Convocata

di
genere
dominazione

Una considerazione si palesava cristallina, nel gioco miserabile della preda che vuole farsi cacciatrice ero stata sin qui perdente. Ad ogni passo in avanti ne facevo due indietro. Quella che poteva essere una cena in compagnia del Master si era trasformata in un gioco di condivisione che potesse appagare la sua plastica perversione di dominio.
E come da copione era diventato di nuovo invisibile, inafferrabile, imprendibile.
Ero nuovamente entrata in un cono d'ombra, non rispondeva ai messaggi e alle telefonate.
Come una adolescente frustrata mi ero appostata un paio di sere sotto la sua abitazione a fissare il suo appartamento. Per ore rivolgendo lo sguardo alle finestre illuminate ho cercato di immaginare la sua vita, era in compagnia? E di chi? Di una moglie, di una fidanzata? Oppure di un'altra sua preda sottomessa?
Assillata di domande prive della minima risposta, perduta in un vuoto pneumatico alienante.
Dopo settimane di catatonia un messaggio "ciao Troia ti aspetto domani alle 12 nel mio ufficio, se sei impegnata ti libererai, vieni preparata come sempre"!
L' outfit dunque sempre lo stesso, nuda vestita solo di autoreggenti e i giochini ricoperta dal solito spolverino.

Può bastare questo a destare dal torpore un essere umano? È questa la dipendenza? Riuscirò a fare qualche passo in avanti o cadro' sempre più nella fitta rete che mi ha cucita addosso?
Tante, tantissime domande mi crucciano per tutto il tempo che ci separa.
Arrivo davanti all'azienda in anticipo di qualche minuto, in portineria mi trovo davanti una bellissima ragazza molto curata a cui asciutta mi annuncio. "Sono la Troia del Master Andrea, mi attende".
Mi guarda curiosa, attenta, forse divertita? Non utilizza la cornetta, parla pigiando un bottone in viva voce "Dottore è arrivata la sua Troia" e di rimando "va bene farla accomodare e attendere".
Mi invita a seguirla in una stanza attigua, appena ento sento partire la vibrazione che mi fa emettere un sospiro che non sfugge alla ragazza. Vuole darmi il soprabito mi chiede, al che aprendolo constata la mia nudità e la parte fuoriuscente del lovense in azione. Mi guarda per qualche secondo esclamando "immaginavo.."
Mi siedo in preda a questo movimento che non mi abbandona, mai.
Una mezz'ora non sembra un lasso di tempo lungo a meno che non si sia in attesa in certe condizioni e senza conoscere la dilatazione dello stesso.
Alle 12.30 lo vedo passare davanti alla portineria insieme a dei colleghi, rivolgendosi alla centralinista comunica la sua uscita a pranzo e raccomandadole di farmi avere un rinfresco. Il vibratore viene spento.
Quando mi porta un vassoio con uno spuntino scorge la seduta tutta bagnata, ci fissiamo con uno sguardo che sembra dire tanto, tranne la complicità fra due donne.
Alle 14 mi sento spossata, chiedo un secondo caffè alla segretaria, quando me lo serve mi dice che a momenti sarà di ritorno, il riattivarsi della vibrazione da la certezza del suo rientro.
Ci vuole un'altra mezz'ora di supplizio perché venga convocata. Vorrei aggrapparmi al braccio della segretaria tanto è instabile la mia andatura.
Giunte davanti alla porta dopo una bussata veniamo introdotte "Dottore c'è la sua Troia", "falla venire avanti, chiama la donna delle pulizie, avrà lasciato un disastro nella saletta. Grazie puoi andare"

La tensione è altissima, il silenzio può assordare più di un frastuono. Rompo l'impasse, audacemente azzardo. Mi siedo sulla tua scrivania frontale a te, appoggio le mie scarpe sui poggia bracci della tua poltrona aprendo le gambe a compasso.
Ti chini, ho gli occhi lucidi. Me li osservi.
Mi guardi la figa, … me la violi con gli occhi con suprema impudicizia, le tue iridi verdi accarezzano le mie grandi labbra sottili, misurano lo slancio del mio clitoride eretto, sfiorano la dolcezza delle piccole labbra, frugano il vestibolo vulvare, disegnano spirali sull’ingresso frastagliato della mia vagina…
I tuoi occhi voluttuosi percorrono il breve tratto liscio del mio perineo e si attardano in interminabili blandizie sullo sfintere del mio ano. Capisco che non risparmierai un brandello della mia regione vulvoanale.
Estrai l'ovetto che hai spento, prima di leccarmi sulla figa baci l’interno delle mie cosce: baci morbidi, che mi raggiungono il cervello per l’aderenza delle labbra alla mia pelle… dalla superficie della coscia scendi nella piega che la gamba forma nella giuntura con il mio inguine: qui le vene pulsano, l’aroma del mio sesso è molto più intenso, sono eccitata in modo delizioso e tu ne sei felice… mi divarichi le gambe con le mani, mi baci sulle labbra della figa, io sussulto mentre con la punta della lingua incominci a tormentare le creste più soffici che incoronano l’ingresso della mia vagina… mi baci leccandomi, mi penetri con la lingua sempre più in profondità, alterni baci a pennellate della lingua finché non rendi la mia passera un tiepido mare di sugo. Solo a questo punto ti dedichi al mio clitoride.
Ti accorgi che ho un clitoride perfetto per il sesso orale: prominente il giusto per essere succhiato avidamente e con dolcezza. Ti disponi comodo passandomi il braccio sinistro sotto la coscia, intanto che avventuri la tua mano destra a caccia del mio seno… mi succhi il clitoride con perduta passione e nel frattempo mi palpi le tette, che sono meravigliosamente rassodate dal piacere, alternando l’una all’altra, stringendole, sfregandone le areole con le dita e con i palmi, arrotandone i capezzoli fra i polpastrelli del pollice e dell’indice… io gemo, mi contorco posando i piedi sulla tua schiena nuda… mi succhi il clitoride e mi penetri la figa con due dita, che iniziano a scoparmi con un’energia sempre maggiore… la mia vagina è un fodero bollente e palpitante di lussuria, lo sento da come si chiude e si riapre spasimando intorno alle tue dita… l’orgasmo mi travolge, tu lo bevi… ti passo una mano tra i capelli... entrambi ne vogliamo ancora, non siamo che ai primordi del viaggio… mi baci l’ombelico, vieni su, mi baci e mi lecchi le tette, mi baci in bocca.
Ancora tremante mi inginocchio ai tuoi piedi, ti accarezzo le tue gambe forti e muscolose. Davanti a me si staglia il tuo membro eretto e depilato che da leggeri scatti di tremolio.
Mi appoggio con le mani alle tue cosce leggermente divaricate e dure come il granito e tenendo fisso il mio sguardo sul tuo viso incomincio a leccarti lo scroto, le tue palle sono grosse, dure e immagino piene. Inizio a succhiarle, prima una poi l'altra e infine entrambe. Tu incominci a sospirare come un treno a vapore, stai per chiudere gli occhi, ti imploro “ guardami, non staccare mai gli occhi dai miei".
Tu torni a fissarmi, il tuo sguardo è pieno di voglia, io con il mio ti assicuro che ti porterò in paradiso. Incomincio con la lingua la risalita lungo l'asta tremante, piano, a tratti pianissimo. Quando ti lecco il frenulo il tuo cazzo trema come in preda ad un attacco epilettico, poi con la punta della lingua lecco tutto attorno al tuo glande come se lo stessi limonando. Dopo averlo leccato mi fermo per un istante, immobile.
Il momento è giunto, apro la bocca e inghiottito il tuo glande incomincio a succhiarlo in modo costante e ossessivo, fai una fatica a tenere gli occhi aperti ma fai di tutto per resistere. Allargo la stretta delle labbra e con la bocca lo ingoio tutto, è grande, lungo, sbatte contro il palato molle, l'ugola, incomincio a lacrimare e avere i primi conati di vomito, ma devo resistere, voglio resistere.
Poi io mi alzo in piedi, sotto il tuo sguardo indagatore e circospetto faccio il giro della scrivania. Con le mani ti invito a seguirmi, mi assecondi, mi inginocchio di schiena sul divano, tu mi palpi il culo e osservi il diamante del mio plug anale... ho la figa fradicia che inzuppa la tua mano che me la sta palpando, me la frughi indecentemente... “ma ora chinati, scendi con la testa sul sedile”, mi dici.
Mi metto a faccia in giù, il culetto teso al lampadario... ti espongo la figa con orgoglio e sfacciataggine, ostento il giocattolo con cui predispongo l'altro ingresso al destino che lo aspetta... inizi a leccarmi, accovacciato, segandoti il cazzo come un vero maiale... indugi con la bocca sulla figa, me la scavi, me la mangi, me la bevi, dai leccate ampie e mirate in una successione che adatti ai miei spasmi vaginali, ai miei succhi abbondanti, ai miei gemiti sempre più forti... ti accarezzo il viso con la mano anche se non posso vederti, ... mi estrai il plug anale con i denti, lo getti sul tappeto, mi pianti la lingua nel buco del culo e ce la affondi... mi piace atrocemente,...
"Inculami", ti dico ansimando, "Subito! adesso! cazzo!". Ti sollevi, ti sputi sul cazzo, mi inculi come lo desidero, senza la minima pietà... mi fai male, poi passa e incomincio a godere...
L'intestino ti si arrotola sul glande come bambagia soffice e bollente intrisa di umori... mi apro morbidamente, mi penetri nel culo centimetro dopo centimetro fino a quando le tue palle nello scroto mi accarezzano la passera grondante... mi afferri saldamente per i fianchi, avvii un movimento fluido e risoluto che non lascia scampo a nessuno dei due... mi scopi come un uomo che possieda la sua donna, io vengo in un orgasmo che mi monta dall'addome verso il petto con spirali di piacere.
Voglio guardarti quando vieni, per questo mi divincolo tornando ad inginocchiarmi ai tuoi piedi, hai una grossa cappella che mi dà soddisfazione, incomincio ad adorarla con la lingua, con le labbra, con l'identica perduta devozione di una sacerdotessa che lecca il suo dio... mi piace leccare l'uccello, lo faccio sapientemente come la professionista più scaltra. Te lo sollevo dritto in verticale, ti bacio e risucchio le palle perfettamente glabre... tu mi accarezzi il collo sotto i capelli, avventuri le tue mani a caccia delle tette, me le palpi avidamente indugiando sui capezzoli con perfidia, lo sai quanto siano sensibili... mi spingi la cappella fino in fondo alla gola per sentire quale rapido affanno, quale breve conato trattenuto stabilisca che ora io sono tua...

Mi lancio verso la dirittura finale, le mie mani sempre serrate sulle tue cosce, la mia bocca incomincia un sali scendi forte, impetuoso, questo è il momento di solito dove incomincio a godere anche io. Il tuo piacere sta crescendo a dismisura, mugoli, sbuffi, poi la vetta si staglia, inesorabile di fronte a noi in questa impervia risalita. Le tue gambe incominciano a tremare, sento il tuo cazzo irrigidirsi, la tua cappella gonfiarsi. Difficile poter spiegare la devozione che si possa provare nei confronti dell'altro in quei momenti.
E poi...., Ti liberi, urlando emetti tre schizzi in rapida successione che mi arrivano direttamente in gola. Tremo anche io perché come per osmosi sono di nuovo venuta.
Mi stacco per farti vedere che in bocca non ho più nulla, neanche una goccia è stata persa, il bagnato che c'è in terra è rappresentato dai i miei umori colati.
Rimango inginocchiata, ti cingo con le mani i tuoi glutei appoggiandomi con il viso sul tuo cazzo mentre tu mi accarezzi la nuca giocando con i mie capelli.

L'attimo di dolcezza dura un istante poi mi dici "adesso vai".

Esco per la prima volta con un senso di soddisfazione impossibile da celare anche quando passo davanti alla portineria. Una donna sa, una donna capisce quando un'altra donna ha goduto, lo sa.
Lo sguardo consapevole della donna che mi guarda a un che di inquietante, no non è solo una segretaria....
scritto il
2025-10-13
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