creava un insopportabile disturbo che limitava la mia e la sua sensibilità.

Avevamo così chiarito che lui non ne aveva mai fatto uso ed anch'io col mio ragazzo avevo capito che non mi piaceva usarlo optando anche con lui per il coitus interruptus.

Naturalmente, rimaneva il fatto che oramai col mio ragazzo era più che altro per senso del dovere che scopavo cercando di farlo venire il più rapidamente possibile mentre con mio padre era l'amore, la passione e la ricerca del piacere più intenso e coinvolgente per entrambi a spingerci l'uno tra le braccia dell'altra in un accoppiamento spirituale ed animalesco al tempo stesso.

Il problema c'era ed era davvero molto grosso giacché per quanto ci potessimo controllare (Lui soprattutto giacché io, nel momento del piacere, perdevo completamente la testa) il rischio di un incidente era sempre in agguato.

-Amore di papà, domani vai dal ginecologo di tua madre che ti conosce già e che non troverà strano che tu voglia prendere la pillola visto che sei maggiorenne e già fidanzata.-

Il giorno dopo avevo già preso la pillola e per di più, non essendo nel periodo fertile, avevamo potuto fare subito l'amore sino all'alba quando il mio utero aveva fatto la conoscenza con miliardi di suoi spermatozoi (Artefici della mia vita 19 anni e del mio piacere in quel momento) e la mia smania di pieno e totale godimento, era stata finalmente placata.

Tutto era cominciato la sera in cui mia madre era andata via di casa coi suoi due amanti.

Io rinchiusa nella mia camera avevo pianto per tutto il tempo e solo quando avevo sentito sbattere la porta ero uscita per vedere in che stato fosse mio padre.

Con l'aria di cani bastonati ci eravamo abbracciati senza riuscire a dire niente sino a che mio padre mi aveva detto:

-Tesoro, mi dispiace che la festa del tuo diciottesimo compleanno sia stata guastata in questo modo.

Ci riprenderemo vedrai!

Adesso però è tardi e la giornata è stata faticosa per entrambi, ora tu vai a dormire nella tua camera che io mi arrangio sul divano perché non ho voglia di andare sul letto così oscenamente profanato e sporcato da tua madre e quei due.

Domani farò portare via ogni cosa da quella stanza e comprerò una camera da letto nuova e completamente diversa in modo da dimenticare il più presto possibile ciò che abbiamo visto stasera.-

Mi aveva detto mio padre con un un tono strano ma rassicurante:

-Papà, non voglio che tu dorma sul divano.

Il mio letto è abbastanza grande per starci in due e sinché non arrivano i mobili nuovi, potremo dormirci insieme in fondo siamo padre e figlia cosa mai potrà accaderci?!.-

A quella proposta mio padre era parso titubante ma sono bastate poche mie parole ed un mio sorriso per convincerlo.

Avevamo passato tutta la notte abbracciati col cuore che ci batteva in petto in modo quasi rumoroso.

E davvero non era successo nulla di strano se si esclude il fatto che avevo preso il posto di mia madre nel cuore e nel lettone di mio padre.-

Segue

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