Tommaso

Scritto da , il 2021-04-06, genere gay

Passano gli anni, e io invecchio, ma la mia natura è sempre quella, passiva.
Mi ricordo bene quando da giovane, sposino, i rapporti sessuali con mia moglie erano frequenti e intensi, passavamo nottate a scopare, e così i primi anni passarono come una coppia innamorata e normale.
Poi, verso i miei trent'anni qualcosa cambiò, fù l'inizio del mio cambiamento, che stravolse la mia vita.
Frequentavo, per lavoro Tommaso, un uomo sulla cinquantina, vedovo, consulente esterno della società per qui lavoravo, un uomo tranquillo, bello, fisico molto ben piazzato, e simpatico.
Col passare dei mesi, a stretto contatto con lui, si creò un certo fiiling, io raccontavo di mia moglie, delle nostre nottate, e notavo che lui parlava sì delle donne, ma al passato, di sua moglie ma non del presente.
Così, un bel giorno gli chiesi se avesse o meno una compagna, e lui rispose che al momento i suoi gusti erano altri, e che comunque non aveva nessuno.
Non capii molto, e così, una sera, che mia mogie era andata dai suoi, e per un paio di giorni sarei rimasto solo, Tommaso mi invitò a cena da lui, cosa sicuramente piacevole, e accettai.
Mi presentai come da copione alle otto, avevo portato una bottiglia di Cognac, Tommaso venne ad aprirmi, e mi fece accomodare, e poco dopo cenammo.
Osservavo la casa, era la casa di una donna non di un uomo, tendine ben curate, molto colore Rosa, ben curata, pensai, che una donna ci vivesse e che Tommaso non lo voleva far sapere, e così, dopo aver ben bevuto, forse troppo, una volta in sala, sorseggiando troppo cognac feci la stupida domanda.
Tommaso mi fissò per alcuni secondi, poi si alzò, si sedette vicino a mè, mi prese la mano, e guardandomi negli occhi mi disse:
sai Paolo, dopo la scomparsa di mia moglie, ho capito quale fosse la mia vera natura, a mè piacciono i maschi, sono omosessuale, non ho un compagno fisso, e sono prevalentemente attivo,
mi stringeva la mano, mi trasmetteva il suo calore, la sua voce, forte e penetrante mi rimbombava nella testa l'alcool fece il resto.
Tommaso si avvicinò, mi sfiorò il viso, e appoggiò le sue labbra alle mie e mi baciò.
Il bacio mi sciolse poco per volta, lo ricambiai, la calda lingua mi fece perdere il senso del presente, mi abbracciò, e mi strinse a lui, poi io ricambiai.
Dopo i baci, Tommaso mi prese per mano e andammo nella sua camera, dove in un attimo ci ritrovammo nudi, era una sensazione strana nuova, io minuto e glabro, lui corpulento e peloso, il classico maschio Alpha, io tra le gambe un cazzetto del tutto normale, lui un vero cazzo, possente duro e svettante, lo osservai, la testa mi girava, Tommaso, mi fece sedere, e poi si inginocchiò, me lo prese in bocca, e mi fece il pompino più bello della mia vita.
Non durai molto, che scaricai il mio sperma nella sua bocca, poi mi baciò e assaggiai il gusto del mio sperma.
Guardai il suo cazzo, era bellissimo, lo toccai, e poi inevitabilmente lo inboccai, e con fatica iniziai il primo pompino della mia vita.
Mi sborrò in gola, e mi riempì la bocca, mi sentivo fragile, strano, perso, ingoiai tutto, e poi lo guardai in volto, lo baciai, lo strinsi a mè, ti voglio dissi, lo guardai negli occhi, fammi tuo, ti prego, ero impazzito, Tommaso , andò in bagno e tornò con un vasetto di crema, lentamente me la introdusse nel buchetto, e la spalmò sul suo cazzo, poi mi stese, mi sollevò le gambe e mi disse:
ti farà male tesoro, ma poi ti piacerà.
E così fù, introdusse lacappella, e spinse, mi sentii lacerare, quasi svenni, e poi iniziò a scoparmi lentamente.
Il dolore era forte e il bruciore pazzesco, ma resistetti, mi lascia sfondare.
Il momento più bello fù quando mi venne dentro, il calore dello sperma, i getti potenti, lo strinsi a mè e me lo godetti tutto.
Non tornai a casa, rimasi da lui, lo penetrai anche io, e scoparlo, afferrando il sua cazzo trà le mani fù il paradiso.
Tornai a casa il giorno dopo da mia moglie.

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