L'Impero - 7
di
XXX-Comics
genere
fantascienza
L'Imperatore vuole vederla immediatamente!
Glenda riceve la convocazione durante una noiosa riunione dell'Esecutivo. Ministri e segretari la guardano con un sorrisino. Ci sperano.
Glenda, non ci fa caso, è sicura di sé stessa, ma l'intimazione è stata una scarica d'adrenalina che cerca di nascondere. Saluta senza alzare gli occhi ed esce.
C'è già la navetta imperiale ad attenderla. No, le sue guardie del corpo non possono seguirla. Senza Victor che la segue come un'ombra da sedici anni Glenda ha una sgradevole sensazione di sbilanciamento, come se le avessero improvvisamente tolto un peso e rischiasse di cadere dall'altra parte. Si siede.
Si sente fragile come a vent'anni quando ha iniziato la carriera. Inspira e si concentra, è nervosa, le viene addirittura il dubbio che ci sia qualche errore nell'operazione, qualcosa di non previsto. Ma ormai non può più tirarsi indietro, nei prossimi minuti si gioca il tutto per tutto. L'unico vero ostacolo è l'Imperatore: è strasicura di poterlo convincere ma con lui non si può mai sapere.
Il volo è brevissimo, la navetta s'aggancia al tetto di una villetta bianca di finto legno, uguale a tutte le altre, nel quartiere governativo. È la casetta dell'Imperatore. Non l'ha convocata al palazzo, in teoria per dare alla faccenda un'aura di segretezza assoluta, in realtà perché il nonno esce dal suo bunker sempre meno volentieri.
L'accoglie il generale Douglas McQueen con un sorrisino più infido di quelli dei ministri.
“L'hai voluto tu, ora spera di convincerlo.”
“É sempre un piacere rivederti, Douglas.”
L'ascensore li porta giù nel bunker.
“Non la penserai allo stesso modo tra dieci minuti, dopo averlo incontrato. Tuo nonno è agitato, la sua nipotina l'ha deluso in tutto e sai bene cosa fa quando è nervoso.”
Glenda lo guarda spavalda: “In questo periodo di transizione siamo tutti nervosi: anche tu, Douglas, sei di nuovo ingrassato, devi controllarti di più.”
La porta dell'ascensore si apre e un nastro li trasporta lungo un corridoio infinito.
“Ahah, sono le preoccupazioni, è davvero un periodo incerto e lo sai, io mi consolo col cibo... Tuo nonno mi gira tutte le rogne, soprattutto quelle noiose, come tuo cugino che l'ha fatto incazzare. L'ho ancora tra le mani, lo sai?”
Glenda ha un brivido.
“No! Cosa capisci, Glenda? Tu non mi annoierai di certo!”
Sono arrivati.
“Ciao Douglas.”
“A presto.”
Glenda entra nella cella di scansione: per tre minuti e un milione di raggi l'attraversano alla ricerca di armi, veleni, batteri, virus ed anche onde cerebrali aggressive ed inibiscono ogni sensore elettronico o quantico nel suo corpo.
La Segretaria Personale la aspetta.
“Bene. Il Padre Fondatore è a caccia.”
Glenda si ritrova immersa nell'immenso ologramma di una foresta innevata. Di fronte a lei il maestoso profilo del Grand Teton, in Wyoming. Ha freddo, la divisa regola immediatamente la temperatura ma ha le gambe nude. Cammina in trenta centimetri di neve. Lo vede allungato dietro al tronco d'un albero caduto. S'avvicina senza far rumore. L'Imperatore non si distrae, non distoglie l'occhio dal mirino telescopico e le passa un binocolo senza voltarsi.
Glenda vede un cervo bellissimo a milleduecentotredici metri. Un colpo ed un secondo dopo il cervo cade sulle zampe. Nemmeno se n'è accorto.
L'Imperatore si rialza.
“Con questi fucili è troppo facile!”
“Ciao nonno.”
“Hey, sei davvero carina. Chi è?”
“Un'attrice del XX secolo, Halle Berry.”
“Non so chi sia, ma sei proprio figa. Adesso capisco perché Douglas freme dalla voglia di rimettertelo in culo, ahaha!” La guarda pensieroso. “Da quanto tempo non vieni qui?”
“Due anni.”
“Hai freddo, andiamo in baita.”
Glenda lo segue.
Duecento metri nella neve, l'Imperatore ha centoquattordici anni, è suo bisnonno, ma ha il fisico di un sessantenne. Cammina senza fatica, vuole dimostrarle che sta ancora bene ma Glenda sa che l'equilibrio è ormai compromesso, i suoi medici non possono garantire più nulla e lui non può più rimandare ancora.
Entrano in una baita di legno, l'Imperatore getta un altro ciocco nel camino e si siede su un dondolo di legno. L'atmosfera è familiare, d'altri tempi, il nonno indossa addirittura una camicia a scacchi da vero pioniere, ma Glenda non si fa ingannare, sa che decine di armi nascoste sono pronte a polverizzarla al primo movimento inconsulto.
“Tu Glenda devi immediatamente por fine a questa assurdità!”
“Ma siamo già alla fine, l'operazione terminerà fra dieci giorni e se il tuo clone è pronto...”
“È pronto ma non se ne parla, quei due sono diventati incontrollabili, devi chiudere prima, io non posso rischiare.” Si versa del bourbon. “... In questi sei mesi mi hanno trasferito l'intera memoria nel clone, rimane solo il subcosciente e per trasferirmi completamente devo 'assentarmi' totalmente per quattro giorni. Ho giù detto di rimandare, tu devi risolvermi prima questo disastro.”
“Ma nonno, non puoi rimandare oltre, rischi di non poterlo più fare se..., devi assolutamente trasferirti nel clone!”
“E secondo te sono così stupido da assentarmi mentre quella troietta e il suo negro sono più amati di me? In sessant'anni non è mai successa una cosa simile! Mi deridono, mettono in dubbio l'Impero... non so come ho fatto a permettertelo!!!”
“Ma lo sapevi, io ti ho sempre...”
“No, tu sei furba, tu mi hai preso per il culo!, tu mi hai detto che avresti fatto rinascere il Grande Sogno, tu dicevi che sarebbe rinato lo spirito dei primi tempi! Tu, tu, tu! Chiudi subito questa storia!!”
Con un gesto di rabbia getta il liquore nel cammino. La fiamma ha un guizzo ferino e torna subito quieta.
“No, Glenda, tu non saresti mai in grado di rimediare al danno che hai fatto... Ho deciso, sei in arresto, consegnati a Douglas! Ha già prodotto documenti, intercettazioni e video: sei una spia del Blocco e hai manipolato quella troia per screditare il Padre Fondatore e minare L'Impero alla fondamenta. Alla puttanella e al negro che se la sbatte faremo iniezioni di memoria, saranno i primi a convincersi di essere cospiratori. Diranno che il matrimonio è solo un tuo infido trucco, Kyle avrebbe dovuto attentare alla mia vita proprio durante la cerimonia e la puttanella sarà molto convincente quando confesserà di essere una pedina in mano alla subdola Ministra della Comunicazione. Manca solo una tua confessione pubblica! Ma questa non sarà certo un problema... Mi spiace per te Glenda, per ottenerla Douglas preferisce i metodi tradizionali.”
“Okay, nonno, ma Wizard3 ha calcolato anche questa eventualità, ha solo il 12,67% di successo.”
“Lo so benissimo, ma tu non mi lasci alternative.”
“Ti chiedo solo di ascoltarmi dieci minuti, poi mi consegnerò a McQuenn e farò tutto quello che mi ordinerete.”
L'Imperatore sbuffa. “Anche tu non hai alternative, ma parla.”
Glenda è rilassata, la sua situazione è talmente compromessa che non la preoccupa più. Si siede sulla poltrona all'altro angolo del camino e comincia a parlare. Espone scandendo bene le parole e contando sulla punta delle dita i passaggi salienti del discorso.
“Tra cinque giorni, in occasione del loro matrimonio, annuncerai che li intendi adottare come figli. Ho pronto il discorso, dirai che sono il futuro dell'Impero e lascerai intendere che Kyle potrebbe essere il tuo possibile erede...”
“Un negro spiantato mio erede?!” La voce è disgustata.
“Ricordati che è un eroe di guerra e che quella coppia incarna la vera coscienza dell'Impero, con tutte le sue contraddizioni, nel bene e nel male. Spiazzerai tutti, sarà una ventata di freschezza inaspettata, getterai confusione, non capiranno cosa succede, forse non vorranno nemmeno crederci ma ti assicuro che ognuno tornerà a sperare che sia davvero possibile un cambiamento.”
L'Imperatore storce la bocca dubbioso.
“Nel discorso annuncerai anche che vuoi avviare un Nuovo Corso. È ormai tempo di cambiamenti, l'apparato va ringiovanito e si devono dirottare risorse ed energie per promuovere il benessere dei cittadini e non per cercare di annientare il Blocco con cui di dovrà trovare invece una qualche forma di coesistenza possibile... dopo tanti anni pronuncerai la parola pace.”
Il Padre Fondatore è sempre più diffidente.
“E alla coppietta regalerai il viaggio di nozze nelle vecchie capitali europee, Londra, Parigi e le rovine sommerse di Venezia... Quando Luna e Kyle partiranno per l'Europa tu ti ritirerai per completare il trasferimento nel clone.”
“No, non andrà così!”
Glenda solleva la mano.
“Aspetta, ti prego... Da qui in poi, se non ti fidi di me, l'operazione passerà nelle mani del generale Douglas McQuenn. Il piano è di far scoppiare frizioni preoccupanti col Blocco proprio mentre i due sposini saranno in luna di miele seguiti da centinaia giornalisti. Le solite cazzate, foto a tremiladuecento metri sulla Flèche Eiffel e le cupole di San Marco che escono dall'acqua, ma i due sposini ne approfitteranno anche per una visita alla base nel deserto pugliese dove è stanziata la vecchia squadra di Kyle. Ci faranno un salto a salutare i vecchi amici e farsi fotografare.” É arrivata al punto più importante. Glenda deglutisce. “ .. Ecco, io so che quella vecchia base è in dismissione e che è già operativa la nuova base sui Pirenei.”
Ha stupito l'Imperatore. Il Padre Fondatore tira indietro la testa di un centimetro e la fissa dubbioso, ma nello sguardo ora c'è tutta la sua attenzione. “Continua.”
“La base, protetta da un obsoleto sistema di difesa, verrà distrutta da un ordigno nucleare e questo avverrà in diretta mondiale mentre la coppietta è in visita.”
Glenda si alza e va alla finestra a graticcio: fuori nevica, tutto è bianco, sulla staccionata si sono accumulati in equilibrio venti centimetri di neve. Ha l'impulso d'uscire, vuole toccare la neve.
“Wizard3 stima sessantasettemila morti. È il numero minimo perché non nascano dubbi complottisti sulle responsabilità dell'incidente. Per l'Impero sarebbe comunque un sacrificio tollerabile visto il risultato: la notizia della strage e della morte dei due piccioncini seminerà sgomento e sdegno nell'Impero e tutti si stringeranno di nuovo attorno al Padre Fondatore che nel disastro è stato colpito più di tutti: ha perso il suo erede, i suoi figli adottivi... Soffriranno con te e ti ameranno come ai tempi del Grande Sogno e tu, risorto nel nuovo corpo e pieno d'energia, riprenderai in mano l'Impero.”
“Interessante.”
“Wizard3 dà una percentuale di...”
“Non annoiarmi con percentuali... Non sarà facile simulare un attacco del Blocco.”
“Wizard3 ha scoperto una vera falla nella cintura protettiva della nostra vecchia base nel deserto della Puglia. Quel giorno ci sarà un'esercitazione con il nostro nuovo sistema di occultamento e per una serie di errori e fatalità i nostri intercettori scambieranno per un bersaglio e colpiranno l'incrociatore del Blocco stanziato nel Golfo della Sirte.. L'incrociatore prima di saltare in aria lancerà i suoi missili che verranno tutti intercettati, ma Wizard3 si sostituirà per due minuti in tutti i sistemi di difesa e traccerà la rotta di un missile immaginario, che per pura sfortuna s'incuneerà proprio nel punto morto dello scudo della base. Tutti seguiranno il missile che come per magia eluderà una dopo l'altra ogni barriera e centrerà la base. Tutto sarà reale. Realistico e plausibile.”
“Quali saranno le reazione del Blocco?”
“Conosci già la risposta: da venti anni siamo in stallo totale. Le macerie dell'ultimo conflitto orbiteranno ancora per dodici anni precludendo ad entrambi lo spazio: senza basi orbitali e una rete capillare di satelliti non è pensabile un conflitto che non porti reciproca distruzione. In ogni caso loro hanno perso un incrociatore, noi una base, saremo pari.”
“... Cosa vuoi come premio?”
“Approvi?!! Mi dai l'autorizzazione?”
“Certo! È un ottimo lavoro e meriti un bel premio: se vuoi ti do la testa di McQueen.”
Glenda non casca nel tranello, sa di non poter accettare quest'offerta ma non può neppure rifiutare un dono dell'Imperatore. Risponde senza esitazioni: “Grazie nonno, ma dopo, tra un anno, adesso non posso accettare. Tu avrai bisogno della presenza di tutti e due per essere tranquillo. Io e Douglas dobbiamo continuare a controllarci a vicenda mentre tu ti assenti per il trasferimento nel clone e poi avrai bisogno di Douglas anche per gestire i primi mesi del Nuovo Corso.”
“Sei una stupida, Glenda, dovevi cogliere l'occasione al volo, io domani avrò già cambiato idea, sai come sono fatto.”
“Ahah, nonno, ti voglio bene.”
L'Imperatore fissa con gli occhi un punto in alto a destra e spegne l'ologramma. In un lampo azzurro sparisce il camino e la baita con le pareti di tronchi e si ritrovano in una stanza illuminata da una luce fredda, senza mobili né finestre. L'Imperatore è collegato a cannette e monitor, ha il viso scavato.
“Nonno! Come stai?”
“Come vuoi che stia? Guardami! Va sempre peggio, le cure non reggono più, devo continuamente ricaricarmi e ho dolori dappertutto, mi sento un vecchio... Un vecchio impotente! Sono sei mesi che non posso nemmeno far sesso, sono un relitto... e io volevo un figlio da te.”
“Scusami nonno!, non volevo aver figli prima dei sessant'anni, ho sbagliato ma mai avrei pensato che non potevamo aspettare... Possiamo ancora, lo sai, riprodurranno i tuoi spermatozoi in vitro.”
“No, mai così! Noi due siamo uguali, odiamo le macchine... E io, destino maledetto!, sono condannato a trasformarmi in una macchina.”
“Non ci sono alternative, lo sai.” Glenda cerca ti rallegrarlo. “Però non puoi lamentarti, hai già avuto più figli di Gengis Khan e continuerai per chissà quanto tempo, ahah!”
Il vecchio non ride, l'addolora ricordare i tempi del Grande Sogno, quando le madri gli portavano le loro figlie perché le ingravidasse. Allora c'era la coda di donne e ragazze che volevano un figlio dal Padre Fondatore e, finito l'innamoramento dei primi anni, un'agenzia governativa si occupava di 'reclutare' belle volontarie e portargliele da ogni angolo dell'Impero.
“Ti piace quella troietta di Luna?”
“Perché me lo chiedi?”
“Così, per dire qualcosa... Io non la sopporto.”
“Siamo uguali, Glenda! Quella fa incazzare anche me e non è nemmeno figa... È vero, ha gli occhi bellissimi ma è magra come un chiodo... Le hai montato la testa, Glenda, quella crede d'essere chissà chi ma è solo una puttanella.”
“Ti piacerebbe ingravidarla?”
“Non saprei, finora ho solo immaginato di romperle il culetto legata al tavolo... Cos'hai in mente? Io ti conosco!”
“Che volevi darmi un premio!... Vedi, nonno, non è necessario che i due muoiano, una mia squadra potrebbe prelevarli dieci secondi prima dell'esplosione.”
“Ahah, Glenda, tu mi diverti troppo! Ti sei innamorata del negro! Povero lui!”
“No, io non m'innamoro di certo, nonno, vorrei divertirmi un po' a modo mio, alla fine li ho creati io e...”
“Posso capirti, ma è troppo pericoloso, quei due devono sparire realmente.”
“Ti chiedo solo tre anni, nonno, nell'isola sarebbero peggio che spariti.”
“Tre mesi, poi li liquidi realmente.”
“Affare fatto, tanto domani puoi sempre cambiare idea, ahah!... Tu non sei mai venuto sulla mia isola, se vieni cambierai idea, lo so, sarà una soddisfazione per te ingravidarla con un litro di sborra in pressione, ahah.”
“Non prendermi in giro, Glenda, sai che questa storia del clone non mi va giù.”
“È per ridere un po', nonno... Non è certo una tragedia!”
Glenda si avvicina alla poltrona e lo stringe al capo.
“Quei due imbecilli sono davvero innamorati?” Le chiede il nonno.
“Peggio, soffrono d'amore! Sono pieni di sensi di colpa. Wizard3 ha trovato due anime gemelle perfette.”
“Voglio anche lui, deve imparare come va usata la sua troietta.”
“Ahia!, temo che sarà la prima cosa che gli insegnerò io.”
“Allora deve vederle crescere un pancione di cinque gemelli!”
“Visto? Hai già cambiato idea nonno, ahah! Non bastano tre mesi.”
“Sì, hai ragione Glenda, sarebbe una bella soddisfazione se fossi ancora io e non una maledetta macch...”
“Non ti crucciare, per te sarà una nuova vita... Sai che mi sono operata anch'io? Sono già pronta per il tuo nuovo cazzone.”
L'Imperatore l'abbraccia da seduto. Passa la mano sul culo,, Glenda è più bella di vent'anni fa, la ricorda bene. Prova disgusto, lui non dimenticherà nulla, i suoi ricordi sono già stati stoccati in un server e lo perseguiteranno per l'eternità, cosa c'è di più umiliante? E tra poco anche i suoi desideri vivranno in una macchina.
“Per me non cambierà nulla, nonno.”
“Lo so, mi odierai lo stesso. Come prima.”
Glenda ha addosso l'eccitazione dei vincenti, si sente figa e potente. Prima d'andarsene deve regolare i conti con McQueen.
La aspetta nell'ufficio privato dell'Imperatore. Qui McQueen è di casa, crede d'essere il vice-imperatore.
Ma è dannatamente furbo, non si fa trovare solo. Dietro lui, su un lato dell'enorme tavolo da conferenze, di cristallo blu, c'è schierato l'intero suo staff di collaboratori, otto fra generali, militari e ministri. Solo uomini, Douglas è un dinosauro, l'ultimo maschilista dell'Impero.
Seduti timidamente all'altro lato ci sono solo Karl e Adèle, i segretari personali di Glenda. I due le sorridono sollevati, hanno passato un brutto momento, sarebbero stati i primi a rimetterci la pelle.
Glenda e Douglas si sfidano da lontano con gli sguardi: sono acerrimi nemici ma c'è cameratismo fra loro, si sentono unici e superiori a tutti e condividono lo stesso destino: nel giro di ventiquattro ore il nonno ha prima consegnato Glenda a Douglas e poi ha promesso la testa di Douglas a Glenda.
L'Imperatore si fida solo di loro, lo odiano come nessun altro nell'Impero, ma hanno già un potere enorme e sono gli unici a capire quanto sia indispensabile che lui rimanga Imperatore il più a lungo possibile. Dopo lui il diluvio.
“L'Imperatore vuole che lavoriamo insieme.”
McQueen le va incontro. “Come ai vecchi tempi.”
Le poggia la mano sulla spalla, dietro al collo, e la conduce verso il tavolo.
“No, Douglas, solo noi due, loro non ci devono essere.”
McQueen non ascolta, la spinge fino al proprio posto, fra la fila dei generali, nel posto vuoto di fronte ai suoi due segretari nervosi. La poltrona sparisce in un istante, risucchiata dal pavimento. “Come ai vecchi tempi.” La mano preme sulla nuca.
Glenda cede alla pressione e si piega a novanta sul tavolo. Fissa negli occhi Adèl, seduta un metro davanti a lei. Guarda e impara vorrebbe dirle. Douglas glielo picchia in culo come ai vecchi tempi. Glenda chiude gli occhi, è tornata ai suoi vent'anni. Tutto è come prima, tutto è cambiato. Ne ha fatta di strada, la nipotina dell'Imperatore.
Sa che il Padre Fondatore, suo nonno, la sta osservando dal suo tristissimo letto. Lo odia, uno come suo nonno nasce ogni mille anni.
Ma finisce anche questa. Le sborra in culo e si sfila.
“Uscite tutti, io e il Generale McQueen dobbiamo parlare.”
Glenda riceve la convocazione durante una noiosa riunione dell'Esecutivo. Ministri e segretari la guardano con un sorrisino. Ci sperano.
Glenda, non ci fa caso, è sicura di sé stessa, ma l'intimazione è stata una scarica d'adrenalina che cerca di nascondere. Saluta senza alzare gli occhi ed esce.
C'è già la navetta imperiale ad attenderla. No, le sue guardie del corpo non possono seguirla. Senza Victor che la segue come un'ombra da sedici anni Glenda ha una sgradevole sensazione di sbilanciamento, come se le avessero improvvisamente tolto un peso e rischiasse di cadere dall'altra parte. Si siede.
Si sente fragile come a vent'anni quando ha iniziato la carriera. Inspira e si concentra, è nervosa, le viene addirittura il dubbio che ci sia qualche errore nell'operazione, qualcosa di non previsto. Ma ormai non può più tirarsi indietro, nei prossimi minuti si gioca il tutto per tutto. L'unico vero ostacolo è l'Imperatore: è strasicura di poterlo convincere ma con lui non si può mai sapere.
Il volo è brevissimo, la navetta s'aggancia al tetto di una villetta bianca di finto legno, uguale a tutte le altre, nel quartiere governativo. È la casetta dell'Imperatore. Non l'ha convocata al palazzo, in teoria per dare alla faccenda un'aura di segretezza assoluta, in realtà perché il nonno esce dal suo bunker sempre meno volentieri.
L'accoglie il generale Douglas McQueen con un sorrisino più infido di quelli dei ministri.
“L'hai voluto tu, ora spera di convincerlo.”
“É sempre un piacere rivederti, Douglas.”
L'ascensore li porta giù nel bunker.
“Non la penserai allo stesso modo tra dieci minuti, dopo averlo incontrato. Tuo nonno è agitato, la sua nipotina l'ha deluso in tutto e sai bene cosa fa quando è nervoso.”
Glenda lo guarda spavalda: “In questo periodo di transizione siamo tutti nervosi: anche tu, Douglas, sei di nuovo ingrassato, devi controllarti di più.”
La porta dell'ascensore si apre e un nastro li trasporta lungo un corridoio infinito.
“Ahah, sono le preoccupazioni, è davvero un periodo incerto e lo sai, io mi consolo col cibo... Tuo nonno mi gira tutte le rogne, soprattutto quelle noiose, come tuo cugino che l'ha fatto incazzare. L'ho ancora tra le mani, lo sai?”
Glenda ha un brivido.
“No! Cosa capisci, Glenda? Tu non mi annoierai di certo!”
Sono arrivati.
“Ciao Douglas.”
“A presto.”
Glenda entra nella cella di scansione: per tre minuti e un milione di raggi l'attraversano alla ricerca di armi, veleni, batteri, virus ed anche onde cerebrali aggressive ed inibiscono ogni sensore elettronico o quantico nel suo corpo.
La Segretaria Personale la aspetta.
“Bene. Il Padre Fondatore è a caccia.”
Glenda si ritrova immersa nell'immenso ologramma di una foresta innevata. Di fronte a lei il maestoso profilo del Grand Teton, in Wyoming. Ha freddo, la divisa regola immediatamente la temperatura ma ha le gambe nude. Cammina in trenta centimetri di neve. Lo vede allungato dietro al tronco d'un albero caduto. S'avvicina senza far rumore. L'Imperatore non si distrae, non distoglie l'occhio dal mirino telescopico e le passa un binocolo senza voltarsi.
Glenda vede un cervo bellissimo a milleduecentotredici metri. Un colpo ed un secondo dopo il cervo cade sulle zampe. Nemmeno se n'è accorto.
L'Imperatore si rialza.
“Con questi fucili è troppo facile!”
“Ciao nonno.”
“Hey, sei davvero carina. Chi è?”
“Un'attrice del XX secolo, Halle Berry.”
“Non so chi sia, ma sei proprio figa. Adesso capisco perché Douglas freme dalla voglia di rimettertelo in culo, ahaha!” La guarda pensieroso. “Da quanto tempo non vieni qui?”
“Due anni.”
“Hai freddo, andiamo in baita.”
Glenda lo segue.
Duecento metri nella neve, l'Imperatore ha centoquattordici anni, è suo bisnonno, ma ha il fisico di un sessantenne. Cammina senza fatica, vuole dimostrarle che sta ancora bene ma Glenda sa che l'equilibrio è ormai compromesso, i suoi medici non possono garantire più nulla e lui non può più rimandare ancora.
Entrano in una baita di legno, l'Imperatore getta un altro ciocco nel camino e si siede su un dondolo di legno. L'atmosfera è familiare, d'altri tempi, il nonno indossa addirittura una camicia a scacchi da vero pioniere, ma Glenda non si fa ingannare, sa che decine di armi nascoste sono pronte a polverizzarla al primo movimento inconsulto.
“Tu Glenda devi immediatamente por fine a questa assurdità!”
“Ma siamo già alla fine, l'operazione terminerà fra dieci giorni e se il tuo clone è pronto...”
“È pronto ma non se ne parla, quei due sono diventati incontrollabili, devi chiudere prima, io non posso rischiare.” Si versa del bourbon. “... In questi sei mesi mi hanno trasferito l'intera memoria nel clone, rimane solo il subcosciente e per trasferirmi completamente devo 'assentarmi' totalmente per quattro giorni. Ho giù detto di rimandare, tu devi risolvermi prima questo disastro.”
“Ma nonno, non puoi rimandare oltre, rischi di non poterlo più fare se..., devi assolutamente trasferirti nel clone!”
“E secondo te sono così stupido da assentarmi mentre quella troietta e il suo negro sono più amati di me? In sessant'anni non è mai successa una cosa simile! Mi deridono, mettono in dubbio l'Impero... non so come ho fatto a permettertelo!!!”
“Ma lo sapevi, io ti ho sempre...”
“No, tu sei furba, tu mi hai preso per il culo!, tu mi hai detto che avresti fatto rinascere il Grande Sogno, tu dicevi che sarebbe rinato lo spirito dei primi tempi! Tu, tu, tu! Chiudi subito questa storia!!”
Con un gesto di rabbia getta il liquore nel cammino. La fiamma ha un guizzo ferino e torna subito quieta.
“No, Glenda, tu non saresti mai in grado di rimediare al danno che hai fatto... Ho deciso, sei in arresto, consegnati a Douglas! Ha già prodotto documenti, intercettazioni e video: sei una spia del Blocco e hai manipolato quella troia per screditare il Padre Fondatore e minare L'Impero alla fondamenta. Alla puttanella e al negro che se la sbatte faremo iniezioni di memoria, saranno i primi a convincersi di essere cospiratori. Diranno che il matrimonio è solo un tuo infido trucco, Kyle avrebbe dovuto attentare alla mia vita proprio durante la cerimonia e la puttanella sarà molto convincente quando confesserà di essere una pedina in mano alla subdola Ministra della Comunicazione. Manca solo una tua confessione pubblica! Ma questa non sarà certo un problema... Mi spiace per te Glenda, per ottenerla Douglas preferisce i metodi tradizionali.”
“Okay, nonno, ma Wizard3 ha calcolato anche questa eventualità, ha solo il 12,67% di successo.”
“Lo so benissimo, ma tu non mi lasci alternative.”
“Ti chiedo solo di ascoltarmi dieci minuti, poi mi consegnerò a McQuenn e farò tutto quello che mi ordinerete.”
L'Imperatore sbuffa. “Anche tu non hai alternative, ma parla.”
Glenda è rilassata, la sua situazione è talmente compromessa che non la preoccupa più. Si siede sulla poltrona all'altro angolo del camino e comincia a parlare. Espone scandendo bene le parole e contando sulla punta delle dita i passaggi salienti del discorso.
“Tra cinque giorni, in occasione del loro matrimonio, annuncerai che li intendi adottare come figli. Ho pronto il discorso, dirai che sono il futuro dell'Impero e lascerai intendere che Kyle potrebbe essere il tuo possibile erede...”
“Un negro spiantato mio erede?!” La voce è disgustata.
“Ricordati che è un eroe di guerra e che quella coppia incarna la vera coscienza dell'Impero, con tutte le sue contraddizioni, nel bene e nel male. Spiazzerai tutti, sarà una ventata di freschezza inaspettata, getterai confusione, non capiranno cosa succede, forse non vorranno nemmeno crederci ma ti assicuro che ognuno tornerà a sperare che sia davvero possibile un cambiamento.”
L'Imperatore storce la bocca dubbioso.
“Nel discorso annuncerai anche che vuoi avviare un Nuovo Corso. È ormai tempo di cambiamenti, l'apparato va ringiovanito e si devono dirottare risorse ed energie per promuovere il benessere dei cittadini e non per cercare di annientare il Blocco con cui di dovrà trovare invece una qualche forma di coesistenza possibile... dopo tanti anni pronuncerai la parola pace.”
Il Padre Fondatore è sempre più diffidente.
“E alla coppietta regalerai il viaggio di nozze nelle vecchie capitali europee, Londra, Parigi e le rovine sommerse di Venezia... Quando Luna e Kyle partiranno per l'Europa tu ti ritirerai per completare il trasferimento nel clone.”
“No, non andrà così!”
Glenda solleva la mano.
“Aspetta, ti prego... Da qui in poi, se non ti fidi di me, l'operazione passerà nelle mani del generale Douglas McQuenn. Il piano è di far scoppiare frizioni preoccupanti col Blocco proprio mentre i due sposini saranno in luna di miele seguiti da centinaia giornalisti. Le solite cazzate, foto a tremiladuecento metri sulla Flèche Eiffel e le cupole di San Marco che escono dall'acqua, ma i due sposini ne approfitteranno anche per una visita alla base nel deserto pugliese dove è stanziata la vecchia squadra di Kyle. Ci faranno un salto a salutare i vecchi amici e farsi fotografare.” É arrivata al punto più importante. Glenda deglutisce. “ .. Ecco, io so che quella vecchia base è in dismissione e che è già operativa la nuova base sui Pirenei.”
Ha stupito l'Imperatore. Il Padre Fondatore tira indietro la testa di un centimetro e la fissa dubbioso, ma nello sguardo ora c'è tutta la sua attenzione. “Continua.”
“La base, protetta da un obsoleto sistema di difesa, verrà distrutta da un ordigno nucleare e questo avverrà in diretta mondiale mentre la coppietta è in visita.”
Glenda si alza e va alla finestra a graticcio: fuori nevica, tutto è bianco, sulla staccionata si sono accumulati in equilibrio venti centimetri di neve. Ha l'impulso d'uscire, vuole toccare la neve.
“Wizard3 stima sessantasettemila morti. È il numero minimo perché non nascano dubbi complottisti sulle responsabilità dell'incidente. Per l'Impero sarebbe comunque un sacrificio tollerabile visto il risultato: la notizia della strage e della morte dei due piccioncini seminerà sgomento e sdegno nell'Impero e tutti si stringeranno di nuovo attorno al Padre Fondatore che nel disastro è stato colpito più di tutti: ha perso il suo erede, i suoi figli adottivi... Soffriranno con te e ti ameranno come ai tempi del Grande Sogno e tu, risorto nel nuovo corpo e pieno d'energia, riprenderai in mano l'Impero.”
“Interessante.”
“Wizard3 dà una percentuale di...”
“Non annoiarmi con percentuali... Non sarà facile simulare un attacco del Blocco.”
“Wizard3 ha scoperto una vera falla nella cintura protettiva della nostra vecchia base nel deserto della Puglia. Quel giorno ci sarà un'esercitazione con il nostro nuovo sistema di occultamento e per una serie di errori e fatalità i nostri intercettori scambieranno per un bersaglio e colpiranno l'incrociatore del Blocco stanziato nel Golfo della Sirte.. L'incrociatore prima di saltare in aria lancerà i suoi missili che verranno tutti intercettati, ma Wizard3 si sostituirà per due minuti in tutti i sistemi di difesa e traccerà la rotta di un missile immaginario, che per pura sfortuna s'incuneerà proprio nel punto morto dello scudo della base. Tutti seguiranno il missile che come per magia eluderà una dopo l'altra ogni barriera e centrerà la base. Tutto sarà reale. Realistico e plausibile.”
“Quali saranno le reazione del Blocco?”
“Conosci già la risposta: da venti anni siamo in stallo totale. Le macerie dell'ultimo conflitto orbiteranno ancora per dodici anni precludendo ad entrambi lo spazio: senza basi orbitali e una rete capillare di satelliti non è pensabile un conflitto che non porti reciproca distruzione. In ogni caso loro hanno perso un incrociatore, noi una base, saremo pari.”
“... Cosa vuoi come premio?”
“Approvi?!! Mi dai l'autorizzazione?”
“Certo! È un ottimo lavoro e meriti un bel premio: se vuoi ti do la testa di McQueen.”
Glenda non casca nel tranello, sa di non poter accettare quest'offerta ma non può neppure rifiutare un dono dell'Imperatore. Risponde senza esitazioni: “Grazie nonno, ma dopo, tra un anno, adesso non posso accettare. Tu avrai bisogno della presenza di tutti e due per essere tranquillo. Io e Douglas dobbiamo continuare a controllarci a vicenda mentre tu ti assenti per il trasferimento nel clone e poi avrai bisogno di Douglas anche per gestire i primi mesi del Nuovo Corso.”
“Sei una stupida, Glenda, dovevi cogliere l'occasione al volo, io domani avrò già cambiato idea, sai come sono fatto.”
“Ahah, nonno, ti voglio bene.”
L'Imperatore fissa con gli occhi un punto in alto a destra e spegne l'ologramma. In un lampo azzurro sparisce il camino e la baita con le pareti di tronchi e si ritrovano in una stanza illuminata da una luce fredda, senza mobili né finestre. L'Imperatore è collegato a cannette e monitor, ha il viso scavato.
“Nonno! Come stai?”
“Come vuoi che stia? Guardami! Va sempre peggio, le cure non reggono più, devo continuamente ricaricarmi e ho dolori dappertutto, mi sento un vecchio... Un vecchio impotente! Sono sei mesi che non posso nemmeno far sesso, sono un relitto... e io volevo un figlio da te.”
“Scusami nonno!, non volevo aver figli prima dei sessant'anni, ho sbagliato ma mai avrei pensato che non potevamo aspettare... Possiamo ancora, lo sai, riprodurranno i tuoi spermatozoi in vitro.”
“No, mai così! Noi due siamo uguali, odiamo le macchine... E io, destino maledetto!, sono condannato a trasformarmi in una macchina.”
“Non ci sono alternative, lo sai.” Glenda cerca ti rallegrarlo. “Però non puoi lamentarti, hai già avuto più figli di Gengis Khan e continuerai per chissà quanto tempo, ahah!”
Il vecchio non ride, l'addolora ricordare i tempi del Grande Sogno, quando le madri gli portavano le loro figlie perché le ingravidasse. Allora c'era la coda di donne e ragazze che volevano un figlio dal Padre Fondatore e, finito l'innamoramento dei primi anni, un'agenzia governativa si occupava di 'reclutare' belle volontarie e portargliele da ogni angolo dell'Impero.
“Ti piace quella troietta di Luna?”
“Perché me lo chiedi?”
“Così, per dire qualcosa... Io non la sopporto.”
“Siamo uguali, Glenda! Quella fa incazzare anche me e non è nemmeno figa... È vero, ha gli occhi bellissimi ma è magra come un chiodo... Le hai montato la testa, Glenda, quella crede d'essere chissà chi ma è solo una puttanella.”
“Ti piacerebbe ingravidarla?”
“Non saprei, finora ho solo immaginato di romperle il culetto legata al tavolo... Cos'hai in mente? Io ti conosco!”
“Che volevi darmi un premio!... Vedi, nonno, non è necessario che i due muoiano, una mia squadra potrebbe prelevarli dieci secondi prima dell'esplosione.”
“Ahah, Glenda, tu mi diverti troppo! Ti sei innamorata del negro! Povero lui!”
“No, io non m'innamoro di certo, nonno, vorrei divertirmi un po' a modo mio, alla fine li ho creati io e...”
“Posso capirti, ma è troppo pericoloso, quei due devono sparire realmente.”
“Ti chiedo solo tre anni, nonno, nell'isola sarebbero peggio che spariti.”
“Tre mesi, poi li liquidi realmente.”
“Affare fatto, tanto domani puoi sempre cambiare idea, ahah!... Tu non sei mai venuto sulla mia isola, se vieni cambierai idea, lo so, sarà una soddisfazione per te ingravidarla con un litro di sborra in pressione, ahah.”
“Non prendermi in giro, Glenda, sai che questa storia del clone non mi va giù.”
“È per ridere un po', nonno... Non è certo una tragedia!”
Glenda si avvicina alla poltrona e lo stringe al capo.
“Quei due imbecilli sono davvero innamorati?” Le chiede il nonno.
“Peggio, soffrono d'amore! Sono pieni di sensi di colpa. Wizard3 ha trovato due anime gemelle perfette.”
“Voglio anche lui, deve imparare come va usata la sua troietta.”
“Ahia!, temo che sarà la prima cosa che gli insegnerò io.”
“Allora deve vederle crescere un pancione di cinque gemelli!”
“Visto? Hai già cambiato idea nonno, ahah! Non bastano tre mesi.”
“Sì, hai ragione Glenda, sarebbe una bella soddisfazione se fossi ancora io e non una maledetta macch...”
“Non ti crucciare, per te sarà una nuova vita... Sai che mi sono operata anch'io? Sono già pronta per il tuo nuovo cazzone.”
L'Imperatore l'abbraccia da seduto. Passa la mano sul culo,, Glenda è più bella di vent'anni fa, la ricorda bene. Prova disgusto, lui non dimenticherà nulla, i suoi ricordi sono già stati stoccati in un server e lo perseguiteranno per l'eternità, cosa c'è di più umiliante? E tra poco anche i suoi desideri vivranno in una macchina.
“Per me non cambierà nulla, nonno.”
“Lo so, mi odierai lo stesso. Come prima.”
Glenda ha addosso l'eccitazione dei vincenti, si sente figa e potente. Prima d'andarsene deve regolare i conti con McQueen.
La aspetta nell'ufficio privato dell'Imperatore. Qui McQueen è di casa, crede d'essere il vice-imperatore.
Ma è dannatamente furbo, non si fa trovare solo. Dietro lui, su un lato dell'enorme tavolo da conferenze, di cristallo blu, c'è schierato l'intero suo staff di collaboratori, otto fra generali, militari e ministri. Solo uomini, Douglas è un dinosauro, l'ultimo maschilista dell'Impero.
Seduti timidamente all'altro lato ci sono solo Karl e Adèle, i segretari personali di Glenda. I due le sorridono sollevati, hanno passato un brutto momento, sarebbero stati i primi a rimetterci la pelle.
Glenda e Douglas si sfidano da lontano con gli sguardi: sono acerrimi nemici ma c'è cameratismo fra loro, si sentono unici e superiori a tutti e condividono lo stesso destino: nel giro di ventiquattro ore il nonno ha prima consegnato Glenda a Douglas e poi ha promesso la testa di Douglas a Glenda.
L'Imperatore si fida solo di loro, lo odiano come nessun altro nell'Impero, ma hanno già un potere enorme e sono gli unici a capire quanto sia indispensabile che lui rimanga Imperatore il più a lungo possibile. Dopo lui il diluvio.
“L'Imperatore vuole che lavoriamo insieme.”
McQueen le va incontro. “Come ai vecchi tempi.”
Le poggia la mano sulla spalla, dietro al collo, e la conduce verso il tavolo.
“No, Douglas, solo noi due, loro non ci devono essere.”
McQueen non ascolta, la spinge fino al proprio posto, fra la fila dei generali, nel posto vuoto di fronte ai suoi due segretari nervosi. La poltrona sparisce in un istante, risucchiata dal pavimento. “Come ai vecchi tempi.” La mano preme sulla nuca.
Glenda cede alla pressione e si piega a novanta sul tavolo. Fissa negli occhi Adèl, seduta un metro davanti a lei. Guarda e impara vorrebbe dirle. Douglas glielo picchia in culo come ai vecchi tempi. Glenda chiude gli occhi, è tornata ai suoi vent'anni. Tutto è come prima, tutto è cambiato. Ne ha fatta di strada, la nipotina dell'Imperatore.
Sa che il Padre Fondatore, suo nonno, la sta osservando dal suo tristissimo letto. Lo odia, uno come suo nonno nasce ogni mille anni.
Ma finisce anche questa. Le sborra in culo e si sfila.
“Uscite tutti, io e il Generale McQueen dobbiamo parlare.”
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