Guardando il wrestling

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etero

GUARDANDO IL WRESTLING

Il divano sembrava troppo piccolo per contenere la tensione che si era creata. Lei, seminuda, il seno completamente esposto, i capezzoli duri che spiccavano come piccole punte di fuoco, e quel tanga fucsia così minuscolo da sembrare un invito non detto. Le sue cosce si stringevano e si aprivano lentamente, quasi a scandire un ritmo ipnotico, mentre gli ultimi chicchi di popcorn cadevano tra il pizzo lucido e la pelle calda. I suoi occhi cobalto bruciavano desiderio, un mix di innocenza disarmante e malizia dichiarata.
Lui, in boxer, con il respiro che si faceva sempre più pesante, la guardava come fosse una visione proibita. Il tessuto leggero non riusciva nemmeno più a contenere l’evidenza del suo eccitamento. Si sedette accanto a lei, sfiorandole il fianco con un gesto finto accidentale, ma il contatto della sua pelle nuda contro la sua lo fece vibrare fino alle ossa.
Lei sorrise, inclinando appena il capo, e con quel sorriso gli trafisse ogni difesa. «Vuoi davvero guardare ancora le lottatrici?» mormorò, poggiando una mano sul suo petto nudo. La sua pelle era calda, pulsante, pronta a esplodere.
In silenzio lui scivolò verso di lei, le prese il volto tra le mani e la baciò. Non un bacio leggero, ma un bacio affamato, rovente, denso di lingua e di desiderio trattenuto troppo a lungo. Lei gemette piano, un suono breve ma così carnale da farlo quasi impazzire.
Le sue mani non persero tempo: scesero dalle guance al collo, poi giù, fino al seno teso e palpitante. Le afferrò i seni pieni, li strinse, li baciò, li leccò con avidità, succhiando i capezzoli come se volesse berne il piacere. Lei arcuava la schiena, quasi offrendosi, un fremito correndo lungo ogni muscolo del suo corpo.
«Toglilo,» sussurrò lei con voce rotta, guidandogli la mano verso il tanga.
Con un lento gesto deciso, lui infilò le dita sotto il tessuto minuscolo e lo fece scivolare giù dai fianchi, oltre le cosce, finché lei fu completamente nuda davanti a lui, gambe aperte sul divano come un’offerta senza ritorno. Il suo sesso, lucido e intriso di eccitazione, emanava calore e un profumo ferino che lo fece tremare.
Lei prese con delicatezza il bordo del suo boxer. «Ora tocca a te.»
Lo abbassò con lentezza, e il suo membro balzò fuori, pulsante, duro, avvolto dal calore rovente dell’attesa. Il suo sguardo brillò di complicità mista a lussuria: «Voglio sentirti dentro di me... adesso.»
Non resistette più. La afferrò per i fianchi, la fece scivolare sotto di sé e, con un colpo deciso e profondo, la penetrò. Lei lanciò un gemito alto, vibrante, che sembrò riempire tutta la stanza. Il ritmo nacque furioso: spinte forti, decise, i suoi fianchi che sbattevano contro i suoi glutei, le sue mani che afferravano le sue cosce spalancandole sempre di più.
Ogni spinta faceva riverberare la sua pelle di piacere, i seni saltavano ritmicamente, i capezzoli che sfioravano il suo petto sudato. Le gambe di lei si avvolsero intorno a lui, stringendolo ancora più forte, come a volerlo risucchiare dentro di sé. La stanza scomparve. Non c’erano più popcorn, televisione o wrestling. Solo due corpi che si incendiavano, due bocche che si inghiottivano, due respiri che diventavano un unico ansimare.
Il culmine arrivò come un’onda imponente. Lei urlò senza freni, la testa piegata all’indietro, l’intero corpo percorso da scosse di piacere. Lui la seguì subito dopo, gemendo con voce gutturale, esplodendo violentemente dentro di lei, travolti entrambi da un orgasmo che li lasciò esausti e annientati sul divano.
Restarono così, sudati e intrecciati, i cuori che battevano all’unisono, i corpi ancora tremanti. Lei ridacchiò, guardandolo con gli occhi semichiusi ma luminosi: «Altro che wrestling... questo sì che è stato uno spettacolo.»

I loro respiri ancora spezzati riempivano il silenzio della stanza. Lui rimase sopra di lei, madido di sudore, mentre le labbra si cercavano ancora, affamate, bagnate di saliva e ansiti. I due si baciarono forte, quasi a strapparsi la bocca, ancora ebbri di piacere.
Lei però non si fermò lì. Con un sorriso malizioso si svincolò lentamente da sotto di lui, strisciò giù lungo il suo corpo, baciandogli il petto, l’addome, fino a ritrovarsi davanti al suo cazzo lucido e gonfio, segnato dal loro scambio selvaggio.
=Ora voglio questo…» sibilò con occhi sporchi di lussuria.
Senza esitazioni, glielo prese in bocca, profondo, succhiandogli l’asta ancora umida con un’avidità sporca, ingorda. Le labbra scivolavano lungo ogni centimetro, la lingua lo massaggiava, e le guance si incavavano mentre gli faceva un pompino senza pietà, sbattendogli la testa su e giù, con i suoi gemiti che rimbombavano nella gola.
Lui si contorceva sul divano, afferrandole i capelli e mugolando di piacere, sempre più vicino al limite. Lei lo sentì tremare e aumentò il ritmo, ingoiandolo fino in fondo, senza ritegno, finché con un grido gutturale lui venne violentemente, riempiendole la bocca di sperma caldo e denso.

Non sputò nulla. Lo bevve tutto, fino all’ultima goccia, succhiando ancora l’asta che pulsava tra le sue labbra come se volesse strizzarlo fino all’ultima stilla. Poi risalì verso di lui, sporca e soddisfatta, e lo baciò di nuovo, selvaggiamente, facendogli assaggiare il sapore del suo stesso seme.
I corpi esausti si accasciarono sul divano, intrecciati, finalmente quieti. Lui la strinse ancora mentre il sonno li catturava piano, i loro respiri che si facevano lenti e profondi.
Sul televisore, dimenticato in sottofondo, la folla esultava: una wrestler bionda con le braccia alzate veniva proclamata campionessa del mondo.
E intanto, sul divano, i due si addormentarono felici, sciolti l’uno nell’altro, dopo la loro battaglia di carne e desiderio.

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2025-08-24
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