Ellen - 5
di
XXX-Comics
genere
dominazione
Ellen è alla finestra, la guancia premuta contro il vetro freddo e la tisana ormai tiepida in mano.
È la Kopenhagen che ama, il quartiere dei canali in cui trova sempre rifugio dopo essersi perduta.
È l'ora che non arriva mai delle notti d'estate. Le facciate delle case hanno perso i loro colori vivi ed i barconi del canale galleggiano immobili su una lastra opalescente che tremola alle luci dei lampioni. Il cielo si ritrae impercettibilmente e pare non spegnersi mai nella notte; tra poco s'accenderanno solo le stelle più brillanti. Ellen attende di veder comparire Orione dietro la torre del Municipio.
Martedì prossimo è il solstizio, la festa di Mezza Estate, ed il suo compleanno.
Si sente invecchiare? No, non ci pensa, sta osservando la notte che presto tornerà ad impallidire in un'alba. Nel suo Dna non c'è la nostalgia.
Forse solo Mathias, così giovane, la costringe a guardarsi indietro, agli anni passati. Ellen sorride teneramente. Mathias è arcisicuro che diventerà un modello famoso ed i sogni dei ragazzi non ammettono incertezze. La vita è imprevedibile anche per lei, mai rovinerà con consigli assennati quella d'un ragazzo.
Per un'altra assurda coincidenza la Festa di Mezza Estate, martedì, è anche il compleanno di Mathias. Il suo ventesimo.
Da vero viziato le ha chiesto di andare a Milano, Via Monte Napoleone, via della Spiga... Mathias ci ha già sfilato una volta, Milano è il suo sogno di città.
No, Ellen non lo porterà a Milano per il compleanno.
Una coppia solitaria di giovani innamorati passeggia nell'atmosfera irreale della notte d'estate. Sono turisti, forse italiani, lui si siede stanco sul muretto del ponte, lei gira su sé stessa osservando le case. Per un istante il suo sguardo si ferma sulla sua finestra.
Ellen si ritrae d'un passo, non vuole essere scoperta.
Ellen è corazzata, tutta la sua vita è una lotta in difesa. Deve nascondersi, mimetizzarsi, sembrare come tutti.
È come se vivesse due vite distinte ma non separate, una dentro l'altra. E in questo momento, alla finestra della sua mansarda, Ellen sente montare l'urgenza di quella irrazionale..
Non può rimandare oltre, deve chiamare Alina.
Alina è sua amica, amante, insegnante e padrona. È la proprietaria del Club di Riga, esclusivo club sadomaso per ricchi annoiati.
“Ma ciao, Ellen!!! Sonomesi che non ti fai vedere! Mi sei mancata, amore, come stai?”
“Scusami, avrei dovuto chiamare almeno per salutarti, ma sono stata sempre impegnata... e, per la verità, lo sono anche adesso.”
“No problem.” Alina capisce al volo che Ellen ha qualcuno attorno e comunque non direbbe mai nulla al telefono. “Hai bisogno di noi, piccola?”
“Sì, è per martedì, volevo sapere se potevate esserci.”
“È il tuo compleanno, vero amore?”
“Sì... è per un affare importante.”
“Ahia, c'è lì qualcuno che crede che sei un'austera donna d'affari? Ahahah, ma dimmi, che affare impellente ti porta via il sonno?”
“Te ne ho già parlato a marzo... nella riunione di Riga. Ricordi?”
“E come potrei dimenticarmi la mia bellissima danese?!! Ahahah... Sì, amore, ricordo benissimo cosa m'hai chiesto ma, lasciamelo dire, prima sei stata straordinaria in quella riunione, sul tavolo delle conferenze, Ahahah! Ti amo piccola!”
“Avevi detto che avreste potuto organizzarlo... Alina, scusa se insisto, per me è importante, hai capito cosa voglio? posso star tranquilla?”
“Ma ti stai ascoltando, Ellen? Sei diventata una noiosa top manager... Non è da te!, tutta questa agitazione per un lavoro da sbadiglio!”
“... Puoi occupatene tu?”
“Accidenti amore, ho praticamente un solo giorno per organizzare, dovevi chiamare prima!... Ma la tua Alina non ti deluderà!”
“Grazie Alina, posso sempre contare su di te.”
“Già, ma non sai che male mi fa sentire la tua voce! Non hai idea, amore. Ho una voglia pazzesca di giocare con la tua figa ed i tuoi... No, meglio non pensarci!”
“Passerò poi a ringraziarti.”
“Ci conto, ti devo sbranare la fica.”
“Ma tu non dormi mai? Non sei stanca?”
È Mathias che la richiama dal letto. Ha scalciato in giù il lenzuolo e sbadigliando si stiracchia sul cuscino. Un gesto studiato, da modello, per mostrarle gli addominali. Nella penombra grigia le calvinklein risaltano bianche ed Ellen fissa gonfiore.
“È domenica ormai... ho tutto il giorno per dormire.”
“Chi era?”
“Lavoro. Una consulente di Riga.”
“Tu dici che lavori sempre, ma non ho mai capito che cazzo fai.”
“Gioco coi numeri, tutto qui.”
“Direi che si guadagna bene coi numeri!”
“Abbastanza.” Ellen si china.
I capelli gli solleticano l'addome e quando le labbra sfiorano l'ombelico una scossa lo risveglia del tutto. “Sei bellissima.” dice allungando il braccio per carezzarle la curva del sedere.
“E tu non sei stanco?”
“Di te? Mai!” Cerca d'abbrancarla.
Ma Ellen gli sfugge. “Non mi fido.” Prende dal cassetto le pasticche azzurre.
“Che fai?! Non mi serve!” Ridacchia.
“Lascia che sia io a decidere.” Lo osserva dall'alto come un'infermiera: gli sente la temperatura sulla fronte, scorre le dita su torace ed addome e chiude la mano sulle calvinklein, mentre stringe una pillola fra le labbra.
Mathias si risolleva seduto di scatto come quando fa gli addominali in palestra, le tiene la mano schiacciata sul suo pacco e le bacia le labbra prendendo la pillola. “Te ne pentirai!” Con una mossa improvvisa la ribalta sul materasso ed è già cavalcioni su di lei.
La sta pompando ancora, obbligato dal cazzo irrigidito e dal suo orgoglio di maschio.
Ellen se lo leva di dosso facilmente e gli scivola sopra. Lo adora quando è stremato ed ha gli occhi socchiusi imperlati di sudore; si commuove quasi. Gli lecca il viso e torace bagnato, ansimante come dopo una maratona. La sua pelle liscia ha il sapore dei vent'anni.
Ellen ha la passione per i giovani e non se ne fa problemi, ormai i boytoys sono una cosa socialmente accettata. Sono le altre passioni che deve tenere segrete.
Lo coccola un poco, lo aiuta a bere dalla bottiglietta, gli infila le dita tra i capelli. È stanco morto il suo bellissimo torello. Gli carezza riconoscente il cazzo nodoso, la vera sorpresa di questo ragazzo bellissimo. Mathias è meglio di un amante.
Prende le manette di plastica e gli ammanetta le mani dietro la schiena.
Mathias lascia fare, si gira a bocconie allarga un pocol e gambe per offrile le natiche aperte. Ellen tre mesi fa gli ha regalato l'epilazione laser, è più liscio di una ragazza e Ellen lo palpa facendolo gemere.
Solleva il bacino, si mette in ginocchio, ammanettato col viso sprofondato nel cuscino. Ellen lo munge da dietro, tirandogli il cazzo in basso mentre gli morde le natiche e ci affonda il viso nello spacco, spinge la lingua nel buchetto.
È troppo bello, Ellen tira indietro la testa per ammirarlo. Con la punta della lingua segue il cordolo che dall'ano infossato scende fino ai coglioni lisci. Glieli prende in bocca mentre continua a mungerlo.
A Mathias fa male il cazzo, i coglioni gli tirano fino alla milza, suda e trema come un cavallo, ma si eccita troppo essere dominato da Ellen, essere la sua puttana.
Ellen è innamorata persa di Mathias., ipnotizzata dal suo cazzo, vuole spremere il suo boy fino all'ultima goccia continua, lo eccita e lo munge all'infinito fino a farlo schizzare un'ennesima volta. Mathias sborra con un lamento di dolore, ma trema tutto.
Ellen lecca i goccioloni sul lenzuolo.
Cammina scalza verso l'armadio.
Mathias, non si muove, è ancora ammanettato, la osserva in controluce davanti alla finestra illuminata debolmente dai lampioni. È bellissima, un fisico snello, atletico con le spalle delineate, le cosce lunghe e i seni giusti, modellati dal chirurgo. Mathias è innamorato della donna che lo paga.
Ellen non si sta rivestendo, si stringe le cinghie in vita e sulle cosce, appena sotto il pube, e quando si volta un riflesso svela il cazzo nero, paurosamente eccitante su quel corpo flessuoso.
Gli si avvicina ancheggiando da pantera. Lo gira sulla schiena e lo tira per il cazzo fin sul bordo del letto. Mathias alza le gambe e gliele poggia sulle spalle.
Ellen si sta godendo ogni istante. Unge il suo cazzo di gomma nero, lo fa lentamente, come se si segasse.
È una vertigine osservare il cazzo nero che gli sparisce tutto dentro facendolo mugolare. Ellen lo scopa lungo, dentro e fuori, fissa il suo cazzo nero e sega quello caldo di Mathias.
“Sei il mio cucciolo.” Gli tira il ciuffo.
--- --- ---
È sveglia da parecchie ore. Chiude il Pc e va in cucina.
Ellen ha solo poche ed indispensabili colf, nessuna nei week end. Prepara da sola il vassoio della colazione da portare su in mansarda.
Lo poggia di lato, ai piedi del letto, ed apre le finestre senza scostare i tendoni, ma le lame di luce abbagliante entrano comunque ed illuminano il pavimento. Non vorrebbe svegliarlo così.
Il letto è bianchissimo e il bel corpo dorme innocente, allungato di traverso sul materasso, una coscia muscolosa annodata in un groviglio di lenzuola. Ha un fisico da modello, Mathias forse ha ragione, diventerà davvero famoso.
Ellen lo ammira a lungo lasciando che il desiderio s'accumuli nel ventre. Vuole chinarsi a succhiargli l'uccello abbandonato sulla coscia anche se le spiace perdersi la vista dei suoi muscoli che si risvegliano intorpiditi..
“Mmm, io voglio svegliarmi così tutte le mattine. Sì, Ellen, succhiamelo...” Mugola. “Che ore sono?”
“Non è mattina... sono le tre... Devo andare... t'ho messo lì sotto la colazione.”
“Dove vai?” Abbassa il braccio, prende senza guardare la prima pasta che trova e se la ingolla.
“In piscina.”
“Anche oggi?, ma tu sei una fanatica!, sei bellissima anche se salti un giorno.” S'azzittisce, il cazzo gli s'è impennato durissimo. “... Piano, ti prego, fa' piano, mi fa male l'uccello.”
Allora Ellen gli massaggia i coglioni con la lingua. Li snocciola in bocca e massaggia i muscoli di cui Mathias va così fiero. “Va meglio, cucciolo, o fa male ancora?”
“Sì, un po' meglio, stanotte me l'hai spaccato, ahah...” Le carezza i capelli mentre si riempie la bocca di dolci e trangugia il succo. “Mi piace come li hai tagliati. Prima erano troppo lunghi, così sembri più giovane.”
Ellen non s'incazza per il maldestro complimento: “Sei tu l'esperto di moda.”
All'improvviso Mathias si contrae sullo stomaco ed Ellen fa appena in tempo a non perdersi la sborrata del mattino. In realtà è già pomeriggio e il ragazzo ha avuto tutto il tempo per ricaricarsi, la sborra è densa, le s'incolla al palato.
Ora che s'è rilassato deve parlargli. Soffia sul viso per smuovergli il ciuffo e gli bacia la guancia.
“Senti Mathias, per martedì, il tuo compleanno... io non posso venire a Milano, sarò a Parigi per chiudere un contratto.”
“Ma mi hai fatto prendere i biglietti!! Avevi detto che...”
Gli chiude la bocca con un bacio. Le labbra sono infarinate di zucchero. “Lo so, ma dopodomani mi è impossibile... Se vuoi ci possiamo andare nel week end, tre giorni, prometto! A Milano o dove vuoi tu.”
“In effetti a Milano farà un cazzo di caldo!”
“Allora prenota in Sardegna... Facciamo tre giorni, partiamo sabato. Okay?”
“Ma tu lavorerai.”
“Solo al mattino, mentre tu dormi.”
“E chi ha intenzione di dormire?” Tira fuori dal cuscino imbracatura e manette. “Porterai anche queste?”
“... e due confezioni di viagra per il mio magnifico puledro.” Sorride maliziosa.
Mathias finge d'incazzarsi: “Sei una vigliacca, a me non servono di certo! Ti scopo da farti piangere.”
“Vedremo, ma ora fatti una doccia... e questa è per te.” Ellen gli mette una busta sul comodino.
“...! Ma dai, lo sai, non voglio più che... Io con te non...”
“È solo il regalo per il tuo compleanno... E ricorda: la puttana sono io.”
“Buono a sapersi!” Ridacchia. Solleva le manette infilate sull'indice e le fa dondolare. “Tu non te ne vai. Resti qui.”
“Ancora?! Ma lo sai che sei sdraiato su 'sto letto da 18 ore?!”
“E chi ha parlato di letto?” Mathias guarda verso il soffitto, il gancio per appendere le manette.
Le mutandine le si bagnano all'istante. “No, devo and...”
“Ti appendo e ti massacro come settimana scorsa, dimmi che non vuoi.” La sfida. “... ma adesso vieni con me!”
La trascina in bagno e la spinge nella doccia. Le sorride mentre esplode in una pisciata in pressione. Ad Ellen s'incollano addosso i pantaloni della tuta. Il tepore le taglia le gambe, si lascia cadere in ginocchio.
--- ---
La piscina è deserta, solo il bagnino scazzato che passa lo spazzolone e riordina i lettini sotto le luci bianche.
Ellen nuota senza smuovere l'acqua. Il cervello è vuoto, conta soltanto bracciate e respiri. Le pare di lasciarsi tutto indietro
- - -
È lunedì mattina ed Ellen deve chiudere tutto entro il pomeriggio. È una macchina da guerra.
Alle tredici i francesi lasciano la sala riunioni senza salutare. Hanno capitolato su tutti i fronti. Magda, la sua segretaria, non sta nella pelle: “Ellen sei stata fantastica!!! Fai paura, li hai massacrati!”
Ellen cerca di smontarla mentre controlla la posta. “Non esaltarti, Magda, il lavoro vero comincia adesso.” Vede la mail del Club di Riga. “... Siamo solo all'inizio – dice sovrappensiero entre legge la mail- ... ora devo avvisare papà, il nostro presidente alle Bahamas!”
Risponde al primo squillo: “Ciao papà, abbiamo concluso. Domani ti tocca lasciare le Bahamas: si firma a Parigi.”
“Non ci credo! Hanno accettato tutto?”
“Punto per punto.” Risponde laconica mentre invia il bonifico richiesto dal club. Ellen paga senza battere ciglio, è una puttana che paga, come con Mathias. “Vendono al nostro prezzo.”
“Fantastico! Dobbiamo assolutamente festeggiare!!!”
“Abbiamo già prenotata una sala al Grand Véfour.”
“Ci vogliono mesi per prenotare... ma tu eri già sicura di vincere, vero?”
“Una scommessa come un'altra... Io però domani non posso venire.”
“Cooosa?! È il nostro miglior affare degli ultimi venti anni e tu non vuoi festeggiare? Sparisci come sempre, cos'hai di più importante da fare?”
“Non insistere, non vengo.”
“Non insisto, con te sarebbe inutile, ma so perché non vieni: non vuoi festeggiare il compleanno con tuo padre... Sei sorpresa che mi ricordi di te?”
“E quanti anni compirei?” Lo sfida
“Trentacinque, lo so benissimo, cosa credi? Lascia almeno che ti regali una villa, non per il compleanno ma come premio! Vivi ancora in quel buco.”
“Adoro quel quartiere, non lascerei mai Nyhavn... Senti, prometto di venirti a trovare... Appena posso lo farò, giuro.”
“Sì sì, come sempre.”
“Guarda che ti sei imprigionato tu su quell'isola, se t'annoi non è certo colpa mia!” E poi io che ci vengo a fare tra le tue puttanelle, vorrebbe aggiungere.
“Non so, forse mi preoccupo di nulla, ma sei strana, non...”
Ellen intanto spedisce i suoi ultimi esami del sangue; il club non scherza, li pretende da tutti. “Non c'è nulla di cui preoccuparsi... lo sai, non mi piace essere festeggiata.”
“Ellen, non volevo, scusa, tu sei perfetta!”
“Ciao.”
Suo padre non avrebbe potuto farle più male.
Cerca di sorridere a Magda. ”Mio padre ormai è fuori dal mondo... Senti Magda, prenditi il pomeriggio libero, ti sei ammazzata in questi mesi.”
“Proprio oggi?! Qui sono impazziti tutti e poi i tedeschi sono preoccupati per la storia degli esuberi, sono almeno milletrecento!”
“Non devono preoccuparsi, entro dicembre risolveremo anche questo... Okay, rimani se vuoi, ma ricordati che devi uscire prima per andare a prendere qualcosa da metterti: domani vai a Parigi al mio posto.”
---
C'è festa nei corridoi, il successo di Ellen ha galvanizzato tutti.
Malling chiude in un angolo Magda: “Cos'è questa storia che non va a Parigi?”
“Nessuna storia, lei odia i ricevimenti, tutto qui... è s'è presa dieci giorni di riposo.”
Il pettegolo le sorride malizioso. “Allora è vero quello che raccontano?, che la figadilegno s'è fatta un boy toy?”
“...! Fate schifo, come cazzo potete metter in giro certe carognate?”
“Sono solo voci, non ti scaldare!” Malling le dà un buffetto: “Però mi spiace per te, Magda, non hai più chances ora che la tua lesbica ha scoperto la gioia del cazzo.”
“Faresti meglio a preoccuparti del tuo culo!” Lo spinge indietro. “Sai?, gira anche un'altra voce: pare che abbiano intenzione di distribuire i dividendi e ristrutturare gli uffici... e, sfortunatamente per te, Ellen conosce benissimo l'apporto di ciascuno di noi in questa acquisizione.”
Magda lo odia e spera davvero di non avere più quel viscido tra i coglioni.
Questi merdosi non possono nemmeno nominarla, non sanno quanto è meravigliosa Ellen. Lei invece lo sa.
Soffre e gioisce al ricordo di quella notte a Berlino, improvvisa e dolcissima, che hanno sigillato nel silenzio.
Rientra in ufficio. Ellen solleva gli occhi interrogativi.
“Nulla, non t'ho ringraziata per Parigi.” Gira attorno attorno alla scrivania come quando ha le cartellette da far firmare e le depone un bacio sulle labbra.
Ellen si alza di scatto. Magda è rosso fuoco.
“Perché?! Sono invece io che devo ringraziare te!” Apre l'armadio e tira fuori una scatola di plastica trasparente. “È per Andreas, rimarrà senza mammina per due giorni.”
Magda prende il triceratopo di gomma. “...!!! Oh, Ellen, come lo sai? Andreas impazzisce per i dinosauri.”
“Era facile indovinare. Dagli un bacio per me.”
L'abbraccia poggiandole il viso sulla spalla, contro il collo. “Hai sempre un buon profumo.” Sente il suo seno contro.
L'allontana e la fissa due secondi tenendola per le spalle. “Non farmi pentire di non venire a Parigi.”
---
Ha attorno tutto il negozio. Hanno appena finito e Mathias si riprende col cellulare nello specchio.
I capelli sono perfetti così mossi ed il viso, dopo la pulizia ed il lieve trucco, è bellissimo. Cerca di mantenere un'espressione seria mentre la parrucchiera gli arruffa i capelli da dietro, ma dura solo tre secondi e scoppia a ridere davanti allo specchio. Questo è da postare!
Mathias è felicissimo, ha raggiunto 80k su instagram. Ha followers in tutto il mondo e ci dedica ore a rispondere e spedire cuoricini. Ci pubblica foto di moda e selfie privati. Sempre a torso nudo. Piacciono molto quelle seminudo in bagno o sul letto; le due foto a culetto nudo steso in spiaggia hanno raccolto 37mila likes.
Mathias ora è un professionista, gli arrivano i soldi; nel video che sta postando ha messo bene in evidenza la bomboletta della schiuma per capelli.
In questi momenti non vorrebbe pensare ad Ellen.
Ellen, sta tentando di scaricarlo, lo sente.
Ha trovato qualcuno a Parigi che se l'incula. No, non gliene frega un cazzo di lei e di chi se la tromba, non può essere geloso d'una troia simile! Quella lo prende in culo che non era ancora nato.
Ma non può trattarlo così!
Fanculo Ellen, cazzo se mi manchi!
La ragazza della manicure ride, ha notato l'erezione.
---
Ellen è a proprio agio. Lo è sempre quando è sotto pressione e controlla tutto.
Alina le ha inviato un biglietto per Barcellona.
Deve prendere l'aereo delle 18 e 22 ed ha ancora un mare di cose da fare in ufficio. Si fa mentalmente una tabella di marcia e ci si butta a capofitto. Sbroglia tutti i casini e gli scocciatori uno dopo l'altro senza sgarrare d'un minuto ed esce alle sedici e dieci come aveva deciso.
Un salto a casa per liberarsi del completo Gucci e fare una doccia veloce.
Il suo ordine maniacale le permette di preparare il trolley in meno di due minuti e poi perdere tempo per scegliersi jeans e chiodo anonimi. Chiude meticolosamente ante e cassetti; la sua casa dev'essere pronta per quando tornerà dalla sua fuga come se non fosse successo nulla.
Il taxi è già sotto casa. Improvvisamente le piomba addosso il peso la realtà. Un respiro profondo e scende in strada.
Il cielo è livido, sta per scoppiare un temporale ed il vento la schiaffeggia in viso con gocce gelate. S'infila nel taxi: “ A Kastrup, sono di corsa.”
Ma il traffico sembra volerla trattenere a Kopenhagen. I tergicristalli impazziti lottano contro il diluvio che s'abbatte in un assordante scroscio ed i colori della città colano sul parabrezza deformandosi. Il mondo intero sembra defluire giù nei tombini.
Legge il whatsapp di Alina: 'Chiamami quando sei in aeroporto.'
È la Kopenhagen che ama, il quartiere dei canali in cui trova sempre rifugio dopo essersi perduta.
È l'ora che non arriva mai delle notti d'estate. Le facciate delle case hanno perso i loro colori vivi ed i barconi del canale galleggiano immobili su una lastra opalescente che tremola alle luci dei lampioni. Il cielo si ritrae impercettibilmente e pare non spegnersi mai nella notte; tra poco s'accenderanno solo le stelle più brillanti. Ellen attende di veder comparire Orione dietro la torre del Municipio.
Martedì prossimo è il solstizio, la festa di Mezza Estate, ed il suo compleanno.
Si sente invecchiare? No, non ci pensa, sta osservando la notte che presto tornerà ad impallidire in un'alba. Nel suo Dna non c'è la nostalgia.
Forse solo Mathias, così giovane, la costringe a guardarsi indietro, agli anni passati. Ellen sorride teneramente. Mathias è arcisicuro che diventerà un modello famoso ed i sogni dei ragazzi non ammettono incertezze. La vita è imprevedibile anche per lei, mai rovinerà con consigli assennati quella d'un ragazzo.
Per un'altra assurda coincidenza la Festa di Mezza Estate, martedì, è anche il compleanno di Mathias. Il suo ventesimo.
Da vero viziato le ha chiesto di andare a Milano, Via Monte Napoleone, via della Spiga... Mathias ci ha già sfilato una volta, Milano è il suo sogno di città.
No, Ellen non lo porterà a Milano per il compleanno.
Una coppia solitaria di giovani innamorati passeggia nell'atmosfera irreale della notte d'estate. Sono turisti, forse italiani, lui si siede stanco sul muretto del ponte, lei gira su sé stessa osservando le case. Per un istante il suo sguardo si ferma sulla sua finestra.
Ellen si ritrae d'un passo, non vuole essere scoperta.
Ellen è corazzata, tutta la sua vita è una lotta in difesa. Deve nascondersi, mimetizzarsi, sembrare come tutti.
È come se vivesse due vite distinte ma non separate, una dentro l'altra. E in questo momento, alla finestra della sua mansarda, Ellen sente montare l'urgenza di quella irrazionale..
Non può rimandare oltre, deve chiamare Alina.
Alina è sua amica, amante, insegnante e padrona. È la proprietaria del Club di Riga, esclusivo club sadomaso per ricchi annoiati.
“Ma ciao, Ellen!!! Sonomesi che non ti fai vedere! Mi sei mancata, amore, come stai?”
“Scusami, avrei dovuto chiamare almeno per salutarti, ma sono stata sempre impegnata... e, per la verità, lo sono anche adesso.”
“No problem.” Alina capisce al volo che Ellen ha qualcuno attorno e comunque non direbbe mai nulla al telefono. “Hai bisogno di noi, piccola?”
“Sì, è per martedì, volevo sapere se potevate esserci.”
“È il tuo compleanno, vero amore?”
“Sì... è per un affare importante.”
“Ahia, c'è lì qualcuno che crede che sei un'austera donna d'affari? Ahahah, ma dimmi, che affare impellente ti porta via il sonno?”
“Te ne ho già parlato a marzo... nella riunione di Riga. Ricordi?”
“E come potrei dimenticarmi la mia bellissima danese?!! Ahahah... Sì, amore, ricordo benissimo cosa m'hai chiesto ma, lasciamelo dire, prima sei stata straordinaria in quella riunione, sul tavolo delle conferenze, Ahahah! Ti amo piccola!”
“Avevi detto che avreste potuto organizzarlo... Alina, scusa se insisto, per me è importante, hai capito cosa voglio? posso star tranquilla?”
“Ma ti stai ascoltando, Ellen? Sei diventata una noiosa top manager... Non è da te!, tutta questa agitazione per un lavoro da sbadiglio!”
“... Puoi occupatene tu?”
“Accidenti amore, ho praticamente un solo giorno per organizzare, dovevi chiamare prima!... Ma la tua Alina non ti deluderà!”
“Grazie Alina, posso sempre contare su di te.”
“Già, ma non sai che male mi fa sentire la tua voce! Non hai idea, amore. Ho una voglia pazzesca di giocare con la tua figa ed i tuoi... No, meglio non pensarci!”
“Passerò poi a ringraziarti.”
“Ci conto, ti devo sbranare la fica.”
“Ma tu non dormi mai? Non sei stanca?”
È Mathias che la richiama dal letto. Ha scalciato in giù il lenzuolo e sbadigliando si stiracchia sul cuscino. Un gesto studiato, da modello, per mostrarle gli addominali. Nella penombra grigia le calvinklein risaltano bianche ed Ellen fissa gonfiore.
“È domenica ormai... ho tutto il giorno per dormire.”
“Chi era?”
“Lavoro. Una consulente di Riga.”
“Tu dici che lavori sempre, ma non ho mai capito che cazzo fai.”
“Gioco coi numeri, tutto qui.”
“Direi che si guadagna bene coi numeri!”
“Abbastanza.” Ellen si china.
I capelli gli solleticano l'addome e quando le labbra sfiorano l'ombelico una scossa lo risveglia del tutto. “Sei bellissima.” dice allungando il braccio per carezzarle la curva del sedere.
“E tu non sei stanco?”
“Di te? Mai!” Cerca d'abbrancarla.
Ma Ellen gli sfugge. “Non mi fido.” Prende dal cassetto le pasticche azzurre.
“Che fai?! Non mi serve!” Ridacchia.
“Lascia che sia io a decidere.” Lo osserva dall'alto come un'infermiera: gli sente la temperatura sulla fronte, scorre le dita su torace ed addome e chiude la mano sulle calvinklein, mentre stringe una pillola fra le labbra.
Mathias si risolleva seduto di scatto come quando fa gli addominali in palestra, le tiene la mano schiacciata sul suo pacco e le bacia le labbra prendendo la pillola. “Te ne pentirai!” Con una mossa improvvisa la ribalta sul materasso ed è già cavalcioni su di lei.
La sta pompando ancora, obbligato dal cazzo irrigidito e dal suo orgoglio di maschio.
Ellen se lo leva di dosso facilmente e gli scivola sopra. Lo adora quando è stremato ed ha gli occhi socchiusi imperlati di sudore; si commuove quasi. Gli lecca il viso e torace bagnato, ansimante come dopo una maratona. La sua pelle liscia ha il sapore dei vent'anni.
Ellen ha la passione per i giovani e non se ne fa problemi, ormai i boytoys sono una cosa socialmente accettata. Sono le altre passioni che deve tenere segrete.
Lo coccola un poco, lo aiuta a bere dalla bottiglietta, gli infila le dita tra i capelli. È stanco morto il suo bellissimo torello. Gli carezza riconoscente il cazzo nodoso, la vera sorpresa di questo ragazzo bellissimo. Mathias è meglio di un amante.
Prende le manette di plastica e gli ammanetta le mani dietro la schiena.
Mathias lascia fare, si gira a bocconie allarga un pocol e gambe per offrile le natiche aperte. Ellen tre mesi fa gli ha regalato l'epilazione laser, è più liscio di una ragazza e Ellen lo palpa facendolo gemere.
Solleva il bacino, si mette in ginocchio, ammanettato col viso sprofondato nel cuscino. Ellen lo munge da dietro, tirandogli il cazzo in basso mentre gli morde le natiche e ci affonda il viso nello spacco, spinge la lingua nel buchetto.
È troppo bello, Ellen tira indietro la testa per ammirarlo. Con la punta della lingua segue il cordolo che dall'ano infossato scende fino ai coglioni lisci. Glieli prende in bocca mentre continua a mungerlo.
A Mathias fa male il cazzo, i coglioni gli tirano fino alla milza, suda e trema come un cavallo, ma si eccita troppo essere dominato da Ellen, essere la sua puttana.
Ellen è innamorata persa di Mathias., ipnotizzata dal suo cazzo, vuole spremere il suo boy fino all'ultima goccia continua, lo eccita e lo munge all'infinito fino a farlo schizzare un'ennesima volta. Mathias sborra con un lamento di dolore, ma trema tutto.
Ellen lecca i goccioloni sul lenzuolo.
Cammina scalza verso l'armadio.
Mathias, non si muove, è ancora ammanettato, la osserva in controluce davanti alla finestra illuminata debolmente dai lampioni. È bellissima, un fisico snello, atletico con le spalle delineate, le cosce lunghe e i seni giusti, modellati dal chirurgo. Mathias è innamorato della donna che lo paga.
Ellen non si sta rivestendo, si stringe le cinghie in vita e sulle cosce, appena sotto il pube, e quando si volta un riflesso svela il cazzo nero, paurosamente eccitante su quel corpo flessuoso.
Gli si avvicina ancheggiando da pantera. Lo gira sulla schiena e lo tira per il cazzo fin sul bordo del letto. Mathias alza le gambe e gliele poggia sulle spalle.
Ellen si sta godendo ogni istante. Unge il suo cazzo di gomma nero, lo fa lentamente, come se si segasse.
È una vertigine osservare il cazzo nero che gli sparisce tutto dentro facendolo mugolare. Ellen lo scopa lungo, dentro e fuori, fissa il suo cazzo nero e sega quello caldo di Mathias.
“Sei il mio cucciolo.” Gli tira il ciuffo.
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È sveglia da parecchie ore. Chiude il Pc e va in cucina.
Ellen ha solo poche ed indispensabili colf, nessuna nei week end. Prepara da sola il vassoio della colazione da portare su in mansarda.
Lo poggia di lato, ai piedi del letto, ed apre le finestre senza scostare i tendoni, ma le lame di luce abbagliante entrano comunque ed illuminano il pavimento. Non vorrebbe svegliarlo così.
Il letto è bianchissimo e il bel corpo dorme innocente, allungato di traverso sul materasso, una coscia muscolosa annodata in un groviglio di lenzuola. Ha un fisico da modello, Mathias forse ha ragione, diventerà davvero famoso.
Ellen lo ammira a lungo lasciando che il desiderio s'accumuli nel ventre. Vuole chinarsi a succhiargli l'uccello abbandonato sulla coscia anche se le spiace perdersi la vista dei suoi muscoli che si risvegliano intorpiditi..
“Mmm, io voglio svegliarmi così tutte le mattine. Sì, Ellen, succhiamelo...” Mugola. “Che ore sono?”
“Non è mattina... sono le tre... Devo andare... t'ho messo lì sotto la colazione.”
“Dove vai?” Abbassa il braccio, prende senza guardare la prima pasta che trova e se la ingolla.
“In piscina.”
“Anche oggi?, ma tu sei una fanatica!, sei bellissima anche se salti un giorno.” S'azzittisce, il cazzo gli s'è impennato durissimo. “... Piano, ti prego, fa' piano, mi fa male l'uccello.”
Allora Ellen gli massaggia i coglioni con la lingua. Li snocciola in bocca e massaggia i muscoli di cui Mathias va così fiero. “Va meglio, cucciolo, o fa male ancora?”
“Sì, un po' meglio, stanotte me l'hai spaccato, ahah...” Le carezza i capelli mentre si riempie la bocca di dolci e trangugia il succo. “Mi piace come li hai tagliati. Prima erano troppo lunghi, così sembri più giovane.”
Ellen non s'incazza per il maldestro complimento: “Sei tu l'esperto di moda.”
All'improvviso Mathias si contrae sullo stomaco ed Ellen fa appena in tempo a non perdersi la sborrata del mattino. In realtà è già pomeriggio e il ragazzo ha avuto tutto il tempo per ricaricarsi, la sborra è densa, le s'incolla al palato.
Ora che s'è rilassato deve parlargli. Soffia sul viso per smuovergli il ciuffo e gli bacia la guancia.
“Senti Mathias, per martedì, il tuo compleanno... io non posso venire a Milano, sarò a Parigi per chiudere un contratto.”
“Ma mi hai fatto prendere i biglietti!! Avevi detto che...”
Gli chiude la bocca con un bacio. Le labbra sono infarinate di zucchero. “Lo so, ma dopodomani mi è impossibile... Se vuoi ci possiamo andare nel week end, tre giorni, prometto! A Milano o dove vuoi tu.”
“In effetti a Milano farà un cazzo di caldo!”
“Allora prenota in Sardegna... Facciamo tre giorni, partiamo sabato. Okay?”
“Ma tu lavorerai.”
“Solo al mattino, mentre tu dormi.”
“E chi ha intenzione di dormire?” Tira fuori dal cuscino imbracatura e manette. “Porterai anche queste?”
“... e due confezioni di viagra per il mio magnifico puledro.” Sorride maliziosa.
Mathias finge d'incazzarsi: “Sei una vigliacca, a me non servono di certo! Ti scopo da farti piangere.”
“Vedremo, ma ora fatti una doccia... e questa è per te.” Ellen gli mette una busta sul comodino.
“...! Ma dai, lo sai, non voglio più che... Io con te non...”
“È solo il regalo per il tuo compleanno... E ricorda: la puttana sono io.”
“Buono a sapersi!” Ridacchia. Solleva le manette infilate sull'indice e le fa dondolare. “Tu non te ne vai. Resti qui.”
“Ancora?! Ma lo sai che sei sdraiato su 'sto letto da 18 ore?!”
“E chi ha parlato di letto?” Mathias guarda verso il soffitto, il gancio per appendere le manette.
Le mutandine le si bagnano all'istante. “No, devo and...”
“Ti appendo e ti massacro come settimana scorsa, dimmi che non vuoi.” La sfida. “... ma adesso vieni con me!”
La trascina in bagno e la spinge nella doccia. Le sorride mentre esplode in una pisciata in pressione. Ad Ellen s'incollano addosso i pantaloni della tuta. Il tepore le taglia le gambe, si lascia cadere in ginocchio.
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La piscina è deserta, solo il bagnino scazzato che passa lo spazzolone e riordina i lettini sotto le luci bianche.
Ellen nuota senza smuovere l'acqua. Il cervello è vuoto, conta soltanto bracciate e respiri. Le pare di lasciarsi tutto indietro
- - -
È lunedì mattina ed Ellen deve chiudere tutto entro il pomeriggio. È una macchina da guerra.
Alle tredici i francesi lasciano la sala riunioni senza salutare. Hanno capitolato su tutti i fronti. Magda, la sua segretaria, non sta nella pelle: “Ellen sei stata fantastica!!! Fai paura, li hai massacrati!”
Ellen cerca di smontarla mentre controlla la posta. “Non esaltarti, Magda, il lavoro vero comincia adesso.” Vede la mail del Club di Riga. “... Siamo solo all'inizio – dice sovrappensiero entre legge la mail- ... ora devo avvisare papà, il nostro presidente alle Bahamas!”
Risponde al primo squillo: “Ciao papà, abbiamo concluso. Domani ti tocca lasciare le Bahamas: si firma a Parigi.”
“Non ci credo! Hanno accettato tutto?”
“Punto per punto.” Risponde laconica mentre invia il bonifico richiesto dal club. Ellen paga senza battere ciglio, è una puttana che paga, come con Mathias. “Vendono al nostro prezzo.”
“Fantastico! Dobbiamo assolutamente festeggiare!!!”
“Abbiamo già prenotata una sala al Grand Véfour.”
“Ci vogliono mesi per prenotare... ma tu eri già sicura di vincere, vero?”
“Una scommessa come un'altra... Io però domani non posso venire.”
“Cooosa?! È il nostro miglior affare degli ultimi venti anni e tu non vuoi festeggiare? Sparisci come sempre, cos'hai di più importante da fare?”
“Non insistere, non vengo.”
“Non insisto, con te sarebbe inutile, ma so perché non vieni: non vuoi festeggiare il compleanno con tuo padre... Sei sorpresa che mi ricordi di te?”
“E quanti anni compirei?” Lo sfida
“Trentacinque, lo so benissimo, cosa credi? Lascia almeno che ti regali una villa, non per il compleanno ma come premio! Vivi ancora in quel buco.”
“Adoro quel quartiere, non lascerei mai Nyhavn... Senti, prometto di venirti a trovare... Appena posso lo farò, giuro.”
“Sì sì, come sempre.”
“Guarda che ti sei imprigionato tu su quell'isola, se t'annoi non è certo colpa mia!” E poi io che ci vengo a fare tra le tue puttanelle, vorrebbe aggiungere.
“Non so, forse mi preoccupo di nulla, ma sei strana, non...”
Ellen intanto spedisce i suoi ultimi esami del sangue; il club non scherza, li pretende da tutti. “Non c'è nulla di cui preoccuparsi... lo sai, non mi piace essere festeggiata.”
“Ellen, non volevo, scusa, tu sei perfetta!”
“Ciao.”
Suo padre non avrebbe potuto farle più male.
Cerca di sorridere a Magda. ”Mio padre ormai è fuori dal mondo... Senti Magda, prenditi il pomeriggio libero, ti sei ammazzata in questi mesi.”
“Proprio oggi?! Qui sono impazziti tutti e poi i tedeschi sono preoccupati per la storia degli esuberi, sono almeno milletrecento!”
“Non devono preoccuparsi, entro dicembre risolveremo anche questo... Okay, rimani se vuoi, ma ricordati che devi uscire prima per andare a prendere qualcosa da metterti: domani vai a Parigi al mio posto.”
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C'è festa nei corridoi, il successo di Ellen ha galvanizzato tutti.
Malling chiude in un angolo Magda: “Cos'è questa storia che non va a Parigi?”
“Nessuna storia, lei odia i ricevimenti, tutto qui... è s'è presa dieci giorni di riposo.”
Il pettegolo le sorride malizioso. “Allora è vero quello che raccontano?, che la figadilegno s'è fatta un boy toy?”
“...! Fate schifo, come cazzo potete metter in giro certe carognate?”
“Sono solo voci, non ti scaldare!” Malling le dà un buffetto: “Però mi spiace per te, Magda, non hai più chances ora che la tua lesbica ha scoperto la gioia del cazzo.”
“Faresti meglio a preoccuparti del tuo culo!” Lo spinge indietro. “Sai?, gira anche un'altra voce: pare che abbiano intenzione di distribuire i dividendi e ristrutturare gli uffici... e, sfortunatamente per te, Ellen conosce benissimo l'apporto di ciascuno di noi in questa acquisizione.”
Magda lo odia e spera davvero di non avere più quel viscido tra i coglioni.
Questi merdosi non possono nemmeno nominarla, non sanno quanto è meravigliosa Ellen. Lei invece lo sa.
Soffre e gioisce al ricordo di quella notte a Berlino, improvvisa e dolcissima, che hanno sigillato nel silenzio.
Rientra in ufficio. Ellen solleva gli occhi interrogativi.
“Nulla, non t'ho ringraziata per Parigi.” Gira attorno attorno alla scrivania come quando ha le cartellette da far firmare e le depone un bacio sulle labbra.
Ellen si alza di scatto. Magda è rosso fuoco.
“Perché?! Sono invece io che devo ringraziare te!” Apre l'armadio e tira fuori una scatola di plastica trasparente. “È per Andreas, rimarrà senza mammina per due giorni.”
Magda prende il triceratopo di gomma. “...!!! Oh, Ellen, come lo sai? Andreas impazzisce per i dinosauri.”
“Era facile indovinare. Dagli un bacio per me.”
L'abbraccia poggiandole il viso sulla spalla, contro il collo. “Hai sempre un buon profumo.” Sente il suo seno contro.
L'allontana e la fissa due secondi tenendola per le spalle. “Non farmi pentire di non venire a Parigi.”
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Ha attorno tutto il negozio. Hanno appena finito e Mathias si riprende col cellulare nello specchio.
I capelli sono perfetti così mossi ed il viso, dopo la pulizia ed il lieve trucco, è bellissimo. Cerca di mantenere un'espressione seria mentre la parrucchiera gli arruffa i capelli da dietro, ma dura solo tre secondi e scoppia a ridere davanti allo specchio. Questo è da postare!
Mathias è felicissimo, ha raggiunto 80k su instagram. Ha followers in tutto il mondo e ci dedica ore a rispondere e spedire cuoricini. Ci pubblica foto di moda e selfie privati. Sempre a torso nudo. Piacciono molto quelle seminudo in bagno o sul letto; le due foto a culetto nudo steso in spiaggia hanno raccolto 37mila likes.
Mathias ora è un professionista, gli arrivano i soldi; nel video che sta postando ha messo bene in evidenza la bomboletta della schiuma per capelli.
In questi momenti non vorrebbe pensare ad Ellen.
Ellen, sta tentando di scaricarlo, lo sente.
Ha trovato qualcuno a Parigi che se l'incula. No, non gliene frega un cazzo di lei e di chi se la tromba, non può essere geloso d'una troia simile! Quella lo prende in culo che non era ancora nato.
Ma non può trattarlo così!
Fanculo Ellen, cazzo se mi manchi!
La ragazza della manicure ride, ha notato l'erezione.
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Ellen è a proprio agio. Lo è sempre quando è sotto pressione e controlla tutto.
Alina le ha inviato un biglietto per Barcellona.
Deve prendere l'aereo delle 18 e 22 ed ha ancora un mare di cose da fare in ufficio. Si fa mentalmente una tabella di marcia e ci si butta a capofitto. Sbroglia tutti i casini e gli scocciatori uno dopo l'altro senza sgarrare d'un minuto ed esce alle sedici e dieci come aveva deciso.
Un salto a casa per liberarsi del completo Gucci e fare una doccia veloce.
Il suo ordine maniacale le permette di preparare il trolley in meno di due minuti e poi perdere tempo per scegliersi jeans e chiodo anonimi. Chiude meticolosamente ante e cassetti; la sua casa dev'essere pronta per quando tornerà dalla sua fuga come se non fosse successo nulla.
Il taxi è già sotto casa. Improvvisamente le piomba addosso il peso la realtà. Un respiro profondo e scende in strada.
Il cielo è livido, sta per scoppiare un temporale ed il vento la schiaffeggia in viso con gocce gelate. S'infila nel taxi: “ A Kastrup, sono di corsa.”
Ma il traffico sembra volerla trattenere a Kopenhagen. I tergicristalli impazziti lottano contro il diluvio che s'abbatte in un assordante scroscio ed i colori della città colano sul parabrezza deformandosi. Il mondo intero sembra defluire giù nei tombini.
Legge il whatsapp di Alina: 'Chiamami quando sei in aeroporto.'
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Ellen - 6
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