Agente Lucy - 9
di
Ambiguo
genere
dominazione
Ho mandato tutto a puttane e la puttana sono sempre io!
Mi rimbombano bip nel cervello. Il Colonnello è incazzato.
Ma anche Dolores, porcaputtana! Ha due Glock in mano, dannazione le non ci voleva nulla, ma ha esitato e non ha bucherellato all'istante Uribe ed amici.
Forse per lealtà. O per un vecchio amore.
Succede tutto con calma.
Noi due siamo congelate dal lanciafiamme nell'apice della passione lesbica, io ginocchioni sul bancone con due Glock infilate dove non dovrebbero e Dolores in piedi dietro me nel ruolo di maschiaccio.
Muovendo solo gli occhi come un vero maestro jedi, Uribe dispone i suoi uomini attorno a noi ed ordina a Dolores d'allontanarsi.
Lascia le Glock sul bancone e indietreggia.
Non sono stupidi, la stordiscono immediatamente con i teaser e le lanciano una rete addosso. E non devono aver un bel ricordo della loro nazicomandante perché mentre l'avvolgono si sfogano a calci e pugni.
Uribe passa il lanciafiamme ad uno scagnozzo e prende il posto di Dolores dietro me. Mi rificca una Glock in figa. “È destino, Lucy, tu porti il tradimento.”
Questo è tutto suonato, non lo seguo, ho altre preoccupazioni e dovrei dirgli che ho appena squirtato a gavettone, è bagnato a terra, se scivola parte un colpo.
Intanto portano via Dolores nella rete a strascico sul pavimento.
“Lucy, io e te dobbiamo parlare, lo sento, sei speciale, ma prima devo occuparmi di Dolores.'
“Non ti ha tradito, non lo farebbe mai.”
“Mi spiace, ma nemmeno io posso tradire me stesso.”
Questo è tutto suonato e l'ho sempre detto: i coglioni sono i più pericolosi.
“Mi piaci Lucy, perché con te non si possono fare programmi. Mettile il collare.”
Davanti a me, dall'altra parte del bancone c'è uno scagnozzo con una dentatura inguardabile. Prende da un cassetto un collare ma esita a mettermelo, lo gelo con lo sguardo. Non capisco chi mi ricorda, l'ho già visto da qualche parte ma non riesco a focalizzare dove.
Uribe cambia obiettivo e mi punta la Glock fra le chiappe.
“Non fare scherzi, Lucy, sappiamo cosa se. È un collare d'addestramento, le cose più semplici sono quelle che funzionano meglio.”
Abbasso lo sguardo e Ciuchino trova il coraggio di metter...! Ciuchino, ecco chi è! È l'asinello di Shrek, cazzo, gli stessi denti inguardabili. Ma sono distratta, mentre Ciuchino m'allaccia il collare, Uribe preme forte la Glock.
Mmm, mi godo l'ano infossato in dentro, sono ancora in modalità cagna, spero per quello che mi hanno sparato in vena stanotte. Spingo indietro, gemo e dico che sono sua.
Uribe non ci casca: “Falle vedere.”
Ciuchino ghignante mi mostra un telecomando, è m'arriva una manganellata alla nuca che mi stende. Scivolo a terra e non mi spacco tutta solo perché sono una bambola gonfiabile del cazzo. Credo anche di aver guaito.
Sento a malapena Uribe che dà ordini sconclusionati: non devono toccarmi, mi vuole tra un'ora da Dolores, lui ha da fare, deve prima preparare per noi due, e devono cambiarmi, nella mia camera c'è il vestito che m'ha scelto, andate a prenderlo, sono pericolosa, niente cazzate e non devono assolutamente toccarmi, mi devono portare da lui, ma dopo, ora ha da fare con Dolores, tra due ore precise, svelti! Rimpiango Félipe.
E ho scoperto d'avere una camera prenotata in questa megavilla.
Mi ribattono nelle orecchie decine di bip di riprovazione. Sto facendo una cazzata dietro l'altra, Uribe era già cadavere, lo so, ma portate pazienza!, lo sarei stata anch'io, ci saranno altre occasioni.
Mi trascinano fuori dall'armeria tirandomi per le caviglie.
Lucido di schiena in senso inverso il pavimento di una mezza dozzina di sale mafiosamente di lusso. Agli sfigati di guardia alle porte che m'hanno già vista passare all'andata s'illuminano gli occhi, non pare vero, capiscono che non si masturberanno soltanto al mio ricordo. M'arrivano sputi in faccia e scarpate ai fianchi, ad ogni porta si aggiunge un nuovo eroe finché arriviamo in quella che dev'essere la Sala del Sultano tappezzata di cuscini damascati.
È terribile!
Mi rimettono in piedi, sono accerchiata da coglioni in divisa. Tre o quattro di loro una figa non la vedono nemmeno pagando. Mi fissano male, in silenzio. Ne arriva un altro di corsa, il decimo o ventesimo, non sto a contarli. Mi passa degli straccetti dopo aver chiesto con gli occhi il permesso a Ciuchino.
“Mettili, li ha scelta per te Uribe.” Mi ordina il loro capetto facendomi vedere il telecomando. Sì, questo asino di ciuchino è il loro capo: caduta in disgrazia Dolores è il completo sfacelo nell'impero del narcostronzo.
M'infilo una camicetta rosa da fatina manga con annessa gonnellina turchese. Mi calzano a pennello, Uribe m'ha studiata bene nei video, fatico solo ad allacciarla sui seni, me li comprime da far saltare i bottoni. Ovviamente si sono scordati l'intimo. Cazzo, non c'è nessuno specchio in giro, ma so d'essere uno schianto di ninfetta con gonnellina sulle chiappette a vista: su di me sta da dio qualunque cosa mi metta. E lo leggo nei loro occhi.
Ciuchino si sente potente, ha il telecomando in mano. “Che puttana, tu sei nata per essere scopata.” Il collare mi morde al collo.
“Non potete, ha detto di non toccarmi.”
Ciuchino mi mostra trentadue denti che sono il cofano di una cadillac. “Uribe è sempre generoso coi suoi uomini anche in questo periodo è molto preso, fa sempre un po' di confusione, non può ricordarsi tutte le cose che dice... ci penso io.”
M'arriva un altro morso d'avvertimento al collo. Strizzo gli occhi, i suoi dentacci mi battono sulle labbra. Mi rifiuto di baciarlo.
“Ohi, non sei ancora convinta?” Mi mostra il telecomando, lo regola al massimo.
Cedo, devo uccidere Uribe: apro e lascio che mi limoni in bocca.
“Brava, sei una brava cagnetta... Di che avete paura? Questa figa bacia da dio.”
Lasciano cadere i cinturoni e mi sono addosso in massa. Mi violentano schifosi in bocca, ho mani dappertutto e due capoccioni infilati sotto il gonnellino, davanti e dietro, che mi succhiano.
Guardo le armi a terra.
Una scossa al collo mi dice che non è cosa. Ciuchino si sta godendo il suo momento di gloria e io desisto.
In piedi a gambe larghe mi godo la grufolata dei maiali. Si spintonano sotto per lapparmi, succhiarmi e masticarmi figa e bucetto, in quattro mi poppano i seni, mi devo aggrappare alle teste per non cadere perché spingono lingue in figa e culo da sollevarmi da terra.
Ha il suo perché.
Saltano i bottoni e mi mordono i seni liberi. Non respiro, soffoco, mi sputano saliva anche nelle orecchie, succhiano anche le dita dei piedi. Ma da quant'è che non scopano questi stronzi?
Ovviamente la situazione degenera. Cado all'indietro con uno già tra le cosce, cade inchiodandomi, uh!
Si ribalta sulla schiena, io sopra e un altro sopra me che mi cala in culo, uh uh!!
Qualcuno si contorce dietro, in mezzo, dove trova posto e finalmente mi ficca un secondo cazzo in culo, uh uh uh!!!
Ma dopo gli xenomorfi del senatore è una passeggiata.
Mi confondo, credo d'essere sul set, ciuccio avidamente i cazzi in giro e offro figa e culo appena si liberano. Io questi stronzi li voglio uccidere.
È casino vero, mi scopano a tappeto, anche l'ombelico mi scopano.
Le orge migliori sono quelle che ti risvegli dove non sai e io ad un certo punto mi ritrovo a bordo di una piscina.
Li ho stesi, ad uno ad uno mi si scollano stanchi alla ricerca di vestiti e armi. L'ultimo invece mi zompa disperato tra le cosce senza più sborra per venire. Gli do il culo. Niente, se ne va anche lui.
Rimango sola con Ciuchino. S'è già rivestito di tutto punto, divisa da metronotte di Uribe e cinturone patetico. Cova dentro la rabbia del servo. “Fammi vedere.”
Mi metto ginocchioni, culo in aria e figa a disposizione del porco di turno. Faccio tutto questo solo per uccidere Uribe. A mano aperta mi sente la temperatura del monte di venere e mi saggia l'ano con due dita. “A te non ti sfonda nemmeno un treno!”
Miracoli del dottor Hiroshi.
Si ripulisce nei miei capelli. “Sei uno schianto di figa, cagnetta mia, ma io preferisco quelle con i capelli ricci. Sono più eccitanti, ti donerebbero.” Il bastardo represso mi preme qualcosa dietro. “Se vuoi posso arricciarteli io, e sai come? Con questo.”
Passa davanti e mi mostra un teaser, una scatolina con due corna di metallo. Sfrigola emettendo un lampo azzurro.
Torna dietro e sento le due corna che mi pungono le labbra. Sì, dopo l'ammucchiata ho ancora sensibilità alla figa.
“Lo facciamo dopo che Uribe s'è divertito con te. Ti scarico la batteria in fica fino a farti i capelli ricci.... vuoi sentire?”
“Se lo fai ti uccido.”
Mi morde un dobermann, un male pazzesco e tremo come una tarantolata, mi contorco e perdo ogni controllo.
Ciuchino si spaventa, nasconde il teaser in tasca, mi tiene ferme le gambe, ha terrore di Uribe, prega di non avermi uccisa. Gli altri scappano via.
Mi riprendo lentamente, respiro, bestemmio. Mi lava veloce con una canna, subisco anche irrigazioni, e pulisce intorno. Mi fa rotolare sull'erba e mi scarica in piscina.
Rinasco. Sto a galla e respiro a pieni polmoni.
Sei un bastardo morto, Ciuchino.
Una giornata da dimenticare.
Ed è solo iniziata!
Finalmente m'accompagnano da Uribe. Attraversiamo un parco bellissimo.
Uribe mi aspetta nella serra. S'è tolto il saio da frate jedi, qui fa troppo caldo anche per lui. Indossa una camicia bianca aperta su petto villoso e sfoggia una medaglietta d'oro di tre etti in bella vista. Ci tiene a far sapere che lui è un umile devoto della Vergine di qualche cesso di posto qua intorno.
Mi studia col suo sguardo intelligente: camicetta a brandelli e gonnellino perso gli sufferiscono qualcosa: “T'hanno toccata? Dimmelo.”
Ciuchino alle mie spalle ha un fremito.
“Sì, ma hai ordinato tu di violentarmi.” Dico.
“...?! Sì, lo so, sei una cagna che va mantenuta allenata.”
Questo è del tutto perso!
“ ...Ma tu vorrai rivedere la tua amica Dolores, vieni che ti presento un amico.” Prende in consegna il telecomando e manda via Ciuchino e coglioni al seguito.
Lo precedo nella serra su un sentiero tra cespugli curatissimi di orchidee ed altri fiori sconosciuti. Mi sta cautamente tre passi indietro. All'improvviso mi trovo sul ciglio di un laghetto.
Cazzo, a Dolores è andata peggio!
Dolores è ammanettata mani e piedi in una rete da pescatore sospesa al centro del laghetto.
La fune che la sostiene gira in una carrucola sotto la volta della serra ed è ancorata ad un argano a terra, sulla sponda opposta del laghetto. Accanto all'argano c'è un tipetto assurdo, immobile, con una mano sulla leva e l'altra che stringe un machete, è nudo con un cordino di cuoio legato in vita, i capelli sono nero inchiostro. È un pigmeo, arancione come un umpa lumpa.
“Eccolo!, ti presento il mio migliore amico. Il più fidato! Tutto quello che vedi qui è merito suo. Sa tutto su piante ed animali, è uno sciamano, ti assicuro che parla realmente con loro!”
Gli fa un cenno di saluto. L'umpa lumpa manco lo caga.
“Oggi è nervoso. È preoccupato per i suoi pesci, in previsione del tuo arrivo li abbiamo tenuti un paio di settimane a dieta e lui soffre per loro. Li cura come figli. Sono molto delicati, lo sai?, hanno bisogno d'un sacco d'attenzioni: l'acqua dev'essere sempre calda, alla temperatura perfetta, mai uno sbalzo, e dev'essere assolutamente limpida e pulita...” Mi spinge sul bordo. “Se guardi bene li puoi vedere sul fondo, si nascondono tra le foglie.”
Uribe volta gli occhi verso il pigmeo e questi lancia una manciata di frattaglie da un secchio. La superficie del laghetto ribolle immediatamente come sotto un temporale.
Dolores guarda incazzata la carrucola in alto.
“Sono piranha rossi, Pygacentrus nattereri, i migliori... Sì, mi sono fatto una certa cultura! Ad esempio, lo sai che sono molto più attivi nell'ora del tramonto? Quindi per lo spettacolo è meglio attendere ancora qualche ora... troveremo un modo per passare il pomeriggio.”
Mi solleva il mento con due dita, “Perché sei così bella, Lucy?” e rivolto al pigmeo “Guýpe!”
L'umpa lumpa aziona l'argano e la rete scende di mezzo metro e si blocca dondolante.
Uribe mi massaggia il collo sotto il collare.
“Lo sai?, io non mi meraviglio mai di nulla. Un uomo intelligente dev'essere sempre pronto alle sorprese per girarle a proprio favore. Bisogna saper leggere i segnali che ci arrivano. Ad esempio, mai mi sarei aspettato il tradimento di Dolores ma mica mi dispero od incazzo! Pazienza, mi sono sbagliato, ma non è detto che sia un male: non ho più Dolores ma ora ho te. Non credi?”
Questo è da neurodeliri, non lo calcolo.
“Non temere, tu sei intelligente ed io ho pazienza, capirai presto, ti insegnerò io.” Mi volta verso di sé ed indietreggia di tre passi fissandomi. “Potrei cominciare con lo spiegarti la situazione... Prova a dire una una parola.”
“Cosaa!?”
La rete cala di altri dieci centimetri. Ora è a un metro e mezzo dal pelo dell'acqua.
“Ferma!”
Scende di altri dieci centimetri. Faccio per saltar addosso all'odioso omino arancione, ma questo mi blocca sollevando il machete sulla fune.
“Bene, hai capito la situazione, ora se ci tieni a Dolores collaborerai senza troppe storie... e sono convinto che questo non serve più.” Mi leva il collare.
Immediatamente partono i fischi nelle orecchie che mi intimano di terminarlo. Guardo Dolores. Non posso.
Col cazzo che il narcopsicotico si guarda solo Star Wars e Pirati dei Caraibi! Uribe ha di sicuro l'intera collezione dei video di Mark, il mio pornoregista più stronzo.
M'ha portata in uno gabbiotto di vetro sotto la serra, a pochi metri dal laghetto, con l'aria condizionata e tutto l'occorrente per farmi rivivere i miei porno peggiori. C'è dentro l'equipaggiamento per almeno dieci porno, il merdoso ha avuto tre settimane per attrezzarsi.
Uribe è invaso dalla pazzia peggiore, quella che sa aspettare.
Mi fa scegliere la bibita rinfrescante che preferisco e mi fa sedere su una poltroncina di vimini di fronte alla sua. Ha solo frutta da offrirmi, lui è vegetariano. A me va benissimo la frutta, oggi ho bevuto troppa sborra, ho già ampiamente coperto il mio fabbisogno proteico ed ho un filino di nausea.
Chiacchiera amabilmente per un'oretta sfoggiando tutta la sua cultura in storia colombiana, geografia, biologia e teologia cattolica. Adora sentirsi dire cose intelligenti e si sta divertendo troppo: sa che io sto cercando disperatamente una via di fuga accettabile per me e Dolores e che sono costretta ad assecondarlo in tutto nella vana speranza di qualche colpo di culo.
Da qui posso vedere il laghetto, Dolores e l'umpa lumpa che non s'è mosso d'un millimetro.
“Sei sicura che non possono sentirci?”
“Sì, il sensore all'orecchio ha smesso di funzionare due mesi fa.” Racconto la palla che s'è bevuta il senatore.
“Peccato! Il tuo Colonnello si sarebbe ricreduto su di me. Crede che sia un mostro sanguinario, invece non mangio nemmeno carne.”
“Possono però vederti e leggere il labiale.”
“Interessante.” Si mette la mano davanti alla bocca. “Anche tu sei stata tradita, noi due sappiamo cosa vuol dire essere traditi. Il senatore t'ha venduta... Dimmi solo come devo uccidertelo.”
Ommerda!, questo ci rovina il piano, il Colonnello non me lo perdonerebbe mai. “Lo faresti davvero?”
“Dimmi solo come lo vuoi morto... Noi due, Lucy, siamo leali, tu non ce l'hai con me, fai quello che devi fare e sai che io non c'entro nulla, perché anch'io ho fatto solo quello che dovevo. Invece il senatore t'ha tradita e tu cerchi giustizia. Vero?”
“E cosa vorresti in cambio?” Scivolo giù in ginocchio fra le sue gambe. “Non posso darti nulla, sono già tua.”
“No, io possiedo solo il tuo corpo. Tu sei solo di chi decidi tu.”
Nella pazzia ha metodo.
Tiro fuori un cazzo che non abbassa certo la media dei colombiani. Anzi, comincio a capire il debole di Dolores per questo narcostronzo. Lo sego lentamente, lo assaggio, lo spompino beatamente, “Tu sei diverso da tutti, mi fai paura.”
Il cazzo mi vibra in mano, s'è già scordato del senatore.
Ora voglio fargli scordare anche Dolores. “Sei l'unico uomo che...” Non alzo gli occhi, fisso il cazzo e struscio le tette contro i coglioni. “Sì Daniel, voglio essere tua, prendimi”
Mi pugnala col cazzo da togliermi il fiato. È dai tempi della telefonata con Vargas che sogna come scoparmi e s'incasina come una mandria di tori accartocciandomi a terra e slogandomi tutta. Sniffa e inghiotte manciate di viagra. così il machete gli rimarrà d'acciaio per tre giorni, e mi sbrana follemente rabbioso come un leone a digiuno da settimane. Cazzo, vacci piano, io non ho la figa di titanio di Dolores!
Poi si calma, non ha il fiato di un pentatleta di vent'anni, e per me è peggio.
Senza fretta e con metodo usa tutto quello che c'è intorno e che per lui non è abbastanza. Mi tortura capezzoli e figa da farmi rimpiangere Sadodolores, mi manganella in culo come voleva fare lo sceriffo, m'incula col cazzo in lattice di Tuttostanco, mi riempie che nemmeno il senatore, mi trivella con una sex machine impazzita fuorigiri che a confronto la slot machine del bimbominchia era un grattaevinci, mi frigge la fica come Ciuchino... Insomma, è una cazzo di tragica missione.
Ho bip impazziti in testa mentre, senza opporre alcuna resistenza, mi lascio anche legare sul bancone nella posizione preferita da Mark: pancia in giù, gambe aperte a 180 e culo a disposizione. Da qui però ho vista sul laghetto.
“Ti amo, Lucy, noi siamo uguali... Io e te siamo i più forti di tutti, nessuno può fare quel che facciamo noi... Non ci credi? Te lo dimostro!”
Mi viene di fronte. Ha il cazzo cianotico strafatto di viagra. Glielo ciuccio allungando il collo ma me lo porta subito via. Apre un barattolo di plastica e si spaltola della crema verde sul cazzo.
“Arghh... sì, noi siamo fratello e sorella, lo faccio per te.” Il viso gli diventa subito paonazzo. Gli occhi si strizzano in lacrime, i denti mordono le labbra in una smorfia di dolore, il pene vibra tremante e la fronte s'imperla di sudore. “Possiamo farlo, siamo i più forti.”
Uno più coglione non potevo trovarlo! Non contento s'impiastra anche i coglioni mugolando e piegandosi in due.
Mi sparisce dietro. No, merda!
M'afferra per le cosce e cerca di tirarmi contro, ma sono legata. Mi massaggia sotto. La mano è unta e dopo una brevissima sensazione di fresco la figa mi prende fuoco. Opporcaputtana, mi scottano anche le orecchie.
Ma non ci penso, il terrore che vuole mettermelo in culo mi occupa tutto il cervello.
Uribe è pazzo, mi fa soffrire un'eternità. Lo sento tremare, digrignare i denti e bestemmiare. Cerca di resistere il più possibile per dimostrarmi chissà cosa... Magari rinuncia, gli fa troppo male, non può essere così pazzo!
Invece lo è, mi cade in estasi, delira ed ha visioni mistiche: “Tu sei Lucy, io sono Lucifer! Sei la mia strega, io il tuo angelo dannato! Unisciti a me, prendi il mio cazzo di fuoco.”
Me l'affonda in culo in una botta, scivola unto che è una meraviglia.
Non sento nulla!!!
Ma è solo un attimo di speranza. Il gabbiotto viene invaso da una decina di gatti indemoniati.
Cerco di sfuggirgli, faccio ballare il bancone, strappo ogni muscolo e tendine.
Il porco mi tiene inchiodata, lui ormai ce l'ha anestetizzato e mi scopa in culo all'infinito, senza più sborra né desiderio, solo dolore. Mi crolla sulla schiena senza smettere di pomparmi e urla più forte di me. Mi morde e bacia in viso, lecca le mie lacrime, sussurra che m'ama, che siamo forti e che lo amo anch'io.
Si sfila. Per un attimo l'aria fresca entra facendomi impazzire.
È sudato marcio ed ha il cervello in acqua. “Fantastico!!! Lo sapevo che con te sarebbe stato mistico!” Mi massaggia le chiappe. “Chiedimelo Lucy, ti prego, dimmi che lo vuoi ancora!... Per te lo faccio, giuro!, finisco il barattolo, scopiamo fino a domani!”
Una mano batte sul vetro.
È Dolores.
Il laghetto dietro lei sta ribollendo. L'umpa lumpa è scomparso.
Apre la porta a vetri ed infila la testa. “Io vado a prendere il senatore... Che aspetti a liberarti?”
Se ne va.
Stronza! La amo.
Ma ora pensiamo a chiudere questa cazzo di missione.
Il bip bip all'orecchio mi esorta di farlo almeno stavolta.
Uribe non capisce più un cazzo: guarda Dolores correre via, il laghetto rosso, l'amico che non c'è più e quando si volta mi trova in piedi davanti a lui.
Una bella ginocchiata nei coglioni ci sta tutta. Spiach!
Si piega in due, gli torco all'indietro il braccio teso spaccandoglielo e gli salto in spalla. Cade all'indietro con me sopra che gli immobilizzo la testa fra le cosce.
Bene, ora si ragiona. Gli carezzo i riccioli sulla fronte. “Leccami la figa, amore mio.”
Questo qui è tutto scemo! Spinge in fuori la lingua e lo fa davvero.
Bip bip in testa.
Mi rigiro a terra e sento rompersi l'osso del collo.
L'ultima cosa che ha visto è la mia figa.
Una raffica lontana. Dolores ha cominciato a far pulizia.
No!, Ciuchino è mio! Devo correre!
Bye bye, Uribe.
Saluto e corro via, ho il pepe in culo.
Mi rimbombano bip nel cervello. Il Colonnello è incazzato.
Ma anche Dolores, porcaputtana! Ha due Glock in mano, dannazione le non ci voleva nulla, ma ha esitato e non ha bucherellato all'istante Uribe ed amici.
Forse per lealtà. O per un vecchio amore.
Succede tutto con calma.
Noi due siamo congelate dal lanciafiamme nell'apice della passione lesbica, io ginocchioni sul bancone con due Glock infilate dove non dovrebbero e Dolores in piedi dietro me nel ruolo di maschiaccio.
Muovendo solo gli occhi come un vero maestro jedi, Uribe dispone i suoi uomini attorno a noi ed ordina a Dolores d'allontanarsi.
Lascia le Glock sul bancone e indietreggia.
Non sono stupidi, la stordiscono immediatamente con i teaser e le lanciano una rete addosso. E non devono aver un bel ricordo della loro nazicomandante perché mentre l'avvolgono si sfogano a calci e pugni.
Uribe passa il lanciafiamme ad uno scagnozzo e prende il posto di Dolores dietro me. Mi rificca una Glock in figa. “È destino, Lucy, tu porti il tradimento.”
Questo è tutto suonato, non lo seguo, ho altre preoccupazioni e dovrei dirgli che ho appena squirtato a gavettone, è bagnato a terra, se scivola parte un colpo.
Intanto portano via Dolores nella rete a strascico sul pavimento.
“Lucy, io e te dobbiamo parlare, lo sento, sei speciale, ma prima devo occuparmi di Dolores.'
“Non ti ha tradito, non lo farebbe mai.”
“Mi spiace, ma nemmeno io posso tradire me stesso.”
Questo è tutto suonato e l'ho sempre detto: i coglioni sono i più pericolosi.
“Mi piaci Lucy, perché con te non si possono fare programmi. Mettile il collare.”
Davanti a me, dall'altra parte del bancone c'è uno scagnozzo con una dentatura inguardabile. Prende da un cassetto un collare ma esita a mettermelo, lo gelo con lo sguardo. Non capisco chi mi ricorda, l'ho già visto da qualche parte ma non riesco a focalizzare dove.
Uribe cambia obiettivo e mi punta la Glock fra le chiappe.
“Non fare scherzi, Lucy, sappiamo cosa se. È un collare d'addestramento, le cose più semplici sono quelle che funzionano meglio.”
Abbasso lo sguardo e Ciuchino trova il coraggio di metter...! Ciuchino, ecco chi è! È l'asinello di Shrek, cazzo, gli stessi denti inguardabili. Ma sono distratta, mentre Ciuchino m'allaccia il collare, Uribe preme forte la Glock.
Mmm, mi godo l'ano infossato in dentro, sono ancora in modalità cagna, spero per quello che mi hanno sparato in vena stanotte. Spingo indietro, gemo e dico che sono sua.
Uribe non ci casca: “Falle vedere.”
Ciuchino ghignante mi mostra un telecomando, è m'arriva una manganellata alla nuca che mi stende. Scivolo a terra e non mi spacco tutta solo perché sono una bambola gonfiabile del cazzo. Credo anche di aver guaito.
Sento a malapena Uribe che dà ordini sconclusionati: non devono toccarmi, mi vuole tra un'ora da Dolores, lui ha da fare, deve prima preparare per noi due, e devono cambiarmi, nella mia camera c'è il vestito che m'ha scelto, andate a prenderlo, sono pericolosa, niente cazzate e non devono assolutamente toccarmi, mi devono portare da lui, ma dopo, ora ha da fare con Dolores, tra due ore precise, svelti! Rimpiango Félipe.
E ho scoperto d'avere una camera prenotata in questa megavilla.
Mi ribattono nelle orecchie decine di bip di riprovazione. Sto facendo una cazzata dietro l'altra, Uribe era già cadavere, lo so, ma portate pazienza!, lo sarei stata anch'io, ci saranno altre occasioni.
Mi trascinano fuori dall'armeria tirandomi per le caviglie.
Lucido di schiena in senso inverso il pavimento di una mezza dozzina di sale mafiosamente di lusso. Agli sfigati di guardia alle porte che m'hanno già vista passare all'andata s'illuminano gli occhi, non pare vero, capiscono che non si masturberanno soltanto al mio ricordo. M'arrivano sputi in faccia e scarpate ai fianchi, ad ogni porta si aggiunge un nuovo eroe finché arriviamo in quella che dev'essere la Sala del Sultano tappezzata di cuscini damascati.
È terribile!
Mi rimettono in piedi, sono accerchiata da coglioni in divisa. Tre o quattro di loro una figa non la vedono nemmeno pagando. Mi fissano male, in silenzio. Ne arriva un altro di corsa, il decimo o ventesimo, non sto a contarli. Mi passa degli straccetti dopo aver chiesto con gli occhi il permesso a Ciuchino.
“Mettili, li ha scelta per te Uribe.” Mi ordina il loro capetto facendomi vedere il telecomando. Sì, questo asino di ciuchino è il loro capo: caduta in disgrazia Dolores è il completo sfacelo nell'impero del narcostronzo.
M'infilo una camicetta rosa da fatina manga con annessa gonnellina turchese. Mi calzano a pennello, Uribe m'ha studiata bene nei video, fatico solo ad allacciarla sui seni, me li comprime da far saltare i bottoni. Ovviamente si sono scordati l'intimo. Cazzo, non c'è nessuno specchio in giro, ma so d'essere uno schianto di ninfetta con gonnellina sulle chiappette a vista: su di me sta da dio qualunque cosa mi metta. E lo leggo nei loro occhi.
Ciuchino si sente potente, ha il telecomando in mano. “Che puttana, tu sei nata per essere scopata.” Il collare mi morde al collo.
“Non potete, ha detto di non toccarmi.”
Ciuchino mi mostra trentadue denti che sono il cofano di una cadillac. “Uribe è sempre generoso coi suoi uomini anche in questo periodo è molto preso, fa sempre un po' di confusione, non può ricordarsi tutte le cose che dice... ci penso io.”
M'arriva un altro morso d'avvertimento al collo. Strizzo gli occhi, i suoi dentacci mi battono sulle labbra. Mi rifiuto di baciarlo.
“Ohi, non sei ancora convinta?” Mi mostra il telecomando, lo regola al massimo.
Cedo, devo uccidere Uribe: apro e lascio che mi limoni in bocca.
“Brava, sei una brava cagnetta... Di che avete paura? Questa figa bacia da dio.”
Lasciano cadere i cinturoni e mi sono addosso in massa. Mi violentano schifosi in bocca, ho mani dappertutto e due capoccioni infilati sotto il gonnellino, davanti e dietro, che mi succhiano.
Guardo le armi a terra.
Una scossa al collo mi dice che non è cosa. Ciuchino si sta godendo il suo momento di gloria e io desisto.
In piedi a gambe larghe mi godo la grufolata dei maiali. Si spintonano sotto per lapparmi, succhiarmi e masticarmi figa e bucetto, in quattro mi poppano i seni, mi devo aggrappare alle teste per non cadere perché spingono lingue in figa e culo da sollevarmi da terra.
Ha il suo perché.
Saltano i bottoni e mi mordono i seni liberi. Non respiro, soffoco, mi sputano saliva anche nelle orecchie, succhiano anche le dita dei piedi. Ma da quant'è che non scopano questi stronzi?
Ovviamente la situazione degenera. Cado all'indietro con uno già tra le cosce, cade inchiodandomi, uh!
Si ribalta sulla schiena, io sopra e un altro sopra me che mi cala in culo, uh uh!!
Qualcuno si contorce dietro, in mezzo, dove trova posto e finalmente mi ficca un secondo cazzo in culo, uh uh uh!!!
Ma dopo gli xenomorfi del senatore è una passeggiata.
Mi confondo, credo d'essere sul set, ciuccio avidamente i cazzi in giro e offro figa e culo appena si liberano. Io questi stronzi li voglio uccidere.
È casino vero, mi scopano a tappeto, anche l'ombelico mi scopano.
Le orge migliori sono quelle che ti risvegli dove non sai e io ad un certo punto mi ritrovo a bordo di una piscina.
Li ho stesi, ad uno ad uno mi si scollano stanchi alla ricerca di vestiti e armi. L'ultimo invece mi zompa disperato tra le cosce senza più sborra per venire. Gli do il culo. Niente, se ne va anche lui.
Rimango sola con Ciuchino. S'è già rivestito di tutto punto, divisa da metronotte di Uribe e cinturone patetico. Cova dentro la rabbia del servo. “Fammi vedere.”
Mi metto ginocchioni, culo in aria e figa a disposizione del porco di turno. Faccio tutto questo solo per uccidere Uribe. A mano aperta mi sente la temperatura del monte di venere e mi saggia l'ano con due dita. “A te non ti sfonda nemmeno un treno!”
Miracoli del dottor Hiroshi.
Si ripulisce nei miei capelli. “Sei uno schianto di figa, cagnetta mia, ma io preferisco quelle con i capelli ricci. Sono più eccitanti, ti donerebbero.” Il bastardo represso mi preme qualcosa dietro. “Se vuoi posso arricciarteli io, e sai come? Con questo.”
Passa davanti e mi mostra un teaser, una scatolina con due corna di metallo. Sfrigola emettendo un lampo azzurro.
Torna dietro e sento le due corna che mi pungono le labbra. Sì, dopo l'ammucchiata ho ancora sensibilità alla figa.
“Lo facciamo dopo che Uribe s'è divertito con te. Ti scarico la batteria in fica fino a farti i capelli ricci.... vuoi sentire?”
“Se lo fai ti uccido.”
Mi morde un dobermann, un male pazzesco e tremo come una tarantolata, mi contorco e perdo ogni controllo.
Ciuchino si spaventa, nasconde il teaser in tasca, mi tiene ferme le gambe, ha terrore di Uribe, prega di non avermi uccisa. Gli altri scappano via.
Mi riprendo lentamente, respiro, bestemmio. Mi lava veloce con una canna, subisco anche irrigazioni, e pulisce intorno. Mi fa rotolare sull'erba e mi scarica in piscina.
Rinasco. Sto a galla e respiro a pieni polmoni.
Sei un bastardo morto, Ciuchino.
Una giornata da dimenticare.
Ed è solo iniziata!
Finalmente m'accompagnano da Uribe. Attraversiamo un parco bellissimo.
Uribe mi aspetta nella serra. S'è tolto il saio da frate jedi, qui fa troppo caldo anche per lui. Indossa una camicia bianca aperta su petto villoso e sfoggia una medaglietta d'oro di tre etti in bella vista. Ci tiene a far sapere che lui è un umile devoto della Vergine di qualche cesso di posto qua intorno.
Mi studia col suo sguardo intelligente: camicetta a brandelli e gonnellino perso gli sufferiscono qualcosa: “T'hanno toccata? Dimmelo.”
Ciuchino alle mie spalle ha un fremito.
“Sì, ma hai ordinato tu di violentarmi.” Dico.
“...?! Sì, lo so, sei una cagna che va mantenuta allenata.”
Questo è del tutto perso!
“ ...Ma tu vorrai rivedere la tua amica Dolores, vieni che ti presento un amico.” Prende in consegna il telecomando e manda via Ciuchino e coglioni al seguito.
Lo precedo nella serra su un sentiero tra cespugli curatissimi di orchidee ed altri fiori sconosciuti. Mi sta cautamente tre passi indietro. All'improvviso mi trovo sul ciglio di un laghetto.
Cazzo, a Dolores è andata peggio!
Dolores è ammanettata mani e piedi in una rete da pescatore sospesa al centro del laghetto.
La fune che la sostiene gira in una carrucola sotto la volta della serra ed è ancorata ad un argano a terra, sulla sponda opposta del laghetto. Accanto all'argano c'è un tipetto assurdo, immobile, con una mano sulla leva e l'altra che stringe un machete, è nudo con un cordino di cuoio legato in vita, i capelli sono nero inchiostro. È un pigmeo, arancione come un umpa lumpa.
“Eccolo!, ti presento il mio migliore amico. Il più fidato! Tutto quello che vedi qui è merito suo. Sa tutto su piante ed animali, è uno sciamano, ti assicuro che parla realmente con loro!”
Gli fa un cenno di saluto. L'umpa lumpa manco lo caga.
“Oggi è nervoso. È preoccupato per i suoi pesci, in previsione del tuo arrivo li abbiamo tenuti un paio di settimane a dieta e lui soffre per loro. Li cura come figli. Sono molto delicati, lo sai?, hanno bisogno d'un sacco d'attenzioni: l'acqua dev'essere sempre calda, alla temperatura perfetta, mai uno sbalzo, e dev'essere assolutamente limpida e pulita...” Mi spinge sul bordo. “Se guardi bene li puoi vedere sul fondo, si nascondono tra le foglie.”
Uribe volta gli occhi verso il pigmeo e questi lancia una manciata di frattaglie da un secchio. La superficie del laghetto ribolle immediatamente come sotto un temporale.
Dolores guarda incazzata la carrucola in alto.
“Sono piranha rossi, Pygacentrus nattereri, i migliori... Sì, mi sono fatto una certa cultura! Ad esempio, lo sai che sono molto più attivi nell'ora del tramonto? Quindi per lo spettacolo è meglio attendere ancora qualche ora... troveremo un modo per passare il pomeriggio.”
Mi solleva il mento con due dita, “Perché sei così bella, Lucy?” e rivolto al pigmeo “Guýpe!”
L'umpa lumpa aziona l'argano e la rete scende di mezzo metro e si blocca dondolante.
Uribe mi massaggia il collo sotto il collare.
“Lo sai?, io non mi meraviglio mai di nulla. Un uomo intelligente dev'essere sempre pronto alle sorprese per girarle a proprio favore. Bisogna saper leggere i segnali che ci arrivano. Ad esempio, mai mi sarei aspettato il tradimento di Dolores ma mica mi dispero od incazzo! Pazienza, mi sono sbagliato, ma non è detto che sia un male: non ho più Dolores ma ora ho te. Non credi?”
Questo è da neurodeliri, non lo calcolo.
“Non temere, tu sei intelligente ed io ho pazienza, capirai presto, ti insegnerò io.” Mi volta verso di sé ed indietreggia di tre passi fissandomi. “Potrei cominciare con lo spiegarti la situazione... Prova a dire una una parola.”
“Cosaa!?”
La rete cala di altri dieci centimetri. Ora è a un metro e mezzo dal pelo dell'acqua.
“Ferma!”
Scende di altri dieci centimetri. Faccio per saltar addosso all'odioso omino arancione, ma questo mi blocca sollevando il machete sulla fune.
“Bene, hai capito la situazione, ora se ci tieni a Dolores collaborerai senza troppe storie... e sono convinto che questo non serve più.” Mi leva il collare.
Immediatamente partono i fischi nelle orecchie che mi intimano di terminarlo. Guardo Dolores. Non posso.
Col cazzo che il narcopsicotico si guarda solo Star Wars e Pirati dei Caraibi! Uribe ha di sicuro l'intera collezione dei video di Mark, il mio pornoregista più stronzo.
M'ha portata in uno gabbiotto di vetro sotto la serra, a pochi metri dal laghetto, con l'aria condizionata e tutto l'occorrente per farmi rivivere i miei porno peggiori. C'è dentro l'equipaggiamento per almeno dieci porno, il merdoso ha avuto tre settimane per attrezzarsi.
Uribe è invaso dalla pazzia peggiore, quella che sa aspettare.
Mi fa scegliere la bibita rinfrescante che preferisco e mi fa sedere su una poltroncina di vimini di fronte alla sua. Ha solo frutta da offrirmi, lui è vegetariano. A me va benissimo la frutta, oggi ho bevuto troppa sborra, ho già ampiamente coperto il mio fabbisogno proteico ed ho un filino di nausea.
Chiacchiera amabilmente per un'oretta sfoggiando tutta la sua cultura in storia colombiana, geografia, biologia e teologia cattolica. Adora sentirsi dire cose intelligenti e si sta divertendo troppo: sa che io sto cercando disperatamente una via di fuga accettabile per me e Dolores e che sono costretta ad assecondarlo in tutto nella vana speranza di qualche colpo di culo.
Da qui posso vedere il laghetto, Dolores e l'umpa lumpa che non s'è mosso d'un millimetro.
“Sei sicura che non possono sentirci?”
“Sì, il sensore all'orecchio ha smesso di funzionare due mesi fa.” Racconto la palla che s'è bevuta il senatore.
“Peccato! Il tuo Colonnello si sarebbe ricreduto su di me. Crede che sia un mostro sanguinario, invece non mangio nemmeno carne.”
“Possono però vederti e leggere il labiale.”
“Interessante.” Si mette la mano davanti alla bocca. “Anche tu sei stata tradita, noi due sappiamo cosa vuol dire essere traditi. Il senatore t'ha venduta... Dimmi solo come devo uccidertelo.”
Ommerda!, questo ci rovina il piano, il Colonnello non me lo perdonerebbe mai. “Lo faresti davvero?”
“Dimmi solo come lo vuoi morto... Noi due, Lucy, siamo leali, tu non ce l'hai con me, fai quello che devi fare e sai che io non c'entro nulla, perché anch'io ho fatto solo quello che dovevo. Invece il senatore t'ha tradita e tu cerchi giustizia. Vero?”
“E cosa vorresti in cambio?” Scivolo giù in ginocchio fra le sue gambe. “Non posso darti nulla, sono già tua.”
“No, io possiedo solo il tuo corpo. Tu sei solo di chi decidi tu.”
Nella pazzia ha metodo.
Tiro fuori un cazzo che non abbassa certo la media dei colombiani. Anzi, comincio a capire il debole di Dolores per questo narcostronzo. Lo sego lentamente, lo assaggio, lo spompino beatamente, “Tu sei diverso da tutti, mi fai paura.”
Il cazzo mi vibra in mano, s'è già scordato del senatore.
Ora voglio fargli scordare anche Dolores. “Sei l'unico uomo che...” Non alzo gli occhi, fisso il cazzo e struscio le tette contro i coglioni. “Sì Daniel, voglio essere tua, prendimi”
Mi pugnala col cazzo da togliermi il fiato. È dai tempi della telefonata con Vargas che sogna come scoparmi e s'incasina come una mandria di tori accartocciandomi a terra e slogandomi tutta. Sniffa e inghiotte manciate di viagra. così il machete gli rimarrà d'acciaio per tre giorni, e mi sbrana follemente rabbioso come un leone a digiuno da settimane. Cazzo, vacci piano, io non ho la figa di titanio di Dolores!
Poi si calma, non ha il fiato di un pentatleta di vent'anni, e per me è peggio.
Senza fretta e con metodo usa tutto quello che c'è intorno e che per lui non è abbastanza. Mi tortura capezzoli e figa da farmi rimpiangere Sadodolores, mi manganella in culo come voleva fare lo sceriffo, m'incula col cazzo in lattice di Tuttostanco, mi riempie che nemmeno il senatore, mi trivella con una sex machine impazzita fuorigiri che a confronto la slot machine del bimbominchia era un grattaevinci, mi frigge la fica come Ciuchino... Insomma, è una cazzo di tragica missione.
Ho bip impazziti in testa mentre, senza opporre alcuna resistenza, mi lascio anche legare sul bancone nella posizione preferita da Mark: pancia in giù, gambe aperte a 180 e culo a disposizione. Da qui però ho vista sul laghetto.
“Ti amo, Lucy, noi siamo uguali... Io e te siamo i più forti di tutti, nessuno può fare quel che facciamo noi... Non ci credi? Te lo dimostro!”
Mi viene di fronte. Ha il cazzo cianotico strafatto di viagra. Glielo ciuccio allungando il collo ma me lo porta subito via. Apre un barattolo di plastica e si spaltola della crema verde sul cazzo.
“Arghh... sì, noi siamo fratello e sorella, lo faccio per te.” Il viso gli diventa subito paonazzo. Gli occhi si strizzano in lacrime, i denti mordono le labbra in una smorfia di dolore, il pene vibra tremante e la fronte s'imperla di sudore. “Possiamo farlo, siamo i più forti.”
Uno più coglione non potevo trovarlo! Non contento s'impiastra anche i coglioni mugolando e piegandosi in due.
Mi sparisce dietro. No, merda!
M'afferra per le cosce e cerca di tirarmi contro, ma sono legata. Mi massaggia sotto. La mano è unta e dopo una brevissima sensazione di fresco la figa mi prende fuoco. Opporcaputtana, mi scottano anche le orecchie.
Ma non ci penso, il terrore che vuole mettermelo in culo mi occupa tutto il cervello.
Uribe è pazzo, mi fa soffrire un'eternità. Lo sento tremare, digrignare i denti e bestemmiare. Cerca di resistere il più possibile per dimostrarmi chissà cosa... Magari rinuncia, gli fa troppo male, non può essere così pazzo!
Invece lo è, mi cade in estasi, delira ed ha visioni mistiche: “Tu sei Lucy, io sono Lucifer! Sei la mia strega, io il tuo angelo dannato! Unisciti a me, prendi il mio cazzo di fuoco.”
Me l'affonda in culo in una botta, scivola unto che è una meraviglia.
Non sento nulla!!!
Ma è solo un attimo di speranza. Il gabbiotto viene invaso da una decina di gatti indemoniati.
Cerco di sfuggirgli, faccio ballare il bancone, strappo ogni muscolo e tendine.
Il porco mi tiene inchiodata, lui ormai ce l'ha anestetizzato e mi scopa in culo all'infinito, senza più sborra né desiderio, solo dolore. Mi crolla sulla schiena senza smettere di pomparmi e urla più forte di me. Mi morde e bacia in viso, lecca le mie lacrime, sussurra che m'ama, che siamo forti e che lo amo anch'io.
Si sfila. Per un attimo l'aria fresca entra facendomi impazzire.
È sudato marcio ed ha il cervello in acqua. “Fantastico!!! Lo sapevo che con te sarebbe stato mistico!” Mi massaggia le chiappe. “Chiedimelo Lucy, ti prego, dimmi che lo vuoi ancora!... Per te lo faccio, giuro!, finisco il barattolo, scopiamo fino a domani!”
Una mano batte sul vetro.
È Dolores.
Il laghetto dietro lei sta ribollendo. L'umpa lumpa è scomparso.
Apre la porta a vetri ed infila la testa. “Io vado a prendere il senatore... Che aspetti a liberarti?”
Se ne va.
Stronza! La amo.
Ma ora pensiamo a chiudere questa cazzo di missione.
Il bip bip all'orecchio mi esorta di farlo almeno stavolta.
Uribe non capisce più un cazzo: guarda Dolores correre via, il laghetto rosso, l'amico che non c'è più e quando si volta mi trova in piedi davanti a lui.
Una bella ginocchiata nei coglioni ci sta tutta. Spiach!
Si piega in due, gli torco all'indietro il braccio teso spaccandoglielo e gli salto in spalla. Cade all'indietro con me sopra che gli immobilizzo la testa fra le cosce.
Bene, ora si ragiona. Gli carezzo i riccioli sulla fronte. “Leccami la figa, amore mio.”
Questo qui è tutto scemo! Spinge in fuori la lingua e lo fa davvero.
Bip bip in testa.
Mi rigiro a terra e sento rompersi l'osso del collo.
L'ultima cosa che ha visto è la mia figa.
Una raffica lontana. Dolores ha cominciato a far pulizia.
No!, Ciuchino è mio! Devo correre!
Bye bye, Uribe.
Saluto e corro via, ho il pepe in culo.
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