L'Impero - 6
di
XXX-Comics
genere
fantascienza
Nello stesso istante nella subway sovraffollata, J-Jay, il fratellino di Kyle, riceve una notifica pubblicitaria.
È tra i finalisti di un concorso a premi della SxToysInc.
Mai sentita prima, dev'essere una delle concorrenti minori della SxAiP. Mettono in palio tre interventi gratuiti per il potenziamento sessuale. J-Jay, in piedi tra i pendolari di ritorno, legge nascondendo il visore. Dicono che è tra gli ultimi dieci selezionati, tra sei minuti ci sarà l'estrazione finale, per partecipare deve solo inviare il consenso.
Non ci crede, è una delle mille truffe che girano. Sarebbe troppo bello, le ragazze ne parlano tutte e girano storie divertenti. Che lui sappia costa una sassata, nessun ragazzo della sua età può permetterselo, se non i figli di alti funzionari. Cazzo, sarebbe forte però!
Legge, attento ad non inviare alcuna conferma. Gli si scalda il cervello mentre guarda la pubblicità: intervento non invasivo... velocissimo, nessuna controindicazione... vita normalissima... lo attivi quando ti serve semplicemente bevendo l'integratore fornito dalla SxToysInc. ed avrai una produzione giornaliera garantita di mezzo litro di vero liquido seminale - potenza di fuoco da cavallo, 50cc a colpo per dieci prestazioni a coito...
J-Jay, sa già tutto, Luna faceva la stessa pubblicità per la SxAiP. Lo faceva morire, parlava di Kyle che la riempiva, quante volte e il sapore che aveva... col suo modo da puttanelle timida.
Gli viene duro, Luna lo devasta, vorrebbe davvero sborrare come un cavallo, ma con lei. È una cagna, sta con suo fratello perché lui è peggio di un toro ed ora ha anche il cazzo che gli diventa un palo.
Il treno rallenta bruscamente per un improvviso calo di tensione. Le luci si spengono. Dura forse un secondo e il treno riprende a correre. J-Jay s'accorge di aver inviato il consenso per sbaglio.
Non ci pensa più, è una cazzata.
Alla sua fermata s'immette nella corrente che scende dal treno. La fiumana lo trascina sui tapis roulant chilometrici, gli ologrammi monumentali sotto le volte della stazione sono tutti con la pubblicità della SxToysInc.
C'è stata l'estrazione, appaiono le immagini dei vincitori il terzo è lui!
È alto sei piani, il volto è nascosto ma è lui, hanno depredato le immagini del suo phone, sono quelle della palestra, maglietta e calzoncini, due ragazze in bikini lo stanno palpando eccitate, gli levano la maglietta e gli danno l'integratore da bere.
J-Jay è stordito. Lo chiamano al cellulare, risponde e sente la sua voce negli altoparlanti della stazione. Non capisce un cazzo, è come in un sogno confuso pieno di gente sconosciuta. Dicono che è il più giovane dei vincitori, lo intervistano, risponde che non ci crede ancora e lo ripete ad ogni domanda. Sta facendo una figura del cazzo in mondovisione, ma per fortuna non possono dire il suo nome. La voce gli dice che già domani mattina farà l'intervento gratuito presso la più vicina clinica della SxToysCo.
Rimane col cellulare in mano. L'enorme ologramma gira su sé stesso, ora è nudo, ma nascosto dalle due bellissime ragazze. Si guarda attorno, si volta indietro, cerca d'incrociare lo sguardo dei pendolari che arrivano nella direzione opposta: nessuno lo nota, J-Jay non esiste, guardano solo l'ologramma.
- - -
Wizard3 ha ragione, Glenda è stanca, da tre mesi non si prende un vero giorno di riposo e, proprio adesso che è a un passo dalla conclusione, non riesce a gestire come vorrebbe l'ansia. Ha bisogno di staccare, di tornare almeno un giorno nella sua isola.
Ordina d'annullare tutti gli impegni per 48 ore, avvisa Crocodile che può finalmente consegnarle la merce ordinata e chiama l'isola.
“Inés, stasera voglio cenare da regina.”
“Ti aspettiamo, signora.”
Quaranta minuti di volo e Glenda atterra in un altro secolo.
Nella sua isola nei Caraibi.
Qui, in una baia protetta da montagne ricoperte di foreste impenetrabili, ha fatto ricostruire un villaggio di negrieri portoghesi con tanto di chiesetta, porticciolo di legno sull'acqua verde smeraldo e fortino intonacato di bianco. Il fortino è la caserma della sua Guardia e nel villaggio vivono e lavorano quasi duecento schiavi. Tutto come quattro secoli fa.
Glenda ha ottenuto il permesso dall'Imperatore di schermare elettronicamente l'intera area e nessuno può spiare cosa succede. Nemmeno Wizard3 vi ha accesso, ma per sicurezza ancor maggiore ha voluto che la sua villa privata fosse senza elettricità ed ovviamente senza sistemi elettronici o quantici.
Ha creato una comunità autosufficiente, le sue anime si occupano di tutto, lavorano la terra, allevano il bestiame, ingrandiscono il villaggio... Non sono deprimenti inservienti chippati col pallino nero in fronte, ma schiavi e schiave reali, com'è stato per millenni, di diverso hanno solo un innesto nel midollo che li blocca in caso di ribellione o fuga. Nell'isola non esistono catene e recinzioni, i suoi schiavi vivono felici e senza preoccupazioni in una realtà protetta. Ci sono coppie e famiglie e si sta formando una seconda generazione. Glenda protegge il suo regno come una sovrana.
Ad attenderla giù dalla navetta ci sono Bruce ed Inés.
Inés l'accoglie con un sensuale bacio in bocca. È la bellissima creola che ha adottato l'anno scorso. Fa parte delle schiave da piacere, è la migliore, ha un magnifico corpo dorato che Glenda ha dovuto appena far ritoccare. È diversa da Luna, è più donna. Ma Glenda adesso non vuole pensare a Luna.
Inés è preziosa. Il Governatore del Messico le ha offerto una cifra da capogiro per comprargliela e Glenda ha risposto ridendo che nell'Impero è severamente vietato il traffico di schiavi. Da allora il Governatore viene regolarmente sull'isola per godersi la schiava come più gli piace ed è diventato il suo miglior alleato.
Lo ammette la stessa Glenda, gli schiavi da piacere non vivono poi così felici sulla sua isola ma lei non può farci nulla, è il loro ruolo, sono vittime dei capricci e delle perversioni della padrona e dei suoi alleati e come tutte le passioni d'amore durano poco. Glenda quando s'è ormai stufata di un suo giocattolo sessuale, schiavo o schiava, non lo vuole più vedere e lo cede via dove capita.
Questo però non è capitato a Bruce che è arrivato sull'isola dodici anni fa come capriccio sessuale ed ora è a capo di tutti gli schiavi. Tra lui e la padrona s'è instaurato rapporto squisitamente ambiguo e contorto benché siano anni che non fanno più sesso.
Per Glenda è stata una vera fortuna scovare Bruce, era quello che più cercava in quel periodo e si è rivelato un indispensabile aiuto.
Bruce, ufficiale nel controspionaggio dell'esercito e poi campione di wrestling e lotta maori, era finito malamente nel giro delle scommesse illegali. Glenda era stata folgorata dal suo fisico massiccio, centodieci chili di muscoli, e ancor più dalle sue esperienze accumulate nel controspionaggio. Per due anni aveva sondato con lui i più nascosti recessi della propria natura masochista ed aveva sperimentato piaceri e dolori impensabili che ancora adesso, a distanza di dieci anni, la turbano nel profondo. La vicinanza di Bruce le scatena una serie di emozioni contraddittorie: è suo schiavo ma è stato il suo padrone crudele.
Glenda allontana la bella Inés che l'ha appena baciata in bocca, prende a braccetto Bruce e s'incammina verso il fortino.
Si sente a casa. Non lo ascolta mentre la mette al corrente sull'andamento della colonia. Lo interrompe.
“Bruce, avrò bisogno di te. Fra un paio di settimane porterò qui una coppietta, lei è la ragazza più bella dell'Impero.”
Sull'isola nessuno sa dell'esistenza di Luna e solo gli ultimi arrivati si ricordano forse delle EightSisters. Bruce è sorpreso, la signora non gli ha mai annunciato l'arrivo di nuovi schiavi.
“Non ne hai idea, sono troppo eccitata, mi pare d'essere tornata indietro, non so come spiegarmi... Voglio un interrogatorio! Comincia a pensarci.”
“Per lei o per lui?”
“Per me, Bruce!... Per me, mi avrai come dieci anni fa.”
Si gira e cammina veloce verso la caserma trascinandosi Inés.
È pensierosa, si sta chiedendo se ha fatto tutto quello che ha fatto solo per arrivare a questo.
Alla luce del tramonto le mura del fortino, intonavate di calce, hanno una tonalità calda, un avorio che contrasta col rosso scuro della terra battuta. Nell'angolo ovest c'è un'unica palma con grappoli d'oro sotto la chioma verde brillante. C'è odore di polvere e pioggia, il cielo è azzurro intenso, nuvole bianche s'aggrappano alle cime delle montagne e il vento soffia forte dal mare. Sui camminamenti delle mura ci sono le ombre nere dei suoi uomini appostati.
Per fare le cose fatte bene ci vuole tempo e Glenda ha organizzato questo momento un mese fa.
Crocodile's Eye è stato di parola, ha portato i due nuovi schiavi ma legato sul palco di legno ce n'è un terzo che lei non ha ordinato.
Inés si blocca. “No, padrona ti prego! Non loro!”
Glenda le artiglia i capelli. “Non fare la scema, cammina.”
Crocodile è un omino insignificante, un essere sfuggente campione assoluto nell'arte di non farsi notare. Di lui non ti ricordi se ha o non ha la barba, che tono ha la sua voce e di che colore era il suo vestito, ti rimangono impressi solo i suoi occhi gialli trasparenti da coccodrillo, ma anche questi confusamente. È un commerciante senza scrupoli che tratta con privati, industrie ed eserciti sia dell'Impero che del Blocco. Ha agganci ovunque e procura sempre quello che occorre. Si rifornisce di chippati nelle carceri e nei campi di prigionia di tutto il mondo e vende al miglior offerente lotti di operai, manovali, minatori, puttane e soldati. Non ha bandiera, li fornisce anche ai gruppi dei rivoltosi. La sua attività è tollerata perché necessaria, è un lavoro sporco che qualcuno deve pur fare.
Crocodile's Eye si muove in quel territorio di nessuno dove l'unica regola è il profitto e Glenda è una che paga bene per i suoi capricci. È sua cliente da sedici anni e con lei lavora su ordinazione, gli arrivano richieste precise di giovani maschi e flessuose ragazze di cui la capricciosa Glenda s'è invaghita incrociandoli magari in un convegno o ad una festa dell'Impero, o che ha visto in una pubblicità, o che le ha suggerito l'Intelligenza Artificiale. Per Crocodile sono operazioni molto rischiose, è costretto ad avvalersi dei suoi agganci nel sottobosco criminale per farli rapire, ma accontentare Glenda ripaga ampiamente ogni rischio.
“Croc, lui cos'è? Non l'ho ordinato, non lo voglio.”
“È un dono.”
“Tu che fai regali? Ahaha, non ci credo.”
“No, è un regalo per te da parte di Yevgeny Kamińska.”
Glenda è diffidente per natura.
“Non mi stai mentendo, vero?”
“Perché dovrei? Comunque se non lo vuoi accettare m'ha detto che posso tenermelo.”
Yevgeny Kamińska, sindaco di Varsavia, è un uomo emergente nel Blocco, Glenda lo segue da tempo e Wizard3 prevede che presto raggiungerà i vertici del potere ed entrerà nel Comitato Esecutivo in occasione dell'Assemblea Plenaria del prossimo anno.
C'è sintonia tra loro due, segretamente si sono già scambiati favori ed attenzioni.
“Mostramelo.”
Salgono sul palco. Il ragazzo, a torso nudo col gonnellino da schiavo, è legato alla trave dell'espositore di destra, di fianco ai due nuovi schiavi che ha ordinato. Anche lui ha attorno alla fronte il diadema elettronico che inibisce il nervo ottico e uditivo: in questo momento è cieco e sordo, non sa assolutamente dove sia e cosa gli sta succedendo attorno.
A Crocodile non va di perdere tempo. “Lo vedi da sola com'è!... Diciannove anni, origini siriane, genuino e freschissimo, tocca a te addomesticarlo... Ma ti conviene custodirlo con cura, nel Blocco è popolarissimo, era destinato a diventare l'étoile del Balletto del Popolo. Eh sì, Kamińska t'ha fatto un dono veramente pericoloso... Ah, il suo nome sarebbe Karim se ti va.”
Glenda l'osserva attentamente mentre cinge al fianco Inés che vorrebbe scappar via. Gode nel sentire la paura della creola, scorre la mano sulla sua pelle nuda e le sente il respiro ansioso. “A te piace?”
Inés deglutisce prima di rispondere. “È molto bello.” Dice e cerca di non guardare verso gli altri due schiavi.
Glenda non ci fa caso, un particolare del giovane ballerino ha catturato la sua attenzione. “Si chiama Karim?”
“Si chiama come piace a te.” Risponde nervoso Crocodile.
Glenda gli si avvicina fin quasi a sfiorare i nasi.
Karim guarda nel vuoto con gli occhi che non vedono. Sono occhi fantastici, neri e lucidi, dal taglio vagamente orientale, ricordano quelli di Luna. Ed è bello come lei, un corpo efebico, meravigliosamente liscio. Gli tocca il pene, il ragazzo si ritrae spaventato. Insiste. Un bel maschietto, è dotato e i glutei rotondi sono muscolosi. È già eccitata. Lo stringe alla nuca e lo bacia in bocca.
“Croc, sei sicuro che non è stato modificato? È troppo perfetto.”
“Tu te ne intendi, Glenda. Kamińska ti ha impacchettato un Peter Pan.”
Glenda carezza il giovane viso senza barba. I Peter Pan sono un imbarazzante fallimento della ricerca. Gli scienziati del Blocco erano convinti d'aver trovato l'elisir di lunga vita e l'hanno sbandierato ai quattro venti come un successo epocale per poi scoprire che l'intervento genetico da fare prima dei trent'anni interrompe sì il processo di decadimento e crea eterni giovani che non invecchiano, ma impedisce pure qualsiasi altro trattamento o cura. I Peter Pan, se sono fortunati, hanno un'aspettativa di vita pari a quella del Novecento, perché sono estremamente vulnerabili a malattie cardiache e tumori. Un successo ben misero rispetto ai progressi dell'Impero dove Glenda e altri fortunati possono contare su almeno centovent'anni di vita sana ed efficiente.
Yevgeny non poteva farle regalo più gradito, un Peter Pan nella sua Isola che non c'è.
“Tu, Croc, hai sicuramente un messaggio per me.”
“No, Kamińska non m'ha detto nulla.”
Glenda sorride, Yevgeny gli ha inviato un messaggio che solo lei può capire, loro due s'intendono alla perfezione senza nemmeno essersi mai visti.
Con la mano chiude gli occhi di Karim, Yevgeny è stato chiarissimo con lei, vuole Luna in cambio.
Le EightSisters sono popolarissime anche nel Blocco dove le seguono sui canali illegali e Yevgeny è un fan assiduo che non si preoccupa troppo di nascondere la sua passione. Se fosse veramente così, se Kamińska entrerà davvero nel Comitato Esecutivo al prossimo Plenum e, soprattutto, se l'Imperatore non affosserà il Progetto, Glenda regalerà sicuramente Luna a Yevgeny Kamińska.
“Lo vuoi o no?”
“Hai detto che è un ballerino?”
“Non farmelo ripetere, nel Blocco lo conoscono tutti, io l'ho avuto tra le mani già per troppo tempo. Cosa faccio?”
“Lo tengo. Quando rivedi Yevgeny ringrazialo da parte mia e digli che per la sua promozione riceverà la sorpresa che mi ha chiesto.”
Crocodile's Eye non capisce ma è orgoglioso d'essere il collegamento tra due delle persone più potenti al mondo. “Per gli altri due però voglio di più.”
Ines non riesce a trattenersi, “Nooo!”, s'aggrappa tremante a Glenda che per farla calmare le strizza il capezzolo e la spinge indietro.
“Perché?”
“Io qui mi gioco tutto! L'anno scorso mi hai chiesto la sorella,” indica Inés dietro Glenda, “e adesso i due fratelli! Non ti rendi conto dei rischi che mi fai correre! E delle spese, ho dovuto far inscenare un incidente e comprare due cloni geneticamente modificati da mettere nelle bare. Hai idea di cosa costano?”
“Non ti lamentare, da me hai sempre avuto quello che ti spetta. Me li hai fatti preparare come ti ho chiesto?”
“Certo.”
Glenda infila la mano sotto il gonnellino di Diego per verificare. Sì, Croc gli ha fatto correggere il pene. Tocca anche Vincente, il fratello maggiore. Bene, ora Glenda ha due bei giocattoli da monta con cazzi di carne, grossi ma verosimili.
“In clinica hanno fatto un buon lavoro con loro, sono garantiti, puoi mungerli un giorno intero e schizzano ancora 60cc.”
“Sono addomesticati?”
“Hanno l'innesto midollare e i miei ragazzi li hanno avuti in mano dieci giorni, non ti decidevi più a ritirarli!”
Inés s'aggrappa alla schiena di Glenda, piagnucola, si ricorda benissimo i ragazzi e le ragazze di Crocodile. “No, padrona, non loro, ti prego, farò tutto quello che vuoi!”
“Dobbiamo perdere altro tempo? “
Glenda detesta quell'omino insignificante. È un viscido che prende i soldi e scappa. Non lo considera, abbraccia Inés.
“Ma cosa hai capito? Vieni a salutare i tuoi fratelli.” Le guida la mano sotto i gonnellini, gli fa toccare prima Vincente e poi il bel Diego. I due fratelli non sanno che è la mano della sorella sparita da un anno. S'irrigidiscono spaventati, s'aspettano il peggio. Sono ciechi, sordi e inermi, hanno coglioni e pene legati l'elastico elettronico che inibisce l'erezione ed hanno imparato troppo bene che l'inibitore si può risvegliarsi all'improvviso, senza alcun motivo, in qualsiasi momento, e azzannarli ai coglioni come un cane.
“Inés, sono per te, sono un mio regalo!”
La schiava si volta sconvolta, non capisce. Non vuole capire.
Glenda allunga la mano col puntatore verso le palle di Diego. Il fratello sussulta e si piega come può sui coglioni, ma è legato mani e piedi. Suda, digrigna i denti, ha imparato che non deve urlare ed implorare. Glenda insiste altre due volte facendo soffrire Inés. Poi, finalmente le cede il puntatore. Diego s'accascia.
“Sono tuoi e tu sei responsabile di loro. Se non mi deluderai ti prometto che non li darò mai via e potranno vivere sull'isola per il resto della loro vita. Ma hai sentito, non posso più rimandarli a casa, se non li vuoi sarò costretta a restituirli a Croc che li piazzerà a qualcun altro. Cosa decidi?”
Inès non ha più saliva, fa cenno di sì con la testa.
Glenda invece è bagnata.
“Bene, sono tuoi... Non vuoi consolare il tuo fratellino?”
Inés sa cosa intende la padrona. S'inginocchia di fronte a Diego e infila il viso sotto il gonnellino. Gli massaggia di lingua palle e pene moscio.
Glenda si libera di Crocodile. ”Puoi andare.”, e il mercante sparisce come se non ci fosse mai stato.
Glenda rincorre i suoi piani, ne ha sempre decine in testa, sono ingarbugliati e contorti ma alla fine li sbroglia e li collega tra loro come per magia. Martedì gli Stati voteranno lo stanziamento al suo Dipartimento e ha assolutamente bisogno che il Governatore del Messico sia dalla sua parte. S'allontana da Inés e lo chiama.
“Se ti muovi fai in tempo ad assistere ad un bello spettacolino.”
“Non so Glenda, sono impegnato... e cosa sarebbe?”
“Mi sono arrivati adesso adesso.”
“I fratelli?”
“Corri, non perderteli! Dopo il numero avrai il privilegio di togliere tu i diademi elettronici.”
“Non l'hanno ancora vista? Non sanno che...?”
“Ti aspetto.”
Glenda si stupisce di quel che ha fatto d'impulso, nemmeno ci aveva pensato prima. È di fronte a Karim, il dono di Yevgeny.
Chiama la Governatrice dell'Alaska. É una tritacazzi insopportabile ma Glenda ha bisogno anche del suo voto e conosce bene le sue perversioni. “Ho qui un regalo per te, ancora da scartare.”
“Ancora incartato?”
“È quello che ho detto.”
“Mmhh, Glenda, mi tenti davvero... ma prima di sabato non posso proprio. Me lo tieni lo stesso? Vengo con mio marito.”
“Certo. Io non ci sarò, dirò a Bruce di tenerlo per voi.”
Un po' le spiace, a Glenda sarebbe piaciuto svezzare Karim, ma essere potenti significa anche saper rinunciare. E, comunque, cedere senza batter ciglio il bel Peter Pan a quella tritacazzi è un piacere sottile che ben pochi si possono permettere.
Inès ha cambiato fratello, è sotto il gonnellino di Vincente. Glenda la strappa via per i capelli.
“Ci stai già prendendo gusto. Vieni, devi farmi il bagno.”
La sua villa è di fronte alla spiaggia bianchissima.
In ombra sotto il canneto del portico c'è una grossa vasca di rame. Lascia cadere i vestiti a terra e s'immerge nell'acqua tiepida. Inés raccoglie il vestito e la coccola. Il profumo del sapone cancella ogni stanchezza e tensione. “Entra anche tu.”
Inés si spoglia del gonnellino e si siede di fronte a lei, incrociando le gambe per poterci stare entrambe. Glenda chiude gli occhi e ascolta solo l'acqua che si raffredda lentamente. C'è un forte vento che innervosisce il mare. Il sole è ormai sparito dietro il promontorio. Un bellissimo momento senza tempo.
Si rialzano gocciolanti e Inés le tampona il corpo con un morbido asciugamano. La fa distendere sul lettino ed è un massaggio sensuale di unguenti profumati. La schiava si sdraia su di lei e la massaggia usando mani, gambe, seni e labbra, con l'intero corpo la massaggia e nemmeno una sultana ha mai goduto piaceri così languidi.
Mentre le unge i capelli Glenda indica una vecchia borsa di cuoio, da medico dell'Ottocento, “Preparami” e si mette in ginocchio sul lettino, con con le gambe leggermente aperte ed il bacino ben alzato.
Inés fa scattare la grossa fibbia d'ottone ed estrae delle siringhe monouso. Glenda si eccita mentre le fa micro iniezioni in cerchio attorno all'ano e sussulta quando le punge il clitoride.
Con un dildo le unge la vagina un olio rilassante che le si scalda dentro. Poi lo spinge nel retto. Basta un minuto per sentire già l'effetto benefico, Glenda è pronta, ora può reggere e godersi pienamente una maratona di sesso. Deve solo decidere che schiavi chiamare.
Si mette seduta sul lettino, gambe penzoloni. Inés le tira il capezzolo fra due dita, ha la mano precisa, Glenda sente appena le piccole iniezioni attorno alle aureole.
L'eccitazione le invade il corpo, ha bisogno di baciare e Inés è un'amante dalla bocca dolce. In questo momento Glenda la ama sinceramente. “Fatti preparare.”
Inés è restia, teme la padrona. Glenda assapora la sua paura, le succhia la lingua. “Stasera devi divertirti anche tu.” Con dolcezza, con baci e carezze la mette ginocchioni sul lettino e apre la valigetta.
Ama e invidia Inés, il suo meraviglioso corpo è realmente giovane. Non è certo bella come lei, che s'è rifatta tutta ed è la copia perfetta della Catwoman di un film di due secoli fa, ma la schiava è maledettamente giovane e vera, stramaledettamente genuina..
Reprime la rabbia e cerca d'essere delicata con le iniezioni sulle invitanti labbra gonfie e attorno al buchetto. Reprime la rabbia più che può, non deve rovinare tutto con la fretta.
La mette seduta. I seni di Inés sono un invito a fare l'amore, Glenda è tentata di mandar tutto al diavolo e far l'amore con lei.
Le trapassa il capezzolo coll'ago.
Inés è un amore, inspira soltanto ad occhi chiusi. Glenda lecca la lacrima e la bacia appassionata.
“Mi ami, Inés?”
“Si, sei la mia padrona.”
Glenda si sente bellissima e giovane. Si abbandona la piacere, ha scelto tre magnifici animali nudi che la desiderano, che la sfamano di cazzi e sborra. Scopa e si fa scopare, languidamente succhia e sega, non si fa travolgere, dev'essere come vuole lei. Gli schiavi imparano, ubbidiscono e le regalo l'estasi di una tripla sborrata, bocca figa culo. E i suoi schiavi sborrano tutti come cavalli.
Inès, sugli altri cuscini, fa l'amore disperato coi suoi fratelli ciechi. Si dona per salvarli, li sfinisce per proteggerli dagli altri, li ama, Diego lo ama alla follia, e ci fa l'amore.
Vincente la sta inculando a pecorina. Diego che non vede, guidato dal Governatore del Messico, si mette davanti al fratello e le cala anche lui il cazzo in culo. Inés gode come non dovrebbe.
Il Governatore leva il diadema elettronico e i due fratelli aprono gli occhi.
È tra i finalisti di un concorso a premi della SxToysInc.
Mai sentita prima, dev'essere una delle concorrenti minori della SxAiP. Mettono in palio tre interventi gratuiti per il potenziamento sessuale. J-Jay, in piedi tra i pendolari di ritorno, legge nascondendo il visore. Dicono che è tra gli ultimi dieci selezionati, tra sei minuti ci sarà l'estrazione finale, per partecipare deve solo inviare il consenso.
Non ci crede, è una delle mille truffe che girano. Sarebbe troppo bello, le ragazze ne parlano tutte e girano storie divertenti. Che lui sappia costa una sassata, nessun ragazzo della sua età può permetterselo, se non i figli di alti funzionari. Cazzo, sarebbe forte però!
Legge, attento ad non inviare alcuna conferma. Gli si scalda il cervello mentre guarda la pubblicità: intervento non invasivo... velocissimo, nessuna controindicazione... vita normalissima... lo attivi quando ti serve semplicemente bevendo l'integratore fornito dalla SxToysInc. ed avrai una produzione giornaliera garantita di mezzo litro di vero liquido seminale - potenza di fuoco da cavallo, 50cc a colpo per dieci prestazioni a coito...
J-Jay, sa già tutto, Luna faceva la stessa pubblicità per la SxAiP. Lo faceva morire, parlava di Kyle che la riempiva, quante volte e il sapore che aveva... col suo modo da puttanelle timida.
Gli viene duro, Luna lo devasta, vorrebbe davvero sborrare come un cavallo, ma con lei. È una cagna, sta con suo fratello perché lui è peggio di un toro ed ora ha anche il cazzo che gli diventa un palo.
Il treno rallenta bruscamente per un improvviso calo di tensione. Le luci si spengono. Dura forse un secondo e il treno riprende a correre. J-Jay s'accorge di aver inviato il consenso per sbaglio.
Non ci pensa più, è una cazzata.
Alla sua fermata s'immette nella corrente che scende dal treno. La fiumana lo trascina sui tapis roulant chilometrici, gli ologrammi monumentali sotto le volte della stazione sono tutti con la pubblicità della SxToysInc.
C'è stata l'estrazione, appaiono le immagini dei vincitori il terzo è lui!
È alto sei piani, il volto è nascosto ma è lui, hanno depredato le immagini del suo phone, sono quelle della palestra, maglietta e calzoncini, due ragazze in bikini lo stanno palpando eccitate, gli levano la maglietta e gli danno l'integratore da bere.
J-Jay è stordito. Lo chiamano al cellulare, risponde e sente la sua voce negli altoparlanti della stazione. Non capisce un cazzo, è come in un sogno confuso pieno di gente sconosciuta. Dicono che è il più giovane dei vincitori, lo intervistano, risponde che non ci crede ancora e lo ripete ad ogni domanda. Sta facendo una figura del cazzo in mondovisione, ma per fortuna non possono dire il suo nome. La voce gli dice che già domani mattina farà l'intervento gratuito presso la più vicina clinica della SxToysCo.
Rimane col cellulare in mano. L'enorme ologramma gira su sé stesso, ora è nudo, ma nascosto dalle due bellissime ragazze. Si guarda attorno, si volta indietro, cerca d'incrociare lo sguardo dei pendolari che arrivano nella direzione opposta: nessuno lo nota, J-Jay non esiste, guardano solo l'ologramma.
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Wizard3 ha ragione, Glenda è stanca, da tre mesi non si prende un vero giorno di riposo e, proprio adesso che è a un passo dalla conclusione, non riesce a gestire come vorrebbe l'ansia. Ha bisogno di staccare, di tornare almeno un giorno nella sua isola.
Ordina d'annullare tutti gli impegni per 48 ore, avvisa Crocodile che può finalmente consegnarle la merce ordinata e chiama l'isola.
“Inés, stasera voglio cenare da regina.”
“Ti aspettiamo, signora.”
Quaranta minuti di volo e Glenda atterra in un altro secolo.
Nella sua isola nei Caraibi.
Qui, in una baia protetta da montagne ricoperte di foreste impenetrabili, ha fatto ricostruire un villaggio di negrieri portoghesi con tanto di chiesetta, porticciolo di legno sull'acqua verde smeraldo e fortino intonacato di bianco. Il fortino è la caserma della sua Guardia e nel villaggio vivono e lavorano quasi duecento schiavi. Tutto come quattro secoli fa.
Glenda ha ottenuto il permesso dall'Imperatore di schermare elettronicamente l'intera area e nessuno può spiare cosa succede. Nemmeno Wizard3 vi ha accesso, ma per sicurezza ancor maggiore ha voluto che la sua villa privata fosse senza elettricità ed ovviamente senza sistemi elettronici o quantici.
Ha creato una comunità autosufficiente, le sue anime si occupano di tutto, lavorano la terra, allevano il bestiame, ingrandiscono il villaggio... Non sono deprimenti inservienti chippati col pallino nero in fronte, ma schiavi e schiave reali, com'è stato per millenni, di diverso hanno solo un innesto nel midollo che li blocca in caso di ribellione o fuga. Nell'isola non esistono catene e recinzioni, i suoi schiavi vivono felici e senza preoccupazioni in una realtà protetta. Ci sono coppie e famiglie e si sta formando una seconda generazione. Glenda protegge il suo regno come una sovrana.
Ad attenderla giù dalla navetta ci sono Bruce ed Inés.
Inés l'accoglie con un sensuale bacio in bocca. È la bellissima creola che ha adottato l'anno scorso. Fa parte delle schiave da piacere, è la migliore, ha un magnifico corpo dorato che Glenda ha dovuto appena far ritoccare. È diversa da Luna, è più donna. Ma Glenda adesso non vuole pensare a Luna.
Inés è preziosa. Il Governatore del Messico le ha offerto una cifra da capogiro per comprargliela e Glenda ha risposto ridendo che nell'Impero è severamente vietato il traffico di schiavi. Da allora il Governatore viene regolarmente sull'isola per godersi la schiava come più gli piace ed è diventato il suo miglior alleato.
Lo ammette la stessa Glenda, gli schiavi da piacere non vivono poi così felici sulla sua isola ma lei non può farci nulla, è il loro ruolo, sono vittime dei capricci e delle perversioni della padrona e dei suoi alleati e come tutte le passioni d'amore durano poco. Glenda quando s'è ormai stufata di un suo giocattolo sessuale, schiavo o schiava, non lo vuole più vedere e lo cede via dove capita.
Questo però non è capitato a Bruce che è arrivato sull'isola dodici anni fa come capriccio sessuale ed ora è a capo di tutti gli schiavi. Tra lui e la padrona s'è instaurato rapporto squisitamente ambiguo e contorto benché siano anni che non fanno più sesso.
Per Glenda è stata una vera fortuna scovare Bruce, era quello che più cercava in quel periodo e si è rivelato un indispensabile aiuto.
Bruce, ufficiale nel controspionaggio dell'esercito e poi campione di wrestling e lotta maori, era finito malamente nel giro delle scommesse illegali. Glenda era stata folgorata dal suo fisico massiccio, centodieci chili di muscoli, e ancor più dalle sue esperienze accumulate nel controspionaggio. Per due anni aveva sondato con lui i più nascosti recessi della propria natura masochista ed aveva sperimentato piaceri e dolori impensabili che ancora adesso, a distanza di dieci anni, la turbano nel profondo. La vicinanza di Bruce le scatena una serie di emozioni contraddittorie: è suo schiavo ma è stato il suo padrone crudele.
Glenda allontana la bella Inés che l'ha appena baciata in bocca, prende a braccetto Bruce e s'incammina verso il fortino.
Si sente a casa. Non lo ascolta mentre la mette al corrente sull'andamento della colonia. Lo interrompe.
“Bruce, avrò bisogno di te. Fra un paio di settimane porterò qui una coppietta, lei è la ragazza più bella dell'Impero.”
Sull'isola nessuno sa dell'esistenza di Luna e solo gli ultimi arrivati si ricordano forse delle EightSisters. Bruce è sorpreso, la signora non gli ha mai annunciato l'arrivo di nuovi schiavi.
“Non ne hai idea, sono troppo eccitata, mi pare d'essere tornata indietro, non so come spiegarmi... Voglio un interrogatorio! Comincia a pensarci.”
“Per lei o per lui?”
“Per me, Bruce!... Per me, mi avrai come dieci anni fa.”
Si gira e cammina veloce verso la caserma trascinandosi Inés.
È pensierosa, si sta chiedendo se ha fatto tutto quello che ha fatto solo per arrivare a questo.
Alla luce del tramonto le mura del fortino, intonavate di calce, hanno una tonalità calda, un avorio che contrasta col rosso scuro della terra battuta. Nell'angolo ovest c'è un'unica palma con grappoli d'oro sotto la chioma verde brillante. C'è odore di polvere e pioggia, il cielo è azzurro intenso, nuvole bianche s'aggrappano alle cime delle montagne e il vento soffia forte dal mare. Sui camminamenti delle mura ci sono le ombre nere dei suoi uomini appostati.
Per fare le cose fatte bene ci vuole tempo e Glenda ha organizzato questo momento un mese fa.
Crocodile's Eye è stato di parola, ha portato i due nuovi schiavi ma legato sul palco di legno ce n'è un terzo che lei non ha ordinato.
Inés si blocca. “No, padrona ti prego! Non loro!”
Glenda le artiglia i capelli. “Non fare la scema, cammina.”
Crocodile è un omino insignificante, un essere sfuggente campione assoluto nell'arte di non farsi notare. Di lui non ti ricordi se ha o non ha la barba, che tono ha la sua voce e di che colore era il suo vestito, ti rimangono impressi solo i suoi occhi gialli trasparenti da coccodrillo, ma anche questi confusamente. È un commerciante senza scrupoli che tratta con privati, industrie ed eserciti sia dell'Impero che del Blocco. Ha agganci ovunque e procura sempre quello che occorre. Si rifornisce di chippati nelle carceri e nei campi di prigionia di tutto il mondo e vende al miglior offerente lotti di operai, manovali, minatori, puttane e soldati. Non ha bandiera, li fornisce anche ai gruppi dei rivoltosi. La sua attività è tollerata perché necessaria, è un lavoro sporco che qualcuno deve pur fare.
Crocodile's Eye si muove in quel territorio di nessuno dove l'unica regola è il profitto e Glenda è una che paga bene per i suoi capricci. È sua cliente da sedici anni e con lei lavora su ordinazione, gli arrivano richieste precise di giovani maschi e flessuose ragazze di cui la capricciosa Glenda s'è invaghita incrociandoli magari in un convegno o ad una festa dell'Impero, o che ha visto in una pubblicità, o che le ha suggerito l'Intelligenza Artificiale. Per Crocodile sono operazioni molto rischiose, è costretto ad avvalersi dei suoi agganci nel sottobosco criminale per farli rapire, ma accontentare Glenda ripaga ampiamente ogni rischio.
“Croc, lui cos'è? Non l'ho ordinato, non lo voglio.”
“È un dono.”
“Tu che fai regali? Ahaha, non ci credo.”
“No, è un regalo per te da parte di Yevgeny Kamińska.”
Glenda è diffidente per natura.
“Non mi stai mentendo, vero?”
“Perché dovrei? Comunque se non lo vuoi accettare m'ha detto che posso tenermelo.”
Yevgeny Kamińska, sindaco di Varsavia, è un uomo emergente nel Blocco, Glenda lo segue da tempo e Wizard3 prevede che presto raggiungerà i vertici del potere ed entrerà nel Comitato Esecutivo in occasione dell'Assemblea Plenaria del prossimo anno.
C'è sintonia tra loro due, segretamente si sono già scambiati favori ed attenzioni.
“Mostramelo.”
Salgono sul palco. Il ragazzo, a torso nudo col gonnellino da schiavo, è legato alla trave dell'espositore di destra, di fianco ai due nuovi schiavi che ha ordinato. Anche lui ha attorno alla fronte il diadema elettronico che inibisce il nervo ottico e uditivo: in questo momento è cieco e sordo, non sa assolutamente dove sia e cosa gli sta succedendo attorno.
A Crocodile non va di perdere tempo. “Lo vedi da sola com'è!... Diciannove anni, origini siriane, genuino e freschissimo, tocca a te addomesticarlo... Ma ti conviene custodirlo con cura, nel Blocco è popolarissimo, era destinato a diventare l'étoile del Balletto del Popolo. Eh sì, Kamińska t'ha fatto un dono veramente pericoloso... Ah, il suo nome sarebbe Karim se ti va.”
Glenda l'osserva attentamente mentre cinge al fianco Inés che vorrebbe scappar via. Gode nel sentire la paura della creola, scorre la mano sulla sua pelle nuda e le sente il respiro ansioso. “A te piace?”
Inés deglutisce prima di rispondere. “È molto bello.” Dice e cerca di non guardare verso gli altri due schiavi.
Glenda non ci fa caso, un particolare del giovane ballerino ha catturato la sua attenzione. “Si chiama Karim?”
“Si chiama come piace a te.” Risponde nervoso Crocodile.
Glenda gli si avvicina fin quasi a sfiorare i nasi.
Karim guarda nel vuoto con gli occhi che non vedono. Sono occhi fantastici, neri e lucidi, dal taglio vagamente orientale, ricordano quelli di Luna. Ed è bello come lei, un corpo efebico, meravigliosamente liscio. Gli tocca il pene, il ragazzo si ritrae spaventato. Insiste. Un bel maschietto, è dotato e i glutei rotondi sono muscolosi. È già eccitata. Lo stringe alla nuca e lo bacia in bocca.
“Croc, sei sicuro che non è stato modificato? È troppo perfetto.”
“Tu te ne intendi, Glenda. Kamińska ti ha impacchettato un Peter Pan.”
Glenda carezza il giovane viso senza barba. I Peter Pan sono un imbarazzante fallimento della ricerca. Gli scienziati del Blocco erano convinti d'aver trovato l'elisir di lunga vita e l'hanno sbandierato ai quattro venti come un successo epocale per poi scoprire che l'intervento genetico da fare prima dei trent'anni interrompe sì il processo di decadimento e crea eterni giovani che non invecchiano, ma impedisce pure qualsiasi altro trattamento o cura. I Peter Pan, se sono fortunati, hanno un'aspettativa di vita pari a quella del Novecento, perché sono estremamente vulnerabili a malattie cardiache e tumori. Un successo ben misero rispetto ai progressi dell'Impero dove Glenda e altri fortunati possono contare su almeno centovent'anni di vita sana ed efficiente.
Yevgeny non poteva farle regalo più gradito, un Peter Pan nella sua Isola che non c'è.
“Tu, Croc, hai sicuramente un messaggio per me.”
“No, Kamińska non m'ha detto nulla.”
Glenda sorride, Yevgeny gli ha inviato un messaggio che solo lei può capire, loro due s'intendono alla perfezione senza nemmeno essersi mai visti.
Con la mano chiude gli occhi di Karim, Yevgeny è stato chiarissimo con lei, vuole Luna in cambio.
Le EightSisters sono popolarissime anche nel Blocco dove le seguono sui canali illegali e Yevgeny è un fan assiduo che non si preoccupa troppo di nascondere la sua passione. Se fosse veramente così, se Kamińska entrerà davvero nel Comitato Esecutivo al prossimo Plenum e, soprattutto, se l'Imperatore non affosserà il Progetto, Glenda regalerà sicuramente Luna a Yevgeny Kamińska.
“Lo vuoi o no?”
“Hai detto che è un ballerino?”
“Non farmelo ripetere, nel Blocco lo conoscono tutti, io l'ho avuto tra le mani già per troppo tempo. Cosa faccio?”
“Lo tengo. Quando rivedi Yevgeny ringrazialo da parte mia e digli che per la sua promozione riceverà la sorpresa che mi ha chiesto.”
Crocodile's Eye non capisce ma è orgoglioso d'essere il collegamento tra due delle persone più potenti al mondo. “Per gli altri due però voglio di più.”
Ines non riesce a trattenersi, “Nooo!”, s'aggrappa tremante a Glenda che per farla calmare le strizza il capezzolo e la spinge indietro.
“Perché?”
“Io qui mi gioco tutto! L'anno scorso mi hai chiesto la sorella,” indica Inés dietro Glenda, “e adesso i due fratelli! Non ti rendi conto dei rischi che mi fai correre! E delle spese, ho dovuto far inscenare un incidente e comprare due cloni geneticamente modificati da mettere nelle bare. Hai idea di cosa costano?”
“Non ti lamentare, da me hai sempre avuto quello che ti spetta. Me li hai fatti preparare come ti ho chiesto?”
“Certo.”
Glenda infila la mano sotto il gonnellino di Diego per verificare. Sì, Croc gli ha fatto correggere il pene. Tocca anche Vincente, il fratello maggiore. Bene, ora Glenda ha due bei giocattoli da monta con cazzi di carne, grossi ma verosimili.
“In clinica hanno fatto un buon lavoro con loro, sono garantiti, puoi mungerli un giorno intero e schizzano ancora 60cc.”
“Sono addomesticati?”
“Hanno l'innesto midollare e i miei ragazzi li hanno avuti in mano dieci giorni, non ti decidevi più a ritirarli!”
Inés s'aggrappa alla schiena di Glenda, piagnucola, si ricorda benissimo i ragazzi e le ragazze di Crocodile. “No, padrona, non loro, ti prego, farò tutto quello che vuoi!”
“Dobbiamo perdere altro tempo? “
Glenda detesta quell'omino insignificante. È un viscido che prende i soldi e scappa. Non lo considera, abbraccia Inés.
“Ma cosa hai capito? Vieni a salutare i tuoi fratelli.” Le guida la mano sotto i gonnellini, gli fa toccare prima Vincente e poi il bel Diego. I due fratelli non sanno che è la mano della sorella sparita da un anno. S'irrigidiscono spaventati, s'aspettano il peggio. Sono ciechi, sordi e inermi, hanno coglioni e pene legati l'elastico elettronico che inibisce l'erezione ed hanno imparato troppo bene che l'inibitore si può risvegliarsi all'improvviso, senza alcun motivo, in qualsiasi momento, e azzannarli ai coglioni come un cane.
“Inés, sono per te, sono un mio regalo!”
La schiava si volta sconvolta, non capisce. Non vuole capire.
Glenda allunga la mano col puntatore verso le palle di Diego. Il fratello sussulta e si piega come può sui coglioni, ma è legato mani e piedi. Suda, digrigna i denti, ha imparato che non deve urlare ed implorare. Glenda insiste altre due volte facendo soffrire Inés. Poi, finalmente le cede il puntatore. Diego s'accascia.
“Sono tuoi e tu sei responsabile di loro. Se non mi deluderai ti prometto che non li darò mai via e potranno vivere sull'isola per il resto della loro vita. Ma hai sentito, non posso più rimandarli a casa, se non li vuoi sarò costretta a restituirli a Croc che li piazzerà a qualcun altro. Cosa decidi?”
Inès non ha più saliva, fa cenno di sì con la testa.
Glenda invece è bagnata.
“Bene, sono tuoi... Non vuoi consolare il tuo fratellino?”
Inés sa cosa intende la padrona. S'inginocchia di fronte a Diego e infila il viso sotto il gonnellino. Gli massaggia di lingua palle e pene moscio.
Glenda si libera di Crocodile. ”Puoi andare.”, e il mercante sparisce come se non ci fosse mai stato.
Glenda rincorre i suoi piani, ne ha sempre decine in testa, sono ingarbugliati e contorti ma alla fine li sbroglia e li collega tra loro come per magia. Martedì gli Stati voteranno lo stanziamento al suo Dipartimento e ha assolutamente bisogno che il Governatore del Messico sia dalla sua parte. S'allontana da Inés e lo chiama.
“Se ti muovi fai in tempo ad assistere ad un bello spettacolino.”
“Non so Glenda, sono impegnato... e cosa sarebbe?”
“Mi sono arrivati adesso adesso.”
“I fratelli?”
“Corri, non perderteli! Dopo il numero avrai il privilegio di togliere tu i diademi elettronici.”
“Non l'hanno ancora vista? Non sanno che...?”
“Ti aspetto.”
Glenda si stupisce di quel che ha fatto d'impulso, nemmeno ci aveva pensato prima. È di fronte a Karim, il dono di Yevgeny.
Chiama la Governatrice dell'Alaska. É una tritacazzi insopportabile ma Glenda ha bisogno anche del suo voto e conosce bene le sue perversioni. “Ho qui un regalo per te, ancora da scartare.”
“Ancora incartato?”
“È quello che ho detto.”
“Mmhh, Glenda, mi tenti davvero... ma prima di sabato non posso proprio. Me lo tieni lo stesso? Vengo con mio marito.”
“Certo. Io non ci sarò, dirò a Bruce di tenerlo per voi.”
Un po' le spiace, a Glenda sarebbe piaciuto svezzare Karim, ma essere potenti significa anche saper rinunciare. E, comunque, cedere senza batter ciglio il bel Peter Pan a quella tritacazzi è un piacere sottile che ben pochi si possono permettere.
Inès ha cambiato fratello, è sotto il gonnellino di Vincente. Glenda la strappa via per i capelli.
“Ci stai già prendendo gusto. Vieni, devi farmi il bagno.”
La sua villa è di fronte alla spiaggia bianchissima.
In ombra sotto il canneto del portico c'è una grossa vasca di rame. Lascia cadere i vestiti a terra e s'immerge nell'acqua tiepida. Inés raccoglie il vestito e la coccola. Il profumo del sapone cancella ogni stanchezza e tensione. “Entra anche tu.”
Inés si spoglia del gonnellino e si siede di fronte a lei, incrociando le gambe per poterci stare entrambe. Glenda chiude gli occhi e ascolta solo l'acqua che si raffredda lentamente. C'è un forte vento che innervosisce il mare. Il sole è ormai sparito dietro il promontorio. Un bellissimo momento senza tempo.
Si rialzano gocciolanti e Inés le tampona il corpo con un morbido asciugamano. La fa distendere sul lettino ed è un massaggio sensuale di unguenti profumati. La schiava si sdraia su di lei e la massaggia usando mani, gambe, seni e labbra, con l'intero corpo la massaggia e nemmeno una sultana ha mai goduto piaceri così languidi.
Mentre le unge i capelli Glenda indica una vecchia borsa di cuoio, da medico dell'Ottocento, “Preparami” e si mette in ginocchio sul lettino, con con le gambe leggermente aperte ed il bacino ben alzato.
Inés fa scattare la grossa fibbia d'ottone ed estrae delle siringhe monouso. Glenda si eccita mentre le fa micro iniezioni in cerchio attorno all'ano e sussulta quando le punge il clitoride.
Con un dildo le unge la vagina un olio rilassante che le si scalda dentro. Poi lo spinge nel retto. Basta un minuto per sentire già l'effetto benefico, Glenda è pronta, ora può reggere e godersi pienamente una maratona di sesso. Deve solo decidere che schiavi chiamare.
Si mette seduta sul lettino, gambe penzoloni. Inés le tira il capezzolo fra due dita, ha la mano precisa, Glenda sente appena le piccole iniezioni attorno alle aureole.
L'eccitazione le invade il corpo, ha bisogno di baciare e Inés è un'amante dalla bocca dolce. In questo momento Glenda la ama sinceramente. “Fatti preparare.”
Inés è restia, teme la padrona. Glenda assapora la sua paura, le succhia la lingua. “Stasera devi divertirti anche tu.” Con dolcezza, con baci e carezze la mette ginocchioni sul lettino e apre la valigetta.
Ama e invidia Inés, il suo meraviglioso corpo è realmente giovane. Non è certo bella come lei, che s'è rifatta tutta ed è la copia perfetta della Catwoman di un film di due secoli fa, ma la schiava è maledettamente giovane e vera, stramaledettamente genuina..
Reprime la rabbia e cerca d'essere delicata con le iniezioni sulle invitanti labbra gonfie e attorno al buchetto. Reprime la rabbia più che può, non deve rovinare tutto con la fretta.
La mette seduta. I seni di Inés sono un invito a fare l'amore, Glenda è tentata di mandar tutto al diavolo e far l'amore con lei.
Le trapassa il capezzolo coll'ago.
Inés è un amore, inspira soltanto ad occhi chiusi. Glenda lecca la lacrima e la bacia appassionata.
“Mi ami, Inés?”
“Si, sei la mia padrona.”
Glenda si sente bellissima e giovane. Si abbandona la piacere, ha scelto tre magnifici animali nudi che la desiderano, che la sfamano di cazzi e sborra. Scopa e si fa scopare, languidamente succhia e sega, non si fa travolgere, dev'essere come vuole lei. Gli schiavi imparano, ubbidiscono e le regalo l'estasi di una tripla sborrata, bocca figa culo. E i suoi schiavi sborrano tutti come cavalli.
Inès, sugli altri cuscini, fa l'amore disperato coi suoi fratelli ciechi. Si dona per salvarli, li sfinisce per proteggerli dagli altri, li ama, Diego lo ama alla follia, e ci fa l'amore.
Vincente la sta inculando a pecorina. Diego che non vede, guidato dal Governatore del Messico, si mette davanti al fratello e le cala anche lui il cazzo in culo. Inés gode come non dovrebbe.
Il Governatore leva il diadema elettronico e i due fratelli aprono gli occhi.
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