Eros & Tanathos-Heavy Metal

Scritto da , il 2022-07-14, genere pulp

I

Sei salita sul palco nuda, con indosso un giubbotto di pelle nera che ti ricade fino alle cosce. Non è allacciato e si vede la pelle nuda al di sotto. Ogni volta che porti le mani alla bocca con il microfono, s'intravedono i tuoi piccoli seni, occhieggia l'ombelico, sfavilla la tua vagina.
Hard rock.
Schiacciato dalla folla urlante che inneggia il tuo nome come un'antica Divinità. Sono catturato dalla tua figura, dalle tue nudità, da quel buffo ricciolo scuro che si annoda attorno alle tue labbra.
Allarghi le braccia, le tue nudità offerte ai tuoi accoliti, simile ad un’aquila di nere piume, ti tocchi con le dita, muovi sinuosa il tuo corpo, il pubblico impazzisce, qualcuno si toglie la maglietta, tatuaggi scritti come pagine di novelle bibbie. Qualcuno osa di più, si denuda, si afferra il cazzo, si masturba verso di te urlando il tuo nome.
Io mi tocco, esalto ma non mi offro ancora. Troppo presto, avrò modo di stare con te. Avrò modo di dimostrarti quanto sono devoto.
La massa urla, inneggia, alza le braccia, si masturba. Gente che si ammassa, comincia a scopare. Qualcuno si avvicina dietro di me, sono mani di donna e di uomo, mi lascio spogliare, mi lascio toccare. Orgia metallica, sudore e sperma. Io sono tuo, guardami mentre mi rubano il corpo, mentre una donna dai capelli blu mi cavalca selvaggia, mentre un robusto ragazzo mi penetra da dietro..
Tu canti, urli a squarciagola, parli di santi e di peccatori mentre l’orgia davanti a te aumenta.

Nati con occhi ma loro non ti vedono,
essi vivono inginocchio a te, a
prono le loro bocche e aspettano il tuo nettare.

Seguo le loro tracce, mi lascio sopraffare. Inneggio a te, mia Dea del metal. Ora nuda, il giubbotto a terra. La tua voce graffia come una lametta sulla pelle. Come una banche mi porti al declino, mia dea metal, discendi verso di me. Voglio le tue labbra sulle mie, la tua lingua sulla mia pelle. Percuotimi, succhiami, scopami.


Segui le tracce di sangue e di sperma
In tutti i secoli dei secoli
Scegli di non vedere
Vieni verso di me, sull’altare della vergogna. Io attendo con lo scettro, pronto a donarmi a te. Lasciati guidare dalla mia adorazione. Lascia che il mio sesso soddisfi le tue carni. Senza vergogna oh mia Dea.

Tu mi vedi, ma non osservi. Ora in ginocchio muovi il tuo corpo, canti e ti masturbi. Ti devo raggiungere mia Dea. La folla me lo impedisce, mi schiaccia. Mia Dea, il Mondo si chiude

Lei.
Il concerto è un delirio. Massa di fan accalcati che si dimenano e urlano il suo nome. Lei è la Dea Metallica. Lei è la Santa del sesso e del metallo. Nuda lungo il corridoio che passa dietro il palco. Qualcuno le allunga un accappatoio. Fuori, la folla delira.
Nel camerino per una rinfrescata. Amelia l’attende con trucchi e asciugamani. “Sei stata fantastica” commenta
“Lo so” Lei si toglie l’accappatoio, rimane nuda, una doccia veloce e poi.. Amelia la sorprende abbracciandola, baciandola. Lei asseconda l’abbraccio, lascia che lei si prema contro il suo corpo. Lei, la Dea del Metallo, vuole sentire i capezzoli di Amelia che fregano contro i suoi. Le dita di Lei nella fica di Amelia. Le dita di Amelia nella fica di Lei. “C’era anche Lui” dice riprendendo il respiro
“L’ho visto, ci darà problemi?”
“Se lo farà, saprò come difendermi”

Lui
La donna che mi ha cavalcato si sta fumando una sigaretta. L’uomo che mi ha inculato le sta strizzando le tette “Grazie del passaggio” dice lei “Come ti chiami?”
“Per questa sera sono Eros e Tanathos” rispondo
“Uh, che roba melodrammatica” ride lei “Io mi chiamo Lena”
“Sei una gran scopatrice Lena”
“Mi piace il tuo cazzo” ride ancora “Vuoi un tiro”mi porge la sigaretta
“No, grazie, il fumo uccide” lo dico serio ma, loro ridono

Lei
Seduta sullo scrittoio del camerino a gambe aperte. Amelia con la faccia sprofondata tra le sue cosce. Lei che si inarca all’indietro e urla il nome di lei

Lui.
L’intervallo sta durando da troppo tempo. Anelo la sua voce, desidero il suo sesso. Non ho perso un tuo concerto, ti desidero da tanto.
Lena e il tizio che mi ha inculato mi stanno seguendo. Sono sotto il palco, tra cavi e lucette. Cazzo volete da me? Lei è mia, solo mia. Mi giro verso di loro, nessuno si è preso la briga di rivestirsi. Lui non si rende conto di nulla. Lei ha solo il tempo di accorgersi che qualcosa non và.
Io sono il sesso e il sangue. Io erigo l’altare dove innalzerò il mio canto, io sarò il tuo sposo che camminerà sulle loro ossa e li sentirà gridare

Lei
Amelia sta godendo con la lingua di Lei. La implora di non smettere. Poi, le due si baciano a lungo “Questa sera farai faville” dice Amelia
La porta si apre. Lui è sulla soglia completamente nudo e brandisce un lungo coltello dalla lama ricurva. Amelia grida, Lei ha un ritardo di reazione di due secondi. Lui si getta contro di loro. La lama affonda, taglia la pelle di Amelia.
Lei afferra un ferma carte e lo fracassa sulla faccia di Lui.
Arrivano quelli della sicurezza e lo immobilizzano. Poi arrivano i soccorsi. Amelia sanguina copiosa ma respira “Non è in pericolo di vita” dicono gli infermieri

Lui
Eros e Tanathos. Lei sarà mia. Una camicia mi blocca mani e braccia. Io sono l’angelo disceso su di voi immolato sull’altare del sacrificio. Io sono colui che ti porterà via Dea del Metal. Adorami, baciami, scopami…

Lei.
“Stai meglio” dice ad Amelia mentre la sospinge su una sedia a rotelle
“La mia pelle è un Picasso”
“Adoro Picasso” la bacia sul collo
“Lui dov’è?”
“In un posto dove non potrà più farci nulla”
“L’hai colpito con quel teschio”
“Me lo aveva regalato lui”
“Ironia della sorte”
“Com’è andato il concerto?”
“Nessuno si è accorto di nulla”
“E i due che ha ucciso?”
“Erano nudi, i vestiti sono in mezzo ad altri”
“Ennesime vittime di quel pazzo”
“Lui era me”
“Il tuo gemello cattivo”
O forse lo sono io. Dice lei in un sussurro nascondendo un coltello nella cinta dei pantaloni.

FINE (mi sono ispirato alle parole di una canzone degli Arch Enemy. Non sono un fan di quel tipo di metal ma, per la storia che mi frullava in testa, mi si è sposata bene. Almeno spero. Il titolo della canzone? Ah, se me la ricordassi..)



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