Arresti domiciliari
di
apparenza
genere
incesti
Sono Alberto ho 24 anni, mi sono trasferito a Milano dalla Calabria a metà degli anni Ottanta per studiare all’università alla facoltà di economia. Al tempo mi mancavano solo 4 esami per la Laurea. Quando andavo in Calabria al ritorno per i compagni di università era gran festa perché portavo la scorta di “fumo” per tutti. I miei cugini in Calabria che la coltivavano me ne facevano omaggio. Un giorno una collega di università mi aggancia per farmi un discorso. In parole povere mi dice che era stufa della vita di merda che faceva e che aveva deciso di fare la escort, per un paio di anni e poi vivere di rendita. Incontrava solo professionisti o piccoli industriali che gli chiedevano anche se aveva possibilità di fornire della coca.
In quel tempo Milano sembrava essere la centro del mondo era la “Milano da bere”. Giravano un sacco di soldi ma girava un sacco di coca. Anche io avevo adottato la filosofia della mia collega, lo avrei fatto per un paio di anni e poi mi sarei fermato. I miei cugini non avevano avuto problemi a rifornirmi, il giro che avevo io era di un certo livello che comprava a etti e non il tossico da una dose per volta. In 2 anni avevo fatto tanti di quei soldi che avrei potuto vivere di rendita per il resto della mia vita, ma purtroppo non mi ero ritirato in tempo ed una mattina all’alba mi ero ritrovato in casa i carabinieri. Avevano trovato solo 2 etti di coca, niente bilancini ne sostanze per il taglio, mi era stato facile dire che era per consumo personale.
I soldi per trovare un buon avvocato non mi mancavano e grazie ai suoi servigi ero riuscito ad ottenere gli arresti domiciliari. A quel punto su consiglio dell’avvocato era meglio che scegliessi un posto fuori Milano dove aspettare il processo. A Gessate, un comune nell’Hinterland viveva mia sorella Carla con il marito Alfio, il marito inizialmente era restio ad ospitarmi, ma quando l’avvocato gli aveva detto che per il disturbo ed il mantenimento gli avrei versato un milione di lire mensili, che erano più della metà del suo stipendio da camionista, aveva firmato subito i documenti. Carla ed Alfio abitavano in periferia del paese, avevano acquistato una piccola cascina con un bel pezzo di terreno, e avevano ristrutturato solo una piccola parte in attesa di avere disponibilità per ristrutturarla tutta. La casa era composta in questo modo, a piano terra c’era una grande sala con camino la cucin a un bagno ed un ripostiglio, al 1 piano c’erano 2 camere da letto ed il bagno ed un’altra stanza che usavano come deposito. Fuori c’era un grande patio dove avevano costruito anche un forno a legna ed un barbecue per fare grigliate, completava il tutto un grandissimo giardino in parte adibito a orto, era davvero un bel posto e mi era piaciuto subito.
Con mia sorella Carla avevo un buon rapporto anche se crescendo c’erano state delle incomprensioni. Lei aveva 4 anni più di me, fi da ragazza era stata una gran figa ma giudicata anche una ragazza troppo facile. Durante la mia adolescenza cercavo di spiarla e farmi delle lunghe seghe, in qualche occasione ero riuscito a toccargli la figa mentre dormiva per poi essere scacciato in malo modo quando si svegliava. Poi lei quando aveva 22 anni si era sposata con Alfio, anche se i miei genitori erano contrari visto i 10 anni di differenza di età. Erano un paio di anni che non ci vedevamo, Carla era sempre la gran figa che ricordavo. Alta 1,65, taglia 42, bionda con capelli lunghi una 3 abbondante di seno ed un culo favoloso. Alfio era tutto preso dal lavoro, faceva il camionista insieme al cognato, marito della sorella Olga, che abitava a pochi chilometri di distanza, presso una grossa società di spedizioni, il loro sogno era, risparmiare per comprarsi un Tir e mettersi in proprio.
Le giornate da passare erano lunghe, allora avevo deciso di procurarmi i libri e completare i miei studi, non avendo nulla da fare sarei riuscito a dare gi esami per le 4 materie che mi mancavano e poi riuscire a laurearmi. Avevo già deciso, nel momento che i carabinieri erano entrati in casa, che avrei cambiato vita. Alfio di solito la mattia partiva prestissimo, quando ancora era buio. Lo sentivo partire sempre perché 1 ora prima ero svegliato dai gemiti di Carla; infatti, non rinunciavano alla scopata prima che partisse e quando tornava, scopavano come ricci ed io non potevo fare a meno di ascoltare i loro gemiti. Spesso facevano viaggi lunghi e restavano fuori anche 2 o 3 giorni di fila, quelle volte spesso nel pomeriggio veniva sempre a trovare Carla sua cognata Olga, era una donna sui 40 anni, formosa ma con un viso da bambina, insieme a Carla si prendevano cura dell’orto, ma non mancava occasione che prendessimo il caffè insieme e restassimo a chiacchiere. Mi ero accorto che Olga spesso mi osservava mentre studiavo, avevo acquisito sperienza con le donne ed era chiaro che i suoi non erano solo sguardi di curiosità.
Era passato il primo mese, adesso le mattine in cui Carla ed Alfio scopavano come ricci, il cazzo mi veniva duro e non potevo fare a meno di segarmi, avevo bisogno di scopare. Avevo iniziato a spiare mia sorella Carla come facevo da adolescente, a non avrei fatto l’errore di palparla mentre dormiva, non avevo idea di quale poteva essere la sua reazione. Al contrario quando veniva Olga avevo iniziato anche io a guardarla ed avevo iniziato a corteggiarla in modo discreto ma mi ero accorto che lei gradiva molto le mie attenzioni. In tempi normali non mi sarei sognato nemmeno di scoparla ma adesso non vedevo l’ora.
L’occasione era nata per caso, un pomeriggio mentre eravamo insieme a prendere il caffè e chiacchierare del più e del meno Olga aveva tirato in ballo il discorso che quella sera ci sarebbe stata la finale al Festival di Sanremo. Suo marito ed Alfio avevano fatto un viaggio all’estero e non sarebbero rientrati prima di 2 giorni a quel punto era stata Carla a lanciare l’idea che Olga la sera venisse da noi a vederlo e visto che finiva tardissimo poteva restare a dormire. Avevano organizzato subito, avrebbero preparato qualcosa di buono da mangiare e poi avremmo visto il programma fino alla fine. La sera avevamo fatto una bella cena, io avevo cercato di tenere il bicchiere di Olga sempre pieno, alla fine non era ubriaca ma sicuramente era un po' alticcia e molto allegra. Era una serata piovosa e non tanto calda, avevamo acceso il camino seduti sul divano, il televisore era attaccato a parete sopra il camino. Carla aveva preso un grande plaid per coprirci le gambe poi aveva spento le luci, la sala era illuminata dalla tv e dal camino. Ero seduto in mezzo e loro ai miei fianchi, era stata Carla a fare una battuta accolta da una risata da tutti.
- Non approfittare della coperta per allungare le mani che te li tagliamo.
Il suo avvertimento era stato come un invito per Olga, dopo una decina di minuti aveva appoggiato la mano sulla mia gamba, pensavo che piano piano sarebbe salita al mio pacco ed invece nulla la teneva solo appoggiata a quel punto avevo afferrato io la sua, le dita si erano intrecciate e quando l’avevo guardata lei avevo il viso radioso e con le labbra aveva fatto segno che mi mandava un bacio. Avevo lasciato a sua mano ed avevo appoggiato la mia sulla coscia, io non mi ero fermato, era andato subito sotto la gonna ed avevo iniziato a risalire. lei aveva allargato le gambe per facilitarmi, ero arrivato alla sua figa senza aver il contatto della sua pelle. Nonostante avesse mutande e collant sentivo l’umido della sua figa, riuscire ad arrivare alla sua figa era impresa ardua in quelle condizioni, l’avevo guardata con espressione delusa ma lei sorridente muovendo solo le labbra mi aveva detto “aspetta ci penso io”. Aveva aspettato una decina di minuti sempre con la mia mano sulla figa, poi si era alzata dicendo
- Ho bevuto troppo mi scappa di andare in bagno.
Si era diretta al bagno ed appena dentro era stata mia sorella rivolta a me che aveva chiesto
- Cosa state combinando voi due?
- Niente cosa vuoi che combiniamo?
- Pensi che non me ne sono accorta? E lei, a quanto sembra, ci sta. Fra un po' vi lascio soli.
Appena ritornata Olga mi aveva guardato sorridendo e facendomi occhiolino. Stavolta appena avevo messo la mano sulla coscia ero venuto subito a contatto della sua pelle non aveva tolto solo i collant ma anche le mutande. Avevo iniziato a lavorargli la figa, lei per non gemere si mordeva il labbro, poi aveva appoggiato la testa sulla mia spalla era bagnatissima ed adesso anche lei aveva iniziato ad armeggiare con la cerniera dei miei pantaloni per arrivare al mio cazzo che aveva sentito durissimo. Carla si era alzata dicendo:
- Ragazzi io sono stanca vado a letto, me lo direte voi domani chi ha vinto.
Appena Carla aveva salito e scale Olga si era scatenata, per prima cosa mi aveva dato un bacio in bocca, poi aveva scostato la coperta e finalmente scesi un po' i pantaloni il mio cazzo era svettato fuori. Si era buttata a prenderlo in bocca ed aveva iniziato a succhiare con voracità, avrei preferito un pompino fatto con più calma ma lei sembrava quasi avesse fretta. Ed infatti dopo un paio di minuti mi era venuta sopra infilandosi il cazzo dentro alla figa ed iniziando a baciarmi come se volesse mangiarmi. Doveva essere molto eccitata perché aveva goduto subito, avevo sentito i suoi umori scendere lungo il cazzo ed arrivare ai coglioni, io mi ero trattenuto, se avessi sborrato, da come eravamo vestiti, ci saremmo inzozzati tutti.
L’avevo fatta alzare e portata nella mia camera, ci eravamo spogliati velocemente e lei si era buttata sul letto a gambe aperte. Non era certo simile alle fighe che mi ero scopato ma aveva una carica di libidine enorme. Mi ero fiondato fra le sue gambe per leccargli la figa. Aveva un pelo così folto fra le gambe che per vedere il clitoride lo avevo dovuto spostare con le mani, ma poi quando avevo iniziato a leccare aveva iniziato a gemere e contorcersi, aveva avuto un orgasmo ed a quel punto gli ero andato sopra ed il mio cazzo gli era scivolato dentro, era bagnatissima, avevo iniziato a pomparla, avevo voglia si sborrare ma avevo atteso il suo nuovo orgasmo ed allora avevo goduto anche io sborrandogli in figa. Dopo più di un mese gli avevo riversato tanta di quella sborra che, quando si era alzata per andare in bagno, scie di sborra colavano lungo le sue cosce, si era tappata la figa con una mano ed era andata a lavarsi.
Tornata dal bagno si era stesa accanto, ed aveva iniziato a baciarmi, prima in bocca poi sul collo, mi aveva succhiato i capezzoli facendomi provare piacere, era bravissima, mi aveva succhiato il cazzo le palle e perfino leccato il buco del culo. Era veramente brava ed in poco tempo il cazzo era di nuovo duro, l’avevo fatta mettere a pecorina ed avevo iniziato a sbatterla. Quando gli avevo tolto il cazzo dalla figa e gielo avevo appoggiato al buco del culo, non aveva protestato, non avevo dovuto forzare era bastato spingere e gli era scivolato dentro. Mentre la inculavo lei aveva iniziato a contrarre i muscoli dello sfintere facendomi provare un piacere enorme, non era una gran bellezza ma sapeva come fare a far impazzirei dal piacere un uomo. Avevo goduto ancora con il cazzo piantato nel culo per poi chiedermi di sborrargli in bocca, aveva ingoiato tutto e non aveva mollato il cazzo fino a che non si era ammosciato del tutto.
Non avevo mai scopato una donna esperta e brava come lei, ogni volta mi aveva fatto avere degli orgasmi così intensi da lasciarmi senza fiato. Ci eravamo addormentati esausti con il mio cazzo fra le sue mani. Ci eravamo svegliati all’improvviso quando la stanza era stata illuminata dalla luce del giorno, ad aprire le finestre era stata mia sorella Carla che guardandoci nudi a letto aveva detto:
- Svegliatevi il caffè è già pronto.
Olga aveva fatto un balzo, tirando il lenzuolo cercava di coprire le tette poi rivolta a Carla aveva detto
- Non è come pensi, ho dormito qui perché si era fatto tardi e non volevo svegliarti.
- Ma non dire cazzate. Non mi avete fatto dormire tutta la notte lo stesso. Ho sentito i tuoi gemiti fin quasi all’alba, avete scopato tutta la notte e mi dici che non è come sembra.
Carla si era avviata verso il piano terra dove c’era la cucina, Olga aveva indossato il mio accappatoio e l’aveva seguita. Io con calma avevo indossato una tuta e poi ero sceso. Avevo sentito Olga che diceva:
- Non avevo mai goduto tanto come stanotte ci sa fare davvero. E poi è bello, sapessi che bel corpo che ha, e che cazzo, non è affatto piccolo, anzi è ben messo. Mi ha fatto godere anche quando me lo ha messo nel culo, è stato fantastico.
- Io non l’ho mai preso nel culo, non pensavo si riuscisse a godere?
- Dovresti provarlo ti farebbe impazzire al piacere.
- Ho sempre avuto timore per il dolore.
- Io dico provare Alberto, scopa divinamente e ti farebbe godere anche a prenderlo nel culo se ti va
- Ma che cazzo dici? È mio fratello mica ci posso scopare non si può.
- Perché non si può? Se non ti fai mettere incinta non c’è nessun pericolo. Dopo tutto il piacere che mi ha fatto provare stanotte io me lo scoperei anche se fosse mio figlio altro che fratello.
- Madonna mia, non ti facevo cos’ troia. Sei troia e perversa.
Avevamo fatto colazione in silenzio, poi Olga era andata a casa sua, Carla non mi aveva detto nulla ed io avevo studiato tutto il giorno. Per tutto il week end a casa c’era stato Alfio, era toccato A me sentire i gemiti di Carla ma nonostante le scopate con Alfio mi ero accorto che mi guardava in uno strano modo. Il lunedì mattina presto Alfio e Michele erano partiti presto, alle 11 ero in camera a studiare quando viene Carla
- Ha detto Olga di dirti che dopo pranzo viene a trovarti.
- Dovrebbe prima informarsi se ho voglia io di vederla.
- Non mi dirai che vorresti rinunciare ad una scopata.
Non gli avevo risposto ed avevo continuato a studiare. Il pomeriggio era arrivata Olga e mi aveva raggiunto in camera, io di proposito avevo lasciato la porta della camera accostata. Olga ormai che Carla sapeva benissimo che era venuta a scopare si era lasciata andare ormai ad ogni orgasmo i gemiti erano seguiti da urla di piacere. Io continuavo a fissare la porta, volevo vedere se Carla fosse venuta a spiarci. Come avevo pensato ad un certo punto l’avevo intravista che ci spiava da dietro la porta. Avevo fatto mettere Olga a pecorina in modo tale che Carla potesse vedere il mio cazzo entrare ed uscire dalla figa. Ogni volta lo facevo uscire fuori tutto in modo che Carla potesse vederlo. Ad un certo punto i nostri sguardi si erano incrociati, nessuno dei due li aveva distolti, avevo continuato a pompare Olga che godeva come una cagna, avevo avuto anche la sensazione, non potendo vedere, che Carla si stava toccando la figa, perché aveva una espressione estasiata ed ogni tanto si mordeva il labbro. Quando avevo goduto avevo dato il cazzo in bocca ad Olga che aveva ingoiato tutto, poi ci eravamo ricomposti e scesi giù, ma prima avevo chiarito con Olga che le prossime volte prima di venire doveva chiamarmi, per accertarsi che potevo.
Dopo la seconda scopata con Olga in Carla avevo notato un cambiamento, vestiva ogni giorno in modo più sex. Spesso metteva dei leggings che, oltre a far risaltare il suo culo stupendo, erano così aderenti che la figa veniva messa in risalto. Lo faceva se eravamo soli, nei giorni che c’era Alfio vestiva normalmente. Intanto si avvicinava la data del processo, ed io ero molto nervoso, era un lunedì, Olga aveva telefonato chiedendomi se fosse potuta venire, gli avrei detto che ero impegnato a rivedere tutti incartamenti del processo ed a studiare; quindi, per quella settimana non ero nello stato animo ideale.
Carla mi aveva sentito al telefono dire a Olga di non venire per tutta la settimana, il suo viso mi era sembrato si illuminasse. Ormai eravamo in primavera inoltrata ed io ne approfittavo per studiare seduto nel patio. Quel giorno Carla era più sex del solito. aveva indossato una maglietta che gli copriva a stento il culo, in più gli spacchi sotto le ascelle erano così ampi che si vedeva una gran porzione delle tette, non aveva reggiseno e si notavano i capezzoli premere contro la stoffa. Ogni volta che si piegava si vedeva uno striminzito perizoma, dopo10 minuti il cazzo mi era diventato duro come il marmo, lei continuava a pulire il patio in modo indifferente ad un certo punto non avevo resistito ed avevo sbottato.
- Basta! Se fai così non posso mica studiare se non fossimo fratello e sorella ti sarei saltato addosso.
- Fai come facevi da ragazzo che ti facevi le seghe, pensi che non ti venivo a guardare a volte.
- Non provocarmi che lo faccio davvero, ma non in bagno lo faccio qui
- Fallo! Anche se lo fai qui non c’è nessuno che possa vederti.
Avevo abbassato i pantaloni della tuta e tirato fuori il cazzo ed avevo iniziato a menarlo. Lei si era fermata e mi osservava. Era come ipnotizzata a fissare la mia mano che segava il cazzo. Quando si era morsa un labbro mi ero alzato e con il cazzo in mano mi ero avvicinato a lei che era rimasta muta ed immobile.
- Da ragazzo non mi facevo solo le seghe, appena potevo allungavo le mani per poterti toccare la figa. Tu mi scacciavi sempre, voglio vedere se mi scacci anche adesso
Avevo allungato la mano, quando gli avevo toccato la figa lei aveva avuto un brivido. Avevo infilato la mano dentro il perizoma, anche lei era eccitatissima e tutta bagnata, poi era stata lei a dirmi di andare dentro. Appena arrivati in camera ci eravamo spogliati, eravamo stati a lungo a baciarci e toccarci, gli avevo leccato la figa e lei mi aveva succhiato il cazzo, ormai eravamo eccitatissimi ed io gli avevo chiesto:
- Adesso dobbiamo decidere, siamo ancora in tempo a fermarci. Tu cosa dici?
- Io ti dico che lo voglio dentro, non fermarti proprio adesso mettilo dentro.
L’avevo fatta sdraiare al bordo del letto, volevo vedere il mio cazzo entrare nella sua figa, lo avevo spinto lentamente osservandolo sparire nella sua figa, lei aveva spalancato la bocca poi mi aveva attirato a sé iniziando a baciarmi. Ci eravamo spostati la centro del letto lei aveva attorcigliato le gambe dietro la mia schiena tenendomi bloccato dentro di lei non avevamo scopato, avevamo fatto l’amore. Dopo aver goduto io avevo iniziato a baciarla continuando ad accarezzare il suo culo, lo trovavo strepitoso
- Vuoi mettermelo nel culo come hai fatto con Olga? Se ti piace tanto dopo cena possiamo provare, in bagno deve esserci della vaselina. Ma devi stare attento a non farmi male non l’ho mai preso.
Lei era andata in cucina a preparare la cena, io mi ero rimesso a studiare, ma in quelle condizioni era una cosa impossibile da fare. L’avevo raggiunta in cucina lei era davanti al lavello a pulire l’insalata, gli ero andato dietro avevo infilato le mani dagli spacchi della maglietta agguantandogli le tette e gi avevo appoggiato il cazzo sul culo. Non aveva rimesso il perizoma allora avevo tirato fuori il cazzo che era ritornato duro, lei aveva allargato le gambe e si era piegata sul lavello, glielo avevo messo dentro. Questa volta avevamo scopato, l’avevo scopata a pecorina in modo animalesco e quando stavo per godere glielo avevo dato in bocca, lei aveva ingoiato tutto. Pu che cenare, avevamo ingurgitato il cibo più in fretta possibile, poi lei era andata in bagno al ritorno tutta sorridente mi aveva fatto vedere il vasetto di vaselina.
In camera, l’avevo fatta stendere a pancia in giù al bordo del letto con i piedi per terra e con un cuscino sotto la pancia, lei era impaurita, io inizialmente avevo iniziato a leccargli sia la figa che il buco del culo, avevo insistito a lungo fino a quando non aveva iniziato a gemere. Quando aveva sentito il freddo della vaselina che gli spalmavo nel buco del culo si era irrigidita un po', gli avevo infilato prima un dito poi due ed avevo iniziato a stimolarla mentre on l’altra mano spalmavo un po' di vaselina su mio cazzo. Quando si era rilassata di nuovo gli avevo appoggiato il cazzo ed avevo spinto, non aveva urlato e non aveva sentito male, avevo iniziato a pomparla lentamente e delicatamente, aveva emesso qualche gemito di piacere ma ero certo che solo con il cazzo in culo non avrebbe goduto. Con una mano avevo iniziato a masturbarla quando aveva iniziato a godere avevo iniziato a pomparla con più vigore senza smettere si toccarla, gemeva ad ogni spinta ed era stato allora che aveva sentito i primi schizzi caldi nel culo, aveva urlato di piacere ed io avevo continuato a pomparla fino a che il cazzo non aveva perso consistenza.
Mi ero svegliato sentendomi baciare da lei che mi aveva guardato dicendomi
- Alfio mi ha abituata alla scopata appena sveglia. Mi vuoi scopare anche tu adesso?
Aveva iniziato a succhiarmi il cazzo, poi mi era venuta sopra iniziando a dondolarsi impalata al mio cazzo. Lei aveva goduto, io mi ero trattenuto, la giornata era lunga ed ero certo che sarebbe stata piena.
Devo dire che il tempo passava in modo moto piacevole, avevo dato 2 esami e stavo preparando gli altri due, il professore mi aveva assegnato la tesi di Laurea che avrei sostenuto nella sessione autunnale. Avevo avuto tutto il tempo per pensare a cosa avrei fatto dopo il processo, a prescindere da come sarebbe andato. Economicamente non avevo nessun problema per il resto della vita che non sarebbe stata più da spacciatore come prima, ed avevo pensato a qualcosa che avrebbe stabilizzato il mio futuro. Avevo ricevuto una visita dal mio avvocato in cui mi avvertiva che il processo si sarebbe svolto alla fine di aprile, lui era molto ottimista e mi assicurava, che essendo incensurato, difficilmente sarei finito in carcere. Nonostante il suo ottimismo io me la facevo sotto, i pochi giorni passati in galera erano stati terribili.
Dopo la visita dell’avvocato, Carla sembrava assatanata, c’erano giorni che mi teneva a letto tutto il giorno a scopare, mangiavamo ad orari assurdi, era rilassata solo quando aveva il mio cazzo in figa. Un giorno l’avevo scoperta in bagno a piangere, quando gli avevo chiesto cosa avesse, non aveva nemmeno risposto, si era spogliata appoggiata al lavandino ed aveva voluto essere scopata a pecorina. Mi incitava anche con frasi volgari di scoparla il più forte possibile anche nel culo. Quando gli avevo sborrato dentro aveva avuto un orgasmo così intenso che le gambe gli avevano ceduto e si era sdraiata per terra. Dopo, con calma, sdraiati sul divano l’avevo convinta a spiegarmi il perché della sua crisi di pianto.
- Tra poco ci sarà il processo, qualunque sarà l’esito tu andrai via e comincerai la vita di prima ed anche questa volta passeranno mesi e mesi senza vederci. Io in questi mesi che sei stato qui sono stata molto felice e se penso che dopo il processo finiranno sto malissimo.
L’avevo rassicurata che non sarebbe stato come pensava, ed anche se ero stato tentato di svelargli i miei progetti futuri, mi ero trattenuto dal farlo doveva essere una sorpresa. Stavolta ero stato io a portarla a letto. Ero stato per un tempo lunghissimo. ad accarezzarla e baciarla poi l’avevo scopata nel modo più dolce possibile. Finalmente era arrivato il giorno del processo, credevo fosse un procedimento lungo; invece, tutto si era risolto in modo molto veloce. Il giudice aveva accolto l’istanza del mio avvocato e si era patteggiato per una multa di 5 milioni, la sospensione della patente per 6 mesi e l’obbligo di avere incontri settimanali con uno psicologo. Per e era stato un grande successo l’avvocato voleva fare ricorso in appello ma io non avevo voluto assolutamente, finalmente ero libero e non volevo rischiare una pena maggiore.
Per festeggiare la mia libertà e per dare atto al mio progetto, avevo aspettato il rientro Di Alfio e Michele. Avevamo organizzato una festa solo noi 5, dopo la cena io mi ero rivolto ad Alfio e Michele e fatto una proposta. Loro da sempre sognavano di avere un Tir tutto loro, io gli avevo proposto di fare una società, io avrei messo il capitale iniziale per comprare mezzi e loro li avrebbero guidati, saremmo stati soci in parti uguali. A me serviva avere una attività legale ed una ditta di trasporti era l’ideale. Alfio e Michele non ci volevano credere, l’euforia era al massimo, Carla aveva capito tutto del progetto e piangeva dalla gioia, Olga da par suo abbracciandomi mi aveva sussurrato “sono cos’ felice che mi farei scopare adesso davanti a Michele”. Io mi sentivo soddisfatto, in futuro nessuno avrebbe avuto modo di indagare da dove arrivavano i miei soldi. Chissà in futuro avrei incontrato qualche ragazza e l’avrei anche sposata, ma per adesso stavo benissimo con Carla e con quella assatanata di Olga e me la sarei goduta.
In quel tempo Milano sembrava essere la centro del mondo era la “Milano da bere”. Giravano un sacco di soldi ma girava un sacco di coca. Anche io avevo adottato la filosofia della mia collega, lo avrei fatto per un paio di anni e poi mi sarei fermato. I miei cugini non avevano avuto problemi a rifornirmi, il giro che avevo io era di un certo livello che comprava a etti e non il tossico da una dose per volta. In 2 anni avevo fatto tanti di quei soldi che avrei potuto vivere di rendita per il resto della mia vita, ma purtroppo non mi ero ritirato in tempo ed una mattina all’alba mi ero ritrovato in casa i carabinieri. Avevano trovato solo 2 etti di coca, niente bilancini ne sostanze per il taglio, mi era stato facile dire che era per consumo personale.
I soldi per trovare un buon avvocato non mi mancavano e grazie ai suoi servigi ero riuscito ad ottenere gli arresti domiciliari. A quel punto su consiglio dell’avvocato era meglio che scegliessi un posto fuori Milano dove aspettare il processo. A Gessate, un comune nell’Hinterland viveva mia sorella Carla con il marito Alfio, il marito inizialmente era restio ad ospitarmi, ma quando l’avvocato gli aveva detto che per il disturbo ed il mantenimento gli avrei versato un milione di lire mensili, che erano più della metà del suo stipendio da camionista, aveva firmato subito i documenti. Carla ed Alfio abitavano in periferia del paese, avevano acquistato una piccola cascina con un bel pezzo di terreno, e avevano ristrutturato solo una piccola parte in attesa di avere disponibilità per ristrutturarla tutta. La casa era composta in questo modo, a piano terra c’era una grande sala con camino la cucin a un bagno ed un ripostiglio, al 1 piano c’erano 2 camere da letto ed il bagno ed un’altra stanza che usavano come deposito. Fuori c’era un grande patio dove avevano costruito anche un forno a legna ed un barbecue per fare grigliate, completava il tutto un grandissimo giardino in parte adibito a orto, era davvero un bel posto e mi era piaciuto subito.
Con mia sorella Carla avevo un buon rapporto anche se crescendo c’erano state delle incomprensioni. Lei aveva 4 anni più di me, fi da ragazza era stata una gran figa ma giudicata anche una ragazza troppo facile. Durante la mia adolescenza cercavo di spiarla e farmi delle lunghe seghe, in qualche occasione ero riuscito a toccargli la figa mentre dormiva per poi essere scacciato in malo modo quando si svegliava. Poi lei quando aveva 22 anni si era sposata con Alfio, anche se i miei genitori erano contrari visto i 10 anni di differenza di età. Erano un paio di anni che non ci vedevamo, Carla era sempre la gran figa che ricordavo. Alta 1,65, taglia 42, bionda con capelli lunghi una 3 abbondante di seno ed un culo favoloso. Alfio era tutto preso dal lavoro, faceva il camionista insieme al cognato, marito della sorella Olga, che abitava a pochi chilometri di distanza, presso una grossa società di spedizioni, il loro sogno era, risparmiare per comprarsi un Tir e mettersi in proprio.
Le giornate da passare erano lunghe, allora avevo deciso di procurarmi i libri e completare i miei studi, non avendo nulla da fare sarei riuscito a dare gi esami per le 4 materie che mi mancavano e poi riuscire a laurearmi. Avevo già deciso, nel momento che i carabinieri erano entrati in casa, che avrei cambiato vita. Alfio di solito la mattia partiva prestissimo, quando ancora era buio. Lo sentivo partire sempre perché 1 ora prima ero svegliato dai gemiti di Carla; infatti, non rinunciavano alla scopata prima che partisse e quando tornava, scopavano come ricci ed io non potevo fare a meno di ascoltare i loro gemiti. Spesso facevano viaggi lunghi e restavano fuori anche 2 o 3 giorni di fila, quelle volte spesso nel pomeriggio veniva sempre a trovare Carla sua cognata Olga, era una donna sui 40 anni, formosa ma con un viso da bambina, insieme a Carla si prendevano cura dell’orto, ma non mancava occasione che prendessimo il caffè insieme e restassimo a chiacchiere. Mi ero accorto che Olga spesso mi osservava mentre studiavo, avevo acquisito sperienza con le donne ed era chiaro che i suoi non erano solo sguardi di curiosità.
Era passato il primo mese, adesso le mattine in cui Carla ed Alfio scopavano come ricci, il cazzo mi veniva duro e non potevo fare a meno di segarmi, avevo bisogno di scopare. Avevo iniziato a spiare mia sorella Carla come facevo da adolescente, a non avrei fatto l’errore di palparla mentre dormiva, non avevo idea di quale poteva essere la sua reazione. Al contrario quando veniva Olga avevo iniziato anche io a guardarla ed avevo iniziato a corteggiarla in modo discreto ma mi ero accorto che lei gradiva molto le mie attenzioni. In tempi normali non mi sarei sognato nemmeno di scoparla ma adesso non vedevo l’ora.
L’occasione era nata per caso, un pomeriggio mentre eravamo insieme a prendere il caffè e chiacchierare del più e del meno Olga aveva tirato in ballo il discorso che quella sera ci sarebbe stata la finale al Festival di Sanremo. Suo marito ed Alfio avevano fatto un viaggio all’estero e non sarebbero rientrati prima di 2 giorni a quel punto era stata Carla a lanciare l’idea che Olga la sera venisse da noi a vederlo e visto che finiva tardissimo poteva restare a dormire. Avevano organizzato subito, avrebbero preparato qualcosa di buono da mangiare e poi avremmo visto il programma fino alla fine. La sera avevamo fatto una bella cena, io avevo cercato di tenere il bicchiere di Olga sempre pieno, alla fine non era ubriaca ma sicuramente era un po' alticcia e molto allegra. Era una serata piovosa e non tanto calda, avevamo acceso il camino seduti sul divano, il televisore era attaccato a parete sopra il camino. Carla aveva preso un grande plaid per coprirci le gambe poi aveva spento le luci, la sala era illuminata dalla tv e dal camino. Ero seduto in mezzo e loro ai miei fianchi, era stata Carla a fare una battuta accolta da una risata da tutti.
- Non approfittare della coperta per allungare le mani che te li tagliamo.
Il suo avvertimento era stato come un invito per Olga, dopo una decina di minuti aveva appoggiato la mano sulla mia gamba, pensavo che piano piano sarebbe salita al mio pacco ed invece nulla la teneva solo appoggiata a quel punto avevo afferrato io la sua, le dita si erano intrecciate e quando l’avevo guardata lei avevo il viso radioso e con le labbra aveva fatto segno che mi mandava un bacio. Avevo lasciato a sua mano ed avevo appoggiato la mia sulla coscia, io non mi ero fermato, era andato subito sotto la gonna ed avevo iniziato a risalire. lei aveva allargato le gambe per facilitarmi, ero arrivato alla sua figa senza aver il contatto della sua pelle. Nonostante avesse mutande e collant sentivo l’umido della sua figa, riuscire ad arrivare alla sua figa era impresa ardua in quelle condizioni, l’avevo guardata con espressione delusa ma lei sorridente muovendo solo le labbra mi aveva detto “aspetta ci penso io”. Aveva aspettato una decina di minuti sempre con la mia mano sulla figa, poi si era alzata dicendo
- Ho bevuto troppo mi scappa di andare in bagno.
Si era diretta al bagno ed appena dentro era stata mia sorella rivolta a me che aveva chiesto
- Cosa state combinando voi due?
- Niente cosa vuoi che combiniamo?
- Pensi che non me ne sono accorta? E lei, a quanto sembra, ci sta. Fra un po' vi lascio soli.
Appena ritornata Olga mi aveva guardato sorridendo e facendomi occhiolino. Stavolta appena avevo messo la mano sulla coscia ero venuto subito a contatto della sua pelle non aveva tolto solo i collant ma anche le mutande. Avevo iniziato a lavorargli la figa, lei per non gemere si mordeva il labbro, poi aveva appoggiato la testa sulla mia spalla era bagnatissima ed adesso anche lei aveva iniziato ad armeggiare con la cerniera dei miei pantaloni per arrivare al mio cazzo che aveva sentito durissimo. Carla si era alzata dicendo:
- Ragazzi io sono stanca vado a letto, me lo direte voi domani chi ha vinto.
Appena Carla aveva salito e scale Olga si era scatenata, per prima cosa mi aveva dato un bacio in bocca, poi aveva scostato la coperta e finalmente scesi un po' i pantaloni il mio cazzo era svettato fuori. Si era buttata a prenderlo in bocca ed aveva iniziato a succhiare con voracità, avrei preferito un pompino fatto con più calma ma lei sembrava quasi avesse fretta. Ed infatti dopo un paio di minuti mi era venuta sopra infilandosi il cazzo dentro alla figa ed iniziando a baciarmi come se volesse mangiarmi. Doveva essere molto eccitata perché aveva goduto subito, avevo sentito i suoi umori scendere lungo il cazzo ed arrivare ai coglioni, io mi ero trattenuto, se avessi sborrato, da come eravamo vestiti, ci saremmo inzozzati tutti.
L’avevo fatta alzare e portata nella mia camera, ci eravamo spogliati velocemente e lei si era buttata sul letto a gambe aperte. Non era certo simile alle fighe che mi ero scopato ma aveva una carica di libidine enorme. Mi ero fiondato fra le sue gambe per leccargli la figa. Aveva un pelo così folto fra le gambe che per vedere il clitoride lo avevo dovuto spostare con le mani, ma poi quando avevo iniziato a leccare aveva iniziato a gemere e contorcersi, aveva avuto un orgasmo ed a quel punto gli ero andato sopra ed il mio cazzo gli era scivolato dentro, era bagnatissima, avevo iniziato a pomparla, avevo voglia si sborrare ma avevo atteso il suo nuovo orgasmo ed allora avevo goduto anche io sborrandogli in figa. Dopo più di un mese gli avevo riversato tanta di quella sborra che, quando si era alzata per andare in bagno, scie di sborra colavano lungo le sue cosce, si era tappata la figa con una mano ed era andata a lavarsi.
Tornata dal bagno si era stesa accanto, ed aveva iniziato a baciarmi, prima in bocca poi sul collo, mi aveva succhiato i capezzoli facendomi provare piacere, era bravissima, mi aveva succhiato il cazzo le palle e perfino leccato il buco del culo. Era veramente brava ed in poco tempo il cazzo era di nuovo duro, l’avevo fatta mettere a pecorina ed avevo iniziato a sbatterla. Quando gli avevo tolto il cazzo dalla figa e gielo avevo appoggiato al buco del culo, non aveva protestato, non avevo dovuto forzare era bastato spingere e gli era scivolato dentro. Mentre la inculavo lei aveva iniziato a contrarre i muscoli dello sfintere facendomi provare un piacere enorme, non era una gran bellezza ma sapeva come fare a far impazzirei dal piacere un uomo. Avevo goduto ancora con il cazzo piantato nel culo per poi chiedermi di sborrargli in bocca, aveva ingoiato tutto e non aveva mollato il cazzo fino a che non si era ammosciato del tutto.
Non avevo mai scopato una donna esperta e brava come lei, ogni volta mi aveva fatto avere degli orgasmi così intensi da lasciarmi senza fiato. Ci eravamo addormentati esausti con il mio cazzo fra le sue mani. Ci eravamo svegliati all’improvviso quando la stanza era stata illuminata dalla luce del giorno, ad aprire le finestre era stata mia sorella Carla che guardandoci nudi a letto aveva detto:
- Svegliatevi il caffè è già pronto.
Olga aveva fatto un balzo, tirando il lenzuolo cercava di coprire le tette poi rivolta a Carla aveva detto
- Non è come pensi, ho dormito qui perché si era fatto tardi e non volevo svegliarti.
- Ma non dire cazzate. Non mi avete fatto dormire tutta la notte lo stesso. Ho sentito i tuoi gemiti fin quasi all’alba, avete scopato tutta la notte e mi dici che non è come sembra.
Carla si era avviata verso il piano terra dove c’era la cucina, Olga aveva indossato il mio accappatoio e l’aveva seguita. Io con calma avevo indossato una tuta e poi ero sceso. Avevo sentito Olga che diceva:
- Non avevo mai goduto tanto come stanotte ci sa fare davvero. E poi è bello, sapessi che bel corpo che ha, e che cazzo, non è affatto piccolo, anzi è ben messo. Mi ha fatto godere anche quando me lo ha messo nel culo, è stato fantastico.
- Io non l’ho mai preso nel culo, non pensavo si riuscisse a godere?
- Dovresti provarlo ti farebbe impazzire al piacere.
- Ho sempre avuto timore per il dolore.
- Io dico provare Alberto, scopa divinamente e ti farebbe godere anche a prenderlo nel culo se ti va
- Ma che cazzo dici? È mio fratello mica ci posso scopare non si può.
- Perché non si può? Se non ti fai mettere incinta non c’è nessun pericolo. Dopo tutto il piacere che mi ha fatto provare stanotte io me lo scoperei anche se fosse mio figlio altro che fratello.
- Madonna mia, non ti facevo cos’ troia. Sei troia e perversa.
Avevamo fatto colazione in silenzio, poi Olga era andata a casa sua, Carla non mi aveva detto nulla ed io avevo studiato tutto il giorno. Per tutto il week end a casa c’era stato Alfio, era toccato A me sentire i gemiti di Carla ma nonostante le scopate con Alfio mi ero accorto che mi guardava in uno strano modo. Il lunedì mattina presto Alfio e Michele erano partiti presto, alle 11 ero in camera a studiare quando viene Carla
- Ha detto Olga di dirti che dopo pranzo viene a trovarti.
- Dovrebbe prima informarsi se ho voglia io di vederla.
- Non mi dirai che vorresti rinunciare ad una scopata.
Non gli avevo risposto ed avevo continuato a studiare. Il pomeriggio era arrivata Olga e mi aveva raggiunto in camera, io di proposito avevo lasciato la porta della camera accostata. Olga ormai che Carla sapeva benissimo che era venuta a scopare si era lasciata andare ormai ad ogni orgasmo i gemiti erano seguiti da urla di piacere. Io continuavo a fissare la porta, volevo vedere se Carla fosse venuta a spiarci. Come avevo pensato ad un certo punto l’avevo intravista che ci spiava da dietro la porta. Avevo fatto mettere Olga a pecorina in modo tale che Carla potesse vedere il mio cazzo entrare ed uscire dalla figa. Ogni volta lo facevo uscire fuori tutto in modo che Carla potesse vederlo. Ad un certo punto i nostri sguardi si erano incrociati, nessuno dei due li aveva distolti, avevo continuato a pompare Olga che godeva come una cagna, avevo avuto anche la sensazione, non potendo vedere, che Carla si stava toccando la figa, perché aveva una espressione estasiata ed ogni tanto si mordeva il labbro. Quando avevo goduto avevo dato il cazzo in bocca ad Olga che aveva ingoiato tutto, poi ci eravamo ricomposti e scesi giù, ma prima avevo chiarito con Olga che le prossime volte prima di venire doveva chiamarmi, per accertarsi che potevo.
Dopo la seconda scopata con Olga in Carla avevo notato un cambiamento, vestiva ogni giorno in modo più sex. Spesso metteva dei leggings che, oltre a far risaltare il suo culo stupendo, erano così aderenti che la figa veniva messa in risalto. Lo faceva se eravamo soli, nei giorni che c’era Alfio vestiva normalmente. Intanto si avvicinava la data del processo, ed io ero molto nervoso, era un lunedì, Olga aveva telefonato chiedendomi se fosse potuta venire, gli avrei detto che ero impegnato a rivedere tutti incartamenti del processo ed a studiare; quindi, per quella settimana non ero nello stato animo ideale.
Carla mi aveva sentito al telefono dire a Olga di non venire per tutta la settimana, il suo viso mi era sembrato si illuminasse. Ormai eravamo in primavera inoltrata ed io ne approfittavo per studiare seduto nel patio. Quel giorno Carla era più sex del solito. aveva indossato una maglietta che gli copriva a stento il culo, in più gli spacchi sotto le ascelle erano così ampi che si vedeva una gran porzione delle tette, non aveva reggiseno e si notavano i capezzoli premere contro la stoffa. Ogni volta che si piegava si vedeva uno striminzito perizoma, dopo10 minuti il cazzo mi era diventato duro come il marmo, lei continuava a pulire il patio in modo indifferente ad un certo punto non avevo resistito ed avevo sbottato.
- Basta! Se fai così non posso mica studiare se non fossimo fratello e sorella ti sarei saltato addosso.
- Fai come facevi da ragazzo che ti facevi le seghe, pensi che non ti venivo a guardare a volte.
- Non provocarmi che lo faccio davvero, ma non in bagno lo faccio qui
- Fallo! Anche se lo fai qui non c’è nessuno che possa vederti.
Avevo abbassato i pantaloni della tuta e tirato fuori il cazzo ed avevo iniziato a menarlo. Lei si era fermata e mi osservava. Era come ipnotizzata a fissare la mia mano che segava il cazzo. Quando si era morsa un labbro mi ero alzato e con il cazzo in mano mi ero avvicinato a lei che era rimasta muta ed immobile.
- Da ragazzo non mi facevo solo le seghe, appena potevo allungavo le mani per poterti toccare la figa. Tu mi scacciavi sempre, voglio vedere se mi scacci anche adesso
Avevo allungato la mano, quando gli avevo toccato la figa lei aveva avuto un brivido. Avevo infilato la mano dentro il perizoma, anche lei era eccitatissima e tutta bagnata, poi era stata lei a dirmi di andare dentro. Appena arrivati in camera ci eravamo spogliati, eravamo stati a lungo a baciarci e toccarci, gli avevo leccato la figa e lei mi aveva succhiato il cazzo, ormai eravamo eccitatissimi ed io gli avevo chiesto:
- Adesso dobbiamo decidere, siamo ancora in tempo a fermarci. Tu cosa dici?
- Io ti dico che lo voglio dentro, non fermarti proprio adesso mettilo dentro.
L’avevo fatta sdraiare al bordo del letto, volevo vedere il mio cazzo entrare nella sua figa, lo avevo spinto lentamente osservandolo sparire nella sua figa, lei aveva spalancato la bocca poi mi aveva attirato a sé iniziando a baciarmi. Ci eravamo spostati la centro del letto lei aveva attorcigliato le gambe dietro la mia schiena tenendomi bloccato dentro di lei non avevamo scopato, avevamo fatto l’amore. Dopo aver goduto io avevo iniziato a baciarla continuando ad accarezzare il suo culo, lo trovavo strepitoso
- Vuoi mettermelo nel culo come hai fatto con Olga? Se ti piace tanto dopo cena possiamo provare, in bagno deve esserci della vaselina. Ma devi stare attento a non farmi male non l’ho mai preso.
Lei era andata in cucina a preparare la cena, io mi ero rimesso a studiare, ma in quelle condizioni era una cosa impossibile da fare. L’avevo raggiunta in cucina lei era davanti al lavello a pulire l’insalata, gli ero andato dietro avevo infilato le mani dagli spacchi della maglietta agguantandogli le tette e gi avevo appoggiato il cazzo sul culo. Non aveva rimesso il perizoma allora avevo tirato fuori il cazzo che era ritornato duro, lei aveva allargato le gambe e si era piegata sul lavello, glielo avevo messo dentro. Questa volta avevamo scopato, l’avevo scopata a pecorina in modo animalesco e quando stavo per godere glielo avevo dato in bocca, lei aveva ingoiato tutto. Pu che cenare, avevamo ingurgitato il cibo più in fretta possibile, poi lei era andata in bagno al ritorno tutta sorridente mi aveva fatto vedere il vasetto di vaselina.
In camera, l’avevo fatta stendere a pancia in giù al bordo del letto con i piedi per terra e con un cuscino sotto la pancia, lei era impaurita, io inizialmente avevo iniziato a leccargli sia la figa che il buco del culo, avevo insistito a lungo fino a quando non aveva iniziato a gemere. Quando aveva sentito il freddo della vaselina che gli spalmavo nel buco del culo si era irrigidita un po', gli avevo infilato prima un dito poi due ed avevo iniziato a stimolarla mentre on l’altra mano spalmavo un po' di vaselina su mio cazzo. Quando si era rilassata di nuovo gli avevo appoggiato il cazzo ed avevo spinto, non aveva urlato e non aveva sentito male, avevo iniziato a pomparla lentamente e delicatamente, aveva emesso qualche gemito di piacere ma ero certo che solo con il cazzo in culo non avrebbe goduto. Con una mano avevo iniziato a masturbarla quando aveva iniziato a godere avevo iniziato a pomparla con più vigore senza smettere si toccarla, gemeva ad ogni spinta ed era stato allora che aveva sentito i primi schizzi caldi nel culo, aveva urlato di piacere ed io avevo continuato a pomparla fino a che il cazzo non aveva perso consistenza.
Mi ero svegliato sentendomi baciare da lei che mi aveva guardato dicendomi
- Alfio mi ha abituata alla scopata appena sveglia. Mi vuoi scopare anche tu adesso?
Aveva iniziato a succhiarmi il cazzo, poi mi era venuta sopra iniziando a dondolarsi impalata al mio cazzo. Lei aveva goduto, io mi ero trattenuto, la giornata era lunga ed ero certo che sarebbe stata piena.
Devo dire che il tempo passava in modo moto piacevole, avevo dato 2 esami e stavo preparando gli altri due, il professore mi aveva assegnato la tesi di Laurea che avrei sostenuto nella sessione autunnale. Avevo avuto tutto il tempo per pensare a cosa avrei fatto dopo il processo, a prescindere da come sarebbe andato. Economicamente non avevo nessun problema per il resto della vita che non sarebbe stata più da spacciatore come prima, ed avevo pensato a qualcosa che avrebbe stabilizzato il mio futuro. Avevo ricevuto una visita dal mio avvocato in cui mi avvertiva che il processo si sarebbe svolto alla fine di aprile, lui era molto ottimista e mi assicurava, che essendo incensurato, difficilmente sarei finito in carcere. Nonostante il suo ottimismo io me la facevo sotto, i pochi giorni passati in galera erano stati terribili.
Dopo la visita dell’avvocato, Carla sembrava assatanata, c’erano giorni che mi teneva a letto tutto il giorno a scopare, mangiavamo ad orari assurdi, era rilassata solo quando aveva il mio cazzo in figa. Un giorno l’avevo scoperta in bagno a piangere, quando gli avevo chiesto cosa avesse, non aveva nemmeno risposto, si era spogliata appoggiata al lavandino ed aveva voluto essere scopata a pecorina. Mi incitava anche con frasi volgari di scoparla il più forte possibile anche nel culo. Quando gli avevo sborrato dentro aveva avuto un orgasmo così intenso che le gambe gli avevano ceduto e si era sdraiata per terra. Dopo, con calma, sdraiati sul divano l’avevo convinta a spiegarmi il perché della sua crisi di pianto.
- Tra poco ci sarà il processo, qualunque sarà l’esito tu andrai via e comincerai la vita di prima ed anche questa volta passeranno mesi e mesi senza vederci. Io in questi mesi che sei stato qui sono stata molto felice e se penso che dopo il processo finiranno sto malissimo.
L’avevo rassicurata che non sarebbe stato come pensava, ed anche se ero stato tentato di svelargli i miei progetti futuri, mi ero trattenuto dal farlo doveva essere una sorpresa. Stavolta ero stato io a portarla a letto. Ero stato per un tempo lunghissimo. ad accarezzarla e baciarla poi l’avevo scopata nel modo più dolce possibile. Finalmente era arrivato il giorno del processo, credevo fosse un procedimento lungo; invece, tutto si era risolto in modo molto veloce. Il giudice aveva accolto l’istanza del mio avvocato e si era patteggiato per una multa di 5 milioni, la sospensione della patente per 6 mesi e l’obbligo di avere incontri settimanali con uno psicologo. Per e era stato un grande successo l’avvocato voleva fare ricorso in appello ma io non avevo voluto assolutamente, finalmente ero libero e non volevo rischiare una pena maggiore.
Per festeggiare la mia libertà e per dare atto al mio progetto, avevo aspettato il rientro Di Alfio e Michele. Avevamo organizzato una festa solo noi 5, dopo la cena io mi ero rivolto ad Alfio e Michele e fatto una proposta. Loro da sempre sognavano di avere un Tir tutto loro, io gli avevo proposto di fare una società, io avrei messo il capitale iniziale per comprare mezzi e loro li avrebbero guidati, saremmo stati soci in parti uguali. A me serviva avere una attività legale ed una ditta di trasporti era l’ideale. Alfio e Michele non ci volevano credere, l’euforia era al massimo, Carla aveva capito tutto del progetto e piangeva dalla gioia, Olga da par suo abbracciandomi mi aveva sussurrato “sono cos’ felice che mi farei scopare adesso davanti a Michele”. Io mi sentivo soddisfatto, in futuro nessuno avrebbe avuto modo di indagare da dove arrivavano i miei soldi. Chissà in futuro avrei incontrato qualche ragazza e l’avrei anche sposata, ma per adesso stavo benissimo con Carla e con quella assatanata di Olga e me la sarei goduta.
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