Zia Teresa
di
apparenza
genere
incesti
Con zio Edoardo, fratello maggiore di mio papà, e con la moglie Teresa non c’era mai stato un rapporto moto stretto. Loro facevano vita ritirata e molto spesso erano in viaggio. Non avevano avuto figli ed avendo una situazione molto agiata potevano permetterselo. Purtroppo, all’està di 55 anni zio Edoardo aveva avuto un ictus che lo aveva lasciato paralizzato dal lato sinistro del corpo e lo aveva imitato nell’uso della parola e della comprensione. Zia Teresa a quel tempo aveva 48 anni, non si aa pace e non smetteva di portare a continue visite zio Edoardo. Visto che in famiglia chi guidava era stato sempre zio Edoardo e lei non aveva la patente e che io al tempo studiavo ancora all’università, avevo 24 anni, mio papà mi aveva raccomandato di accompagnarli in ogni posto che mi avessero chiesto.
Zia Teresa aveva trovato l’ennesimo luminare a cui sottoporre il caso di zio Edoardo, era una clinica a circa 200km dalla nostra città, per 2 giorni (il giovedì e venerdì), lo zio Edoarda avrebbe fatto una serie di visite in Day Hospital, per il pernottamento zia Teresa aveva prenotato un B&B in un agriturismo vicino. Eravamo partiti all’alba, per arrivare in tempo per accettazione ed inizio analisi. Durante il viaggio con zi Teresa avevamo chiacchierato molto, mentre zio Edoardo seduto dietro continuava a sonnecchiare. Zia Teresa si era informata su miei studi ed anche sulla mia situazione sentimentale. Avea fatto diverse battute a doppio senso, e mi sembrava si divertisse a provocami. Zia Teresa era ancora una bella donna, se si fosse curata un po' di più. Era bionda capelli lunghi occhi chiari ed un fisico come di dice oggi “curvy” non era grassa ma formosa, aveva un bel culo e ad occhi doveva avere una 4 di seno.
In clinica eravamo arrivati in orario, un infermiere aveva prelevato zio Edoardo dicendoci che potevamo passare a ritirarlo la sera alle 18. La lungaggine l’avevamo avuto in accettazione per il disbrigo delle pratiche in quanto lo zio Edoardo era coperto anche di una assicurazione sanitaria. Alla fine, avevamo sbrigato tutto. Faceva caldo ed eravamo abbastanza stanchi, zia Teresa non sapendo se nell’agriturismo ci fosse stato la possibilità di pranzare, mi avrebbe fatto sostare in una rosticceria ed aveva preso un pollo arrosto, delle patatine delle birre e ci eravamo diretti all’agriturismo. Il posto era molto bello, c’era una fila di appartamenti ricavati da quello che forse erano state le stalle, più un corpo centrale dove c’era la reception ed anche il ristorante, ma avendo provveduto per il pranzo, lo avremmo sfruttato per la cena
L’appartamentino era molto carino, c’era la camera, il bagno ed una zona giorno con angolo cottura, alla parete da un mobile si estraeva un letto ad 1 piazza e mezza dove avrei dormito io di notte. Ua volta sistemati, quando zia Teresa mi aveva proposto di fare una doccia prima di mangiare avevo accettato al volo, lei l’avrebbe fatta dopo pranzo. Mi ero fiondato sotto la doccia mentre lei apparecchiava. Quando avevo finito con la doccia era uscito, nudo come un verme, sula porta con un accappatoio in mano c’era zia Teresa, i suoi occhi erano andati al mio pacco, aveva avuto un moto sorpresa
- Scusami zia, non sapevo che fossi qui altrimenti avrei spettato a uscire.
- Ti ho portato l’accappatoio dello zio. Non devi scusarti. Ti faccio solo i complimenti, con quel po’ po' di roba che ti ritrovi sotto chissà quante ragazze hai fatto felici.
In effetti madre natura è stata generosa con me, non dico di essere superdotato, ma ho un cazzo di quasi 22cm e di notevole circonferenza, e come aveva detto la zia le ragazze che avevo avuto avevano gradito.
Avevo indossato l’accappatoio ed ero andato a tavola, la zia aveva apparecchiato nonostante mancassero una decina di minuti a mezzogiorno avevano iniziato a mangiare, avevamo una fame da lupi, in poco tempo avevamo spazzolato tutto ed avevamo bevuto 2 lattine di birra a testa. La sveglia all’alba più le birre bevute mi avevano fatto venire sonnolenza, zia Teresa se ne era accorta e mi aveva invitato di andare nel letto in camera a fare sonnellino, lei avrebbe sparecchiato lavato i piatti e poi fatto doccia. Io ero entrato in camera, le persiane erano accostate e le finestre aperte per fare entrare aria fresca, la stanza era in leggera penombra, mi ero steso sul letto e mi ero addormentato subito.
Non avevo la percezione di quanto avevo dormito, ma ad un certo punto qualcosa mi aveva svegliato. Avevo aperto solo gli occhi, restando immobile, volevo guardare l’orologio. Come sempre ero steso su un fianco, appena aperto gi occhi avevo subito sentito l’odore della zia e la vedevo stesa di schiena verso di me ma quasi attaccata. Non mi ero mosso perché c’era altro; la zia aveva fatto doccia anche lei, aveva un telo spugna attorcigliato e legato sopra le tette, ma non era abbastanza luna per coprirla, il suo culo era praticamente scoperto, ma non era queta la cosa che mi aveva scioccato. Zia Teresa, portando una mano dietro, aveva afferrato il mio cazzo in mano ed adesso se lo stava strofinando sulla figa.
La mia sorpresa era stata grande, ma allo stesso tempo la situazione aveva fatto diventare duro come il marmo il mio cazzo. Lei aveva sentito la diversa consistenza ed aveva emesso qualche gemito. Non mi ero mosso, ero in attesa degli avvenimenti, ma ero eccitato sempre di più. Per un paio di minuti avevo fatto finta di dormire, ma quando ad un certo punto aveva appoggiato la mia cappella sul buco della figa, non avevo resistito, avevo spinto il bacino e la cappella era entrata tutta dentro, lei aveva avuto un gemito ed aveva mollato la presa del cazzo. Gli avevo appoggiato una mano sul fianco per fare presa, poi avevo spinto tutto il cazzo dentro. Zia Teresa aveva iniziato a gemere, con la mano che prima afferrava il mio cazzo, aveva sciolto il nodo del telo ed afferrandomi la mano l’aveva messa sulle tette.
La sua figa era calda e bagnata all’inverosimile. Avevo iniziato a pomparla mentre con la mano gli accarezzavo le tette e gli strizzavo i capezzoli. Lei aveva goduto abbastanza presto inondandomi in cazzo e le palle dei suoi umori. Era troppo bello e non volevo finisse mai, aveva rallentato ma avevo continuato a scoparla, lei non smetteva di gemere, i suoi gemiti erano di nuovo saliti di intensità, ad un certo punto aveva avuto un orgasmo più intenso aveva iniziato a divincolarsi, l’avevo trattenuta a stento riuscendo a tenergli il cazzo in figa, ma avevo capito che era arrivato anche per me il momento di godere, mi ero lasciato andare e gli avevo riversato in figa una quantità notevole di sborra, anche io ero appagato.
Eravamo rimasti per un attimo immobili per riprendere fiato, poi lei senza dire nulla si era alzata ed era andata in bagno a farsi un bidet. Era stato a quel punto che avevo guardato l’orologio, ero saltato giù dal letto e corso in bagno zia Teresa stava facendo il bidet, aveva guardato la mia strana faccia
- Cazzo zia sono le 18 meno 15, dobbiamo ritirare lo zio alle 18 faremo tardi.
- Cazzo hai ragione sbrighiamoci.
Ci eravamo vestiti velocemente ed eravamo partiti. Per fortuna la clinica era vicina e per 10 minuti di ritardo non avrebbero certo fatto problemi, anche perché si facevano pagare profumatamente. Mentre guidavo non potevo fare a meno di pensare a quello che era successo e girandomi di lato gi avevo detto:
- Zia, non pensi che abbiamo combinato un terribile cazzata?
- Perché? Io ne avevo bisogno ed è stato meglio con te che con uno estraneo
- Dico proprio questo, non siamo estranei, siamo zia e nipote.
- Tesoro mio, non c’è incesto non siamo consanguinei. Poi ti dico una cosa, non ho mai fatto una scopata che mi ha fatto godere così tanto. A sapere che godevo tanto ti scopavo anche se fossi stato mio figlio. In vita mia non ho mai avuto un orgasmo di questa intensità.
Eravamo arrivati in tempo in clinica, mentre l’infermiera era andata a prendere zio Edoardo, avevamo parlato con il dottore che ci aveva ragguagliati sulle condizioni dello zio, più volte rivolgendosi a me, mi aveva scambiato per il figlio, zia Teresa aveva sorriso ma mi aveva fatto cenno di non correggerlo. Alla fine, zia Teresa rivolgendosi al dottore gli aveva detto che lo zio la sera per dormire prendeva a pastiglia di sonnifero, ma avevamo dimenticato di portarla dietro, il dottore gli aveva dato subito una confezione di barbiturici dicendo che bastava una pastiglia da prendere dopo cena. Rientrati all’agriturismo eravamo andati a cenare nel loro ristorante, quando la cameriera mi aveva scambiato per il figlio, dove che si era allontanata, zia Teresa aveva fatto una risata poi rivolta a zio Edoardo gli aveva detto:
- Il dottore in clinica ed adesso la cameriera hanno scambiato Aberto per nostro figlio, quasi quasi ci conviene adottarlo che ne dici tesoro?
- Magari fosse possibile, ha anche il mio cognome.
Zio Edoardo aveva risposto biascicando le parole ma i suoi occhi si erano illuminati sorridendo. Dopo cena eravamo tornati in camera, lo zio era un po' stanco a detta della zia e lo aveva portato in camera per metterlo a letto, io mi ero seduto sul divano e guardavo la televisione. Era passata una ventina di minuti e non vedendo la zi ritornare avevo deciso di controllare se tutto fosse a posto. Per fortuna la porta era socchiusa altrimenti avrei fatto una gaffe tremenda. Quello che avevo davanti mi aveva sorpreso molto. Zia Teresa aveva indossato l’accappatoio, adesso era piegata sullo zio e gli stava facendo un pompino mentre lui con la mano attiva gli palpava le tette. L’espressione del viso di zio Edoardo era di intensa goduria, ad un certo punto rivolto alla zia aveva biascicato parole che non ero riuscito a capire:
- Sei il solito porcone. Ti accontento, ma facciamo piano altrimenti Alberto sente.
Zia Teresa gli era andata sopra e si era impalata sul cazzo. Lo zio doveva essere particolarmente eccitato perché, dopo un paio di minuti aveva goduto. Ero corso a sedermi sul divano, e zia Teresa do un cinque minuti era venuta in sala. Era ancora in accappatoio, diretta alla macchinetta del caffè ed aveva detto:
- Tu lo vuoi un caffè? Non è moka è quella con le cialde
- Se prendo un caffè adesso poi va a finire che non dormo tutta la notte.
- Perché, tu stanotte avresti intenzione di dormire?
Mi aveva portato il caffè, e dopo aver bevuto il suo mettendo un dito sulle labbra mi aveva fatto cenno di stare zitto, poi si era avvicinata alla porta della camera a spiare zio, quando si era girata, si era diretta verso il mobile letto e dopo averlo aperto si era stesa facendomi cenno di raggiungerla
- Pensavo che dopo scopata con lo zio fossi a posto.
- Lo sapevo che avresti spiato. Ti sei eccitato? Quello non è stato nemmeno aperitivo
Dalle parole era passata ai fatti, in un attimo mi aveva spogliato, poi aveva preso il cazzo in bocca ed aveva iniziato a farmi un pompino. L’avevo invitata a mettersi a 69, anche io avevo iniziato a leccargli la figa, era un lago di umori, non aveva resistito tanto mi era voluto venire sopra, si era impalata ed aveva iniziato a cavalcarmi, stavolta dopo un po' aveva goduto. Quando l’avevo fatta sdraiare e gli ero andato sopra mi aveva attorcigliato le gambe dietro la schiena, poi aveva iniziato a baciarmi in bocca come una assatanata. Al suo ennesimo orgasmo avevo sborrato anche io, non mi aveva liberato, aveva voluto che gli stessi dentro fino a quando il cazzo non si era ammosciato ed era uscito da solo.
Dop che si era lavata, era sdraiata su un fianco come il pomeriggio, e mi ero avvicinato appoggiandogli il cazzo sul culo ed avevo iniziato a palpargli le tette, il cazzo era ritornato subito duro. Lei pensando che volessi scoparla come nel pomeriggio aveva sollevato leggermente una gamba per facilitarmi la penetrazione, ma quando gli avevo appoggiato il cazzo nel buco del culo aveva avuto uno scarto
- Sei matto? Così senza niente mi sventri. Non l’ho mai preso ed il tuo cazzo è grosso. Ma ti prometto che, se procuriamo qualcosa che non mi faccia sentire male sarai il primo ad averlo.
Avevamo scopato in tutte posizioni, eravamo spossati ma quando stavamo per addormentarci lei era andata in camera dallo zio. In effetti se lo zio per assurdo si fosse svegliato sarebbe stato un casino.
Il mattino dopo, accompagnato zio in clinica, eravamo andati a fare una passeggiata in centro, Zia Teresa approfittando che era periodo di saldi voleva fare shopping. Mi ero attardato davanti a una vetrina dove c’era un bellissimo completo di Armani, ma anche se in saldo era troppo costoso per mie finanze. Zia Teresa aveva insistito molto per regalarmelo ed alla fine avevo acconsentito. Eravamo entrati, io ero andato in camerino a provare il vestito, ero gasato, ed una volta indossato ero uscito ed avevo chiesto
- Che ne dici “mamma” mi sta bene?
Zia Teresa ea rimasta quasi a bocca aperta, ma i suoi occhi si erano illuminati.
- Tesoro sei bellissimo. Ti sta a pennello, le ragazze ti sbaveranno dietro.
La commessa, una signora sulla cinquantina, ci aveva guardato sorridente ed aveva aggiunto.
- Con il fisico che ha, farebbe conquiste anche con jeans e maglietta. Complimenti signora ha fatto proprio un bel ragazzo ne deve essere fiera.
Zia Teresa era la gioia fatta persona, aveva pagato ed eravamo usciti, appena fuori mi aveva preso sottobraccio e poi con uno sguardo che sprizzava gioia da tutti i pori mi aveva detto:
- Quando mi hai chiamato “mamma” dentro il negozio, la figa mi si è bagnata, mi sono eccitata da morire. Poi quando la commessa ha fatto i complimenti al tuo fisico stavo anche per dirgli, “e non ha visto il cazzo che ha”, mi sono trattenuta a stento.
Ci stavamo avviando verso l’agriturismo per pranzare ma prima zia Teresa si era voluta fermare in farmacia. Anche a pranzo, davanti ai camerieri avevo continuato a chiamarla “mamma”, ed ogni volta il suo viso si illuminava. Dopo un pranzo veloce ci eravamo avviati all’appartamento, sulla porta mentre aprivo zia Teresa aveva iniziato a palparmi, una volta aperto la porta mi aveva baciato in bocca:
- Sei matta? Può vederci qualcuno.
- Non me ne importa, mi eccita. In questo momento vorrei scoparti mentre la gente ci guarda.
Appena in camera mi ero spogliato e steso sul letto, lei si era spogliata e si era stesa accanto a me, viste le premesse pensavo si sarebbe buttata sul mio cazzo; invece, guardandomi in modo serio aveva detto:
- Sai in questi giorni che tutti ti scambiano per mio figlio ho una strana eccitazione addosso. Le mie amiche mi hanno raccontato che quando allattavano i loro figli, sentivano una strana eccitazione, qualcuna ha anche ammesso di aver avuto anche orgasmi, anche nei momenti in cui il bambino mordeva in capezzolo facendo male loro si eccitavano. Ti va di provare a succhiare i capezzoli?
Svevo preso un capezzolo in bocca ed avevo iniziato a succhiare, lei era molto eccitata, aveva subito iniziato a gemere di piacere. Avevo portato una mano alla sua figa, era bagnatissima, dopo un po' che la toccavo aveva goduto, ma non mi ero fermato avevo continuato a succhiare ei gemendo aveva detto:
- Bravo, così bambino mio, succhia la tetta di mamma mi stai facendo impazzire
- Mamma. Posso mettertelo dentro e scoparti? Ho vogli della tua figa.
- Certo figlio mio, con mamma puoi fare tutto quello che vuoi.
Li ero andato sopra, il cazzo gli era scivolato subito dentro. Lei mi aveva attirato a se e mi aveva baciato in bocca, dopo il bacio avevo di nuovo iniziato a succhiare i capezzoli, lei continuava a godere
- Madonna mia, quanto stai sborrando. Mamma sei una gran troia.
- Si amore di mamma, sono la tua troia fottimi fatti godere.
Mi aveva attorcigliato le gambe dietro la schiena, io avevo continuato a pomparla, ma avevo iniziato a schizzare dentro la sua figa, aveva avuto u intenso orgasmo, si era messa ad urlare come una ossessa, temevo che qualcuno ci avesse sentito. Mi ero adagiato su di lei che mi teneva ancora bloccato e non mi mollava continuando a baciarmi accarezzarmi, poi ad un certo punto lei aveva iniziato a piangere.
- Cosa è successo? Perché adesso piangi?
- Non preoccuparti figlio mio sono lacrime di gioia. Non avevo mai goduto in modo così intenso. Promettimi che domani quando torniamo a casa non finirà. Prometti che mi scoperai ancora.
- Te lo prometto, ti scoperò ancora tutte le volte che lo vorrai.
Eravamo rimasti abbracciati a lungo, poi lei scostandomi si era alzata dicendo
- Devo darmi una lavata mi hai riempito di sborra e poi ho una sorpresa per te.
Quando era ritornata stendendosi accanto a me mi aveva fatto vedere un vasetto di crema dicendo
- Ieri ti avevo promesso di darti il culo. Mi sono attrezzata in modo che puoi incularmi.
- Hai preso la vaselina da spalmare sul buco del culo?
- Questa è ancora meglio. È un gel anestetizzante non sentirò nessun male.
Aveva intinto le dita nel gel e se lo era spalmato sul culo. Poi aveva infilato anche un dito dentro il culo. Una volta finito aveva iniziato a succhiarmi il cazzo mentre io gli leccavo la figa, era eccitatissima e continuava ad avere piccoli orgasmi, ad un certo punto si era staccata dicendomi
- Adesso figlio mio è arrivato il momento, inculami, spacca il culo alla troia di mamma
Si era inginocchiata mettendosi a pecorina, gli ero andato dietro gli avevo appoggiato la cappella sul buco del culo. Il gel faceva il suo effetto, non lo sentiva nemmeno, avevo cercato di spingere ma facevo fatica ad entrare, sentivo male io, poi con un colpo di reni ero riuscito a infilare la cappella e poi avevo spinto
- Tesoro lo sento è tutto dentro non sento dolore è piacevole, dai inculami così.
- Mamma così sembri una cagna, più che una troia. Sdraiati di fianco che ti inculo in quel modo.
Si era messa di fianco, gli avevo fatto alzare una gamba, stavolta il cazzo era scivolato dentro con facilità, ed io in questa posizione riuscivo a palpargli le tette. Avevo tentato di arrivare alla figa a era complicato, avevo invitato lei a toccarsi, aveva subito ubbidito ed iniziato a gemere. Adesso la tenevo per i fianchi e potevo pomparla con più facilità. Lei non smetteva di gemere dicendo che più la pompavo più provava piacere, anche io ero eccitatissimo e l’avevo invitata a toccarsi ancora perché stavo per sborrare. Quando gli schizzi si erano riversati nel suo culo aveva continuato a smanettarsi e dopo poco aveva goduto.
- Madonna mia, non pensavo che avrei goduto tanto anche dal culo.
- Adesso devi essere tu a prometterti che ti lascerai inculare solo da me.
- Certo che te lo prometto. Guarda che oltre lo zio ho scopato solo con te. Mi basti tu.
La sera non era stata diversa da quella prima, zi Teresa aveva dato la pastiglia a zio Edoardo e poi mi aveva raggiunto. Aveva voluto prenderlo per due volte nel culo, fino a quando era riuscita a sborrare senza toccarsi.
Al ritorno a casa, mi aveva raccomandato di passare spesso a trovarli. Dato che i miei genitori lavoravano tutte e due, al mattino vero le 10, portandomi i libri andavo da loro, restavo in camera con lo zio a studiare, li era felice della mia compagnia ed era contento che mettevo tanto impegno nello studio. Pranzavo con loro poi la zia dava allo zio mezza pastiglia per riposino pomeridiano, altro non era che il modo di stare tranquilli e scopare per una oretta poi io rientravo a casa. La storia era durata parecchi mesi, in media due o 3 volte la settimana andAvo da loro. La zia non era mai sazia e la cura del cazzo gli faceva molto bene, diventava sempre più bella. Purtroppo per lo zio invece le cose non miglioravano ed una notte all’improvviso era venuto a mancare per un infarto.
Dopo la morte dello zio ed i relativi funerali, era passato quasi un mese senza vedere la zia. Una sera mentre cenavo zia Teresa aveva chiamato papà, che dopo mi aveva avvisato che dopo 3 giorni ci sarebbe stato l’apertura del testamento dello zio Edoardo e che il notaio chiedeva la sua ma anche la mia presenza insieme a quella della zia. Il seguito del racconto nell’altro capitolo.
Zia Teresa aveva trovato l’ennesimo luminare a cui sottoporre il caso di zio Edoardo, era una clinica a circa 200km dalla nostra città, per 2 giorni (il giovedì e venerdì), lo zio Edoarda avrebbe fatto una serie di visite in Day Hospital, per il pernottamento zia Teresa aveva prenotato un B&B in un agriturismo vicino. Eravamo partiti all’alba, per arrivare in tempo per accettazione ed inizio analisi. Durante il viaggio con zi Teresa avevamo chiacchierato molto, mentre zio Edoardo seduto dietro continuava a sonnecchiare. Zia Teresa si era informata su miei studi ed anche sulla mia situazione sentimentale. Avea fatto diverse battute a doppio senso, e mi sembrava si divertisse a provocami. Zia Teresa era ancora una bella donna, se si fosse curata un po' di più. Era bionda capelli lunghi occhi chiari ed un fisico come di dice oggi “curvy” non era grassa ma formosa, aveva un bel culo e ad occhi doveva avere una 4 di seno.
In clinica eravamo arrivati in orario, un infermiere aveva prelevato zio Edoardo dicendoci che potevamo passare a ritirarlo la sera alle 18. La lungaggine l’avevamo avuto in accettazione per il disbrigo delle pratiche in quanto lo zio Edoardo era coperto anche di una assicurazione sanitaria. Alla fine, avevamo sbrigato tutto. Faceva caldo ed eravamo abbastanza stanchi, zia Teresa non sapendo se nell’agriturismo ci fosse stato la possibilità di pranzare, mi avrebbe fatto sostare in una rosticceria ed aveva preso un pollo arrosto, delle patatine delle birre e ci eravamo diretti all’agriturismo. Il posto era molto bello, c’era una fila di appartamenti ricavati da quello che forse erano state le stalle, più un corpo centrale dove c’era la reception ed anche il ristorante, ma avendo provveduto per il pranzo, lo avremmo sfruttato per la cena
L’appartamentino era molto carino, c’era la camera, il bagno ed una zona giorno con angolo cottura, alla parete da un mobile si estraeva un letto ad 1 piazza e mezza dove avrei dormito io di notte. Ua volta sistemati, quando zia Teresa mi aveva proposto di fare una doccia prima di mangiare avevo accettato al volo, lei l’avrebbe fatta dopo pranzo. Mi ero fiondato sotto la doccia mentre lei apparecchiava. Quando avevo finito con la doccia era uscito, nudo come un verme, sula porta con un accappatoio in mano c’era zia Teresa, i suoi occhi erano andati al mio pacco, aveva avuto un moto sorpresa
- Scusami zia, non sapevo che fossi qui altrimenti avrei spettato a uscire.
- Ti ho portato l’accappatoio dello zio. Non devi scusarti. Ti faccio solo i complimenti, con quel po’ po' di roba che ti ritrovi sotto chissà quante ragazze hai fatto felici.
In effetti madre natura è stata generosa con me, non dico di essere superdotato, ma ho un cazzo di quasi 22cm e di notevole circonferenza, e come aveva detto la zia le ragazze che avevo avuto avevano gradito.
Avevo indossato l’accappatoio ed ero andato a tavola, la zia aveva apparecchiato nonostante mancassero una decina di minuti a mezzogiorno avevano iniziato a mangiare, avevamo una fame da lupi, in poco tempo avevamo spazzolato tutto ed avevamo bevuto 2 lattine di birra a testa. La sveglia all’alba più le birre bevute mi avevano fatto venire sonnolenza, zia Teresa se ne era accorta e mi aveva invitato di andare nel letto in camera a fare sonnellino, lei avrebbe sparecchiato lavato i piatti e poi fatto doccia. Io ero entrato in camera, le persiane erano accostate e le finestre aperte per fare entrare aria fresca, la stanza era in leggera penombra, mi ero steso sul letto e mi ero addormentato subito.
Non avevo la percezione di quanto avevo dormito, ma ad un certo punto qualcosa mi aveva svegliato. Avevo aperto solo gli occhi, restando immobile, volevo guardare l’orologio. Come sempre ero steso su un fianco, appena aperto gi occhi avevo subito sentito l’odore della zia e la vedevo stesa di schiena verso di me ma quasi attaccata. Non mi ero mosso perché c’era altro; la zia aveva fatto doccia anche lei, aveva un telo spugna attorcigliato e legato sopra le tette, ma non era abbastanza luna per coprirla, il suo culo era praticamente scoperto, ma non era queta la cosa che mi aveva scioccato. Zia Teresa, portando una mano dietro, aveva afferrato il mio cazzo in mano ed adesso se lo stava strofinando sulla figa.
La mia sorpresa era stata grande, ma allo stesso tempo la situazione aveva fatto diventare duro come il marmo il mio cazzo. Lei aveva sentito la diversa consistenza ed aveva emesso qualche gemito. Non mi ero mosso, ero in attesa degli avvenimenti, ma ero eccitato sempre di più. Per un paio di minuti avevo fatto finta di dormire, ma quando ad un certo punto aveva appoggiato la mia cappella sul buco della figa, non avevo resistito, avevo spinto il bacino e la cappella era entrata tutta dentro, lei aveva avuto un gemito ed aveva mollato la presa del cazzo. Gli avevo appoggiato una mano sul fianco per fare presa, poi avevo spinto tutto il cazzo dentro. Zia Teresa aveva iniziato a gemere, con la mano che prima afferrava il mio cazzo, aveva sciolto il nodo del telo ed afferrandomi la mano l’aveva messa sulle tette.
La sua figa era calda e bagnata all’inverosimile. Avevo iniziato a pomparla mentre con la mano gli accarezzavo le tette e gli strizzavo i capezzoli. Lei aveva goduto abbastanza presto inondandomi in cazzo e le palle dei suoi umori. Era troppo bello e non volevo finisse mai, aveva rallentato ma avevo continuato a scoparla, lei non smetteva di gemere, i suoi gemiti erano di nuovo saliti di intensità, ad un certo punto aveva avuto un orgasmo più intenso aveva iniziato a divincolarsi, l’avevo trattenuta a stento riuscendo a tenergli il cazzo in figa, ma avevo capito che era arrivato anche per me il momento di godere, mi ero lasciato andare e gli avevo riversato in figa una quantità notevole di sborra, anche io ero appagato.
Eravamo rimasti per un attimo immobili per riprendere fiato, poi lei senza dire nulla si era alzata ed era andata in bagno a farsi un bidet. Era stato a quel punto che avevo guardato l’orologio, ero saltato giù dal letto e corso in bagno zia Teresa stava facendo il bidet, aveva guardato la mia strana faccia
- Cazzo zia sono le 18 meno 15, dobbiamo ritirare lo zio alle 18 faremo tardi.
- Cazzo hai ragione sbrighiamoci.
Ci eravamo vestiti velocemente ed eravamo partiti. Per fortuna la clinica era vicina e per 10 minuti di ritardo non avrebbero certo fatto problemi, anche perché si facevano pagare profumatamente. Mentre guidavo non potevo fare a meno di pensare a quello che era successo e girandomi di lato gi avevo detto:
- Zia, non pensi che abbiamo combinato un terribile cazzata?
- Perché? Io ne avevo bisogno ed è stato meglio con te che con uno estraneo
- Dico proprio questo, non siamo estranei, siamo zia e nipote.
- Tesoro mio, non c’è incesto non siamo consanguinei. Poi ti dico una cosa, non ho mai fatto una scopata che mi ha fatto godere così tanto. A sapere che godevo tanto ti scopavo anche se fossi stato mio figlio. In vita mia non ho mai avuto un orgasmo di questa intensità.
Eravamo arrivati in tempo in clinica, mentre l’infermiera era andata a prendere zio Edoardo, avevamo parlato con il dottore che ci aveva ragguagliati sulle condizioni dello zio, più volte rivolgendosi a me, mi aveva scambiato per il figlio, zia Teresa aveva sorriso ma mi aveva fatto cenno di non correggerlo. Alla fine, zia Teresa rivolgendosi al dottore gli aveva detto che lo zio la sera per dormire prendeva a pastiglia di sonnifero, ma avevamo dimenticato di portarla dietro, il dottore gli aveva dato subito una confezione di barbiturici dicendo che bastava una pastiglia da prendere dopo cena. Rientrati all’agriturismo eravamo andati a cenare nel loro ristorante, quando la cameriera mi aveva scambiato per il figlio, dove che si era allontanata, zia Teresa aveva fatto una risata poi rivolta a zio Edoardo gli aveva detto:
- Il dottore in clinica ed adesso la cameriera hanno scambiato Aberto per nostro figlio, quasi quasi ci conviene adottarlo che ne dici tesoro?
- Magari fosse possibile, ha anche il mio cognome.
Zio Edoardo aveva risposto biascicando le parole ma i suoi occhi si erano illuminati sorridendo. Dopo cena eravamo tornati in camera, lo zio era un po' stanco a detta della zia e lo aveva portato in camera per metterlo a letto, io mi ero seduto sul divano e guardavo la televisione. Era passata una ventina di minuti e non vedendo la zi ritornare avevo deciso di controllare se tutto fosse a posto. Per fortuna la porta era socchiusa altrimenti avrei fatto una gaffe tremenda. Quello che avevo davanti mi aveva sorpreso molto. Zia Teresa aveva indossato l’accappatoio, adesso era piegata sullo zio e gli stava facendo un pompino mentre lui con la mano attiva gli palpava le tette. L’espressione del viso di zio Edoardo era di intensa goduria, ad un certo punto rivolto alla zia aveva biascicato parole che non ero riuscito a capire:
- Sei il solito porcone. Ti accontento, ma facciamo piano altrimenti Alberto sente.
Zia Teresa gli era andata sopra e si era impalata sul cazzo. Lo zio doveva essere particolarmente eccitato perché, dopo un paio di minuti aveva goduto. Ero corso a sedermi sul divano, e zia Teresa do un cinque minuti era venuta in sala. Era ancora in accappatoio, diretta alla macchinetta del caffè ed aveva detto:
- Tu lo vuoi un caffè? Non è moka è quella con le cialde
- Se prendo un caffè adesso poi va a finire che non dormo tutta la notte.
- Perché, tu stanotte avresti intenzione di dormire?
Mi aveva portato il caffè, e dopo aver bevuto il suo mettendo un dito sulle labbra mi aveva fatto cenno di stare zitto, poi si era avvicinata alla porta della camera a spiare zio, quando si era girata, si era diretta verso il mobile letto e dopo averlo aperto si era stesa facendomi cenno di raggiungerla
- Pensavo che dopo scopata con lo zio fossi a posto.
- Lo sapevo che avresti spiato. Ti sei eccitato? Quello non è stato nemmeno aperitivo
Dalle parole era passata ai fatti, in un attimo mi aveva spogliato, poi aveva preso il cazzo in bocca ed aveva iniziato a farmi un pompino. L’avevo invitata a mettersi a 69, anche io avevo iniziato a leccargli la figa, era un lago di umori, non aveva resistito tanto mi era voluto venire sopra, si era impalata ed aveva iniziato a cavalcarmi, stavolta dopo un po' aveva goduto. Quando l’avevo fatta sdraiare e gli ero andato sopra mi aveva attorcigliato le gambe dietro la schiena, poi aveva iniziato a baciarmi in bocca come una assatanata. Al suo ennesimo orgasmo avevo sborrato anche io, non mi aveva liberato, aveva voluto che gli stessi dentro fino a quando il cazzo non si era ammosciato ed era uscito da solo.
Dop che si era lavata, era sdraiata su un fianco come il pomeriggio, e mi ero avvicinato appoggiandogli il cazzo sul culo ed avevo iniziato a palpargli le tette, il cazzo era ritornato subito duro. Lei pensando che volessi scoparla come nel pomeriggio aveva sollevato leggermente una gamba per facilitarmi la penetrazione, ma quando gli avevo appoggiato il cazzo nel buco del culo aveva avuto uno scarto
- Sei matto? Così senza niente mi sventri. Non l’ho mai preso ed il tuo cazzo è grosso. Ma ti prometto che, se procuriamo qualcosa che non mi faccia sentire male sarai il primo ad averlo.
Avevamo scopato in tutte posizioni, eravamo spossati ma quando stavamo per addormentarci lei era andata in camera dallo zio. In effetti se lo zio per assurdo si fosse svegliato sarebbe stato un casino.
Il mattino dopo, accompagnato zio in clinica, eravamo andati a fare una passeggiata in centro, Zia Teresa approfittando che era periodo di saldi voleva fare shopping. Mi ero attardato davanti a una vetrina dove c’era un bellissimo completo di Armani, ma anche se in saldo era troppo costoso per mie finanze. Zia Teresa aveva insistito molto per regalarmelo ed alla fine avevo acconsentito. Eravamo entrati, io ero andato in camerino a provare il vestito, ero gasato, ed una volta indossato ero uscito ed avevo chiesto
- Che ne dici “mamma” mi sta bene?
Zia Teresa ea rimasta quasi a bocca aperta, ma i suoi occhi si erano illuminati.
- Tesoro sei bellissimo. Ti sta a pennello, le ragazze ti sbaveranno dietro.
La commessa, una signora sulla cinquantina, ci aveva guardato sorridente ed aveva aggiunto.
- Con il fisico che ha, farebbe conquiste anche con jeans e maglietta. Complimenti signora ha fatto proprio un bel ragazzo ne deve essere fiera.
Zia Teresa era la gioia fatta persona, aveva pagato ed eravamo usciti, appena fuori mi aveva preso sottobraccio e poi con uno sguardo che sprizzava gioia da tutti i pori mi aveva detto:
- Quando mi hai chiamato “mamma” dentro il negozio, la figa mi si è bagnata, mi sono eccitata da morire. Poi quando la commessa ha fatto i complimenti al tuo fisico stavo anche per dirgli, “e non ha visto il cazzo che ha”, mi sono trattenuta a stento.
Ci stavamo avviando verso l’agriturismo per pranzare ma prima zia Teresa si era voluta fermare in farmacia. Anche a pranzo, davanti ai camerieri avevo continuato a chiamarla “mamma”, ed ogni volta il suo viso si illuminava. Dopo un pranzo veloce ci eravamo avviati all’appartamento, sulla porta mentre aprivo zia Teresa aveva iniziato a palparmi, una volta aperto la porta mi aveva baciato in bocca:
- Sei matta? Può vederci qualcuno.
- Non me ne importa, mi eccita. In questo momento vorrei scoparti mentre la gente ci guarda.
Appena in camera mi ero spogliato e steso sul letto, lei si era spogliata e si era stesa accanto a me, viste le premesse pensavo si sarebbe buttata sul mio cazzo; invece, guardandomi in modo serio aveva detto:
- Sai in questi giorni che tutti ti scambiano per mio figlio ho una strana eccitazione addosso. Le mie amiche mi hanno raccontato che quando allattavano i loro figli, sentivano una strana eccitazione, qualcuna ha anche ammesso di aver avuto anche orgasmi, anche nei momenti in cui il bambino mordeva in capezzolo facendo male loro si eccitavano. Ti va di provare a succhiare i capezzoli?
Svevo preso un capezzolo in bocca ed avevo iniziato a succhiare, lei era molto eccitata, aveva subito iniziato a gemere di piacere. Avevo portato una mano alla sua figa, era bagnatissima, dopo un po' che la toccavo aveva goduto, ma non mi ero fermato avevo continuato a succhiare ei gemendo aveva detto:
- Bravo, così bambino mio, succhia la tetta di mamma mi stai facendo impazzire
- Mamma. Posso mettertelo dentro e scoparti? Ho vogli della tua figa.
- Certo figlio mio, con mamma puoi fare tutto quello che vuoi.
Li ero andato sopra, il cazzo gli era scivolato subito dentro. Lei mi aveva attirato a se e mi aveva baciato in bocca, dopo il bacio avevo di nuovo iniziato a succhiare i capezzoli, lei continuava a godere
- Madonna mia, quanto stai sborrando. Mamma sei una gran troia.
- Si amore di mamma, sono la tua troia fottimi fatti godere.
Mi aveva attorcigliato le gambe dietro la schiena, io avevo continuato a pomparla, ma avevo iniziato a schizzare dentro la sua figa, aveva avuto u intenso orgasmo, si era messa ad urlare come una ossessa, temevo che qualcuno ci avesse sentito. Mi ero adagiato su di lei che mi teneva ancora bloccato e non mi mollava continuando a baciarmi accarezzarmi, poi ad un certo punto lei aveva iniziato a piangere.
- Cosa è successo? Perché adesso piangi?
- Non preoccuparti figlio mio sono lacrime di gioia. Non avevo mai goduto in modo così intenso. Promettimi che domani quando torniamo a casa non finirà. Prometti che mi scoperai ancora.
- Te lo prometto, ti scoperò ancora tutte le volte che lo vorrai.
Eravamo rimasti abbracciati a lungo, poi lei scostandomi si era alzata dicendo
- Devo darmi una lavata mi hai riempito di sborra e poi ho una sorpresa per te.
Quando era ritornata stendendosi accanto a me mi aveva fatto vedere un vasetto di crema dicendo
- Ieri ti avevo promesso di darti il culo. Mi sono attrezzata in modo che puoi incularmi.
- Hai preso la vaselina da spalmare sul buco del culo?
- Questa è ancora meglio. È un gel anestetizzante non sentirò nessun male.
Aveva intinto le dita nel gel e se lo era spalmato sul culo. Poi aveva infilato anche un dito dentro il culo. Una volta finito aveva iniziato a succhiarmi il cazzo mentre io gli leccavo la figa, era eccitatissima e continuava ad avere piccoli orgasmi, ad un certo punto si era staccata dicendomi
- Adesso figlio mio è arrivato il momento, inculami, spacca il culo alla troia di mamma
Si era inginocchiata mettendosi a pecorina, gli ero andato dietro gli avevo appoggiato la cappella sul buco del culo. Il gel faceva il suo effetto, non lo sentiva nemmeno, avevo cercato di spingere ma facevo fatica ad entrare, sentivo male io, poi con un colpo di reni ero riuscito a infilare la cappella e poi avevo spinto
- Tesoro lo sento è tutto dentro non sento dolore è piacevole, dai inculami così.
- Mamma così sembri una cagna, più che una troia. Sdraiati di fianco che ti inculo in quel modo.
Si era messa di fianco, gli avevo fatto alzare una gamba, stavolta il cazzo era scivolato dentro con facilità, ed io in questa posizione riuscivo a palpargli le tette. Avevo tentato di arrivare alla figa a era complicato, avevo invitato lei a toccarsi, aveva subito ubbidito ed iniziato a gemere. Adesso la tenevo per i fianchi e potevo pomparla con più facilità. Lei non smetteva di gemere dicendo che più la pompavo più provava piacere, anche io ero eccitatissimo e l’avevo invitata a toccarsi ancora perché stavo per sborrare. Quando gli schizzi si erano riversati nel suo culo aveva continuato a smanettarsi e dopo poco aveva goduto.
- Madonna mia, non pensavo che avrei goduto tanto anche dal culo.
- Adesso devi essere tu a prometterti che ti lascerai inculare solo da me.
- Certo che te lo prometto. Guarda che oltre lo zio ho scopato solo con te. Mi basti tu.
La sera non era stata diversa da quella prima, zi Teresa aveva dato la pastiglia a zio Edoardo e poi mi aveva raggiunto. Aveva voluto prenderlo per due volte nel culo, fino a quando era riuscita a sborrare senza toccarsi.
Al ritorno a casa, mi aveva raccomandato di passare spesso a trovarli. Dato che i miei genitori lavoravano tutte e due, al mattino vero le 10, portandomi i libri andavo da loro, restavo in camera con lo zio a studiare, li era felice della mia compagnia ed era contento che mettevo tanto impegno nello studio. Pranzavo con loro poi la zia dava allo zio mezza pastiglia per riposino pomeridiano, altro non era che il modo di stare tranquilli e scopare per una oretta poi io rientravo a casa. La storia era durata parecchi mesi, in media due o 3 volte la settimana andAvo da loro. La zia non era mai sazia e la cura del cazzo gli faceva molto bene, diventava sempre più bella. Purtroppo per lo zio invece le cose non miglioravano ed una notte all’improvviso era venuto a mancare per un infarto.
Dopo la morte dello zio ed i relativi funerali, era passato quasi un mese senza vedere la zia. Una sera mentre cenavo zia Teresa aveva chiamato papà, che dopo mi aveva avvisato che dopo 3 giorni ci sarebbe stato l’apertura del testamento dello zio Edoardo e che il notaio chiedeva la sua ma anche la mia presenza insieme a quella della zia. Il seguito del racconto nell’altro capitolo.
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