Ghiandole
di
Lucrezia
genere
saffico
Leggo: "La zona delimitata dell'areola è preposta all'allattamento materno, e sulla sua circonferenza sfociano i condotti mammari, dai quali fuoriesce il latte. Sull'areola si trovano inoltre le ghiandole di Montgomery, che hanno lo scopo di mantenere lubrificata la zona dell'areola, favorendo l'assunzione del latte".
Ah è così? Ma se fosse solo questo perché mi attrae tanto un seno.
Lo penso a voce alta mentre chiudo Wikipedia e poso il telefonino sul tuo ventre, sapendo già che scivolerà di lato appena ti muoverai un poco.
Sono con la guancia appoggiata ad un tuo seno, l'occhio destro quasi a contatto con la tua pelle ha la vista ravvicinata del capezzolo dell'altro tuo seno, e allora chiudo l'altro occhio e lo studio, come se guardassi nell'oculare di un microscopio.
E mentre scruto le grinze della tua pelle attorno al capezzolo eretto, tu ridi e il telefono dalla tua pancia piomba giù sul letto.
Noncurante delle tue risa, con fare falso professionale, con un dito mi metto a contare le tue ghiandole di Montgomery; ne conto dodici, sono tante? Sono poche? Basteranno a lubrificare la pelle durante una poppata?
Te lo chiedo e tu prima mi guardi e poi non trattieni la risata, faccio la seria ma so già che non durerà, non posso esserlo, già all'inizio di questa mia esplorazione sapevo di metterla in burla, quindi rido e mi alzo per guardarti.
Occhi negli occhi, ti amo, ti bacio tenera, poi ti domando: "come sarà allattare?".
Tu mi mandi a quel paese, ma ti schernisco dicendoti che sono seria, tu mi chiedi se improvvisamente mi è venuta voglia di maternità.
Ci penso, ti dico, ma soprattutto mi sento diventare vecchia.
Ma chi, tu? Ma va!
Ah è così? Ma se fosse solo questo perché mi attrae tanto un seno.
Lo penso a voce alta mentre chiudo Wikipedia e poso il telefonino sul tuo ventre, sapendo già che scivolerà di lato appena ti muoverai un poco.
Sono con la guancia appoggiata ad un tuo seno, l'occhio destro quasi a contatto con la tua pelle ha la vista ravvicinata del capezzolo dell'altro tuo seno, e allora chiudo l'altro occhio e lo studio, come se guardassi nell'oculare di un microscopio.
E mentre scruto le grinze della tua pelle attorno al capezzolo eretto, tu ridi e il telefono dalla tua pancia piomba giù sul letto.
Noncurante delle tue risa, con fare falso professionale, con un dito mi metto a contare le tue ghiandole di Montgomery; ne conto dodici, sono tante? Sono poche? Basteranno a lubrificare la pelle durante una poppata?
Te lo chiedo e tu prima mi guardi e poi non trattieni la risata, faccio la seria ma so già che non durerà, non posso esserlo, già all'inizio di questa mia esplorazione sapevo di metterla in burla, quindi rido e mi alzo per guardarti.
Occhi negli occhi, ti amo, ti bacio tenera, poi ti domando: "come sarà allattare?".
Tu mi mandi a quel paese, ma ti schernisco dicendoti che sono seria, tu mi chiedi se improvvisamente mi è venuta voglia di maternità.
Ci penso, ti dico, ma soprattutto mi sento diventare vecchia.
Ma chi, tu? Ma va!
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