Testimone involontario

di
genere
voyeur

Era ad agosto e stavo soggiornando in una zona non proprio turistica.
Avevo scelto quel posto per lo più per il prezzo conveniate ma anche perché volevo passare un periodo tranquillo, lontano dal rumore e dalle folle come in città.
Un altro motivo che mi aveva fatto optare per quel posto era stata la vicinanza con una spiaggia libera.
Avevo iniziato ad andarci praticamente dal primo giorno e avevo subito visto che era poco frequentata.
Mentre me ne stavo a crogiolarmi al sole, tanto per passare il tempo, avevo preso l’abitudine di studiare in modo discreto le poche persone presenti.
C’erano le famiglie con figli e nipoti, coppiette, comitive di amici, alcuni li incrociavo sporadicamente, altre le ritrovavo quasi ogni giorno, come una certa coppia che aveva attirato un po’ la mia attenzione.
Si mettevano più o meno nello stesso punto della spiaggia, un po’ come me. Dovevano essere marito e moglie e potevano avere circa 50 anni, lui un uomo alto ma dal classico fisico da impiegato, con un po’ di pancetta. Lei invece era una donna appariscente, aveva un buon fisico e si vedeva che le piaceva metterlo in mostra. Indossava un costume a due pezzi. Quello di sotto a tanga, e quello di sopra che faticava a coprire e reggere tutto quel ben di dio che la natura le aveva donato.
Ogni tanto arrivavano in spiaggia con una bambina, forse una nipote, e in quel caso passavano tutto il tempo dietro a lei.
Quando invece erano da soli lui si sdraiava e avvolte sembrava addormentarsi, a quel punto lei si alzava e si allontanava per un oretta. Quando tornava, se lui era sveglio, si fermava a parlargli per un po’, poi andare in acqua, altrimenti ci andava direttamente. Entrava in acqua fino ad averla fin sopra alla vita, si immergeva un paio di volte, si passava le mani su braccia, spalle e petto come a volersi togliere qualcosa di dosso e, dopo essere rimasta giusto un minuto, tornava dal marito e si rimetteva al sole.

A ferragosto, a metà mattinata mi ritrovai circondato da persone, probabilmente la gente del posto aveva l’abitudine di passare l’intera giornata in spiaggia. Tra gente che già si preparava a cucinare e bambini urlanti che correvano in giro, presi la decisione di ritornarmene nell’appartamento.
Preso il telo risalì verso la strada e mi fermai a darmi una sciacquata nella doccia pubblica.
Mentre ero sotto l’acqua vidi la signora della coppia passare.
La seguii con lo sguardo mentre mi lavavo e la vidi arrivare davanti ad un chiosco, che anche in un giorno di piena come quello era deserto, fare un gesto a qualcuno all’interno e prendere una stradina sterrata li accanto che non avevo mai notato.
Un attimo dopo dal chiosco usci un ragazzo sui trent’anni che, girato un cartello sulla porta, la segui lungo la stradina.
Preso dalla curiosità mi ritrovai a seguirlo e passando davanti al chiosco notai il cartello alla porta su cui era scritto chiuso.
La stradina seguiva brevemente il lato dell’edificio, attraversava un piccola area alberata e finiva in un radura che forse veniva usata per qualche occasione particolare.
Mi fermai dietro l’ultimo albero e sbirciai nell’aera aperta.
In quel momento l’uomo la raggiunse, si dissero qualcosa che non potei sentire e subito dopo lei si mise in ginocchio davanti a lui.
La vidi abbassargli i pantaloncini e tirargli fuori il membro.
Lo prese immediatamente in bocca, iniziando a pomparlo in modo forsennato.
Lui le scoprì il seno e iniziò a palparlo. Mi sarebbe piaciuto essere più vicino per poterlo vedere bene.
La scena era parecchi eccitante e mi venne un erezione. Lo tirai fuori e iniziai a segarmi.
Nel frattempo lui la face alzare, lei gli mise le braccia intorno al collo e iniziarono a baciarsi ma lui voleva altro. Vidi il pezzo di sotto del costume di lei cadere a terra.
Lui le prese una gamba e gliela sollevò per poi penetrarla.
Alle mie orecchie arrivava il rumore dei colpi decisi che lui dava, come anche i gemiti di lei.
Ad un tratto sentì un urlo un po’ più forte e la vidi crollare in ginocchio davanti a lui.
Mentre lei ansimava li a terra, intenta a riprendersi dall’orgasmo, lui iniziò a segarsi fino a venirle addosso, spruzzando il suo seme sul seno e spalle di lei.
Finito, si tirò su i pantaloncini e preso quello che mi sembrò un fazzolettino da una tasca lo passo a lei, che iniziò a darsi una pulita.
Rimessasi in piedi iniziò a rimettersi il costume e a darsi una sistemata.
In quel momento capì di essere nei guai.
A fare la strada di prima a ritroso, ad un certo punto mi avrebbero sicuramente visto.
Quando loro si abbracciarono e baciarono ne approfittai per spostarmi dietro ad un albero un po’ più interno. Mi coprii con il telo e mi rannicchiai a terra nella sua ombra, cercando di restare più immobile possibile. Incrociai le dita.
Poco dopo li vidi passare lungo il sentiero e per fortuna nessuno dei due si voltò nella mia direzione.
Dovendo aspettare che loro arrivassero infondo, decisi di terminare la mia sega.. il mio membro era ancora dolorosamente duro.
Mi immaginai Lei avvicinarsi al marito con il corpo ancora umido del sperma dell’altro e la parte di sotto del costume impregnato dei suoi umori. Poi entrare in acqua per darsi una sciacquata e raffreddare i suoi bollori.
Sdraiarsi accanto al marito, appagata e soddisfatta ma pregustando già al prossimo incontro.
Le dedicai la lunga sborrata con cui venni contro l’albero.
Mentre ripercorrevo la strada mi chiesi se, nelle settimane che ancora mi restavano da passare lì, ci fosse un modo per potermela sbattere anch’io.
scritto il
2025-09-24
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