La mia insegnante.

Scritto da , il 2020-08-12, genere etero

Lei, Laura, fu la mia insegnante in tutti i sensi, infatti, essendo un'amica di famiglia e di professione insegnante, mi aiutò a sopportare lo studio che per me era una grande faticata ed anche un ostacolo i miei giochi. Lei infatti riuscì addirittura a farmi piacere la Matematica, infatti, spesso mi divertivo a "fare le radici quadrate". Col passare degli anni, Laura mi seguiva anche al Ginnasio e spesso ci trovavamo stanchi di studiare e parlavamo dei rapporti che erano per me difficilissimi da creare con le ragazze, grazie alla mia persistente timidezza e lì Laura m'insegnava come approcciare una ragazzina ma io sempre perdevo colpi e passavo per un broccolo, incapace di scoparsi le meglio fighe della classe. Un giorno andai da Laura sempre per studiare insieme ma lei invece mise da parte lo studio ed iniziò a chiedermi come mi avvicinavo ad una ragazza e cosa le dicevo. Le spiegai che prima lodavo la bellezza fisica e poi però mi emozionavo e non spiccicavo più parole ed era un fiasco totale! Laura mi suggerì di tentare subito di dire di essermi interessato alla lei in questione e che perciò avrei voluto stare insieme per conoscerci meglio e se le cose andavano giuste, potevamo metterci insieme ma proprio Paola, la biondina che stava vicino a me col suo banco e mi faceva impazzire per quanto la desideravo, sembrava essere interessata a me ma non faceva nulla per farmelo capire. Era timida anche lei? Ne parlai con Laura e ad un certo punto lei mi chiese se mi piaceva, dato che da tempo si era accorta che quando la osservavo si notava subito il cazzo che scoppiava dentro i calzoni ed io divenni rosso come un gambero e lei ruppe subito il ghiaccio avvicinandosi a me e darmi un bacio sulla guancia che nuovamente mi fece eccitare paurosamente e quando tentai di dire qualcosa, lei mi disse di rimanere zitto e si girò di fianco per potermi baciare sulle labbra ed io allora aprii la bocca permettendole di infilarci l lingua e baciarci con passione ed infine lei mi disse che da tempo cercava il momento, l'attimo, per potermi baciare ed io provai a dire qualcosa ma lei mi prevenì e m'abbracciò al collo stendendomi sul letto e, mentre continuava a baciarmi in bocca, sentii la sua mano afferrarmi il cazzo e palparlo in tutta la sua lunghezza. Lei poi iniziò a spogliarsi tutta e dopo spogliò anche me ed andò a prendermi in mano il cazzo che poi si piegò per prenderlo in bocca e mi spompinò fino a farmi sborrare una quantità tale che le uscì dalle labbra scolando sul seno. Poi mi chiese di leccarle la figa ma la mia esperienza era a zero ed allora fu lei a guidarmi nello slinguare il clitoride e bearmi con gli umori agrodolci che le uscivano dalla graziosa fighina. Dopo fu sempre lei a dirige i giochi e si mise a cosce allargate invitandomi a possederla scopandola con passione ed io seguii alla lettera le istruzioni e la scopai a lungo fino a schizzarle dentro un lungo getto di sborra. Mentres copavamo lei mi chiamava di continuo:" Checco, Checco, dai, forza Checco che sei bravo!" ed io m'eccitavo sempre di più tanto che ad un certo punto lei mi disse che non aveva mai avuto dentro di lei un cazzo così ben messo ed allora mi sentii come un super uomo, come un abile chiavatore. Da quel giorno ogni volta che "andavo a studiare da lei" mi dava una lezione non di materie scolastiche ma di tecniche d'amore, di sesso da imparare e mettere subito in pratica. Da quel giorno mi si sciolse in me la timidezza e, udite, udite, riuscii a nche a scambiare alcune parole con Paola la mia compagna di classe ed il pomeriggio addirittura, riuscii ad uscire con lei ed andammo, trovandoci a Roma, al laghetto di Villa Borghese, dove trovai il coraggio di dirle che mi piaceva molto e poco dopo ero lì a baciarla in bocca stringndola a me con il cuore che "batteva a mille". Per dei giorni ci limitammo, uscendo insieme, a darci un'infinità di baci ma dopo mi uscì il coraggio di chederle di fare l'amore con me e lei, dopo un lungo silenzio, mi disse subito di essere ancora vergine ma voleva provare i piaceri del sesso e mettere da parte la sua"virtù". Dopo che accompagnai Paola fino a sotto casa sua, corsi subito a casa mia e telefonai a Laura chiedendole di parlarle subito. Dopo mezz'ora ero da lei e la abbracciai baciandola con passione poi le dissi del sì di Paola ed ero fuori di me perchè preoccupatissimo di dove andare a consumare l'atto. Laura non aveva mai parlato mentre le raccontavo degli incontri con Paola ma ad un certo punto mi azzittò dicendo che aveva lei la soluzione e mi propose di portare Paola lì da lei che all'occasione sarebbe sparita o in cucina o altrove, lasciando la massima libertà di movimento per consumare l'atto dove avremmo scelto ma le dissi subito che ci bastava la camera sua ed il bagno. Chiaramente ritenni mio dovere donarle il mio cazzo per il suo piacere e lei ne fece ampio uso lasciandomi letteralmente senza fiato. Il giorno dopo a scuola dissi a Paola che avevo la casa di una zia che si trovava attualmente in un'altra città e lì potevamo amarci in pace. Accettò ed il pomeriggio stesso avevo preso le chiavi da Laura che si andò a nascondere in cucina al momento e, dopo mezz'ora entravo con Paola. Ci dirigemmo subito in camera e Paola rimase in piedi in silenzio, chiaramente molto imbarazzata ed io mi sedetti sul letto osservandola in tutta la sua bellezza e con un abitino che modellava il suo sinuoso corpicino da darmi sensazioni fortissime e dando subito vita al povero martoriato cazzo dai pantaloni troppo stretti. Mi alzai in piedi ed iniziai a spogliarmi, rimanendo però con pudore con gli slip che risaltavano il cazzo notevolmente gonfio, sviluppato, poi m'avvicinai a lei ed iniziai a slacciarle la camicetta, fare cadere in terra la gonna, potendo osservare poi le sue sinuose e sode cosce rivestite maliziosamente con calze a rete fitta nere ed il reggicalze che risaltava col suo nero sulle cosce bianche candide e negli slip si notava già la macchia di umori che le uscivano dalla fighina perchè eccitatissima. Le slacciai poi il reggiseno che rivelò i capezzoli grandi e che incitavano subito a succhiarli, ciucciarli, linguarli fino a farla gemere ed io, dopo che avevo abbassato gli slip a lei feci altrettanto a me scoprendo così un cazzone già duro, lungo e dritto. La sua fighina era pelosissima e ci misi una mano per sentire la sofficezza del suo pube e col dito, memore delle lezioni di sesso di Laura, andai a sgrillettare Paola. Ci baciammo in bocca poi la presi in braccio e la posai delicatamente sul letto. Rimasi in piedi un poco ad ossevarla in tutta la sua bellezza poi m'inginocchiai facendole allargare le cosce ed andai a leccarle la figa già sbrodolante, poi passai a leccarle i seni, l'ombelico, e infine la baciai in bocca ma intento mi mettevo sopra di lei e le facevo sentire il cazzo spingere nella sua figa e lei s'irrigidì moltissimo ed allora la feci distendere parlandole dolcemente, dicendole che per me lei era bellissima e ardevo dalla voglia di possederla, amarla con tutto il cazzo dentro di lei per poi amarla con foga, impeto, passione. Sentii subito che si stava rilassando così le riappoggiai il cazzo alla figa e la penetrai lentamente, dolcemente e, quando sentii per la mia prima volta che il glande urtava con l'imene, allora diedi un colpetto che la fece gridare un poco ma subito dopo sopraggiunse il piacere che superò il dolore ed io iniziai così a scoparla con ritmo più veloce ed arrivammo così insieme all'orgasmo. Lei m'innondò il cazzo di sangue ed umori insieme ed io fui veloce a fare uscire da lei il cazzo sborrandole così sulle cosce, evitando di renderla incinta. Rimanemmo abbracciati strettissimi e dopo la pausa che ci trovò più eccitati ed innamorati che mai, fu lei a dirmi se sapevo che prendere il cazzo in culo era doloroso assai o era solo una stupida diceria. Le dissi che non evavo una grande esperienza ma col tempo sarei stato in grado di risponderle meglio e, dopo la seconda e stupenda assai meglio della prima, andammo a lavarci in bagno e poi lasciammo la casa per tornare ognuno alla propria. Dopo che lascai Paola al suo portone, corsi da Laura che mi attendeva curiosa di sapere come erano andate le cose e, dopo che mi spogliai e m'infilai sotto le coperte del suo lettone, le raccontai tutto concludendo con la domanda se nel culo la penetrazione era assai dolorosa e lei mi propose di farmi provare col suo bel culo e subito le misi una mano sulle sode natiche, rispondendole che ero ben curioso di vedere come si sarebbe comportata seppure per lei non era certo la prima volta. Mi disse che ormai non avevamo il tempo necessario perchè attendeva l'arrivo di un altro studente per lezioni ed allora ci accontentammo di una veloce ma bellissima scopata. Mi rivestii e rapidamente uscii da casa sua con la promessa di ritrovarci domani stesso.

Questo racconto di è stato letto 6 1 8 0 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.