Una storia sentimentale parte 1

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Una storia sentimentale parte 1

L'atmosfera nella cabina è carica di imbarazzo e tensione, come se l'aria fosse diventata densa. Tu, vestito solo con le mutande, ti trovi in una situazione inaspettata; la porta si apre ed ecco che appare lei, una giovane ragazza in costume da bagno, con i capelli che le cadono leggeri sulle spalle.
"Oddio, ci fai nella mia cabina?" chiede con un tono scandalizzato, il viso che si tinge di rosso.
"Veramente è la mia," ribatti, mantenendo un tono calmo mentre il tuo cuore inizia a battere più forte. La chiave della cabina pende sempre in primo piano, un simbolo della tua legittimità in quel momento strano.
"No," dice lei, riallacciandosi frettolosamente il reggiseno, un gesto che accentua il suo imbarazzo. "Maniaco…" prosegue, ma tu la interrompi, mostrando la chiave: "Guarda.. guarda, N 66."
Osservi il suo volto cambiare mentre si rende conto dell'errore. La sua chiave, che teneva in mano, è capovolta. "Oh dio, scusa, mi spiace…", ammette, e quello che era un momento di tensione si scioglie parzialmente. Il suo sguardo trasmette una miscela di vergogna e sorpresa.
"Nessun problema," rispondi con un sorriso. "Se vuoi, posso prendere la tua chiave e lasciarti… oppure ti giri un attimo e mi lasci finire di mettermi il costume."
Le parole fluiscono tra di voi, come una danza delicata, e mentre lei si volta, il suo viso è inondato da un rosso acceso. La sua risposta è un'immediata approvazione; "Ok, cambiati pure che io non guardo."
Mentre ti cambi, un misto di emozioni ti attraversa. Ogni movimento è più lento del solito, ogni gesto sembra amplificato in quel momento di sospensione. L’energia tra voi è palpabile; noti il riflesso della luce sul suo corpo, il modo in cui il costume da bagno avvolge le sue curve, e un pensiero inaspettato ti attraversa: c’è qualcosa di magnetico in lei.
Il tempo rallenta. Mentre indossi il costume, senti un brivido lungo la schiena. C'è una sorta di intimità che si è creata in quel breve scambio; nessuno dei due parla, ma l’aria è carica di una curiosità condivisa. Anche se sei consapevole che dovrebbe essere un momento imbarazzante, c'è una scintilla di qualcosa di più, di non detto, sospeso nell'aria.
Finalmente, terminato di cambiarti, ti volti verso di lei. "Fatto, grazie mille," dici, e i tuoi occhi si incrociano per un istante. C'è un piccolo sorriso che si forma sulle labbra di lei, una sorta di complicità in quel momento. "Va bene," dice, mentre esce dalla cabina e chiude la porta dietro di sé.
Quell'incontro fugace lascia un’eco di tensione e una curiosità che aleggia tra di voi. Nel vederla andarsene, realizzi che a volte le situazioni più strane possono portare a momenti indimenticabili; un attimo bloccato nel tempo, sospeso tra imbarazzo e potenziale.
Maria, sorseggiando la sua bibita analcolica, si sente un po' in subbuglio nel rivedere Mauro, il ragazzo della cabina. Il suo stupore iniziale si mescola a un'improvvisa curiosità mentre lo osserva sedersi accanto a lei. La camicia aperta di Mauro lascia intravedere muscoli ben definiti, e il suo sorriso sicuro provoca un tuffo nel cuore di Maria.

"Piacere, Mauro," dice, incrociando le dita con quelle di lui. La sua stretta è ferma, ma le mani di Maria si sentono calde e leggere, quasi come se stessero danzando in un gioco di seduzione silenzioso. "Maria," ribatte poi, con un tono che tradisce un mix di audacia.
La battuta di Mauro sembra danzare nell'aria, sfiorando come una brezza leggera. "Volevo scusarmi per prima e offrirti un cocktail." Il suo sguardo è profondo e penetrante, come se potesse leggere i pensieri più intimi di Maria. La ragazza non può fare a meno di notare il modo in cui ogni parola esce dalle labbra di lui con una certa sicurezza, come se avesse il potere di incantare chiunque.
"Non lo fai per adescarmi, vero?" chiede Maria, con un sorriso malizioso che le illumina il viso. La sua anima è in estasi, un misto di divertimento e sfida. Sente il battito cardiaco accelerare, oscillando tra il desiderio di giocare e il timore di oltrepassare un confine.
Mauro alza un sopracciglio, un'espressione di giovanile provocazione che aumenta la tensione nel loro scambio. "Per quello c'è ancora tempo," risponde lui, il tono di voce che mischia divertimento e una certa dose di spavalderia. È come se stesse tessendo un filo invisibile tra di loro, un filo che attira e seduce, ma nel contempo suggerisce che c'è molto di più oltre il primo scambio di parole.
Maria percepisce un'immediata attrazione nei confronti di Mauro. Ogni parola sembra avvolgerla in un caldo abbraccio, mentre il profumo della sua pelle e il sole che gioca tra i riflessi dell'acqua la fanno sentire viva. Risponde con un sospiro leggero, ma i suoi pensieri intessono immagini di serate estive e risate condivise.
"Io non sono così facile da conquistare," dice con un tono scherzoso, cercando di mantenere il controllo, anche se la sua voce tradisce un pizzico di eccitazione. Il brivido dell'ignoto le fa battere il cuore, eppure c'è qualcosa di avvincente nella sua sfida.
"Non preoccuparti, Maria," ribatte Mauro, avvicinandosi un po' di più. "A volte, le migliori storie sono quelle che iniziano con un po' di imbarazzo." Gli occhi di lui brillano di una scintilla di complicità.
In quel momento, tra battute e sguardi carichi di tensione, la giornata si fa più luminosa. Maria sente il calore del sole sulla pelle e il richiamo di un'avventura che potrebbe attendere proprio dietro l'angolo, abbracciando il gioco di seduzione che si sta formando tra loro, consapevole che quel primo incontro potrebbe essere solo l'inizio di qualcosa di speciale.
L'atmosfera è già elettrica quando Mauro si rivolge a Maria con un sorriso giocoso. “Dunque, Maria, sei una ragazza giovane, quindi immagino tu stia studiando, vero?”
“Sì,” risponde lei, i suoi occhi brillano di entusiasmo. “Sono qui in vacanza con qualche amica. Completo relax prima di tornare a scuola. E tu?”
“Io scrivo sceneggiature manga,” dice lui, con un tono di leggerezza.
“Uah, adoro i manga! Che tipo di manga crei?” chiede lei, il suo interesse palpabile.
“Hentai,” risponde lui, quasi divertito nel vedere il suo viso che scotta.
“Ah, sporcaccioni,” commenta Maria, fingendo di essere scandalizzata. “Mio fratello mi ha fatto leggere la saga de *La clinica dell’amore*… “
“Ah sì, divertente, mai datato,” si limita a dire lui, il sorriso malizioso che non lo abbandona “Allora, oltre ad entrare nelle cabine sbagliate, cosa fai per conquistare le ragazze?” chiede, con un lampo di provocazione nei suoi occhi.
Lui scoppia a ridere, “Non stavo adescando te… Ho solo sbagliato cabina, tutto qui.”
“Stasera c’è una festa sulla spiaggia. Vuoi partecipare?” lancia Mauro, un po’ provocatorio e svelando un attimo di audacia.
Maria, curiosa, chiede: “Che tipo di festa?”
“Si suona, si balla, si mangia… Feste fatte da giovani per giovani. Se vieni sola, dai un pretesto agli altri maschi di girarti intorno,” dice Mauro, il suo sguardo che si fa complice. “Se vieni con me, se ne staranno alla larga.”
“Mi stai chiedendo un appuntamento?” Maria sembra sorpresa e divertita al tempo stesso.
“Mettila così,” risponde lui, sorridendo.
“Va bene, ma a patto che tu non ti metta in testa strane idee,” commenta lei, mantenendo un tono scherzoso.
“Troppo tardi,” lui esplode in una risata, godendosi il momento.
“Scemo che sei,” ribatte lei con una risata. “Va bene, accetto la tua compagnia. Come devo vestirmi?”
“Short, una maglietta, un paio di sandali,” suggerisce lui con l’aria di chi conosce il codice del beach party. “Classico da spiaggia serale.”
“Va bene, allora a stasera, mi trovi vicino alla nostra cabina,” dice Maria, dando un tocco di inesperienza e innocenza a quelle parole.
“Uh, la 'nostra' cabina?” Mauro ridacchia, mentre un sorriso malizioso si fa strada sul suo viso.
Il rossore si diffonde sulle guance di Maria, mentre i due si scambiano uno sguardo carico di complicità e una sottile tensione, come se tra di loro ci fosse un segreto che solo il vento del mare conosce. Quella conversazione, leggera e fluttuante, ha creato un legame palpabile, un invito a esplorare non solo la festa, ma anche il mistero che si cela dietro quell'incontro inaspettato.

Maria si stava divertendo come mai prima d’ora, con Mauro al suo fianco, entrambi immersi nella musica e nell’atmosfera festiva che circondava la spiaggia. Dopo aver bevuto qualche drink e ballato fino a sentirsi un po’ frullati, Mauro si voltò verso di lei con un sorriso malizioso. “Tra poco è mezzanotte,” disse, gli occhi scintillanti sotto la luce della luna.
“Ti trasformerai in zucca?” rispose lei con un tono giocoso, ridendo.
“No, ci sarà il bagno di mezzanotte,” controbatté lui, il suo sorriso si allargò.
“Oh, come sirene e tritoni a nuotare sotto la luna,” sorrise Maria, immaginando il cielo stellato riflettersi nelle onde.
“Il bagno si fa da nudi,” disse Mauro, con un tono che sfiorava il provocatorio.

Maria si bloccò, il suo volto si fece rosso. “Ah, ouch, non pensavo che si dovesse fare… MMM, tu lo sapevi, vero?” gli lanciò un’occhiata incredula, ma un sorriso urlava la sua complicità.
“Sì, in effetti,” ammise lui, ridendo e alzando le spalle in un gesto di sfida.
“Ah, allora ho ragione a dire che sei un maniaco,” lo stuzzicò lei, tirandogli scherzosamente una pacca sulla spalla.
“Non avrai vergogna a nuotare nell’acqua in mezzo a tutti quegli sconosciuti vestiti solo di aria?” la prese in giro lui, il suo sorriso sardonico rivelava il gioco che entrambi stavano facendo.
“Beh, non… mi sentirei in imbarazzo totale,” rispose lei, con un tono che mischiava provocazione e un palpabile nervosismo.
“Se ti tengo per mano?” chiese Mauro, con uno strascico di ironia nei suoi occhi.
“Beh, sarebbe comunque imbarazzante,” ribatté lei, ma qualcosa nel suo sguardo tradiva un desiderio di avventura.
“Guarda, si stanno posizionando,” disse Mauro, indicando alcuni partecipanti che si stavano radunando sulla spiaggia, pronti per l’impresa. “Un trucco: non distrarsi e concentrarsi solo su quello che hai davanti,” aggiunse, mentre si tolse la maglietta con un gesto deciso.
“Osa, ragazza, ci si diverte di più,” disse con un tono incoraggiante mentre si toglieva anche i pantaloncini da bagno, il suo costume che ora sembrava più un ricordo che una barriera.
Maria arrossì, ma l’adrenalina cominciava a scorrere nelle sue vene. **‘Cosa sto aspettando?’** pensò, l’eccitazione e la paura danzavano dentro di lei.
“Dai, andiamo!” esclamò Mauro e, con un balzo, corse verso gli altri già posizionati, la sabbia che volava sotto i suoi piedi nudi.
Il suo cuore batteva forte, e Maria si sentì travolta da un misto di esitazione e audacia. Alla fine, non poteva fermarsi ad osservare. Con una determinazione improvvisa e un sorriso che le illuminava il volto, si tolse il costume. Pochi secondi di respiro e poi, con un passo deciso, raggiunse Mauro, la voce tremante dall’emozione: “Va bene, tienimi la mano!”
“Pronta?” chiese lui, il suo entusiasmo contagioso.
“Sempre,” rispose Maria.
Insieme presero slancio, e corsero verso le onde del mare secondo una sola regola: **“É adesso o mai più.”** Le onde li accolsero, mentre si tuffavano in un mondo di libertà e gioventù, ridendo, urlando e danzando in mezzo ai riflessi argentati della luna. Erano solo loro due, il mare e una serata di avventure non più trattenuta da alcun pudore, come mamma li aveva fatti.

--
Le onde danzavano intorno a loro mentre Maria e Mauro si abbandonavano al momento, il suono delle risate delle altre persone sulla spiaggia incorniciava il loro piccolo mondo. La luna, splendente e benevola, riversava un velo d’argento sull’acqua, creando un’atmosfera quasi magica. Maria, con le guance ancora frizzanti di euforia, nuotava felice, le braccia che scivolavano potentemente attraverso il mare, sentendosi libera e radiosa accanto a Mauro. La nudità, che inizialmente l’aveva imbarazzata, era diventata una parte della libertà che stava assaporando.
Tornati a riva, l’inibizione svanì completamente. Si asciugarono senza alcuna vergogna, i loro corpi bagnati brillavano alla luce della luna. “Rimaniamo seduti sulla spiaggia così come siamo?” propose Maria, l’aria fresca che le accarezzava la pelle.
“Bene così, ragazza,” rispose Mauro, trovando una posizione comoda, abbracciandosi le gambe con le braccia. “Ti sei abituata bene.”
“Sì, hai ragione quando hai detto ‘Osa’,” disse Maria con un sorriso, il suo sguardo che cercava quello di Mauro, cercando anche di cogliere la sua reazione.
“Sai, ho sempre avuto vergogna del mio corpo,” aggiunse con una sincerità che stava crescendo tra di loro.
“Beh, non mi sembra di avere visto nulla di brutto in te,” rispose lui, il suo tono era di una rotondità rassicurante, e Maria sentì le sue guance scaldarsi ulteriormente.
Centro di quell'argomento, il discorso si fece più intimo. “Beh, non ho mai avuto un ragazzo. Cioè, li ho avuti, ma non abbiamo mai... fatto cose,” confessò Maria, le parole che le uscivano più dolcemente di quanto avesse previsto. “Sì, qualche bacio e qualche carezza, ma… mai niente di concreto.”
“E questo ti ha dispiaciuto?” chiese Mauro, il suo sguardo impossibile da ignorare, penetrante ma gentile.

“Non so… No… sì,” rispose lei, scuotendo la testa, mischiando i suoi pensieri. “È che non ho sentito nulla. Penso che certe cose bisognerebbe provarle con qualcuno che ti piace veramente. E poi, ho compiuto 18 anni solo 4 mesi fa. Quando penso alle mie amiche che lo hanno già fatto… Ma loro lo fanno perché vogliono solo un’avventura. Io voglio di più di un’avventura.”
Mauro la guardò con attenzione. “Sei molto matura per una ragazza della tua età,” commentò, ammirando la chiarezza con cui Maria esprimeva i suoi desideri.
“Tu hai più anni di me ma non mi hai detto quanti… Ipotizzo 23 o 24 anni,” disse Maria, curiosa.
“Ipotizzi male: ne ho 27,” precisò lui,.
“Oh, wow,” fece lei, sorpresa.
“Troppo vecchio?” chiese lui, fingendo un’offesa che a Maria fece sollevare le sopracciglia.
“No, sei gustoso… Oddio, l’ho detto?” rise imbarazzata, il cuore che le batteva.
“Sì, immagino che potrei esserlo,” la sua risata era contagiosa, ma la tensione tra di loro iniziava a farsi più palpabile.
“Che strano, siamo nudi qui uno accanto all’altro e non sento né imbarazzo, né il desiderio di baciarti,” lo guardò, i suoi occhi pieni di curiosità. “Aspettavi che lo facessi?”
“Non forzo nessuno. Poi, abbiamo creato un clima perfetto, perché correre?” chiese lui, il suo sguardo profondo, catturandola in un vortice di emozioni contrastanti.
“Sì, tu ce l’hai una ragazza?” incalzò Maria, curiosa.
“L’avevo. La cotta del liceo. Siamo stati insieme sei anni… Poi… poi se n’è andata,” ammise lui, un accenno di malinconia nascostosi nelle sue parole, nei suoi occhi.
“Tradimento?” chiese Maria, preoccupata.
“Malattia,” rispose Mauro, lasciando una brevissima pausa che lasciò cadere un velo di tristezza tra di loro.
“Oddio, mi spiace tanto, scusa,” disse lei, le parole come un abbraccio.
“Non importa, è passato un po’ di tempo…” mormorò lui, il tono nostalgico, perso in ricordi lontani.
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2025-05-03
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