Il Club
          
            
              di
Serena Rossi
            
            
              genere
orge
            
          
        
        Ero andata per trovare una risposta e ne ero uscita con almeno due nuovi dubbi. Luisa mi era entrata in testa come Andrea…quasi come Andrea. Era davvero la sua preferita, la slave preferita…oppure , di fatto, era il suo alter ego al femminile?
E poi, i piaceri che negli ultimi mesi il Master mi aveva donato negli ultimi giorni sembravano essersi concentrati dopo aver incontrato un’altra femmina che riceveva le stesse mie attenzioni e forse più…
L’attrazione per Lui era diventata l’attrazione per Loro, diversa fra di loro, ma di Loro…
E poi quella chiave, quel piccolo oggetto di metallo che non mi dava tregua, era come una “spada di Damocle” sulla mia coscienza, quasi la giudice di ogni mia esperienza futura.
E l’occasione venne, proprio quando il suo pensiero era diventato vera e propria ossessione.
Il solito messaggio vocale: “Troia presentati questa sera al Club Cochon di via tal dei tali…alle 22.00, poi una pausa o meglio un secondo messaggio: ”presentati come la Troia di Andrea e porta la chiave senza quella non sarai ammessa…..”
Anche questa volta tensione mista ad eccitazione mi presero in una morsa.
Tanti dubbi e poche certezze mi frullavano nella testa, ascoltai il messaggio almeno 10 volte.
Non faceva cenno agli accessori che nel recente passato avevo dovuto indossare e questo era per me un grande dilemma.
Decisi di attenermi a quanto ascoltato e dopo un lungo bagno e una leggera cena, decisi di andare, senza possibilità di scelta differente. Salutai mio marito, l’eccitazione colpiva anche lui nel vedermi eccitata ma sapeva che era “affar mio” e solo mio.
Il Club era in una zona industriale, molto anonimo dal di fuori…anzi, per nulla riconoscibile.
Soltanto una porta con una targa vicino al campanello ne indicava la posizione, in uno stabile quasi fatiscente anche se non mal tenuto.
Suonai il campanello con il cuore a mille, era la prima volta che andavo da sola in un club, non sapendo per giunta neanche cosa mi sarei aspettata.
All’apertura della porta fui introdotta velocemente e mi presentai ad un massiccio uomo in abito scuro come mi era stato detto.
“E la chiave?” fu l’unica domanda che mi fece.
La mostrai e passai un’altra porta dopo il breve corridoio.
Qui l’ambiente cambiava completamente. Scesi una breve scala e mi trovai in una stanza a volte di mattoni e una ragazza giovane mi indicò lo spogliatoio sulla destra.
“Entrerà nella sala giochi appena dopo essersi preparata” mi disse gentilmente, ” troverà tutto nel suo armadietto, benvenuta e buon divertimento…” aggiunse vedendo la mia perplessità, le mie perplessità in volto che comunque persistevano ancora.
Entrai in una stanza che doveva essere lo spogliatoio, ben arredata e molto funzionale.
Il mio di armadietto lo trovai subito, era l’unico da cui non pendeva una chiave e c’era un biglietto ben chiaro che me lo indicava: Troia di Andrea scritto elegantemente.
Con la chiave lo aprii e la sorpresa fu indicibile…
Conteneva una maschera che raffigurava il muso di un animale, una volpe, una coda a plug sempre di volpe e un reggiseno strano con una coppa aperta… e una pergamena con le regole del locale, o meglio della serata.
Non riuscivo ancora a credere di essere li e di essere li per il mio Master e forse non solo per Lui…
Lessi le poche righe.
L’ospite deve lasciare nel proprio armadietto tutto quanto indossa, tutto, scarpe comprese.
L’ospite deve indossare soltanto quanto trova nel proprio armadietto. Per le Troie è permesso anche il reggiseno in dotazione se ritengono di avere un seno che ne necessiti.
Nella sala giochi non è permesso dire il proprio nome a nessuno.
Non è permesso sottrarsi ai giochi finchè il proprio sponsor non lo decida.
Il tuo sponsor della serata è Andrea
E poi, in fondo scritto a mano, l’aggiunta del mio Master con la sua firma “tu indossalo il reggiseno Troia, che mi piaci di più…”
Tutto chiaro all’apparenza.
Feci come avevo appena letto, indossai maschera e plug e mi misi quel mezzo reggiseno e varcai, con un lungo sospiro, la porta che era indicata come quella della stanza dei giochi.
Lo shock mi colse come una secchiata d’acqua gelida, ma l’effetto fu proprio l’opposto. Eccitazione…grande eccitazione.
La stanza era mediamente grande e arredata con divanetti e tavolini di pelle nera. Alle pareti grandi tendaggi sul rosso, la luce non era viva ma si distingueva bene tutto.
Da un lato una sorta di angolo bar e nella parete di fronte una superficie liscia, senza ingombri.
C’erano una trentina di persone tutte nude, tranne le maschere. Maschere che raffiguravano animali, le teste di animali, di tutti i tipi.
Più uomini che donne e loro portavano tutte la coda.
Al mio ingresso mi fu offerto un flute di champagne dalla ragazza vista in precedenza, l’unica che era vestita, più o meno…
La situazione era chiara, molto chiara.
Alcune Donne erano impegnate con i maschi e le affinità erano date dalle maschere che portavano.
Vidi chiaramente una “vacca” che stava spompinando un “toro”, oppure una “topolina” che stava masturbando mentre lo baciava profondamente un “gatto”.
Alcuni chiacchieravano, altri si guardavano in giro, io fui subito presa di mira da un uomo che indossava la maschera di un cane da caccia…”English Foxhound”….
Mi prese per la mano e mi fece appoggiare il flute.
Mi condusse ad un tavolino davanti ad un divanetto e qui la prima delle grandi sorprese della serata.
Riconobbi Luisa dalle enormi labbra della fica…, portava la maschera da “gazzella” e stava seduta di fianco al “leone”….Master Andrea.
Il “foxhound” mi fece piegare e senza aggiungere altro mi entrò in fica, si mise a scoparmi di fronte alle uniche due persone che pensavo di conoscere.
Mi trovò pronta, perché nonostante tutti i miei timori gli stessi mi stavano eccitando enormemente.
Andrea e Luisa mi guardarono annuendo.
Lei gli prese il cazzo in mano e, senza togliere lo sguardo verso di me, iniziò a masturbarlo, quasi a mostrarmi quello che stava facendo con l’uomo che sapeva cosa rappresentava per me.
Di contro anche Andrea ricambiava quel contatto. In una mano aveva un sigaro ma con l’altra si mise a giocare con la fica di Luisa.
Al cane che mi stava scopando se ne aggiunse un altro davanti, un “segugio”.
Mi porse il cazzo già duro, me lo mise in bocca per un pompino.
La scopata cosi improvvisa e la scena dei miei Masters davanti mi fecero esplodere nel primo orgasmo.
Lo gridai senza vergogna stoppando la fellatio in corso.
“Segugio” non gradì e mi ricacciò in bocca il suo cazzo stringendomi il capezzolo libero dal reggiseno con violenza, regalandomi istanti di piacere anche per quello.
Luisa adesso si era chinata sul cazzo di Andrea e accompagnava il mio di pompino col suo di pompino.
Eravamo Noi di fronte a loro due, ma erano loro che dettavano i ritmi.
“Segugio” mi sborrò in bocca senza avvisarmi. Un conato mi colse, più per la sorpresa che altro.
Riuscii ad ingoiare tutto e sentii un “brava” arrivare da Andrea.
Luisa intanto si era rimessa al suoi fianco e continuava a fargli una sega, lenta…ma eccitantissima.
Il Master gli disse “vai”…e Lei venne a mettersi sotto di me a leccarmi il clitoride mentre “Foxhound” ancora mi scopava.
Andrea di fronte a Noi adesso si masturbava da solo, il cazzo duro come non mai, quel cazzo che tanto volevo…
La lingua di Luisa mi attirò nel secondo orgasmo, mi fece tremare tutta e le bagnai anche il viso.
“Foxhound” si staccò da dietro e mi sborrò sulla schiena, poca roba ma sentii quel calore.
Andrea sempre con lo sguardo su di Noi, su di me e su Luisa al mio fianco.
Con lo sguardo curioso cercai la toilette, mi scappava da morire la pipi.
Luisa, accorgendosene, mi prese la mano e all’orecchio mi disse: “ se è solo per pisciare…vieni con me…”.
La seguii in un piccolo corridoio e mi fece entrare in una piccola stanza tutta piastrellata di bianco, con qualche scarico nel pavimento.
Accese la luce e ci trovammo di fronte la stanza dei giochi ma con una parete di vetro che ci separava.
Tutti potevano vederci, lo scopo era quello…mostrargli le nostre minzioni.
“fai come me” mi disse Luisa accovacciandosi a gambe aperte verso gli spettatori”…e lasciala andare…”
Alcuni continuavano i loro giochi ma la maggior parte, all’accensione della luce, prestarono attenzione.
Io e Luisa, una di fianco all’altra iniziammo a pisciare sotto gli sguardi di tutti, compreso quello del Master Andrea che, adesso in piedi, si stava masturbando con pieno godimento alla nostra visione. Lui come quasi tutti gli altri maschi, un tripudio di cazzi duri, eccitati.
La situazione non sembrava vera, noi da un lato che pisciavamo e dall’altra parte qualcuno che sborrava in quei pochi secondi in cui scaricammo la nostra pioggia dorata.
Quando finii trovai Luisa pronta a ripulirmi con la bocca, con la lingua.
Io in piedi e Lei inginocchiata davanti a me mi ripulì velocemente, proprio pulizia, senza cercare il piacere che avrei voluto mi donasse.
L’eccitazione mi ritornò ugualmente, soprattutto nel vedere il “leone” che ammirava questa scena che stavamo interpretando io, la “volpe” e la “gazzella” Luisa.
Ritornammo in sala ma dopo qualche passo fui circondata da un “pastore tedesco” e un “pitbull”.
Uno davanti e l’altro dietro, le loro erezioni ben turgide, pronte.
Anche io ero pronta…
Il “tedesco” mi sfilò la coda dal culo e la sostituì col suo cazzo.
Cosi, senza dire nulla, io ero la preda…Lui il cacciatore.
Entrò secco, senza violenza o forza bruta…ma deciso.
Il suo compagno, dopo che ,ci siamo posizionati su un divanetto mi prese in una doppia.
Li sentivo entrambi dentro di me, si muovevano bene insieme, evidentemente non ero la loro prima preda ma il mio sguardo era rivolto poco in la, solo ad un paio di metri.
Il leone aveva preso la gazzella, Andrea stava inculando Luisa, mentre Lei stava spompinando un leopardo.
Erano di fronte a me, io vedevo loro e Andrea guardava me sorridendo.
Quel ghigno mi fece immaginare di essere io Luisa, di essere io li sotto alle spinte del leone…e venni…venni nel terzo orgasmo della serata.
I due che mi stavano montando se ne accorsero, li inondai, non smettevo di produrre secrezioni, mi sentivo elettrica, un orgasmo mai provato…nato prima nella testa e poi nel corpo.
Non resistettero, uscirono insieme dal mio corpo e mi sborrarono, insieme, sul viso.
Riuscii a raccogliere un pochino della loro sborra…ma era quella di Andrea che volevo.
Mi avvicinai a loro, adesso Luisa stava sbocchinando non solo il leopardo ma anche una tigre, Andrea sempre nel culo la stava scopando.
Mi avvicinai e aprendogli le chiappe mi misi a leccargli il culo…come la più servizievole delle prede.
Lo sentii gradire parecchio, a fatica riuscii ad aprirgli ancora di più le gambe.
Provai ad arrivare con la bocca alle sue palle, mentre inculava Luisa io gli leccavo tutto quello che potevo, tutto quello che pensavo gli facesse piacere.
Mi spostò ancora sul suo ano, sapevo che voleva la lingua li, e li mi concentrai.
Sentii il suo orgasmo montare, le dilatazioni dei muscoli del suo buco del culo mi avvisarono.
Cercai allora di andare ancora più in profondità, più dentro.
Si staccò dal culo di Luisa per andare, ancora una volta a sborrarle in viso, in bocca.
Gli altri due predatori si staccarono, la precedenza al leone…il re…
Andrea scaricò sul viso e dentro alla bocca di Luisa una quantità enorme di sborra e Lei stette li a prenderla senza usare le mani e senza usare la bocca e la lingua, solo da sborratoio per il suo Master.
Dovevo imparare, mi venne da pensare.
Luisa attese la fine del climax, guardò il suo Master negli occhi e venne verso di me.
Mi strinse in un bacio più che appassionato quasi violento.
Un bacio per trasferirmi la sborra del nostro Master.
Il bacio fu prolungato, con le mani, sotto, ci stavamo masturbando a vicenda.
Venimmo insieme, io per la quarta volta come già avevamo fatto da sole ancora….ma col sapore di Andrea in testa.
Mi accasciai su un divanetto le forze, più mentali che fisiche, dopo quattro venute mi stavano lasciando.
Master Andrea mi venne vicino e all’orecchio mi sussurrò: “ Una Troia si dà. Punto” e stringendomi anche lui il capezzolo scoperto aggiunse “Ricordatelo”…
Rimasi cosi per qualche minuto e aspettai di bere da un flute che arrivò senza neanche averlo chiesto.
Ripresi un pochino di lucidità, intorno a me la festa stava proseguendo con orgasmi e scene di sesso da tutte le parti.
Il leone e la gazzella non c’erano più, come anche tutti i cani che avevo incontrato quella sera.
Soltanto altri animali, altre specie continuavano nell’orgia dei giochi di ruolo.
Per me la serata era finita.
Tornata negli spogliatoi trovai il necessario per ripulirmi e ricompormi…e una busta.
L’aprii prima di rivestirmi, era firmata da Luisa.
“Andrea è stato davvero entusiasta della tua prestazione…sai cosa fare!!!”
Sempre lo stesso dilemma, sempre la stessa responsabilità, sempre un unico pensiero…
Avevo dei compagni durante il ritorno a casa, i miei pensieri.
Preda e cacciatore…preda e predatore…il gioco della vita …il gioco della sopravvivenza…
Se da un lato il mio Master era stato un Leone quella sera, il re degli animali, dall’altro io ero stata si la preda di chi mi cacciava ma pur sempre “La volpe”…e la volpe, quanto ad intelligenza, non è seconda a nessuno…o a nessuna.
Non solo per il ritorno, questi pensieri mi avrebbero accompagnato per tanto…”sai cosa fare” quasi come un acufene non mi spariva dalla testa…sai cosa fare!!!
            
            
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