"Quarantena and coffee"
di
Rot43
genere
prime esperienze
-Serata finale (Buon anno!)
Durante il primo pomeriggio fervono i preparativi chi pensa ad imbandire il tavolo, chi al fuoco e alla legna da ardere e chi a cosa preparare, nonostante la situazione “detentiva” bisogna pur dare una parvenza d’allegria a questa ultima uggiosa giornata dell’anno e salutarla possibilmente con un sonante vaffanculo. Cerco di comprendere il mio ruolo in questo messa in scena, intendo che potrei dare il mio contributo in cucina e aiutare Sergio nei preparativi dei primi e secondi piatti, Remo è stato nominato custode del focolare nonché banconiere di tavola e sala, mentre Marie e Laura saranno le addette alla preparazione degli stuzzichini, degli aperitivi e anche della playlist musicale. Predisposti finalmente i compiti attendiamo l’arrivo del fattorino carico delle vivande, il necessario per la nostra festa è stato possibile reperirlo grazie ad un macellaio di un villaggio vicino alla baita, conosciuto da diverso tempo da Sergio. Qualche giorno prima infatti avevamo già provveduto a contattarlo per sapere se ci fosse la possibilità di ordinare l’occorrente per il cenone. Fortunatamente il tizio compresa la nostra situazione, si è messo a disposizione per procurarci e fornirci non solo gli alimenti, ma anche le bevande e in giornata, un servizio delivery, dovrebbe recapitarci il tutto. Finalmente nel primo pomeriggio riceviamo l’ordine e l’occorrente per mettere su il nostro cenone di fine anno.
L’orologio marca le 16:00 e tutti siamo impegnati in diversi compiti:
Sergio non perde tempo ed è già pronto a marinare l’arrosto; le ragazze armeggiano i vini esclusivi del mio capo, ma anche superalcolici come Aperol, Gin e Vodka trasformandoli in gustosi drink; io e Remo ci occupiamo dell’arredo cercando di ricavare un po’ di spazio in salone, decidiamo infatti di addossare il grande divano alla parete e di adagiare dei cuscini a caso sul grande tappeto, in prossimità del focolare. Divisi i compiti e ultimati gli antipasti, la zuppa, l’arrosto, il contorno e i vari dolci del caso ci concediamo un qualche bicchiere e dopo il solito caffè ristoratore alla fine ognuno di noi raggiunge la propria stanza per riposare prima di dare inizio alla nostra e si spera ultima cena da reclusi dell’anno. I drink preparati dalle ragazze sono abbastanza carichi e un po’ tutti ne risentiamo l’effetto ed effettivamente una piccola pennichella ora è più che richiesta. L’appuntamento è fissato per le 20:00 in quella che Marie ha ribattezzata la stanza rossa per la preponderanza del colore nella stanza.
Rientro in camera con Laura e in effetti basta davvero poco per crollare, mi risveglio alle 17:30 e Laura non c’è. Raggiungo la cucina per il solito caffè ma anche qui non c’è, delle voci fuori dalla finestra richiamano la mia attenzione. Marie, Laura e Sergio sono fuori, mi rendo solo conto in quel momento che dal cielo scendono soffici fiocchi di neve che hanno invaso lo spazio intorno. Li raggiungo e dopo pochi secondi vengo accolto da una amorfa palle di neve a cui provo a rispondere raccattando la poca neve che riesco a trovare sul terreno circostante. Laura mi abbraccia felice e lo stesso fa Marie con Sergio, rimaniamo ancora a goderci quello spettacolo intorno per qualche minuto per poi rientrare leggermente infreddoliti davanti al camino che nel frattempo, con cura , Remo ha già acceso. La temperatura è calata leggermente e Sergio decide di preparare dell’ottima cioccolata calda. L’ora dei preparativi incombe, così ci apprestiamo a consumare la cioccolata e a svolgere i compiti stabiliti e in un paio d’ore tutto è pronto. Laura e Marie affiatate più che mai hanno servito i famosi aperitivi e scelto una playlist eccezionale che offre musica francese e rock internazionale oltre che preparare degli ottimi antipastini in grado di tener testa al grado alcolico dei drink. Ne degusto il primo e capisco che se i prossimi saranno simili sarà dura arrivare in fondo alla serata, fortuna che il tampone è previsto nella giornata di domani nel primo pomeriggio. Sergio dopo aver fatto marinare l’arrosto si occupa di adagiarlo sulla graticola sul fuoco sistemato in egregio criterio da Remo, mentre io con dei funghi molto succulenti preparo la polenta con i funghi che ho deciso di preparare per rimpiazzare l’iniziale idea della zuppa. A sera mentre alcool e musica scorrono ormai piacevolmente ci alterniamo un po’ tutti per il cambio d’abito per la sera, tutti abbiamo portato con noi un abito più elegante da indossare per l’evento, così insieme a Sergio e Remo raggiungiamo le nostre rispettive camere per poi ripresentarci nuovamente con l’appropriata mise. Al nostro arrivo in sala Marie e Laura sono impegnate a disporre le ultime decorazioni sul tavolo e interrotte dal nostro ingresso ci accolgono degli scherzosi fischi di approvazione per il dress code. La musica rallegra l’atmosfera e Marie, prima di abbandonare la sala per il suo cambio d’abito, alza il volume regalandoci “Jeun et con” di Damien Saez:
“Puisqu'on est jeune et con
Puisqu'ils sont vieux et fous
Puisque des hommes crèvent sous les ponts
Et ce monde s'en fout
Puisqu'on est que des pions
Contents d'être à genoux
Puisque je sais qu'un jour nous gagnerons à devenir fous
Devenir fous, devenir fous...”
Anche Laura abbandona la sala e una volta rimasto solo con i tre, Remo rivolgendosi a Sergio accenna all’abito di Marie e chiedendo informazioni su cosa avesse scelto per la serata.
Divertito Sergio risponde:
:-Non lo so, non vedo l’ora di scoprirlo …
Nonostante sia al corrente ormai del tipo di rapporto che intercorre tra lui e Marie non mi sento in grado di fare battute così confidenziali come quelle di Remo e quindi mi limito a sorridere, ma non nascondo a me stesso la curiosità di vedere quella stralunata che tipo di abito abbia scelto per l’ultima serata dell’anno. Non passa molto tempo per scoprirlo e infatti dopo qualche minuto si presenta vestita sbarazzina con addosso un elegante vestito composto da un’unica giacca rossa a manica lunga e colletto con apertura doppio petto con bottoni frontali che non copre nemmeno le ginocchia e degli stivali neri corti. Il suo naturale caschetto a frangetta rossiccio è messo in primo piano dall’abito scelto e gli orecchini di perla indossati, regalati dal suo compagno a Natale, le ravvivano il volto. Il piccolo seno cala perfettamente in quella apertura a V lasciandosi intrappolare del tutto dal tessuto tenuto stretto e chiuso da quei bottoni frontali ma non così stretto da evitarne delle fuoriuscite negli spostamenti verso il basso. Arrivata in sala si appoggia sul suo compagno e con un volteggio su se stessa sfoggia il suo tondo e piccolo lato b che non sfugge a nessuno dei presenti. Tra i baci di Sergio e i fischi di Remo, mi limito ad un lieve applauso. Da lontano intanto fanno eco i tacchi di Laura che radiosa per i fischi ottenuti dalla sua amica fa il suo ingresso in sala con addosso un elegante abito verde vellutato in tessuto elasticizzato e con spalline glitterate. La sua procacità rispetto a Marie risiede nel suo nutrito seno che abbonda nella scollatura a V. La sua mini sfilata, meno sbarazzina, porta a scoprire un piacevole particolare del suo abito dove la parte inferiore presenta uno spacco di notevole interesse. Ovviamente anche per lei fischi e ovazione dei presenti e occhiate coinvolte e di approvazione da parte di Marie. Siamo pronti a festeggiare questo strano e ultimo dell’anno, ma prima di iniziare a banchettare Marie riempie i flûte per tutti e li distribuisce ad ognuno di noi, vengo servito per ultimo e nel momento in cui ricevo il mio bicchiere, da furba qual è mi rimprovera sommessamente per il mio debole plauso nei suoi confronti all’ingresso in sala.
M:- Da te mi aspetto di più stasera.
Dopo una strizzata d’occhio mi cede il bicchiere e si volta verso il resto della compagnia per brindare. Noto che Laura è davvero affascinante il trucco delicato e il vestitino scollato la rendono molto seducente, mi compiaccio con me stesso di avere una donna così bella al mio fianco. Tuttavia mentre sorseggio il mio drink il mio sguardo non può non soffermarsi sulla diavolina della serata, vispa e provocante com’è la sua presenza mi turba leggermente l’uccello. Osservo il suo modo di fare libertino e affabile con i presenti e la sua maestria nel rubare sorrisi a tutti, mentre adula Laura con quella sua piccola boccuccia perfettamente aspersa di rossetto mi soffermo sulle sue movenze leggere e armoniose. La parte finale della corta veste rossa mi pone un interrogativo circa la presenza delle mutande, l’idea di quella fica glabra che ho sditalinato all’aperto qualche giorno fa mi fa venire appetito. La fisso e bevo, bevo e la fisso nel modo più discreto possibile, ma il drink termina e Sergio si avvicina facendomelo notare. Insieme andiamo a riapprovvigionare i calici. Ma bado alle ciance abbiamo tutti fame e dato che i primi piatti con le pietanze sono già stati posizionati, prendiamo tutti posto al tavolo davanti al grande focolare. A capo tavola siede Sergio, alla sua destra Marie e alla sua sinistra Laura, io occupo il posto accanto a mia moglie e Remo il posto accanto alla sbarazzina francese. La tavola imbandita presenta ottime bottiglie di vino valdostano: Rosset terroir, Anselmet, Grosjeane e Chateau.
Sergio ci fa una sommaria descrizione del contenuto di ogni bottiglia ma dopo un inizio ottimale incespica sull’ ultima bottiglia, scatenando qualche sorriso, ma si riprende ottimamente nel momento in cui serve il suo mitico arrosto accompagnato dalla mia polenta con funghi. Le pietanze sembrano essere gradite da tutti e ora il vino scorre a fiumi, soprattutto per Laura che continua a svuotare velocemente il suo bicchiere e a ridere divertita a tutte le battute della compagnia, in altri contesti forse una parte di me avrebbe cercato di frenare questa sua smania di dissetarsi, ma come ha detto lei stamane:
“non vietiamoci nulla proprio come abbiamo fatto fino ad adesso”
e quindi fanculo le tengo testa, anche io bevo alla sua stregua anche se più lentamente.
Marie seduta davanti a me continua a guardare le mammelle di mia moglie con avidità e anche lei ride ad ogni sua battuta d’altra parte anche io continuo ad osservare la sua boccuccia raffinata e sinuosa poggiarsi sul calice di vetro e deglutire vino senza un domani. L’ euforia è alta, il cibo ottimo, Remo ci diverte con la sua simpatia e io e Sergio siamo offuscati dalla vista delle nostre donne. Gli occhi del mio capo scrutano le due donne dalla testa ai piedi, ma mia accorgo che finiscono spesso tra le tette di mia moglie che non fa assolutamente nulla per coprirsi, anzi ne pare anche compiaciuta, ovviamente il mettere cotanta abbondanza in mostra stimola non solo lui ma anche il diavolo libertino seduta davanti a lei. La quale non si lascia scappare l’occasione per far divenire l’argomento pubblico, così gli apprezzamenti sulle tette di Laura diventano di dominio pubblico e ovviamente l’argomento arriva a tirare in ballo anche me. Marie non aspetta altro e mentre accende la sua sigaretta, senza guardarmi la sua lingua tagliente mi pone la domanda del secolo:
M:- Deve essere divertente sollazzarsi lì in mezzo vero?
Laura ride mezza ubriaca e si volta verso di me curiosa, della mia risposta.
Ribatto:
E:-Ovviamente è il primo pensiero una volta rientrato dal lavoro.
Tra i sogghigni guadagno il consenso del tavolo. L’argomento ovviamente non cade nell’oblio perché la solita Marie lo tiene vivo questa volta richiamando tutti alla partecipazione:
M:- Aaaah! Voi maschi! Più sono grosse, più sbavate …
R:- Le tette sono belle sempre, certo se poi sono abbondanti è più piacevole, vero Eric?
E:- Ehm si, confermo!
L’argomento tette Laura sembra tenere ormai banco e anche lei adesso ne parla aggiungendo che sicuramente è un’arma in più. Il vino la rende sciolta e rivela anche situazioni di cui non sono al corrente tipo di sguardi in giro per strada, oppure scene in spiaggia durante l’estate in cui seduta sull’asciugamano è costretta voltarsi dall’altra parte per mettere fine a occhiate insistenti di mariti o ragazzi che la osservano di soppiatto dalle loro compagne. Ciò genera sorrisi sprezzanti da parte di tutti, anche del sottoscritto che finge spudoratamente di sapere quanto sia piacente sua moglie e che invece non immagina minimamente quanto possa riscuotere tutto queste attenzioni da parte di persone estranee. Mentre ridacchio, partecipando alla discussione, il pensiero di Laura indispettita dagli sguardi altrui mi scatena un improvviso eccitamento, tanto da sentire il bisogno di infilarle le mani tra le cosce come per reclamare la sua appartenenza a me. Con leggerezza accosto il mio braccio sinistro all’orlo della lunga tovaglia e con scioltezza faccio scivolare la mano sotto di essa, mi accosto alla coscia e con delicatezza percorro lentamente il suo interno, voglio darle il tempo di prepararsi all’ardita mossa. Mi faccio strada lentamente ma deciso pronto a assediare con il palmo le sue profumate mutandine. Constato che le cosce sono già allargate, tanto meglio penso, è pronta e vogliosa di sentire le mie dita. Mi avvicino sicuro e compiaciuto al suo basso ventre, consumo gli ultimi centimetri di pelle nuda che la separano dalla passera e una volta all’altezza del linguine fletto la mano per insediarmi tra le sue mutande.
Sorpresa!
Trovo la sua passera già sprangata. Palpo curioso con più risolutezza per far luce su cosa ostruisce l’accesso alla fica di mia moglie e mi basta poco per capire chi è l’artefice dello sbarramento. Al tatto riconosco subito a chi appartengono le dita di qui piedini affusolati che carezzano delicatamente il ventre della mia compagnia. Laura imbarazzata dischiude le gambe mentre Marie senza nemmeno imbattersi nel mio sguardo ritira il suo artiglio con delicatezza e destrezza mentre seguita a parlare con l’intero tavolo. Laura agguanta il calice mezzo pieno davanti a sé e in pochissimi istanti lo trangugia di colpo. Tutto era avvenuto così repentinamente che né Sergio né Remo, complice il vino, ebbero il tempo di rendersene conto. Rimasi a fissare educatamente quel diavolo di donna che avevo di fronte e che continuava a coinvolgere astutamente e impassibile nei suoi discorsi i due commensali senza alcuna preoccupazione. L’altarino, sotto al tavolo, di poco fa mi aveva eccitato e ora non avevo alcuna intenzione di rinunciare all’intento iniziale e con più convinzione mi feci nuovamente spazio tra le cosce di Laura palpandole con desiderio, mi avvicinai nuovamente all’interno coscia carezzando ogni centimetro di pelle, fino a scivolare all’interno, tra le sue labbra infuocate e bagnate, sprovviste di qualsiasi rivestimento. Lei divaricò nuovamente le gambe per penetrare meglio dentro di lei, percepivo il suo fluido scorrere lungo le sue grandi labbra indifese e questo mi soddisfaceva molto. Inoltre la scelta di non indossare le mutande mi aveva piacevolmente sorpreso e ora in questa situazione di comodo le dita potevano sgrillettarle il clitoride con facilità. L’ebbrezza dell’alcool sembrava avere una presa positiva su di lei, tanto da lasciarsi violare prima da Marie e poi da me, perciò continuai insistente ma con sobrietà nell’intento, presto però il suo volto si fece paonazzo e forse non riuscendo più a reggere a quelle continue attenzioni si dovette allontanare dal tavolo. Dischiuse le gambe e si allontanò con la scusa di recarsi in bagno. Rimasto al tavolo ebbi la prova della completa estraneità dei commensali maschi su quanto appena accaduto, continuarono a parlare di storie passate mentre Marie ascoltava lanciandomi ogni tanto qualche sguardo disinteressato. Laura al ritorno in sala sembrava più rilassata e alla domanda di Marie circa il suo stato rispose con un sorriso incerto. La cena andò avanti senza altre interruzioni, e ora mia moglie sembrava nuovamente partecipe anche se i suoi rifornimenti alcolici aumentarono leggermente, Marie ne approfittava e non perdeva tempo per riempire i bicchieri vuoti. Anche lei presto iniziò a dare piccoli segni di ebbrezza così come Remo che per tutta la cena non aveva fatto altro che assecondare le mosse di Marie trangugiando qualsiasi liquido gli venisse riversato nel calice. Sergio invece da ottimo bevitore qual era sapeva incassare bene e a parte la défaillance iniziale ora sembrava abbastanza in ordine.
E io?
Io ero abbastanza carico di ebbrezza erotica da non riuscire più a sentire il vino che ingollavo, la libido era alle stelle e non riuscivo a non pensare a Marie con il piede tra le cosce della mia Laura, i suoi sguardi fugaci assieme alle sue espressioni sensuali e movenze provocanti mi turbavano poi ancora di più. Quel visetto così giovane e i suoi sguardi fuggevoli ma eloquenti mi attraevano come l’oscurità che intimorisce ma allo stesso tempo, per qualche strana logica perversa, affascina e richiama ad essa. Anche la musica ora sembrava assecondarmi e proprio tra le tante canzoni che si succedevano da ore, dalla playlist venne fuori quella più adatta al momento:
“Pleased to meet you
Hope you guess my name
But what's puzzling you
Is the nature of my game…”
Un testo dei Rolling Stones perfettamente azzeccato al momento. Un diavolo o un demone continua a perplimermi stando seduto sulla sedia davanti a me e il bello è che lo fa con naturalezza, come se stesse giocando con me. Sulle note di quella canzone canticchiammo un po’ tutti e una volta terminata, Sergio si alzò per reperire le altre bottiglie che aveva lasciato all’ingresso, Nel frattempo il focolare aveva bisogno di essere alimentato e con Remo ci offrimmo per andare a recuperare altra legna nella rimessa. Laura e Marie avrebbero invece riordinato la tavola per fare spazio al dolce. Con Remo ci sbrigammo a raccogliere la legna perché la temperatura fuori ora era veramente fredda e per questo non vedevamo l’ora di ritornare al calduccio, ricordo che una parte di me voleva esternare quanto accaduto, ma poi ci ripensai e alla domanda di Remo:
R:- Tutto bene?
Mi trattenni e risposi di si, confessando di essere leggermente ebbro.
R:- Dell’Alcool o di Marie?
E: -Di entrambi
Aggiunsi sorridendo.
Caricammo la legna necessaria e rientrammo al caldo, Sergio era già in salotto e aveva posato le bottiglie sul tavolo, mi apprestai ad aprirne un paio. In quel momento il telefono di Remo iniziò a squillare. Era sua sorella e dunque si trasferì in camera sua per rispondere. Rimasto solo con Sergio iniziai a riempire i bicchieri, nel mentre lui si recò in cucina per aiutare le ragazze, ma nella stanza non vi era traccia di loro. All’interno della sala c’era una porta che dava sul retro e a pochi passi una rimessa, usata come magazzino, dove all’interno vi era anche la lavastoviglie. Raggiunsi Sergio e una volta vicino, lui mi fece segno di non far rumore. Dalla porta chiusa provenivano distintamente dei gemiti. Schiudemmo la porta con garbo e nel vano i piatti e le bottiglie vuote erano posate su di un carrello alla rinfusa, affianco ad esso Laura di spalle e con la gonna alta oltre la cinta si sosteneva al mobilio delle stoviglie con le gambe divaricate. Ai suoi piedi e in ginocchio sul pavimento, in prossimità della sua passera quella cagna di Marie la stava profanando senza tregua. Come qualche giorno fa nella segheria ci tenemmo in disparte ad osservare quella scellerata scena origliando mia moglie gemere a intervalli mentre implorava Marie di fare piano mentre lei ovviamente non le dava assolutamente ascolto. Marie avvinghiata al corpo di Laura, in ginocchio e con il blazer totalmente sbottonato, dominava ogni parte del suo corpo e mentre la penetrava con le dita alternava baci e leccatine lungo le labbra e le natiche di mia moglie, la quale continuava a piegare la schiena all’indietro sempre più vogliosa di sentire le dita e le carezze della sua amica. Andarono avanti ancora per qualche minuto finché Laura non si abbandonò ad un orgasmo che la rese libera e appagata. Dopo qualche secondo si ricomposero. Richiudemmo la porta con delicatezza per non farci scoprire, ci guardammo in silenzio le nostre pupille dilatate parlavano per noi e sottolineavano la nostra emotività per la scena a cui avevamo appena assistito. Dall’altra parte le due ripresero ad armeggiare con bicchieri e piatti e riempire la lavastoviglie, ma le loro parole erano ben distinte:
M:- Cazzo Laura! Il tuo sapore mi sfama. Ti vorrei tenere con le gambe in aria e leccarti per tutta la notte.
L:- Mi piacerebbe da morire, però prima ti sei fatta beccare sotto il tavolo come una polla. Cazzo Marie!
M:- Si, lo so tesoro mio, ma avevo una voglia matta di sentirti gocciolare sui miei piedini. E il tuo nettare l’ho sentito tu non hai idea quanto ero zuppa, continuavo a strusciarmi la passera tra le cosce.
L:- Sentire scendere il sapore? Cazzo a momenti mi infili l’alluce nell’utero! E poi ripeto ti sei fatta beccare da Eric.
M:- Ti ha detto qualcosa?
L:- No! Ma subito dopo quando ti sei ritirata con il tuo bel piedino madido dei miei sapori, ci ha pensato lui a piantare la mano nella mia fica.
M:- Ahahahahaha! Davvero?
L:- Si! E mi è piaciuto tantissimo sentire te e lui quasi contemporaneamente!
M:- Troia che non sei altra! Comunque non me ne frega più un cazzo! Lui lo sa benissimo quanto mi piaci e quanto ti voglio, sa anche che sono disponibile a farmi montare da lui. Perciò se ha voglia la mia fica può prendersela quando vuole.
L:- E ti monterebbe, lo sai e lo so anche io! Invece Sergio cosa dice?
M:- Sergio stasera ti scoperebbe senza un domani. Ma scusa bimba non ti sei accorta che a momenti inciampava tra le tue indecenti tette?
Guardai Sergio e lui rispose con un silenzioso cenno accondiscendente.
Rumori di passi poi più vicini ci fecero allontanare e riguadagnare il salone. Remo era ancora in camera a parlare al cellulare. Riempì i bicchieri in silenzio, servì a Sergio il flute e dopo un paio di sorsate mi rivolsi a lui deciso:
E:- Va bene! Scopati Laura se vuoi, ma io stasera voglio Marie!
Non batté ciglio, e in silenzio continuò a sorseggiare il suo champagne.
S:- Prima raccontami cosa è successo durante la cena?
Gli spiegai quanto accaduto sommariamente per anticipare l’imminente arrivo di Marie e Laura in sala. Quando ebbi terminato il racconto mi strizzò l’occhio e aggiunse:
S:- E sia! Tu ti scopi quella assatanata di Marie e io mi scopo quella vacca di tua moglie!
Pensai velocemente che sentire associato il nome di Laura a quello di una vacca non mi aveva fatto per nulla indisporre. Dopo questa breve riflessione, prima di mandare giù l’ultimo goccio, tintinnammo i bicchieri per siglare il nostro accordo verbale.
M:- A cosa brindate? Ci siamo perse qualcosa?
Marie e Laura erano appena rientrate e con aria disinvolta ci abbracciarono entrambe raggianti. Dissimulammo qualsiasi curiosità riguardo la loro lentezza e ricambiammo il loro abbraccio, mancava poco a mezzanotte e in attesa continuammo a bere e degustare i dolci, finalmente dopo un po’ anche Remo ci raggiunse. Allo scoccare quasi della mezzanotte eravamo abbastanza ebbri e il countdown finale fu abbastanza energico. Sergio ora era molto più espansivo e propositivo verso mia moglie, aveva da poco ottenuto ciò che desiderava di più e ora la garanzia di potersi fottere Laura come e quando avrebbe voluto lo faceva sentire più a suo agio. Lo osservavo avvicinarsi e abbracciarla senza una ragione particolare e Laura glielo permetteva senza rimostranze. Dall’altra parte Marie non stava certo a pascere e dopo aver ballato abbastanza stretta e a contatto con Remo sulle note francesi dei Noir Dèsir:
“Ce parfum de nos années mortes
Ce qui peut frapper à ta porte
Infinité de destins
On en pose un et qu'est-ce qu'on en retient?
Le vent l'emportera…”
Guadagnò il centro della stanza ballando in solitaria con in mano una bottiglia mezza vuota di champagne e in maniera molto allettante Al termine della canzone aveva svuotato il contenuto nella bottiglia, ma a causa della sua instabilità finì sul pavimento suscitando l’ilarità di tutti noi.
M: - Buon anno a tutti!
Così disse a voce alta mentre tentava di rialzarsi da terra ridendo. Eravamo tutti alticci, nonostante le difficoltà, Remo riempì altri bicchieri e brindammo tutti con l’augurio l’indomani di ritornare ad essere liberi. Laura già precaria cercò di aiutare Marie ad alzarsi dal pavimento, ma quel diavolo di una donna alzandosi si avvinghiò troppo alle sue spalle scucendole involontariamente la cinghia destra del vestito. Una volta entrambe in piedi mi accorsi che il suo capezzolo sinistro ora faceva capolino dalla scollatura. Marie se ne accorse e allegra disse a voce alta:
M:- Amica mia vorrei averle io le tue tette! Le mostrerei al mondo intero, sono bellissime!!
Si avvicinò a lei e portando le sue labbra sul suo fiorente petto prese in bocca il capezzolo sgusciato via e lo succhiò. Compresi che la situazione sarebbe degenerata da un momento all’altro anche perché Laura reagiva con entusiasmo alle provocazioni ma con la velocità di un bradipo e quando effettivamente capì cosa stesse succedendo provò a rimediare tirando su il cinturino del vestito, ma ci mise troppa energia e il laccio le si stracciò definitivamente facendo cascare inevitabilmente la stoffa che copriva per intero il suo grosso seno destro, offrendo così lo spettacolo a tutti i presenti che reagirono con ovazioni. Per non essere da meno Marie saltò verso la postazione musicale, individuò una canzone e dopo averla fatta partire volle regalarci un omaggio. Sulle note di Je t'aime... moi non plus di Serge Gainsbourg e Jane Birkin, iniziò a staccare lentamente uno alla volta i bottoni di quel blazer rosso. Una volta scollati rimase con la giacca indosso semi aperta muovendosi su se stessa e consentendo così alle sue piccole tette di palesarsi ad ogni movenza più accentuata. Osservavo Sergio che alticcio e stravaccato sul divano guardava la sua compagna sorridente e non curante minimamente dello sguardo bramoso mio e di Remo. Capì che ormai era impossibile trattenerla, china su se stessa slegò lentamente le cerniere degli stivali prima di un piede e poi dell’altro, per poi scagliare il primo stivale poco lontano da me e dopo un’ennesima piroetta fece la stessa cosa con l’altro. Scalza si avvicinò al suo compagno che divertito la osservava e fece scivolare lentamente la giacca dietro la schiena senza sfilarla dalle braccia mostrando un culo tondo e perfetto ai presenti alle sue spalle, solcato da un filo sottilissimo che si insinuava perfettamente tra le sode chiappe sorretto ad un anello di metallo sopra il fondoschiena. Sergio si sporse dal divano per abbrancare quelle giovani ed eccitanti natiche, ma lei lo allontanò stendendo il piedino scalzo verso di lui mettendo così una barriera tra il suo corpo e lui, dopo averlo distanziato. Lei si voltò e gli concesse la vista del suo meraviglioso culo. I suoi esuberanti caschè all’indietro mi regalavano la visione dell’articolo intimo floreale che non lasciava spazio all’immaginazione. Ideando di cavalcare una pertica continuava a lasciarsi andare con delle movenze accentuate portando il baricentro in avanti e concedendomi la visione dei suoi giovani capezzoli turgidi e la vista frontale del resto del suo intimo floreale forato da cinturini che si collegavano armoniosamente con il retro. Il suo sguardo da birichina continuava a incrociare il mio, più losco e arrapato che altro, e ormai condiscendente a prendere parte a qualsiasi evoluzione della serata. Alla fine della canzone la sala era un continuo di fischi e applausi. Laura che aveva preso posto all’estremità del divano rideva divertita e lanciava ovazioni all’amica, mentre con la mano teneva su con difficoltà il suo vestito.
M:- Ora tocca a te, amica! Regala a questi bei maschietti uno spettacolino.
L:- No! Ma che sei pazza, già ho mostrato troppo stasera.
M:- Dai non farti pregare!
L:- No, dai quasi non mi reggo in piedi.
Remo e Sergio non intervennero nel dialogo ma si vedeva lontano un miglio che non aspettavano altro. Marie da grande esperta cercò con lo sguardo la mia approvazione e una volta assicuratasela, si avvicinò a mia moglie e ridendo la prese a sé dicendo che l’avrebbe guidata lei. Avviò nuovamente la musica e insieme iniziarono a muoversi davanti a tutti noi. Tra vari strusciamenti e balletti Laura non ebbe il tempo di capirlo, in pochi minuti si ritrovò depredata anche dell’altra spallina che le teneva ormai da sola su il vestito, il quale cadde a terra lasciandola completamente nuda davanti a tutti i presenti. Non ebbe il tempo di protestare che già Marie la stringeva a se stretta sul suo corpo seminudo e con ardore la baciò davanti a tutti avviluppando nella sua gola la sua lunga lingua a cui Laura replicò inerme e senza indugio. L’improvviso colpo di scena lasciò noi maschietti gradevolmente senza parole. Marie si liberò, senza tanto staccarsi dal corpo di Laura, dei suoi vestiti e ora entrambe volteggiavano senza veli per la stanza senza alcun vergogna per i presenti. La mano di Marie si fece addirittura più audace e si fece posto tra le cosce di Laura. Mentre le sue dita affondavano risolute nel suo femminino sacro, il bacio saffico si prolungò per diversi minuti alla fine dei quali con delicatezza Marie accompagnò Laura davanti al divano e con delicatezza la spinse tra Remo e Sergio. La baciò delicatamente in segno di congedo, si alzò e senza perdere il suo tenero sguardo su di lei proferì:
M: Questa è la nostra ultima serata dell’anno, divertiamoci. Prendete e mangiateci tutte, questo è il nostro corpo offerto per voi bei maschietti!!
Laura capì il protocollo ma non era ancora così sciolta come la sua amica e la mia presenza in sala non l’aiutava di certo a prendere iniziativa. Marie accarezzò il suo faccino su cui campava uno sguardo ancora titubante e si congedò da lei avvicinandosi a me. Con il flute ancora tra le dita la osservai farsi avanti era sicura e a proprio agio, si fermò davanti al mio naso e senza preavviso le sue labbra si infransero contro le mie in maniera selvaggia e sfacciata. Risposi subito al suo bacio e presto la mia saliva fu un tutt’uno con la sua. Abbracciai quel corpo anelato con veemenza prima lungo la schiena e subito dopo impressi le mie mani su quei glutei tondi e morbidi. La sua sfrontatezza non dava modo di poter pensare ad altro, avevo occhi solo per lei, e solo quando guadagnò il pavimento inginocchiandosi rividi, alle sue spalle, mia moglie oscenamente indaffarata tra due corpi. Sergio le pompava la lingua e Remo chino sul pavimento, tra le cosce, leccava la sua fica immagino rovente. Il mio cazzo a quella visione divenne una lancia eretta e la cappella ormai trasbordava dalle mutande. Marie compiaciuta si limitò a slacciare il bottone e a tirare giù la zip per rendersene conto. Mi liberò dell’intimo e prese in bocca il mio uccello gaudente regalandomi un pompino profondo e carico di saliva. Il cazzo spariva magicamente nella sua gola profonda per poi dopo qualche secondo ricomparire integro e madido di bava che trasudava dalla cappella e si infrangeva sul tappeto rosso sottostante. Al suo ennesimo affondo in gola, lanciai uno sguardo verso Laura e la vidi seduta sulle cosce di Sergio impegnata a farsi montare con prestanza. Godeva rumorosamente e dopo non molto la udì strepitare, intuii che avesse già raggiunto l’orgasmo. Vidi Sergio con la coda dell’occhio ancora in tiro uscire dalla sua fica e con repentinità le manifestò di guadagnare la posizione a pecora sul lungo divano. Laura obbedì e il mio capo poté nuovamente prenderla da dietro. Ho capito in quell’istante sera che se si vogliono portare avanti rapporti del genere tra amici, non ci si deve assolutamente fermarsi a pensare o a consultare l’altra parte sul da farsi, Sergio infatti agiva senza proferire parola con me e Remo non mi rivolgeva nemmeno lo sguardo mentre con avidità palpava il corpo di mia moglie, lo osservai sicuro di se quando si abbassò i calzoni e si avvicinò a Laura puntandole il cazzo sulle labbra e inducendola a prenderlo in bocca. Non l’avevo mai vista all’opera con due uomini, ma in realtà lo avevo spesso immaginato, ed era eccitantissimo e devo affermare che i miei due amici non ci stavano andando tanto per il leggero con lei. Di soppiatto guardavo i loro corpi unirsi e i loro muscoli scivolare dentro di lei, udivo soprattutto i colpi di Sergio sbattere a ritmo contro le sue chiappe burrose. A me non stava poi andando peggio e il pompino di Marie era celestiale, anche se la voglia di fotterla iniziava ad andare oltre quel diletto. La afferrai per i capelli e con delicatezza ritrassi il mio cazzo tumido e bagnato dalle sue fauci francesi, lei sorpresa mi guardava dal basso famelica e desiderosa, le sue labbra ancora umettate le davano una parvenza da maîtresse di alto borgo. La tirai su sollevandola per le ascelle, l’avvicinai verso di me portandola ad un palmo dal naso, il suo alito era pregno del mio odore e sul suo volto campava sempre quel ghigno perverso. La osservai per qualche istante senza fiatare, lei stava al gioco e si concedeva alle mie voglie come sa fare solo una vera puttana. Stese poi la mano verso il basso alla ricerca del cazzo e una volta impugnato iniziò a segarmi impavida ed energica, senza staccare i suoi occhi dai miei e soprattutto senza perdere quel appetito carnale impresso sul suo volto. Laura nel frattempo continuava ad occupare il divano piegata tra Sergio e Remo, anche se ora le disposizioni si erano invertite: ora infatti era Sergio a pomparle la bocca mentre Remo la montava da dietro a ritmi furiosi. Poggiai le mie labbra su quelle di Marie e le occupai con un lungo bacio alla francese, lei interruppe il movimento con la mano e io ora sentivo il cazzo serrato e imprigionato nella sua mano destra, mi aveva letteralmente in pugno. Sentivo il bisogno di masturbarmi e iniziai a farlo spingendo da solo il pene eretto all’interno della sua mano, lei lo capì e mentre continuava a riempirmi la bocca di saliva e me lo lasciò fare. Laura mugolava, ma il cazzo di Sergio che le serrava la bocca non le permetteva di gemere fluidamente, riuscivo a udire gemiti prolungati e sempre più intensi del tipo:
L:- Mmmmmh! Mmmmmmmmmh ! Mmmmmmmmmmmmmmmmh!
Voglioso di fottere Marie e con la lingua ancora attaccata alla sua ci avvicinammo a piccoli passi al divano, dove i due porci si stavano allegramente fottendo mia moglie, nessuno di noi voleva mollare la lingua dell’altro, ma una volta in prossimità del sofà la feci avvicinare e guadagnare il braccialo del divano destro. Leggermente più lontano dal corpo nudo di Remo, impegnato a pompare Laura da dietro, mi staccai da quel bacio passionale e lei da diavoletta intese tutto, tanto che svelta montò sul bracciolo che l’accolse in tutta la sua statura. Compiaciuto dalla sua perspicacia, le mollai un buffetto sul culo che echeggiò nella sala. Si assicurò le ginocchia all’estremità del bracciolo e protese le braccia in avanti. Davanti a me risultò un corpo magro e perfetto con un culo da far perdere la testa, mi liberai goffamente dei calzoni ancora assicurati ai miei piedi e una volta libero guadagnai il restante spazio alle sue spalle e la penetrai con veemenza. Sentì subito sprigionarsi gran un calore all’interno della sua glabra e giovane fica e lì dentro finalmente potei sfogare tutte le voglie represse della settimana. Alla mia destra a pochi centimetri Laura veniva penetrata e schiaffeggiata con cadenza regolare da un Remo accesissimo, non potei fare a meno di notare le sue chiappe al vento abbastanza colorate dai colpi del palmo della mano. Lo spettacolo si fece ancora più interessante quando Sergio le serrò la bocca sul cazzo spedendole in gola la sua copiosa e abbondante sborra. Nuovamente fu un attimo, la udì arrivare una seconda volta, credo proprio mentre ancora si godeva in bocca il cazzo e la sborra del mio capo. Ovviamente tutto ciò, potete immaginare, non fece altro che esaltare la mia depravazione e ora le urla di Marie palesavano a tutti quanto stesse godendo del cazzo che aveva in fica. Continuai a scoparla incessantemente fino a quando non avvertì il momento liberatorio di schizzare, ma per lei non era ancora il momento. Resasi conto del mio grado di eccitazione sollevò il bacino obbligandomi a venir fuori dalla sua selva golosa, una volta libera diresse nuovamente il sedere verso il basso e puntò il buco del suo tondo culo contro la cappella violacea. Le intenzioni della bagascia erano un invito a nozze e, devo dire la verità, con poco tatto spinsi la mia asta, umida dai suoi stessi liquidi, su per quel culo madreperla . L’impatto non fu tenero ma ero così arrapato che non riuscivo più a controllarmi, volevo solo sborrare al più presto, Marie non ne fece un gran problema e dopo qualche istante il suo ano era già dilatato e pregno del mio pene in erezione. Intanto Laura raggiunse anche il terzo orgasmo e me lo gustai tutto, con la bocca libera la mia sposina poté urlare tutta la sua soddisfazione verso quel gran chiavatore di Remo che non le aveva dato un attimo di tregua sin dall’inizio. Qualche istante dopo fu il suo turno e a gran voce prese a strepitare anche lui probabilmente soddisfatto di lasciarle qualche litro di sborra nella fica. Il mio cervello era bombardato da immagini e sensazioni erotizzanti straordinarie, stimolate tra l'altro anche anche dal tatto e dall’olfatto: la visione di Laura scopata e i suoi orgasmi; il calore del buco del giovane buco del culo e l’odore che si elevava dalla fica seviziata di Marie mi fecero schizzare lunghi, sollazzanti e festanti flotti di sperma in quel pertugio ormai amorfo. Ululai di contentezza , ma non potevo ancora fermarmi. La francese reclamava ancora il suo orgasmo, così con il cazzo ancora mezzo in tiro continuai a pomparle il culo. Quella diavola allora strinse le chiappe e fagocitandomi l’uccello all’interno, la contrazione ebbe il suo effetto e in un attimo il mio bischero divenne nuovamente eretto, le serrai i fianchi e accrebbi i miei colpi, non dovetti però spingere a lungo, infatti Marie esplose in un orgasmo anale dirompente che la lasciò paga e soddisfatta sul bracciolo del divano. Il cuore mi batteva a mille ero così contento di essermi scopato Marie che non pretendevo altro, ma la notte era ancora giovane e appena tirato fuori dal culo di Marie il cazzo quasi ormai moscio, Laura si inginocchiò sul pavimento prendendomelo in mano e assoggettandomi a una lenta e amabile sega, non potevo crederci era bellissimo e nuovamente con mia grande sorpresa il mio pene floscio divenne nuovamente duro. Laura lo condusse tra i suoi grossi seni masturbandomi comodamente. Marie leggermente rotta in culo fu presto preda di Sergio e Remo e entrambi le riservarono lo stesso trattamento che avevano usato nei confronti di mia moglie prima. Di peso venne letteralmente sbattuta da Sergio sulla parte esterna della spalliera del divano e presa da dietro dal suo compagno, mentre Remo davanti e in piedi sul divano le sbatteva l’uccello all’altezza della bocca. Il mio cazzo intanto rigenerato dai burrosi seni di mia moglie riservò ulteriori appagamenti. Presi Laura da dietro e come avevo già fatto qualche giorno la sodomizzai. Strillò per più di qualche minuto, per poi dopo un po’ acquietarsi e godersi strabuzzante la sua sodomia. Arrivammo insieme e quasi nello stesso tempo in cui ebbe l’orgasmo anche la sua amica. Lerci di fluidi e appagati come delle bestie feroci ci stringemmo in un amorevole abbraccio, lo stesso fecero Sergio e Marie. Era orami quasi mattina quando bevemmo il solito caffè di rito e fumammo la nostra forse ultima sigaretta da reclusi, in quel momento entrambi sapori ebbero un gusto insolito e molto più soddisfacente del normale. Dopo non parlammo tanto, anzi preferimmo tutti ritornare nelle rispettive camere. Dopo una doccia io e Laura ci baciammo per forse un’ora e durante l’alba di quel nuovo giorno e ci ripromettemmo amore eterno. Prima di addormentarci ci abbracciammo stretti e lei mi baciò dolcemente giurandomi candidamente:
L:-Dopo stanotte sarò la tua puttana a vita, te lo giuro! Notte amore mio.
Si addormentò serena e io la guardai dormire nuda, tra le mie braccia, per un bel pezzo interrogandomi sul senso della sua ultima frase.
Questa mattina ci siamo tutti ridestati appagati e soddisfatti da questa settimana spumeggiante e penso che a ognuno di noi, aldilà dell'esito del tampone che arriverà tra poche ore, dispiacerà l’idea di dover abbandonare quest'alcova di piacere.
Durante il primo pomeriggio fervono i preparativi chi pensa ad imbandire il tavolo, chi al fuoco e alla legna da ardere e chi a cosa preparare, nonostante la situazione “detentiva” bisogna pur dare una parvenza d’allegria a questa ultima uggiosa giornata dell’anno e salutarla possibilmente con un sonante vaffanculo. Cerco di comprendere il mio ruolo in questo messa in scena, intendo che potrei dare il mio contributo in cucina e aiutare Sergio nei preparativi dei primi e secondi piatti, Remo è stato nominato custode del focolare nonché banconiere di tavola e sala, mentre Marie e Laura saranno le addette alla preparazione degli stuzzichini, degli aperitivi e anche della playlist musicale. Predisposti finalmente i compiti attendiamo l’arrivo del fattorino carico delle vivande, il necessario per la nostra festa è stato possibile reperirlo grazie ad un macellaio di un villaggio vicino alla baita, conosciuto da diverso tempo da Sergio. Qualche giorno prima infatti avevamo già provveduto a contattarlo per sapere se ci fosse la possibilità di ordinare l’occorrente per il cenone. Fortunatamente il tizio compresa la nostra situazione, si è messo a disposizione per procurarci e fornirci non solo gli alimenti, ma anche le bevande e in giornata, un servizio delivery, dovrebbe recapitarci il tutto. Finalmente nel primo pomeriggio riceviamo l’ordine e l’occorrente per mettere su il nostro cenone di fine anno.
L’orologio marca le 16:00 e tutti siamo impegnati in diversi compiti:
Sergio non perde tempo ed è già pronto a marinare l’arrosto; le ragazze armeggiano i vini esclusivi del mio capo, ma anche superalcolici come Aperol, Gin e Vodka trasformandoli in gustosi drink; io e Remo ci occupiamo dell’arredo cercando di ricavare un po’ di spazio in salone, decidiamo infatti di addossare il grande divano alla parete e di adagiare dei cuscini a caso sul grande tappeto, in prossimità del focolare. Divisi i compiti e ultimati gli antipasti, la zuppa, l’arrosto, il contorno e i vari dolci del caso ci concediamo un qualche bicchiere e dopo il solito caffè ristoratore alla fine ognuno di noi raggiunge la propria stanza per riposare prima di dare inizio alla nostra e si spera ultima cena da reclusi dell’anno. I drink preparati dalle ragazze sono abbastanza carichi e un po’ tutti ne risentiamo l’effetto ed effettivamente una piccola pennichella ora è più che richiesta. L’appuntamento è fissato per le 20:00 in quella che Marie ha ribattezzata la stanza rossa per la preponderanza del colore nella stanza.
Rientro in camera con Laura e in effetti basta davvero poco per crollare, mi risveglio alle 17:30 e Laura non c’è. Raggiungo la cucina per il solito caffè ma anche qui non c’è, delle voci fuori dalla finestra richiamano la mia attenzione. Marie, Laura e Sergio sono fuori, mi rendo solo conto in quel momento che dal cielo scendono soffici fiocchi di neve che hanno invaso lo spazio intorno. Li raggiungo e dopo pochi secondi vengo accolto da una amorfa palle di neve a cui provo a rispondere raccattando la poca neve che riesco a trovare sul terreno circostante. Laura mi abbraccia felice e lo stesso fa Marie con Sergio, rimaniamo ancora a goderci quello spettacolo intorno per qualche minuto per poi rientrare leggermente infreddoliti davanti al camino che nel frattempo, con cura , Remo ha già acceso. La temperatura è calata leggermente e Sergio decide di preparare dell’ottima cioccolata calda. L’ora dei preparativi incombe, così ci apprestiamo a consumare la cioccolata e a svolgere i compiti stabiliti e in un paio d’ore tutto è pronto. Laura e Marie affiatate più che mai hanno servito i famosi aperitivi e scelto una playlist eccezionale che offre musica francese e rock internazionale oltre che preparare degli ottimi antipastini in grado di tener testa al grado alcolico dei drink. Ne degusto il primo e capisco che se i prossimi saranno simili sarà dura arrivare in fondo alla serata, fortuna che il tampone è previsto nella giornata di domani nel primo pomeriggio. Sergio dopo aver fatto marinare l’arrosto si occupa di adagiarlo sulla graticola sul fuoco sistemato in egregio criterio da Remo, mentre io con dei funghi molto succulenti preparo la polenta con i funghi che ho deciso di preparare per rimpiazzare l’iniziale idea della zuppa. A sera mentre alcool e musica scorrono ormai piacevolmente ci alterniamo un po’ tutti per il cambio d’abito per la sera, tutti abbiamo portato con noi un abito più elegante da indossare per l’evento, così insieme a Sergio e Remo raggiungiamo le nostre rispettive camere per poi ripresentarci nuovamente con l’appropriata mise. Al nostro arrivo in sala Marie e Laura sono impegnate a disporre le ultime decorazioni sul tavolo e interrotte dal nostro ingresso ci accolgono degli scherzosi fischi di approvazione per il dress code. La musica rallegra l’atmosfera e Marie, prima di abbandonare la sala per il suo cambio d’abito, alza il volume regalandoci “Jeun et con” di Damien Saez:
“Puisqu'on est jeune et con
Puisqu'ils sont vieux et fous
Puisque des hommes crèvent sous les ponts
Et ce monde s'en fout
Puisqu'on est que des pions
Contents d'être à genoux
Puisque je sais qu'un jour nous gagnerons à devenir fous
Devenir fous, devenir fous...”
Anche Laura abbandona la sala e una volta rimasto solo con i tre, Remo rivolgendosi a Sergio accenna all’abito di Marie e chiedendo informazioni su cosa avesse scelto per la serata.
Divertito Sergio risponde:
:-Non lo so, non vedo l’ora di scoprirlo …
Nonostante sia al corrente ormai del tipo di rapporto che intercorre tra lui e Marie non mi sento in grado di fare battute così confidenziali come quelle di Remo e quindi mi limito a sorridere, ma non nascondo a me stesso la curiosità di vedere quella stralunata che tipo di abito abbia scelto per l’ultima serata dell’anno. Non passa molto tempo per scoprirlo e infatti dopo qualche minuto si presenta vestita sbarazzina con addosso un elegante vestito composto da un’unica giacca rossa a manica lunga e colletto con apertura doppio petto con bottoni frontali che non copre nemmeno le ginocchia e degli stivali neri corti. Il suo naturale caschetto a frangetta rossiccio è messo in primo piano dall’abito scelto e gli orecchini di perla indossati, regalati dal suo compagno a Natale, le ravvivano il volto. Il piccolo seno cala perfettamente in quella apertura a V lasciandosi intrappolare del tutto dal tessuto tenuto stretto e chiuso da quei bottoni frontali ma non così stretto da evitarne delle fuoriuscite negli spostamenti verso il basso. Arrivata in sala si appoggia sul suo compagno e con un volteggio su se stessa sfoggia il suo tondo e piccolo lato b che non sfugge a nessuno dei presenti. Tra i baci di Sergio e i fischi di Remo, mi limito ad un lieve applauso. Da lontano intanto fanno eco i tacchi di Laura che radiosa per i fischi ottenuti dalla sua amica fa il suo ingresso in sala con addosso un elegante abito verde vellutato in tessuto elasticizzato e con spalline glitterate. La sua procacità rispetto a Marie risiede nel suo nutrito seno che abbonda nella scollatura a V. La sua mini sfilata, meno sbarazzina, porta a scoprire un piacevole particolare del suo abito dove la parte inferiore presenta uno spacco di notevole interesse. Ovviamente anche per lei fischi e ovazione dei presenti e occhiate coinvolte e di approvazione da parte di Marie. Siamo pronti a festeggiare questo strano e ultimo dell’anno, ma prima di iniziare a banchettare Marie riempie i flûte per tutti e li distribuisce ad ognuno di noi, vengo servito per ultimo e nel momento in cui ricevo il mio bicchiere, da furba qual è mi rimprovera sommessamente per il mio debole plauso nei suoi confronti all’ingresso in sala.
M:- Da te mi aspetto di più stasera.
Dopo una strizzata d’occhio mi cede il bicchiere e si volta verso il resto della compagnia per brindare. Noto che Laura è davvero affascinante il trucco delicato e il vestitino scollato la rendono molto seducente, mi compiaccio con me stesso di avere una donna così bella al mio fianco. Tuttavia mentre sorseggio il mio drink il mio sguardo non può non soffermarsi sulla diavolina della serata, vispa e provocante com’è la sua presenza mi turba leggermente l’uccello. Osservo il suo modo di fare libertino e affabile con i presenti e la sua maestria nel rubare sorrisi a tutti, mentre adula Laura con quella sua piccola boccuccia perfettamente aspersa di rossetto mi soffermo sulle sue movenze leggere e armoniose. La parte finale della corta veste rossa mi pone un interrogativo circa la presenza delle mutande, l’idea di quella fica glabra che ho sditalinato all’aperto qualche giorno fa mi fa venire appetito. La fisso e bevo, bevo e la fisso nel modo più discreto possibile, ma il drink termina e Sergio si avvicina facendomelo notare. Insieme andiamo a riapprovvigionare i calici. Ma bado alle ciance abbiamo tutti fame e dato che i primi piatti con le pietanze sono già stati posizionati, prendiamo tutti posto al tavolo davanti al grande focolare. A capo tavola siede Sergio, alla sua destra Marie e alla sua sinistra Laura, io occupo il posto accanto a mia moglie e Remo il posto accanto alla sbarazzina francese. La tavola imbandita presenta ottime bottiglie di vino valdostano: Rosset terroir, Anselmet, Grosjeane e Chateau.
Sergio ci fa una sommaria descrizione del contenuto di ogni bottiglia ma dopo un inizio ottimale incespica sull’ ultima bottiglia, scatenando qualche sorriso, ma si riprende ottimamente nel momento in cui serve il suo mitico arrosto accompagnato dalla mia polenta con funghi. Le pietanze sembrano essere gradite da tutti e ora il vino scorre a fiumi, soprattutto per Laura che continua a svuotare velocemente il suo bicchiere e a ridere divertita a tutte le battute della compagnia, in altri contesti forse una parte di me avrebbe cercato di frenare questa sua smania di dissetarsi, ma come ha detto lei stamane:
“non vietiamoci nulla proprio come abbiamo fatto fino ad adesso”
e quindi fanculo le tengo testa, anche io bevo alla sua stregua anche se più lentamente.
Marie seduta davanti a me continua a guardare le mammelle di mia moglie con avidità e anche lei ride ad ogni sua battuta d’altra parte anche io continuo ad osservare la sua boccuccia raffinata e sinuosa poggiarsi sul calice di vetro e deglutire vino senza un domani. L’ euforia è alta, il cibo ottimo, Remo ci diverte con la sua simpatia e io e Sergio siamo offuscati dalla vista delle nostre donne. Gli occhi del mio capo scrutano le due donne dalla testa ai piedi, ma mia accorgo che finiscono spesso tra le tette di mia moglie che non fa assolutamente nulla per coprirsi, anzi ne pare anche compiaciuta, ovviamente il mettere cotanta abbondanza in mostra stimola non solo lui ma anche il diavolo libertino seduta davanti a lei. La quale non si lascia scappare l’occasione per far divenire l’argomento pubblico, così gli apprezzamenti sulle tette di Laura diventano di dominio pubblico e ovviamente l’argomento arriva a tirare in ballo anche me. Marie non aspetta altro e mentre accende la sua sigaretta, senza guardarmi la sua lingua tagliente mi pone la domanda del secolo:
M:- Deve essere divertente sollazzarsi lì in mezzo vero?
Laura ride mezza ubriaca e si volta verso di me curiosa, della mia risposta.
Ribatto:
E:-Ovviamente è il primo pensiero una volta rientrato dal lavoro.
Tra i sogghigni guadagno il consenso del tavolo. L’argomento ovviamente non cade nell’oblio perché la solita Marie lo tiene vivo questa volta richiamando tutti alla partecipazione:
M:- Aaaah! Voi maschi! Più sono grosse, più sbavate …
R:- Le tette sono belle sempre, certo se poi sono abbondanti è più piacevole, vero Eric?
E:- Ehm si, confermo!
L’argomento tette Laura sembra tenere ormai banco e anche lei adesso ne parla aggiungendo che sicuramente è un’arma in più. Il vino la rende sciolta e rivela anche situazioni di cui non sono al corrente tipo di sguardi in giro per strada, oppure scene in spiaggia durante l’estate in cui seduta sull’asciugamano è costretta voltarsi dall’altra parte per mettere fine a occhiate insistenti di mariti o ragazzi che la osservano di soppiatto dalle loro compagne. Ciò genera sorrisi sprezzanti da parte di tutti, anche del sottoscritto che finge spudoratamente di sapere quanto sia piacente sua moglie e che invece non immagina minimamente quanto possa riscuotere tutto queste attenzioni da parte di persone estranee. Mentre ridacchio, partecipando alla discussione, il pensiero di Laura indispettita dagli sguardi altrui mi scatena un improvviso eccitamento, tanto da sentire il bisogno di infilarle le mani tra le cosce come per reclamare la sua appartenenza a me. Con leggerezza accosto il mio braccio sinistro all’orlo della lunga tovaglia e con scioltezza faccio scivolare la mano sotto di essa, mi accosto alla coscia e con delicatezza percorro lentamente il suo interno, voglio darle il tempo di prepararsi all’ardita mossa. Mi faccio strada lentamente ma deciso pronto a assediare con il palmo le sue profumate mutandine. Constato che le cosce sono già allargate, tanto meglio penso, è pronta e vogliosa di sentire le mie dita. Mi avvicino sicuro e compiaciuto al suo basso ventre, consumo gli ultimi centimetri di pelle nuda che la separano dalla passera e una volta all’altezza del linguine fletto la mano per insediarmi tra le sue mutande.
Sorpresa!
Trovo la sua passera già sprangata. Palpo curioso con più risolutezza per far luce su cosa ostruisce l’accesso alla fica di mia moglie e mi basta poco per capire chi è l’artefice dello sbarramento. Al tatto riconosco subito a chi appartengono le dita di qui piedini affusolati che carezzano delicatamente il ventre della mia compagnia. Laura imbarazzata dischiude le gambe mentre Marie senza nemmeno imbattersi nel mio sguardo ritira il suo artiglio con delicatezza e destrezza mentre seguita a parlare con l’intero tavolo. Laura agguanta il calice mezzo pieno davanti a sé e in pochissimi istanti lo trangugia di colpo. Tutto era avvenuto così repentinamente che né Sergio né Remo, complice il vino, ebbero il tempo di rendersene conto. Rimasi a fissare educatamente quel diavolo di donna che avevo di fronte e che continuava a coinvolgere astutamente e impassibile nei suoi discorsi i due commensali senza alcuna preoccupazione. L’altarino, sotto al tavolo, di poco fa mi aveva eccitato e ora non avevo alcuna intenzione di rinunciare all’intento iniziale e con più convinzione mi feci nuovamente spazio tra le cosce di Laura palpandole con desiderio, mi avvicinai nuovamente all’interno coscia carezzando ogni centimetro di pelle, fino a scivolare all’interno, tra le sue labbra infuocate e bagnate, sprovviste di qualsiasi rivestimento. Lei divaricò nuovamente le gambe per penetrare meglio dentro di lei, percepivo il suo fluido scorrere lungo le sue grandi labbra indifese e questo mi soddisfaceva molto. Inoltre la scelta di non indossare le mutande mi aveva piacevolmente sorpreso e ora in questa situazione di comodo le dita potevano sgrillettarle il clitoride con facilità. L’ebbrezza dell’alcool sembrava avere una presa positiva su di lei, tanto da lasciarsi violare prima da Marie e poi da me, perciò continuai insistente ma con sobrietà nell’intento, presto però il suo volto si fece paonazzo e forse non riuscendo più a reggere a quelle continue attenzioni si dovette allontanare dal tavolo. Dischiuse le gambe e si allontanò con la scusa di recarsi in bagno. Rimasto al tavolo ebbi la prova della completa estraneità dei commensali maschi su quanto appena accaduto, continuarono a parlare di storie passate mentre Marie ascoltava lanciandomi ogni tanto qualche sguardo disinteressato. Laura al ritorno in sala sembrava più rilassata e alla domanda di Marie circa il suo stato rispose con un sorriso incerto. La cena andò avanti senza altre interruzioni, e ora mia moglie sembrava nuovamente partecipe anche se i suoi rifornimenti alcolici aumentarono leggermente, Marie ne approfittava e non perdeva tempo per riempire i bicchieri vuoti. Anche lei presto iniziò a dare piccoli segni di ebbrezza così come Remo che per tutta la cena non aveva fatto altro che assecondare le mosse di Marie trangugiando qualsiasi liquido gli venisse riversato nel calice. Sergio invece da ottimo bevitore qual era sapeva incassare bene e a parte la défaillance iniziale ora sembrava abbastanza in ordine.
E io?
Io ero abbastanza carico di ebbrezza erotica da non riuscire più a sentire il vino che ingollavo, la libido era alle stelle e non riuscivo a non pensare a Marie con il piede tra le cosce della mia Laura, i suoi sguardi fugaci assieme alle sue espressioni sensuali e movenze provocanti mi turbavano poi ancora di più. Quel visetto così giovane e i suoi sguardi fuggevoli ma eloquenti mi attraevano come l’oscurità che intimorisce ma allo stesso tempo, per qualche strana logica perversa, affascina e richiama ad essa. Anche la musica ora sembrava assecondarmi e proprio tra le tante canzoni che si succedevano da ore, dalla playlist venne fuori quella più adatta al momento:
“Pleased to meet you
Hope you guess my name
But what's puzzling you
Is the nature of my game…”
Un testo dei Rolling Stones perfettamente azzeccato al momento. Un diavolo o un demone continua a perplimermi stando seduto sulla sedia davanti a me e il bello è che lo fa con naturalezza, come se stesse giocando con me. Sulle note di quella canzone canticchiammo un po’ tutti e una volta terminata, Sergio si alzò per reperire le altre bottiglie che aveva lasciato all’ingresso, Nel frattempo il focolare aveva bisogno di essere alimentato e con Remo ci offrimmo per andare a recuperare altra legna nella rimessa. Laura e Marie avrebbero invece riordinato la tavola per fare spazio al dolce. Con Remo ci sbrigammo a raccogliere la legna perché la temperatura fuori ora era veramente fredda e per questo non vedevamo l’ora di ritornare al calduccio, ricordo che una parte di me voleva esternare quanto accaduto, ma poi ci ripensai e alla domanda di Remo:
R:- Tutto bene?
Mi trattenni e risposi di si, confessando di essere leggermente ebbro.
R:- Dell’Alcool o di Marie?
E: -Di entrambi
Aggiunsi sorridendo.
Caricammo la legna necessaria e rientrammo al caldo, Sergio era già in salotto e aveva posato le bottiglie sul tavolo, mi apprestai ad aprirne un paio. In quel momento il telefono di Remo iniziò a squillare. Era sua sorella e dunque si trasferì in camera sua per rispondere. Rimasto solo con Sergio iniziai a riempire i bicchieri, nel mentre lui si recò in cucina per aiutare le ragazze, ma nella stanza non vi era traccia di loro. All’interno della sala c’era una porta che dava sul retro e a pochi passi una rimessa, usata come magazzino, dove all’interno vi era anche la lavastoviglie. Raggiunsi Sergio e una volta vicino, lui mi fece segno di non far rumore. Dalla porta chiusa provenivano distintamente dei gemiti. Schiudemmo la porta con garbo e nel vano i piatti e le bottiglie vuote erano posate su di un carrello alla rinfusa, affianco ad esso Laura di spalle e con la gonna alta oltre la cinta si sosteneva al mobilio delle stoviglie con le gambe divaricate. Ai suoi piedi e in ginocchio sul pavimento, in prossimità della sua passera quella cagna di Marie la stava profanando senza tregua. Come qualche giorno fa nella segheria ci tenemmo in disparte ad osservare quella scellerata scena origliando mia moglie gemere a intervalli mentre implorava Marie di fare piano mentre lei ovviamente non le dava assolutamente ascolto. Marie avvinghiata al corpo di Laura, in ginocchio e con il blazer totalmente sbottonato, dominava ogni parte del suo corpo e mentre la penetrava con le dita alternava baci e leccatine lungo le labbra e le natiche di mia moglie, la quale continuava a piegare la schiena all’indietro sempre più vogliosa di sentire le dita e le carezze della sua amica. Andarono avanti ancora per qualche minuto finché Laura non si abbandonò ad un orgasmo che la rese libera e appagata. Dopo qualche secondo si ricomposero. Richiudemmo la porta con delicatezza per non farci scoprire, ci guardammo in silenzio le nostre pupille dilatate parlavano per noi e sottolineavano la nostra emotività per la scena a cui avevamo appena assistito. Dall’altra parte le due ripresero ad armeggiare con bicchieri e piatti e riempire la lavastoviglie, ma le loro parole erano ben distinte:
M:- Cazzo Laura! Il tuo sapore mi sfama. Ti vorrei tenere con le gambe in aria e leccarti per tutta la notte.
L:- Mi piacerebbe da morire, però prima ti sei fatta beccare sotto il tavolo come una polla. Cazzo Marie!
M:- Si, lo so tesoro mio, ma avevo una voglia matta di sentirti gocciolare sui miei piedini. E il tuo nettare l’ho sentito tu non hai idea quanto ero zuppa, continuavo a strusciarmi la passera tra le cosce.
L:- Sentire scendere il sapore? Cazzo a momenti mi infili l’alluce nell’utero! E poi ripeto ti sei fatta beccare da Eric.
M:- Ti ha detto qualcosa?
L:- No! Ma subito dopo quando ti sei ritirata con il tuo bel piedino madido dei miei sapori, ci ha pensato lui a piantare la mano nella mia fica.
M:- Ahahahahaha! Davvero?
L:- Si! E mi è piaciuto tantissimo sentire te e lui quasi contemporaneamente!
M:- Troia che non sei altra! Comunque non me ne frega più un cazzo! Lui lo sa benissimo quanto mi piaci e quanto ti voglio, sa anche che sono disponibile a farmi montare da lui. Perciò se ha voglia la mia fica può prendersela quando vuole.
L:- E ti monterebbe, lo sai e lo so anche io! Invece Sergio cosa dice?
M:- Sergio stasera ti scoperebbe senza un domani. Ma scusa bimba non ti sei accorta che a momenti inciampava tra le tue indecenti tette?
Guardai Sergio e lui rispose con un silenzioso cenno accondiscendente.
Rumori di passi poi più vicini ci fecero allontanare e riguadagnare il salone. Remo era ancora in camera a parlare al cellulare. Riempì i bicchieri in silenzio, servì a Sergio il flute e dopo un paio di sorsate mi rivolsi a lui deciso:
E:- Va bene! Scopati Laura se vuoi, ma io stasera voglio Marie!
Non batté ciglio, e in silenzio continuò a sorseggiare il suo champagne.
S:- Prima raccontami cosa è successo durante la cena?
Gli spiegai quanto accaduto sommariamente per anticipare l’imminente arrivo di Marie e Laura in sala. Quando ebbi terminato il racconto mi strizzò l’occhio e aggiunse:
S:- E sia! Tu ti scopi quella assatanata di Marie e io mi scopo quella vacca di tua moglie!
Pensai velocemente che sentire associato il nome di Laura a quello di una vacca non mi aveva fatto per nulla indisporre. Dopo questa breve riflessione, prima di mandare giù l’ultimo goccio, tintinnammo i bicchieri per siglare il nostro accordo verbale.
M:- A cosa brindate? Ci siamo perse qualcosa?
Marie e Laura erano appena rientrate e con aria disinvolta ci abbracciarono entrambe raggianti. Dissimulammo qualsiasi curiosità riguardo la loro lentezza e ricambiammo il loro abbraccio, mancava poco a mezzanotte e in attesa continuammo a bere e degustare i dolci, finalmente dopo un po’ anche Remo ci raggiunse. Allo scoccare quasi della mezzanotte eravamo abbastanza ebbri e il countdown finale fu abbastanza energico. Sergio ora era molto più espansivo e propositivo verso mia moglie, aveva da poco ottenuto ciò che desiderava di più e ora la garanzia di potersi fottere Laura come e quando avrebbe voluto lo faceva sentire più a suo agio. Lo osservavo avvicinarsi e abbracciarla senza una ragione particolare e Laura glielo permetteva senza rimostranze. Dall’altra parte Marie non stava certo a pascere e dopo aver ballato abbastanza stretta e a contatto con Remo sulle note francesi dei Noir Dèsir:
“Ce parfum de nos années mortes
Ce qui peut frapper à ta porte
Infinité de destins
On en pose un et qu'est-ce qu'on en retient?
Le vent l'emportera…”
Guadagnò il centro della stanza ballando in solitaria con in mano una bottiglia mezza vuota di champagne e in maniera molto allettante Al termine della canzone aveva svuotato il contenuto nella bottiglia, ma a causa della sua instabilità finì sul pavimento suscitando l’ilarità di tutti noi.
M: - Buon anno a tutti!
Così disse a voce alta mentre tentava di rialzarsi da terra ridendo. Eravamo tutti alticci, nonostante le difficoltà, Remo riempì altri bicchieri e brindammo tutti con l’augurio l’indomani di ritornare ad essere liberi. Laura già precaria cercò di aiutare Marie ad alzarsi dal pavimento, ma quel diavolo di una donna alzandosi si avvinghiò troppo alle sue spalle scucendole involontariamente la cinghia destra del vestito. Una volta entrambe in piedi mi accorsi che il suo capezzolo sinistro ora faceva capolino dalla scollatura. Marie se ne accorse e allegra disse a voce alta:
M:- Amica mia vorrei averle io le tue tette! Le mostrerei al mondo intero, sono bellissime!!
Si avvicinò a lei e portando le sue labbra sul suo fiorente petto prese in bocca il capezzolo sgusciato via e lo succhiò. Compresi che la situazione sarebbe degenerata da un momento all’altro anche perché Laura reagiva con entusiasmo alle provocazioni ma con la velocità di un bradipo e quando effettivamente capì cosa stesse succedendo provò a rimediare tirando su il cinturino del vestito, ma ci mise troppa energia e il laccio le si stracciò definitivamente facendo cascare inevitabilmente la stoffa che copriva per intero il suo grosso seno destro, offrendo così lo spettacolo a tutti i presenti che reagirono con ovazioni. Per non essere da meno Marie saltò verso la postazione musicale, individuò una canzone e dopo averla fatta partire volle regalarci un omaggio. Sulle note di Je t'aime... moi non plus di Serge Gainsbourg e Jane Birkin, iniziò a staccare lentamente uno alla volta i bottoni di quel blazer rosso. Una volta scollati rimase con la giacca indosso semi aperta muovendosi su se stessa e consentendo così alle sue piccole tette di palesarsi ad ogni movenza più accentuata. Osservavo Sergio che alticcio e stravaccato sul divano guardava la sua compagna sorridente e non curante minimamente dello sguardo bramoso mio e di Remo. Capì che ormai era impossibile trattenerla, china su se stessa slegò lentamente le cerniere degli stivali prima di un piede e poi dell’altro, per poi scagliare il primo stivale poco lontano da me e dopo un’ennesima piroetta fece la stessa cosa con l’altro. Scalza si avvicinò al suo compagno che divertito la osservava e fece scivolare lentamente la giacca dietro la schiena senza sfilarla dalle braccia mostrando un culo tondo e perfetto ai presenti alle sue spalle, solcato da un filo sottilissimo che si insinuava perfettamente tra le sode chiappe sorretto ad un anello di metallo sopra il fondoschiena. Sergio si sporse dal divano per abbrancare quelle giovani ed eccitanti natiche, ma lei lo allontanò stendendo il piedino scalzo verso di lui mettendo così una barriera tra il suo corpo e lui, dopo averlo distanziato. Lei si voltò e gli concesse la vista del suo meraviglioso culo. I suoi esuberanti caschè all’indietro mi regalavano la visione dell’articolo intimo floreale che non lasciava spazio all’immaginazione. Ideando di cavalcare una pertica continuava a lasciarsi andare con delle movenze accentuate portando il baricentro in avanti e concedendomi la visione dei suoi giovani capezzoli turgidi e la vista frontale del resto del suo intimo floreale forato da cinturini che si collegavano armoniosamente con il retro. Il suo sguardo da birichina continuava a incrociare il mio, più losco e arrapato che altro, e ormai condiscendente a prendere parte a qualsiasi evoluzione della serata. Alla fine della canzone la sala era un continuo di fischi e applausi. Laura che aveva preso posto all’estremità del divano rideva divertita e lanciava ovazioni all’amica, mentre con la mano teneva su con difficoltà il suo vestito.
M:- Ora tocca a te, amica! Regala a questi bei maschietti uno spettacolino.
L:- No! Ma che sei pazza, già ho mostrato troppo stasera.
M:- Dai non farti pregare!
L:- No, dai quasi non mi reggo in piedi.
Remo e Sergio non intervennero nel dialogo ma si vedeva lontano un miglio che non aspettavano altro. Marie da grande esperta cercò con lo sguardo la mia approvazione e una volta assicuratasela, si avvicinò a mia moglie e ridendo la prese a sé dicendo che l’avrebbe guidata lei. Avviò nuovamente la musica e insieme iniziarono a muoversi davanti a tutti noi. Tra vari strusciamenti e balletti Laura non ebbe il tempo di capirlo, in pochi minuti si ritrovò depredata anche dell’altra spallina che le teneva ormai da sola su il vestito, il quale cadde a terra lasciandola completamente nuda davanti a tutti i presenti. Non ebbe il tempo di protestare che già Marie la stringeva a se stretta sul suo corpo seminudo e con ardore la baciò davanti a tutti avviluppando nella sua gola la sua lunga lingua a cui Laura replicò inerme e senza indugio. L’improvviso colpo di scena lasciò noi maschietti gradevolmente senza parole. Marie si liberò, senza tanto staccarsi dal corpo di Laura, dei suoi vestiti e ora entrambe volteggiavano senza veli per la stanza senza alcun vergogna per i presenti. La mano di Marie si fece addirittura più audace e si fece posto tra le cosce di Laura. Mentre le sue dita affondavano risolute nel suo femminino sacro, il bacio saffico si prolungò per diversi minuti alla fine dei quali con delicatezza Marie accompagnò Laura davanti al divano e con delicatezza la spinse tra Remo e Sergio. La baciò delicatamente in segno di congedo, si alzò e senza perdere il suo tenero sguardo su di lei proferì:
M: Questa è la nostra ultima serata dell’anno, divertiamoci. Prendete e mangiateci tutte, questo è il nostro corpo offerto per voi bei maschietti!!
Laura capì il protocollo ma non era ancora così sciolta come la sua amica e la mia presenza in sala non l’aiutava di certo a prendere iniziativa. Marie accarezzò il suo faccino su cui campava uno sguardo ancora titubante e si congedò da lei avvicinandosi a me. Con il flute ancora tra le dita la osservai farsi avanti era sicura e a proprio agio, si fermò davanti al mio naso e senza preavviso le sue labbra si infransero contro le mie in maniera selvaggia e sfacciata. Risposi subito al suo bacio e presto la mia saliva fu un tutt’uno con la sua. Abbracciai quel corpo anelato con veemenza prima lungo la schiena e subito dopo impressi le mie mani su quei glutei tondi e morbidi. La sua sfrontatezza non dava modo di poter pensare ad altro, avevo occhi solo per lei, e solo quando guadagnò il pavimento inginocchiandosi rividi, alle sue spalle, mia moglie oscenamente indaffarata tra due corpi. Sergio le pompava la lingua e Remo chino sul pavimento, tra le cosce, leccava la sua fica immagino rovente. Il mio cazzo a quella visione divenne una lancia eretta e la cappella ormai trasbordava dalle mutande. Marie compiaciuta si limitò a slacciare il bottone e a tirare giù la zip per rendersene conto. Mi liberò dell’intimo e prese in bocca il mio uccello gaudente regalandomi un pompino profondo e carico di saliva. Il cazzo spariva magicamente nella sua gola profonda per poi dopo qualche secondo ricomparire integro e madido di bava che trasudava dalla cappella e si infrangeva sul tappeto rosso sottostante. Al suo ennesimo affondo in gola, lanciai uno sguardo verso Laura e la vidi seduta sulle cosce di Sergio impegnata a farsi montare con prestanza. Godeva rumorosamente e dopo non molto la udì strepitare, intuii che avesse già raggiunto l’orgasmo. Vidi Sergio con la coda dell’occhio ancora in tiro uscire dalla sua fica e con repentinità le manifestò di guadagnare la posizione a pecora sul lungo divano. Laura obbedì e il mio capo poté nuovamente prenderla da dietro. Ho capito in quell’istante sera che se si vogliono portare avanti rapporti del genere tra amici, non ci si deve assolutamente fermarsi a pensare o a consultare l’altra parte sul da farsi, Sergio infatti agiva senza proferire parola con me e Remo non mi rivolgeva nemmeno lo sguardo mentre con avidità palpava il corpo di mia moglie, lo osservai sicuro di se quando si abbassò i calzoni e si avvicinò a Laura puntandole il cazzo sulle labbra e inducendola a prenderlo in bocca. Non l’avevo mai vista all’opera con due uomini, ma in realtà lo avevo spesso immaginato, ed era eccitantissimo e devo affermare che i miei due amici non ci stavano andando tanto per il leggero con lei. Di soppiatto guardavo i loro corpi unirsi e i loro muscoli scivolare dentro di lei, udivo soprattutto i colpi di Sergio sbattere a ritmo contro le sue chiappe burrose. A me non stava poi andando peggio e il pompino di Marie era celestiale, anche se la voglia di fotterla iniziava ad andare oltre quel diletto. La afferrai per i capelli e con delicatezza ritrassi il mio cazzo tumido e bagnato dalle sue fauci francesi, lei sorpresa mi guardava dal basso famelica e desiderosa, le sue labbra ancora umettate le davano una parvenza da maîtresse di alto borgo. La tirai su sollevandola per le ascelle, l’avvicinai verso di me portandola ad un palmo dal naso, il suo alito era pregno del mio odore e sul suo volto campava sempre quel ghigno perverso. La osservai per qualche istante senza fiatare, lei stava al gioco e si concedeva alle mie voglie come sa fare solo una vera puttana. Stese poi la mano verso il basso alla ricerca del cazzo e una volta impugnato iniziò a segarmi impavida ed energica, senza staccare i suoi occhi dai miei e soprattutto senza perdere quel appetito carnale impresso sul suo volto. Laura nel frattempo continuava ad occupare il divano piegata tra Sergio e Remo, anche se ora le disposizioni si erano invertite: ora infatti era Sergio a pomparle la bocca mentre Remo la montava da dietro a ritmi furiosi. Poggiai le mie labbra su quelle di Marie e le occupai con un lungo bacio alla francese, lei interruppe il movimento con la mano e io ora sentivo il cazzo serrato e imprigionato nella sua mano destra, mi aveva letteralmente in pugno. Sentivo il bisogno di masturbarmi e iniziai a farlo spingendo da solo il pene eretto all’interno della sua mano, lei lo capì e mentre continuava a riempirmi la bocca di saliva e me lo lasciò fare. Laura mugolava, ma il cazzo di Sergio che le serrava la bocca non le permetteva di gemere fluidamente, riuscivo a udire gemiti prolungati e sempre più intensi del tipo:
L:- Mmmmmh! Mmmmmmmmmh ! Mmmmmmmmmmmmmmmmh!
Voglioso di fottere Marie e con la lingua ancora attaccata alla sua ci avvicinammo a piccoli passi al divano, dove i due porci si stavano allegramente fottendo mia moglie, nessuno di noi voleva mollare la lingua dell’altro, ma una volta in prossimità del sofà la feci avvicinare e guadagnare il braccialo del divano destro. Leggermente più lontano dal corpo nudo di Remo, impegnato a pompare Laura da dietro, mi staccai da quel bacio passionale e lei da diavoletta intese tutto, tanto che svelta montò sul bracciolo che l’accolse in tutta la sua statura. Compiaciuto dalla sua perspicacia, le mollai un buffetto sul culo che echeggiò nella sala. Si assicurò le ginocchia all’estremità del bracciolo e protese le braccia in avanti. Davanti a me risultò un corpo magro e perfetto con un culo da far perdere la testa, mi liberai goffamente dei calzoni ancora assicurati ai miei piedi e una volta libero guadagnai il restante spazio alle sue spalle e la penetrai con veemenza. Sentì subito sprigionarsi gran un calore all’interno della sua glabra e giovane fica e lì dentro finalmente potei sfogare tutte le voglie represse della settimana. Alla mia destra a pochi centimetri Laura veniva penetrata e schiaffeggiata con cadenza regolare da un Remo accesissimo, non potei fare a meno di notare le sue chiappe al vento abbastanza colorate dai colpi del palmo della mano. Lo spettacolo si fece ancora più interessante quando Sergio le serrò la bocca sul cazzo spedendole in gola la sua copiosa e abbondante sborra. Nuovamente fu un attimo, la udì arrivare una seconda volta, credo proprio mentre ancora si godeva in bocca il cazzo e la sborra del mio capo. Ovviamente tutto ciò, potete immaginare, non fece altro che esaltare la mia depravazione e ora le urla di Marie palesavano a tutti quanto stesse godendo del cazzo che aveva in fica. Continuai a scoparla incessantemente fino a quando non avvertì il momento liberatorio di schizzare, ma per lei non era ancora il momento. Resasi conto del mio grado di eccitazione sollevò il bacino obbligandomi a venir fuori dalla sua selva golosa, una volta libera diresse nuovamente il sedere verso il basso e puntò il buco del suo tondo culo contro la cappella violacea. Le intenzioni della bagascia erano un invito a nozze e, devo dire la verità, con poco tatto spinsi la mia asta, umida dai suoi stessi liquidi, su per quel culo madreperla . L’impatto non fu tenero ma ero così arrapato che non riuscivo più a controllarmi, volevo solo sborrare al più presto, Marie non ne fece un gran problema e dopo qualche istante il suo ano era già dilatato e pregno del mio pene in erezione. Intanto Laura raggiunse anche il terzo orgasmo e me lo gustai tutto, con la bocca libera la mia sposina poté urlare tutta la sua soddisfazione verso quel gran chiavatore di Remo che non le aveva dato un attimo di tregua sin dall’inizio. Qualche istante dopo fu il suo turno e a gran voce prese a strepitare anche lui probabilmente soddisfatto di lasciarle qualche litro di sborra nella fica. Il mio cervello era bombardato da immagini e sensazioni erotizzanti straordinarie, stimolate tra l'altro anche anche dal tatto e dall’olfatto: la visione di Laura scopata e i suoi orgasmi; il calore del buco del giovane buco del culo e l’odore che si elevava dalla fica seviziata di Marie mi fecero schizzare lunghi, sollazzanti e festanti flotti di sperma in quel pertugio ormai amorfo. Ululai di contentezza , ma non potevo ancora fermarmi. La francese reclamava ancora il suo orgasmo, così con il cazzo ancora mezzo in tiro continuai a pomparle il culo. Quella diavola allora strinse le chiappe e fagocitandomi l’uccello all’interno, la contrazione ebbe il suo effetto e in un attimo il mio bischero divenne nuovamente eretto, le serrai i fianchi e accrebbi i miei colpi, non dovetti però spingere a lungo, infatti Marie esplose in un orgasmo anale dirompente che la lasciò paga e soddisfatta sul bracciolo del divano. Il cuore mi batteva a mille ero così contento di essermi scopato Marie che non pretendevo altro, ma la notte era ancora giovane e appena tirato fuori dal culo di Marie il cazzo quasi ormai moscio, Laura si inginocchiò sul pavimento prendendomelo in mano e assoggettandomi a una lenta e amabile sega, non potevo crederci era bellissimo e nuovamente con mia grande sorpresa il mio pene floscio divenne nuovamente duro. Laura lo condusse tra i suoi grossi seni masturbandomi comodamente. Marie leggermente rotta in culo fu presto preda di Sergio e Remo e entrambi le riservarono lo stesso trattamento che avevano usato nei confronti di mia moglie prima. Di peso venne letteralmente sbattuta da Sergio sulla parte esterna della spalliera del divano e presa da dietro dal suo compagno, mentre Remo davanti e in piedi sul divano le sbatteva l’uccello all’altezza della bocca. Il mio cazzo intanto rigenerato dai burrosi seni di mia moglie riservò ulteriori appagamenti. Presi Laura da dietro e come avevo già fatto qualche giorno la sodomizzai. Strillò per più di qualche minuto, per poi dopo un po’ acquietarsi e godersi strabuzzante la sua sodomia. Arrivammo insieme e quasi nello stesso tempo in cui ebbe l’orgasmo anche la sua amica. Lerci di fluidi e appagati come delle bestie feroci ci stringemmo in un amorevole abbraccio, lo stesso fecero Sergio e Marie. Era orami quasi mattina quando bevemmo il solito caffè di rito e fumammo la nostra forse ultima sigaretta da reclusi, in quel momento entrambi sapori ebbero un gusto insolito e molto più soddisfacente del normale. Dopo non parlammo tanto, anzi preferimmo tutti ritornare nelle rispettive camere. Dopo una doccia io e Laura ci baciammo per forse un’ora e durante l’alba di quel nuovo giorno e ci ripromettemmo amore eterno. Prima di addormentarci ci abbracciammo stretti e lei mi baciò dolcemente giurandomi candidamente:
L:-Dopo stanotte sarò la tua puttana a vita, te lo giuro! Notte amore mio.
Si addormentò serena e io la guardai dormire nuda, tra le mie braccia, per un bel pezzo interrogandomi sul senso della sua ultima frase.
Questa mattina ci siamo tutti ridestati appagati e soddisfatti da questa settimana spumeggiante e penso che a ognuno di noi, aldilà dell'esito del tampone che arriverà tra poche ore, dispiacerà l’idea di dover abbandonare quest'alcova di piacere.
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