Il sequestro (Parte III)

di
genere
pulp

Ore 01:00

: - E’ bello svegliarsi tra le tettone di tua moglie eh!
Gli fece eco Valerj.
Mario ci mise un po’ a riprendersi, tuttavia i suoi occhi nuovamente aperti rallegrarono lo spirito di sua moglie che lo abbracciò in lacrime.
Intanto dal piano superiore si udirono dei passi, e dal ballatoio pistola alla mano, Aslan si affacciò mormorando qualcosa in slavo a Darko, il quale gli rispose in maniera fredda e impassibile senza nemmeno voltarsi verso l’interlocutore. Ottenuta la risposta, l’uomo sparì dal pianerottolo ed entrò nella camera dei ragazzi.
: -Cosa ha detto, cosa voleva? Perché è tornato nella stanza dei miei figli?
Chiese Rossana preoccupata voltandosi verso il boss, senza ottenere alcun risposta se non un sorriso beffardo.
La preoccupazione crebbe d’improvviso e con le mani ancora sulla testa del marito riformulò la domanda con un tono di voce più aggressivo, mentre gli occhi le si riempirono nuovamente di lacrime.
Darko non aveva alcuna intenzione di risponderle, tenerla in costante apprensione lo gratificava. Animata da disperazione e rabbia davanti all'ennesima mancata risposta, Rossana, si animò di tutto il suo coraggio, posò delicatamente la testa del marito sulla spalliera dietro del divano e si scagliò addosso a Darko, ma l’uomo l’afferrò lesta per il braccio destro e con un’abile mossa le fece fare una mezza piroetta su se stessa provocandole dolore al braccio e una volta arrestata su stessa, attrasse la sua schiena nuda contro il suo busto.
: -Ahi, mi fai male, lasciami! Fai schifo, sei un maledetto stronzo!
Gli urlava la donna, infastidita e mezza dolorante dalla presa.
Mario ebbe un sussulto, ma non riuscì nemmeno ad alzare le spalle dalla spalliera del divano.
Sua moglie era piegata forzatamente davanti a lui completamente nuda tra le mani di un delinquente, a cui avrebbe sparato volentieri un colpo in testa se solo fosse riuscito in qualche modo a raggiungere la sua camera da letto e prendere la pistola nascosta nell'armadio.
Pensava questo quando vide Darko mollare improvvisamente il braccio della sua donna, facendole perdere l’equilibro davanti a sé, ma facendoglielo recuperare subito con un poderoso calcio in culo che la scaraventò sul divano, sopra al marito ancora mezzo tramortito.
Dolorante scivolò affianco al marito, mentre questi diveniva sempre più rosso per la rabbia.
Ancora dolorante, Rossana si portò le mani sul viso e in preda allo sconforto iniziò a singhiozzare
: -Ti prego, non c’è la faccio più. Cosa vuoi, cosa vuoi?
Ogni suo gesto di disperazione, dava a Darko una carica emotiva ed erotica immensa.
: - Mi è stato riferito poco fa dal mio uomo al piano che tuo figlio sta facendo un po’ di rumore lassù e così gli ho detto di andare a dare un’occhiata.
Le rispose con un mezzo sorriso.
Rossana si voltò di scatto e preoccupata disse
: -Voglio vederli, ora! Se quel mostro ha toccato anche un capello ad uno di loro, io, io…
: - Tu cosa?
La interruppe curioso.
Rossana fu presa dallo sconforto, in realtà sapeva bene che non poteva nulla contro quei balordi e disperata si lasciò cadere sul divano, affianco a Mario con la schiena in avanti e le mani appoggiate sulle ginocchia che coprivano il viso.
Dopo pochi minuti, la porta si aprì e Aslan tornò al suo posto.
Darko si avvicinò alle scale e i due parlottarono per qualche istante, anche Valerj e Iancu furono distratti dallo scambio di informazioni tra i due, così Mario poté avvicinarsi all'orecchio della moglie dando delle indicazioni su dove fosse nascosta la sua pistola e la pregò di non esitare a recuperarla e ad usarla contro quei balordi se le cose si fossero messe male.
Rossana fu percorsa dal terrore, non aveva mai amato le armi e averla in casa non le era mai piaciuto, ma ora sentiva che non avrebbe esitato un secondo ad usarla.
Senza essere notata fece un cenno con la testa a Mario, per fargli capire di aver inteso tutto e per bene.
Il ceceno intanto ritornò verso il divano e ripresa la sua postazione:
: - I vostri figli si stanno agitando e Aslan ha preso delle misure cautelative
A quelle parole gli occhi dei due genitori divennero dei fanali, ma Darko continuò
: - Uno di voi due salirà a parlare con loro e visto che il mezzasega qui legato come un salame non è conciato molto bene, ci andrai te bellezza e li tranquillizzerai, hai capito?
Preoccupatissima Rossana avanzò subito i suoi atroci dubbi:
: - Cosa vuol dire che ha “preso le dovute precauzioni”?
: - Lo scoprirai presto
Aggiunse.
: - Ma ricorda che nessuno fa niente per niente, quando avrai finito di parlare con i tuoi figli dovrai darci qualcosa in cambio.
E strizzò l’occhi in direzione di suo marito.
A queste parole Rossana rimase di sasso. Sapeva bene a cosa sarebbe andata incontro quella sera e ora il pensiero di far saltare il cervello a quegli stronzi che stavano terrorizzando e minacciando la sua famiglia si presentò in maniera audace e risolutiva. Doveva solo arrivare in camera prendere la pistola e puntarla contro il loro capo. Le sue macchinazioni furono interrotte dalla voce del boss, che trattandola da schiava, le ordinò di andare a mettersi addosso qualche straccio di indumento. A quelel parole Iancu la prese per il braccio sollevandola dal divano e la spinse verso le scale, scortandola verso la sua camera.
Una volta dentro l’uomo le intimò di sbrigarsi e si fermò sulla porta ad osservarla. Muoversi nuda in casa propria davanti a sconosciuti stava inquietando il suo animo sereno. Aprì l’armadio e tirò fuori il vestito estivo più lungo che aveva, mentre si cambiava il suo carceriere le intimò di far presto e intanto la lasciò da sola per qualche secondo andando ad utilizzare il bagno in camera.
La donna si rivestì veloce e approfittando della breve assenza del rumeno, aprì la terza anta dell’armadio dove erano conservati gli indumenti del marito e seguendo le parole di Mario cercò tra essi una scatola che trovò in fondo allo scompartimento. Veloce aprì lo scatolo e dentro trovò la Glok di suo marito. Dal bagno il rumore dello sciacquone annunciò l’imminente ritorno dell’uomo in camera, la paura di essere scoperta con l’arma in mano la terrorizzava, non sapendo in quale posto sicuro nasconderla alzò il suo lungo vestito e la fece scivolare tra le mutande.
Quando Iancu tornò, trovò la donna vestita, pronta e in attesa.
: - Anche vestita sei capace a far drizzare il cazzo!
Le disse da porco bavoso, poi la spinse verso la porta esortandola ad uscire fuori, l’accompagnò da Aslan che la prese in consegna portandola davanti alla camera degli ospiti.
: - Fai brava bela signora, altrimenti ti taglio gola.
Le disse senza tanti complimenti. Poi aprì la porta e la spinse dentro.
Nella stanza trovò Jessica e Dario legati al letto con delle manette e con sulla bocca un bavaglio, se Jessica non presentava segni di violenza, Dario aveva un occhio gonfio e nero.
Appena sentirono la voce di Rossana i due si animarono, la donna si gettò tra loro nel letto e liberò subito le loro bocche. Cercò di confortarli nel miglior modo possibile, ma la violenza subito dal ragazzo la scossa così profondamente che iniziò a meditare di usare quella pistola che sentiva fredda tra le mutande.
La presenza della madre tranquillizzò i due che si sentirono meglio nel vederla incolume.
: - Vi prometto che domani tornerà tutto come prima, dovete solo starvene buoni senza creare altri problemi.
Disse Rossana abbracciando suo figlio, forte tra le sue braccia, trattenendo a stenti le lacrime.
: - Ho avuto paura quando quel gigante ti ha picchiato!
Disse Jessica rivolgendosi al fratello, aggiungendo poi un amorevole “ti voglio bene”, che commosse la madre.
La conversazione tra i tre andò avanti per 10 minuti, poi la porta si aprì e comparve nuovamente sulla porta l’omaccione di turno che minaccioso si rivolse a Rossana:
: - Signora, suo tempo scaduto, esci fuori!
Addolorata la madre si allontanò dai suoi figli non prima di averli baciati, subito dopo vennero nuovamente imbavagliati da Aslan. I due guadagnarono insieme l’uscio, chiusero la porta alle loro spalle e mentre Aslan infilava la chiave nella toppa per chiudere a doppia mandata, improvvisamente una sensazione di freddo venne avvertita dall’uomo all'altezza della nuca seguita da cinque parole tremanti:
:- Non fiatare o ti ammazzo!
Rossana ora puntava la pistola alle spalle del suo carceriere, lo fece voltare lentamente e gli ordinò di gettare a terra l’arma. Tutto avvenne in pochi istanti e l’uomo nonostante la mole imponente non poté fare altro che eseguire l’ordine, la donna prese la pistola e ora con due armi tra le mani, intimò all'uomo di scendere al piano di sotto in salotto.
Una volta percorse le scale Rossana tremante ordinò al gigante che aveva in pugno di mettersi contro il muro, mentre nell'orbita del mirino dell’arma entrò automaticamente Darko.
: - Porco schifoso, ora farai una brutta fine, allontanati assieme ai tuoi uomini da mio marito.
Gli urlò.
: - Subitooo! Continuò con violenza
Con calma e con gesti molto lenti il boss e i suoi uomini eseguirono l’ordine e si alzarono dal divano allontanandosi da esso a brevi passi.
Quando furono abbastanza distanti la donna, si avvicinò a Mario, lo liberò porgendo la pistola che aveva preso in camera, mentre lei tratteneva quella di Aslan.
Tramortito ma con ancora un po’ di forze Mario puntò la pistola verso il ceceno.
Tremante e ancora sotto shock, si rivolse al boss:
: - Ora nono fai più il gradasso, eh! Se fai un solo passo ti sparo in testa, pezzo di merda!
Poi rivolgendosi a sua moglie, le chiese di chiamare la polizia.
La donna si diresse a grandi passi verso il telefono Aslan era a pochi passi da lei, ma il fatto di avere una pistola tra le mani le suscitava sicurezza, anche se in realtà non aveva la minima idea di come usarla e di come prendere la mira. Si avvicinò all'apparecchio telefonico sul tavolo più vicino e provò a comporre il numero di emergenza, ma presto si accorse che la linea era assente, provò più volte a comporre il numero, senza alcun esito, Finché con sguardo più attento notò che i cavi erano stati recisi.
: - Hanno tagliato i cavi!
Comunicò a suo marito urlando dall'altro capo della stanza.
Mise giù il telefono con rabbia dando stupidamente le spalle al criminale, che velocemente ne approfittò per saltarle addosso e immobilizzarla.
Mario veloce si voltò verso Aslan e premette il grilletto contro di lui, ma l’arma non fece alcun rumore, ricaricò nuovamente ma la pistola rimase muta. Aprì veloce il caricatore e notò con terrore che l’unico proiettile presento in esso si era inceppato, Rossana per la fretta aveva omesso di inserire i proiettili nella scatola.
Acciaccato si mise a correre verso la pistola che giaceva sul pavimento che la moglie aveva perso nell'assalto del malvivente, riuscì ad afferrarla e urlare all'uomo di lasciare andare sua moglie.
Aslan non si mosse di un millimetro, anzi stringeva saldo a se Rossana senza dire una parola.
Intanto anche i tre malviventi presero nuovamente vigore e ora si avvicinavano impavidi all'uomo. Ad un tratto la leggerezza dell’arma e il coraggio dimostrato dai tre malviventi davanti ad essa, fece salire un orribile dubbio all'uomo.
I delinquenti raggiunsero l’uomo a grandi passi e lo immobilizzarono tra le grida di Rossana che vennero smorzate dalla mano di Aslan.
Nuovamente Mario venne percosso malamente, mentre Rossana anche se bloccata da Aslan nonostante la presa riuscì a divincolarsi e a infierire verbalmente contro il gruppo che percuoteva Mario:
: - Lasciatelo bastardi, maledetti!! Così lo ammazzate…
Dopo una serie interminabile di calci, l’uomo venne trascinato affianco a sua moglie che una volta vicina poté rendersi conto che suo marito era stato spogliato e lasciato in mutande. Nuovamente all'uomo vennero legate mani e piedi, mentre la bocca venne imbavagliata, fu legato ad una sedia molto stretto e dopo qualche altro ceffone Darko gli si rivolse urlando:
: - Menomale che la tua donna è stupida quanto bella, poteva farci ammazzare e tu sei stato uno stronzo a provarci. Una pistola vera non si tiene in casa…
Un altro schiaffo lo colpì in pieno volto.
:- Noi non abbiamo bisogno di pistole vere, perché siamo dei veri uomini, non come te. Pezzo di merda!
Gli urlò, mentre un altro schiaffo lo colpiva in pieno viso
: - Ora pagherete per quello che avete fatto, stronzi!!

Ore 3:00

Aslan prese Rossana per capelli e la trascinò nel centro della sala, una volta vicina agli altri tre, Valerj le si fece in contro e la colpì con un ceffone in faccia facendola cadere sul divano.
Un urlo si levò dalla bocca di Mario, ma il bavaglio impedì di rendere comprensibile la frase, che sembrava assomigliare ad un “pezzo di merda”
Rosso di rabbia iniziò a dimenarsi sulla sedia, e quando uno dei tre si avvicinò di nuovo a sua moglie, quel pezzo di merda echeggiò nella sala più nitidamente.
Rossana era disperata ed iniziò a pregarli di starle lontana, mentre cercava di difendersi agitando mani e i piedi.
Ma Valerj nervoso com'era ormai era difficile da tenere a bada, anche gli altri tre dopo la scena vissuta ora avevano raggiunto dei livelli di violenza intensi.
Quei porci iniziarono a gravitare intorno alla bella mogliettina, scalciante a terra.
Il bulgaro senza tanti complimenti le strappò il vestito lasciandola nuovamente in mutande e reggiseno.
Dopo appallottolò le vesti e le lanciò lontane, mentre la mano iniziava a massaggiare la patta.
La donna ormai aveva capito le intenzioni del maniaco e cominciò a scalciare più forte per tenerlo lontano, mentre tentava di scivolare indietro nella stanza con chissà quale intento di salvezza.
Il porco le bloccò le gambe, ma Rossana si dimenava come una matta.
Fu allora che l’uomo ricorse alla minaccia più vigliacca per ottenere dalla donna quello che ormai era palese.
Con sguardo truce e serrandole con forza le gambe le disse:
: - Se non la smetti immediatamente, salgo su e mi scopo tua figlia per tutta la notte.
A questa minaccia la donna si arrestò, urlando disperata
: - Noooooooooooooooooo!
: - Si invece, me la scopo per tutta la notte e la ingravido per bene quella troia!!
Ripeté divertito il maiale.
E mimò il gesto di salire per le scale
: - No ti prego! E’ sola una ragazzina, no! Farò tutto quello che vuoi, ma lasciala stare.
: - Bene! Ora iniziamo a ragionare, allora fai la brava e inginocchiati!
Le disse subito Valerj
In lacrime Rossana si inginocchiò, mentre Valerj eccitato si avvicinò al suo bel corpo, tirando fuori il suo enorme cazzo dai calzoni,
: -Ti piace? Non ne hai mai visto uno così, vero?
Le disse Valerj dondolando il suo gingillo davanti alla sua faccia schifata e terrorizzata.
: -Su prendilo in bocca!
Rossana si rifiutò di aprire la bocca, ma Valerj le mise subito una mano sul naso stringendoglielo violentemente, ella cercò di resistere al dolore ma quando sentì che l’aria le veniva meno fu costretta a spalancare le fauci e in quel momento le infilò con forza il pene in bocca. La sua mano le serrò la nuca e iniziò a darle dei colpi in bocca molo violenti. Un cazzo lungo e nerboruto si insinuò fin dentro alla gola, i violenti colpi non le davano il tempo di riprendere fiato.
Stava quasi per soffocare, quando il porco le tirò i capelli con forza, facendola rinvenire urlando dalla paura. Eccitato dallo spavento della donna il bulgaro iniziò ad accarezzarle il viso, ripetendole che non doveva preoccuparsi di nulla e che si stavano solo divertendo.
Mario alla vista dell’abuso della moglie impazzì e iniziò a muoversi scomposto dalla sedia, ma Valerj da vero stronzo prese per i capelli Rossana e la trascinò in una posizione più vicina a lui e la obbligò a spompargli il cazzo, in modo che il marito potesse vedere per bene.
: - Guarda come mi scopo la boccuccia della tua bella moglie!
Gli disse con cattiveria al pover'uomo.
I colpi erano sempre più violenti e la donna era costretta spesso a conati di vomito, il sapore acido del cazzo dell’uomo la disgustava fortemente e quel gusto rancido le fu presto seminato su tutto il viso.
Il bulgaro iniziò a schiaffeggiarla con il suo enorme membro ricoprendola dell’odore della sua grossa cappella. Intanto anche DArko e Iancu avevano scoperto i loro cazzi.
Mentre Rossana ciucciava il cazzo del bulgaro in ginocchio, Darko provvide a sganciarle il reggiseno, cosa che Valerj apprezzò molto e infatti subito le sue mani si andarono a posizionare su quei enormi seni. Poi le abbassò le mutande, abbassandogliele fino alle caviglie. Valerj aggrappatosi alle tette iniziò a fotterle la bocca senza alcun rispetto, il suo cazzo la indusse nuovamente a sputare la saliva su se stessa pur di riprendere fiato. Darko intanto scivolò sotto la sua vagina affondando la sua facciona tra i suoi umori.
La donna in lacrime subiva inerme le voglie di quei porci e appena riprese fiato, il bulgaro che ora la guardava con degli occhi da maniaco le intimò di succhiare
Rossana aprì leggermente la bocca e la cappella le scivolò veloce in bocca, continuava a succhiare tenendo gli occhi chiusi non voleva vedere quello che quei maiali le stavano facendo.
Ma Valerj pretese che la donna continuasse la fellatio guardandolo negli occhi
:- Voglio che mi guardi negli occhi mentre ti fotto la bocca!
Le urlò.
Il ritmo del su e giù nella sua bocca aumentò volutamente e Rossana capì che era meglio assecondare, così i suoi occhi si incrociarono con lo sguardo perverso del malvivente, che compiaciuto dall'ubbidienza della donna accennò un sorriso soddisfatto.
Si fermò per godersi il suo sguardo e il ritmo si arrestò.
:-Ora succhia!
Le disse guardandola negli occhi.
Rossana ritrasse i muscoli facciali e iniziò a succhiare la cappella che iniziò a gonfiarsi enormemente.
: - Sei bravissima, continua…
La cappella nella bocca di Rossana aveva raggiunto ormai dimensioni notevoli, tanto che i suoi muscoli non riuscivano più a ritrarre le guance.
Iniziò a diventare rossa per lo sforzo e a soffocare, anche perché Valerj eccitatissimo non aveva intenzione di fermarsi, e perciò la incitava con frasi ingiuriose a continuare, tuttavia quando si avvide che Rossana non aveva più la forza di succhiare, tirò fuori il suo bestio gonfio, permettendole così di accasciarsi per terra, dove poté espellere l’accumulo di fluidi e saliva che le si era formato nella bocca e poi nella gola.
: - Questo era solo l’antipasto!
Le disse allontanandosi.
Sporca di vomito e saliva Rossana si trascinava per terra, cercando di allontanarsi, ma Darko la sollevò con forza e la avvicinò al muro.
Terrorizzata Rossana cercò di chiedere pietà, ma la paura le inchiodò la voce.
: -Mettiti con il culo contro il muro troia
Le fu ordinato.
Senza discutere si voltò e quel porco di Darko le fu subito dietro, le divaricò le cosce e iniziò a sfregarle il cazzo prima nell'interno coscia sussurrandole frasi vergognose all'orecchio e poi fece scivolare la sua lingua sul suo viso, lavorò di lingua per un paio di minuti, mentre le mani avevano iniziato a sgrillettarle la fica.
: -Che bella tua moglie, ora voglio provare la fica!
: - Basta ti pre…
Rossana non riuscì a finire la frase che una sberla la colpì in pieno volto, facendola scivolare per terra.
: - Devi stare zitta!
Fu sollevata da terra e spinta con forza, questa volta, sul braccio del divano, facendole così assumere la posa a pecora.
Questa volta però Iancu lo precedette, e come un animale le divaricò le gambe e iniziò a succhiare avidamente dalla sua fica tutti i suoi umori, le piccole labbra sporgenti aderivano perfettamente come ventose alla bocca del rumeno, che presto si attaccò ad esse ed iniziò a ciucciarle con avidità.
Dopo averle infilato letteralmente la faccia e scaraventato la lingua nel più fondo possibile della vagina, ancora sporco del succo della donna, si preparò ad arpionarla per bene, le fece assumere una posizione più comoda alle sue esigenze e con una mossa la penetrò con violenza.
Il cazzo fu subito avvolto dalle piccole labbra vaginali per poi scivolare dentro con gran facilità. Una scarica di colpi di reni fece sobbalzare Rossana che si abbandonò ad una smorfia di dolore, iniziava a percepire in maniera evidente la turgidità della cappella che si insinuava prepotentemente tra le sue carni.
Iancu la stava ormai penetrando con forza e le sue mani lavoravano sulle sue areole stuzzicando i capezzoli con dei leggeri pizzicotti. Presto i gemiti di piacere di Iancu si fecero più intensi e dopo pochi secondi il rumeno le inondò la vagina di sperma caldo per poi accasciarsi sulla sua schiena soddisfatto. Darko la lasciò riprendere per qualche secondo, ora davanti a lui appariva completamente nuda a pecora, la sua pancia poggiava su uno dei braccioli del divano, il suo busto poggiava sulle gambe divaricate sulla spalliera bassa del bracciolo, mentre la testa sprofondava sul guanciale.
Iancu si alzò dalla schiena della donna, mentre lei continuò a mantenere la testa sotto il cuscino si vergognava non voleva alzare lo sguardo e incrociare quello del marito.
Intanto un altro cazzo entrò dentro di lei, immaginò che questa volta a cavalcarla fosse Darko, e in effetti riconobbe la sua voce che le ordinava di divaricare le cosce di più, senza protestare eseguì.
Mentre la sottoponeva al suo su e giù le mani iniziarono a scandagliare tutti gli orifizi della donna, l’uomo sembrava in particolare molto interessato alla sua bocca, infatti mentre la dominava da dietro, aveva spinto l’anulare nella bocca della donna e mentre la scopava in fica le ordinava di succhiare il suo dito. Il cazzo scivolava all'interno come su di una pista da scii, facilitato dai diversi fluidi all'interno ed esterno della sua fica. Andarono avanti per qualche minuto, finché il boss non si fermò e le ordinò di voltarsi, una volta uno davanti all'altra il ceceno le diede un bacio molto romantico e passionale, che lasciò per qualche secondo interdetta la donna. Ma quella sensazione di dolcezza fu interrotta dalla solita rudezza dell’uomo che le intimò di inginocchiarsi e di spomparli il cazzo di nuovo. Rossana ormai obbediva come un automa e iniziò a leccare il cazzo e a spompinarlo. La percezione di quel cazzone in bocca le fece percepire una strana sensazione, non aveva mia visto un cazzo così grosso nella sua vita, iniziava a percepire un principio di calore, che le pervase tutti i sensi. Il piacere fisico iniziò a palesarsi dentro di lei ed una sensazione di godimento iniziò a sprigionarsi dal suo corpo, accompagnata da piccoli movimenti facciali che cercò di trattenere e di non rendere platealmente visibili.
Mentre cercava di non affogarsi, le fu ordinato di rimettersi a pecora.
Provò a protestare, ma non ebbe il tempo perché Darko la prese per i capelli e con modi poco garbati la fece alzare in piedi e la adagiò lungo la spalliera esterna del divano, poi le si avvicinò e le spinse la testa verso il basso, facendole assumere la posa a pecora.
Appena il cazzo di Darko entrò nella sua fica, provò un fortissimo dolore, si sentì spaccare in due e cercò di divincolarsi con le lacrime agli occhi. Ma Darko era un porco di prima categoria la cinse per le spalle e aiutandosi con le mani iniziò a fare pressione verso il basso, in questo modo ogni colpo di reni era più amplificato e più assestato. Un forte calore iniziò ad avvolgerla.
Ben presto il dolore abbandonò il posto al piacere, i colpi sempre più insistenti iniziarono a farla gemere e Darko eccitato dai suoi gridolini aumentò i colpi, Rossana si contorceva con le gambe cercando di tenere a bada la situazione, ma ad un certo punto la cappella raggiunse dimensioni troppo enormi all'interno della stretta vagina e Rossana poté avvertire tutta la virilità del suo aguzzino, la situazione divenne troppo coinvolgente e non riuscì a controllarsi, si abbandonò ad un orgasmo intenso da lasciarla senza fiato. Darko intanto le teneva il cazzo serratissimo all'interno, anche lui sentiva il calore che la piccola fica di Rossana sprigionava e continuava a fotterla. Le sue mani si muovevano lungo il suo corpo, la mano sinistra arpionò i grossi seni strizzandoli con forza; mentre l’altra schiaffeggiava a ritmo la chiappa destra.
Sentirla urlare di piacere lo soddisfò tantissimo.
: - Ti piacciono i cazzi grossi eh Rossana bella?
Le urlò Darko mentre godeva soddisfatto.
Mario era scioccato, sentire la sua dolce mogliettina urlare di piacere durante uno stupro, lo mandò in confusione. Dopo un paio di stantuffate, Darko le venne dentro copiosamente, lasciando il viso della donna sprofondare imbarazzato tra i cuscini del divano.
di
scritto il
2019-01-09
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