Pomeriggio al privé

di
genere
trio

Con Irene avevamo una relazione da parecchi anni, ci incontravamo una volta alla settimana in base agli impegni cambiavano anche il giorno. Il nostro luogo d’incontro era un motel non troppo vicino ai nostri paesi. Ci piace trasgredire, se trovavamo qualche coppia che ci piaceva, ma spesso dopo lunghe trattative non ci concludeva nulla. Anche per questo motivo avevamo deciso che, quando avevamo voglia e tempo abbastanza andavamo in un locale per scambisti che avevamo già frequentato. Siamo una coppia oltre la cinquantina, Irene non le dimostra affatto a corpo da trentenne, io glielo dico sempre ma lei pensa che lo faccia solo per adularla. È bionda occhi chiari un bel seno ed un sedere magnifico. Farsi penetrare anche dal lato B è una delle sue preferenze e raggiunge l’orgasmo. La cosa che la fa impazzire di piacere è quando si riesce a fare a doppia penetrazione in quel caso ha degli orgasmi multipli che la fanno urlare.
Era un giorno feriale a meta settimana, mentre ero in ufficio mi era arrivato un messaggio
- Oggi posso uscire prima e restare un po' di più. Se ti va possiamo andare al privé.
Era Irene che mi avvertiva, ci eravamo messi d’accordo su orario ed io per prepararmi ero uscito u po'prima dall’ufficio. Quando Irene era salita in macchina era sorridente come al solito, ma ormai a conoscevo abbastanza ca capire che era molto eccitata. Lo ammetteva raramente ma anche lei gradiva incontrare altre coppie ma anche singoli per farlo a 3. Sapeva che io non avevo problemi quando un singolo gli piaceva accettare un rapporto a tre. Mi piaceva molto vederla godere soddisfatta. La sua eccitazione si percepiva sicuramente era già bagnata all’idea che presto avremmo trasgredito, anche perché solo in pochissimi casi avevamo fatto sesso con le stesse persone. Il fatto di non sapere con chi lo avremmo fatto, fino a quando Irene non avrebbe scelto creava l’attesa molto più eccitante.
Il locale aveva vasche idromassaggio, sauna, e bagno turco. Eravamo arrivati abbastanza presto, ci eravamo avviati agli spogliatoi, ci eravamo svestiti ed indossato l’accappatoio, poi avevamo fatto un giro per il locale sbirciando fra le varie stanze. Stranamente eravamo gli unici avventori, era un giorno feriale ma di solito c’era sempre della gente, non certo come le sere del fine settimana dove c’era fin troppa gente. Il fatto di essere da soli non ci aveva preoccupato più di tanto. Avevamo scelto una stanza ci eravamo sdraiati sul letto ed avevamo iniziato a far l’amore. Irene era davvero molto eccitata, la sentivo bagnatissima avevamo fatto l’amore come piaceva a lei, in modo dolce e delicato, anche cambiando posizioni, ma mai, come dire in modo “volgare” Irene odiava la volgarità e il turpiloquio.
Dopo aver fatto l’amore avevamo indossato gli accappatoi ed eravamo scesi al bar a prendere una bevanda. Nel frattempo, era arrivata della gente, ad un tavolino del bar c’erano due coppie che chiacchieravano fra loro, poi c’era qualche singolo che vagava per il locale. Dopo aver bevuto eravamo andati nella sala apposita per fumarci una sigaretta. Mentre fumavo era entrato un distinto signore, era un bell’uomo sulla cinquantina dall’aspetto ben curato. Educatamente mi aveva chiesto di accendere la sua sigaretta, era stata la scusa per scambiare due chiacchiere. Era un signore veneto che per lavoro si trovava a Milano. Avendo sentito parlare di certi locali e non essendoci mai stato aveva voluto provare a visitarne uno. Mentre chiacchieravamo avevo sussurrato all’orecchio di Irene se il tipo fosse stato di suo gradimento, lei mi avrebbe fatto cenno di sì con un sorrisetto.
L’uomo era molto educato, aveva evitato di fare commenti sul locale, ma non aveva nemmeno fatto domande a noi per chiedere se lo accettavamo a giocare con noi, né tantomeno aveva fatto apprezzamenti o complimenti nei confronti di Irene. Visto che era la sua prima esperienza sicuramente non sapeva come comportarsi. Io nonostante la sua presenza, avevo iniziato a baciare Irene ed aperto quanto bastava l’accappatoio avevo iniziato a palpargli il seno. L’uomo era sicuramente poco esperto di certi locali, credendo che avendo iniziato con le nostre effusioni volevamo un po' di privacy si era alzato ed andato via. Ci aveva deluso e non poco, ci eravamo alzati e ci eravamo diretti di nuovo verso le camere
- Se è un po' furbo adeso ci segue. Altrimenti è davvero imbranato
- Peccato perché è un bell’uomo, fine ed educato. Oltre che inesperto sarà anche timido.
- Che ti piaceva lo avevo capito subito. Per questo avevo iniziato a palparti il seno, almeno quello doveva capirlo. Non dico allungare mai ma restare a guardare e sperare in un invito.
- Pazienza che vuoi farci. Forse non gli sono piaciuta.
- No dire cazzate. Quando siamo qui, quasi sempre bei ragazzi giovani ci vengono dietro.
Eravamo andati nella stanza dove prima avevamo fatto l’amore, ci eravamo sdraiati e messi nella posizione a forbice. Io ero dentro a Irene ma se si fosse avvicinato qualcuno se Irene glielo concedeva poteva accarezzargli sia il seno che la figa. Eravamo in quella posizione e chiacchieravamo, Irene si era accorta per prima che davanti all’ingresso (privo di porte) c’era il signore veneto che ci osservava. Quando lo avevo guardato aveva fatto un sorriso, gli avevo fatto cenno con la testa che poteva venire a unirsi a noi ma non aveva capito ed allora gli avevo fatto cenno con la mano in modo molto chiaro.
Alla fine, aveva capito e si era avvicinato fermandosi al bordo del letto, ma sempre lontano un metro buono da noi. A quel punto era stata Irene che aveva teso la mano per fargli capire di avvicinarsi. Lo aveva fatto e molto timidamente, aveva iniziato ad accarezzare il seno ad Irene, non avendo avuto un rifiuto aveva preso coraggio e si era avvicinato fino al bordo del letto. Ormai Irene aveva deciso di farlo partecipare con noi, sapendo che io ero d’accordo, anche lei timidamente aveva allungato la mano sotto l’accappatoio. Quando l’uomo aveva sciolto la cintura ed aperto l’accappatoio io ed Irene eravamo rimasti a bocca aperta, era saltato fuori un cazzo dalle dimensioni mai viste non tanto per la lunghezza ma per la grossezza, sarà stato almeno 20 cm di lunghezza ma grosso come una lattina di coca cola, sempre tenendolo stretto in mano, Irene si era girata verso di me dicendomi
- Io questo non riesco a prenderlo è troppo grosso.
- Mica sei obbligata, puoi divertirti anche solo toccandolo e succhiandolo.
Adesso Irene aveva iniziato a menarlo, la sua piccola manina non riusciva a stringerlo tutto. Per facilitarla, l’avevo fatta stendere su un fianco penetrandola da dietro. L’uomo aveva iniziato ad accarezzargli anche la figa oltre che il seno. Irene si era sporta quel tanto che bastava per poterlo prendere in bocca. Ma anche il prenderlo in bocca era complicato ed allora si limitava a leccarlo come fosse un gelato. Ad un certo punto l’uomo aveva chiesto sempre on modi gentili se avesse potuto solo strusciarglielo sulla figa, Irene aveva accettato. Mi ero sfilato da lei e l’avevo fatta mettere al bordo del letto. L’uomo si era inginocchiato iniziando a leccargli la figa, Irene aveva iniziato a gemere ed aveva avuto un orgasmo, ma era sempre più eccitata. Io ero sdraiato accanto a lei, la baciavo l’accarezzavo e la incitavo a godere. Quando l’uomo dopo averla leccata a lungo si era alzato ed aveva iniziato a strusciare il cazzo sulla sua figa, Irene era arrivata al massimo dell’eccitazione, conoscendola avevo capito che lo voleva dentro e glielo avevo chiesto
- Ti piacerebbe prenderlo? Vuoi provare?
- Proviamo ma se fa male lo fermi.
L’uomo aveva sentito nostra conversazione e sempre con mdi molto educati aveva detto a Irene
- Farà pianissimo e sarò molto delicato se sente dolore me lo dice e lo tolgo.
Glielo aveva appoggiato ed aveva spinto leggermente, potevo vedere la cappella entrare, Irene aveva spalancato la bocca, gli avevo chiesto se sentisse male e mi aveva fatto cenno di no. L’uomo aveva continuato a spingere in modo delicato. Vedevo quel cazzo enorme entrare dentro di lei, che rimaneva a bocca aperta, centimetro dopo centimetro fino a che non era sparito tutto dentro la sua figa.
- Amore, sei riuscita a prenderlo lo hai tutto dentro.
L’uomo aveva iniziato a pomparla delicatamente, i gemiti erano più frequenti ed il suo respiro sempre più affannoso, avevo cercato di baciarla, ma si staccava per poter respirare, poi all’improvviso aveva urlato, l’orgasmo era arrivato all’improvviso, ma non era stato l’unico, ogni spinta dell’uomo era un urlo di Irene, continuava a godere, fino a che ad un certo punto aveva detto basta. Era stato a quel punto che l’uomo si era lasciato andare ed aveva goduto anche lui. Quando glielo aveva tirato fuori se era sentito un flop come quando si stappa una bottiglia di champagne. Irene era spossata a occhi chiusi, l’uomo indossato l’accappatoio aveva ringraziato e salutato. Avevo iniziato a baciare tutto il viso di Irene coccolandola, piano piano il suo respiro tornava alla normalità, aveva aperto gli occhi e guardandomi mi aveva detto
- Grazie. E’ stato qualcosa di sconvolgente non avevo mai goduto così intensamente.
- Nemmeno io pensavo che saresti riuscita a prenderlo tutto era enorme.
- Mi sentivo come se fossi piena ma non ha fatto male. Ma tu non hai goduto:
Mi aveva attirato sopra ed aveva voluto prenderlo dentro, ma dopo un po', senza cambiare posizione, gli avevo fatto alzare le gambe al massimo ed ero riuscito a metterglielo dietro. Avevo iniziato a pomparla lentamente riuscendo, in quella posizione anche a baciarla. Quando aveva sentito il calore dei miei schizzi anche lei aveva goduto. Avremmo voluto restare ancora a lungo a coccolarci ma purtroppo il tempo che avevamo a disposizione era terminato e dovevamo rientrare. Ci eravamo rivestiti e ripartiti. Non avremmo dimenticato quel pomeriggio, sperando che ne potesse capitare ancora qualcuno di simile.
scritto il
2025-10-08
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