Agente Lucy - 10
di
Ambiguo
genere
dominazione
Ci hanno separati appena giù dall'aereo.
Dolores è stata presa in consegna da quelli dell'Intelligence che le devono creare una nuova identità per seppellirla magari in qualche villaggio del Montana, il senatore è stato portato via dall'FBI, io sono stata sequestrata dai medici della clinica.
Ci sono rimasta cinque inutili giorni. Mille esami, cure e terapie riabilitative.
Il dottor Hiroshi è disgustato, non ho alcun rispetto per il lavoro della sua équipe, dopo ogni missione gli riporto indietro un catorcio di figa. S'è lamentato anche col Colonnello di quello che s'è ritrovato tra le mani, lui si lamenta sempre!,
M'ha comunque rimessa in sesto: pelle fresca da diciottenne, orifizi da verginella al primo appuntamento, agilità da ginnasta alle olimpiadi ed elasticità da porno attrice pronta a ricominciare. L'ho ringraziato con un bacetto per il seno meraviglioso che m'ha regalato. Non lo dice mai ma mi vuole un bene dell'anima.
La parte divertente del ricovero sono stati i colloqui con la mia strizzacervelli, la dottoressa Hollie Thompson, bianca, trentasette anni ben portati, matta il punto giusto, uscita a pieni voti dalla Stanford University ed innestata stabilmente nel mio cervello peggio dei sensori quantici. Mi segue da sempre, da quando sono diventata Lucy.
“No Lucy, è pericoloso, terribilmente pericoloso: tu hai allentato le difese! Non va bene, dobbiamo rimediare subito.”
Questo solo perché le ho confessato di una specie di riflesso condizionato che m'è venuto, dura un nulla, ma ogni volta che vedo una porta aprirsi credo sia un nuovo cliente. “Ma non è niente! È normale, in quel bordello c'ho passato quasi tre settimane. È solo un'impressione, passerà col tempo.”
“No, non possiamo permettercelo.”
Il giorno dopo aveva già risolto il problema. A modo suo. “Ci sono novità: qualcuno ha raccontato a Félipe lo scherzetto che hai fatto al suo figliolo (tra parentesi: sei stata geniale!) e temo gli abbiano anche detto che ti trovi a San Diego. Félipe ha giurato che verrà a prenderti.”
“Ohccazzo!”
“Bene, ora starai più attenta quando si aprirà una porta. È il sistema che si usa negli allevamenti di trote, per non farle impigrire ed ottenere carni migliori, si mette un luccio nel laghetto... L'ho consigliato io al Colonnello.”
Immensa invidia! Hollie è l'unica che può permettersi di dare consigli al Colonnello, lui non ascolta nessun altro. È l'impressione che abbiamo tutti qui al Centro, io compresa, il Colonnello sente tutti ma non ascolta nessuno. Sono orgogliosa d'averla come amica.
S'è ammazzata dalle risate quando le ho raccontato la mia tragica missione. Fa piacere, aiuta a sdrammatizzare. Con me condivide un sacco di interessi e passioni (shopping, arredamento, basket, cavalli, vino e mille altri) e siamo in sintonia anche sui gusti sessuali. Hollie, come ogni donna con una buona fantasia, si coltiva fantasie proibite nientemale e le confessa a me, che mi sono bruciata tutte le mie fantasie realizzandole per lavoro.
Hollie ha un debole, una vera fissa, una passione patologica per militari, guerriglieri e marines, meglio se latini o di colore, rigorosamente in branco e delinquenti brutalizzatori, e m'ha costretta a raccontarle e riraccontarle i miei stupri da caserma facendomi domande assurda. “Aspetta aspetta, avevano la mimetica sudata? Gli anfibi lucidi o infangati. E il terzo, non mi hai detto com'era il terzo nel capanno, era più dotato del sergente? Okay te l'ha messo prima in bocca, ma come?, scopandoti la gola?...”
Ogni volta devo aggiungere particolari e senza volerlo comincio a barare, a metterne di inventati, ad esagerare sul numero, sulle dimensioni e sulle prestazioni.
Farmi sparare cazzate mostruose è la sua terapia: esagerare ed inventare m'aiuta a distaccarmene come se fossero davvero solo fantasie che ci si scambiano tra amiche. Lei ovviamente usa termini scientifici, dice che questo m'aiuta ad esorcizzare.
E la eccita.
L'altro punto dolente su cui ci abbiamo perso quattro ore è stata la gang nella bisca.
“È un grosso problema, Lucy, hai subito passivamente, nemmeno sai chi è stato. Okay, è stato Dylan e di lui ti sei vendicata (tra parentesi: sei stata geniale!), ma degli altri non sai nulla, rischiano di diventare dei fantasmi che ti perseguiteranno tutta la vita se non li affronti.”
“Non è vero, a loro non ci penso nemmeno, erano solo puttanieri di merda.'
“Vedi? Sono fantasmi. Tu sei fatalista già di tuo, ci manca solo che ti porti dietro i fantasmi. Dobbiamo esorcizzarli.”
“E come si fa?”
“Con l'ipnosi! Se ti concentri puoi arrivare a riconoscerli.”
“Seee, com'è possibile? Avevo la testa nel muro.”
“Era la festa della città, scommetto che puoi almeno distinguere i soldati in licenza.” Con Hollie si finisce sempre sui militari. “Non dirmi che non riconoscevi i più giovani con il testosterone a palla.”
É stato estenuante, mi sono rivissuta un lungo pomeriggio di gangbang con Super Mario in testa senza nemmeno le due pause che m'ha concesso Félipe Junior, ma alla fine ce l'ho fatta. “Centododici. Trentasette erano sicuramente i tuoi soldati in festa.”
È accaldata anche lei, ha le lenti appannate mentre controlla il rapporto. “Brava, ci sei andata vicino... qui dicono centoventisei.”
“In quattordici hanno fatto due giri, ne sono sicura.”
“Ah!, notevole.”
“Non direi, nemmeno tredici dollari... Ci sono influencer che fanno di meglio.”
“Ma è un altra cosa...” Chiude la cartelletta. “Bene, direi che abbiamo finito! Magari ci si vede al maneggio, sono due settimane che non ci vado, farebbe bene anche a te una bella cavalcata in spiaggia.”
“Magari combiniamo... Senti, darò una festa per il mio ritorno, t'interessa?”
“Lo sai, non mi vanno le feste.”
“Ci saranno anche tre miei nuovi amici, tre magnifici animali da sesso, se vuoi li faccio venire in mimetica solo per te... che ne dici?”
“Che sei un'amica, ma la confusione non fa proprio per me.”
“Ci sono camere appartate e tre è la confusione perfetta.”
“Posso crederti, ma qui non sono io quella in cura, ahaha!... e poi ho una bimba di tre anni!”
Non ha detto no.
- - -
Finalmente incontro il Colonnello.
Una girata di sette minuti da levarmi la pelle!
Me la merito, ho fatto troppe cazzate e non ho terminato Uribe alla prima occasione solo perché Dolores era appesa sopra uno stagno di piranha.
E non gli sta bene nemmeno il mio rapporto, due paginette stringate buttate giù mezz'ora prima. L'ha fatto letteralmente infuriare la mia richiesta di nuclearizzare quel cesso di posto. Sono stata scema, avrei dovuto chiedere ad Hollie di suggerirglielo lei.
Ma gli obiettivi sono stati raggiunti e il Colonnello è uno che guarda ai risultati: mi concede due premi inaspettati!
No, non nuclearizzerà la cittadina di Félipe: una vacanza premio e l'onore di chiudere definitivamente questa cazzo di tragica missione.
Lo ringrazio.
Ha già gli occhi sul monitor.
Saluto.
Mi richiama indietro. “Ah Lucy, pare che Félipe ti stia cercando, t'ha promessa al figliolo.”
“Starò attenta.”
“Sì, non combinarci altri casini.”
- - -
Beh, il primo premio mi toccava di diritto, dopo una missione cinque giorni di ferie li concede a tutti, ma a me ha fatto addirittura silenziare i sensori quantici! Vacanza assoluta!
All'inizio avevo quasi paura, mi sentivo persa dopo due anni di vigilanza.
No, non siamo andati in una villa davanti all'Oceano ma in una baita di legno nello Yosemite Park. Solo io ed il mio amore, come due coloni nella foresta: la brace nel camino, niente elettricità, il silenzio dei boschi, nessun telefono, la spessa nebbia del mattino, i cavalli e... nessuno che ci spiava.
Mai sentita così bella!
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Mark è felice di rivedermi.
O ha un coniglio nascosto nei pantaloni.
No, la sua erezione non è per me, gli viene sempre duro quando parla dei suoi progetti. “Cazzo Lucy, sei sparita! Ormai mi davo per spacciato.”
Sì, posso crederlo, è in uno stato pietoso! M'è piombato in casa diciotto minuti dopo che i ragazzi del Centro gli hanno mandato il messaggio ch'ero tornata. M'hanno tenuto loro i contatti professionali durante la vacanza colombiana.
“Cazzo Mark, cosa continui con 'sta storia? Io ti ho sempre risposto, non sono sparita.”
“Sì, solo messaggi del cazzo ed intanto io dovevo tenere buoni tutti! Lo sai, i coreani vogliono solo te ed hanno anticipato tutto per il noleggio del galeone. È per mercoledì prossimo, faremo due giorni di riprese, contiamo di tirarne fuori una piccola serie di tre video. Dimmi che ci sei o mi affogo nella tua piscina!!”
“Sì, sì, ci sono, ci sono, te l'ho detto mille volte! Come cazzo devo dirtelo?”
Minchia, che palle questo qui!
Scendo in palestra con lui che mi scodinzola dietro come un cane festante per il ritorno della padroncina. Mi metto alla macchina per tonificare i glutei.
Mark rimane in piedi dietro alla macchina, ora l'erezione è più evidente, ma solo perché mi sta raccontando il suo cazzo di film.. “... è ambientato nel Seicento, costumi d'epoca da non crederci! Tu sei la figlia del capitano olandese la cui nave viene abbordata dai pirati. Ti giuro, abbiamo scelto solo attori delle isole polinesiane e Maori della Nuova Zelanda, il realismo e tutto!, beh il capitano dei pirati ti tortura e ti fa violentare dai suoi uomini davanti al padre, immaginati la scena!, legata ad un vero albero di un vero galeone... poi la trama te la spiego meglio, ho tutto in testa, tu magari per salvare tuo padre accetti di fargli un pompino o scoparlo davanti alla ciurma e si può fare che magari lui impazzisce e ti punisce ficcand...”
“...?”
Perché s'è bloccato?
Ah, è entrata Dolores con l'asciugamano al collo. S'è appena fatta sette chilometri di riscaldamento ed ora deve fare addominali e dorsali.
Con due dita richiudo la mandibola di Mark.
“Ch... chi è?”
“Un'amica.”
Gli s'è ammosciato. Dolores fa questo effetto ai maschietti timidi.
“Fa paur... È fantastica!”
E non l'hai vista spaccare legna nello Yosemite Park.
“Mark ascoltami io ci sono, ma quest... E guardami quando ti parlo!!! Cazzo Mark, questo film è una merda! Spenderete un sacco di soldi per girare un filmetto del cazzo uguale a tutti gli altri.”
“Non è vero, è assolutamente realistico! Ed io ho tutto qui in testa.”
“Fa' come vuoi, ma poi quelli vorranno le tue palle quando faranno i conti. Te le taglieranno, non girerai più nemmeno pubblicità per detersivi!... Riflettici e dimmi se non ho ragione.”
“Lo so, Lucy, lo so cazzooo! Ma ormai la macchina è partita, non si può più tornare indietro. È per questo che tu devi essere assolutamente fantastica e non devi fare la smorfiosa per le scene troppo dure. Qui mi gioco il culo anch'io!”
Beh, Mark non è completamente pirla.
“Una soluzione ci sarebbe, invece.”
“E quale? Scappare in Tibet?”
Non scherza, è angosciato, se perdono soldi i suoi soci possono essere peggio dei miei colombiani.
“No... Non so, potresti rivedere la trama ed il cast. Perché il capitano dei pirati dev'essere sempre un omone con barba nera e e gamba di legno? Non stai girando Peter Pan, cazzo.”
“No, a questo c'ho pensato, ho già in mente come fargli usare la gamba di legno.”
“...?!!!” Ommerda!, crede davvero che son di gomma. “Sì, Geppetto!... ma se invece il capitano fosse donna? Pensa, una figona nera incredibile, bellissima e sadica?”
Mark non è proprio così pirla, capisce al volo. Fissa Dolores che sta facendo squat davanti lo specchio.
“Sì sì sì, cazzooo!!! È un'idea pazzesca! Funzionerà, lo sento, ce l'ho duro come mai prima! I coreani non crederanno ai loro occhi!”
Cazzo, mi sono bagnata anch'io.
“Ma lei ci sta? Non è una che poi che mi si blocca davanti alle telecamere?”
Dolores ha capito che parliamo di lei. È dritta in piedi che ci fissa, bella e inquietante come la prima volta sullo yacht di Vargas.
“Tranquillo, non ti deluderà. Intanto immaginatela con frusta in mano e strap-on.”
“Argh.” S'è sporcato nei boxer. “Abbiamo solo otto giorni per riscrivere la sceneggiatura, dobbiamo lavorarci giorno e notte...”
“No Mark, tu adesso ti levi dalle palle. Lascia fare a noi.”
Lo sbatto fuori.
Dolores mi s'avvicina. Il bacino le ondeggia come una pantera nera, il ventre piatto è lucido. Con la punta della lingua le rubo la gocciolina di sudore nell'ombelico.
“Cos'è questa storia? Ho sentito che parlavi di strap-on.”
“Esigenze sceniche. Dobbiamo salvare Mark, ha la fantasia di un sedicenne.”
“Non è stata una bella idea portarmi qui. Peggio per te!” Mi sfiora il capezzolo e prendo la scossa. “Non l'abbiamo più fatto così... Ti manca?”
“Da morire.”
Per la verità il sesso con lei è sempre impegnativo e nello Yosemite Park m'ha strappato orgasmi tellurici, ma è vero, non abbiamo più fatto nulla di paragonabile alla palestra dello yacht del fu-Vargas.
“Ma adesso è diverso. Era per lavoro, non... non ci conoscevamo.”
Dolores non ce la farà mai a dirmi che mi ama.
“Hai ragione.” Dico.
L'adoro quando si lascia palpare, rimane ferma in piedi e pazientemente lascia che la tocchi tutta come una pantera nera che fa le fusa ringhiando. In questi momenti credo quasi che sia mia. “Ci stai pensando?”
“A cosa?”
“Alla sceneggiatura per Mark.”
“Sì.”
Mi si blocca il respiro. “Mi ecciti quando pensi a me.”
“Vuoi sapere a cosa sto pensando.”
“No! Non dirmi nulla!”
“Come vuoi.” Due polpastrelli mi premono l'ano. “Cazzo, Lucy, tu tiri fuori il peggio di me.”
No, non dirà mai che mi ama.
- - -
Nella mia villa da pornostar è gran festa.
Ho dato un party per il mio ritorno, se non sono miei ma del Centro i soldi che guadagno facendo l'agente segretissimo sottocopertura li spendo in feste e arredamento.
Ho trovato anche un meraviglioso simil divano uguale spiccicato a quello di Vargas ma a un decimo del prezzo. Fa una figura pazzesca nella mia sala, ne sono orgogliosa e gelosa. La festa è solo fuori, attorno alla piscina, non voglio che qualcuno mi rovini anche questo.
C'è tutto il gran bel mondo che frequento: papponi, spacciatori, artiste ed artisti porno, loschi uomini d'affari qui per fare affari loschi, stilisti stile frocioèbello, tecnici di riprese che vorrebbero mostrare alle attrici come si fa, produttori che lo mettono in culo indistintamente a tutti, talent scout che promettono carriere fulminanti a novizie e novizi, chirurghi plastici fieri delle tonnellate di silicone in giro, medici spacciatori di cremine miracolose, agenti non segreti sotto le coperte delle attrici, ragazze bianche e ragazzi neri più ragazzi bianchi e ragazze nere attorcigliati in grovigli multietnici... insomma, qui la più discreta si farebbe scopare sul palco del Wembley Stadium e il più onesto venderebbe la sorella per una particina.
E ci sono i registi. Tutti superiori, tutti che non capiamo il loro messaggio, tutti che vedono più lungo dei cazzi che fanno lavorare. E tra loro c'è ovviamente Mark.
È in uno stato pietoso, se a qualcuno scappa uno starnuto vola via. Mark non regge la tensione prima di girare, è dilaniato da dubbi e paure e cade in depressione fatalista, convinto che ogni cosa andrà male nel peggiore dei modi.
È messo così male che muove a pietà la stessa Dolores, che è la causa prima del suo stato. Non c'è verso di tranquillizzarlo, Mark s'è messo in testa che la mia sadoamante avrà un blocco davanti alle telecamere mandando tutto a puttane. Non gli resta che scappare in Tibet.
Dolores è disgustata: “Questa festa è già una palla, Lucy, ci manco solo quel segaiolo che piagnucola disperato.”
Ci siamo vestite abbinate, io mi sono infilata una tutina nera spennellata sul corpo che più nudo non di può, lei i suoi leggings bianchi più top che sono una morsa a cuore e coglioni. La mia fendom nera in bianco stordisce maschietti e femminucce.
“Mark è sempre così prima di girare, non prendertela, non ce l'ha con te.”
“Okay, ma se va avanti così è il primo che uccido in questo cazzo di party.”
Devo salvare la festa.
Le sussurro all'orecchio la mia idea. Ovviamente glielo lecco.
Dolores se lo asciuga pensierosa. “Dici davvero che possiamo guadagnarci qualcosa?”
“Certo, hai il copyright.”
“No, il cinquanta è tuo.”
“Va bene.” Mi toccherà dare altre feste.
Mark non riesce a stare seduto, comincio ad incazzarmi più della mia sadoimpaziente.
L'abbiamo obbligato seduto sulla panca davanti allo schermo a parete, giù nella mia palestra. Qui non c'è nessuno. Chiudiamo a chiave. “Mark, abbiamo una cosa, ci devi fare un favore con i coreani.”
“Lucy, per te tutto quello che vuoi!”
Dolores mi spinge lontano. “No cazzo, qui dobbiamo parlare d'affari!... Questo stronzo sa tenere la bocca chiusa?” Chiede a me.
“Ma sì, è del giro, sa trattare con loro.”
Mark si guarda bene dal parlare, ha le bocce di Dolores a venti centimetri dal viso. E gli occhi che lo scrutano nel profondo.
“Io non mi fido di questo segaiolo.”
“Tu non ti fidi di nessuno!... Mark, falla contenta, promettici che terrai il segreto.”
“Che segreto?” Minchia, ora Mark è più agitato di prima.
Dolores mi ri-spinge via e torna addosso a Mark. “No, le promesse di un segaiolo non valgono un cazzo... Mark, ti faccio io una promessa: se parli ti strappo i coglioni a morsi, capito?... Sempre se ce li hai.”
Temo gli siano rientrati.
“Bene, ehm, adesso abbiamo chiarito... Tu Mark hai contatti con i coreani e sai come montare un video... Noi abbiamo un paio d'ore di girato da telecamere fisse, siamo sicure che si possono vendere bene ma vanno sistemate per benino e abbiamo bisogno di uno che tratti coi coreani. Ci stai?”
Mark scuote la testa di un paio di millimetri, non ha capito un cazzo se non che la sadolesbica gli strapperà i coglioni a morsi. Che vita la mia!
Riprovo: “Tu devi vendere un nostro video ai coreani, tutto qui e ovviamente ci guadagni anche tu!... Ma prima te lo guardi tranquillo poi ci dici cosa possiamo farne. Sarà sicuramente d'aggiustare ma t'assicuro che è fantastico e finalmente non avrai più dubbi su Dolores davanti alle telecamere.”
Col telecomando lo faccio partire. È la ripresa dall'alto di una piccola palestra. C'è una figa bionda nuda con cinturone in vita, legata appesa con ball gag in bocca. Poche balle, sono strafica! Ma c'è anche lei, la pantera nera, le sue natiche muscolose viste dall'alto sono da brivido.
Mark è già ipnotizzato.
“Okay, ti lasciamo tranquillo.”.
“Dove cazzo vai?!” Dolores blocca il video. “Ma se non abbiamo ancora parlato di affari, di che cazzo ci spetta!”
“Mi fido di voi due, decidete voi, io in queste cose sono un disastro.”
Mark m'implora con gli occhi di rimanere.
“Bye bye, Mark!”
Il party attorno alla piscina illuminata è la solita roba: chi balla, chi se la tira, chi tira. Mi s'illumina il cuore, c'è anche Hollie!!!
La mia strizzacervelli è appena arrivata, s'è messa in tubino nero aderente, il massimo della trasgressione per lei, ma stride in pochino tra chiappe e seni in elastico e lucidi addominali a vista. Eppure per me ha il suo perché, valorizza il suo fisico ed è più intrigante del puttaname attorno. E non ha rinunciato agli occhiali.
Non ci ho mai lesbicato, è rigorosamente etero con passione per militari.
Corro a salvarla, ha già addosso tre personaggi che conosco, le staranno proponendo di girare 'Alla Dottoressa Piace in Culo'.
“Ciao Hollie!!!” La bacio.
“Ciao, non potevo mancare ma devi scusarmi, devo tornare presto, la baby sitter non può fermarsi molto.”
Okay, ha detto quello che doveva dire. L'accompagno attraverso la folla, mi racconta del disegno che sua figlia ha fatto all'asilo mentre aggiriamo le chiappe pelose di un imponente orso di due metri. Ci sta dando fra le chiappette di un frocetto già sudato in ginocchio su un tavolino da party.
“C... c... ciao, Lucy.” Mi saluta fwlicw di vedermi.
“...?” Lo riconosco!, è il meraviglioso inglesino twink che ci ho lesbicato una vita fa. Non ricordo il nome, ma tiene il bacino inarcato come solo le frocette sanno fare.
“Che bello!, anche tu qui?! Ti stai divertendo?”
Ho fatto una domanda stupida, lo slimonazzo mentre l'orso lo scava in culo. Sì, si sta divertendo alla mia festa..
“Vieni Hollie, andiamo, devo farti vedere una cosa fantastica! È in sala.”
Le dico di chiudere gli occhi, non vuole. M'impongo, no non ama le sorprese. Litighiamo e allora li chiude. L'accompagno davanti: “Adesso puoi aprirli e dimmi se non è un amore.”
Delusione! Hollie non s'innamora al primo sguardo del mio divano.
“É bello, anzi è bellissimo... ma non è come quello di Vargas?”
Le ho fatto una testa così per il mio divano.
“Beh, è una vera imitazione!”
Cazzo, che bello ridere con Hollie.
“Però ne dovremo parlare. Lo capisci anche tu che è strano che ti sei portata in casa il divano su cui hanno ammazzato Vargas dopo che ci hai fatto sesso?”
È una strizzacervelli, Hollie ha il sesso in testa.
Mi metto una benda sull'occhio sinistro.
“E questa che trovata sarebbe?”
“Per te, Hollie, non voglio che vedano.” I ragazzi annoiati del Centro mi bippano in testa protestando. “Siediti sul divano e aspettami.”
Volo per la sala e torno col regalo per Hollie.
S'aggiusta gli occhiali. “Oh cielo!”
Spingo in avanti i tre ragazzi della squadra olimpica di stupro sincronizzato, garantiti 21x21. Li ho fatti mettere per lei a torso nudo, occhiali a specchio, anfibi e pantaloni della mimetica con primo bottone slacciato.
Hollie si alza. “Ma non sono quelli delle foto col senatore?”
“Come potevo lasciarli là? Allora, ti piacciono?”
“In effetti sono... sono notevoli.” Deglutisce. “Ma sono gay?”
“Oh, s'inchiappettano e trapanano dove capita.” E in effetti uno sta già cercando con me. Lo spingo indietro. “Non sono eccitanti?... Non parlano ancora inglese, ma non credo che ci vuoi chiacchierare.”
“Lucy!!! Non prendermi in giro, ho una figlia di tre anni!”
E ha detto anche questa.
“Scusa.”
Palpo piena mano il pacco di quello vicino. Un attimo d'esitazione e Hollie si sente libera di toccare bei cazzi anche lei.
“Io devo andare, fuori m'aspettano... Sopra la scala a sinistra c'è una camera libera, se ti va una chiacchierata in spagnolo.”
“Io e te dobbiamo parlare seriamente.”
“Bye bye, Hollie!”
Saluto e sbaciucchio tutti, conosciuti che non conosco e sconosciuti di cui ho letto dossier chilometrici.
Sono preoccupati per me, mi chiedono perché ho la benda da pirata, sto lanciando una nuova moda, rispondo.
Cazzo!, quella ninfotraditrice di Dolores sta lesbicando con le gemelle ungheresi, due puttanelle porno ad ampio spettro. Sono belline, lo ammette anche la mia invidia, e sono maledettamente giovanissime (ma sicuramente maggiorenni se prese in coppia).
Sarei curiosa di sapere cos'ha concluso con Mark, ma non vado a disturbare, siamo una coppia aperta e finalmente Dolores non dirà più che le mie feste sono una palla.
I bip mi battono in testa.
Mi levo la benda. “Okay ragazzi, volete vedere anche voi.”
Sul prato c'è un drappello di guardoni in cerchio. Spintono per vedere se c'è qualcosa che val la pena di vedere. Fatico a passare, dev'essere proprio qualcosa che vale la pena... No, è un numero da circo, un' italiana in età appena legale ad inizio carriera, una stellina che pensa di sfondare facendosi sfondare da un alano maculato.
Che merde! I cani sporcano in giro!
Me ne vado pentita d'aver ospitato cani e porche.
I ragazzi protestano.
“Scordatevelo, non lo ciuccio al cane.”
M'arrivano bipbip da cane bastonato.
Incappo in Douglas! Mi porta a spasso mano sul culetto e racconta alla sua troietta che palpa con l'altra mano come m'ha scopata in elicottero sul Grand Canyon e promette di farlo anche con lei. Di me ha ben poco altro da raccontare, non sa che sono stata io a fargli saltare in aria i depositi di armi.
Gli passo un drink: per prenderlo è costretto a lasciarmi la chiappa e io saluto lo stronzo.
Dovrei cambiare giro, provare a frequentare gente a posto, ma come faccio?
Mi s'incolla Jordan, bel ragazzo ma nulla di rilevante nel dossier.
Ventisei anni, da almeno dieci è sul mercato eterogay. È uno sfigato innamorato perso di Lachie, professione toyboy al servizio di un'ereditiera ereditabile che non ne vuole sapere di schiattare. C'è anche lei al party, è la padrona di bel Lachie e dell'alano maculato. A parte questa innocente passione per cazzigiovani e zooporno nei dossier non c'è niente di rilevante nemmeno su di lei, ma è la zia di sua nipote, sposata in Svizzera.
Una coppia di noiosi di finanzieri senza troppi peccati e un solo peccatuccio: la passione per il bdsm. Frequentano un club esclusivo di Riga, ma essendo entrambi dom devono portarsi dietro gallinelle sub e non è facile trovare le schiavette giuste. É stata la mia prima missione.
Il mio obiettivo era entrare nelle grazie (e nell'ufficio) del Ceo della Vancouver SpaceIncorpored, a cui mancano da scontare ancorasettantadue anni di galera.
Una faticaccia!
Jordan ed io siamo rimasti in contatto, facciamo shopping insieme ed ogni tanto cedo a passioni estemporanee. Non sa che è stato il primo anello di una catena di santantonio ordita dal Colonnello: mi sono fatta lui per farmi il suo amore, Lachie e poi i cagnoni e la zia, quindi la nipote svizzera col marito dom (e qui il gioco si è fatto pesante), mi hanno introdotta nel club di Riga, un paio di soci e su su fino al Ceo da smascherare.
Jordan è un ragazzo dolce e fragile, non mi va di ferirlo. È un vero amico, per me è come un fratello.
C'abbracciamo fratello e sorella. Mi palpa il culetto. “Sei una figa assoluta, non ce n'è per nessuno.”
Mi presenta il cinquantenne che è con lui. S'è portato dietro il lavoro.
Cazzo c'ha ragione Dolores, questa festa è palla!
M'arriva un bip annoiato che è un discorso: “è sabato sera e noi siamo qui al Centro a lavorare!”
Li capisco, i ragazzi hanno le palle piene anche loro. Io dico sempre ragazzi, ma davanti al monitor metà sono ragazze. Un lavoro del cazzo e il Colonnello ha pure vietato coiti sul posto di lavoro.
“Facciamo così, ragazzi! Voglio scopare, sceglietemi voi con chi.”
Giro tra gli invitati inquadrando tutti. Il primo lungo bip è per Alf, ho già fatto conoscenza di lui, era uno degli atleti del video sul ring da wrestling. Okay, mi ci appiccico da cagna e lo scollo via a una già fatta.
Il secondo bip è per un nativo americano, capelli lunghi e torace tatuato. I ragazzi sanno scegliere.
Salto saluti e presentazioni e gli chiedo se gli va una cosa a tre. Mi guarda come uno che avrebbe preferito trombarmi da solo, ma pur di scoparmi sta bene e non gliene frega un cazzo di sapere come mi chiamo.
Poi devo minacciare di rimettermi la benda, i ragazzi bippano alla vista di ogni maschio cazzomunito e figa tettogenerosa.
No stasera voglio farmi una cosetta tranquilla.
Quando mi chiedono qual è la mia posizione preferita rispondo sicura: sandwich!
Mi sto stragodendo in tutta tranquillità una spalmata a sandwich sul selvaggio pellerossa che bacia da maschio selvaggio con sopra l'atleta wrestler che mi piccona in culetto al ritmo di uno sterratore, quando m'irrompe in camera Mark.
Figurarsi se non veniva a rompere i coglioni!!
Ha una larga macchia sui pantaloni. Eiaculazione artistica da regista.
“Lucy! Lei è impressionante!!! Siete fantastiche tutte e due, ma lei è una roba folle... No sei folle anche tu, sei fantastica, più di ogni altra volta, ma lei è... è pazzesca!!! … So già come montarlo, ho tutto in testa, e lo vendiamo come oro ai cor...”
Gli faccio sshhh col dito e sempre coll'indice gli dico d'avvicinarsi. Alf interrompe l'inculata a mezz'aria, ne approfitto per mettermi più comoda sul cazzo nativoamericano.
Mark s'avvicina con l'orecchio: “Dolores non scherza, te le strappa a morsi.”
Si paralizza. “No... ti dico dopo, adesso devo andare.”
Alf mi cala in culo con tutto il peso. “Aspetta Mark! Gira voce che stai cercando per un nuovo film, c'è posto per me?”
“No Alf, siamo già al completo, cerchiamo veri pirati, tu non sembr...”
“Ma se sembra un vichingo! Prendilo Mark.” Dico mezza soffocata.
“...? Ma non so che fargli fare!”
Mark è l'unico regista porno che si chiede cosa può far fare a un wrestler con un palo al posto del cazzo.
“Nella scena dell'ammutinamento, quando i pirati sodomizzano il capitano.”
“Ammutinamento?!!” Gli scatta l'erezione artistica. “Un'idea pazzesca!!”
Alf mi si sistema sopra. “Sì, io faccio anche uomini.” È un artista ad ampio spettro e non sa che il capitano dei pirati sarà Dolore. Ma in effetti la mia sadolesbica è un maschiaccio.
“Ci sei anche tu, vero?” Bacio il selvaggiobono sotto di me.
Mark mi tocca i capelli. “Aspetta, cosa ne dici?, secondo te lei ci starebbe?”
“Se glielo chiedo io, sì!”
“Argh!”
Cazzo s'è sborrato di nuovo nei pantaloni. “Ma tu non dovevi andare via?”
Alf si rialza puntando le manone sui miei fianchi e mi schiaccia inchiodata sul tomahawk del mohicano. “Grazie, Lucy, sei un'amica.” e riconoscente riprende a farmi il culo.
Nessuno mi ha più rotto i coglioni. Solo i bipbip allegri dei ragazzi mentre spompinavo cazzoni a vista o bestemmiavo da cagna. Hollie dovrebbe occuparsi di loro.
Mi schiodo il wrestler addormentato in culo. La gratitudine è una gran bella cosa ma Alf ha esagerato. Bacio senza svegliare il pene a riposo dell'apache abbattuto dalla lunga cavalcata e prendo dal minibar un succo di frutta.
Sono una brutta persona, oltre ai cazzi miei devo farmi anche quegli degli altri. Sono troppo curiosa di sapere com'è andata a Hollie.
Scalza e nuda con degli slippini raccattati in un cassetto attraverso il corridoio ed apro piano la porta della sua camera.
Cazzo, nessuno! Solo il triste lettone coi cuscini belli gonfi e le lenzuola ancora perfettamente stirate. Non ci credo!, spero di non aver fatto incazzare Hollie.
Scendo le scale col cellulare in mano, ho già il suo numero, ma non la chiamo, saranno le cinque di mattina. Fuori c'è ancora gente rincoglionita mezza addormentata. Alcuni cercano incazzati i vestiti.
Cazzo che rabbia. Ma ho un flash! Entro in sala e mi si allarga il cuore: Hollie ha steso la squadra olimpica di stupro sincronizzato!
I tre bei latini 21x21 sono sparsi sul parquet, nudi come madre natura li ha fatti. Metto la mano davanti all'occhio, non devono riprendere la stimata dottoressa Hollie Thompson addormentata con un 21cm molle in bocca. Spero si sia ricordata d'avvisare la baby sitter.
Mi viene il magone a fissare i miei ragazzi che dormono esausti, i bei ventri muscolosi che respirano esausti, ma non sono invidiosa di Hollie. È la mia migliore amica e i miei puledri li divido già con la mia ninfoamante
Mi ride il cuore ma subito mi prende l'ansia: la mia sala è ridotta a uno schifo, scivoli sulla sborra: tracce biologiche che nemmeno in un'orgia di fine anno!
Non ho coraggio di guardare a destra.
No!!! Sul mio divano no!
Dolores è stata presa in consegna da quelli dell'Intelligence che le devono creare una nuova identità per seppellirla magari in qualche villaggio del Montana, il senatore è stato portato via dall'FBI, io sono stata sequestrata dai medici della clinica.
Ci sono rimasta cinque inutili giorni. Mille esami, cure e terapie riabilitative.
Il dottor Hiroshi è disgustato, non ho alcun rispetto per il lavoro della sua équipe, dopo ogni missione gli riporto indietro un catorcio di figa. S'è lamentato anche col Colonnello di quello che s'è ritrovato tra le mani, lui si lamenta sempre!,
M'ha comunque rimessa in sesto: pelle fresca da diciottenne, orifizi da verginella al primo appuntamento, agilità da ginnasta alle olimpiadi ed elasticità da porno attrice pronta a ricominciare. L'ho ringraziato con un bacetto per il seno meraviglioso che m'ha regalato. Non lo dice mai ma mi vuole un bene dell'anima.
La parte divertente del ricovero sono stati i colloqui con la mia strizzacervelli, la dottoressa Hollie Thompson, bianca, trentasette anni ben portati, matta il punto giusto, uscita a pieni voti dalla Stanford University ed innestata stabilmente nel mio cervello peggio dei sensori quantici. Mi segue da sempre, da quando sono diventata Lucy.
“No Lucy, è pericoloso, terribilmente pericoloso: tu hai allentato le difese! Non va bene, dobbiamo rimediare subito.”
Questo solo perché le ho confessato di una specie di riflesso condizionato che m'è venuto, dura un nulla, ma ogni volta che vedo una porta aprirsi credo sia un nuovo cliente. “Ma non è niente! È normale, in quel bordello c'ho passato quasi tre settimane. È solo un'impressione, passerà col tempo.”
“No, non possiamo permettercelo.”
Il giorno dopo aveva già risolto il problema. A modo suo. “Ci sono novità: qualcuno ha raccontato a Félipe lo scherzetto che hai fatto al suo figliolo (tra parentesi: sei stata geniale!) e temo gli abbiano anche detto che ti trovi a San Diego. Félipe ha giurato che verrà a prenderti.”
“Ohccazzo!”
“Bene, ora starai più attenta quando si aprirà una porta. È il sistema che si usa negli allevamenti di trote, per non farle impigrire ed ottenere carni migliori, si mette un luccio nel laghetto... L'ho consigliato io al Colonnello.”
Immensa invidia! Hollie è l'unica che può permettersi di dare consigli al Colonnello, lui non ascolta nessun altro. È l'impressione che abbiamo tutti qui al Centro, io compresa, il Colonnello sente tutti ma non ascolta nessuno. Sono orgogliosa d'averla come amica.
S'è ammazzata dalle risate quando le ho raccontato la mia tragica missione. Fa piacere, aiuta a sdrammatizzare. Con me condivide un sacco di interessi e passioni (shopping, arredamento, basket, cavalli, vino e mille altri) e siamo in sintonia anche sui gusti sessuali. Hollie, come ogni donna con una buona fantasia, si coltiva fantasie proibite nientemale e le confessa a me, che mi sono bruciata tutte le mie fantasie realizzandole per lavoro.
Hollie ha un debole, una vera fissa, una passione patologica per militari, guerriglieri e marines, meglio se latini o di colore, rigorosamente in branco e delinquenti brutalizzatori, e m'ha costretta a raccontarle e riraccontarle i miei stupri da caserma facendomi domande assurda. “Aspetta aspetta, avevano la mimetica sudata? Gli anfibi lucidi o infangati. E il terzo, non mi hai detto com'era il terzo nel capanno, era più dotato del sergente? Okay te l'ha messo prima in bocca, ma come?, scopandoti la gola?...”
Ogni volta devo aggiungere particolari e senza volerlo comincio a barare, a metterne di inventati, ad esagerare sul numero, sulle dimensioni e sulle prestazioni.
Farmi sparare cazzate mostruose è la sua terapia: esagerare ed inventare m'aiuta a distaccarmene come se fossero davvero solo fantasie che ci si scambiano tra amiche. Lei ovviamente usa termini scientifici, dice che questo m'aiuta ad esorcizzare.
E la eccita.
L'altro punto dolente su cui ci abbiamo perso quattro ore è stata la gang nella bisca.
“È un grosso problema, Lucy, hai subito passivamente, nemmeno sai chi è stato. Okay, è stato Dylan e di lui ti sei vendicata (tra parentesi: sei stata geniale!), ma degli altri non sai nulla, rischiano di diventare dei fantasmi che ti perseguiteranno tutta la vita se non li affronti.”
“Non è vero, a loro non ci penso nemmeno, erano solo puttanieri di merda.'
“Vedi? Sono fantasmi. Tu sei fatalista già di tuo, ci manca solo che ti porti dietro i fantasmi. Dobbiamo esorcizzarli.”
“E come si fa?”
“Con l'ipnosi! Se ti concentri puoi arrivare a riconoscerli.”
“Seee, com'è possibile? Avevo la testa nel muro.”
“Era la festa della città, scommetto che puoi almeno distinguere i soldati in licenza.” Con Hollie si finisce sempre sui militari. “Non dirmi che non riconoscevi i più giovani con il testosterone a palla.”
É stato estenuante, mi sono rivissuta un lungo pomeriggio di gangbang con Super Mario in testa senza nemmeno le due pause che m'ha concesso Félipe Junior, ma alla fine ce l'ho fatta. “Centododici. Trentasette erano sicuramente i tuoi soldati in festa.”
È accaldata anche lei, ha le lenti appannate mentre controlla il rapporto. “Brava, ci sei andata vicino... qui dicono centoventisei.”
“In quattordici hanno fatto due giri, ne sono sicura.”
“Ah!, notevole.”
“Non direi, nemmeno tredici dollari... Ci sono influencer che fanno di meglio.”
“Ma è un altra cosa...” Chiude la cartelletta. “Bene, direi che abbiamo finito! Magari ci si vede al maneggio, sono due settimane che non ci vado, farebbe bene anche a te una bella cavalcata in spiaggia.”
“Magari combiniamo... Senti, darò una festa per il mio ritorno, t'interessa?”
“Lo sai, non mi vanno le feste.”
“Ci saranno anche tre miei nuovi amici, tre magnifici animali da sesso, se vuoi li faccio venire in mimetica solo per te... che ne dici?”
“Che sei un'amica, ma la confusione non fa proprio per me.”
“Ci sono camere appartate e tre è la confusione perfetta.”
“Posso crederti, ma qui non sono io quella in cura, ahaha!... e poi ho una bimba di tre anni!”
Non ha detto no.
- - -
Finalmente incontro il Colonnello.
Una girata di sette minuti da levarmi la pelle!
Me la merito, ho fatto troppe cazzate e non ho terminato Uribe alla prima occasione solo perché Dolores era appesa sopra uno stagno di piranha.
E non gli sta bene nemmeno il mio rapporto, due paginette stringate buttate giù mezz'ora prima. L'ha fatto letteralmente infuriare la mia richiesta di nuclearizzare quel cesso di posto. Sono stata scema, avrei dovuto chiedere ad Hollie di suggerirglielo lei.
Ma gli obiettivi sono stati raggiunti e il Colonnello è uno che guarda ai risultati: mi concede due premi inaspettati!
No, non nuclearizzerà la cittadina di Félipe: una vacanza premio e l'onore di chiudere definitivamente questa cazzo di tragica missione.
Lo ringrazio.
Ha già gli occhi sul monitor.
Saluto.
Mi richiama indietro. “Ah Lucy, pare che Félipe ti stia cercando, t'ha promessa al figliolo.”
“Starò attenta.”
“Sì, non combinarci altri casini.”
- - -
Beh, il primo premio mi toccava di diritto, dopo una missione cinque giorni di ferie li concede a tutti, ma a me ha fatto addirittura silenziare i sensori quantici! Vacanza assoluta!
All'inizio avevo quasi paura, mi sentivo persa dopo due anni di vigilanza.
No, non siamo andati in una villa davanti all'Oceano ma in una baita di legno nello Yosemite Park. Solo io ed il mio amore, come due coloni nella foresta: la brace nel camino, niente elettricità, il silenzio dei boschi, nessun telefono, la spessa nebbia del mattino, i cavalli e... nessuno che ci spiava.
Mai sentita così bella!
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Mark è felice di rivedermi.
O ha un coniglio nascosto nei pantaloni.
No, la sua erezione non è per me, gli viene sempre duro quando parla dei suoi progetti. “Cazzo Lucy, sei sparita! Ormai mi davo per spacciato.”
Sì, posso crederlo, è in uno stato pietoso! M'è piombato in casa diciotto minuti dopo che i ragazzi del Centro gli hanno mandato il messaggio ch'ero tornata. M'hanno tenuto loro i contatti professionali durante la vacanza colombiana.
“Cazzo Mark, cosa continui con 'sta storia? Io ti ho sempre risposto, non sono sparita.”
“Sì, solo messaggi del cazzo ed intanto io dovevo tenere buoni tutti! Lo sai, i coreani vogliono solo te ed hanno anticipato tutto per il noleggio del galeone. È per mercoledì prossimo, faremo due giorni di riprese, contiamo di tirarne fuori una piccola serie di tre video. Dimmi che ci sei o mi affogo nella tua piscina!!”
“Sì, sì, ci sono, ci sono, te l'ho detto mille volte! Come cazzo devo dirtelo?”
Minchia, che palle questo qui!
Scendo in palestra con lui che mi scodinzola dietro come un cane festante per il ritorno della padroncina. Mi metto alla macchina per tonificare i glutei.
Mark rimane in piedi dietro alla macchina, ora l'erezione è più evidente, ma solo perché mi sta raccontando il suo cazzo di film.. “... è ambientato nel Seicento, costumi d'epoca da non crederci! Tu sei la figlia del capitano olandese la cui nave viene abbordata dai pirati. Ti giuro, abbiamo scelto solo attori delle isole polinesiane e Maori della Nuova Zelanda, il realismo e tutto!, beh il capitano dei pirati ti tortura e ti fa violentare dai suoi uomini davanti al padre, immaginati la scena!, legata ad un vero albero di un vero galeone... poi la trama te la spiego meglio, ho tutto in testa, tu magari per salvare tuo padre accetti di fargli un pompino o scoparlo davanti alla ciurma e si può fare che magari lui impazzisce e ti punisce ficcand...”
“...?”
Perché s'è bloccato?
Ah, è entrata Dolores con l'asciugamano al collo. S'è appena fatta sette chilometri di riscaldamento ed ora deve fare addominali e dorsali.
Con due dita richiudo la mandibola di Mark.
“Ch... chi è?”
“Un'amica.”
Gli s'è ammosciato. Dolores fa questo effetto ai maschietti timidi.
“Fa paur... È fantastica!”
E non l'hai vista spaccare legna nello Yosemite Park.
“Mark ascoltami io ci sono, ma quest... E guardami quando ti parlo!!! Cazzo Mark, questo film è una merda! Spenderete un sacco di soldi per girare un filmetto del cazzo uguale a tutti gli altri.”
“Non è vero, è assolutamente realistico! Ed io ho tutto qui in testa.”
“Fa' come vuoi, ma poi quelli vorranno le tue palle quando faranno i conti. Te le taglieranno, non girerai più nemmeno pubblicità per detersivi!... Riflettici e dimmi se non ho ragione.”
“Lo so, Lucy, lo so cazzooo! Ma ormai la macchina è partita, non si può più tornare indietro. È per questo che tu devi essere assolutamente fantastica e non devi fare la smorfiosa per le scene troppo dure. Qui mi gioco il culo anch'io!”
Beh, Mark non è completamente pirla.
“Una soluzione ci sarebbe, invece.”
“E quale? Scappare in Tibet?”
Non scherza, è angosciato, se perdono soldi i suoi soci possono essere peggio dei miei colombiani.
“No... Non so, potresti rivedere la trama ed il cast. Perché il capitano dei pirati dev'essere sempre un omone con barba nera e e gamba di legno? Non stai girando Peter Pan, cazzo.”
“No, a questo c'ho pensato, ho già in mente come fargli usare la gamba di legno.”
“...?!!!” Ommerda!, crede davvero che son di gomma. “Sì, Geppetto!... ma se invece il capitano fosse donna? Pensa, una figona nera incredibile, bellissima e sadica?”
Mark non è proprio così pirla, capisce al volo. Fissa Dolores che sta facendo squat davanti lo specchio.
“Sì sì sì, cazzooo!!! È un'idea pazzesca! Funzionerà, lo sento, ce l'ho duro come mai prima! I coreani non crederanno ai loro occhi!”
Cazzo, mi sono bagnata anch'io.
“Ma lei ci sta? Non è una che poi che mi si blocca davanti alle telecamere?”
Dolores ha capito che parliamo di lei. È dritta in piedi che ci fissa, bella e inquietante come la prima volta sullo yacht di Vargas.
“Tranquillo, non ti deluderà. Intanto immaginatela con frusta in mano e strap-on.”
“Argh.” S'è sporcato nei boxer. “Abbiamo solo otto giorni per riscrivere la sceneggiatura, dobbiamo lavorarci giorno e notte...”
“No Mark, tu adesso ti levi dalle palle. Lascia fare a noi.”
Lo sbatto fuori.
Dolores mi s'avvicina. Il bacino le ondeggia come una pantera nera, il ventre piatto è lucido. Con la punta della lingua le rubo la gocciolina di sudore nell'ombelico.
“Cos'è questa storia? Ho sentito che parlavi di strap-on.”
“Esigenze sceniche. Dobbiamo salvare Mark, ha la fantasia di un sedicenne.”
“Non è stata una bella idea portarmi qui. Peggio per te!” Mi sfiora il capezzolo e prendo la scossa. “Non l'abbiamo più fatto così... Ti manca?”
“Da morire.”
Per la verità il sesso con lei è sempre impegnativo e nello Yosemite Park m'ha strappato orgasmi tellurici, ma è vero, non abbiamo più fatto nulla di paragonabile alla palestra dello yacht del fu-Vargas.
“Ma adesso è diverso. Era per lavoro, non... non ci conoscevamo.”
Dolores non ce la farà mai a dirmi che mi ama.
“Hai ragione.” Dico.
L'adoro quando si lascia palpare, rimane ferma in piedi e pazientemente lascia che la tocchi tutta come una pantera nera che fa le fusa ringhiando. In questi momenti credo quasi che sia mia. “Ci stai pensando?”
“A cosa?”
“Alla sceneggiatura per Mark.”
“Sì.”
Mi si blocca il respiro. “Mi ecciti quando pensi a me.”
“Vuoi sapere a cosa sto pensando.”
“No! Non dirmi nulla!”
“Come vuoi.” Due polpastrelli mi premono l'ano. “Cazzo, Lucy, tu tiri fuori il peggio di me.”
No, non dirà mai che mi ama.
- - -
Nella mia villa da pornostar è gran festa.
Ho dato un party per il mio ritorno, se non sono miei ma del Centro i soldi che guadagno facendo l'agente segretissimo sottocopertura li spendo in feste e arredamento.
Ho trovato anche un meraviglioso simil divano uguale spiccicato a quello di Vargas ma a un decimo del prezzo. Fa una figura pazzesca nella mia sala, ne sono orgogliosa e gelosa. La festa è solo fuori, attorno alla piscina, non voglio che qualcuno mi rovini anche questo.
C'è tutto il gran bel mondo che frequento: papponi, spacciatori, artiste ed artisti porno, loschi uomini d'affari qui per fare affari loschi, stilisti stile frocioèbello, tecnici di riprese che vorrebbero mostrare alle attrici come si fa, produttori che lo mettono in culo indistintamente a tutti, talent scout che promettono carriere fulminanti a novizie e novizi, chirurghi plastici fieri delle tonnellate di silicone in giro, medici spacciatori di cremine miracolose, agenti non segreti sotto le coperte delle attrici, ragazze bianche e ragazzi neri più ragazzi bianchi e ragazze nere attorcigliati in grovigli multietnici... insomma, qui la più discreta si farebbe scopare sul palco del Wembley Stadium e il più onesto venderebbe la sorella per una particina.
E ci sono i registi. Tutti superiori, tutti che non capiamo il loro messaggio, tutti che vedono più lungo dei cazzi che fanno lavorare. E tra loro c'è ovviamente Mark.
È in uno stato pietoso, se a qualcuno scappa uno starnuto vola via. Mark non regge la tensione prima di girare, è dilaniato da dubbi e paure e cade in depressione fatalista, convinto che ogni cosa andrà male nel peggiore dei modi.
È messo così male che muove a pietà la stessa Dolores, che è la causa prima del suo stato. Non c'è verso di tranquillizzarlo, Mark s'è messo in testa che la mia sadoamante avrà un blocco davanti alle telecamere mandando tutto a puttane. Non gli resta che scappare in Tibet.
Dolores è disgustata: “Questa festa è già una palla, Lucy, ci manco solo quel segaiolo che piagnucola disperato.”
Ci siamo vestite abbinate, io mi sono infilata una tutina nera spennellata sul corpo che più nudo non di può, lei i suoi leggings bianchi più top che sono una morsa a cuore e coglioni. La mia fendom nera in bianco stordisce maschietti e femminucce.
“Mark è sempre così prima di girare, non prendertela, non ce l'ha con te.”
“Okay, ma se va avanti così è il primo che uccido in questo cazzo di party.”
Devo salvare la festa.
Le sussurro all'orecchio la mia idea. Ovviamente glielo lecco.
Dolores se lo asciuga pensierosa. “Dici davvero che possiamo guadagnarci qualcosa?”
“Certo, hai il copyright.”
“No, il cinquanta è tuo.”
“Va bene.” Mi toccherà dare altre feste.
Mark non riesce a stare seduto, comincio ad incazzarmi più della mia sadoimpaziente.
L'abbiamo obbligato seduto sulla panca davanti allo schermo a parete, giù nella mia palestra. Qui non c'è nessuno. Chiudiamo a chiave. “Mark, abbiamo una cosa, ci devi fare un favore con i coreani.”
“Lucy, per te tutto quello che vuoi!”
Dolores mi spinge lontano. “No cazzo, qui dobbiamo parlare d'affari!... Questo stronzo sa tenere la bocca chiusa?” Chiede a me.
“Ma sì, è del giro, sa trattare con loro.”
Mark si guarda bene dal parlare, ha le bocce di Dolores a venti centimetri dal viso. E gli occhi che lo scrutano nel profondo.
“Io non mi fido di questo segaiolo.”
“Tu non ti fidi di nessuno!... Mark, falla contenta, promettici che terrai il segreto.”
“Che segreto?” Minchia, ora Mark è più agitato di prima.
Dolores mi ri-spinge via e torna addosso a Mark. “No, le promesse di un segaiolo non valgono un cazzo... Mark, ti faccio io una promessa: se parli ti strappo i coglioni a morsi, capito?... Sempre se ce li hai.”
Temo gli siano rientrati.
“Bene, ehm, adesso abbiamo chiarito... Tu Mark hai contatti con i coreani e sai come montare un video... Noi abbiamo un paio d'ore di girato da telecamere fisse, siamo sicure che si possono vendere bene ma vanno sistemate per benino e abbiamo bisogno di uno che tratti coi coreani. Ci stai?”
Mark scuote la testa di un paio di millimetri, non ha capito un cazzo se non che la sadolesbica gli strapperà i coglioni a morsi. Che vita la mia!
Riprovo: “Tu devi vendere un nostro video ai coreani, tutto qui e ovviamente ci guadagni anche tu!... Ma prima te lo guardi tranquillo poi ci dici cosa possiamo farne. Sarà sicuramente d'aggiustare ma t'assicuro che è fantastico e finalmente non avrai più dubbi su Dolores davanti alle telecamere.”
Col telecomando lo faccio partire. È la ripresa dall'alto di una piccola palestra. C'è una figa bionda nuda con cinturone in vita, legata appesa con ball gag in bocca. Poche balle, sono strafica! Ma c'è anche lei, la pantera nera, le sue natiche muscolose viste dall'alto sono da brivido.
Mark è già ipnotizzato.
“Okay, ti lasciamo tranquillo.”.
“Dove cazzo vai?!” Dolores blocca il video. “Ma se non abbiamo ancora parlato di affari, di che cazzo ci spetta!”
“Mi fido di voi due, decidete voi, io in queste cose sono un disastro.”
Mark m'implora con gli occhi di rimanere.
“Bye bye, Mark!”
Il party attorno alla piscina illuminata è la solita roba: chi balla, chi se la tira, chi tira. Mi s'illumina il cuore, c'è anche Hollie!!!
La mia strizzacervelli è appena arrivata, s'è messa in tubino nero aderente, il massimo della trasgressione per lei, ma stride in pochino tra chiappe e seni in elastico e lucidi addominali a vista. Eppure per me ha il suo perché, valorizza il suo fisico ed è più intrigante del puttaname attorno. E non ha rinunciato agli occhiali.
Non ci ho mai lesbicato, è rigorosamente etero con passione per militari.
Corro a salvarla, ha già addosso tre personaggi che conosco, le staranno proponendo di girare 'Alla Dottoressa Piace in Culo'.
“Ciao Hollie!!!” La bacio.
“Ciao, non potevo mancare ma devi scusarmi, devo tornare presto, la baby sitter non può fermarsi molto.”
Okay, ha detto quello che doveva dire. L'accompagno attraverso la folla, mi racconta del disegno che sua figlia ha fatto all'asilo mentre aggiriamo le chiappe pelose di un imponente orso di due metri. Ci sta dando fra le chiappette di un frocetto già sudato in ginocchio su un tavolino da party.
“C... c... ciao, Lucy.” Mi saluta fwlicw di vedermi.
“...?” Lo riconosco!, è il meraviglioso inglesino twink che ci ho lesbicato una vita fa. Non ricordo il nome, ma tiene il bacino inarcato come solo le frocette sanno fare.
“Che bello!, anche tu qui?! Ti stai divertendo?”
Ho fatto una domanda stupida, lo slimonazzo mentre l'orso lo scava in culo. Sì, si sta divertendo alla mia festa..
“Vieni Hollie, andiamo, devo farti vedere una cosa fantastica! È in sala.”
Le dico di chiudere gli occhi, non vuole. M'impongo, no non ama le sorprese. Litighiamo e allora li chiude. L'accompagno davanti: “Adesso puoi aprirli e dimmi se non è un amore.”
Delusione! Hollie non s'innamora al primo sguardo del mio divano.
“É bello, anzi è bellissimo... ma non è come quello di Vargas?”
Le ho fatto una testa così per il mio divano.
“Beh, è una vera imitazione!”
Cazzo, che bello ridere con Hollie.
“Però ne dovremo parlare. Lo capisci anche tu che è strano che ti sei portata in casa il divano su cui hanno ammazzato Vargas dopo che ci hai fatto sesso?”
È una strizzacervelli, Hollie ha il sesso in testa.
Mi metto una benda sull'occhio sinistro.
“E questa che trovata sarebbe?”
“Per te, Hollie, non voglio che vedano.” I ragazzi annoiati del Centro mi bippano in testa protestando. “Siediti sul divano e aspettami.”
Volo per la sala e torno col regalo per Hollie.
S'aggiusta gli occhiali. “Oh cielo!”
Spingo in avanti i tre ragazzi della squadra olimpica di stupro sincronizzato, garantiti 21x21. Li ho fatti mettere per lei a torso nudo, occhiali a specchio, anfibi e pantaloni della mimetica con primo bottone slacciato.
Hollie si alza. “Ma non sono quelli delle foto col senatore?”
“Come potevo lasciarli là? Allora, ti piacciono?”
“In effetti sono... sono notevoli.” Deglutisce. “Ma sono gay?”
“Oh, s'inchiappettano e trapanano dove capita.” E in effetti uno sta già cercando con me. Lo spingo indietro. “Non sono eccitanti?... Non parlano ancora inglese, ma non credo che ci vuoi chiacchierare.”
“Lucy!!! Non prendermi in giro, ho una figlia di tre anni!”
E ha detto anche questa.
“Scusa.”
Palpo piena mano il pacco di quello vicino. Un attimo d'esitazione e Hollie si sente libera di toccare bei cazzi anche lei.
“Io devo andare, fuori m'aspettano... Sopra la scala a sinistra c'è una camera libera, se ti va una chiacchierata in spagnolo.”
“Io e te dobbiamo parlare seriamente.”
“Bye bye, Hollie!”
Saluto e sbaciucchio tutti, conosciuti che non conosco e sconosciuti di cui ho letto dossier chilometrici.
Sono preoccupati per me, mi chiedono perché ho la benda da pirata, sto lanciando una nuova moda, rispondo.
Cazzo!, quella ninfotraditrice di Dolores sta lesbicando con le gemelle ungheresi, due puttanelle porno ad ampio spettro. Sono belline, lo ammette anche la mia invidia, e sono maledettamente giovanissime (ma sicuramente maggiorenni se prese in coppia).
Sarei curiosa di sapere cos'ha concluso con Mark, ma non vado a disturbare, siamo una coppia aperta e finalmente Dolores non dirà più che le mie feste sono una palla.
I bip mi battono in testa.
Mi levo la benda. “Okay ragazzi, volete vedere anche voi.”
Sul prato c'è un drappello di guardoni in cerchio. Spintono per vedere se c'è qualcosa che val la pena di vedere. Fatico a passare, dev'essere proprio qualcosa che vale la pena... No, è un numero da circo, un' italiana in età appena legale ad inizio carriera, una stellina che pensa di sfondare facendosi sfondare da un alano maculato.
Che merde! I cani sporcano in giro!
Me ne vado pentita d'aver ospitato cani e porche.
I ragazzi protestano.
“Scordatevelo, non lo ciuccio al cane.”
M'arrivano bipbip da cane bastonato.
Incappo in Douglas! Mi porta a spasso mano sul culetto e racconta alla sua troietta che palpa con l'altra mano come m'ha scopata in elicottero sul Grand Canyon e promette di farlo anche con lei. Di me ha ben poco altro da raccontare, non sa che sono stata io a fargli saltare in aria i depositi di armi.
Gli passo un drink: per prenderlo è costretto a lasciarmi la chiappa e io saluto lo stronzo.
Dovrei cambiare giro, provare a frequentare gente a posto, ma come faccio?
Mi s'incolla Jordan, bel ragazzo ma nulla di rilevante nel dossier.
Ventisei anni, da almeno dieci è sul mercato eterogay. È uno sfigato innamorato perso di Lachie, professione toyboy al servizio di un'ereditiera ereditabile che non ne vuole sapere di schiattare. C'è anche lei al party, è la padrona di bel Lachie e dell'alano maculato. A parte questa innocente passione per cazzigiovani e zooporno nei dossier non c'è niente di rilevante nemmeno su di lei, ma è la zia di sua nipote, sposata in Svizzera.
Una coppia di noiosi di finanzieri senza troppi peccati e un solo peccatuccio: la passione per il bdsm. Frequentano un club esclusivo di Riga, ma essendo entrambi dom devono portarsi dietro gallinelle sub e non è facile trovare le schiavette giuste. É stata la mia prima missione.
Il mio obiettivo era entrare nelle grazie (e nell'ufficio) del Ceo della Vancouver SpaceIncorpored, a cui mancano da scontare ancorasettantadue anni di galera.
Una faticaccia!
Jordan ed io siamo rimasti in contatto, facciamo shopping insieme ed ogni tanto cedo a passioni estemporanee. Non sa che è stato il primo anello di una catena di santantonio ordita dal Colonnello: mi sono fatta lui per farmi il suo amore, Lachie e poi i cagnoni e la zia, quindi la nipote svizzera col marito dom (e qui il gioco si è fatto pesante), mi hanno introdotta nel club di Riga, un paio di soci e su su fino al Ceo da smascherare.
Jordan è un ragazzo dolce e fragile, non mi va di ferirlo. È un vero amico, per me è come un fratello.
C'abbracciamo fratello e sorella. Mi palpa il culetto. “Sei una figa assoluta, non ce n'è per nessuno.”
Mi presenta il cinquantenne che è con lui. S'è portato dietro il lavoro.
Cazzo c'ha ragione Dolores, questa festa è palla!
M'arriva un bip annoiato che è un discorso: “è sabato sera e noi siamo qui al Centro a lavorare!”
Li capisco, i ragazzi hanno le palle piene anche loro. Io dico sempre ragazzi, ma davanti al monitor metà sono ragazze. Un lavoro del cazzo e il Colonnello ha pure vietato coiti sul posto di lavoro.
“Facciamo così, ragazzi! Voglio scopare, sceglietemi voi con chi.”
Giro tra gli invitati inquadrando tutti. Il primo lungo bip è per Alf, ho già fatto conoscenza di lui, era uno degli atleti del video sul ring da wrestling. Okay, mi ci appiccico da cagna e lo scollo via a una già fatta.
Il secondo bip è per un nativo americano, capelli lunghi e torace tatuato. I ragazzi sanno scegliere.
Salto saluti e presentazioni e gli chiedo se gli va una cosa a tre. Mi guarda come uno che avrebbe preferito trombarmi da solo, ma pur di scoparmi sta bene e non gliene frega un cazzo di sapere come mi chiamo.
Poi devo minacciare di rimettermi la benda, i ragazzi bippano alla vista di ogni maschio cazzomunito e figa tettogenerosa.
No stasera voglio farmi una cosetta tranquilla.
Quando mi chiedono qual è la mia posizione preferita rispondo sicura: sandwich!
Mi sto stragodendo in tutta tranquillità una spalmata a sandwich sul selvaggio pellerossa che bacia da maschio selvaggio con sopra l'atleta wrestler che mi piccona in culetto al ritmo di uno sterratore, quando m'irrompe in camera Mark.
Figurarsi se non veniva a rompere i coglioni!!
Ha una larga macchia sui pantaloni. Eiaculazione artistica da regista.
“Lucy! Lei è impressionante!!! Siete fantastiche tutte e due, ma lei è una roba folle... No sei folle anche tu, sei fantastica, più di ogni altra volta, ma lei è... è pazzesca!!! … So già come montarlo, ho tutto in testa, e lo vendiamo come oro ai cor...”
Gli faccio sshhh col dito e sempre coll'indice gli dico d'avvicinarsi. Alf interrompe l'inculata a mezz'aria, ne approfitto per mettermi più comoda sul cazzo nativoamericano.
Mark s'avvicina con l'orecchio: “Dolores non scherza, te le strappa a morsi.”
Si paralizza. “No... ti dico dopo, adesso devo andare.”
Alf mi cala in culo con tutto il peso. “Aspetta Mark! Gira voce che stai cercando per un nuovo film, c'è posto per me?”
“No Alf, siamo già al completo, cerchiamo veri pirati, tu non sembr...”
“Ma se sembra un vichingo! Prendilo Mark.” Dico mezza soffocata.
“...? Ma non so che fargli fare!”
Mark è l'unico regista porno che si chiede cosa può far fare a un wrestler con un palo al posto del cazzo.
“Nella scena dell'ammutinamento, quando i pirati sodomizzano il capitano.”
“Ammutinamento?!!” Gli scatta l'erezione artistica. “Un'idea pazzesca!!”
Alf mi si sistema sopra. “Sì, io faccio anche uomini.” È un artista ad ampio spettro e non sa che il capitano dei pirati sarà Dolore. Ma in effetti la mia sadolesbica è un maschiaccio.
“Ci sei anche tu, vero?” Bacio il selvaggiobono sotto di me.
Mark mi tocca i capelli. “Aspetta, cosa ne dici?, secondo te lei ci starebbe?”
“Se glielo chiedo io, sì!”
“Argh!”
Cazzo s'è sborrato di nuovo nei pantaloni. “Ma tu non dovevi andare via?”
Alf si rialza puntando le manone sui miei fianchi e mi schiaccia inchiodata sul tomahawk del mohicano. “Grazie, Lucy, sei un'amica.” e riconoscente riprende a farmi il culo.
Nessuno mi ha più rotto i coglioni. Solo i bipbip allegri dei ragazzi mentre spompinavo cazzoni a vista o bestemmiavo da cagna. Hollie dovrebbe occuparsi di loro.
Mi schiodo il wrestler addormentato in culo. La gratitudine è una gran bella cosa ma Alf ha esagerato. Bacio senza svegliare il pene a riposo dell'apache abbattuto dalla lunga cavalcata e prendo dal minibar un succo di frutta.
Sono una brutta persona, oltre ai cazzi miei devo farmi anche quegli degli altri. Sono troppo curiosa di sapere com'è andata a Hollie.
Scalza e nuda con degli slippini raccattati in un cassetto attraverso il corridoio ed apro piano la porta della sua camera.
Cazzo, nessuno! Solo il triste lettone coi cuscini belli gonfi e le lenzuola ancora perfettamente stirate. Non ci credo!, spero di non aver fatto incazzare Hollie.
Scendo le scale col cellulare in mano, ho già il suo numero, ma non la chiamo, saranno le cinque di mattina. Fuori c'è ancora gente rincoglionita mezza addormentata. Alcuni cercano incazzati i vestiti.
Cazzo che rabbia. Ma ho un flash! Entro in sala e mi si allarga il cuore: Hollie ha steso la squadra olimpica di stupro sincronizzato!
I tre bei latini 21x21 sono sparsi sul parquet, nudi come madre natura li ha fatti. Metto la mano davanti all'occhio, non devono riprendere la stimata dottoressa Hollie Thompson addormentata con un 21cm molle in bocca. Spero si sia ricordata d'avvisare la baby sitter.
Mi viene il magone a fissare i miei ragazzi che dormono esausti, i bei ventri muscolosi che respirano esausti, ma non sono invidiosa di Hollie. È la mia migliore amica e i miei puledri li divido già con la mia ninfoamante
Mi ride il cuore ma subito mi prende l'ansia: la mia sala è ridotta a uno schifo, scivoli sulla sborra: tracce biologiche che nemmeno in un'orgia di fine anno!
Non ho coraggio di guardare a destra.
No!!! Sul mio divano no!
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