Una storia sentimentale parte 3
di
Vandal
genere
sentimentali
Una storia sentimentale parte 3
"Ti spiace se resto abbracciata a te ancora un po'?" chiese lei, con una voce che tremolava leggermente di vulnerabilità.
"No, certo che no," rispose lui, un soffio leggero che sembrava avvolgerla come una calda brezza.
“Sono nuda”
"Non ci avevo fatto caso," ammise Mauro, mentre lei lo colpì delicatamente con un leggero schiaffo sulla gamba, un gesto che mescolava imbarazzo e complicità.
"Pensi che sia una cattiva persona?" chiese Maria, la sua voce bassa, quasi un sussurro.
"Perché dovrei pensarlo?" ribatté lui, confuso e sincero.
"Perché quell'uomo faceva quelle cose su di me?" la domanda le uscì dal cuore con un peso insostenibile.
"Non era colpa tua e non potevi farci nulla," rispose Mauro, la voce carica di comprensione, mentre lei si strinse ancora di più al suo petto, cercando conforto in mezzo alle sue paure.
Alzò lo sguardo e i loro volti si trovarono a pochi centimetri di distanza, un’intensità palpabile tra loro. Mauro sentì il respiro di Maria, carico di emozione e desiderio. Lei chiuse gli occhi, abbandonandosi al momento, e si sporse verso di lui. Mauro accolse le sue labbra in un bacio dolce e sincero, un gesto che sembrava racchiudere tutte le parole non dette e le emozioni taciute. L’intensità di quel momento era un intreccio di fragilità e forza, in cui entrambi cercarono di trasmettere il loro sentimento l’uno all’altra.
Quando si scostò, Maria arrossì leggermente, un sorriso timido increspò le sue labbra. "Scusa," disse, ma lui la interruppe, afferrandole le mani e baciandole con dolcezza.
"Smettila di scusarti," rispose lui, nel suo tono c'era una tenerezza profonda che la tranquillizzava.
Si baciarono ancora, il calore dei loro corpi si mescolava in un abbraccio carico di tenerezza, ogni contatto sembrava far crescere la connessione tra loro. Maria desiderava di più, ma si tratteneva, rispettando il delicato confine che aveva tracciato. Mauro, d'altro canto, desiderava avvicinarsi, ma mantenne un riguardo rispettoso per i suoi ritmi. Le sue mani riposavano sui fianchi di lei, senza mai oltrepassare quel limite invisibile, mentre le dita di Maria accarezzavano il suo petto con una tenerezza inebriante.
"Mi piace come baci, lo sai?" sussurrò lei, il suo sguardo irradiava una dolcezza autentica.
"Anche tu," rispose Mauro, con un sorriso che illuminava i suoi occhi.
"Non voglio farlo ancora, ma mi piacerebbe continuare a fare questo in un posto più comodo," disse Maria con un lieve tono di desiderio.
Mauro sorrise, il cuore gli batteva per l'eccitazione di quel momento. Si alzò dal divano con grazia, sollevò Maria tra le braccia e la condusse delicatamente verso il letto, dove la adagiò con cura. Si spogliò dei suoi vestiti e scivolò accanto a lei, proseguendo a baciarsi, sfregando la sua pelle sulla sua in un modo che evocava una sensazione di piacere crescente. Era un equilibrio perfetto fra affetto e desiderio, dove entrambi si sentivano al sicuro, senza alcuna pressione di fare il passo decisivo. Rimasero così, avvolti l'uno nell'altra, abbracciati per tutta la notte, esplorando la loro connessione attraverso gesti piccoli ma significativi, avvolti dal calore della reciproca presenza.
Maria premette il suo corpo contro di lui. Arrossì leggermente quando sentì il contatto della virilità di Mauro contro il suo ventre, ma nonostante l'intensità del momento, il timore rimaneva: non si sentiva ancora pronta a chiedergli di andare oltre. Si baciarono e si coccolarono, lasciando che il tempo scorresse dolcemente, fino a quando la luce dell'alba cominciò a filtrare dalle finestre, sorprendendoli nella loro intimità. Si scambiarono sorrisi teneri, e infine si addormentarono insieme, avvolti in un abbraccio caloroso.
Quando si svegliarono, i loro occhi si cercarono in un riflesso di emozioni condivise. "Buongiorno, principessa," salutò Mauro, la voce pervasa da un'affettuosa dolcezza.
"Buongiorno," rispose lei, baciandolo con delicatezza, ma un'improvvisa imbarazzo la colpì. "Lo... lo abbiamo fatto?" chiese, arrossendo all'idea.
"Non ti ricordi?" replicò lui, assumendo un'espressione seria che la fece sentire ansiosa.
"Io... oddio, lo abbiamo fatto? Perché ho un vuoto..." la confusione la avvolgeva.
"Ah, non ti ricordi? Altro che gli urli che faceva la tua amica Magda," scherzò lui, cercando di alleggerire l'atmosfera.
"Oddio, che vergogna!" esclamò Maria, coprendosi il viso con le mani in una mista di incredulità e divertimento.
Lui rise, alzandosi a sedere e abbracciandola. Le sue labbra si posarono sul suo collo in un gesto dolce. "Scherzo. Non abbiamo fatto nulla, a parte stare abbracciati tutta la notte a farci le coccole," spiegò, un sorriso sincero sul volto.
"Ma che burlone," lo rimproverò affettuosamente, avvicinandosi a lui per un altro bacio.
"Colazione in camera?" chiese lui mentre scivolava giù dal letto
Maria rimase lì, mordendosi il labbro mentre osservava Mauro muoversi con grazia. La luce dell'alba accentuava la perfezione della sua schiena, delle sue gambe e dei suoi glutei, mentre si avvicinava al telefono per ordinare la colazione. Quando finalmente appese, si volse verso di lei, e un sospiro mancato si fece strada tra le labbra di Mauro nel vederla così, senza veli davanti a lui. E anche Maria che rimase in fissa ad osservare l’erezione di lui.
"hai intenzione di rimanere lì a contemplarmi ancora per un po'?" chiese lui, il tono melodioso e giocoso.
"Scusa, ma non posso fare a meno di ammirarti," rispose Maria, il rossore che le colorava le guance.
Lui sorrise, si inginocchiò accanto a lei e, con un gesto gentile, baciò le sue ginocchia, risalendo lentamente verso di lei con occhi che brillavano di affetto. Maria si strinse le mani al seno con una delicatezza timida, come se quel gesto fosse una protezione per la sua nudità, ma rimase ferma, accettando l’intensità dell’istante.
La guardò con attenzione, e la vulnerabilità di quel momento si mescolò a una certa tenerezza. "Non pensavo ci riuscissi, ma è comunque stata un'esperienza unica," disse Mauro, il tono sincero
Lei sorrise, scivolando verso di lui e rimanendo seduta, il cuore che batteva forte nel petto, mentre la tensione tra loro si faceva sempre più palpabile, impregnando l’aria di un'affettuosa elettricità. In quel momento, tutto sembrava confluire in una nuova intimità, un legame profondo che prometteva di crescere in qualcosa di straordinario.
6
"Ci credi all'amore a prima vista?" chiese Maria, mentre sorseggiava il suo caffè, gli occhi fissi su Mauro. Indossava una camicia bianca lunga che le arrivava alle ginocchia, offrendo un contrasto dolce e innocente alla profondità della loro conversazione. Mauro, che indossava una maglietta bianca pulita e pantaloncini, fece un sorriso affettuoso, tentando di mascherare l'emozione che si stava accumulando tra di loro.
"Sarei scontato se ti dicessi che l'ho provato dal primo momento che ti ho visto?" propose lui, il tono leggero ma con una sfumatura di verità. I suoi occhi brillavano di sincerità, ma c'era anche un pizzico di gioco nel suo sguardo.
"Beh, confesso che, in quella cabina, ho avvertito un brivido," disse Maria, un lieve imbarazzo accompagnava le sue parole. Il ricordo di quel momento tornava a galla, pungente e vibrante.
"Spifferi," ribatté lui ironico, alzando un sopracciglio, ma non riuscì a trattenere un sorriso. La leggerezza sembrava avvolgerli, ma sotto la superficie, una tensione palpabile iniziava a farsi strada.
"Ma io sono seria," insistette Maria, con una punta di capriccio nella voce. La sua determinazione risaltava in modo magnetico, mentre il suo sguardo si faceva più intenso.
"Scusa, la mia è una specie di stemperanza. Ma, adesso che ti ho conosciuto meglio, ho provato più di un brivido con te," rispose Mauro, la sincerità nelle sue parole era avvolta da una delicatezza che trasmetteva sicurezza.
Maria lo guardò, i suoi occhi riflettendo un mix di curiosità e vulnerabilità. "Pensi che potrebbe durare tra di noi?" la domanda uscì dolcemente, ma il peso delle sue parole si sentiva in ogni sillaba.
“Possiamo provare” rispose lui
"Mauro, cos'è per te il sesso?" chiese, l’argomento ora si faceva più serio, e un leggero tremore attraversò la sua voce.
Il giovane si prese un momento per riflettere, e la tensione tra loro sembrò crescere. "Il sesso per me è la conseguenza dell'amore. Il sesso senza amore è falso, vuoto. Non si fa sesso perché ci si deve sfogare o si è arrabbiati. Il sesso è una conseguenza del rispetto che un uomo o una donna hanno nei confronti del partner. Quando stai bene con qualcuno, il sesso diventa solo l'estensione dei sentimenti che si provano," spiegò Mauro, cercando di esprimere la profondità di ciò che sentiva, anche se le sue parole potevano sembrare contorte.
Maria ascoltò, il cuore batteva forte. "Penso che tu abbia ragione," disse, il suo tono pieno di ammirazione e accordo.
"Stai cercando di dirmi qualcosa, Maria?" chiese Mauro, i suoi occhi scuri si fissarono intensamente su di lei, cercando di cogliere ogni sfumatura del suo pensiero.
Un momento di silenzio cadde tra di loro, carico di possibilità. "Io... io voglio farlo con te," mormorò Maria, le parole uscirono come un sospiro leggero, ma cariche di emozione. Il suo viso si illuminò di un’espressione che combinava vulnerabilità e desiderio.
"Io ne sarei onorato," rispose Mauro, il tono serio ma profondamente sincero. La tensione si era trasformata in qualcosa di palpabile, un'intesa che sembrava promettere un futuro ricco di emozioni e connessioni. I loro sguardi si incrociarono, e in quel momento, tutto il resto svanì, lasciando solo l’eco di una redenzione sentimentale e il calore del desiderio condiviso.
La luce del mattino filtrava dolcemente attraverso le tende, avvolgendo la stanza in un abbraccio caldo e morbido. Mauro e Maria si trovavano uno di fronte all'altro, il cuore che batteva all'unisono, come se stessero per danzare una melodia antica e mai dimenticata. I loro sguardi si incrociarono: gli occhi di Mauro brillavano di un'intensità che affascinava Maria, mentre nei suoi si riflettevano desideri e timide paure.
Maria avanzò verso di lui, la pelle che sembrava vorticare di entusiasmo, le dita che si posavano delicatamente sulle spalle di Mauro. La sua dolcezza era palpabile, e lui poteva percepire il battito del suo cuore, un ritmo che parlava di vulnerabilità e coinvolgimento. Mauro la abbracciò, stringendola a sé con una forza gentile, come se volesse proteggerla da ogni incertezza.
Le loro labbra si sfiorarono, prima come un fragile assaggio, poi con crescente urgenza. Ogni bacio era un’infinità di emozioni, un misto di giovinezza e desiderio, un’esplorazione dei confini dell’intimità. Mauro si piegò leggermente per avvicinarsi, e Maria sentì il calore della sua respirazione sul collo, dove un brivido di piacere la percorse. Le sue mani si ancorarono sulla nuca di lui, avvolgendo le ciocche dei suoi capelli tra le dita, come se volesse tenerlo vicino, irremovibile dal suo mondo.
Maria si sentiva trasportata in un'altra dimensione, in cui il tempo si era fermato, e ogni gesto si amplificava. Mauro la stava scoprendo con delicatezza e passione, le sue mani scivolavano lungo la schiena di lei, tracciando percorsi di desiderio e affetto. Ad ogni carezza, un brivido le attraversava la spina dorsale, mentre sentiva crescere un’intensità che esplodeva in un mélange di emozioni.
Si muovevano come in una danza, le parole non erano necessarie, solo il linguaggio dei corpi che si cercavano e si trovavano. Mauro la fece avanzare lentamente verso il letto, il battito del suo cuore rimbombava nelle orecchie. Maria lo guardò, la dolcezza del suo sguardo un’invocazione, e lui la strinse con una tenerezza che trasmetteva sicurezza e ardore.
Quando furono distesi sul letto, la tensione diventò palpabile. Mauro si curvò su di lei, le labbra che si muovevano lungo il suo viso, baciando la fronte, le guance, i lati del collo. Ogni sfioramento era un canto di passione, un richiamo irresistibile che la faceva ardere di desiderio. Maria si abbandonò a quelle sensazioni, lasciando che il suo corpo rispondesse, mentre le sue mani si avventuravano sulla pelle di Mauro, esplorando ogni muscolo, ogni curva, con una delicatezza quasi reverenziale.
L’atmosfera attorno a loro divenne densa, come se il mondo esterno fosse svanito, lasciando solo la loro essenza fluttuante. Mauro si fermò, i loro occhi si cercarono; c'era una comprensione silenziosa in quel momento decisivo. “Sei sicura?” chiese lui, la voce un sussurro che vibrava di desiderio. Lei annuì, il respiro affannato, sentendosi viva come mai prima.
Impulsivamente, Mauro la strinse forte, e in quel momento la loro unione divenne pura e autentica. Si abbandonarono a una danza di corpi, ogni movimento un’espressione di amore e desiderio, dove i confini tra di loro si dissolsero. Le mani percorrevano la pelle come se tracciassero un percorso magico, portandoli a scoprire territori ignoti, ad esplorare l’arte dell’amore in forma pura e sincera.
Maria si sentì completamente invasa da Mauro, ogni tocco, ogni bacio, era un’esclamazione di passione esecrata in gesti lenti e profondi. L’unione tra di loro si trasformava in un dialogo intimo, una comunicazione che andava oltre le parole. Con ogni carezza, la reciproca vulnerabilità si trasformava in forza, e l’intensità dei loro corpi si dilatava, come stelle che esplodono nell’universo.
E mentre il mondo si fermava, il tempo sembrava espandersi. Mauro e Maria danzavano insieme, perdersi e ritrovarsi l'uno nell'altro, in una sinfonia d'amore che raccontava la loro storia, unita in armonia. E in quello spazio sacro, non erano solo due corpi, ma un corpo unico, un’anima che vibra all’unisono, facendo eco all’ineffabile bellezza di quell’incontro.
"Così denso e appassionato fu il nostro incontro," sospirò Mauro all'orecchio di Maria, mentre i loro corpi nudi si abbracciavano nella dolce intimità di quel momento. Le labbra di lui scivolarono lungo la pelle salata del ventre di lei, provocandole un lieve fremito, mentre le sue mani esploravano con tenerezza ogni curva, risvegliando un desiderio che sembrava inebriarla. Maria, ansimando, si strofinava le mani contro le lenzuola, il cuore colmo di emozione, martellante contro il petto, mentre Mauro si soffermava a lungo, perdendosi in un mare di piacere che le provocava ondate di estasi.
Con infinita lentezza, Mauro risalì lungo il corpo di Maria, le loro labbra si incontrarono di nuovo, fondendosi in un fluido di passione. "Credo sia troppo presto dirlo," mormorò Maria dopo un momento, le parole erano un sussurro dolce e delicato.
"Cosa?" chiese Mauro, il suo sguardo attento e curioso.
Lei si girò su un fianco, carezzandogli la guancia con dolcezza. "Hai fatto l'amore con me con passione e rispetto. E io ti ringrazio con tutto il mio cuore, la mia mente e il mio corpo..."
"Non mi sembra una frase di cui aver timore," rispose lui, sorridendo per rassicurarla.
“No, ci sto girando attorno,” ammise Maria, il viso che si arrossava per l'emozione. "Io... io credo… credo di…" balbettò, l’ansia che le avvolgeva la voce.
Mauro, avvertendo la sua vulnerabilità, inclinò il capo e la baciò con dolce passione, il desiderio sprigionato da quel contatto denso di intimità. “Io credo di amarti,” le soffiò all'orecchio, come un segreto prezioso.
“Credi?” chiese lui, sollevando un sopracciglio con un sorriso intrigato.
“Io… sì... credo… Non credo,” ripeté, mentre le labbra di Mauro la baciavano nuovamente, facendola sciogliere tra le sue braccia calde e avvolgenti.
Lui si spostò su di lei, avvolgendola con dolce attenzione, i loro sguardi che si incontravano con una connessione profonda. Maria, affascinata, non riuscì a distogliere lo sguardo da lui, seguendo ogni suo movimento con desiderio crescente. I corpi si trovavano nell'armonia di un momento che sembrava eterno, la passione che si intensificava, come se il tempo si fosse fermato per loro.
E in quel crescendo di emozioni, raggiunsero un culmine sublime, un'esplosione perfetta in cui si univano passione, amore e anima, creando un equilibrio magico. Maria, guardandolo intensamente negli occhi, finalmente osò pronunciare le parole che le riempivano il cuore: "Ti amo."
"Rimarrei abbracciata a te per tutta la giornata," disse Maria, i suoi occhi scintillanti di gioia, mentre si stringeva a lui, giocando con l’intimità che avevano appena scoperto. Mauro la baciò con dolcezza e passione, come se quel momento potesse durare all’infinito. Non sembrava mai sazio di lei, e la dolcezza di quel legame si rifletteva in ogni carezza.
Dopo un attimo di silenzio, un pensiero si fece strada nella mente di Mauro. "Cosa direbbero i tuoi genitori se scoprissero che ti sei innamorata di uno più grande?" chiese, con un sorriso che nascondeva una leggera preoccupazione.
Maria ridacchiò, il suo volto si illuminò. "Mia madre? Non penserebbe nulla, basta che tu non superi i dieci anni in più di me. Lei e mio padre hanno dieci anni di differenza," rispose, fiduciosa.
"Mio padre, invece... sarebbe più ostico," continuò con un'espressione più seria.
"Ahi, sento il dolore da qui," disse Mauro, sollevando le mani in un gesto teatrale di sconfitta.
"No, se lo prepari bene, magari ti darà il permesso di frequentarmi, dopo quattro o cinque anni," rise Maria, il suono della sua risata riempiva la stanza di una contagiosa leggerezza.
"Ah, molto confortante," scherzò lui, anche se nel suo cuore c’era una certa apprensione. "Mi piaci, ma mi stai facendo girare in tondo," disse Mauro, osservando la mano di lei che continuava a esplorare il suo intimo, il calore di quel contatto lo sconvolgeva.
Maria arrossì, colta di sorpresa. "Scusa..."
"Te l'ho già detto: smettila di scusarti, amor mio," ribadì Mauro, la sua voce dolce ed esatta. "Perché mi sono innamorato così tanto di te?"
"Perché abbiamo condiviso la cabina insieme," rispose lei, un sorriso malizioso che illuminava il suo viso.
Mauro la guardò intensamente, percependo l'eco della verità nelle sue parole. "Mi sento in sintonia con qualcuno per la prima volta dopo tanti anni," confessò lui, il tono sincero e vulnerabile.
"Anche io," ribatté Maria, il suo cuore palpante per il timore di quello che stava nascendo tra loro. "Non mi devi lasciare."
"Ora che ti ho trovata, non ti lascerò," le promise Mauro, e si chinò a baciarla delicatamente sul collo, trovando un punto fulcro di felicità che la fece tremare.
"Oggi è l'ultimo giorno in cui resto all'hotel," osservò Maria, con un velo di malinconia nella voce. "Rendiamolo speciale."
"È già speciale," rispose Mauro, il suo cuore colmo di gratitudine. "È stato il week-end più bello che ho passato negli ultimi anni."
E così, nella solitudine avvolgente della loro camera, dimentichi di ciò che accadeva al di fuori, Mauro e Maria si abbandonarono l'uno tra le braccia dell'altra, perdendosi in un vortice di passione e tenerezza. Si amarono con ardore e dovizia, perdendo i confini del tempo e dello spazio.
Ogni bacio, ogni sussurro, ogni carezza si portava via il mondo esterno, mentre esploravano il profondo legame che si stava formando. La stanza si riempì di respiri affannati e risate, il suono dei loro corpi che si univano diventava una sinfonia intima, un inno alla bellezza del momento.
Quando infine si distaccarono, entrambi sapevano che il momento era stato straordinario. La difficoltà dell’addio si disegnò nei loro volti, ma Mauro le promise con fervore: "Ti raggiungerò al più presto."
Quei momenti indimenticabili sarebbero rimasti nei loro cuori, come un ricordo prezioso, una scintilla di amore che sarebbe continuata a brillare, nonostante la distanza che inevitabilmente li avrebbe separati.
---
Due mesi dopo, Mauro ricevette una notizia terribile che gli fece gelare il sangue. Maria lo informò che suo padre aveva avuto un infarto e, purtroppo, non ce l'aveva fatta. Con il cuore pesante e il desiderio ardente di essere vicino a lei, Mauro salì in auto e guidò per cento chilometri, le strade sfumavano nel suo pensiero mentre il suo unico obiettivo era quello di abbracciarla e consolarla.
Quando finalmente la raggiunse, la trovò in lacrime, avvolta nel dolore. La strinse forte tra le braccia, e reciprocamente si consolarono nel loro abbraccio, trovando nella loro connessione la forza di affrontare quella triste realtà. Maria lo presentò a sua madre, Dolores, e la donna lo accolse con un sorriso triste ma grato, abbracciandolo calorosamente. "Apprezzo davvero il tuo gesto di essere venuto fin qui," disse con voce tremante. "So del legame che c'è tra te e mia figlia."
Il giorno del funerale il cielo sembrava piangere insieme a loro. La pioggia scendeva fitta, impastando il terreno umido mentre Mauro e Maria si sostenevano a vicenda tra la folla, occhi pieni di tristezza. Mauro si rese conto di quanto fosse importante per lui essere lì, vicino a Maria, per affrontare insieme quel momento di perdita.
Rimase con lei per un paio di giorni, condividendo il dolore e la memoria di un uomo amato. Ma alla fine, il dovere professionale lo chiamò e dovette partire. Prima di andarsene, decise di rivelare le sue intenzioni. "Sto per trasferirmi qui. Pare ci sia un posto vacante nella polizia municipale," disse Mauro con un sorriso, cercando di portare un po' di leggerezza.
"Sei un vigile?" fece Maria, sorpresa ma colpita dalla determinazione di Mauro di avvicinarsi a lei.
"Sono lo sbirro delle multe," rise Mauro, cercando di sdrammatizzare la situazione.
Maria gli prese la mano, il cuore in tumulto, e con un misto di fragilità e passione, chiese: "Prima di andartene, vuoi fare l'amore con me?" Mauro sapeva che quel momento era carico di significato; non era solo una richiesta fisica, ma un modo per infonderle amore e sicurezza. Così, si abbandonarono l'uno tra le braccia dell'altro, cercando conforto nell'unione dei loro corpi, promettendo silenziosamente di affrontare insieme qualsiasi tempesta.
La mattina dopo, quando la luce del giorno cominciò a filtrare tra le tende, Mauro partì. Si sentì spezzato all'idea di lasciarla, ma il suo amore rimaneva vibrante e solido come una stella nella notte.
Un mese dopo, finalmente tornò da lei, con il cuore colmo di vicinanza. La sua presenza si fece solida quando si trasferì in una depandance sopra la casa dove Maria viveva con sua madre. Ogni angolo di quella casa, ora, si sentiva abitato da una nuova energia.
"Devo darti una notizia," esclamò Maria, gli occhi luminosi e pieni di vita mentre lo abbracciava con entusiasmo.
"Anche io," rispose Mauro, inginocchiandosi con un gesto romantico e solenne, porgendole un anello scintillante. "Vuoi sposarmi?"
La sorpresa le disegnò un'espressione incredula sul volto. "Sì, sì, lo voglio!" gridò, lasciando che la gioia esplodesse mentre si gettava tra le sue braccia. Il bacio che seguirono fu dolce e travolgente, un sigillo di impegno e amore.
"Cosa volevi dirmi prima?" chiese Mauro, ancora avvolto in quel momento magico.
Maria si distaccò da lui, prendendo un respiro profondo per trovare il coraggio di rivelargli il suo segreto. "Sono incinta," disse, e quelle parole, una combinazione di sorpresa e gioia, cambiarono tutto. Il mondo si fermò per un attimo, e Mauro la guardò con incredulità e felicità.
E così, come avviene in molte storie d'amore, vissero tutti felici e contenti, con il cuore pieno di nuove speranze e sogni. La loro avventura era solo all'inizio, intrecciata con l'amore e la promessa di un futuro insieme.
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Tre mesi dopo, Maria si trovava nel soggiorno, il pancione leggermente arrotondato che la faceva sembrare ancora più radiosa. Mentre si accarezzava la pancia, un pensiero le venne in mente. "Sai, mi chiedevo perché non abbiamo mai fatto quelle cose sporche come si vede in quel film per adulti…" disse con un sorriso malizioso, occhi scintillanti di curiosità.
Mauro, un sorriso sfacciato stampato in volto, rispose: "Possiamo sempre farlo dopo il matrimonio."
"Sul serio?" chiese Maria, incredula e divertita, non sapendo se stesse scherzando o meno.
Con un gesto giocoso, Mauro si abbassò all'orecchio di Maria e le sussurrò ciò che aveva intenzione di farle, dettagli che provocarono un brivido di sorpresa lungo la schiena di lei. Maria si finse scandalizzata e, con un cenno di disapprovazione, lo fulminò con uno sguardo divertito. "Maniaco!" esclamò, mentre entrambi scoppiavano in una risata contagiosa, il suono delle loro risate riempiva l'aria con una gioia leggera e frizzante.
"Ma seriamente," continuò Mauro, tornando a un tono più riflessivo. "Hai pensato al nome del bambino?"
Maria si appoggiò al divano, sorridendo con tenerezza. "Se è femmina, Carmen… Carmen Maria," rispose, riflettendo sul nome che tanto amava per sua figlia.
E se è maschio? Mauro le lanciò uno sguardo complice. "Mauro Alberto," aggiunse con un sorriso orgoglioso, il suo nome che si tramandava alla prossima generazione.
"Speriamo che siano gemelli," disse Mauro con un sorriso sognante.
"Oh, dai, povera me!" Maria esclamò in modo teatrale, portandosi una mano alla fronte come se la sola idea fosse già un peso insostenibile. Ma nonostante il tono scherzoso, nel fondo del suo cuore c’era una profonda emozione. L'immagine di una famiglia che cresceva insieme le scaldava l'anima.
Mauro si avvicinò e le accarezzò dolcemente il volto. "Non preoccuparti, saremo una squadra. E saremo i genitori migliori che possiamo essere. Insieme."
Maria si sentì travolta da un'ondata di amore e gratitudine. "Lo so," rispose, lasciandosi scivolare nella sicurezza della sua presenza. Con il pancione che continuava a crescere e un amore che sembrava infiniti, entrambi guardavano al futuro con speranza, sogni e una risata che risuonava come una promessa di felicità.
"Ti spiace se resto abbracciata a te ancora un po'?" chiese lei, con una voce che tremolava leggermente di vulnerabilità.
"No, certo che no," rispose lui, un soffio leggero che sembrava avvolgerla come una calda brezza.
“Sono nuda”
"Non ci avevo fatto caso," ammise Mauro, mentre lei lo colpì delicatamente con un leggero schiaffo sulla gamba, un gesto che mescolava imbarazzo e complicità.
"Pensi che sia una cattiva persona?" chiese Maria, la sua voce bassa, quasi un sussurro.
"Perché dovrei pensarlo?" ribatté lui, confuso e sincero.
"Perché quell'uomo faceva quelle cose su di me?" la domanda le uscì dal cuore con un peso insostenibile.
"Non era colpa tua e non potevi farci nulla," rispose Mauro, la voce carica di comprensione, mentre lei si strinse ancora di più al suo petto, cercando conforto in mezzo alle sue paure.
Alzò lo sguardo e i loro volti si trovarono a pochi centimetri di distanza, un’intensità palpabile tra loro. Mauro sentì il respiro di Maria, carico di emozione e desiderio. Lei chiuse gli occhi, abbandonandosi al momento, e si sporse verso di lui. Mauro accolse le sue labbra in un bacio dolce e sincero, un gesto che sembrava racchiudere tutte le parole non dette e le emozioni taciute. L’intensità di quel momento era un intreccio di fragilità e forza, in cui entrambi cercarono di trasmettere il loro sentimento l’uno all’altra.
Quando si scostò, Maria arrossì leggermente, un sorriso timido increspò le sue labbra. "Scusa," disse, ma lui la interruppe, afferrandole le mani e baciandole con dolcezza.
"Smettila di scusarti," rispose lui, nel suo tono c'era una tenerezza profonda che la tranquillizzava.
Si baciarono ancora, il calore dei loro corpi si mescolava in un abbraccio carico di tenerezza, ogni contatto sembrava far crescere la connessione tra loro. Maria desiderava di più, ma si tratteneva, rispettando il delicato confine che aveva tracciato. Mauro, d'altro canto, desiderava avvicinarsi, ma mantenne un riguardo rispettoso per i suoi ritmi. Le sue mani riposavano sui fianchi di lei, senza mai oltrepassare quel limite invisibile, mentre le dita di Maria accarezzavano il suo petto con una tenerezza inebriante.
"Mi piace come baci, lo sai?" sussurrò lei, il suo sguardo irradiava una dolcezza autentica.
"Anche tu," rispose Mauro, con un sorriso che illuminava i suoi occhi.
"Non voglio farlo ancora, ma mi piacerebbe continuare a fare questo in un posto più comodo," disse Maria con un lieve tono di desiderio.
Mauro sorrise, il cuore gli batteva per l'eccitazione di quel momento. Si alzò dal divano con grazia, sollevò Maria tra le braccia e la condusse delicatamente verso il letto, dove la adagiò con cura. Si spogliò dei suoi vestiti e scivolò accanto a lei, proseguendo a baciarsi, sfregando la sua pelle sulla sua in un modo che evocava una sensazione di piacere crescente. Era un equilibrio perfetto fra affetto e desiderio, dove entrambi si sentivano al sicuro, senza alcuna pressione di fare il passo decisivo. Rimasero così, avvolti l'uno nell'altra, abbracciati per tutta la notte, esplorando la loro connessione attraverso gesti piccoli ma significativi, avvolti dal calore della reciproca presenza.
Maria premette il suo corpo contro di lui. Arrossì leggermente quando sentì il contatto della virilità di Mauro contro il suo ventre, ma nonostante l'intensità del momento, il timore rimaneva: non si sentiva ancora pronta a chiedergli di andare oltre. Si baciarono e si coccolarono, lasciando che il tempo scorresse dolcemente, fino a quando la luce dell'alba cominciò a filtrare dalle finestre, sorprendendoli nella loro intimità. Si scambiarono sorrisi teneri, e infine si addormentarono insieme, avvolti in un abbraccio caloroso.
Quando si svegliarono, i loro occhi si cercarono in un riflesso di emozioni condivise. "Buongiorno, principessa," salutò Mauro, la voce pervasa da un'affettuosa dolcezza.
"Buongiorno," rispose lei, baciandolo con delicatezza, ma un'improvvisa imbarazzo la colpì. "Lo... lo abbiamo fatto?" chiese, arrossendo all'idea.
"Non ti ricordi?" replicò lui, assumendo un'espressione seria che la fece sentire ansiosa.
"Io... oddio, lo abbiamo fatto? Perché ho un vuoto..." la confusione la avvolgeva.
"Ah, non ti ricordi? Altro che gli urli che faceva la tua amica Magda," scherzò lui, cercando di alleggerire l'atmosfera.
"Oddio, che vergogna!" esclamò Maria, coprendosi il viso con le mani in una mista di incredulità e divertimento.
Lui rise, alzandosi a sedere e abbracciandola. Le sue labbra si posarono sul suo collo in un gesto dolce. "Scherzo. Non abbiamo fatto nulla, a parte stare abbracciati tutta la notte a farci le coccole," spiegò, un sorriso sincero sul volto.
"Ma che burlone," lo rimproverò affettuosamente, avvicinandosi a lui per un altro bacio.
"Colazione in camera?" chiese lui mentre scivolava giù dal letto
Maria rimase lì, mordendosi il labbro mentre osservava Mauro muoversi con grazia. La luce dell'alba accentuava la perfezione della sua schiena, delle sue gambe e dei suoi glutei, mentre si avvicinava al telefono per ordinare la colazione. Quando finalmente appese, si volse verso di lei, e un sospiro mancato si fece strada tra le labbra di Mauro nel vederla così, senza veli davanti a lui. E anche Maria che rimase in fissa ad osservare l’erezione di lui.
"hai intenzione di rimanere lì a contemplarmi ancora per un po'?" chiese lui, il tono melodioso e giocoso.
"Scusa, ma non posso fare a meno di ammirarti," rispose Maria, il rossore che le colorava le guance.
Lui sorrise, si inginocchiò accanto a lei e, con un gesto gentile, baciò le sue ginocchia, risalendo lentamente verso di lei con occhi che brillavano di affetto. Maria si strinse le mani al seno con una delicatezza timida, come se quel gesto fosse una protezione per la sua nudità, ma rimase ferma, accettando l’intensità dell’istante.
La guardò con attenzione, e la vulnerabilità di quel momento si mescolò a una certa tenerezza. "Non pensavo ci riuscissi, ma è comunque stata un'esperienza unica," disse Mauro, il tono sincero
Lei sorrise, scivolando verso di lui e rimanendo seduta, il cuore che batteva forte nel petto, mentre la tensione tra loro si faceva sempre più palpabile, impregnando l’aria di un'affettuosa elettricità. In quel momento, tutto sembrava confluire in una nuova intimità, un legame profondo che prometteva di crescere in qualcosa di straordinario.
6
"Ci credi all'amore a prima vista?" chiese Maria, mentre sorseggiava il suo caffè, gli occhi fissi su Mauro. Indossava una camicia bianca lunga che le arrivava alle ginocchia, offrendo un contrasto dolce e innocente alla profondità della loro conversazione. Mauro, che indossava una maglietta bianca pulita e pantaloncini, fece un sorriso affettuoso, tentando di mascherare l'emozione che si stava accumulando tra di loro.
"Sarei scontato se ti dicessi che l'ho provato dal primo momento che ti ho visto?" propose lui, il tono leggero ma con una sfumatura di verità. I suoi occhi brillavano di sincerità, ma c'era anche un pizzico di gioco nel suo sguardo.
"Beh, confesso che, in quella cabina, ho avvertito un brivido," disse Maria, un lieve imbarazzo accompagnava le sue parole. Il ricordo di quel momento tornava a galla, pungente e vibrante.
"Spifferi," ribatté lui ironico, alzando un sopracciglio, ma non riuscì a trattenere un sorriso. La leggerezza sembrava avvolgerli, ma sotto la superficie, una tensione palpabile iniziava a farsi strada.
"Ma io sono seria," insistette Maria, con una punta di capriccio nella voce. La sua determinazione risaltava in modo magnetico, mentre il suo sguardo si faceva più intenso.
"Scusa, la mia è una specie di stemperanza. Ma, adesso che ti ho conosciuto meglio, ho provato più di un brivido con te," rispose Mauro, la sincerità nelle sue parole era avvolta da una delicatezza che trasmetteva sicurezza.
Maria lo guardò, i suoi occhi riflettendo un mix di curiosità e vulnerabilità. "Pensi che potrebbe durare tra di noi?" la domanda uscì dolcemente, ma il peso delle sue parole si sentiva in ogni sillaba.
“Possiamo provare” rispose lui
"Mauro, cos'è per te il sesso?" chiese, l’argomento ora si faceva più serio, e un leggero tremore attraversò la sua voce.
Il giovane si prese un momento per riflettere, e la tensione tra loro sembrò crescere. "Il sesso per me è la conseguenza dell'amore. Il sesso senza amore è falso, vuoto. Non si fa sesso perché ci si deve sfogare o si è arrabbiati. Il sesso è una conseguenza del rispetto che un uomo o una donna hanno nei confronti del partner. Quando stai bene con qualcuno, il sesso diventa solo l'estensione dei sentimenti che si provano," spiegò Mauro, cercando di esprimere la profondità di ciò che sentiva, anche se le sue parole potevano sembrare contorte.
Maria ascoltò, il cuore batteva forte. "Penso che tu abbia ragione," disse, il suo tono pieno di ammirazione e accordo.
"Stai cercando di dirmi qualcosa, Maria?" chiese Mauro, i suoi occhi scuri si fissarono intensamente su di lei, cercando di cogliere ogni sfumatura del suo pensiero.
Un momento di silenzio cadde tra di loro, carico di possibilità. "Io... io voglio farlo con te," mormorò Maria, le parole uscirono come un sospiro leggero, ma cariche di emozione. Il suo viso si illuminò di un’espressione che combinava vulnerabilità e desiderio.
"Io ne sarei onorato," rispose Mauro, il tono serio ma profondamente sincero. La tensione si era trasformata in qualcosa di palpabile, un'intesa che sembrava promettere un futuro ricco di emozioni e connessioni. I loro sguardi si incrociarono, e in quel momento, tutto il resto svanì, lasciando solo l’eco di una redenzione sentimentale e il calore del desiderio condiviso.
La luce del mattino filtrava dolcemente attraverso le tende, avvolgendo la stanza in un abbraccio caldo e morbido. Mauro e Maria si trovavano uno di fronte all'altro, il cuore che batteva all'unisono, come se stessero per danzare una melodia antica e mai dimenticata. I loro sguardi si incrociarono: gli occhi di Mauro brillavano di un'intensità che affascinava Maria, mentre nei suoi si riflettevano desideri e timide paure.
Maria avanzò verso di lui, la pelle che sembrava vorticare di entusiasmo, le dita che si posavano delicatamente sulle spalle di Mauro. La sua dolcezza era palpabile, e lui poteva percepire il battito del suo cuore, un ritmo che parlava di vulnerabilità e coinvolgimento. Mauro la abbracciò, stringendola a sé con una forza gentile, come se volesse proteggerla da ogni incertezza.
Le loro labbra si sfiorarono, prima come un fragile assaggio, poi con crescente urgenza. Ogni bacio era un’infinità di emozioni, un misto di giovinezza e desiderio, un’esplorazione dei confini dell’intimità. Mauro si piegò leggermente per avvicinarsi, e Maria sentì il calore della sua respirazione sul collo, dove un brivido di piacere la percorse. Le sue mani si ancorarono sulla nuca di lui, avvolgendo le ciocche dei suoi capelli tra le dita, come se volesse tenerlo vicino, irremovibile dal suo mondo.
Maria si sentiva trasportata in un'altra dimensione, in cui il tempo si era fermato, e ogni gesto si amplificava. Mauro la stava scoprendo con delicatezza e passione, le sue mani scivolavano lungo la schiena di lei, tracciando percorsi di desiderio e affetto. Ad ogni carezza, un brivido le attraversava la spina dorsale, mentre sentiva crescere un’intensità che esplodeva in un mélange di emozioni.
Si muovevano come in una danza, le parole non erano necessarie, solo il linguaggio dei corpi che si cercavano e si trovavano. Mauro la fece avanzare lentamente verso il letto, il battito del suo cuore rimbombava nelle orecchie. Maria lo guardò, la dolcezza del suo sguardo un’invocazione, e lui la strinse con una tenerezza che trasmetteva sicurezza e ardore.
Quando furono distesi sul letto, la tensione diventò palpabile. Mauro si curvò su di lei, le labbra che si muovevano lungo il suo viso, baciando la fronte, le guance, i lati del collo. Ogni sfioramento era un canto di passione, un richiamo irresistibile che la faceva ardere di desiderio. Maria si abbandonò a quelle sensazioni, lasciando che il suo corpo rispondesse, mentre le sue mani si avventuravano sulla pelle di Mauro, esplorando ogni muscolo, ogni curva, con una delicatezza quasi reverenziale.
L’atmosfera attorno a loro divenne densa, come se il mondo esterno fosse svanito, lasciando solo la loro essenza fluttuante. Mauro si fermò, i loro occhi si cercarono; c'era una comprensione silenziosa in quel momento decisivo. “Sei sicura?” chiese lui, la voce un sussurro che vibrava di desiderio. Lei annuì, il respiro affannato, sentendosi viva come mai prima.
Impulsivamente, Mauro la strinse forte, e in quel momento la loro unione divenne pura e autentica. Si abbandonarono a una danza di corpi, ogni movimento un’espressione di amore e desiderio, dove i confini tra di loro si dissolsero. Le mani percorrevano la pelle come se tracciassero un percorso magico, portandoli a scoprire territori ignoti, ad esplorare l’arte dell’amore in forma pura e sincera.
Maria si sentì completamente invasa da Mauro, ogni tocco, ogni bacio, era un’esclamazione di passione esecrata in gesti lenti e profondi. L’unione tra di loro si trasformava in un dialogo intimo, una comunicazione che andava oltre le parole. Con ogni carezza, la reciproca vulnerabilità si trasformava in forza, e l’intensità dei loro corpi si dilatava, come stelle che esplodono nell’universo.
E mentre il mondo si fermava, il tempo sembrava espandersi. Mauro e Maria danzavano insieme, perdersi e ritrovarsi l'uno nell'altro, in una sinfonia d'amore che raccontava la loro storia, unita in armonia. E in quello spazio sacro, non erano solo due corpi, ma un corpo unico, un’anima che vibra all’unisono, facendo eco all’ineffabile bellezza di quell’incontro.
"Così denso e appassionato fu il nostro incontro," sospirò Mauro all'orecchio di Maria, mentre i loro corpi nudi si abbracciavano nella dolce intimità di quel momento. Le labbra di lui scivolarono lungo la pelle salata del ventre di lei, provocandole un lieve fremito, mentre le sue mani esploravano con tenerezza ogni curva, risvegliando un desiderio che sembrava inebriarla. Maria, ansimando, si strofinava le mani contro le lenzuola, il cuore colmo di emozione, martellante contro il petto, mentre Mauro si soffermava a lungo, perdendosi in un mare di piacere che le provocava ondate di estasi.
Con infinita lentezza, Mauro risalì lungo il corpo di Maria, le loro labbra si incontrarono di nuovo, fondendosi in un fluido di passione. "Credo sia troppo presto dirlo," mormorò Maria dopo un momento, le parole erano un sussurro dolce e delicato.
"Cosa?" chiese Mauro, il suo sguardo attento e curioso.
Lei si girò su un fianco, carezzandogli la guancia con dolcezza. "Hai fatto l'amore con me con passione e rispetto. E io ti ringrazio con tutto il mio cuore, la mia mente e il mio corpo..."
"Non mi sembra una frase di cui aver timore," rispose lui, sorridendo per rassicurarla.
“No, ci sto girando attorno,” ammise Maria, il viso che si arrossava per l'emozione. "Io... io credo… credo di…" balbettò, l’ansia che le avvolgeva la voce.
Mauro, avvertendo la sua vulnerabilità, inclinò il capo e la baciò con dolce passione, il desiderio sprigionato da quel contatto denso di intimità. “Io credo di amarti,” le soffiò all'orecchio, come un segreto prezioso.
“Credi?” chiese lui, sollevando un sopracciglio con un sorriso intrigato.
“Io… sì... credo… Non credo,” ripeté, mentre le labbra di Mauro la baciavano nuovamente, facendola sciogliere tra le sue braccia calde e avvolgenti.
Lui si spostò su di lei, avvolgendola con dolce attenzione, i loro sguardi che si incontravano con una connessione profonda. Maria, affascinata, non riuscì a distogliere lo sguardo da lui, seguendo ogni suo movimento con desiderio crescente. I corpi si trovavano nell'armonia di un momento che sembrava eterno, la passione che si intensificava, come se il tempo si fosse fermato per loro.
E in quel crescendo di emozioni, raggiunsero un culmine sublime, un'esplosione perfetta in cui si univano passione, amore e anima, creando un equilibrio magico. Maria, guardandolo intensamente negli occhi, finalmente osò pronunciare le parole che le riempivano il cuore: "Ti amo."
"Rimarrei abbracciata a te per tutta la giornata," disse Maria, i suoi occhi scintillanti di gioia, mentre si stringeva a lui, giocando con l’intimità che avevano appena scoperto. Mauro la baciò con dolcezza e passione, come se quel momento potesse durare all’infinito. Non sembrava mai sazio di lei, e la dolcezza di quel legame si rifletteva in ogni carezza.
Dopo un attimo di silenzio, un pensiero si fece strada nella mente di Mauro. "Cosa direbbero i tuoi genitori se scoprissero che ti sei innamorata di uno più grande?" chiese, con un sorriso che nascondeva una leggera preoccupazione.
Maria ridacchiò, il suo volto si illuminò. "Mia madre? Non penserebbe nulla, basta che tu non superi i dieci anni in più di me. Lei e mio padre hanno dieci anni di differenza," rispose, fiduciosa.
"Mio padre, invece... sarebbe più ostico," continuò con un'espressione più seria.
"Ahi, sento il dolore da qui," disse Mauro, sollevando le mani in un gesto teatrale di sconfitta.
"No, se lo prepari bene, magari ti darà il permesso di frequentarmi, dopo quattro o cinque anni," rise Maria, il suono della sua risata riempiva la stanza di una contagiosa leggerezza.
"Ah, molto confortante," scherzò lui, anche se nel suo cuore c’era una certa apprensione. "Mi piaci, ma mi stai facendo girare in tondo," disse Mauro, osservando la mano di lei che continuava a esplorare il suo intimo, il calore di quel contatto lo sconvolgeva.
Maria arrossì, colta di sorpresa. "Scusa..."
"Te l'ho già detto: smettila di scusarti, amor mio," ribadì Mauro, la sua voce dolce ed esatta. "Perché mi sono innamorato così tanto di te?"
"Perché abbiamo condiviso la cabina insieme," rispose lei, un sorriso malizioso che illuminava il suo viso.
Mauro la guardò intensamente, percependo l'eco della verità nelle sue parole. "Mi sento in sintonia con qualcuno per la prima volta dopo tanti anni," confessò lui, il tono sincero e vulnerabile.
"Anche io," ribatté Maria, il suo cuore palpante per il timore di quello che stava nascendo tra loro. "Non mi devi lasciare."
"Ora che ti ho trovata, non ti lascerò," le promise Mauro, e si chinò a baciarla delicatamente sul collo, trovando un punto fulcro di felicità che la fece tremare.
"Oggi è l'ultimo giorno in cui resto all'hotel," osservò Maria, con un velo di malinconia nella voce. "Rendiamolo speciale."
"È già speciale," rispose Mauro, il suo cuore colmo di gratitudine. "È stato il week-end più bello che ho passato negli ultimi anni."
E così, nella solitudine avvolgente della loro camera, dimentichi di ciò che accadeva al di fuori, Mauro e Maria si abbandonarono l'uno tra le braccia dell'altra, perdendosi in un vortice di passione e tenerezza. Si amarono con ardore e dovizia, perdendo i confini del tempo e dello spazio.
Ogni bacio, ogni sussurro, ogni carezza si portava via il mondo esterno, mentre esploravano il profondo legame che si stava formando. La stanza si riempì di respiri affannati e risate, il suono dei loro corpi che si univano diventava una sinfonia intima, un inno alla bellezza del momento.
Quando infine si distaccarono, entrambi sapevano che il momento era stato straordinario. La difficoltà dell’addio si disegnò nei loro volti, ma Mauro le promise con fervore: "Ti raggiungerò al più presto."
Quei momenti indimenticabili sarebbero rimasti nei loro cuori, come un ricordo prezioso, una scintilla di amore che sarebbe continuata a brillare, nonostante la distanza che inevitabilmente li avrebbe separati.
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Due mesi dopo, Mauro ricevette una notizia terribile che gli fece gelare il sangue. Maria lo informò che suo padre aveva avuto un infarto e, purtroppo, non ce l'aveva fatta. Con il cuore pesante e il desiderio ardente di essere vicino a lei, Mauro salì in auto e guidò per cento chilometri, le strade sfumavano nel suo pensiero mentre il suo unico obiettivo era quello di abbracciarla e consolarla.
Quando finalmente la raggiunse, la trovò in lacrime, avvolta nel dolore. La strinse forte tra le braccia, e reciprocamente si consolarono nel loro abbraccio, trovando nella loro connessione la forza di affrontare quella triste realtà. Maria lo presentò a sua madre, Dolores, e la donna lo accolse con un sorriso triste ma grato, abbracciandolo calorosamente. "Apprezzo davvero il tuo gesto di essere venuto fin qui," disse con voce tremante. "So del legame che c'è tra te e mia figlia."
Il giorno del funerale il cielo sembrava piangere insieme a loro. La pioggia scendeva fitta, impastando il terreno umido mentre Mauro e Maria si sostenevano a vicenda tra la folla, occhi pieni di tristezza. Mauro si rese conto di quanto fosse importante per lui essere lì, vicino a Maria, per affrontare insieme quel momento di perdita.
Rimase con lei per un paio di giorni, condividendo il dolore e la memoria di un uomo amato. Ma alla fine, il dovere professionale lo chiamò e dovette partire. Prima di andarsene, decise di rivelare le sue intenzioni. "Sto per trasferirmi qui. Pare ci sia un posto vacante nella polizia municipale," disse Mauro con un sorriso, cercando di portare un po' di leggerezza.
"Sei un vigile?" fece Maria, sorpresa ma colpita dalla determinazione di Mauro di avvicinarsi a lei.
"Sono lo sbirro delle multe," rise Mauro, cercando di sdrammatizzare la situazione.
Maria gli prese la mano, il cuore in tumulto, e con un misto di fragilità e passione, chiese: "Prima di andartene, vuoi fare l'amore con me?" Mauro sapeva che quel momento era carico di significato; non era solo una richiesta fisica, ma un modo per infonderle amore e sicurezza. Così, si abbandonarono l'uno tra le braccia dell'altro, cercando conforto nell'unione dei loro corpi, promettendo silenziosamente di affrontare insieme qualsiasi tempesta.
La mattina dopo, quando la luce del giorno cominciò a filtrare tra le tende, Mauro partì. Si sentì spezzato all'idea di lasciarla, ma il suo amore rimaneva vibrante e solido come una stella nella notte.
Un mese dopo, finalmente tornò da lei, con il cuore colmo di vicinanza. La sua presenza si fece solida quando si trasferì in una depandance sopra la casa dove Maria viveva con sua madre. Ogni angolo di quella casa, ora, si sentiva abitato da una nuova energia.
"Devo darti una notizia," esclamò Maria, gli occhi luminosi e pieni di vita mentre lo abbracciava con entusiasmo.
"Anche io," rispose Mauro, inginocchiandosi con un gesto romantico e solenne, porgendole un anello scintillante. "Vuoi sposarmi?"
La sorpresa le disegnò un'espressione incredula sul volto. "Sì, sì, lo voglio!" gridò, lasciando che la gioia esplodesse mentre si gettava tra le sue braccia. Il bacio che seguirono fu dolce e travolgente, un sigillo di impegno e amore.
"Cosa volevi dirmi prima?" chiese Mauro, ancora avvolto in quel momento magico.
Maria si distaccò da lui, prendendo un respiro profondo per trovare il coraggio di rivelargli il suo segreto. "Sono incinta," disse, e quelle parole, una combinazione di sorpresa e gioia, cambiarono tutto. Il mondo si fermò per un attimo, e Mauro la guardò con incredulità e felicità.
E così, come avviene in molte storie d'amore, vissero tutti felici e contenti, con il cuore pieno di nuove speranze e sogni. La loro avventura era solo all'inizio, intrecciata con l'amore e la promessa di un futuro insieme.
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Tre mesi dopo, Maria si trovava nel soggiorno, il pancione leggermente arrotondato che la faceva sembrare ancora più radiosa. Mentre si accarezzava la pancia, un pensiero le venne in mente. "Sai, mi chiedevo perché non abbiamo mai fatto quelle cose sporche come si vede in quel film per adulti…" disse con un sorriso malizioso, occhi scintillanti di curiosità.
Mauro, un sorriso sfacciato stampato in volto, rispose: "Possiamo sempre farlo dopo il matrimonio."
"Sul serio?" chiese Maria, incredula e divertita, non sapendo se stesse scherzando o meno.
Con un gesto giocoso, Mauro si abbassò all'orecchio di Maria e le sussurrò ciò che aveva intenzione di farle, dettagli che provocarono un brivido di sorpresa lungo la schiena di lei. Maria si finse scandalizzata e, con un cenno di disapprovazione, lo fulminò con uno sguardo divertito. "Maniaco!" esclamò, mentre entrambi scoppiavano in una risata contagiosa, il suono delle loro risate riempiva l'aria con una gioia leggera e frizzante.
"Ma seriamente," continuò Mauro, tornando a un tono più riflessivo. "Hai pensato al nome del bambino?"
Maria si appoggiò al divano, sorridendo con tenerezza. "Se è femmina, Carmen… Carmen Maria," rispose, riflettendo sul nome che tanto amava per sua figlia.
E se è maschio? Mauro le lanciò uno sguardo complice. "Mauro Alberto," aggiunse con un sorriso orgoglioso, il suo nome che si tramandava alla prossima generazione.
"Speriamo che siano gemelli," disse Mauro con un sorriso sognante.
"Oh, dai, povera me!" Maria esclamò in modo teatrale, portandosi una mano alla fronte come se la sola idea fosse già un peso insostenibile. Ma nonostante il tono scherzoso, nel fondo del suo cuore c’era una profonda emozione. L'immagine di una famiglia che cresceva insieme le scaldava l'anima.
Mauro si avvicinò e le accarezzò dolcemente il volto. "Non preoccuparti, saremo una squadra. E saremo i genitori migliori che possiamo essere. Insieme."
Maria si sentì travolta da un'ondata di amore e gratitudine. "Lo so," rispose, lasciandosi scivolare nella sicurezza della sua presenza. Con il pancione che continuava a crescere e un amore che sembrava infiniti, entrambi guardavano al futuro con speranza, sogni e una risata che risuonava come una promessa di felicità.
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