Voglia

Scritto da , il 2010-06-27, genere prime esperienze

La donna, aveva appena goduto, di un orgasmo violento, sul suo stesso letto di illibata ragazza.
Aveva goduto dopo essere stata legata con dei lacci di cuoio, imbavagliata con un cerotto, bendata con un foulard.
Distesa sul letto, in suo assoluto potere, aveva goduto delle carezze di mani sapienti, che le avevano massaggiato il corpo, che lui vedeva nudo per la prima volta, e le parti intime, con una crema profumata, che lui stesso aveva acquistato proprio per l’occasione.
Come avevano concordato precedentemente, non una parola, ma una concentrazione di entrambi sul piacere dell’altro, lei lo aveva implorato, nel silenzio dei gemiti e dei mugolii, di farla godere, di farle esplodere il piacere ed alla fine, lei gli aveva riempito le dita della sua voglia, dei suoi umori.
L’uomo poi, le aveva liberato i polsi e le caviglie, aveva tolto la benda degli occhi ed il cerotto dalla bocca poi, le aveva dato l’ultimo piacere, quello di farle vedere che succhiava piano, con estrema lentezza, quelle dita che sapevano di lei.
La donna aveva sorriso, sfinita dall’orgasmo che aveva tanto atteso, poi abbracciati, si erano abbandonati ad un sonno profondo e leggero nello stesso tempo.
Fu lei la prima a svegliarsi, e la prima cosa che fece, fu di
contemplare il corpo nudo, steso accanto al suo, un corpo completamente glabro, anche nelle parti intime, che lui, maniaco della pulizia del proprio corpo, ma sporcaccione, per quanto riguardava il piacere sessuale.
Lo sguardo della donna si concentro proprio sul suo ventre, dove un membro in posizione di riposo, era adagiato da un lato.
Vedendo alcuni grumi di liquido, che bagnavano ancora la zona intorno al glande rosa scuro, la donna si eccitò ed un brivido le percorse il basso ventre, e decise che era giunto il momento di essere lei a far godere lui.
Cercando di non svegliarlo, lo bendò, poi con una mano, gli accarezzò l’interno delle cosce, prima una e poi l’altra e questa manovra, lo fece leggermente sussultare però, come dagli accordi presi, lui rimase passivo, anche se neanche lei sapeva se lo aveva svegliato, e faceva solo finta di dormire, oppure se non si era ancora accorto di nulla.
La cosa però, sembrava esaltarla e, decisa a f arsi ricordare a lungo da lui, gli mise una mano sotto l’asta, che subito, in suo assoluto potere, cominciò ad ingrossarsi ed a raggiungere una certa consistenza.
Rinchiuse la mano sul glande, stringendo leggermente le dita, poi allentò la presa, ripeté l’operazione più volte, e l’esito finale, superò le sue stesse previsioni.
Con la mano libera, prese un po’ della sua crema, la spalmò sull’asta, poi richiuse la mano sulla crema, cominciando a muoverla su e giù, con regolarità, prima molto lentamente, quasi fosse una semplice carezza, poi sempre più velocemente, fermandosi di tanto in tanto, per stringere il glande con le dita, proprio così come aveva iniziato l’operazione.
Quando vide che le contrazioni del suo corpo, erano notevolmente aumentate, si fermò un momento, lasciandolo calmare, ma continuando a toccarlo leggermente e delicatamente.
In preda ad una voglia, ecco che, subito dopo, si chinò su di lui, a bocca aperta, coi capelli sciolti, profumati di fresco, in modo da solleticargli il ventre, dato che proprio coi suoi capelli, riusciva a mandare in visibilio ed a portare anche all’orgasmo, alcuni dei suoi amanti fissi.
Abbassò maggiormente il capo, mentre le mani di lui, ormai completamente sveglio, gli accarezzavano proprio la testa, dolcemente, senza premere e senza forzarla, come voleva e come sperava la donna, fino a quando, lei serrò fra le labbra il glande, per succhiarlo, per sentire le prime gocce del suo piacere.
Si sistemò meglio, mettendosi carponi tra le sue gambe, in modo da avere il centro delle natiche ed il sesso, completamente esposti ed all’improvviso, desiderò essere presa in quella posizione, essere penetrata brutalmente, desiderò sentire uno che le apriva e le forzava le natiche, mentre lei dava piacere a qualcun altro, proprio con la bocca, proprio come stava facendo in quel momento e, quel pensiero, che poteva sembrare osceno, contribuì a farle venire ancora di più la voglia, per questo cercò di prenderlo fino in fondo al palato, dandogli leggerissimi morsi coi denti e con le labbra, specialmente quando sentiva che era sul punto di esplodere, ma questo accorgimento, riuscì a tardare solo di pochi minuti il piacere, finché l’uomo, non potendone più, le esplose dentro la bocca, ed un grosso e lungo fiotto di sperma che uscì dal glande, quasi la soffocava; fu costretta a tirarsi indietro, lasciandosi così, schizzare in volto e questo liquido poi, le colò sul collo, bagnò i seni sensibili e puntuti dalla voglia.
L’uomo era ormai sveglio del tutto, si scuoteva leggermente ed impercettibilmente, ma la donna, ancora non paga, volle continuare il perverso gioco.
Abbassò di nuovo il capo, sputò sull’asta semirigida lo sperma che le era rimasto in gola e, così bagnato, si mise a cavalcioni su di lui e se lo infilò, lasciandosi cadere con tutto il corpo, dando inizio ad una frenetica cavalcata.
L’uomo sembrava spiazzato, perché rimase fermò, ma dopo un po’, le artigliò le natiche, con dita rapaci le cercò l’orifizio anale e, sistematosi per il meglio, la penetrò con due dita, in un abbraccio violentò ma appagante per entrambi.

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