Inquietanti premonizioni oniriche. (Parte 1/2)

di
genere
etero

La tapparella si apre destandomi all’improvviso da ciò che non riesco ancora a capire se definire sogno o incubo. La luce del mattino penetra nella stanza e mi abbaglia. La radiosveglia si accende all’improvviso cercando forse di aiutarmi a decifrare il dilemma mattutino sulle note di:

“… La donna il sogno il grande incubo
questa notte incontrerò
mentre nel mondo tutti dormono
forse anch'io mi sveglierò
con la sveglia scarica ormai ...”

Non un grande aiuto direi. Spengo la radiosveglia affianco al comodino e precipito sotto il tepore delle coperte. Non ho ancora inquadrato ciò che è reale da ciò che non lo è quando la sua voce raggiunge le mie orecchie.

:- Amore è tardi!

Il suo passo svelto echeggia nella camera e il rumore del tacco che poggia sul parquet mentre si muove in giro per la stanza, alla ricerca di non so cosa, è quasi snervante. Esco lentamente dal mio stato di assopimento e con lentezza la testa fa capolino da sotto le coperte. Il campo visivo si sta abitua ai raggi del sole che illuminano la stanza, mi volto e la scorgo davanti alla specchiera dell’armadio mentre agitata cerca di infilare gli orecchini. Lancio uno secondo sguardo, questa volta più attento, alla sveglia sul comodino segna le 7:45 di una normale domenica di un pallido novembre e mi guardo attorno perplesso da tutto questo trambusto mattutino senza riuscire a intenderne il motivo. Cleopatra, la nostra gatta siamese, salta sul letto e odo già le sue fusa mattutine, una volta vicina al volto mi lecca la guancia, la allontano con tutta la delicatezza possibile, mi stropiccio il volto e finalmente articolo un semplice interrogativo:

:-Laura, cosa succede? Perché la sveglia così presto?
:-Mia sorella!
:- Tua sorella cosa?
: Mi ha mandato un messaggio questa mattina presto, dicendomi di essere ad Amsterdam in aeroporto in attesa del volo che l’avrebbe portata qui.
:-Ma come? Non doveva partire domani?
:-Credo abbia trovato un’alternativa di viaggio migliore.
Katya è la sorella minore di mia moglie Laura, vive ad Amsterdam dove da qualche anno si è trasferita per lavoro.

Bene, addio pace! Sollevo le coperte e abbandono il mio caldo giaciglio, raggiungo la cucina dove la caffettiera è sul tavolo. Mentre verso il caffè ancora caldo nella tazza chiedo dettagli a mia moglie, lei mi raggiunge con in mano il cellulare. Me lo porge, leggo il messaggio:

“Ciao Laura, sono in aeroporto ad Amsterdam e tra un paio d’ore prenderò il volo per Milano. Ho trovato un’alternativa migliore per il viaggio e ho anticipato di un giorno la partenza, spero non sia un problema. Puoi venirmi a prendere in aeroporto? ”

:-Ma tu non devi accompagnare tua madre al seggio elettorale?
Esclamo con la voce ancora assonnata ma preoccupata.
:-Si! E recuperare anche Katya in aeroporto alle 9:00!
:-Ma non ce la farai mai a fare entrambe le cose.
:- Lo so, ma tranquillo ho trovato un’ottima soluzione.
La guardo dubbioso:
-:Indovina un po’? Sarai te ad andare a prendere sorellina rosso Malpelo. Il suo aereo atterra tra un’ora e un quarto hai ancora del tempo. Io scappo, sono in ritardo. Ciaooooo!

Si avvicina mi bacia sulla guancia e fila svelta verso la porta. Non faccio in tempo a obiettare che la porta si chiude alle sue spalle e rimango da solo cullato dal ticchettio dell’orologio. Se c’è una cosa che odio al mattino e consumare la colazione in fretta, ma non ho molto tempo l’aeroporto è appena fuori città, ma il traffico lungo il tragitto è disumano perciò mi conviene darmi una mossa. Bevo il caffè e subito dopo mi concedo una doccia veloce. Il pensiero di Katya mi accompagna, non la vedo da un po’ forse sei mesi, afferro l’accappatoio e mi asciugo veloce. In camera metto su i primi indumenti che trovo sulla poltroncina adagiata di fronte allo specchio sono stropicciati ma il tempo scorre e l’orologio segna le 8:20, devo darmi una mossa altrimenti rimarrò incastrato in tangenziale. A passo veloce attraverso il corridoio, mi fermo accanto al mobile dove su di esso vi è il mio orologio e mentre lo stringo al polso osservo una delle rare foto delle sorelle insieme. Mi soffermo sui loro volti distesi e sorridenti e penso a quanto siano diverse, ma è tardi e devo muovermi. Scendo le scale e una volta in auto continuo a pensare a come saranno questi giorni in compagnia di Katya. Laura rispetto a sua sorella è abbastanza diversa oltre che fisicamente lo è anche caratterialmente, infatti lei l’ha sempre definita la“piccola peste” e su questo non posso certo biasimarla. Sin dall’adolescenza la piccola Katya ha avuto sempre un certo talento nel ficcarsi in scomode situazioni e i suoi genitori hanno vissuto il percorso della sua giovinezza in maniera non proprio lineare. Mia moglie invece è sempre stata un angioletto tanto che in famiglia vengono definite il diavolo e l’acqua santa. Di questa sorte di dualismo Katya è sempre stata consapevole e ad un certo punto, forse anche perché stanca di vivere sotto la lente di ingrandimento dei suoi, appena terminato il corso triennale in lingue e letterature straniere all’università della nostra città ha deciso di cambiare aria. Sfruttando la sua intelligenza, definita amabilmente diabolica da mia moglie, ha preso al volo l’occasione della sua vita e ha preso parte ad un colloquio per una multinazionale riuscendo ad ottenere il posto, quindi da due anni vive e lavora laggiù. Tra lei e mia moglie c’è una differenza di età di circa 12 anni, Laura nonostante sia una ragazza d’oro spesso però si lamenta dei comportamenti della sorella, e in tutto ciò vi è un fondo di logica. Katya ha avuto sin dalla nascita delle possibilità maggiori rispetto alla sorella più grande ed è stata molto viziata dai genitori che a causa dell’età avanzata le hanno concesso, anche a mio parere, libertà un po’ troppe eccessive che hanno contribuito a connotarle un carattere poco incisivo rispetto alla sorella. Così se Laura è la figlia concreta e responsabile, Katya è quella impulsiva e per questo non bada alle conseguenze delle sue azioni belle o brutte che siano. La sua è una mentalità in cui se c’è qualcosa che le piace lei deve averla a tutti i costi. Fisicamente sono molto diverse per cominciare mia moglie è castana chiara e occhi verdi come la madre, mentre sua sorella ha gli occhi azzurro intenso e i capelli rosso chiaro e da qui il simpatico nomignolo “Rosso/a Malpelo” con cui Laura l’ha sempre presa in giro. Entrambe sono magre e snelle anche se Laura è leggermente più alta di Katya.
Il traffico scorre regolare e dopo 30 minuti sono già in aeroporto, in anticipo di 10 minuti rispetto al volo. Mi reco nella sala degli arrivi e dopo 20 minuti eccola comparire da dietro la grande porta a specchi. Rossa Malpelo avanza seguendo il percorso indicato non so se mi ha visto, la seguo con lo sguardo senza farle cenno. Osservo il suo abbigliamento e non mi pare molto cambiato, nonostante il lavoro responsabile che svolge. Indossa una t-shirt elastica con scollo a v nera con al centro mi pare di scorgere un logo con una connotazione psichedelica, dei jeans attillati e sotto degli stivali di colore nero. I suoi folti capelli rossi presentano qualche modifica e mentre si avvicina distinguo che sulla sua simpatica testolina rossa ora pendono anche delle simpatiche dreadlock. Attraversato il percorso di sicurezza le faccio cenno attorniato dalla folla in attesa della mia presenza. Mi scorge e avanza il passo, quando si avvicina sorride sorpresa, ci abbracciamo e dopo i saluti ci dirigiamo verso l’auto. Le spiego che Laura non è potuta venire perché aveva un impegno con la madre, lei mi fa un cenno con la testa e glissa rivelandomi che è contenta di rivedermi. Durante il tragitto parliamo del più e del meno, ma quel tanto che basta per capire come se la stia passando in Olanda, mi rassicura che è soddisfatta e che il lavoro procede benissimo. Il tragitto non pesa perché parliamo molto e in meno di mezzora siamo già a casa. Entriamo in salotto e Katya è subito attratta dai miei unici due dipinti appesi in salotto.

:-Hai sempre avuto un bel animo artistico, dipingi ancora?
:-No, non più!

:-No, non più!
Rispondo sereno, ma è un argomento che mi annoia così le propongo un caffè, abbandona il trolley all’ingresso e raggiungiamo la cucina. Mentre preparo l’occorrente, ricordo di non avere alcun dolce da offrire, ma provvidenzialmente Katya mi fornisce l’assist:
:- Posso andare prima a fare una doccia?
:-Certo! Allora sai che ti dico? Ne approfitto per uscire e andare al bar giù in strada per comprare dei buoni e caldi croissant, hai preferenze?
Ci pensa e poi sorridendo esprime il desiderio di un cornetto alla nutella.
:-Ok ,andata, mentre te fai la doccia io vado a comperare i cornetti.
Prima di uscire l’accompagno in camera e le indico gli asciugamani puliti che le ho preparato, mi ringrazia e si dirige in salotto per recuperare il suo trolley. Recupero il mio portafogli, mentre Katya chiude la porta del bagno alle sue spalle, ed esco...



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2024-11-27
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