Tommaso - Secondo tempo

Scritto da , il 2021-04-06, genere gay

Non fù più la stessa cosa con mia moglie, scopare con lei non era più come prima, il trasporto si affievoliva, il mio pensiero era Tommaso.
Nei mesi seguenti, con varie scuse supportate dal lavoro, passai molti momenti con lui, dove, la mia femminilità prese il sopravvento.
Il nostro rapporto divenne quasi del tutto passivo per mè, Tommaso era un amante focoso, e il sentirlo dentro di mè, mi faceva godere ogni momento della monta, tanto, che il mio cazzo smise di indurirsi, e mi godevo ogni istante godendo con il mio culetto.
Non c'era più bisogno di creme, ero un lago, e appena introduceva il suo cazzo, iniziavo a perdere goccioline dal cazzetto.
La cosa iniziava a creare problemi a casa, faticavo a indurirlo, e a scopare Gabriella, la quale necessitava di cazzo, ne era stata sempre golosa, e così, nascondevo la mia ormai quasi impotenza con la scusa dello stres da lavoro.
Ma sapevo che non sarebbe durato molto, mi avrebbe prima o poi scoperto, era solo questione di tempo, era attenta, e sicuramente aveva mangiato la foglia, anche se pensava che avessi una donna e non un uomo.
Era da quasi un anno che frequentavo Tommaso, aveva iniziato ad acquistarmi intimo femminile, e il solo pensiero di indossarlo per lui, mi bagnavo.
E così col passare delle settimane imparai a truccarmi, mi acquistò scarpe e abiti da signorina e mi trasformai in Paola per lui.
Un giorno capii che non potevo più rinunciare alla mia femminilità, me ne accorsi perché faticai a lasciare gli abiti femminili per quelli maschili, e al rientro a casa, mi colse una nostalgia pazzesca per Tommaso ne ero innamorata persa.
Così, decisi di farmi scoprire, non era facile affrontare Gabriella, era meglio portarla al fatto compiuto, e lei mi diede la possibilità.
Mi disse che il fine settimana lo avrebbe passato dai suoi, per motivi familiari, io ne fui felice, forse lo diedi a vedere troppo, e così, il venerdì sera lei partì, e io il sabato, lavorando il mattino, organizzai e invitai Tommaso da mè per il pomeriggio e la notte.
Mi preparai per bene, truccata e vestita, Tommaso arrivò verso le 4, lo accolsi come una mogliettina, lo baciai, e gli servii il caffè, e poi, visto che erano quattro giorni che non facevamo sesso, mi tolsi il vestitino e rimasi in reggicalze calze e tacchi.
Tommaso era sul divano, lo aiutai a spogilarsi, e una volta nudo lo ammirai, ma con la coda dell'occhio mi accorsi che qualche cosa non andava, un live movimento dietro la porta che dava al semi interrato, aveva attirato la mia attenzione.
Era troppo tardi per tornare indietro, e poi era quello che speravo, mi inginocchiai e iniziai un lento pompino a Tommaso, intervallato da domande del tipo, ti amo, non posso stare senza di è, contraccambiata da lui, al culmine, mi alzai, e mi sedetti sul suo cazzo.
Mi lasciai scivolare e lo introdussi tutto dentro di mè, e poi guardai in direzione della porta e scorsi Gabriella, socchiusi gli occhi e iniziai a gemere e a godere, la vista di mia moglie mi eccitò ancora di più.
Tommaso mi cingeva forte i fianchi, impalandomi sul suo cazzo, il mio cazzetto iniziò a spruzzare sperma godevo, amami urlavo, amore fammi tua, sono la tua donna, ingravidami.
Tomaso mi diceva di amarmi mi chiedeva di vivere con lui di sposarlo, e io godevo, e poi la vidi.
Davanti a noi, in piedi, nella sua radiosa bellezza, Gabriella era una donna stupenda e sexi, mi stava guardando, mentre un cazzo da trenta centimetri mi sfondava il culo.
Tommaso sborrò, emise un urlo e mi riempì di sperma, allungai la mano e presi quella di mia moglie, la tirai a mè, e iniziai a godere a mia volta.
Tommaso la vide, non si scompose, io mi staccai da lui, mi inginocchiai e ripulii il suo cazzo, e dissi:
grazie amore. solo tù mi fai godere, ti amo.
Ci sedemmo in cucin io e Gabriella, io in reggicalze e tacchi e lei in gonna camicetta e tacchi, dunque sei frocio allora, no dissi io, omosessuale, e ormai quasi completamente impotente.
Lo ami?, si risposi e molto, vorrei vivere la mia vita con lui e per lui,
lei mi accarezzò il viso, e mi disse, capisco, e se ne andò.
Il giorno dopo avevo trasferito le mie cose da Tommaso.
Un anno dopo ero Paola, per l'anagrafe, e stavo per sposarmi con Tommaso, ero vestita di bianco, ero stupenda, e al mio fianco, come mio testimone, c'era Gabriella, gravida, fù il mio migliore amico a renderla madre e felice compagna.


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