Una serata tra amici 2.

Scritto da , il 2020-07-02, genere etero

Il giorno dopo ero sul piazzale e stavo riverniciando un banco della Chiesa, quando sento lo scampanellare di una bicicletta e mi giro; era una ragazzina che si avvicinò a me e mi chiese di poterla ascoltare. Prima provai ad affidarla a Paolo ma lei si ostinò di parlare con me e mi arresi. Iniziò a parlare di sua sorella poco più grande di lei che era da pochi mesi insieme ad un ragazzo e invece di essere felice, serena, era sempre taciturna o peggio scontrosa e la piccolina chiedeva a me di parlarle per aiutarla. Ci mettemmo quindi d'accordo che in pomeriggio sarei capitato casualmente a casa loro per farmi conoscere dai parrocchiani. Alle cinque esatte ero a bussare a casa loro e fu la piccolina ad aprirmi ed entrai incontrando così i suoi genitori e la sorella. Parlammo di tante cose ma miravo di più a parlare con la figlia maggiore ed infine, quando le ragazze dissero che dovevano dedicarsi alle bestiole della loro fattoria, dissi che mi sarei unito a loro per vederle in azione e salutai i genitori. Dopo pochi minuti, mentre la piccola custodiva gli animali, presi a parte la grande e le chiesi cosa la rendeva tanto seria, imbronciata, cosa per me anormale per una ragazza bella e intelligente, spigliata. Lei rimase un poco muta e diffidente ma poi d'improvviso mi guardò con gli occhi lucidi ed iniziò ad aprirsi sui rapporti col suo ragazzo: stavano insieme da mesi e a parte scambiare qualche bacio quasi casto, non aveva ricevuto da lui una carezza e tanto meno uno stimolo sessuale. Sgranai gli occhi e le feci subito capire che gli uomini sono creature pure fragili e tanti di loro sono timidi per natura per cui le feci capire che doveva essere lei a stimolarlo per poi fingere di cercare di fermarlo ma senza smontarlo. I nostri "casuali" inconri andarono avanti un bel pò ed infine lei mi disse che lo aveva lasciato perchè voleva un uomo e vivere il sesso. Cercai di farla ragionare ma lei chiarì che non pensava più a formare come tutti una famiglia e voleva solo conoscere l'amore, il sesso. Assicuratomi che fosse maggiorenne, inziai ad accarezzarla ma fraternamente però lei non stette a considerare la mia figura di prete e quando la strinsi a me, sentii la sua mano che stava scorrendo sulla mia cosciaed andò a fermarsi proprio lì, sul cazzo già eretto il giusto. Io rimasi muto ma non più disposto a giocare al prete e la feci girare trovandoci l'uno difronte all'altra, trovandoci con le bocche quasi a contatto e lì la strinsi a me infilandole la lingua in bocca e palpandole le cosce scorrendo poi con la mano al suo inguine che accarezzai infilando un dito nelle mutandine e sentendo subito che già si stava sciogliendo lasciando uscire umori dalla molto pelosa fighina. Le dissi che dovevamo incontrarci segretamente e, ricordando che al mattino dopo Paolo doveva accompagnare un parrocchiano dal mdico in paese, le dissi di raggiungermi in parrocchia dove avremmo potuto parlare meglio... . Lei annuì ed andò via di corsa raggiungendo la sorella ed io tornai in parrocchia. Al mattino dopo feci colazione con Paolo ma d'improvviso lui accusò un malore perciò dovetti io andare in paese dal medico col parrocchiano. Quando ritornai Paolo stava già meglio poi mi disse che mi aveva cercato una ragazza che voleva parlare solo con me ed io pensai di certo che doveva essere Lucia, conosciuta ieri. Allora dissi a Paolo che con i giovani bisogna avere tatto e se non li segui possono fare danni irreparabili. Lui mi diede ragione ed allora dopo pranzo andai dalle ragazze a sentire cosa potevo fare e quando arrivai lì i genitori erano sulle colline con le mucche e la piccola con loro, così a casa c'era solo Lucia che mi venne incontro sulle scale abbracciandomi e neanche dopo pochi minuti eravamo sdraiati sul pavimento nudi ed io con un cazzo che quasi spaventò Lucia ma subito le dissi che la sua fighina avrebba potuto ricevere il cazzone senza problemi essendo elastica e pronta ad allargarsi, d'altronde le spiegai che da lì ci passano i neonati e lei si rilassò un poco, quindi passai ad accrezzarla su tutto il corpoe scesi a slinguarle la figa e poi mi misi in posizione da sessantanove, spiegandole che se lei mi prendeva il cazzo in bocca, avremmo certo goduto insieme e a lungo, quindi ci ritrovammo a leccarci entrambi ma poi la feci stendere a pancia sopra e le appoggiai il cazzo sulla fighina che già colava un mare di umori. Rimanemmo un poco abbracciati poi le scostai le cosce e le appoggiai il cazzo alle labbra della figa e dopo spinsi un poco e lei subito s'irrigidì impaurita ma le carezzai il seno e lei si rilassò di nuovo così, senza esitare le infilai il cazzo tutto dentro lacerandole l'imene facendole lanciare un grido di dolore ma che subito dopo si tramutò in gridolini di piacere ed allora la scopai con più decisione egodemmo insieme intensamente. Il tramonto stava giungendo e di certo tra non molto tempo sarebbero tornati in casa tutti, così mi rivestii in fretta ed andai via baciando a lungo Lucia, felicissima di avere conosciuto finalmente il cazzo.

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